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indiceL’EDITORIALE DI LUCREZIA ANGELA VOLPATO LA TERRA HA GRIDATO. RISPONDIAMO DI NICOLA SCODRO, THOMAS MARAMPON, ELEONORA SPINASCUOLA: UNA NUOVA MATURITÀ PER IL 2018 DI CHIARA BRUNETTI

SCUOLA: BE(E)SQUAD: IN CORSA PER LE NAZIONALI DI GIULIA PIZZATO

SCUOLA: SI RITORNA A PARLARE DELLA SETTIMANA CORTA DI MATTEO DAL SOGLIO

MONDO: AMERICA: IN MARCIA PER LA PARITÀ DEI SESSI DI ELISA LUNARDON E GIULIA ANDREATTASTORIA: GLI ALTRI DITTATORI DI GIUSEPPE BIMONTECINEMA: STAR WARS: LA SAGA INTERMINABILE DI LUCA VERENINISPORT: LA STORIA DEL CALCIO DI ILARIA TUNDOMUSICA: R.I.P. 2016 DI FLAMINIA BORSCIMUSICA: ROCK IN ‘60 (2) DI PIERFRANCESCO ZANATACURIOSITÀ: DIZIONARIO DELLE PAROLE SCONOSCIUTE DI MATTEO DAL SOGLIO

POESIA: 1^ EDIZIONE DELL’HERMETICO CONCORSO DI POESIAL’OROSCOPO DI ELETTRA ZANNINIGIOCHI

LA RICETTA: RISOTTO RADICCHIO E SALSICCIA DI GIULIA PIZZATOIPSE DIXIT

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DirettoreLucrezia Angela Volpato,

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VicedirettoreMarco Filippin, 4BC

ImpaginazioneMatteo dal Soglio, 3BC

Giulia Pizzato, 3CSA

Grafica:Ludovica Olimpia Volpato

2AES

Inviateci articoli, idee e proposte qui:[email protected]

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‘La storia hagli occhi su di te’

di Lucrezia Angela Volpato, 4AS

Washington, Boston, Los Angeles, Chicago, Denver, New York. Poi Londra, Sidney, Berlino, Atene, New Delhi, Parigi, Roma.Una manifestazione globale a prevalenza femminile, formata da quasi due milioni e mezzo di manifestanti, di cui all’incirca mezzo milione solo in America, raggruppati nelle metropoli di

tutto il mondo. Ciò l’ha resa una delle marce più grandi e sentite degli Stati Uniti.Fra gli svariati cartelloni, spiccano in particolar modo quelli raffiguranti la principessa Leila, uno dei personaggi più conosciuti della saga di ‘Star Wars’. Ella rappresenta appieno, a parere di molti, lo spirito della Wo-men’s March tenutasi il 21 Gennaio in opposizione all’inaugurazione di Donald Trump, noto, fra le altre cose, per le sue innumerevoli affermazio-ni sessiste.La figura di Leila è, infatti, quella di una sopravvissuta determinata a com-battere per la sua causa: è una leader che non si ferma mai, nemmeno quando le cose sembrano farsi impossibili, portando avanti una ribellione dai giusti fini. Un’icona perfetta, quindi, dato che “Il posto di una donna”, come recita uno dei tanti cartelli che riportano il suo viso, “è nella Resi-stenza”.Assieme a lei, nella battaglia vi sono anche R2D2 e C-3PO: gli appassiona-ti della saga riconosceranno immediatamente i nomi del formidabile duo robotico che ci ha accompagnato fin dalla nostra infanzia e che ha fatto nuovamente la sua comparsa nell’ultimo film della serie, ‘Rogue One: A Star Wars Story’.La robotica, sebbene non quella che aziona il simpatico C-3PO o l’adora-bile R2D2, non è un argomento sconosciuto al Brocchi: ben due anni fa, infatti, una squadra formata da studenti del nostro liceo ha vinto il con-corso ‘Zero Robotics’, programmando dei satelliti in miniatura. Ora, seb-bene con un obbiettivo completamente diverso, una nuova squadra si sta facendo strada su quest’interessantissimo ed affascinante mondo: si tratta della ‘BE(e)SQUAD’, che partecipando al concorso ‘First Lego League’ ha recentemente vinto un premio dalla giuria tecnica, arrivando in finale.Tutta la redazione è con voi e vi augura buona fortuna!

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La terra ha gridato. Rispondiamo.

24 dicembre, ore 17.30

Con il tachimetro stabile sui 30 e il termometro sui -4 la nostra jeep bianca procede sen-za fatica nonostante

la stretta strada di montagna sia sconnessa e tortuosa. Ad un centinaio di metri dietro di noi il camper di Thomas, dietro davanti a noi solo buio, boschi di querce senza foglie, forse qual-che cinghiale. In mac-china ci sono Thomas, Eleonora, Nicola e suo padre, nel camper i geni-tori di Thomas. Per tutti noi è la prima vigilia di Natale che non passiamo a comprare i regali. Sta-volta li abbiamo già pre-parati e non è troppo da orgogliosi dire che speriamo di essere noi stessi, con la nostra presenza, il dono di Natale per le persone che incontreremo. Abbiamo parecchie aspettative riguardo a ciò che troveremo, ma in realtà di concreto non sappiamo nulla. Per ora anche i nostri pensieri viaggiano nel buio, in attesa di toccare con mano la realtà dei fatti. Ci chiama Francesca, il nostro contatto giù. Ci aspetta per cena, dice, ha dei lavori da far-ci fare. Non specifica, ognuno penso si immagini con malta e cazzuola a ricostruire la città. Non incontriamo una macchi-na fino a quando imbocchiamo la superstrada per Spoleto, ma anche lì sono rare, e diminui-

scono man mano che ci avvici-niamo all’epicentro del terre-moto. Siamo a Norcia alle 18,30, buio pesto, un freddo umido che ci penetra nelle ossa. Ci fermiamo davanti a Porta Romana, all’in-gresso di quello che prima del

30 ottobre era il corso di quella che era Norcia, ora puntellato da grandi impalcature e presi-diato dai carabinieri. La prima cosa che colpisce sono le luminarie. Tutto il corso è il-luminato a festa, nonostante gli edifici e i muri più antichi siano puntellati e messi in sicurezza. Con circa tre negozi sarà l’unica via che aprirà domani. Come se ci fosse un altro edificio agibile in tutto il centro… Anche le mura crollate fanno impressione, ma quelle le vedi anche in tv. Il silenzio, quello non lo puoi sentire al telegior-nale. E in questi tre giorni im-pareremo a conviverci ed a cer-care di sconfiggerlo. Tra tendopoli, prefabbricati e

macerie arriviamo da France-sca, che dopo una breve presen-tazione ci divide tra il tendone da sistemare per la messa di Natale e la cena da finire di pre-parare. Il cenone lo facciamo nei container del campo Cari-tas, situato nel giardino dell’ex

casa parrocchiale e di fronte alle mace-rie della chiesa di S. Maria delle Grazie. Qui viviamo insie-me al parroco di Norcia Don Mar-co e a Francesca e Rinaldo, capicam-po e sposi novelli. Ora non abbiamo il tempo di fare una cronaca pun-tuale di questi tre

giorni, anche perché sono stati talmente intensi che il solo fer-marsi a fare una foto sembra-va quasi uno spreco di tempo. Ricordiamo in fretta quello che ora è più vivo nella nostra me-moria: i volti delle cento perso-ne alla messa di San Pellegri-no, le riflessioni di Don Marco, l’allegria e la voglia di fare di Rinaldo, la cura della “casa” di Francesca, l’impianto di riscal-damento che abbiamo costru-ito per un tendone, il concerto di Natale, i panettoni mangiati con Eleonora, le partite a bri-scola con Argent, un ragazzo conosciuto il giorno di Nata-le, la messa di mezzanotte con il Vescovo, le canzoni e i salmi cantati insieme…

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Ma la situazione giù è particolare, di-versa da altre che possono sembra-re simili, e quindi

difficile da spiegare a parole. Partiamo dai numeri. Norcia ha più o meno 5000 abitanti, di cui solo la metà vive ancora in prefabbricati o container. Il Natale l’hanno passato a Norcia in circa 900, gli altri si erano sistemati più o meno definiti-vamente da parenti o amici, so-prattutto le famiglie con bambi-ni. Quando entri a Norcia pensi “beh, dai, pensavo peggio”: tre quarti degli edifici sono anco-ra in piedi. Il problema è che nessuno è agibile. Guardando attraverso le vetrine del corso si vede tutto com’era un istan-te dopo il terremoto: bottiglie e bicchieri in frantumi, calci-nacci sui tavoli di un ristoran-te, il bancomat che lampeggia ancora. Non abbiamo visto il telegiornale il giorno di Natale, ma dubitiamo che le telecamere abbiano inquadrato l’interno di un negozio chiuso o una via la-terale sbarrata.Tra velate pressioni dall’alto, la mancanza di un piano unitario di ricostruzione concordato tra i vari enti di soccorso presenti sul territorio e l’assenza di cer-tezze da parte dello Stato, la gente se ne va, e l’incertezza re-gna sovrana. L’unico fatto chiaro e contro-corrente è la testardaggine del-la preside che ha combattuto perché venissero riaperte tutte le scuole.L’impressione è che la comuni-tà non abbia la forza di ripartire da sola e che il collante che la rendeva appunto una comu-nità sia stato sepolto non solo dal crollo degli edifici ma anche

dell’unità stessa. Forse per aiutare veramente dobbiamo abbassare la cresta, smettere di giocare ai salvatori del mondo e cominciare, umil-mente, a toccare con mano e guardare con i propri occhi la realtà per farsi un’idea il più possibile vicina alla verità, a riscoprire la bellezza e l’im-portanza del lavorare insieme e delle relazioni sincere con le persone. Questa colla è sì na-scosta, ma c’è ancora, e Don Marco, Francesca e Rinaldo, con chi ha voglia di mettersi in gioco insieme a loro, com-battono giorno per giorno per cercare di estrarla viva dalle macerie affinché le relazioni possano essere ricostruite, e magari migliorate rispetto a prima, mentre la ricostruzione vera e propria, purtroppo, è an-cora congelata.Molte persone ci hanno chiesto cosa abbiamo effettivamente fatto, noi semplici ragazzi in una realtà così complessa. Cre-diamo che il passo più grande sia stato lo scrollarci di dosso la pigrizia e forse anche l’indiffe-renza, dettate dalla tradizione sempre più consumistica del Natale in famiglia, e avere il co-

raggio di partire veramente con compagni che non si conosce-vano neanche tanto bene per aiutare persone mai conosciute prima. Abbiamo vissuto questi tre giorni nei container, abbia-mo provato sulla nostra pelle la vita che le persone lì sono costrette a vivere ogni giorno, abbiamo toccato la verità senza veli mediatici, e solo così siamo riusciti a gettare le basi per una relazione che continuerà. Per-ché sì, torneremo. E sarebbe bello tornarci come scuola, non solo come gruppo di amici, as-sieme a tutti quelli che vorran-no unirsi a noi.

Thomas, Eleonora, Nicola 3BC

N.B. Tutte le informazioni pre-senti in questo articolo sono narrate in base alla nostra espe-rienza, e pertanto sono aggior-nate al 26-12-2016. Ci teniamo a sottolineare che la situazione attuale nei luoghi descritti po-trebbe essere cambiata note-volmente dopo tale data, ma il contenuto di questo articolo è stato reso quanto più vicino alla verità ci è stato possibile.

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l a Buona Scuola è una ri-forma nata con il governo Renzi e approvata nel set-tembre 2014. Essa preve-de una maggiore libertà

nella gestione della didattica, dell’offerta formativa e dei fon-di di ogni singolo istituto. Ha portato numerosi cambiamenti in vari ambiti della scuola e non ha ancora finito di farlo. Nel 2018, infatti, la ma-turità e gli esami delle medie si svolgeranno in maniera differente.I maturandi del 2017 svolgeranno l’Esame di Stato com’è di consue-tudine, cioè affronteran-no la prova di italiano, la prova d’indirizzo, la terza prova (il cosiddet-to “quizzone” che tanto spaventa gli studenti per la varietà di materie), la quarta prova per le clas-si Esabac ed il colloquio orale. Il massimo dei cre-diti rimane 25, accumu-labili durante gli ultimi tre anni con una buona media e svolgendo ma-gari qualche attività extra-sco-lastica. Il punteggio massimo per ciascuna prova scritta è 15, mentre per il colloquio orale sono previsti 30 punti massimi.

Nel 2018, invece, gli studenti affronteranno due prove scrit-te, una di italiano ed una d’indi-rizzo. La prima prevede la ste-sura di un testo argomentativo,

che può riguardare argomenti di ambito letterario, scientifi-co, storico, sociale, artistico, economico, tecnologico o filo-sofico. La prima prova sarebbe finalizzata a verificare le capaci-tà logico-argomentative, lingui-stiche e critiche dello studente. La seconda prova, invece, po-trà essere multidisciplinare. Le

classi Esabac continueranno ad avere una prova in più. Avrà molta importanza la car-riera scolastica, che peserà mol-to sul giudizio finale. Infatti, i punti accumulabili nel triennio non saranno più 25 bensì 40. Le prove scritte e il colloquio orale varranno 20 punti ciascuno. Un’importante novità è l’intro-duzione del progetto di alter-

nanza scuola lavoro, che con-correrà al giudizio finale. Una parte della prova orale preve-drà, infatti, l’esposizione di un rapporto completo riguardante il percorso personale e l’espe-rienza lavorativa dello studen-te. La commissione sarà mista, costituita da tre membri esterni e tre membri interni più un pre-

sidente.Inoltre si svolgeranno le prove Invalsi, che non riguarderanno solo ma-tematica e italiano ma anche inglese. Tuttavia, esse verranno svolte du-rante l’anno scolastico e non saranno contate nel voto finale degli Esami di Stato, né intaccheranno la media. Per essere ammessi all’e-same di maturità non sarà più necessario avere tutte le materie sufficien-ti. I requisiti per l’am-missione sono: la parte-cipazione al progetto di alternanza scuola lavoro, lo svolgimento delle pro-ve Invalsi e la media del

sei. Non è più necessario, quin-di, avere la sufficienza in tutte le discipline.Tutte le modifiche all’Esame di Stato sopra citate non sono state ancora confermate, ma potrebbero esserlo nei prossimi mesi. Nel frattempo, è bene te-nere alta la media e dare sem-pre il massimo!

una nuova maturità per il 2018

di Chiara Brunetti (3AL)

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venerdì 3 febbraio ho incontrato la BE(e)SQUAD, la prima squadra di robotica del Brocchi ad aver partecipato alla “FirstLegoLeague”. Accompagnati dai prof Palaro, Brunello e Lanzari-ni, questi 10 ragazzi di prima e seconda hanno dapprima superato una selezione fatta dalla scuola, per poi entrare nella prima fase di una competizione che si estende a livello mon-diale, dove si sono scontrati con altre 30 squadre provenienti da Friuli, Veneto e Trentino,

rientrando negli otto finalisti. Gentilissimi e molto disponibili mi hanno accolto nel loro “stanzino”, dove si allenano. Ecco ciò che mi hanno detto:

In cosa consisteva la gara? Il tema di quest’anno era “Ani-mal Allies”: alleati degli anima-li. La gara era divisa in quattro parti: il progetto scientifico, in cui abbiamo dovuto analizzare e cercare soluzioni tramite la tecnologia ad un problema rea-le, legato ovviamente al rappor-to uomo-animale. Il progetto tecnico in cui abbiamo spiegato alla giuria il nostro robot, sia da un punto di vista meccanico che tecnico. Il Core Values, in cui hanno analizzato il compor-tamento della squadra: come ci siamo posti verso gli avver-sari, quanto siamo uniti… In questa fase abbiamo spiegato, attraverso un cartellone, come la squadra si è formata e come pensiamo sia inserita la tecno-logia nella nostra quotidianità. Infine c’è stata la vera e propria gara con i robot ev3 della lego. Che progetto avete svilup-pato? Abbiamo scelto le api. Le abbiamo scelte per diversi mo-tivi, primo dei quali il fatto che vengono davvero sminuite. Ci siamo informati molto sull’ar-gomento, facendo incontri con esperti, confrontando proposte di altre aziende e studiando an-che individualmente. La nostra

proposta per la parte scientifica consisterebbe in un’arnia “ro-bot” che dà la posizione all’a-picoltore attraverso un app, per evitare i furti. Esistono già progetti simili, ma il nostro sarebbe innovativo per l’idea dell’applicazione in quanto vi applicherebbero un sensore per l’inquinamento, in modo da mi-gliorare la condizione delle api.

Come vi siete preparati? Ci sono stati consegnati prima della gara un foglio con 20 ob-biettivi, un telo e diversi oggetti per l’allenamento sul campo. Abbiamo dovuto costruire il nostro robot facendo in modo che in due minuti svolgesse più compiti possibile, senza errare. Ora, per le nazionali, stiamo praticamente rifacendo tutto!

Eravate agitati? Tantissimo! Il giorno della gara eravamo convinti di non avere mezza possibilità. Ma ora sappiamo di cosa siamo capaci e ce la met-teremo tutta per le nazionali! Il nostro motto è: “United we stand, united we fall”.

Come avete diviso i lavori? Ci siamo divisi così: tre di noi si sono occupati di preparare

la presentazione e gli altri set-te hanno seguito la parte più tecnica. Però, anche se i ruoli erano divisi, ognuno doveva sa-pere ciò che gli altri facevano! Se un giudice chiedeva qualche particolare, l’interpellato dove-va saper rispondere, anche se non si era occupato di quello.

Cosa pensate della “fama” che state riscuotendo? In realtà è piuttosto strano, prima della gara molti non sapevano della nostra esistenza ed ora siamo apparsi sui telegiornali! Non pensiamo di meritare tutti questi elogi, ci siamo certamen-te impegnati e ci abbiamo mes-so tutti noi stessi, ma altrettan-to hanno fatto le altre squadre. Ci sono state difficoltà? La più grande è stata sicuramente il tempo! Mentre molte squadre avevano già iniziato a preparar-si da novembre o addirittura ottobre, noi abbiamo iniziato ad incontrarci solo a gennaio, una volta a settimana. Senza contare che abbiamo avuto mil-le cambi di idee - il robot fina-le è stato definito ufficialmente solo una settimana prima della gara! Alla fine però ce l’abbia-mo fatta.

be(e)squad: in corsa per le nazionali

Di Giulia Pizzato (3CSA)

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Di Matteo Dal Soglio (3BC)

e sì, si ritorna a parlare della settimana corta

e sì, si ritorna a parlare della settimana corta, argomento che si pre-sterebbe più a un dibat-tito aperto che a un ar-

ticolo. Potrei presentare tutti i pro e i contro che i sostenitori della “settimana lunga” porta-no contro quelli della fazione opposta e viceversa. Potrei ri-petervi che:

“Sei ore di scuola sarebbero in-sostenibili, ci sarebbero molti più compiti per il giorno dopo e meno tempo per svolgerli.”

Oppure:

“Potremmo finalmente ave-re il Sabato libero. Se proprio non volete tornare a casa tutti i giorni così tardi si potrebbero accorciare tutte le ore di dieci minuti.”

E potrei cominciare a elencare tutta una serie di argomenta-zioni che abbiamo già sentito ormai innumerevoli volte. Ma siccome non ha senso aprire un dibattito in un articolo che ha come autore me solo davanti alla tastiera, intendo solamente fare una riflessione, con la qua-le ovviamente si può essere più o meno d’accordo.

Ora, detto fra noi e noi, quanto piacevoli possono essere anche solo cinque ore di lezione, sem-pre più spesso “frontale”? E se il problema non fosse il nume-ro di ore in una mattinata, ma le ore stesse? Quanto possiamo chiamare efficace un metodo d’insegnamento (non universa-le per fortuna, non tutte le le-zioni sono così) che spesso non consiste in altro che un’ora pas-sata ad ascoltare un prof. che parla pretendendo che i ragaz-zi assorbiscano come spugne tutto quello che esce dalla sua bocca? Le lezioni dovrebbero essere più coinvolgenti, lo sappiamo tutti che spesso mantenere l’at-tenzione si rivela praticamen-te impossibile già dopo i primi venti minuti dell’ora. Il rischio è quello di disinteressare i ra-gazzi, invece di farli appassio-nare alla materia, perché, che ci crediate o no, tutte la materie possono avere un loro fascino intrinseco, spesso però difficile da tirare fuori.Ma tornando alla settimana corta: quella che forse è la cosa che più spaventa tutti quelli che si dichiarano contro di essa è il discorso delle sei (e in alcuni casi sette) ore al giorno che la

sua adozione comporterebbe. Lo scopo della scuola, infatti, dovrebbe essere quello di ga-rantire il miglior apprendimen-to dei suoi studenti e in molti sostengono che con un’ora in più al giorno (dove non due) comporterebbe esattamente il contrario e sarebbe perciò con-troproducente. La “fazione” (si può proprio parlare di fazioni, sì) opposta, però, sostiene che in realtà un’ora al giorno in più rispetto ad adesso non cambi assolutamente nulla.Alcuni invece sostengono sì l’adozione di questa novità an-che nella nostra scuola (come saprete è già in uso in molti altri istituti superiori), ma che implichi però un cambiamento del sistema scolastico e, in ge-nerale, del metodo di insegna-mento, che renda le lezioni più piacevoli e possa coinvolgere di più gli studenti.E di qui una domanda: quan-to è realizzabile l’ipotesi di un nuovo insegnamento? Perché non lo si è già fatto? Forse per-ché non è fattibile? Quanto la scuola italiana (la cosa infatti non riguarda solo il nostro li-ceo) è capace di affrontare un cambiamento?

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tutto è cominciato grazie ad Evvie Harmon, un’in-segnante statunitense di yoga. Evvie, sconosciuta fino a pochi mesi fa, ora è

diventata il simbolo di una delle più imponenti manifestazioni di protesta per le presidenziali che sia mai stata organizzata. La giovane insegnante, senten-dosi delusa dopo la vittoria di Donald Trump, decise di or-ganizzare una marcia di pro-testa. Quello che non avrebbe mai immaginato, però, è che in poche ore l’evento avreb-be raggiunto migliaia di par-tecipazioni su Facebook. Così il 21 gennaio 2017, gior-no in cui il neopresidente Tru-mp ha fatto il suo ingresso ufficiale alla Casa Bianca, in varie città del mondo si sono riunite centinaia di migliaia di donne e uomini per prote-stare contro il sistema che ha permesso al candidato repub-blicano di vincere le elezioni e per ribadire il loro dissenso su molte idee che il neopresiden-te aveva sostenuto nel corso della sua campagna elettorale. A Washington hanno sfilato circa mezzo milione di perso-ne, scandendo slogan come “not my president” e “Women’s rights are human rights” ed il numero di partecipanti era talmente elevato che le forze dell’ordine sono state perfino costrette a rivedere il percorso del corteo presidenziale, osta-

colato dai manifestanti nel-la zona dell’ingresso alla Casa Bianca. Durante la sfilata si è soprattutto parlato delle di-chiarazioni rilasciate dal neo-presidente sulle donne durante la campagna elettorale, tra cui ricordiamo l’infelice tweet che affermava: “le molestie e le vio-lenze sessuali sono inevitabili nel momento in cui c’è una vi-cinanza tra uomini e donne”. All’evento hanno partecipato anche molte star dello spetta-colo tra cui Scarlett Johansson, America Ferrara, Madonna, Sandra Oh, e tante altre ancora. Da Washington è partita una gara di solidarietà che prima ha coinvolto molte città ameri-cane, portando donne e uomini in strada a New York, Boston, Chicago e Los Angeles, poi ha attraversato l’Oceano Atlanti-co per arrivare a Berlino, Lon-dra, Parigi, Roma e, infine, ha proseguito verso l’Asia, l’Oce-ania e l’Africa, alla volta di Si-dney, Nairobi, Città del Capo.Ovviamente la reazione del presidente degli Stati Uniti non si è fatta attendere mol-to; solo un giorno dopo infatti ha espresso su Twitter il suo dissenso, chiedendo retorica-mente se queste persone aves-sero preso parte alle votazioni. In questo modo il presidente americano intendeva sminui-re il valore delle marce in atto.Alla luce del valore che gli ame-ricani hanno dato alla prote-

sta, dobbiamo chiederci cosa volessero comunicare queste marce rosa. Infatti, non sono state solo marce di donne che combattevano per i loro diritti, bensì manifestazioni di perso-ne che esprimevano il proprio dissenso verso affermazioni che giustificano un comportamen-to il quale, a loro sentire, porta indietro l’orologio di mezzo se-colo nei rapporti tra i due sessi. Nel corso della storia ci sono state donne e ragazze, suppor-tate da padri, fratelli, fidanzati e mariti, che si sono fatte stra-da in un mondo dove anche le occupazioni più basilari era-no considerate fuori dalla loro portata, dove a loro era negato perfino il diritto di voto, dove la loro opinione non veniva ri-chiesta. Ora come ora, grazie a loro, la situazione è cambia-ta, ma troppe volte ancora le donne vengono discriminate, in particolar modo in ambiente lavorativo, dove tutt’oggi mol-to spesso ricevono meno di un loro collega del sesso opposto. Le marce di gennaio hanno ra-dunato centinaia di migliaia di persone a protestare per la parità dei sessi ed hanno di-mostrato che la voglia di lotta-re c’è ancora, che il desiderio di essere considerate uguali persiste e che le donne non vo-gliono essere considerate solo “oggetti piacevoli da vedere”.

America: in MARCIA PER LA PARITA’ DEI SESSI

Di Elisa Lunardon e Giulia Andreatta (3AL)

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se chiedessimo a qualcuno di dirci il nome di un dittatore, quasi sicuramente i nomi più usati sarebbero Stalin, Hitler, Mussolini o Francisco Franco. In realtà, il ventesimo secolo è stato un periodo molto prolifico in quanto a governi tirannici, ma molti di essi sono semiscono-sciuti.

ENVER HALIL HOXHA (ALBANIA)Hoxha governò l’Albania dal 1946 al 1985, distruggendone l’economia ed isolandola dal resto del mondo. Durante il suo regime, la libertà di parola e di associazione, così come l’uso della TV e il canto di canzoni occidentali furono eliminate. Fu un oppositore di Nikita Kru-sciov e nel 1967 incluse l’atei-smo di Stato nella Costituzione. A seguito di ciò, distrusse ogni edificio religioso e proibì l’uso di nomi religiosi.

MATYAS RAKOSI(UNGHERIA)Dal 1949 al 1956, l’Ungheria fu dominata dalla figura di Rako-si. Giustiziò 2000 persone, ne imprigionò 100.000 ed applicò l’ideologia comunista al sistema educativo. Arrivò a condannare all’ergastolo Joszef Mindszen-ty, cardinale e grande opposito-re del nazismo. Nel ‘53 gli viene tolta la poltrona di Primo Mini-stro in favore di Irme Nagy, che iniziò a cancellare le “riforme” del suo predecessore. Rakosi accusò Nagy di “deviazionismo di destra” e riprese il potere, ma Krusciov lo eliminò nuovamen-te, costringendolo all’esilio.

POL POT (CAMBOGIA)Nel 1975 l’esercito di Pol Pot, formato da guerriglieri detti ‘khmer rossi’, depose il Pre-sidente cambogiano Lon Nol. Cambiò nome al paese, eli-minò il buddismo e la moneta e sterminò tutti gli intellettuali e dissidenti politici. Il numero dei morti varia da 1,2 milioni e 3 milioni (circa un quarto del-la popolazione). Pol Pot entrò in guerra contro il Vietnam nel 1977,ma perse miseramente e fu costretto alla fuga. Il suo do-minio finirà nel 1979.

IDI AMIN DADA(UGANDA)L’Uganda, dal 1971 al 1979,ebbe come leader Idi Amin Dada, uomo folle che uccise circa 300.000 innocenti. Divenne Presidente deponendo Milton Obote e da allora mise in atto torture di ogni tipo, come il ta-glio dei genitali maschili. Egli stesso dichiarò di fare a pezzi i nemici e di darli in pasto ai coccodrilli. Inoltre, conservava molti organi umani in altrettan-te celle frigorifere. É divenuto famoso grazie al film “L’ultimo Re di Scozia”, diretto da Kevin Macdonald.

HAJI MOHAMMAD SUHARTO (INDONESIA)Suharto, dittatore dell’Indone-sia dal 1965 al 1998, è stato il peggior cleptocrate della Sto-ria: rubò dalle casse dello Sta-to oltre 35 miliardi di dollari. Appoggiato dagli Stati Uniti, mise in atto violente repressio-ni nei confronti dei sindacati e dei movimenti socialisti e co-munisti, uccidendo un milione di persone e incarcerandone 200.000. Invase il Timor Est e lo fece diventare una provin-cia indonesiana, provocando la morte di altre 100.000 persone.

MOBUTU SESE SEKO (CONGO)Considerato “l’archetipo del dittatore africano”, Mobutu rovesciò (grazie all’appoggio di USA e Belgio) il governo de-mocratico di Patrice Lumumba nel 1960, prendendo il potere. Durante il suo governo (du-rato fino al 1997), fu accusato più volte di aver violato i diritti umani e, contemporaneamen-te, sottrasse oltre 5 miliardi di dollari dalle casse congolesi.

gli altri dittatoriDi Giuseppe Bimonte (1AC)

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r OGUE ONE: A STAR WARS STORY

Star Wars è un feno-meno di costume che

ha accompagnato intere gene-razioni fin dal 1977. Gli ultimi episodi stanno uscendo con cadenza annuale, come Rogue One, un film che, come accadu-to con i precedenti, non rispetta un ordine cronologico ma va a posizionarsi tra episodio III ed episodio IV. Questa volta la protagonista, Jyn Erso, è una giovane con il compito di recuperare i piani per la creazione della Morte Nera dalle grinfie del nascente Impero Galattico. Con l’aiuto del ribelle Cassian Andor e di K2-SO, un droide imperiale ri-programmato, Jyn riuscirà ad infiltrarsi nella base di Scarif, dove una battaglia epocale at-tende i valorosi ribelli. In questo capitolo compaio-no molti personaggi intriganti come Chirrut Imwe, un uomo cieco che si affida completa-mente alla forza, o Baze Malbus, la sua guardia del corpo. Questi sono i guardiani di un tempio speciale a Jedha, il Tempio degli Whill, creato dopo la scomparsa dell’ordine dei Jedi. Il tempio è la Chie-sa della Forza, un luogo dove si può trovare una grande quantità di cristalli

Kyber, usati per creare le ele-ganti armi dei Jedi: le spade Laser. Ma non sono solo i nuovi personaggi a destare stupore: le “vecchie” leggende, come la gio-vane Leila Organa, ri-prodotta con l’ausilio di tecnologie digitali, o il grande Lord Va-der, non ci fanno scor-dare alcune tra le figu-re maggiori della saga.

EPISODIO VIII: COSA SAPPIAMO

Il nuovo capitolo della saga sarà intitolato STAR WARS: THE LAST JEDI, un sottotitolo inquietante, per certi versi… chi sarà l’ultimo Jedi? Innanzitutto bisogna riprende-re il finale dell’episodio VII: Rey riesce a raggiungere Skywalker, che era fuggito lontano dopo la vittoria Ribelle… Ma perché? Molto probabilmente Rey di-venterà l’allieva Padawan di Luke nel prossimo film. Nulla esclude che questa abbia dei di-sturbi nella Forza: è infatti di-

ventata una teoria abbastanza diffusa nel web, quella del-lo scambio di ruoli fra Rey e Kylo Ren, che al contrario, forse abbraccerà le vie del Light Side. Un altro mistero è il bastone di Rey: non si sa esattamente

cosa sia, potrebbe essere un re-sto di un X-Wing trovato nelle lande desolate di Jakku, oppure

una sorta di spada laser, maga-ri donatale dai genitori prima di abbandonarla sul pianeta desertico. Ci si dovrà prepara-re anche all’ultima comparsa di un personaggio molto amato e presente fin dal primo film, Lei-la Organa, interpretata dall’ ini-mitabile attrice Carrie Fisher, scomparsa lo scorso dicembre.Probabilmente questi saranno solo i primi di molti sequel in quanto George Lucas, ben con-sapevole di avere tra le mani la “gallina dalle uova d’oro”, per mantenere vivo l’interes-se del suo affezionato pubblico e per conquistare nuove pla-tee tra chi non ha avuto modo di conoscere i primi episodi, ha lanciato una vera e propria “campagna”: accanto all’uscita dei nuovi film, il marketing ri-propone tutta la saga sia in pas-saggi televisivi che in dvd, con il lancio di gadget, videogames e linee di giocattoli. La parola “fine” al termine di ogni episodio è pertanto da in-tendersi come un… “arriveder-ci”!

STAR WARS: lA SAGAINTERMINABILE

Di Luca Verenini (1AC)

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il gioco del calcio sembra avere origini antichissime. La parola ‘calcio’ deriva dal latino ‘calx’, ‘tallone’ e la sua derivazione ‘calciare’ che in-

dica la percossa data col piede.

Cina XI secolo a.C.Il Tsu-chiu (“palla spinta con il piede”) impiegava una palla riempita di piume e capelli di donna. Per giocarci era neces-sario infilare il pallone in una porta fatta da due canne di bambù con al centro un buco, utilizzando soltanto i piedi.Giappone XII-VIII secolo a.C.La prima vera forma di calcio nasce in Giappone, dove risul-ta si giocasse il Kemari, tuttora praticato. In uno spazio relati-vamente piccolo, i giocatori do-vevano passarsi la palla (invo-lucro di cuoio al cui interno era inserita una vescica di animale gonfiata.) senza che questa toc-casse terra. Grecia IV secolo a.C.In Grecia si afferma l’Episkyros che, seppure riconosciuto come uno sport, non è stato mai inse-rito tra i giochi olimpici dell’e-poca. La palla era sferica, pic-

cola, dura e ripiena di lana o stoppa. Italia II secolo a.C.Il calcio ai tempi dell’impero romano era noto col nome di

Harapastrum, che significa letteralmente “strappare con forza”. Si utilizzava una piccola palla fatta di cuoio e riempita di piume, e le due squadre si affrontavano in un campo rettangolare. Lo scopo era quello di riusci-re a poggiare la palla sulla linea di fondo del campo

avversario, utilizzando anche le mani se necessario. Il gioco era praticato principalmente dai legionari che, combattendo in tutta Europa, ne permisero la sua diffusione. Medioevo 200 d.C.Nel Medioevo i giochi con il pal-lone furono soprattutto espres-sione dell’antagonismo tra vil-laggi: vi erano infatti violenze legate al gioco. Dal Duecento arrivano invece notizie della presenza di un altro gioco con la palla, il Large-football dalle Isole Britanniche.

Firenze Seconda metà del 400Il calcio fiorentino era noto più che altro come uno scontro tra partiti politici. Le due squadre si sfidavano in Piazza Santa Croce ed il partito che vinceva si appropriava delle insegne av-versarie.

24 ottobre 1857A metà ‘800 viene fondato il primo club di football al mon-do, lo Sheffield Football Club, durante una riunione presso il Freemasons Arms: giocherà la sua prima partita al Parkfield House. Nel 1858 furono scritte le Regole di Sheffield. Ma è nel 26 ottobre 1863 che il calcio ha riscontro istituzionale: a Lon-dra viene creata la prima fede-razione calcistica nazionale.

storia del calcioDi Ilaria Tundo (1AC)

hermes 2016-2017 13

I l 2016 è stato un anno ab-bastanza duro per il mondo della musica, che ha visto la scomparsa di numero-si cantanti, produttori di-

scografici e musicisti famosi.Gennaio è iniziato con la mor-te di David Bowie, brillante musicista britannico e re della scena musi-cale anni ‘70 e ‘80, a causa di un tumo-re contro cui combatteva da anni; prima di lasciare i suoi fan è riuscito a terminare il suo ultimo c a p o l a v o r o , “Black Star”. Appena 8 gior-ni dopo vedia-mo la scom-parsa di Glenn Frey, polistru-mentista dello storico gruppo country rock Eagles. Du-rante la sua permanenza nel gruppo vinse 6 Grammy, 5 AMA ed entrò nella Rock and Roll Hall Of Fame con il gruppo nel ‘98.Il 3 febbraio si spense Mau-rice White, leader e fondato-re degli Earth, Wind & Fire (band soul, blues e jazz anni ‘70) ed a marzo Frank Sinatra Jr., che come il padre era can-

tante e conduttore televisivo.Il 21 aprile invece muore il po-listrumentista e cantante re del pop, Prince Roger Nelson, che dagli anni ‘80 ha iniziato a do-minare le classifiche mondiali. Prince era anche produttore di-scografico, imprenditore, balle-rino, sceneggiatore e paroliere.

A giugno scompare Chips Mo-man, autore e chitarrista sta-tunitense nonché produttore di moltissimi grandi artisti fra cui Elvis Presley. Quattro mesi dopo muore invece Rod Temperton, cantautore e pro-duttore inglese che ha anche scritto molti testi per Micha-

el Jackson, fra cui Thriller.Il 7 novembre si è spento Leo-nar Cohen, uno dei più brillanti poeti, scrittori e cantautori del-la storia della musica. Cohen è stato inserito nella Rock and Roll Hall of Fame, ha ricevu-to la più alta onorificenza ca-nadese concessa (Compagno

dell’Ordine del Canada) e ha vinto il Premio Principe Del-le Asturie per la letteratura.Un mese esatto dopo la scom-parsa di Cohen il mondo della musica perde anche Gregory Lake, membro e cofondatore di gruppi come i King Crimson, gli Emerson e i Lake&Palmer.Il giorno di Na-tale, quasi per ironia, muo-re il cantante britannico di fama mondia-le George Mi-

chael, che con il suo gruppo Wham! cantò Last Christmas.Ricordiamo questi artisti bril-lanti ascoltando i loro pez-zi e sperando che quest’an-no sia meno drammatico.

r.i.p. 2016di Flaminia Borsci (5BL)

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Nella scorsa puntata sia-mo arrivati a parlare degli enormi cambia-menti che subirono la musica pop e rock nel

1965: i progressi tecnologici e la straordinaria evoluzione degli artisti, che ricercarono novità sonore e profondità nei testi. Il culmine di questa ricerca si tro-va certamente nel biennio 1966-1967, con la pubblicazione di tre album leggendari: Pet Sounds, Revolver e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Parliamo di album baroque pop e psichede-lici, con forti sperimentazioni e novità avanguardiste. Dei Be-ach Boys il primo, dei Beatles gli altri due, sono il certificato di genialità di Brian Wilson e del duo Lennon-McCartney.Gli album vennero concepiti come vere e proprie opere d’ar-te, trasformando una raccolta di brani in un mistico flusso sonoro che portava all’apoteo-si musicale. In questo periodo arriva anche l’album di debutto di Jimi Hendrix, Are You Expe-rienced, caposaldo del rock cui seguiranno altre sue straor-dinarie composizioni; in una parabola artistica tanto breve quanto intensa, Hendrix, con uno stile hard-blues-psichede-lico, si imporrà come il più im-portante chitarrista di sempre.

L’evoluzione musicale diven-ta parallela allo sviluppo del-

la controcultura, come si nota dalla nascita di gruppi ameri-cani fortemente psichedelici come i Doors. La controcultu-ra nutriva un grande interes-se verso la cultura orientale, confermata dall’importazione di alcuni strumenti indiani in occidente, come il sitar. Nono-stante le influenze che avrà per molti anni, già nel 1968 la vera musica psichedelica era stata archiviata, con la pubblicazione dell’album omonimo The Beat-les e Beggars Banquet dei Rol-ling Stones, che dopo una sfor-tunata parentesi psichedelica erano tornati al vertice con il loro Rock più classico e aggres-sivo. In quegli anni Bob Dylan era stato messo fuori gioco da un incidente motociclistico, che lo isolò per qualche anno dalla sua produzione artistica; ovviamente tornò al lavoro, di-mostrando una continuità invi-diabile da tutti i suoi colleghi. Il 1968 è stato l’anno della fonda-zione dei Led Zeppelin (prota-gonisti degli anni ‘70) e della ri-nascita musicale di Elvis, datosi al cinema, che col supporto di tutti tornerà sul palco dedican-dosi soprattutto a brani country e soul.

Il 1969 fu certamente un anno storico e si distinse cultural-mente per la continua crescita di movimenti pacifisti: il Festi-val di Woodstock è stato proba-

bilmente il più grande concer-to di tutti i tempi, nonostante l’assenza di alcuni big come i Beatles, gli Stones e Bob Dylan. Vi parteciparono circa 500 000 persone, più del doppio del pre-visto; il festival, oltre ad essere un concerto non stop per tre giorni di fila, divenne anche un importante ritrovo per le comu-nità hippie e i movimenti paci-fisti. Leggendaria l’ultima in-terpretazione di Jimi Hendrix, come quella di rinomate band, come gli Who, o di strumentisti indiani, come Ravi Shankar.

Il 1969 fu anche l’anno di Ab-bey Road, l’ultimo album regi-strato dai Beatles: la band di Li-verpool si scioglierà infatti per dissidi interni l’anno seguente, dopo otto anni passati a scri-vere la pagina più importante della storia musicale moderna. Sempre nel 1970 avvenne an-che la scioccante morte di Jimi Hendrix, a soli 27 anni.

Durante questi 4 anni si è rag-giunta la vetta musicale, che non verrà più ripresa, ma da cui gli artefici scenderanno molto lentamente, e segnerà per sem-pre la storia della musica.

Per ulteriori approfondimenti:

[email protected]

la storia del rock:I FAVOLOSI ANNI ’60 (2)

di Pierfrancesco Zanata (3BS)

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dizionariodelle parolesconosciute

Q uesto è un piccolo e assurdo diziona-rio della nostra lingua italiana che, come scoprirete, non conosciamo mai abbastanza bene. Ho voluto rac-cogliere qui alcune parole in cui mi

sono imbattuto leggendo un libro di Pirandello (che si diverte a usare parole per noi oggi mai sentite) e altre, che invece avevo magari senti-to da qualche parte, di cui mai avrei nemmeno potuto immaginare il significato. Alcune di esse non sono nemmeno sul vocabolario. Se qualcuno ne conoscesse già più di tre, i miei complimenti!

Nascondevoleagg. [der. di nascondere], ant. – Che nascon-de o in cui ci si può nascondere

Trasecolarev. intr. [der. di secolo; cfr. le espressioni ant. come cavar del secolo «togliere di cervello»] (io trasècolo, ecc.; aus. essere o avere). – Es-sere fuori di sé per la meraviglia o lo stupore.

Almanaccarev. intr. [der. di almanacco] (io almanacco, tu almanacchi, ecc.; aus. avere). – Fantasticare; stillarsi il cervello per trovare un espediente o per indovinare qualche cosa

Stolidoagg. [dal lat. stolĭdus, affine a stultus «stol-to»]. – Che ha o dimostra mancanza d’intelli-genza, di prontezza, d’intuito

Granciporro s. m. [dal ven. grançiporo, che è il lat. cancer «granchio», comp. con *porro (gr. πoγουρος poguros: paguro)] - errore madornale, stra-falcione: prendere, pigliare un granciporro

Intabarrarev. tr. [der. di tabarro]. – Avvolgere nel tabar-ro, per lo più usato al rifl. e in senso estens., coprirsi bene con un grosso cappotto, alzando il bavero per ripararsi meglio

Sacripante s. m. – nome di un personaggio dell’Orlando innamorato e dell’Orlando furioso. Per anto-nomasia, uomo di alta statura e corporatura molto robusta, dall’aria fiera e minacciosa, che incute timore e soggezione

Lucullianoagg. [dal lat. Lucullianus]. – Che si riferisce a Lucio Licinio Lucullo, uomo politico roma-no, soprattutto con allusione al suo fasto, che rimase proverbiale per la magnificenza dei conviti l.; quindi pranzo l., trattamento l., e sim., degno di Lucullo, sontuoso e raffinato

Smargiassos. m. – Chi si vanta di qualità che non ha e di poter fare cose di cui non è capace, spaccone.

Sciamannatoagg. e s. m. (f. -a) [etimo incerto], tosc. – Di-sordinato, sciatto negli abiti, nella persona e nel portamento

Pedissequoagg. s. m. [dal lat pedis(s)equus] di chi, o di ciò che, segue passivamente e senza alcuna origi-nalità un maestro, un esempio, un modello

Obnubilarsi(o onnubilare) v. tr. [dal lat. tardo obnubilare] – Propr., annuvolarsi. annebbiarsi, offuscarsi, ottenebrarsi, incupirsi

Sagittabondoagg. [dal lat. sagitta; cfr. saetta] - di chi scocca sguardi che fanno innamorare

Pleonasticoagg. [dal gr. πλεοναστικoς, pleonastikos] (pl. m. -ci). – di atti e comportamenti che si riten-gono inutili, superflui, non necessarî

PantagruelicoDegno di Pantagruel, protagonista del roman-zo di F. Rabelais, personaggio gigantesco e con un formidabile appetito

di Matteo dal Soglio (3BC)

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1^ edizione dell’hermetico concorso di poesia 2017

P er dare libero sfogo alla vena creativa dei vari giornalisti di Hermes, è stato in-detto un piccolo bando di concorso po-etico, dal quale sono scaturiti ben otto differenti testi in lingua italiana: ognuno

dei membri del giornalino potè partecipare, con una sola poesia, rimanendo però anonimo fino alla scadenza della gara. Infine, anche se coloro che non avevano scritto — ed hanno quindi for-mato la giuria — decretarono vincitrice la poesia 24 Agosto, al termine di un tesissimo confronto, alcuni giornalisti illuminati proposero di pubbli-care tutti i lavori.E così fu.

COBALTODi Lucrezia Angela Volpato

Sull'ali del vento io vivevo Sopra immense distese, volavo

Ed ogni volta vedevo Cobalto sotto di me.

La mia vita era nel blu del cielo Nella foschia di una tempesta

Nel battito delle mie ali. Era in ogni raggio di Sole

Era ed è, Libertà.

Una vita effimera, la mia Perché effimera è la vita

Di chi è libero, libero davvero.

Ed io so ormai Che il mio viaggio è finito

Perché sto per diventar tutt'uno Col cielo che m'ha rapito.

24 AGOSTO di L.S.

Terremoto interiore.Epicentro: cuoreIpocentro: a fior di pelleMagnitudo: brividiBilancio: Tutto è crollato. Colonne di certezze Muri di paure Dimore di stress Ponti d'affetto Porte d'accesso a scale di sogni. Vite di sacrifici. Vite mai finite. Crollato. Tutto. Uomini in una strada, che non si riconosce più. Uomini Donne Giovani Vecchi Ricchi Poveri Soli Credenti Atei Impotenti Uguali Schiacciati da macerie di dolore. È il dolore la chiave di volta dell'unico arco rimasto in piedi. Arco di solidarietà Arco di misericordia Arco di fratellanza. Arco di trionfo della sofferenza, che, sola, in strada porta tutti fuori da recinti di pregiudizi, intorno a un focolare di speranza.

METAMORFOSI METAFISICHE,ALTRESÌ DETTE CRONACHE

DAL FUTURO

Di Cy

Mondo morto.Atmosfera strappata e dispersa,

rarefatta, irrespirabile.Terra di ruggine,

tossica, sterileferro, rocce, ghiaccio e sabbia.

Intorno Paura e Terroretrainano il carro di AresUna volta, meraviglia!

acqua, fiumioceani, laghi,

forse vita!Oggi è un deserto, sì,

ma la nostra ultima speranza.E così ce lo teniamo,

meravigliosamente aspro,Ma senza mai dimenticare questo giorno:

quando un tetro dio della guerra è stato capacedi mutare nell’eterea,

dolcefragilefugace

Dea futuro e speranza

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di G. P.

Come potrei, senza voi, stare?Come potrei, senza voi, viver

e superare incolume iolunghi e tediosi viaggi?

Voi piccole, pallide gemelleora vibranti e malinconicheora sferzanti ed energiche,

soffiate dolci note nell'animafacendola gioire e danzare.

Con leggiadre carezze guidatei miei pensieri mostrandomi

emozioni nuove, lieti pensieri.Grazie mie belle, per proteggermi

da persone curiose,conversazioni superflue,

amici inopportuni.Grazie per cullarmi,

preziose amiche,anche se, nelle vostre danze,

vi unite, annodate, aggrovigliate,in una candida confusioneche sol io posso districare.

Grazie mie adorate,bellissime, perfette

cuffiette.

FACCIAVI MONITOdi Samuele Vidale, 4AC

Corre, armata, l'Italia al Settentrione;la neve ormai ricopre la sua cima.

"Italia, alata, arriva quanto prima!"Il Mondo intiero la sfidò a tenzone...

Veloce arranca, l'impresa la lima.Sul Nobile, reggente, la pressionee della Vittoria e dell'Ossessione:

"bramare - conquistare" è la sua rima...

Il capitano d'Italia sragiona.Si dimentica d'essere mortale;

confonde quel ch'è giusto con il dolo...

Maggio '28: è l'ora fatale.Nel ghiaccio il dirigibile s'arpiona;

l'Italia, a fuoco, si schianta sul Polo...

DEI TRIFOGLI CHE SI PIEGANO SOTTO LA PIOGGIA

di Dovis Alcindorededicata ad A. O.

Con quale duro silenzio rispondi al rimbombo dei miei colpi!A me penitente, reo di averti sognata fervido, nello stesso letto;

ebbro ero di dar sollievo ai tuoi fianchi così mortificati. È ora geloquest'incubo che mi avvolge

non hai mai visto le lacrime sgorgare — non mi conosci.Così sorgono le distanze, e gli spazi si agitano

in un acquazzone di ottobre, quando squarciai il veloe mi tradii, disperato, appena ti allontanasti.

Ma quale essere avrebbe potutonon libare a tali dolci fremiti di primavera? Tremavo tutto

al cospetto di quella tua figura che spicca quasi dipinta, e mi gettaisenza aspettare, ad ogni errore mi prendeva

l'orrendo bisognodi prostrarmi più in basso.

Predato dallo sguardodiffusi la credenza che tanto sacro fosse il tuo proprio intimo.

Ora, che i fili d'erba risuonano d'un'eco scintillante, e si piegano ancora,e ancora

sotto lo scroscio incessante e lento: ma non invano avrà spirato il ventoa scuotere l'animo.

Già volo! Davvero rido, poco menod' un malato nel letto solitario, o il tronco arso

che il cielo tutto non percorrema lo regge.

(H.)di KEY

Odio la distanza che separaOdio la separazione che affievolisceOdio l’affievolimento che porta a dimenticareOdio dimenticare teOdio te che te ne sei andata.

SOGNANDOdi Anonimo

Limitatodal pensiero

Limitatodalla fantasia

notti stellateè un circonaturale

volandoper le strade

hairubato

il mio limite?

senzaapprofittarsene

ventotto guerriericontro l’alba

nell’immensoblu

l’occhiodel tempo

non èinfinito

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l’oroscopo

Acquario: Sempre indipendenti e autonomi, scappare per ottenere libertà vi crea talvolta un senso opprimente di solitudine, ma in essa ritroverete voi stessi . “If a great wave shall fall and fall upon us all, then between the sand and stone, could you make it on your own” -Wherever you will go (The Calling).

Ariete: Intraprendenti e creativi, vi mettete continuamente alla prova in modo diverso, ma ricordatevi che le cadute ci sono ed a quel punto l’orgoglio va messo da parte. “I’m so glad that I know more than I knew then. Gonna keep on tryin’ till I reach the highest ground” –Higher Ground (Red Hot Chili Peppers).

Capricorno: Praticità, ambizione pazienza - caratteristiche che potranno portarvi al successo in qualsiasi ambito. Ricordatevi tuttavia che successo e car-riera non sono tutto nella vita: non trascurate le persone che vi vogliono bene. “Little things I should have said or done, but I never took the time”- Always on my mind (Elvis).

Cancro: Avete molti pregi e talenti, ma spesso li tenete nascosti per evitare confronti diretti col mondo e per paura di sottostare alle vostre ed altrui aspet-tative. Esponetevi, cominciate ora. “If you could flick the switch and open your third eye, you’d see that we should never be afraid to die” -Uprising (MUSE).

Leone: Siete affascinanti e dotati di un desiderio di volontà innato che vi porta tanta passione, ma anche prepotenza. In realtà sappiamo tutti che avete anche dei lati teneri, rivelateli qualche volta, è importante dare amore per riceverne. “You trick your lovers that you are wicked and divine, you may be a sinner but your innocence is mine” -Undisclosed desires (MUSE).

Gemelli: Siete persone brillanti, ma non potete pensare che la vostra intui-zione da sola vi possa portare lontano: imparate a faticare e potrete ottenere qualsiasi cosa. “I’ve tried so hard and got so far” -In the end (Linkin Park).

di Elettra Zannini, 4AS

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Toro: Nel vostro perseverare perdete voi stessi e con tanta ostinazione con-tinuate per la strada in cui già sapete esservi persi, fingendo che non sia così. Potete mentire quanto volete agli altri, ma non a voi stessi. “Love, love will tear us apart, again”- Love will tear us apart (Joy Division).

Pesci: Vivete in un mondo che sta in mezzo tra realtà e sogni.Immaginare fa bene, ma ricordate che il risveglio arriverà, tranquillo o brusco che sia. “And I don’t want the world to see me, ‘cause I don’t think that they’d understand. When everything is made to be broken, I just want you to know who I am” -Iris (Goo Goo Dolls).

Bilancia: In questo periodo è difficile porsi rispetto alle cose con costanza, soprattutto quando si ha più di un campo da controllare. Dovete stringere i den-ti, ma soprattutto ricordarvi che è proprio in questi momenti che vi rivelate per come siete davvero. “If you feel like letting go, hold on” -Everybody hurts (R.E.M)

Vergine: Piccole discrepanze esistono dappertutto e fanno parte della bel-lezza della vita, per cui non prendetevela troppo se non riuscite a raggiungere quella perfezione che tanto desiderate… non esiste, e voi andate benissimo così. “I want a perfect body” -Creep (Radiohead).

Sagittario: Avere a che fare con voi è sempre piacevole, la vostra allegria è contagiosa! E poi è bello non avere tanti pensieri, distrandosi dalla quotidianità. L’importante è riuscire a concentrarsi sulle cose giuste quando è il momento. “Sometimes I sleep with my doors Unlocked” - Endless Sleeper (Raveonettes).

Scorpione: Sentirsi fuori posto è una sensazione che si può provare in ogni istante. Ricordatevi che, però, non è sempre il mondo a dover fare un passo verso di voi, ma siete voi che dovete lasciare intravedere voi stessi a chi vi vuo-le bene. “Cause I’m only a crack in this castle of glass”- Castle of Glass (Linkin Park).

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giochi

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La ricetta: RISOTTO RADICCHIO E SALSICCIA

V i voglio parlare di una ricetta che ho trovato curio-sando tra i vecchi libri in cucina. L’ho provata di-verse volte e mi è sempre piaciuta, anche perché, al contrario dei soliti risotti, non è necessario il soffritto iniziale. Non troppo complessa, piuttosto

calda e saporita è anche perfetta per una cena con gli amici o un pranzo in famiglia durante l’inverno!

di Giulia Pizzato, 3CSA

Difficoltà per i cuochi: 1 [2] 3 4 5 Difficoltà per i commensali: 0Tempo di preparazione: 30 minuti

INGREDIENTI (4 persone):- 320g di riso Vialone Nano;- Brodo (o acqua col dado);- Un ciuffo o due di radic-chio di Treviso; - Una o due salsicce; - Mestolo in legno;- Pentola dal fondo pesante e un pentolino per il brodo;- una tazza di formaggio grana grattugiato; - Olio e pepe nero;

Prima di iniziare preparate su un fornello vicino un pento-lino con del brodo (va bene anche il dado) e fatelo scal-dare senza portarlo ad ebollizione. Tagliate il radicchio in piccoli pezzetti, della grandezza di una falange circa, e mettetelo nella pentola con un filo d’olio a rosolare. An-

che se sembra ce ne sia troppo non preoccupatevi, perché il radic-chio si restringe in poco tempo riducendosi quasi della metà. Non appena il radicchio appare ben rosolato (più dorato e leggermente più ristretto) aggiungetevi la salsiccia spezzettata e spellata. Dopo 2-3 minuti versatevi anche il riso insieme ad un mestolo di brodo.

Mescolate quindi con il mestolo di legno, stando molto attenti che il riso non si

appiccichi ai bordi od al fondo, continuando a fare ciò finché il brodo non si sarà asciugato. Aggiunge-te quindi altro brodo e continuate con questo pro-

cedimento finché il riso non risulterà ‘al dente’, cercando di continuare a mescolare soprat-

tutto nella fase iniziale. Aggiungete quindi il formaggio e fate mantecare il tutto in modo che si formi la cremina tipica del risotto. Aggiungetevi infine un pizzico di pepe nero

e siete pronti a presentare il vostro piatto, guarnendolo con qualche foglia fresca di ra-

dicchio. Buon appetito!

Preparazione:

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MEZZALIRA: Immaginate di giocare a pallacanestro sulla luna...

MEZZALIRA:Parliamo di masse ... parliamo di m.M., Massa Mezzalira!

MEZZALIRA: Ragazzi, ogni tanto fate un cenno con la testa così capisco che mi state seguendo e mi rassicurate!

ZISA: … e qui abbiamo una “Madonna con Giglio”, mi raccomando non scrivetemi “con miglio”, non è una “Madonna vegana”!

Studente (prima dell’interrogazione): Se mi chiama, mi offro!

ZONTA: Anche durante l’interrogazione questo disegna! E’ una cosa compulsiva!

Studente (rivolgendosi ad uno studente inglese dopo avergli fatto uno scherzo): Do you take the scaga, eh!?

BORTOLOTTO, riferendosi agli assenti per il Mep: Ah... sono alla sfilata dei pinguini!

DI MUZIO: My poor Banderas, now he’s Rosita’s boyfriend!

BANFI, leggendo il titolo sul giornale: Raggi perde i pezzi...Studente: Le hanno messo i bastoni tra le ruote!

PASSUELLO: Come si fa un affresco?Studente: A caldo!

Studente: Prof, c’erano compiti per oggi?ZANIN: No, nessuno!Studente: Ma quindi ... non interroga, vero?ZANIN: No, tranquilla. Ti vedo un po’ ansiosa, ero tentato di dirti di sì per vedere se svenivi.

*non ricevendo nessuna risposta alle sue domande sulla spiegazione*IANNOLA: Ma che siete, la sede distaccata del museo egizio di Torino?! Tutti mummificati siete.

MARCHESE: Ragazzi, cos’è tutta questa luce?! Spegnete il Sole!

MEZZALIRA: Assuan si trova quasi esattamente sul tropico del cancro!

ipse dixit