20151204 La delusione dell'OPEC

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20125 Milano

Questo report è stato prodotto da NUS Consulting Group e ha scopo solamente informativo. Le previsioni economiche e di mercato e dei prezzi

contenute nel documento sono basate su nostre valutazioni alla data del presente documento e sono soggette a cambiamenti senza preavviso.

Nessuna parte di questo documento può essere copiata, fotocopiata o duplicata in nessun modo e per nessuno scopo o distribuita a nessuna

persona diversa dagli impiegati, direttore o destinatari autorizzati senza un consenso scritto da parte di Nus Consulting Group.

News Flash La delusione dell’OPEC

04 dicembre 2015

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Con la chiusura a breve dell’incontro OPEC per discutere il piano per il prossimo anno, i notiziari si sono

riempiti di speculazioni su come e quanto l’OPEC taglierà o meno la sua produzione. Un esempio

emblematico è la notizia circolata ieri mattina secondo la quale gli Stati Sauditi sarebbero disposti a ridurre

la loro produzione di 1 milione di barili/giorno, annuncio che ha spinto altri membri OPEC e non-OPEC a

concordare a loro volta un calo della produzione. Chiunque stia seguendo il mercato dovrebbe sapere

che è impossibile che l’Iran o la Russia accettino un simile accordo. Infatti, entrambi i Paesi hanno dichiarato

esplicitamente che non accetteranno una diminuzione della produzione futura: la Russia intende

mantenere il suo attuale alto livello produttivo e l’Iran ha in programma di aumentare le esportazioni non

appena verranno rimosse le sanzioni internazionali.

In queste circostanze è estremamente difficile immaginare un possibile accordo fra i membri OPEC per un

calo della produzione. L’Arabia Saudita e gli Stati del Golfo (che hanno il costo produttivo più basso di

tutto il Paese) al momento non hanno assolutamente nessun incentivo a tagliare la produzione e

stabilizzare il mercato avvantaggiando così i loro rivali politici ed economici: Russia, Iran e Iraq. Inoltre

sembra che il piano originale dell’Arabia Saudita e degli Stati del Golfo di fare pressione sui produttori

petroliferi con costi più elevati (come nel caso dello shale, delle sabbie bituminose e della trivellazione in

acque profonde), stia lentamente avendo l’impatto desiderato.

Sembra che l’Arabia Saudita in questo incontro stia semplicemente scegliendo la strada del “politicamente

corretto”. Anziché iniziare l’incontro affermando apertamente che non intende cambiare il corso delle cose

e mostrandosi intransigente, sta dichiarando che manterrà una mentalità aperta e ascolterà gli altri membri

dell’OPEC (sebbene non abbia nessuna intenzione di modificare le sue policy). In breve, l’incontro

dell’OPEC probabilmente finirà senza che nulla cambi nello status quo e il mercato ne uscirà ancora una

volta deluso.

Per ulteriori notizie in ambito energetico ed informazioni, resto a Vostra completa disposizione.

Con l’occasione porgo i miei migliori saluti.

Claudio Enriquez

Amministratore Delegato

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