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di Persona()

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indice

Direttore:Irene Cinel (3CS)

Vicedirettore:Martina bertoncello(3CL)

Impaginazione:Leonardo Cattarin (3BSA)

3 EDITORIALE di Irene Cinel

4 EVENTI:Incontro con Don Ciotti di Chiara Gottardo

5 INTERVISTE: La PAROLA AI RAPPRESENTANTI dai rappresentanti

6 SCUOLA: COME ABBIAMO CAMBIATO CLASSE di Riccardo Tessarin

7 SCIENZA: IL GATTO DEI QUANTI di Gabriele Zeni

8 EVENTI: JESOLO SPORT E FITNESS FESTIVAL diSofiaMarchesin

9 CINEMA: POTERE ALLE DONNE di BeatriceTonietto

10 SPORT: LE STORIE SOPRA RIO diNicolaPozato

11 SPORT: GENTILUOMINI O BESTIE di TeresaBaggio

12 DIVERTIMENTO: INGIOCO di Irene Cinel

13 ESTATE: VACANZA ALTERNATIVA di Elena Sofia Furlan

14 SOCIALE:MASCHERE DI FUMOdiMartinaBertoncello

15 INTERVISTE-SPORT:RACHELE BAÚ diPaoloDellai

16-17 MUSICA:OASIS-(WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY? di Anna Cavallin

18 L’ANGOLO DELLO SVAGO

19 SCIENZA: IA:INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Leonardo Cattarin

20 OroscopodiNicolaFontanaeAriannaZonta

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3n.5 Giugno 2014

editoriale

Un altro anno scolastico è passato, un anno di responsabilità e di mancanze di essa, di lotte e di con-quiste, di perdite e vittorie, di critiche e di complimenti. Ogni anno ci dona qualcosa da portare con noi nella vita, così come ogni granello di sabbia forma il deserto. Tutti i giorni passati si sommano alla fine, e bisogna trarre le conclusioni e gli insegnamenti da tutto ciò che si è vissuto. Ripensare ai posti visitati, alle esperienze fatte e alle persone conosciute, e ricordare tutto con un pizzico di malinconia.

Che anno sarebbe senza avere a fianco le persone giuste? Anche qui, alla Redazione di Herpes, abbia-mo passato un anno, e non ce l’avremmo mai fatta senza l’incostante impegno dei nostri collaboratori, che pur facendoci dannare con le date di scadenza, in un modo o nell’altro tirano fuori le righe e fine mese: grazie a tutti i giornalisti, per aver condiviso quest’anno con me e con tutta la scuola, grazie delle parole che avete scritto per noi. Vorrei ricordare i nomi di chi non solo ha partecipato a tutte le riunioni, ma è anche riuscito a portare un articolo per tutti e cinque i numeri! Grazie quindi a: Nicola Fontana e Arianna Zonta, Beatrice Tonietto, Riccardo Tessarin, Nicola Pozzato e Paolo Dellai. Ma grazie a chiunque abbia inviato un articolo, o partecipato a una riunione, grazie! Speriamo di riavervi con noi l’anno prossimo, insieme a molte nuove persone!Un grazie al nostro docente referente, Giordano Dellai, sempre presente alle riunioni e sempre pronto a fugare ogni nostro dubbio e alla vicedirettrice Martina Bertoncello.Un ultimo grazie, uno speciale, di cuore, va al mio fido impaginatore, che ha con me condiviso bestem-mie e conquiste di ogni numero, e lottato fino alla fine per ogni pagina stampata. Grazie Leonardo per essere la mia voce della coscienza, sappiamo tutti e due quanto sarei scapestrata e disperata senza di te.

Vorrei augurare a tutti voi di provare quello che ho sentito io la prima volta che ho tenuto in mano il pri-mo numero di Herpes. Quell’emozione che ti chiude la bocca dello stomaco, quell’emozione di ‘aver fatto qualcosa’ e ti ricorda che sei vivo e che sei parte del mondo. Rinnovo quindi a tutti voi l’invito a partecipare, prendere atto ed essere parte di tutto ciò che ci circonda, senza rimanere indifferenti.

“Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di ve-derli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina, la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno. Non c’è momento migliore di questo per essere felice.” (Madre Teresa di Calcutta)

[email protected]

Per collaborare scrivete a:

”Irene Cinel

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eventi

INCONTRO CON DON CIOTTI

di Chiara Gottardo(3BC)

“L’unità di misura dei rapporti umani è la relazione, la prima forma di giustizia è la vicinanza.”

Subito dopo avermi stretto la mano, mi ha abbracciata, mi ha chiesto come stavo, come mi chia-mavo, come andavo a scuola, e poi mi ha ringraziato. Perchè la pri-ma cosa che Don Ciotti fa con le persone è proprio questo: cercare un contatto, creare un legame, in-terrogarti in quanto persona. E non solo con le parole ma anche con i gesti, con il suo sorriso af-fettuoso, le mani vigorose come pronte a sostenerti. Mentre il Sin-daco Cimatti, il nostro Dirigente e il prof. Banfi presentavano il prete e il suo operato, dall’uomo, prima che dal prete, traspariva immediatamente la sua qualità principale: la forza. Così, quan-do martedì 13 maggio, nella sala da Ponte, Don Ciotti ha iniziato a parlare con decisione e abilità ora-toria, da vero addomesticatore di piazze, ha catturato da subito l’at-tenzione di seicento paia d’occhi. Ed è stato guardandoci negli occhi che ha affrontato il primo argo-mento: la conoscenza, una cono-scenza non superficiale e appros-simativa ma profonda e accurata. Andare a cercare in profondità infatti, significa diventare cerca-tori di verità e questo ci cambia: se conosciamo davvero le cose,

sentiamo la responsabi-lità di agire e capiamo che tutti noi, nel nostro picco-lo, possiamo fare qualcosa. Perchè i pro-getti con le scuole, i cam-pi estivi, as-

sociazioni sono tutte cose che non cambiano il mondo ma sono pic-coli chiodi che si incuneano, fes-surano le superfici e alla fine spac-cano dall’interno la realtà. E allora il cambiamento diventa possibile.Il cambiamento, ha precisato Don Ciotti con forza, ha biso-gno di tutti. Per questo bisogna trasformare i nostri NO che na-scono dall’ indignazione contro la mafia, in un NOI, ed unire la solidarietà del noi con la respo-sabilità dell’io. Solo saldando questi due aspetti si potrà otte-nere la legalità , il prerequisito per raggiungere la giustizia, che è uguaglianza di diritti e doveri.Poi Don Ciotti lancia la sua accu-sa: la “malattia mortale” di questo Paese è l’indifferenza, come se la mafia non ci riguardasse; invece l’indifferenza è lo spazio vitale della mafia, così oggi, nel 2014, le mafie si sono evolute indisturba-te, sono diventate imprenditrici e inquinano l’economia di tutti, del sud e soprattutto del nord, dove raccolgono i loro frutti.Il recente caso EXPO 2015 ne è un esempio: la corruzione intor-bida non solo l’economia ma an-che la politica, che dovrebbe esse-re la “più alta ed esigente forma di carità” e che invece si piega ai vantaggi personali. La corruzio-ne viene definita nel corso della mattinata come un peccato so-ciale, poichè non solo è un erro-re, ma induce gli altri all’errore.Eppure Don Ciotti tiene a preci-sare che non dobbiamo lasciar-ci abbattere dai cattivi esempi, perchè abbiamo delle risorse: la cultura ci permette di riconosce-re il male ed agire concretamente

per ridare dignità alle istituzio-ni, e fare bene anche il bene. Di-ventare cittadini attivi e respon-sabili, capaci di andare oltre l’emozione, per ricavare dall’ indi-gnazione la determinazione all’a-zione, questo vuol dire comincia-re a vivere e non lasciarsi vivere.Essere cittadini in una demo-crazia significa innanzittutto ri-spettare la libertà di ciascuno e batterci qualora essa non venga rispettata. Per impegnare la vita nel cambiamento non è neces-sario stravolgere il mondo, ba-sta compiere il proprio dovere...Il nostro di adesso? Ebbene sì (for-se molti rimarrano delusi), è stu-diare. Non con lo scopo di pren-dere dieci o sperare di non essere rimandati, ma vivere la scuola con la consapevolezza che il sapere è un mezzo potentissimo per rico-noscere quando la nostra libertà ci viene tolta e lottare per riaverla.Il nostro incontro è terminato con una frase di Peppino Dia-na, il prete ucciso dalla camorra:“Saliamo tutti sui tetti per an-nunciare parole di vita!” E allora anche noi, esaminiamo noi stes-si, informiamoci, ribelliamoci, e gridiamo perchè tutte le persone che hanno lottato contro le ma-fie sentano che le loro idee cam-minano ora sulle nostre gambe.

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5n.5 Giugno 2014

interviste

LA PAROLA AI RAPPRESENTANTI

…diistituto: Responsabilità, perspicacia, organizzazione e collaborazione, sono solo alcune carat-teristiche che questo anno ho ampliato ed imparato a gestire. Essere stato il rappre-sentante di questo istituto è stato tanto un onore quanto un’enorme responsabilità. Il tempo impiegato a organizzare le assemblee, a prendere decisioni, ad informare ciascuno studente delle varie attività, è stato davvero molto e rifarei tutto da capo se ne avessi l’occasione. Non c’è né un premio né un ri-conoscimento per questo ruolo, c’è qualcosa di più alle spalle del tutto. Vi è la soddisfa-zione, il crescere se stessi aiutando a cresce-re gli altri, la capacità di assumersi le proprie responsabilità e di riuscire a prendere una decisione più giusta possibile, in quanto in base a quella dipendono altre 2000 persone. E’ stato un anno sicuramente impegnativo, che mi ha portato a saltare molte lezioni e a confrontarmi con più docenti per il mio lavo-ro; ma è stato un anno che mi ha soprattutto arricchito e che mi permetterà, una volta uscito da questa scuola, di essere un po’ più pronto ad affrontare quanto c’è al di fuori di queste mura. Ringrazio i miei colleghi Ettore e Riccardo per esserci stati nell’affrontare le varie sfide; tutti i rappresentanti di sede e la security, i quali sono stati i nostri mediatori e ci hanno aiutato ad essere più rapidi ed effi-cienti; e naturalmente anche i rappresentanti di consulta. Ringrazio inoltre i professori e la mia classe per essere stati comprensivi nel mio voler mettermi in gioco ed avermi sostenuto; ed infine un grazie speciale va si-curamente a Chiara Gottardo, che in più si-tuazioni è stata la nostra “salvatrice”. Auguro a tutti voi una buona estate e un “in bocca al lupo” alle quinte che affronteranno la matu-rità. Tommaso Zonta …di consulta: Rappresentare degli studenti a scuola è veramente difficile, figuriamoci in provincia! Il ruolo della Consulta è fonda-mentale, ma purtroppo troppe volte sottova-lutato, invece è proprio il collante che colle-ga le scuole di una zona. Questo primo anno da rappresentante di Consulta con Chiara mi ha dato e impegnato veramente tanto. Ho imparato che le cose, se si vuole, si possono veramente fare. Con i ragazzi della Consulta provinciale di Vicenza, incontrandoci ogni mese in plenaria (e non solo), quest’anno

abbiamo fatto veramente tanto: la festa della donna ad Arzignano, la sponsorizzazione della tessera IOstudio, la presenza in molti eventi in tutta la provincia, l’organizzazione del Festival degli Studenti a Vicenza... Il Li-ceo Brocchi vanta una grande storia e degli ottimi studenti e rappresentarli in provincia è stato veramente un onore. Grazie! Alessandro Faini

Facendo un bilancio di quest’anno che ormai sta per terminare posso dire che tra tante soddisfazioni avute la maggior parte siano arrivate dal mio impegno come rappresentante di sede. È iniziato tutto con la mia candidatura per la consulta che ha visto poi vincere Chiara e Alessandro in rap-presentanza della nostra scuola. Volevo fare qualcosa di concreto e sentirmi veramente partecipe all’interno di questa scuola, che purtroppo, moltissimi di noi sentono solo come un “obbligo” e non come un’occasione per costruirci come persone e come futuri cittadini. Nonostante non fossi stata eletta ho comunque deciso di candidarmi come rappresentante di sede e, fin dal momento dell’elezione ad oggi, ho cercato di fare fino in fondo tutto ciò che mi era possibile per aiutare i nostri rappresentanti d’istituto. Dal-le assemblee, alle ore passate tra una classe e l’altra per comunicazioni e quant’altro, alle riunioni con i sixthers… sono stata fie-ra di me stessa per aver fatto qualcosa, per essermi impegnata fino in fondo quanto più potevo. Spero di averlo fatto nel migliore dei modi e non posso che ringraziare chi con me ha collaborato. Certo il rappresentante di sede non è una grande carica ma è già un passo per sentirsi parte di una famiglia che è quella della nostra scuola. Concludo dicendo che una delle scelte migliori fatte quest’anno per quanto mi riguarda è stata la candidatura. Grandi soddisfazioni, lavoro si ma anche divertendosi, mi auguro e spero che moltis-simi altri possano fare un passo come il mio e quello degli altri rappresentanti, sentendosi alla fine veramente parte di questa grande famiglia che è il Brocchi. Beatrice Rossi …di sede: Cari ragazzi, con queste poche righe volevo rendervi partecipe di quando entusiasmante e gratificante l’aiuto che i vari rappresentanti danno alla nostra scuola. Essere rappresentanti non è solo un ruolo di

facciata, come si potrebbe pensare, bensì è un tentativo di mettersi in gioco per aiutarsi. Questo è un gioco difficile, accompagnato da gioie e dolori, vittorie e sconfitte, ma so-prattutto è una scuola per il futuro. In questo anni grazie al mio ruolo ho potuto conoscere persone nuove che mi hanno aiutato ad allar-gare i miei orizzonti. Un invito che ci tengo a fare è quello di impegnarsi, candidatevi per ogni ruolo possibile, mettevi in gioco!

FATELO PER VOI, FATELO PER IL BROCCHI!

Carlo Bonato Cari studenti della Chiocciola, ho deciso di scrivervi una lettera perché voglio, anche se ormai il mio incarico è finito, ringraziarvi per avermi scelto e avermi regalato questa possibilità . Essere rappresentante di sede è stata davvero un’esperienza unica, che consiglio a tutti non solo come mezzo di for-mazione scolastico ma soprattutto personale. In quest’anno ho imparato ad essere diplo-matica (soprattutto fra colleghi), a credere nelle mie idee, ad affrontare la soggezione di essere osservata, ad organizzarmi e orga-nizzare tutti gli impegni, ad affrontare anche la sconfitta se qualche progetto è fallito (al-bero di Natale, ho creduto in te), a rialzarsi sempre (Chiara e Cristiana siete il personale ATA migliore) e partecipare più vogliosa di prima. Perché la cosa più importante è che non bisogna solo essere a scuola, ma fare scuola. Quindi sebbene alle volte sia difficile far conciliare le lezioni con gli incarichi di rappresentanza, la consapevolezza di essere una studentessa attiva e partecipe ha dato un nuovo valore e sorriso a ogni giorno passato dietro ai banchi. Grazie ancora a tutti e buo-na estate! Chiara Gottardo Diventare rappresentante di sede è stata un’esperienza molto formativa, sono entrata in contatto con tantissime persone che tutti i giorni lavorano e si impegnano per organizzare assemblee, incontri e attività che molto spesso diamo per scontate, e nello stesso tempo ci è capitato di dover risolvere problemi all’ultimo finendo per correre con-tro il tempo; tutto ciò mi ha aperto gli occhi su molti aspetti spesso sottovalutati della nostra scuola. Ritengo, quindi, che sia un’e-sperienza che rifarei senza alcun dubbio e che consiglio caldamente a chiunque. Isabella Di Rosa

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scUola

COME ABBIAMO CAMBIATO CLASSE

di Riccardo Tessarin(3BS)

A settembre, il primo giorno di scuola al Brocchi, oltre alle pri-me, c’erano cinque nuove classi quest’anno, tre terze scientifico e due quarte classico, (create ex-no-vo perché le vecchie sezioni degli anni precedenti erano più o meno occupate e c’erano degli squilibri nel numero di studenti presenti in

ogni classe)

Io ero in una di queste vorrei prova-re a raccontarvi come è stato vive-re questo particolare anno di scuo-la. Non credo di esagerare quando dico (o scrivo forse) che cambiare classe è sicuramente uno di quegli eventi che possono influenzare la nostra vita e non sbaglio dicen-do che per noi quest’anno è stato proprio così. La notizia dello smi-stamento è arrivata improvvisa e inaspettata a fine agosto, piovuta dall’alto, non abbiamo potuto op-porci. In un attimo due, tre anni erano come stati cancellati con un colpo di spugna e le nostre classi

non esistevano più.

Ritrovarsi in un nuovo ambiente, con ventidue su ventotto nuovi compagni e con anche molti nuo-vi professori, non è poco come cambiamento e lo sbigottimento, la curiosità e un pizzico di paura sono stati i sentimenti che ci hanno accompagnato sui banchi nei primi

giorni di settembre.

L’atmosfera che si respirava in classe era molto simile a quella che c’è in prima e, anzi, sembrava proprio di esserci tornati: tutti zitti e tranquilli ai propri, poche paro-le scambiate con i vicini, un po’

di diffidenza e soprattutto molta timidezza. A tutto si aggiungeva-no i professori, stupiti anche loro dalla situazione, che ci invitavano a conoscerci e a socializzare, come se non imaginassero neanche le conseguenze di una troppo riuscita

fraternizzazione.

Il processo di socializzazione non è stato in seguito uguale per tut-ti ed è differito molto di classe in classe; tuttora infatti non in tutte si è ricreato uno spirito unitario. Vi sono d’altronde dinamiche molto complesse dietro processi di que-sto tipo, influenzate da molti fatto-ri, per questo ricostruire può non

essere semplice come sembra.

Dipende sicuramente innanzitutto dalla volontà nostra, degli studen-ti, di intrecciare nuove relazioni e conoscere nuove persone; è più difficile poi per chi nella vecchia classe aveva molti amici e si tro-vava molto bene, che per chi in-vece prima non si era inserito per-fettamente e ha visto quindi nello smistamento l’occasione di poter stringere quelle amicizie che pri-ma non era riuscito a creare, una sorta di seconda chance. Ha avuto una grande influenza anche il caso, la fortuna, il famigerato aspetto imprevedibile delle nostre vite, che ha contribuito a creare classi, formate nella loro eterogeneità da persone più o meno simili e com-

patibili.

Per queste ragioni, alla fine dell’an-no, dalle esperienze raccolte ho ri-cevuto opinioni di tutti i tipi sulla propria nuova classe: c’è chi ne è

rimasto entusiasta e non tornereb-be indietro, chi si è adattato e poco alla volta ha cominciato a conside-rare il nuovo gruppo come la sua classe e chi invece non è riuscito ad adattarsi a si sente ancora come un pesce fuor d’acqua. Qualche sezione è diventata più unita, altre meno, ma forse un aspetto positi-vo, anche se può sembrare un po’ amaro, da trarre da un’esperienza come questa c’è. Quest’anno, an-che se nolenti, c’è infatti stata data la possibilità di imparare ad affron-tare i cambiamenti, anche i più im-previsti e sgradevoli. Ad adattarci a nuove situazioni e a rimetterci in gioco, a diventare flessibili e resi-lienti, capaci di resistere agli urti senza spezzarci. Qualità queste non da poco e utilissime per po-ter affrontare al meglio la vita e il

mondo fuori dalla scuola.

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7n.5 Giugno 2014

scienza

IL GATTO DEI QUANTI

di Gabriele Zeni(3CS)

Breve descrizione della meccanica quantisitica e del-le sue interpretazioni

All’inizio del secolo scorso ha fat-to la sua comparsa una nuova teo-ria fisica: la meccanica quantistica. Allo stato attuale, questa è la teoria più potente mai creata dagli essere umani ma ha posto anche parados-si piuttosto bizzarri, tanto che di questa teoria sono stata proposte diverse interpretazioni. Ora vi sta-rete chiedendo cosa centri un gatto con la teoria più ingarbugliata che esista. Il gatto in questione è quel-lo del famoso esperimento mentale del fisico Erwin Shrödinger e per-mette di spiegare alcune delle in-terpretazioni più valide della teoria quantistica. In questo esperimento, un gatto vivo è sigillato in una sca-tola assieme a un martello, una fia-la di veleno e un atomo radioattivo. Quest’atomo ha una probabilità del 50% di decadere: se ciò accade il martello rompe la fiala e il veleno uccide il gatto. In caso contrario, il gatto è salvo. Ora, poiché la sca-tola è chiusa, non possiamo sapere che ne è stato del fatto: finché qual-

cuno non l’apre, il gatto è

CONTEMPORANEAMENTE vivo e morto. Si dice quindi che si trova in una sovrapposizione di stati. Questo è valido per qualsiasi particella poiché la funzione d’on-da di Shrödinger non dà un risul-tato possibile, ma una sovrapposi-zione di tutti i possibili risultati. Da qui si sono ricavate varie interpre-

tazioni, tra cui le seguenti tre:

• Interpretazione di Copena-ghen: è la versione ortodossa della meccanica quantistica, sviluppata da Niels Bohr e Werner Heisenberg all’istituto di Copenaghen. Secondo que-sta interpretazione, il fatto è vivo E morto finché qualcuno non apre la scatola: è l’azione del “guardare” a provocare il collasso della funzione d’on-da nello stato quantico che si vede. Ma questo implica che l’informazione viaggi a veloci-tà maggiori della velocità della

luce.

• Interpretazione di molti mon-di o del “multiverso”: questa versione è sostenuta da alcu-ni grandi scienziati, tra i quali David Deutsch. Secondo que-sta interpretazione, lo stato quantico è unico e si evolve in maniera costante: ciò che si divide sono i mondi. Perciò, se nel nostro universo il fat-to è vivo, in un altro è morto. Questa divisione dei mondi avviene ogni qualvolta si ha una sovrapposizione di stati. Questa interpretazione, oltre allo sforzo che richiede all’im-maginazione, non spiega quali sono le “misurazioni” che por-

tano alla biforcazione.

• Interpretazione del bayesia-nesimo quantistico o Qbism: è una delle interpretazioni più ercenti e si basa sull’unione fra teoria quantistica e calco-lo delle probabilità. Secondo

questo modello, la funzione d’onda non è reale ma descri-ve semplicemente uno stato mentale: il fatto nella scatola è semplicemente o vivo o mor-to, siamo noi che pensiamo che si trovi in una sovrappo-sizione di stati. La più grossa critica mossa a questa teoria è che non spiega i fenomeni ma-croscopici in funzione di quelli microscopici, come invece fa la meccanica quantistica tradi-

zionale.

Quale interpretazione è corretta? Nessuno lo sa. Quello che è cer-to è che la meccanica quantistica potrebbe cambiare le nostre vite grazie alle sue applicazioni, tra le quali il computer quantistico e il

teletrasporto quantistico.

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eventi

JESOLO SPORT & FITNESS FESTIVAL:

di Sofia Marchesin(2ASA)Evento dell’estate 2014

È iniziato il conto alla rovescia per l’evento più atteso dell’estate, lo Jesolo Sport & Fitness Festival, che animerà la località balnea-re dal 30 maggio al 2 giu-gno. L’iniziativa si svolgerà nell’arenile di Piazza Bre-scia, con l’utilizzo di 10.000 mq di spiaggia e del Pala Arrex e in cui si proporran-no numerose attività per far vivere il fitness a 360°.

L’obiettivo è di far scoprire a grandi e piccini le più sva-riate specialità del fitness che quest’anno hanno inva-so tutte le palestre italiane.

Attraverso corsi e dimo-strazioni tenute dai migliori trainer, si potrà apprendere come lo sport sia essenziale nella vita di ciascuno.

Il ricco programma del fe-stival prevede la pratica di tutte le specialità più attuali

del fitness mondiale, dall’a-erobica alla Zumba, dallo spinning al Pilates, tutto sotto la direzione di presti-giosi trainer nazionali ed in-ternazionali. Ad arricchire il Festival anche il running, il free climbing, il beach vol-ley, il basket, l’aquagym, ed un’area dedicata ai bambi-ni.

Oltre allo sport, sono sta-ti organizzati convegni che illustreranno l’importanza dell’attività fisica nella vita di tutti i giorni.

Gabriele Brustenghi, fonda-tore del Festival del Fitness afferma che: “Le parole d’ordine sono sport e diver-timento per uno stile di vita sano. Sono infatti milioni le persone che hanno inserito il fitness nella propria quo-tidianità e noi vogliamo re-alizzare un grande evento, che offra nuove esperienze sportive e di amicizia all’in-segna del vivere bene. Ol-tre al fitness ci sarà spazio anche per convegni mirati al benessere fisico ed all’a-limentazione”.

“All’invito di venire in tuta – conclude l’Avvocato Bru-stenghi – aggiungiamo, di portare anche il costume da bagno, perché lo Jeso-lo Sport & Fitness Festival avrà per confine, il mare».

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9n.5 Giugno 2014

cinema

POTERE ALLE DONNE

di Beatrice Tonietto(3AS)

Il cambiamento della figura femminile nel cinema

La nostra società è sempre sta-ta maschilista e ammettiamolo, lo è ancora oggi anche se non in modo eccessivo come le epoche passate.

Nel cinema, come nella vita, le donne hanno avuto un ruolo minore, erano mogli, madri, amanti, che sottostavano alle decisioni prese dall’uomo. Se torniamo all’epoca di Wil-liam Shakespeare, quando si andava al Golden Globe per vedere una storia e non si sta-va comodamente seduti nel divano di casa propria davanti alla televisione, le donne non potevano nemmeno recitare e i personaggi erano interpretati da uomini.

Negli ultimi anni però si av-verte un’evoluzione dei per-sonaggi femminili, non solo sul grande schermo ma anche nelle serie tv e nei libri, e prin-cipalmente si possono dividere in due categorie: le donne con la D maiuscola e le donne usa-te come “soprammobili”.

Quest’ultime sono le classiche Barbie, belle quanto inutili, inserite nella storia solo per attirare più pubblico o per non fargli vedere alcune imperfe-zioni come fanno le assistenti dei maghi che distraggono gli spettatori impedendoli di ve-

dere il trucco dietro alla magia.

Le altre Don-ne invece sono com-pletamente l’opposto: forti e co-raggiose che lottano con-tro il proprio destino, belle ma nel vero senso della parola cioè sono in grado di essere meravigliose anche quando sono delle barbone, capaci di rialzarsi dopo che la vita ha riservato loro le esperienze più crudeli e ingiuste, potenti e determinate che non guardano in faccia nessuno e riescono a dirigere un impero. Insom-ma, donne in cui il pubblico femminile si può, e soprattutto vuole immedesimarsi perché sono vere e non fanno parte della storia solo per una bella faccia o per qualcos’altro.

In questo secolo ci sono state varie donne di questo tipo e in molti generi cinematografici diversi: Jennifer Lawrence in Hunger Games ha interpretato un’eroina, Anne Hathaway in Les Miserables si è rasata i capelli e ha fatto un’interpreta-

zione straordinaria meritandosi l’Oscar, Charlize Theron in Monster diventa un’assassina mettendo su 15 chili e imbrut-tendosi notevolmente, oppure Anna e Elsa che in Frozen, l’ultimo film d’animazione Disney, hanno dimostrato che non c’è bisogno di un principe azzurro per scrivere una fiaba, basta anche l’amore di una fa-miglia.

Quindi la Donna non è più la statuina di bell’aspetto di fian-co all’uomo potente ma si sta finalmente prendendo il ruolo che le spetta: fianco a fianco.

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sport

LE STORIE SOPRA RIO

di Nicola Pozzato(3AC)

Siamo ancora qui a parlare di sport, mentre le grandi imprese sbiadiscono e riprendono vita scenari antichi, mentre gli ultimi hooligans affollano le strade e gli stadi, tra i manganelli e le spranghe, tra gli insulti e le botte. In Brasile, scolpiti in questa pietra marcia, prendono forma a poco a poco le figure degli eroi, immagini limate lentamente, uomini dai muscoli d’acciaio e le membra raffinate, verso quella meta inizia il viaggio degno della più vasta “teicoscopia”, un corteo di uomini e bandiere: il pantheon del

calcio può aprire le sue porte.

C’è Messi, la pulce d’Argentina, il ragazzo che ha superato la malattia e s’è ornato di quattro palloni d’oro, c’è Ronaldo il campione figlio d’un padre ucciso dall’alcool, c’è Balotelli il frutto di due famiglie, il ragazzo che in panchina versava lacrime acerbe, vi sono i calciatori cresciuti nelle favelas o tra la smilza vegetazione africana, vi sono le promesse e i

fuoriclasse, i campioni presenti e futuri.

Dietro il sipario se ne intravedono tanti di attori e nei loro volti sembra quasi sparire quell’ombra del calcio rubato, truffato e pagato: in palio ora

v’è la gloria non il denaro.

Sì, perché proprio questo sanno fare quelle bandiere sui petti: rendere ognuno una nazione, cancellare ciò che la svilisce e accendere le luci sul palco più prestigioso, sullo spettacolo più bello. Di questo sono capaci quegli inni sulle bocche degli atleti: far fremere tutti i polsi, scaldare il sangue e le ossa, spalancare le bocche, rendere le

gambe calde e vacillanti.

Le televisioni nei bar possono unire i popoli e fermare il tempo, possono fare degli odi delle rivalità: si racconta che nell’antichità, nel mese delle olimpiadi, i conflitti cessassero e la quiete calasse nei campi di battaglia, così si plachino gli

scontri dinnanzi alle luci di Rio. Il calcio, nel mese dei mondiali, è qualcosa di diverso, è più grande delle inimicizie cattive e malsane, colpisce più profondo dei pugni e delle

ingiurie.

Si alzi dunque il sipario ed entrino in scena i personaggi, con le loro maschere e ambizioni, con la loro fantasia e i volti puliti perché se vogliamo che il pallone, nell’epoca moderna, sia più di un

gioco questa partita la dobbiamo giocare bene.

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11n.5 Giugno 2014

sport

GENTILUOMINI O BESTIE

di Teresa Baggio (4BSU)

“Il calcio è uno sport per gentiluo-mini giocato da bestie. Il rugby è uno sport bestiale giocato da gen-tiluomini”. Così afferma Henry Blaha, rugbista a 15 statunitense. E a pensarci bene non ha proprio

alcun torto.

Rugby e calcio. Due sport popolari giocati in tutto il mondo, anche se di “sportività” il calcio ha mante-nuto ormai soltanto la superficie. Esso è infatti stato travolto dal-la nostra attuale società di massa consumista, ipocrita, che rotea at-torno al guadagno e alla popola-rità, allontanandosi dai valori più autentici di uno sport, ridotto ad uno spettacolo feroce offerto da persone, e soprattutto seguito da persone, incivili. Ormai infatti parte integrante del calcio sono gli insulti, le bestemmie, le liti, gli urli assordanti dei tifosi e le violenze di vario genere, come frequenti episodi di cronaca (anche recenti)

ci hanno mostrato.

Oltre a non condividere l’eccessiva celebrità e lo smisurato stipendio dei calciatori, trovo alquanto più preoccupante l’adesione dei tifosi a quei distorti valori che il calcio stesso trasmette. Il calcio sembra aver permeato la nostra vita quoti-diana, infettando le persone fino a

farle ammalare del “morbo calci-stico”, dal quale i maschi risultano essere difficilmente immunizzati. E adesso questo morbo sta facen-do metastasi, riducendo sempre di più il buon senso delle persone e invadendo ogni aspetto del reale: la televisione offre canali su canali per seguire tutto il giorno le partite, io non posso uscire di casa vesti-ta di bianco e nero perché subito vengo accusata di essere juventi-na, i bambini maschi, se si chiede loro che lavoro vorrebbero fare da grandi, rispondono in larga mag-gioranza “il calciatore”. Per non parlare di tutti quegli uomini che monopolizzano la televisione per vedere la partita e si trasformano

da Dr Jekyll in Mr Hyde.

Spaventosamente allarmante è poi pensare che non si possa giocare una partita in modo tranquillo, ma ci debbano essere sempre i corpi di polizia pronti ad intervenire in caso di attacchi degli ultras o di altri generi di follie compiute dai

tifosi pazzoidi ed esaltati.

Il rugby è invece l’esatto oppo-sto. Molto antico nelle sue forme più primordiali, è uno sport in cui si gioca per divertirsi, per ottene-re la vittoria ma non a tutti i co-sti, mantenendo alta l’onestà, la correttezza e l’aiuto reciproco. I giocatori, nonostante la loro ap-parente violenza e brutalità, sono sempre molto rispettosi e solidali tra di loro. Niente di meglio in-carna questi valori come il terzo tempo, incontro dopo-gara in cui i rugbisti si riuniscono assieme in un momento conviviale e di socia-

lizzazione. L’arbitro poi è conside-rato la massima autorità e nessuno si sogna mai di contestare una sua decisione (altro che calcio!). Negli spalti i tifosi non sono separati in zone distinte, ma sono uniti e tifa-no la loro squadra senza il timore di essere aggrediti o giudicati dai rivali e senza mai ricorrere a for-me deviate di tifoseria. Unisce tutti una comune passione per lo sport, e un vero spirito di appartenenza, aldilà delle singole squadre. E nel momento in cui ci sono i calci libe-ri o di punizione domina il silenzio assoluto tra i tifosi, per permettere una maggiore concentrazione ai giocatori. Questo si chiama rispet-to. Questo si chiama vero spirito

sportivo.

Il giornalista Luciano Ravagnani dice del rugby che “è sempre una storia di vita, perché è lo sport più aderente all’esigenza di ogni giorno: lavoro, impegno, sofferenze, gioie, timori, esaltazioni. Non è uno sport da protagonisti, ma una somma di sacrifici”. Si può dire la stessa cosa

del calcio?

Ringrazio Marco Serraiotto (5CSO) per la sua gentile collabo-

razione

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diverimento

INGIOCO

di Irene Cinel(3CS)

L’Associazione Ludica Bassanese In-Gioco opera nell’ambito della promo-zione sociale attraverso l’utilizzo del gioco come strumento di socializzazio-ne e condivisione che abbraccia l’inte-ro arco della vita: uno degli obiettivi più sentiti dall’Associazione, infatti, è la proposta di attività ludiche dirette e personalizzate per tutte le età.

Fondata nel Luglio 2012 e rinata ad Aprile 2014, l’associazione è composta oggi da un direttivo poliedrico e versatile, che arricchisce il proprio ventaglio di iniziative grazie anche all’entusiasmo e alla partecipazione dei nuovi membri, i quali confermano di settimana in settimana la forza di coesione ed il relativo benessere che il momento del gioco porta con sé.

Cosa propone?

- Giochi da tavolo (boardgame) e di carte: una categoria ludica de-cisamente fra le più variegate esi-stenti, che comprende dal gioco tattico e strategico a quello con più incidenza della fortuna, dal gioco di bluff a quello cooperativo e narrativo;

- Giochi di guerra (wargame stori-ci): per simulare epiche battaglie ed apprezzare l’arte e la qualità delle numerose miniature;

- Laboratori di cosplay: per affinare e condividere il gusto del vestire i panni dei propri personaggi prefe-riti;

- Laboratori creativi: un nuovo spa-zio per l’ideazione e la costruzione di nuovi giochi;

- Partecipazione e organizzazione di eventi dedicati al mondo ludico (come Marostica Ingioco, La città dei ragazzi, #beyoung festival).

Dove ci si trova?

Ogni martedì a Rosà presso il bar dell’oratorio in via capitano Alessio, 40 dalle 21.00, con i giochi da tavolo.

Ogni venerdì a Marostica presso il bar dell’oratorio in corso Mazzini, 71 dalle 21.00, con i giochi da tavolo.

Per le altre tipologie di gioco gli incon-tri non sono periodici, ma per rimanere sempre aggiornati si consiglia di se-guire la pagina Facebook Ingioco-tdg Bassano del grappa: con l’utilizzo di questa piattaforma è infatti possibi-le fare delle richieste specifiche sulle dimostrazioni e l’utilizzo dei giochi a disposizione, nonché venire informati sugli eventi in programma ed iscriversi ai tornei.

E’ presente poi a Bassano, presso il bar “Ai portici lunghi” in piazza libertà, una piccola ludoteca, dove poter gioca-re durante la settimana in libertà.

Alcuni giochi si possono trovare anche presso la birreria “Samsara” lungo via-le delle fosse a Bassano. Qualche volta facciamo anche una serata dimostrativa

presso di essa.

Perché andarci?

ALB InGioco sostiene l’idea che non si è mai troppo vecchi per giocare, ma lo si diventa quando si smette di far-lo: valorizzare il gioco è un impegno per promuovere una certa qualità del-la vita, un’esperienza gratificante che esorta le persone ad esprimere il pro-prio potenziale e la propria personalità. I responsabili di InGioco si impegnano a presidiare le loro attività, avendo cura del rispetto delle regole e della valoriz-zazione dell’aspetto socializzante del gioco, in questo modo l’associazione si pone l’obiettivo di contrastare il gioco d’azzardo.

Scoprire (e scoprirsi) InGioco equivale al dedicare un tempo ed un luogo per il proprio PIL (Prodotto Interno Ludico), proposto in un modo talmente sempli-ce e genuino da non lasciare altro spa-zio se non per la domanda: QUALE SARA’ LA TUA MOSSA?

Contatti:

Fb InGioco-tdg bassano del grappa

David Zanotto 3922633990 (responsa-bile area giochi da tavolo)

Maurizio Marini 3397147909 (respon-sabile area wargame storici)

Denny Battaglin 3381579717 (respon-sabile area cosplay)

Fb Tana del nerd (settimanale online di informazione del mondo ludico)

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13n.5 Giugno 2014

estate

VACANZA ALTERNATIVA

di Elena Sofia Furlan(2ASA)

Si avvicina a grandi passi l’estate 2014 e con essa anche la necessi-tà di scegliere la giusta meta per trascorrere le proprie vacanze. Le possibilità per tutti gli italiani sono sempre molte e differenti in base alle necessità, all’età e alle diverse

disponibilità economiche.

Il primo consiglio, valido in qual-siasi caso, è quello di prenotare il prima possibile la propria vacanza per cercare di contenere i costi di trasporto ed approfittare delle ulti-me occasioni. Per i più ritardatari sarà invece possibile attendere fino agli ultimi giorni per usufruire del-

le offerte “last minute”.

I giovani amano sempre le mete fe-staiole o estere per le loro vacanze. Coppie, famiglie con bambini, gio-vani e gruppi di amici non resisto-no al fascino della Grecia che con le sue mille isole ricche di spiagge immacolate, natura e divertimento hanno il primato di essere anco-ra una volta tra le destinazioni di viaggio preferite. La Spagna risul-ta molto gettonata dai ragazzi; qui il divertimento non lo batte nes-suno. La Croazia rimane la meta prescelta per chi vuole spendere meno, viaggiare in traghetto e go-dersi un po’ di relax. In questi ulti-mi anni, tra le tendenze di viaggio estive, troviamo anche la Turchia, Malta, il Portogallo, il Marocco e

le Isole Canarie.

Chi non ama né il mare, né la mon-tagna, solitamente decide di preno-

tare un tour o un soggiorno in una città. Tra gli itinerari più interes-santi per l’estate emergono l’Irlan-da, la Scozia, i classici soggiorni studio a Londra e i tour nei paesi Scandinavi. Fuori dall’Europa, Usa e Canada si piazzano in pole

position tra le preferenze.

L’estate e l’idea delle vacanze che si avvicinano è il motivo che spin-ge tutti noi a pensare che manca ancora poco alla fine della scuo-la, è il momento tanto atteso da tutti, per sentirsi un po’ più liberi dallo stress dello studio, da tutti i compiti e dalla scuola in generale. Ma questo non vuol dire per forza fare le valige e partire per andare al mare, in montagna o all’estero, per quanto piacevole sia. Certo, si può fare anche quello, ma esistono molte altre opzioni per una vacan-za davvero alternativa e che abbia anche un motivo in più per farla, oltre a divertirsi e rilassarsi e cioè: aiutare gli altri. Un esempio e una buona proposta da parte mia sono i Campi di Lavoro. Si tratta di pro-getti finalizzati alla costruzione o sistemazione di qualcosa. Questo lavoro svolto in gruppo può essere finalizzato ad opere di emergenza, per esempio nelle zone disastrate da terremoti o calamità, per costru-ire qualcosa di necessario in zone indigenti, come ospedali in Africa, Asia o in Sudamerica, oppure per progetti di tutela ambientale, come per esempio la pulizia delle acque marine e fluviali, di zone verdi o siti archeologici. Ma possono an-che essere composti da gruppi di

amici o di conoscenti interessati a costruire qualcosa in comune, come una casa in campagna o al mare. Lorenzo T., che ha fatto par-te di un lavoro di costruzione di un villaggio nel Brasile, afferma: «È stata una delle esperienze più gra-tificanti della mia vita ritrovarmi insieme ad amici e trovarne molti altri, per costruire un piccolo vil-laggio nella foresta del Rio Grande Do Sul. Tutti volontari. Si lavorava assieme, per poi godere i frutti del nostro lavoro. Mangiando, cantan-do e facendo festa la sera, tutto in mezzo alla natura. Un’esperienza fantastica che mi ha insegnato tan-te cose, sia pratiche sia di atteggia-mento mentale, come l’umiltà di servire chi ha bisogno e soprattutto alla fine di tutto, c’è la più bella delle ricompense: qualcosa di con-

creto che resterà per sempre».

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sociale

MASCHERE DI FUMO

di Martina Bertoncello (3CL)

Guerrilla no smoking talent

Quasi sicuramente avrete sentito questo nome, o magari l’avrete letto su uno dei mille volantini che, un paio di settimane fa, si potevano trovare in tutta la nostra scuola. Ma vi siete mai chiesti cosa

significasse? Maschere di Fumo è il nome del progetto di prevenzione al tabagismo, abitudine o dipendenza da tabacco, promosso dal Dipartimento di prevenzione – Servizio Educazione e Promozione della Salute dell’Azienda ULSS N. 3 – presso le scuole superiori del bassanese. L’obiettivo è quello di sensibilizzare gli studenti sul pericolo del fumo e di motivarli a “rispettare le norme attraverso la responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti: studenti, docenti, dirigenti, personale ATA,

genitori”. Il progetto, a cui hanno partecipato alcuni studenti peer educator insieme alla consulenza di un esperto di teatro di strada, è stato realizzato mettendo in scena uno spettacolo teatrale sul tema del fumo e un video “selfie” (video autoriprendendosi girati da ragazzi/e con cellulare) che si trova sulla pagina

facebook guerrillanosmokingtalent.

Il video contiene la storia della morte di “N. 1” (nome del manichino-cadavere protagonista) e delle diverse reazioni dei suoi cari (fidanzata, fratello, professori…), i quali raccontano la loro scelta di formare i “guerrillanosmokingtalent”, un gruppo di appunto guerriglieri che decidono di unirsi per affrontare il pericolo del fumo, la causa della morte del loro parente/amico e combatterlo, affinché non

vi siano altre vittime. Il percorso si è concluso Domenica 25 maggio con un incontro aperto al pubblico, dove sono stati proposti flash mob e uno spettacolo teatrale di strada sul tema, così da presentare il progetto e tutti gli obiettivi raggiunti. Per altre informazioni, visitate la pagina Facebook, sempre attiva e con personale pronto a rispondere

alle vostre domande.

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15n.5 Giugno2014

sport-interviste

RACHELE BAù

di Paolo Dellai(4DS)

Grande atleta italiana, ma anche australiana

Sono qui con Rachele Baù, giovanissima nuotatrice, ma già campionessa di molti trofei, nonché grande amica e (per me) compagna di classe. Ciao Rachele, per iniziare potrei chie-derti se sei contenta di questa inter-vista, ti fa piacere essere menzionata anche nel giornalino della scuola?

Ciao a tutti, beh mi fa assoluto piacere che mi abbiate chiesto di scrivere qualco-sa per il giornalino della scuola, soprattut-to ringrazio coloro che mi hanno cercata per rilasciare queste parole, vi ringrazio in anticipo, è un onore. Grazie a te Rachele! Dimmi un po’, adesso non sei in Italia, ma ti trovi in Australia, dove affronterai ben tre mesi insieme ad una famiglia che ti ospiterà. Come ti trovi in questo nuovo mondo? Sì esatto, io ora mi trovo oltreoceano, in Australia, per finire l’ultimo trimestre scolastico qui. Di più non potevo stare a causa degli impegni che il mio sport comporta. Da quanto è che nuoti? È uno sport che ti occupa tanto la vita? La prima volta che sono entrata in una piscina avevo quattro mesi e mezzo con la mia mamma per fare acquatica e devo rin-graziarla perchè qualche anno fa, parec-

chio tempo fa, è nato, grazie a lei, il mio amore per l’acqua. Io penso sempre che la terra non sia il mio ambiente perchè quan-do faccio esercizi di equilibrio o a corpo libero non riesco a farli nel migliore dei modi. L’acqua ormai è una droga per me, un giorno senza nuotare mi rende vuota e incompleta. Per finire con questa introduzione, pos-siamo dire inoltre che, durante o prima di tuffarti nel mondo del nuoto, tu pra-ticavi altre attività. Giusto? Sì esatto, oltre al nuoto praticavo ginna-stica artistica a livello agonistico e danza hip hop, ma a 10 anni ho iniziato a fare attività agonistica natatoria e diciamo che il primo anno è stato molto critico perchè non capivo molto come funzionavano le gare e mi sentivo spaesata, ma da quan-do ho vinto la mia prima medaglia, ho capito che il nuoto era quello che volevo continuare a fare e ho lasciato gli altri due sport per dedicarmi a ciò che amavo e tut-tora amo fare. Passando alle domande più specifiche Rachele, sappiamo che tu sei brava in tutte le discipline, ma una in particolare eccelli, ovvero lo stile dorso. Il dorso è stato il mio primo amore e non so come mai proprio il dorso, ma so solo che ormai è l’unico stile che mi viene na-turale (e devo dire che ormai conosco tutti i soffitti delle piscine). I tuoi continui successi sono possibili ovviamente per talento, grandi doti fisiche che non ti mancano, ma anche a grandissimo allenamento e sudore. Vuoi spiegarci chi ti segue e vuoi elencarci i tuoi primi successi? Dal 2008 è iniziato il mio percorso e la mia crescita a livello di atleta e per que-sto devo ringraziare molto il mio tecnico Claudio che mi sta aiutando a crescere con la mentalità di un’atleta determinata in ciò che vuole fare. Da quell’anno ho iniziato a partecipare ai campionati ita-liani giovanili e ho collezionato oltre 30 medaglie senza contare le infinite meda-

glie di legno. La mia gara preferita sono i 200 dorso, gara che con il mio allenatore abbiamo deciso di portare avanti con il tempo perché, per preparare la velocità e la potenza, che mi servono nei 100 e 50 metri, avrei bisogno di più tempo per allenarmi. Prima di partire per l’Australia, hai partecipato a due importantissime e fa-mosissime gare, quali? Che risultati hai ottenuto? Sei soddisfatta? Dicci qualco-sa dei Campionati Italiani Assoluti. Sì esatto Paolo, un mese fa prima di par-tire per l’Australia, ho partecipato prima ai Criteria Italiani Giovanili dove mi sono classificata quarta nei 100 dorso (per due centesimi dal terzo posto e per 10 dal se-condo) e seconda nei 200 dorso, risultati che non mi avevano soddisfatta piena-mente anche se ero consapevole del fatto che non avrei raggiunto i miei migliori risultati per il carico di lavoro in quanto due settimane dopo avrei gareggiato per un’intera settimana ai Campionati Italiani Assoluti. Non avevo molte aspettative infatti sono scesa in vasca senza pressioni classificandomi settima nei 100 dorso e quarta nei 200 dorso dove gareggiava anche Federica Pellegrini, sfiorando i miei primati personali, le gare si sono concluse con la Finale di Serie A dove ci siamo classificate terze e dove ho migliorato i miei primati in vasca da 25 nuotando il secondo tempo all time delle categorie giovanili.

Grazie Rachele, questa era davvero l’ultima ti ringraziamo per il tuo tem-po che ci hai dedicato e ti auguro che in Australia vada tutto per il meglio. Complimenti per tutto e tanti saluti da me e dalla tua amata classe 4^DS cui mi faccio portavoce, un abbraccio e a presto. Grazie a te Paolo e grazie soprattutto ad Herpes per avermi dato voce per racconta-re quelle che sono state le mie esperienze più belle e più emozionanti! Un saluto e un bacio a tutti da Rachele e dalla bellissi-ma aria australiana, è stato un onore!

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mUsica

OASIS-(WHAT’S THE STORY) MORNING GLORY?

di Anna Cavallin(4BSU)

Sarò di parte. Sarò schifosamente di parte in questa recensione, se così

posso definirla.

Per la prima volta non parlerò di band o cantanti emergenti ancora quasi del tutto sconosciuti ai più. No, qui, vado a parlare di una delle più grandi band del mondo, che ha scritto la storia della musica, sovra-na del britpop, e del suo più grande capolavoro: (What’s the story) Mor-

ning Glory?

Perché sarò di parte? Semplice, è della mia band preferita in assoluto

di cui vado a scrivere.

Per parlare della storia degli Oasis non mi basterebbe l’intero giornali-no, e questa non è l’esagerazione di una fan incallita è la semplice realtà. Molti gli aneddoti, le storie, gli avve-nimenti ed i colpi di testa con cui la band, o meglio, i fratelli Gallagher, hanno saputo far parlare di loro per più un decennio, spesso comparendo nelle copertine delle riviste patinate, non solo per la loro musica ma, so-prattutto, per le loro azioni. Proverò a fare un riassunto delle loro –poco-

eroiche gesta, giusto per dare un’i-dea generale dei soggetti.

Tutto ebbe inizio in un quartiere di Manchester nel lontano 1991, quan-do Paul “Guigsy” McGuigan chiese al compagno di scuola Liam Galla-gher di unirsi alla band formata da lui, Paul “Bonehead” Arthurs e Tony McCarroll (a quanto pare, l’unico senza un soprannome), i tre aveva-no appena cacciato Chris Hutton, cantante del gruppo, non ritenendo-lo all’altezza ed erano alla ricerca di

qualcuno che lo sostituisse.

La band inizialmente si chiamava The Rain, ma fu proprio Liam a pro-porre di cambiare il nome in Oasis, ispirato dal poster che il fratello Noel teneva in camera della band Inspiral Carpets (gruppo con cui quest’ulti-mo si trovava in tour come roadie) .

Tornato a casa, Noel venne a sapere dalla madre che il fratello era entrato a far parte di una band ed incuriosito, andò a sentire una loro esibizione. Inutile dire che non gli piacquero per niente e criticò apertamente il grup-po con il fratello, ma non gli disse

nulla che già Liam stesso non sapes-se e per questo motivo gli propose di diventare il manager della band, ma Noel, invece, gli fece un’offerta differente, ovvero quella di diventa-re membro lui stesso del gruppo, ma a delle condizioni: avrebbe dovuto esserne l’unico leader, l’unico com-

positore e la chitarra principale.

E fu così che iniziò la storia degli Oasis.

La convivenza reciproca non fu per nulla semplice, e più di una volta i litigi tra i fratelli Gallagher parvero mettere a rischio il futuro della band, che sembra sul punto di sciogliersi costantemente (come poi avverrà nel

2009).

Tranne i due fratelli, uno il leader e l’altro il frontman, la composizione del gruppo variò continuamente: chi venne cacciato, chi lasciò per dei contrasti con i Gallagher, chi se ne

andò per esaurimento nervoso.

Concerti sospesi, date cancellate, ris-se e litigi sul palco, sono solo alcune delle cose che fecero tanto parlare degli Oasis. Ma ciò che rimane nel-la mente di tutti gli appassionati di musica degli anni Novanta è la Band Battle tra Oasis e Blur, uno scontro tra titani per definire quale delle due band fosse la maggior esponente del

movimento britpop.

Una battaglia non solo musicale, ma soprattutto mediatica, combattuta a suon di scandali e frecciatine tra le

due band.

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17n.5 Giugno2014

mUsica

Episodio simbolo fu l’uscita in con-temporanea del singolo Roll With It degli Oasis e Country House dei Blur, il 14 agosto del 1995. A spun-tarla, in questo caso furono i Blur vendendo 274.000 copie contro le 216.000 degli Oasis; ciò fu giusti-ficato prima dicendo che il singolo dei Blur costava meno (1.99 sterline contro le 3.99 di Roll With It) ed in seguito si parlò di un “errore di let-tura dei codici a barre” che non rese possibile registrare le vendite effetti-

ve del singolo.

Ma non passò molto tempo prima che la band si prendesse la sua ri-vincita. L’uscita di (What’s the story) Morning Glory? ebbe un successo commerciale di dimensioni epiche.

Il disco ha venduto nel mondo ben 25 milioni di copie, 4’300’000 solo nel Regno Unito, dove risulta il terzo album più venduto nella storia della

musica britannica.

Il singolo Wonderwall non solo fu primo nelle classifiche del Regno Unito, ma inoltre fu l’unico singolo degli Oasis ad entrare nelle top ten dei singoli nelle classifiche ameri-cane, e si tratta forse del pezzo più famoso dell’intera discografia del gruppo. Il brano, che significa let-teralmente Il muro delle meraviglie non ha un significato reale, e si trat-terebbe di un omaggio a George Har-rison, chitarrista dei Beatles che così aveva intitolato una delle sue produ-

zioni.

Altro brano tra i più noti della band e Don’t Look Back in Anger, singolo più venduto nel 1996 ed il secondo successo degli Oasis ad entrare di di-ritto alla vetta delle classifiche di tut-to il Regno Unito. Secondo un son-daggio di Q Magazine, la canzone si troverebbe al ventesimo posto tra le canzoni più belle di tutti i tempi. Ma

gli aneddoti intorno a questa canzo-ne non finiscono qui: a quanto pare lo stesso Noel ha ammesso di non sapere il reale significato della can-zone essendo sotto l’effetto di stupe-facenti quando la scrisse e che Sally non fosse il nome di nessuna donna in particolare, ma, semplicemente, mentre si trovavano in studio di regi-strazione e Noel canticchiava la can-zone alla ricerca di un ritornello che lo soddisfacesse, Liam lo interruppe e gli disse: “Stavi cantando so Sally can wait?”. Noel gli disse: “no” e lui

rispose: “Beh, dovresti...”.

Sulla canzone Paul McCartney dis-se: «Ci troviamo di fronte a una delle melodie più belle di tutti i tempi. È una delle migliori canzoni della sto-

ria della musica.»

Altro singolo estratto dall’album e Some Might Say, si tratta del primo singolo in assoluto nella carriera de-gli Oasis ad arrivare primo nella clas-sifica dei singoli del Regno Unito. Il testo venne scritto sul foglietto di un block notes che è ancora conservato

all’Hard Rock Cafe di Parigi.

La canzone si differenzia nettamente dagli altri singoli estratti dall’album per la freschezza della melodia, il ritmo veloce, totalmente in contrasto

con i ritmi lenti delle altre ballad.

L’album si conclude con la psiche-delica e surreale Champagne Super-nova, di cui –stranamente- lo stesso Noel non sa il significato preciso ed anche in questo caso il paroliere de-gli Oasis era un po’ “sballato” quan-do scrisse la canzone –stranamente

2.0-.

La canzone, che dura complessiva-mente sette minuti erotti, inizia con il suono dell’infrangersi delle onde per poi lasciare spazio prima alla voce di Liam poi a degli assoli di

chitarra in dei susseguirsi serrati ma complessivamente dolci che cullano

chi l’ascolta.

La canzone vanta la collaborazione di Paul Weller, seconda voce e chi-tarra principale ed è la canzone più suonata dagli Oasis durante i loro

tour.

Riguardo questa canzone Noel dis-se: « Camminando piano nel salone/ più veloce di una palla di cannone: cosa significa? Non ne ho la minima idea. Ma dimmi, quando hai di fron-te 60.000 persone che la stanno can-tando, non sanno forse cosa signifi-ca? Significa qualcosa di diverso per

ognuno di loro. ».

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anGolo dello svaGo

L’ANGOLO DELLO SVAGOAllontana i pensieri e stuzzica l’intelletto

HIPSE DIXIT Invia le tue “Hipse Dixit” a: [email protected]

Banfi: Fatta una birra se ne fa un’altra!

Dal Molin: Se una rosa profumereb-be…

Mocellin: Dovevo fare il prete…

*parlando di chi gioca ad Affari Tuoi*Bonato: Spero ci sia un girone all’infer-no anche per loro!

Betto: Kant che ti passa!

Dal Molin: Peter Pan in inglese rimane uguale, mica lo chiamano Pietro Padella!

*parlando della comunicazione*Bonato: Immaginate il vostro gatto che parla interiormente “miao, miaao”

Mocellin: Vivere per poi morire è senza senso, è come ciuciare na savatta”

It’s not finger = No xe dito (non c’è certezza nei fatti) But don’t you have a house, that! = Ma no te ghe ‘na casa, ciò! (sosti prolungatamente nella mia dimora e la cosa

non è gradita) Do you say real? = Te disi davèro? (incredulità)

Do you want to see? = Vuto vedare? (sfida) Go to know you! = Va savèr ti! (prima non ero a conoscen-

za di questo elemento determinante) Heal you this! = Curate questo (prenditi questa croce sulle

spalle e cammina) Hear me a moment = Scoltame n’àtimo (prendi una pau-

sa da ciò che stai facendo e ascoltami con attenzione) It’s made of big plastic = Xè de plastegon (ho dei dubbi

sulla qualità dell’oggetto preso in esame) I’m taken with the bombs = So ciapà coe bombe (non mi

avanza neppure il tempo di recarmi ai servizi) They’re problems! = I sè problemi! (ci sono diverse que-

stioni in sospeso) You do come the milk to the knees = Me te fe vegnèr el late ai senoci (questa situazione crea in me uno stato vegeta-

tivo momentaneo) You take it on the teeth = Te tea ciapi sui denti (ci sono

grosse probabilità che tu non ce la faccia) I’m more there than here = So pi de qua che de là (non

sono nel pieno delle mie forze) Shall we make a shadow? = Se fasèmo ‘n’ ombra? (idra-

tiamo il nostro corpo con una bevanda derivata dall’uva) I’m full of shadows = So pien de ombre (ho esagerato con

l’idratazione - v. sopra)This thing knows little fresh = Sta roba sà da freschìn

(questo cibo potrebbe avere più di una settimana) Me, for me, make yourself = Mi, par mi, fasé vialtri (mi

tengo fuori da ogni diatriba decisionale)

Dalla Tradizione veneta....

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19n.5 Giugno2014

scienza

IA:INTELLIGENZA ARTIFICIALESemplice analisi di quello che il mondo aspetta da tempo

L’innovazione: questa amata ed odiata Giovane ragazza che vive tra di noi, a volte correndo, a volte camminando e che porta tutto ciò che identifichiamo come “futuro”, come “qulcosa di nuovo e rivoluzionario”.

Ma come tutti sappiamo, ogni innovazione comporta,assieme ai benefici,anche dei rischi.

Vi sono poi quelle innovazioni che, nonstante annunciate sembrano non arrivare mai.

Ecco quindi una di quelle più discusse,amata ed odiata, oltre che profetizzata (con toni apocalittici) da scrittori, giornalisti, scienziati ed esperti: L’intelligenza artificiale.

Questa “capacità” che in un futuro i calcolatori dovrebbero possedere, permetterebbe loro di apprendere, a partire da input e stimoli esterni, di elaborare informazioni con logica razionale “simile” a quella umana e, forse, di possedere delle emozioni.

Le implicazioni dovute a questa capacita sarebbero enormi, applicabili positivmente e negativamente a molteplici campi: dalla robotica,( nella quale molti dei lavori, manuali o a contatto umano, verrebbero svolti da macchine al posto che da uomini), all’utilizzo massivo di calcolatori intelligenti per l’elaborazione di teorie fisiche e matematiche avanzati, fino all’applicazione bellica, con sistemi di combattimento estremamente avanzati e probabilemnte completamente autonomi).

Tuttavia le più terrificanti scenografie apocalittiche temono già un possibile colpo di mano delle IA, dovuto alla loro acquisita coscenza di se stessi: famosi esempi sono il testo fantascientifico IO, robot di Isaac Asimov, i Film Terminator (dove la prima IA, skynet, pervade la rete mondiale) e Matrix (dove le macchine hanno segregato l’umanità al di sotto della superficie terrestre).

Diviene Ancora più terrificande la figura dell’IA se si pensa ad una possibile “Mente collettiva” , singola intelligenza capace di pervadere tutti i calcolatori collegati ad essa ( per esempio tramite l’attuale rete globale, internet) Creando una “mente alveare”.

Tutavia rimane spesso la domanda balenante: Per quale motivo non si vedono ancora robot con capacità di intelligenza

paragonabili a quelle umane in giro?

L’informatica sembra fare passi da gigante, tuttavia dal punto di vista pratico, ovvero delle tecnologie che effettivamente vengono sviluppate, è ancora molto lenta.

Colpa dell’immaturità della società e del mercato, che necessitano tempo per raggiungere lo sviluppo necessario a poter fare veri cambiamenti.

Qui sta il problema: una VERA intelligenza artificiale richiederebbe un salto tecnologico decisamente maggiore di quelli che ora compiamo. Vediamo il perchè.

Esistono attualmente alcuni algoritmi, applicati a vari campi, denominati di “Machine learning”: sono algoritmi designati per permettere alla macchina di apprendere determinati dati basandosi su informazioni ricevute, e alterare l’algoritmo stesso in base a questi, sono tuttavia solo soluzioni palliative, temporanee, capaci di imitare l’apprendimento e basta.

Per l’introduzione di una “vera” intelligenza artificiale,ovvero di un’intelligenza non limitata a piccoli apprendimenti, o almeno con le capacità decisamente maggiori, esistono invece dei modelli, ritenuti potenzialmente funzionali: primo su tutti è quello delle reti neurali, che si avvicina all’ intelligenza più presente innanzi ai nostri occhi, il cervello umano.

Una “rete neurale”,per dirla in maniera semplicistica , è una rete di unità di elaborazione (nel nostro caso i neuroni) ,con uno o più input ed uno o più output , capaci di ricevere e trasmettere impulsi nervosi all’unità successiva solo nel caso in cui gli impulsi elettrici ricevuti dal primo superino una determinata soglia (denominata bias), una rete neurale formata da un solo neurone è definita percettrone.

La vera caratteristica particolare dei neuroni è la capacità di alterare la soglia di trasmissione dell’impulso: è possibile, fornendo ad una rete neurale i dati di input ed anche gli output “allenarla”, fino a renderla capace di operare come una porta logica, o nei casi di reti più grandi fino a renderla capace di elaborare informazioni molto più complesse di semplici dati numerici.

Ovvio che, una rete neurale con capacità simile alla nostra richiederebbe un numero esageratamente grande di neuroni: qui spunta il primo problema, come riuscire a riprodurne una? esistono varie ipotesi, che spaziano dallo sviluppo di cellule neuronali in laboratorio (il che richiederebbe grandi investimenti in risorse e tecniche per simbiosi macchina-organismo) alla riproduzione virtuale di una rete neurale, ovvero la trasposizione del modello in un software.

Ma in quest’ultima teoria, che pare essere più vicina al possibile si sovrappone un grande problema: il calcolo parallelo.

Il processore di un calcolatore come quello che tutti possiedono, esegue solitamente le operazioni una alla volta, nonostante vi sia l’illusione che il computer esegua molte azioni in contemporanea.

Attualmente i calcolatori più potenti possiedono processori con “core” di calcolo contabili ancora su qualche mano, il che porta all’implicazione di come le operazione che devono essere simultanee non siano tutte tali.

Una rete neurale, invece richiederebbe un sistema di calcolo parallelo per ogni neurone( nel nostro cervello ogni unità è a se stante ): il che rappresenta un grande ostacolo.

Per rendere inoltre una rete simile alla nostra, con capacità di pensiero astratto, servirebbero inoltre una complessa progettazione, oltre alla capacità di riproduzione delle unità neurali e soprattutto un lungo “addestramento” della rete.

Molti di questi problemi, tuttavia, potrebbero essere risolti grazie allo sviluppo esponenziale della potenza di calcolo ed alle nuove frontiere della fisica, che offrono nuove opportunità(come i teorizzati calcolatori quantistici, già predetti come una delle prossime fasi del mondo informatico).

Come detto, servirà un grande balzo avanti tecnologico per ragiungere un mondo di fratelli robot e amici computer.

Non ci rimane quindi che aspettare, o muoversi verso il futuro sperando di essere i creatori del primo “uomo virtuale”.

di Leonardo Cattarin(3BSA)

Page 20: Per collaborare scrivete a - liceobrocchi.com STUDENTI/HERMES/2013-14/2013.4.pdf · Un altro anno scolastico è passato, un anno di responsabilità e di mancanze di essa, di lotte

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oroscopo

OROSCOPO ESTATE 2014

di Nicola Fontana & Arianna Zonta(5 CS)

ARIETE (21 Marzo-20 Aprile): Salute: il sole di giugno vi creerà qualche scottatura: usate la crema solare, fatevela spalmare da qualcuno ;) Scuola: tutto ciò che era bloccato nei mesi precedenti da Marte in Bilancia ora si libera di questi vincoli astrali. Amore: l’estate vi offrirà

innumerevoli occasioni per vivere nuove avventure, lasciatevi trascinare dall’onda della passione. Fortuna: medusa

TORO (21 Aprile-20 Maggio): Salute: le vacanze vi donano nuova energia, sarete sempre pronti a fare festa. Scuola: vi siete giocati gli ultimi sei mesi a modo vostro: i risultati si sono visti. Amore: il caldo soffocante dell’estate potrebbe soffocare anche le passioni, combattetelo con

una bevanda ghiacciata da dividere in due. I single non avranno molte occasioni: sfruttate ogni momento. Fortuna: squalo

GEMELLI (21 Maggio-21 Giugno): Salute: la brezza marina vi scompiglia i capelli ma non le idee: rilassatevi mentalmente e godetevi le meritate vacanze. Scuola: al diavolo la scuola, godetevi l’estate senza preoccuparvi troppo. Amore: luglio vi farà scendere in campo, farete

molti nuovi incontri a patto che accettiate gli inviti: cogliete la palla al balzo. Fortuna: aperitivo in spiaggia

CANCRO (22 Giugno-22 Luglio): Salute: la calura della città non vi permetterà di trovare la pace interiore, il mare nemmeno: provate con la montagna. Scuola: l’impegno ha dato i suoi frutti e allargato le vostre conoscenze, l’anno prossimo farete faville. Amore: non siate impulsivi,

o rovinerete ciò che avete costruito finora. Se siete single datevi alla pazza gioia. Fortuna: granchio

LEONE (23 Luglio-23 Agosto): Salute: sarete energici e vi scatenerete spesso e volentieri: approfittate della vostra gioventù. Scuola: sarà un periodo fertile di progetti e idee geniali, riuscirete a portare a termine i compiti che vi assillano da tempo. Amore: da una semplice amicizia potrebbe nascere un caldo ù: lasciatevi andare o meno, Giove farà ciò che deve fare. Se non avete amici, uscite: ve ne farete a gogo (e non sto

parlando di amicizie ;) ). Fortuna: racchettoni

VERGINE (24 Agosto-23 Settembre): Salute: i cali di pressione saranno lievi ma frequenti occhi a non stare troppo sotto il sole...belli abbronzati va bene.. ma non troppo. Scuola: chi semina raccoglie: matureranno i frutti che con fatica e cura avete piantato durate i mesi, potrebbero arrivare buone notizie in tutti i campi. Amore: agosto sarà il vostro mese, ideale per consolidare le amicizie e far nascere nuovi

amori: buttatevi a pesce!. Fortuna: tempesta sotto l’ombrellone

BILANCIA (24 Settembre-23 Ottobre): Salute: vivrete di rendita per le energie che Marte vi ha dato durante l’anno passato... Non esagerate a sprecarla nei momenti non proficui al vostro estremo divertimento. Scuola: i sacrifici dei primi mesi dell’anno pagano!. Amore: Venere in gemelli vi farà vivere sereni e sentimentalmente consolidati se siete già in coppia; se siete single...estate di pazza gioia già a partire da giugno

incontri a gogo nuove persone, nuovi amici, nuove esperienze ;). Fortuna: Macedonia di frutta

SCORPIONE (24 Ottobre-22 Novembre): Salute: l’abbronzatura vi rende affascinanti e il relax vi permette di essere in pace con voi stessi e con gli altri: lasciatevi cullare dalle onde per raggiungere una quiete totale. Scuola: non avete dato il meglio di voi, ma avrete l’occasione di mostrarvi capaci e meritevoli il prossimo anno. Amore: non si prospettano grandi incontri sentimentali, ma se dovesse nascere una storia non

lasciatevi sfuggire l’occasione!. Fortuna: patatine fritte unte di olio da ingurgitare sotto l’ombrellone..ma che buei xD

SAGGITTARIO (23 Novembre-21 Dicembre): Salute: approfittate delle lezioni di fitness in spiaggia per ritrovare l’armonia con il vostro corpo. Scuola: avete fatto i furbi durante l’anno, beh sappiate che le bugie hanno le gambe corte, quindi occhio a non farvele(farvi) segare!!. Amore: le coppie già stabili troveranno nuovi risvolti alla loro situazione; i single avranno la possibilità di scegliere tra molti partner, ma fate

attenzione se non conoscete bene la persona che vi sta davanti. Fortuna: spuma di mare

CAPRICORNO (22 Dicembre-20 Gennaio): Salute: siate malleabili, non mostratevi disadattati: Giove porta equilibrio e felicità nella vostra vita. Scuola: basta vivere nelle illusioni del passato: dovete costruirvi il futuro iniziando da basi solide. Amore: non siate testardi, lasciatevi andare: vi aspettano moltissimi inviti e incontri in cui potrete trovare l’anima gemella. Fortuna: venditore ambulante

ACQUARIO (21 Gennaio-18/19 Febbraio): Salute: energie livello medio ma buona salute se si respira aspira fresca di montagna. Scuola: blocco completo non riuscirete a muovere progetti interessanti durate l’estate ed i risultati sono effimeri... Meglio usare il tempo per rilassarsi!!. Amore: le illusioni d’amore continuano..l’estate ne sarà piena!! Non innamoratevi n’è cercate storie nuove e state attenti che le amicizie che credete qualcosa di più in realtà non sono altro che semplici relazioni sociali!! Ma non disperate per coloro che nel profondo del cuore

desiderano qualcosa l’estate ha in servo una speciali sorprese!!:). Fortuna: cocco bello

PESCI (19/20 Febbraio-20 Marzo): Salute: salute al top l’aria estiva vi scalda i polmoni e l’animo che V farà vivere un estate di sana energia e benessere psicofisico. Scuola: chi la dura la vince: se avete dei progetti in mente non mollateli!!. Amore: Saturno in scorpione porterà stabilita alle coppie fisse.. Per i single scapestrati l’incontro di anime più serie potrebbe portarvi in nuove strade più solide e concrete, ma ricordate che

nulla potrà frenare la vostra voglia pazza di feste e passioni!!. Fortuna: occhiali da sole da 2€ ...ma quanto truzzi siete!! ;)