2016 pp.5 9_savia_disabilità e tecnologie di comunicazione
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Educare.it - DISABILITA’
DOI: 10.4440/201601/savia
© Educare.it (rivista on line - ISSN: 2039-943X) - Vol. 16, n. 1 – Gennaio 2016 5
Scrivere con gli occhi e sco-prire un mondo nuovo
Giovanni Savia
Laureato in Pedagogia e Scienze Filosofiche, Docente abilitato nell'ambito linguistico-letterario e nelle attività di sostegno a favore degli alunni con disabilità, attualmente in servizio come docente di lettere nella scuola secondario di primo gra-do di Ramacca (CT). Svolge attività di Ricerca universitaria, come Cultore della Materia (Pedagogia Speciale) presso l'Università degli studi di Catania e Dottorando presso l'Università Complutense di Madrid nel settore dell'attenzione alla diversità e dell'inclusione educativa. Ha svolto, per anni, l'attività di insegnante di sostegno nella scuola pubblica, di pe-dagogista in progetti riguardanti l’inclusione sociale di soggetti svantaggiati e docente in corsi professionali per la forma-zione di figure di assistenza e tutela. E’ formatore accreditato per il Servizio Civile Nazionale.
In questo articolo1 si vuole evidenziare l’esperienza con una persona con
gravissima disabilità motoria, incapace di esprimere pensieri, sentimenti e
sogni fino a quando la tecnologia ha fornito la chiave per la libertà della sua
comunicazione e nuove opportunità di sviluppo personale.
Introduzione
La tecnologia rappresenta, forse, il suc-
cesso più grande dell’uomo nella società at-
tuale, con innovazioni e progressi mai visti e
non immaginabili fino a pochi anni fa. Oggi
viviamo nell’epoca della tecnologica inter-
connessa e della globalizzazione: globaliz-
zazione, per fortuna anche dei Diritti fon-
damentali della dignità umana, della cono-
scenza, dello sviluppo delle potenzialità e
dell’educazione per tutti. E’ in questa ampia
visione di riconoscimento dei diritti, di ac-
cettazione e valorizzazione delle differenze
che manifestiamo il nostro senso di civiltà e
rispetto per tutti.
In questo articolo si vuole evidenziare
l’esperienza con una persona con gravissima
disabilità motoria, incapace di esprimere
pensieri, sentimenti e sogni fino a quando la
tecnologia ha fornito la chiave per la libertà
della sua comunicazione e nuove opportuni-
tà di sviluppo personale.
Il caso di D.
D. è un ragazzo di diciannove anni, fre-
quenta il quinto anno del Liceo di una scuo-
la superiore ordinaria in ambiente accessibi-
le e convive da sempre con una forma di te-
traparesi spastico-distonica molto grave con
totale assenza del linguaggio. Tale patologia
determina l’alterazione del movimento mu-
scolare volontario di tutto il corpo con la
conseguente compromissione di tutte le at-
tività motorie e comunicative. Nella ricezio-
ne delle informazioni e nella loro elabora-
zione sembra perfettamente normale, con ca-
pacità intellettive adeguate alla sua età.
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D. si muove in carrozzina con accompa-
gnatore, in una scuola ed in una classe che
lo accoglie senza pregiudizi apparenti ma
con un filo sottile invisibile di compassione.
E’ totalmente dipendente, indifeso, vulnera-
bile, rinchiuso nel suo corpo che non riesce
in alcun modo a controllare, ma soprattutto
che non gli permette di esprimere alcun tipo
di pensiero su di sé. Muove solo gli occhi,
che riflettono in maniera immediata le sue
emozioni, le sue paure ed i suoi pensieri più
intimi, che solo in pochi riescono a com-
prendere pienamente.
Queste limitazioni delle attività personali
potrebbero gravemente compromettere lo
sviluppo cognitivo e la partecipazione socia-
le alla vita quotidiana, se non adeguatamen-
te compensate dal supporto familiare,
dall’accogliente contesto socio-relazionale e
scolastico in cui è immerso.
Come la maggior parte dei ragazzi della
sua età, D. desidera conoscere e vivere la vita
che lo circonda, interagire con persone e
contesti diversi, sperimentarsi, esprimere le
proprie emozioni agli altri e come gli altri.
Manifesta la propria presenza con lo sguar-
do, uno sguardo particolare che trafigge e
coinvolge chi “parla” con lui.
La sua anima viaggia, pensa, elabora, appren-
de, memorizza, critica, piange, ride, ama… è in-
telligente, comprende, è in grado di portare a
termine un compito adattato, produce pensieri
completi (?): per 19 anni, la scuola e neppure
la sua famiglia hanno potuto conoscere que-
sta ricca realtà interiore.
Solo pochissime persone credono nelle
capacità intellettive di D., sostengono che ha
solo bisogno di un tempo dilatato rispetto ai
ritmi cui ci costringe il vivere quotidiano ed
una particolare attenzione per entrare in sin-
tonia con lo sguardo, unico mezzo di contat-
to con il mondo esterno.
L’incontro con tecnologia
Dopo tanti anni vissuti senza la possibili-
tà di esprimersi, finalmente, la tecnologia
fornisce un canale comunicativo alternativo.
Un computer particolare ed un software
sofisticato (System Eyegaze) proveniente
dagli Stati Uniti, dotato di un ausilio a pun-
tamento oculare, permette a D. di utilizzare
la tastiera nel monitor e quindi a scrivere e
gestire un programma di video-scrittura at-
traverso il solo movimento degli occhi. Una
telecamera sintonizza le pupille (esterno)
con il puntatore ottico (interno).
Tale esclusivo sussidio sembra essere
l’unico adatto alle caratteristiche di D. ed è
stato ricercato, prenotato ed acquistato an-
che per consentirgli di proseguire gli studi e
per favorire un eventuale inserimento nel
mondo del lavoro. Un obiettivo a lungo
termine molto impegnativo, ma sicuramente
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interessante e da seguire sotto l’aspetto u-
mano e professionale.
Conosciamo l’Eyegase System
Vediamo di comprendere brevemente
cos’è l’Eyegaze System e come funziona.
Si tratta di un sistema di puntamento
oculare che permette di controllare un com-
puter con gli occhi, appositamente progetta-
to ed implementato per persone con grave
disabilità motoria. È costituito da un PC col-
legato ad un sistema di analisi oculare che
permette la gestione della comunicazione al-
fabetica e simbolica.
Una telecamera ad altissima risoluzione
posizionata sotto al monitor, grazie ad un
illuminatore a raggi infrarossi, intercetta la
posizione della riflessione della luce sulla
pupilla che attraverso il software viene tra-
sformata nell’indicazione dello sguardo sul-
lo schermo (GAZE). Per attivare le funzioni
sul monitor occorre semplicemente mante-
nere lo sguardo per un determinato tempo
di latenza sull’oggetto icona desiderata.
Con questo Sistema si può scrivere diret-
tamente sul monitor del computer. Guar-
dando le lettere della tastiera virtuale per
una determinata frazione di secondo, si an-
dranno a comporre le parole che volendo sa-
ranno emesse anche in voce attraverso la
sintesi vocale. Tutto ciò che
viene scritto è proposto in
alto in uno spazio chiamato
barra frasica il cui contenu-
to potrà anche essere salva-
to, recuperato o inviato ad
altra applicazione.
Per velocizzare il pro-
cesso comunicativo, il Si-
stema mette a disposizione
un serie di griglie editabili
dove si possono memorizzare messaggi al-
fabetici prefissati, utili alle situazioni comu-
nicative ricorrenti. Questa funzione è utile in
caso sia necessaria una velocità di comuni-
cazione superiore all’utilizzo della tastiera o
nei casi in cui l’utilizzatore non riesca ad uti-
lizzare bene una tastiera. Nelle griglie la
persona può facilmente selezionare la frase
voluta che verrà riproposta immediatamen-
te in voce dalla sintesi vocale. Normalmente
queste griglie di comunicazione sono utiliz-
zate anche nella fase di addestramento ini-
ziale all’uso del Sistema.
Questo Sistema può essere utilizzato an-
che come comunicatore attraverso simboli in
aggiunta alla normale dotazione per la co-
municazione alfabetica. È prevista la possi-
bilità di utilizzare direttamente lo “speaking
dynamically”. Le griglie di comunicazione
simbolica vengono selezionate attraverso il
movimento della pupilla, le eventuali parole
ad esse correlate verranno riproposte dalla
sintesi vocale. È possibile naturalmente uti-
lizzare ed adattare anche un qualsiasi altro
software.
Il Sistema permette di gestire completa-
mente l’ambiente Windows utilizzando il
puntamento oculare come emulazione del
mouse.
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Una forma di Comunicazione Aumenta-tiva e Alternativa
Questa tecnologia di comunicazione po-
trebbe rientrare nell’ambito della cosiddetta
Comunicazione Aumentativa Alternativa
(CAA), che è quell'insieme di conoscenze, di
tecniche, di strategie e di tecnologie che è
possibile attivare per facilitare la comunica-
zione con persone che, come nel caso di D.,
presentano difficoltà o un'assenza perma-
nente della comunicazione verbale.
L'uso di software, simboli, fotografie, ge-
sti e ausili informatici serve a fare in modo
che la persona sperimenti un modo di co-
municare comprensibile a tutti, così da non
essere sempre dipendente da familiari o ca-
regivers che traducono i suoi desideri o pen-
sieri.
L'aggettivo "Aumentativa" sta ad indicare
come le modalità di comunicazione utilizza-
te siano tese non a sostituire ma a migliorare
la comunicazione naturale.
Il termine "Alternativa" intende tutto ciò
che è alternativo alla parola, cioè codici so-
stitutivi al sistema alfabetico quali: lettere,
numeri, figure, disegni, fotografie, simboli,
etc.
Un nuovo mondo di possibilità
Non sembra esagerato affermare che per
persone come D. questa tecnologia apre
nuovi orizzonti di sviluppo intellettivo e di
possibilità comunicative.
Nel caso specifico, la classe, la scuola nel
suo insieme e persino la famiglia hanno
modificato le proprie convinzioni. I docenti,
in particolare, hanno ri-scoperto che lo stu-
dente non è semplicemente il destinatario
delle conoscenze delle discipline e del lavo-
ro educativo, oggetto di cura e attenzione,
ma soggetto-persona che attraverso la rela-
zione genera un reciproco arricchimento.
D., dopo qualche difficoltà di adattamen-
to, ha cominciato a scrivere brevi pensieri
attraverso quegli (in questo caso più che mai
specchio dell’anima) che per tanti anni sono
stati le sole finestre su una vita interiore mai
espressa.
D. adesso segue la programmazione cur-
ricolare della classe e partecipa alle lezioni
senza alcuna differenziazione metodologica
e con utilizzo di strumenti alternativi come
ausilio per la comunicazione in uscita. La
differenziazione-personalizzazione è utiliz-
zata soltanto per le verifiche e la valutazione
finale, che sono adattate alle sue caratteristi-
che personali.
Conclusioni
L’esperienza di D. consente di affermare,
con aperta convinzione, che l’inclusione de-
gli alunni con disabilità, anche grave, nelle
classi comuni, in una società civile che rico-
nosce e garantisce i diritti educativi essen-
ziali di tutti, è possibile.
Una possibilità che può rendersi effettiva,
non solo per la “fortuna” di avere persone
accanto che credono nella costruzione di un
progetto di vita personalizzato come nel ca-
so di D., ma con la piena accettazione delle
diversità e con l’attuazione di una prassi
scientificamente orientata di progettazione
educativa universale per tutti, riconosciuta e
consolidata in ogni contesto sociale.
La tecnologia sostiene la scuola nella
grande sfida dell’analisi dei bisogni e della
promozione e della costruzione personaliz-
zata dello sviluppo integrato di ogni perso-
na, perché l’educazione per tutti non signifi-
ca solo che tutti gli studenti entrano nel si-
stema educativo e nelle aule ma che tutti
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apprendono e sviluppano al massimo le
proprie potenzialità.
Bibliografia
Actas(2014), II Seminario Internacional sobre Diseño Universal para el Aprendizaje (DUA), Facultad de Educación de la Universidad Complutense de Madrid, 23/24/25 settembre, www.educadua.es.
Alba C., (2012) Aportaciones del Diseño Universal para el Aprendizaje y de los materiales digitales en el logro de una enseñanza accesible. Actas Congreso DEA-TecnoNEET “Respuestas flexibles en contextos educativos diversos”. Murcia.
Danilo Ferrari(2014), Il coraggio è una cosa, Nèon edizioni, Catania.
ONU (1948), Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, Parigi
ONU (2006), Convenzione sui diritti delle persone con disabilità, New York
UNESCO(1994), Dichiarazione di Salamanca
http://www.istruzione.it (consultato fino al 31/10/2015)
http://www.eyegaze.com (consultato fino al 31/10/2015)
http://www.isaacitaly.it (consultato fino al 31/10/2015)
1 L’articolo rappresenta la trascrizione di una Comunicazione dell’Autore al “II seminario internazionale sulla Progettazione
Universale per l’Apprendimento” svoltosi in Madrid il 23/24/25 settembre 2014 e organizzato dall’Università Complutense di Madrid.