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    IL FANTASTICO E LHORROR

    NEL CINEMA DI PUPI AVATI

    di Antonello Sarno

    Da ragazzo, le mie fantasticherie riguardavano molto spesso la morte.In questambito credo che la cosa pi spaventevole siano i fantasmi, lepresenze malvagie, che infatti ho sempre temuto molto. I miei fantasminon erano mai sereni, non erano quegli spiriti burloni in fondobenevoli di cui, ad esempio, parla Wlde nel Canterville. No, nei

    fantasmi che immaginavo cerano sempre lamenti, strazio, gemiti,voci...

    (da Pupi Avati, Il Castoro cinema, Milano 1993)

    Per molti, importanti talenti cinematografici italiani il cinema fantastico stato il primo, vero banco

    di prova. Titoli artigianali, spesso dimenticati a vantaggio di altre e pi fortunate prove succedutesi

    nelle relative carriere.

    Per Pupi Avati, che a 62 anni appartiene da tempo e con pieno diritto alla categoria dei grandi autoridel cinema italiano, lispirazione magico fantastica, e quindi anche trascendentale, continua invece

    da pi di trentanni con grandi risultati: da quelBalsamus, luomo di Satana, il riuscito esordio di

    Avati datato 1968, fino al recentissimoI cavalieri che fecero limpresa, la vena fantastica continua

    ad essere uno dei fili rossi attraverso cui leggere lopera di questo autore che fu tra i primi a

    decentrare la produzione dei propri film dallopulenta e sonnacchiosa Roma di Cinecitt alla

    Padnia intorno a Bologna.

    I titoli esplicitamente fantastici targati Pupi sono essenzialmente sette (parliamo soltanto dei film

    realizzati per il cinema: la produzione dl Avati per la TV cos vasta ed importante da meritare un

    articolo a parte): oltre al citato Balsamus ed al successivo Thomas..gli indemoniati (1969), eccoLa

    casa dalle finestre che ridono (1976), Tutti defunti tranne i morti (1977),Le strelle nel fosso (1979),

    Zeder(1982) eLArcano Incantatore (1996).Titoli conosciussinjj (e sul quali torneremo tra poche righe) anche dal pubblico che non ama

    particolarmente il genere fantay-horror pert, grazie anche ai numerosi passaggi televisivi, il nome

    di Pupi Avati , anche per laudience televisiva, una sorta di marchio di garanzia. In altre parole,

    un film di Avati, anche se un horror, comunque un film che contiene altre cose, come la

    recitazione degli attori, una trama avvincente, una bella sceneggiatura, delle trovate registiche che

    valgono la pena di vederlo.

    Sette titoli-fantasy che, come dicevamo, potrebbero rapidamente diventare il doppio od il triplo, tale

    la vocazione di Avati ad includere lelemento fantastico nei propri contesti narrativi. Se pensiamo

    a Magnificat(1993) od anche aI cavalieri, ci accorgiamo che lelemento religioso affrontato con un

    rigorosissimo sforzo di immedesimazione del narratore (cio del regista) nella percezione che della

    divinit avevano i protagonisti dellAlto MedioEvo, una percezione anche

    naturistico_fenomenologica che alla base dellelemento fantastico dai Sumeri al giorno doggi.

    Cos come sono velati di unatmosfera surreale, stralunata e talvolta persino distorta anche gli altri

    film di Pupi in cui, quasi come in una convincente rilettura moderna della lezione espressionista

    tedesca, il Destino (forse guidato dalla mano di Dio, ma forse no...) a decidere per gli uomini

    lincontro con la felicit o con la solitudine, con il crimine o con la felicit, in certi casi con la Vita

    o con la Morte. Ma non finisce qui. Gi, perch tra i meriti principali di Avati non c soltanto

    quello di aver reintrodotto lelemento del fantastico in un cinema italiano, quello dei primi anni

    Settanta, che ormai languiva tra poliziotteschi e sexy-comedy, ma soprattutto quello di aver

    praticamente inventato (insieme al fratello Antonio ed al produttoresocio Gianni Minervini) il

    film d genere a bassissimo costo ma di grande richiamo, grazie allitalianit delle storie raccontate.Una ricetta ideale che, purtroppo, difficile trasformare in una formula dallesattezza scientifica,

    ma che pure ha avuto il suo picco artistico-produttivo conLa cosa dalle finestre che ridono, un

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    titolo di assoluto culto (alla pari conProfondo Rosso) che ha segnato una svolta importante nelcinema giallo-horror-fantasy made in Italy, meritando contemporaneamente anche uno studio

    specifico nelle scuole di cinema per la sua vicenda produttiva, ahim poco imitata in seguito da altri

    cineasti.

    Per farla breve: i due Avati ed il loro socio Minervini escono con le ossa rotte dal sequestro di

    Bordella (1975), un film giudicato osceno e quindi ritirato dalle sale. Il mancato rientro dei capitalicostringe Avati & C. a tentare una nuova impresa alla disperata pur di consolidare rapidamente il

    successo deLa mazurka del barone... (1974), impresa cuiBordella non ha potuto adempiere causail sequestro. Nasce cos la A.M.A. film (Avati-Minervini-Avati) societ a capitale zero ricorda

    Avati - accomunando quelle tre debolezze formate da mio fratello, da Gianni Minervini e da me.

    Lidea quella di partire con una pellicola a costo bassissimo, costo che la Euro (la casa di

    produzione e distribuzione pi importante di quegli anni, guidata da Marina Cicogna) quantifica a

    Minervini in 150 milioni. Cio niente, o quasi: una sfida che i tre soci accettano volentieri.

    Un film senza star, senza grandi location, senza effetti speciali, senza nientaltro, insomma, che una

    grande storia, una splendida sceneggiatura ed un gruppo di bravi, sconosciuti attori ben diretti da

    Pupi Avati. Lidea di base, terrificante, prende spunto da una vecchia leggenda popolare delle

    campagne bolognesi secondo cui, nel restaurare un vecchio cimitero, dalla tomba di un prete spuntainvece uno scheletro femminile: Da bambini ricorda Avati questa storia, che ci veniva

    raccontata pi volte, riusciva sempre a terrorizzarci. Lidea di un prete donna era spaventevole oltre

    ogni immaginazione... . Oltre agli Avati, ed a Gianni Cavina, sullidea ci lavora anche Maurizio

    Costanzo, altro talento del genere fantasy che proprio con Avati ha dato il meglio di s in questa

    direzione. Le contaminazioni sono tante: daIl Corvo di Clouzot ai Racconti goticidi Isaak Dinesen

    ed il risultato uno dei migliori film noir, od anzi horror, che lItalia abbia prodotto dai tempi di

    Mario Bava. Un film in cui c tutto il talento immaginifico dellAvati di allora ma anche tracce

    evidenti di quel Pupi Avati maestro del cinema che di l a qualche anno andr a formarsi in maniera

    completa. Come al riguardo scrisse Morando Morandini sul Giorno Avati...ha altre qualit, tra

    le quali...soprattutto il palese affetto per quel che fa, per il proprio lavoro; lo si sente nella cura dei

    particolari; nel modo in cui sa cogliere il paesaggio padano che presumibilmente ben conosce ed

    ama... . Ecco, il paesaggio: in questo film la pianura padana, con i suoi prati, i boschi, le ombre

    ammonitrici dei vecchi casali e, soprattutto, il suo fiume immenso e solo apparentemente tranquillo,

    fa la sua prima, grande comparsa da protagonista nel cinema avatiano. La skyline dei boschi

    continuamente giustapposta a suggello di molte scene, la frondosit sussurrante di alberi che

    sembrano quasi parlanti (nel senso favolistico del termine), il contrasto tra il buio e la luce si

    fondono in una sorta di panteismo boschivo che forse il protagonista invisibile ma palpabile di

    questa storia gotica ma anche di molte altre, splendide inquadrature anche del cinema non

    dichiaratamente fantastico di Avati, dalla campagna che circonda il casalone dove si svolge il

    banchetto di Storia di ragazzi e ragazze alla toccante sequenza della foglia spostata dal vento in

    Magnificat.Insomma, neLa casa... c gi tutta lestetica avatiana, contenuti e forme che verranno poi spalmatinei film a seguire. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il naturismo del cinema di Pupi

    Avati non un sintomo di vecchiezza, anzi. Nelle sue storie e nel suo modo di raccontarle, infatti,

    Avati rivisita e stravolge terre e campagne pi o meno (e, peraltro, anche contemporaneamente) a

    come e quanto Dario Argento sovverte i paesaggi metropolitani delle grandi citt. Il meccanismo

    quasi lo stesso: la differenza, in questo caso, la fanno le rispettive storie ed i personaggi che ne sono

    protagonisti.

    Oltre a La casa..., Avati firma poi almeno altri due grandi film del cosiddetto genere nero italiano

    e cioZedereLarcano incantatore, che testimoniano lo stato di grazia in cui si trova linquieta

    vena magica del regista bolognese che, negli ultimi film, si esprime a livelli pi alti, coinvolgendo

    largomento pi trascendentale di tutti come quello del Mistero religioso.Per chiudere, unimpressione che mi pare ancora inedita: i film fantastici ed horror realizzati da

    Pupi Avati non hanno eredi tanto dotati dietro la macchina da presa quanto, piuttosto, dietro la

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    macchina da scrivere, I figliocci di Pupi, per comune provenienza emiliano-bolognese, ma anche

    quanto a personaggi ed atmosfere, sono a mio avviso due scrittori gi affermati (ed imitati) come

    Carlo Lucarelli ed Eraldo Baldini, capiscuola della cosiddetta scuola bolognese del giallo le cui

    storie risentono evidentemente di una formazione cinematografica e, nella specie, di una perfetta

    conoscenza di quelle pulsioni inquiete che, senza film comeLa casa dalle finestre che ridono,

    avrebbero continuato a dormire sotto il sole della Bassa per chiss quanto altro tempo ancora.

    FILMOGRAFIA

    Balsamus, luomo di Satana (1968)

    una produzione magic Film

    con Bob Tonelli, Greta Vajant, Gianni Cavina, Giulio Pizzirani

    Thomas, gli indemoniati(1969)

    uno produzione Cidierre Cinematografica

    con Anita Sanders, Edmund Purdon, Mariangela Melato, Gianni Cavina, Bob Tonelli

    La mazurka del barone, della santa e del fico fiorone (1974)

    una produzione Euro International Filmscon Ugo Tognazzi, Paolo Villaggio, Delia Boccardo, Lucio Dalla, Gianni Cavina

    Bordella (1975)

    uno produzione Euro International Films

    con Luigi Proietti, Al Lettieri, Vincent Gardenia, Taryn Power, Christian De Sica, Gianni Cavina

    La casa dalle finestre che ridono (1976)

    una produzione AMA. Film

    con Lino Capolicchio, Francesca Marciano, Gianni Cavina, Bob Tonelli, Giulio Pizzirani

    Tutti defunti tranne i morti(1977)

    uno produzione AMA. Film

    con Gianni Cavina, Francesca Marciano, Carlo Delle Piane, Giulio Pizzirani

    Jazz band(1978)

    una produzione AMA. Film - RAI

    con Lino Capolicchio, Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, Adriana Innocenti, Pietro Brambilla

    Le strelle nel fosso (1978)

    uno produzione A.M.A. Film

    con Lino Capolicchio, Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, Roberta Paladini, Giulio Pizzirani, Adolfo

    Belletti

    Cinema (1979)

    una produzione A.M.A. Film - RAI

    con Lino Capolicchio, Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, Roberta Paladini, Adriana Innocenti

    Aiutami a sognare (1980)uno produzione A.M.A. Film - RAI

    con Mariangela Melato, Anthony Franciosa, Jean-Pierre Leaud, Alexandra Stewart, Paola Pitagora

    Dancing Paradise (1981)

    una produzione A.M.A.FiIm -RAI

    con Gianni Cavina, Carlo Delle Piane

    Zeder(1982)

    uno produzione A.M.A. FILM - RAI

    con Gabriele Lavia, Anne Canovas

    Una gita scolastica (1983)

    uno produzione AMA. Film - RAI con Carlo Delle Piane, Tiziana Pini.

    Noi tre (1984)uno produzione Duca Film- Istituto Luce- Raiuno

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    con Lino Capolicchio, Gianni Cavina, Carlo Delle Piane, Ida Di Benedetto, Christopher Davidson,

    Dario Parisini, Barbara Rebeschini

    Impiegati(1985)

    una produzione DUEA Film - National Filmes - Dania

    con Claudio Botosso, Elena Sofia Ricci, Nick Novecento, Dario Parisini, Giovanna Maldotti, Luca

    BarbareschiFesta di Laurea (1985)

    una produzione DUEA Film - National Filmes - Dania - Raiuno

    con Carlo Delle Piane, Aurore Clement, Lidia Broccolino, Nick Novecento, Dario Parisini

    Regalo di Natale (1986)

    una produzione DUEA Film DMV Distribuzione - Raiuno

    con Carlo Delle Piane, Diego Abbatantuono, Gianni Cavina, Alessandro Haber,

    George Eastman, Kristina Sevieri.

    Hamburger Serenade (1986)

    Programma televisivo 12 puntate

    con Nick Novecento, Alfiero Toppetti, Beatrice Macola

    Ultimo minuto (1987)una produzione DUEA Film - DMV Distribuzione Raiuno

    con Ugo Tognazzi, Elena Sofia Ricci, Lino Capolicchio. Diego Abbatantuono, Massimo Bonetti

    Sposi(1988)

    una produzione DUEA Film Numero Uno Cinematografica

    con Carlo Delle Piane, Simona Marchini, Nick Novecento, Jerry Cal, Alessandro Haber, Ottavia

    Piccolo

    Storia di ragazzi e ragazze (1989)

    una produzione DUEA Film Unione Cinematografica - Raiuno

    con Alessandro Haber, Lucrezia Lante della Rovere, Massimo Bonetti, Felice Andreasi

    Bix - Unipotesi leggendaria (1991)

    uno produzione DUEA Film- Union P.N. - Raiuno

    con Bryant Weeks, Romano L. Orzari, Sally Groth

    Fratelli e sorelle (1992)

    uno produzione DUEA Film - Filmauro - Raiuno

    con Franco Nero, Anna Bonaiuto, Matthew Buzzel, Kelly Evinston, Barbara Wilder

    Magnificat(1993)

    uno produzione DUEA Film - Istituto Luce Union PN.

    con Arnaldo Ninchi, Luigi Diberti.

    Lamico dinfanzia (1993)

    con Jason Robards III, Amy Galper, Jim Orttilieb

    Dichiarazioni damore (1994)una produzione DUEA Film - Filmauro

    con Arnaldo Ninchi, Angila Baggi, Della Boccardo, Valeria Fabrizi, Alessio Modicaer

    Larcano incantatore (1995)

    una produzione DUEA Film - Filmauro

    con Stefano Dionisi, Carlo Cecchi, Arnaldo Ninchi, Andrea Scorzoni, Consuelo Ferrara

    Festival(1996)

    una produzione DIJEA Film - Filmauro

    con Massimo Soldi, Isabelle Pasco, Gianni Cavina, Margaret Mazzantini, Paola Quattrini, Lorenzo

    Flaherty, Andrea Scorzoni.

    Il testimone dello sposo (1997)

    uno produzione DUEA Film - Filmaurocon Diego Abatantuno, Ines Sastre, Diego Cantarelli.

    La via degli angeli(1998)

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    una produzione DUEA Film - Medusa Film

    con Carlo Delle Piane, Gianni Cavina, Valentina Cervi, Chiara Muti

    I cavalieri che fecero limpresa (2001)

    una produzione Antonio Avati, Tarak Ben Ammar e Mark Lombardo

    con Raoul Bova, Thomas Kretschmann, Marco Leonardi, Edmund Purdon, Yorgo Voyagis, Carlo

    Delle Piane, F. Murray Abraham, Edward Furlong, Stanislas Merhar