2013 Luciano LUCIANI La riscossa dopo Caporetto. La battaglia di arresto del novembre-dicembre 1917

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    Luciano Luciani

    La riscossadopoCaporetto

    La battaglia di arrestosul Piave, sul Grappa esullAltipiano di Asiago

    9 novembre 31 dicembre 1917

    Collana Sism ! " # "$13

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    LA RISCOSSA DOPO CAPORETTO

    LA BATTAGLIA DI ARRESTO SUL PIAVE, SULMONTE GRAPPA E SULLALTOPIANO DEI

    SETTE COMUNI.

    9 novembre 31 dicembre 1917

    Collana Sism N. 2 - 2013

    Roma 2014

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    PROPRIETA LETTERARIA

    tutti i diritti riservati:

    Vietata anche la riproduzione parziale senza autorizzazione

    2013 Luciano Luciani

    ISBN 978-88-908510-3-2

    Litos Roma

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    SOMMARIO

    1. Premessa p. 32. Larea della battaglia di arresto p. 103. Le forze contrapposte p. 184. Il disegno di manovra p. 24

    a)Imperi centrali p. 24b)Lorganizzazione difensiva italiana. p. 29

    5. La battaglia p. 346. Rommel e Nasci sulle

    pendici del Monte Grappa p. 84

    7. Valutazione critica delle operazioninel novembre-dicembre 1917 p. 92

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    1.PremessaGli infausti avvenimenti dellottobredicembre 1917 che

    nel linguaggio comune sono conosciuti come battaglia diCaporetto o disfatta di Caporetto e che gli storicimilitari pi correttamente definiscono 12a battagliadellIsonzo, ritirata al Piave e battaglia di arresto delnovembre- dicembre 19171 constano in effetti di tredistinti momenti operativi, che si sono succeduti nel tempo,e cio nello sfondamento da parte della 14a armata austro-tedesca della linea di difesa italiana dellalto Isonzo, nellamanovra in ritirata italiana fino alla linea del Grappa e delPiave e nelle operazioni offensive delle forze degli impericentrali tendenti a ripetere su questultimo fronte ladisarticolazione dello schieramento italiano.

    Gli accadimenti dellultimo scorcio del 1917 sono statiscandagliati in ogni aspetto ed in ogni particolare e laproduzione storica che ne conseguita sterminata2.

    1Il gen Enrico Caviglia, nella sua ponderosa opera in tre volumi Le tre battaglie delPiave, Mondadori, Milano 1934, definisce la battaglia di arresto prima battaglia del

    Piave.2 Opere fondamentali sullargomento sono ovviamente le relazioni ufficiali: quellodello Stato Maggiore Italiano (LEsercito italiano nella grande guerra 1915-18 volume IV. Le operazioni del 1917. Tomo 3, 3 bis, 3 ter. Gli avvenimentidallottobre al dicembre Roma 1967), quella dellarchivio di guerra di Vienna(OesterreichUngarns Letzer Krieg 1914-18, VI volume, Der Kriegsjahr 1917), dicui Ambrogio Bollati ha curato un riassunto edito a cura dello S.M.E. nel 1946, e

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    Nessun singolo avvenimento della storia nazionale haavuto tale notoriet tanto che non molto lontana dallaverit laffermazione che pochi cultori di storia militare,almeno in Italia, si sono sottratti alla tentazione diesprimere unopinione sullargomento.

    Come era ovvio, per, lattenzione degli studiosi si concentrata sulle operazioni militari nellalto Isonzo, chefurono allorigine della rotta dellEsercito, che unitamente

    agli avvenimenti dell8 settembre 1943, costituiscono ilmomento pi buio della storia nazionale.

    Sfortunatamente per noi, lesito della battaglia diCaporetto, che si deline fin dai primi combattimenti,dipese da un lato dallaver subito una sorpresa strategica,dal non essere preparati, ad iniziare dal ComandoSupremo, passando attraverso i comandi della 2a armata,dei Corpi dArmata, fino a scendere ai minori livelli, acondurre una battaglia difensiva in profondit ed, infine,

    dallo sconvolgimento delle comunicazioni tra comandisuperiori ed inferiori, tra comandi laterali e tra osservatorie schieramento delle artiglierie; dallaltro lato dal genialepiano dattacco della 14a armata germanica che poi fuattuato senza variazioni di rilievo fin oltre lo sbocco inpianura degli austro-tedeschi. A ci si aggiunse una serieincredibile di circostanze tutte negative per i difensori efavorevolissime agli attaccanti: ad esempio la presenza di

    quella dellArchivio di Stato germanico (Der Weltkrieg 191418, vol. XIII). Permaggiori approfondimenti si rinvia aLa storiografia militare italiana negli ultimi 20anni, curata da Giorgio Rochat per il centro universitario di Studi e ricerche storico-militari, Milano, Angeli 1985 pp. 19-28 e LHistoriographie italienne de la premireguerre mondiale, in:Neue Forschungen zum Ersten Weltkrieg. Literaturberichte und

    Bibliographien, a cura di Jrgen Rohwer, BernardGraefe, 1985, pp. 177 193, edalla Bibliografia di AA.VV.,Linvasione del Grappa, Rossato ed, 1999.

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    nebbia e pioggia nella primissima fase delloffensivaquando gli attaccanti dovevano muovere nelle immediatevicinanze delle posizioni trincerate degli italiani e giornatelimpide e soleggiate quando larmata austro-tedesca,superata la posizione di resistenza doveva muovere incampo aperto in zone scarsamente conosciute, contro unnemico che manovrava allo scoperto, in aree nonpredisposte a difesa e dominate dalla vista e dal tiro degliavversari; mancata difesa, a causa di disguidi nelle

    comunicazioni, delle strette di Foni e di Saga, chepotevano essere tenute a lungo data la loro forza intrinseca,con forze non rilevanti; mancata percezione da parte delComando Supremo del disastro che andava profilandosiche caus il ritardo dellordine di ritirata al Tagliamento edindirettamente la cattura di gran parte delle truppe dellazona Carnia; per contro rapida intuizione del comandodella 14a armata tedesca della rottura del fronte conconseguente energica reiterazione degli sforzi in

    profondit.Il ritardo nella esatta comprensione della situazionedelineatesi la sera del 25 ottobre, il secondo giorno dellabattaglia, da parte del Generale Cadorna e del ComandoSupremo, in uno con la speranza di un miracolo checonsentisse alle truppe italiane di contenere lirruzioneavversaria su linee immediatamente retrostanti, indussero ilgeneralissimo a non ordinare subito la ritirata alTagliamento oppure al Piave , con la conseguenza che la

    2a armata, il cui comandante lo stesso 25 ottobre avevasegnalato lopportunit di ripiegare direttamente sulTagliamento per sganciarsi dal nemico e tentare diriorganizzarsi, fu costretta a ritirarsi sempre sotto la

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    pressione del nemico e perci stesso senza la possibilit dicontro-manovrare, avendo esaurite le riserve.

    Lordine del Comando Supremo di ritirarsi al Tagliamento delle ore 02.30 del 27 ottobre3.

    Da tale data la 2a armata ed il comando truppe della Carniainiziarono la manovra ritardatrice, mentre la 3a armata, chepresidiava il basso Isonzo e la 4a armata schierata sulfronte dolomitico avviarono la manovra di ripiegamentoche conclusero brillantemente e con perdite di materialicontenute data la buona potenzialit degli assi stradali eferroviari di deflusso, il 9 novembre schierandosi a difesadella linea del Piave e del Monte Grappa4.

    La manovra in ritirata pu considerarsi un successo per ilComando Supremo, che riusc a schierare sulle nuoveposizioni una buona parte dellEsercito e riusc quasisempre a controllare le mosse dellavversario, tranne che

    nella ritirata dal Torre al Tagliamento, che risult caoticanel solo settore della 2a armata e del Comando truppe dellaCarnia. Una crisi di minore importanza fu subita dalla 4a

    3 S.M.E. ufficio storico, LEsercito italiano nella grande guerra, Vol. IV Leoperazioni del 1917, Tomo III Gli avvenimenti dellottobre al dicembre, Roma 1967(dora in poiRelazione ufficiale italiana, abbreviazione R.U.I.), p.388.4Quando non possibile contenere la pressione del nemico che irrompe oltre lultimaposizione difensiva giocoforza ricorrere alla manovra in ritirata. Questa puassumere la forma della manovra di ripiegamento o della manovra ritardatrice. La

    prima consiste nel sottrarre il grosso delle forze al contatto del nemico ad a daresicurezza, con unaliquota di esse retroguardia al movimento retrogrado generale.Si conclude con il presidio di una retrostante posizione difensiva da parte delle stesseGrandi Unit che hanno condotto la manovra. Le manovra ritardatrice, invece, tendea guadagnare, ritardando o logorando lavanzata nemica, il tempo necessario affinchaltre forze possano schierarsi su posizioni arretrate sulle quali accettare la battaglia,oppure affinch forze dislocate in settori laterali possano sottrarsi ad una manovra diavvolgimento.

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    armata, soprattutto per il ritardo con cui fu ordinato ilripiegamento delle truppe dislocate nel Cadore.

    Il giudizio nel complesso positivo sulla manovra italianaviene indirettamente confermato dal fatto che gli austro-tedeschi mancarono lobiettivo che si erano posti in unsecondo tempo, cio di impedire la ritirata alla 3a armata edi precedere gli italiani sul Piave per non dar loro modo dicostituire col la nuova posizione difensiva.

    Questa fase delle operazioni si concluse il 9 novembre conil ritiro di tutto lesercito italiano sulla nuova linea delPiave e del Grappa5.

    Nellintento di sfruttare le favorevoli condizioni che siprospettavano, gli imperiali, decisi a spingere fino in fondola grande offensiva che li aveva portati ad un passo dallavittoria finale, davano vita ad unaltra grandiosa battagliache si sviluppava in due fasi: la prima dal 9 al 29

    novembre tendente alla disarticolazione della nuovaposizione difensiva italiana ed il raggiungimento dellalinea dellAdige e la seconda, dopo il fallimento dellaprecedente, dal 4 al 31 dicembre con obiettivi limitati allarettifica del fronte in vista della ripresa delle operazioni nel1918, dopo che il comando supremo tedesco aveva decisodi disimpegnare le truppe germaniche dal fronte italiano,ritenendo non produttiva la continuazione delle operazioni.

    5R.U.I., p. 511.

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    Larea della battaglia di arresto.

    Il centro di polarizzazione della battaglia di arresto eraincentrato sul fiume Piave da Fener al mare, sulladispluviale del Monte Grappa e sulle propaggini orientalidellaltopiano di Asiago e comprendeva la pianura venetatra Livenza e Bacchiglione e le Prealpi bellunesi e feltrine.

    Si tratta di unarea di estrema sensibilit strategica per unesercito che si difende da provenienze da nord-est, nonsolo nel 1917, ma anche per tutto il periodo che va dallafine della III guerra di indipendenza (1866) ai giorni nostri.

    Gi negli ultimi decenni del XIX secolo la pianificazioneoperativa italiana prevedeva che in caso di attacco da partedellAustria sarebbe stato necessario abbandonare lapianura friulana per condurre una battaglia difensiva-controffensiva appoggiata al Piave.

    Anche se su tale linea non erano state costruitefortificazioni permanenti o semipermanenti, era possibileagevolmente ed in breve tempo predisporla a difesa dalmomento che gli Stati Maggiori delle grandi unit epressoch tutti gli ufficiali del servizio permanente eranoperfettamente orientati sul terreno, ove i reparti ancoraprima della guerra avevano condotto frequenti campagneaddestrative.

    Il Piave, tra lo sbocco in pianura a Fener e Ponte di Piave,

    ha ed aveva nel 1917, un letto ampio, ghiaioso e scopertocon la possibilit di guadi frequenti e facili in periodi dimagra e con accessi di massima agevoli fra Nervesa ePonte di Piave e pi difficoltosi a monte di Nervesa.

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    A valle di Ponte di Piave il fiume corre pi riunito, divieneinguadabile ed fiancheggiato da zone paludose edinondabili.

    Nel corso di pianura il fiume quasi sempre serrato daarginature, fiancheggiato su uno o su entrambi i lati darotabili ed scavalcato da numerosi ponti. Intercetta laprovenienza da est ed solidamente appoggiato al mare edai monti. Pu essere aggirato attraverso il solco Feltre-

    Belluno ed vulnerabile solo nella parte alta.Il regime idrologico del fiume direttamente dipendentedalla piovosit e quindi soggetto a piene primaverili eautunnali.

    Tra Crocetta e Nervesa, la sponda destra del Piave fiancheggiata dal Montello, che sorge isolato nella pianura,sulla quale si eleva di non pi di 200 metri; ha piantaellittica ed orientato con la sua maggiore dimensione

    (km. 13) da nord-est a sud-ovest, mentre misura circa km.7 da nord a sud.

    La sua dorsale costituita da un piano inclinato, moltomosso, di natura carsica, il quale dalla quota massima diColesel Val dAcqua (371 metri) declina a dolce pendioverso est, e quindi cade con ripide sponde sul Piave,rinserrandolo contro le opposte pendici di Colle di Guarda-Colfosco.

    La pianura ad est ed a ovest del Piave, tra Livenza eBacchiglione caratterizzata da ricchezza di acqua, davegetazione rigogliosa, da numerosi fossi delimitantiappezzamenti di terreno messi a coltura, da filari dalberi ealte siepi.

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    Molto pi numerose delle grandi vie di comunicazioneerano nel 1917, le strade secondarie, senza regolaremanutenzione, alquanto fangose dopo le piogge.

    In dipendenza della fertilit del suolo, la pianura accoglieuna popolazione che nel 1917 era addensata in importanticentri abitati, vicini tra loro, spaziosi, con larghe strade epiazze, nonch frequenti robusti cascinali, isolati, ampi,con vasti cortili.

    Nella pianura veneta il lavoro delluomo aveva creatoelementi importanti per le esigenze militari allepoca dellebattaglie.

    Ci si riferisce ai numerosissimi canali, generalmenteinguadabili, poco larghi, a corrente lenta e quindi adatti algittamento di ponti; agli argini sopraelevati che, oltre afunzioni di ostacolo, esercitano notevole dominio; allaricca rete stradale che consente il movimento anche di

    grandi masse.Il secondo elemento caratterizzante larea della battaglia diarresto il massiccio del Grappa.

    Esso sorge a nord del centro della pianura veneta ed apparestaccato dalle Prealpi da profonde incisioni costituite daisolchi vallivi Cismon-Brenta, Feltre Arten e dalla valledel Piave.

    A sud del sistema orografico ed a distanza variabile dallasua base, nella pianura veneta, ubicata una frangia dibasse colline moreniche ed alluvionali: il gruppo pievidente e caratteristico quello dei colli di Asolo, separatidalle Prealpi dal solco di Possagno.

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    Il sistema si presenta come una raggiera di contraffortipartenti tutti dalla cima del Grappa (1775 m. s. l. m.);considerando che la vetta non al centro del massiccio, ma spostata verso sud-ovest e che la quota media su cuidegradano le pendici di circa 300 metri a nord (zona delfeltrino) e 200 metri a sud (pianura veneta) si pu dedurreche i contrafforti diretti a settentrione sono non solo pilunghi, ma molto meno ripidi di quelli rivolti a sud.

    Se, infatti, dalla pianura veneta si osserva il massiccio si halimpressione di unenorme muraglia, squarciata qua e lda erosioni profonde.

    Al di sopra delle pareti strapiombanti le forme siaddolciscono dando quasi limpressione di un altopianoalquanto mosso naturalmente. Di conseguenza, si puaffermare che, escluso il versante nord, le forme tormentatee selvagge delle montagne sono situate nelle zone basse ele forme pi dolci nella regione superiore.

    Cadorna aveva preso in considerazione, la possibilit diutilizzare il massiccio del M. Grappa quale appoggio peruna difesa della linea del Piave fin dal 19136. Il M. Grappafu nuovamente allattenzione del Comando Supremo, nelmaggio 1916 allorquando si prospett lesigenza diappoggiarvi lala destra della 1a armata qualora si fosseresa necessaria una ritirata dagli Altipiani. In queste dueoccasioni erano stati avviati lavori per fortificare la

    montagna, senza, che, per, fossero condotti con lanecessaria energia, tanto che allinizio di novembre 1917 leopere realizzate erano molto modeste e tutte tendenti a dareappoggio alla difesa dellAltopiano di Asiago.

    6 La sistemazione difensiva del M. Grappa annesso 14 alla R.U.I., p. 673 e seg.

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    A quella data, erano in sostanza disponibili: la celebrecamionabile che da Bassano saliva alla vetta del Grappa,lunga 30 km, ma larga solo 3 metri; una carrareccia a fortipendenze dalla base alla cima; due teleferiche ed unimpianto di sollevamento per lacqua con relativi serbatoi;alcuni reticolati e appostamenti per artiglierie di mediocalibro dal lato ovest. Secondo il gen. Assum7 nonesistevano sul Grappa trincee, reticolati, postazioni permitragliatrici, gallerie8 caverne, ricoveri, sbancamenti,

    camminamenti, sbarramenti, mascheramenti.Il teatro della battaglia comprendeva anche la parteorientale dellaltopiano di Asiago. Esso si presenta comeun compatto tavolato quadrangolare di 30 km. per lato; haun orlo settentrionale su quote superiori ai 2000 metri, chescende ripidissimo sulla Valsugana, mentre verso suddirama lunghe dorsali fortemente incise.

    Lorlo meridionale presenta alture fra i 1000 ed i 1500

    metri, cade ripido sulla pianura ed invia verso nord alcunisperoni boscosi.

    Nel complesso, il tavolato centrale caratterizzato danumerosi contrafforti, variamente incisi, che vengono aconvergere verso la zona rappresentata dalla conca diAsiago (1000 m. s. l. m.).

    La regione risulta modellata da profonde spaccature aventispesso laspetto di vere forre: valli dAssa, Frenzela eGadega e bacino del Brenta.

    7 Clemente Assum,La prima difesa del Grappa, Torino, Gobetti 1924, p. 14.8 La famosa galleria sulla cima non fu iniziata che il 1 gennaio 1918.

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    Durante la guerra era stato dato notevole sviluppo allecomunicazioni rotabili sullintera regione.

    In conclusione, larea della battaglia presentavasignificativi elementi a favore dei difensori, chedisponevano di una linea di resistenza appoggiata adostacoli naturali di buon valore impeditivo e che a tergodisponevano di un terreno che favoriva unazionemanovrata in una regione che presentava facilit di

    movimento solo a chi era ben orientato sulla viabilitordinaria.

    Gli attaccanti, invece, anche ove fossero riusciti a sboccareoltre le prime linee, sarebbero stati ostacolati non solo neicollegamenti e nellindividuazione delle line di avanzata,ma anche nellalimentazione delle forze ad ovest del Piave,in dipendenza delle difficolt di attraversamento del fiume,come, peraltro, nel giugno successivo, la battaglia delsolstizio avrebbe ampiamente dimostrato.

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    3.Le forze contrapposte.Loffensiva dellIsonzo fu lultima grande azione bellica incui il vecchio esercito tedesco e le forze armate austro-ungariche operarono congiuntamente con mirabile spiritodi emulazione. Al termine della prima fase delle operazionisi trovarono schierati dallo Stelvio al mare articolati in tremasse principali9:

    - gruppo desercito Conrad dallo Stelvio al Brenta;- 14a armata germanica comandata dal Generale von

    Below e composta dai gruppi Krauss, Stein, Hofacker,Scotti dal Brenta a Tezze;

    - gruppo di esercito Boroevicon la 2a armata in primaschiera e la 1a armata in riserva, da Tezze al mare.

    La 14a armata germanica ed il gruppo di esercito Boroevidipendevano formalmente dal Comando del Fronte sud-ovest, retto dallarciduca Eugenio. Le truppe degli impericentrali ammontavano ad oltre un milione di uomini la cuiefficienza combattiva era esaltata da uno spirito elevato perle recenti vittorie che erano costate agli italiani la pianurafriulana, il Cadore e gran parte della pianura veneta, zonedi grandi risorse alimentari, che vennero ampiamentedepredate non solo per le esigenze dei combattenti, maanche per le popolazioni dellinterno. Per contro si eranoallontanate di molto dalle basi logistiche e questo

    provocava notevoli difficolt di rifornimento, specie per lemunizioni per lartiglieria.

    9 R.U.I., p. 525.

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    Pi in particolare, le forze che parteciparono alla battagliadel novembre-dicembre 1917 erano cosi schierate10:

    - ala sinistra del gruppo di esercito Conrad: III CA : 19a, 52a, 21a e 106a divisione di fanteria,

    da Val dAstico a M. Dorole;

    gruppo Kletter: 6a e 18a divisione fanteria da M.Dorole al canale del Brenta;

    - fronte sud-ovest comandato dallArciduca Eugenio:14a Armata Germanica

    gruppo Krauss: 22a e 55a divisione fanteria divisione Edelweiss- divisione Jger germanica, dalcanale del Brenta a Pederobba;

    gruppo Scotti: 14a e 50a divisione germanica daPederobba a Bigolino;

    gruppo Stein: 12a divisone germanica 13a divisionea. u. da Bigolino a Colfosco;

    gruppo Hofacker: 26a e 117a divisione germanica daColfosco a Tezze;

    riserva: 200a divisione germanica a Pordenone e 5adivisione germanica a Codroipo.

    Gruppo di esercito Boroevi: 2a Armata dellIsonzo in1a schiera:

    10 R.U.I., Tomo 3 ter, carta n.25.

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    II CA a. u.: 28a - 57a divisione da Cimadolmo aPonte di Piave;

    VII CA a. u.: 44a e 14a divisione da Ponte di Piavea Noventa di Piave;

    XXIII CA a. u. : 10a e 41a divisione e 1 BrigataLandsturm da Noventa al mare;

    Riserva : divisioni a. u. 9a, 12a, 20a, 35a, 48a e 60a.Lesercito italiano, dopo la grave sconfitta della 2a armataa Caporetto, e le ingentissime perdite durante la ritirata11,era ridotto ad una forza complessiva impiegabile inbattaglia di 700.000 uomini raccolti in due masse12.

    La prima costituiva il III Corpo dArmata e la 1a armata,schierati dallo Stelvio al Brenta, con circa 400.000 uominiin piena efficienza. La seconda formava le armate 4a e 3a ecomprendeva 300.000 uomini in buon grado di efficienza,anche se provati da combattimenti e dalle fatiche di unalunga ed estenuante ritirata.

    Una terza massa di circa 300.000 uomini costituiva i restidella 2a armata e richiedeva un lungo periodo diriordinamento prima di un qualsiasi impiego operativo.

    La riserva era costituita da sole 4 divisioni e dal Corpo diCavalleria, duramente provato nella manovra in ritirata.

    11 10.000 morti, 80.000 feriti, 300.000 prigionieri, 350.000 sbandati e disertoriallinterno, 3152 pezzi di artiglieria, 1732 bombarde, 3000 mitragliatrici. (R.U.I.,p.522).

    12 R.U.I., p. 522, 523.

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    Il nuovo schieramento dellEsercito Italiano, chepresentava il vantaggio rispetto al precedente di unnotevole accorciamento (400 km anzich 600km), e dilinee di rifornimento sensibilmente pi brevi, disponeva atergo di unarea di pianura, peraltro intersecata, da corsidacqua che potevano costituire successive linee diresistenza in caso di ulteriore sfondamento nemico, chepermetteva unagevole afflusso e manovra delle riserve.

    Elementi negativi erano invece lesiguit delle forzesullintero fronte, dallo Stelvio al mare; 33 divisioni(contro le 59 di ottobre) con 423 battaglioni appoggiati da3.500 pezzi di artiglieria contro le 55 divisioni (736battaglioni) con 4.500 pezzi degli austro-tedeschi e lascarsa organizzazione a difesa delle nuove posizioni chenon erano ancora sufficientemente efficienti e scaglionatein profondit13.

    Lo schieramento delle unit italiane per la battaglia di

    arresto era la seguente14:

    - 1a armata, in particolare, Comando Truppe Altipiani: XXVII CA da Astico ad Asiago; XXII CA: 2a e 57a divisione da Asiago a M. Zomo; XX CA: 29a - 52a divisione da M. Zomo a Col.

    Moschin.

    - 4a armata:

    13 AA.VV.,Linvasione del Grappa, G. Rossato ed, Novale (VI), 1999, p.74.14 R.U.I., Tomo 3 ter, carta n. 25.

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    XVIII CA: 51a, 15a e 56a divisione da Col Moschin aM. Tomba;

    IX CA: 17a e 18a divisione da M. Tomba a Vidor; II CA: 8a e 44a divisione da Vidor a Nervesa; Riserva: XXVII CA ( 23a e 67a divisione).

    - 3a Armata: VII CA: 58a e 48a divisione da Nervesa a Palazzina; XI CA: 45a e 31a divisione da Palazzina a Candel; XIII CA: 28a e 61a divisione da Candel al mare; Riserva : 4a divisione e brigate Pinerolo, Lucca e

    Perugia.

    - Riserva del Comando Supremo: Corpo di Cavalleria e XIVC.A. (divisioni 22a, 49a, 64a e 68a), tutti duramente

    provati nella manovra di ripiegamento al Piave.

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    4. Il disegno di manovra

    a. Imperi centrali.

    Gli obiettivi iniziali delloffensiva austro-tedescadellottobre 1917 che port alla rotta di Caporetto, come noto, erano limitati alla conquista della barra montana tralIsonzo e la pianura friulana e prevedevano il risultato

    massimo di respingere lesercito italiano ad ovest delTagliamento.

    Lesito estremamente favorevole dei combattimenti tra il24 ed il 26 ottobre sorprese non soltanto la 2a armataitaliana dellIsonzo, ma pure la 14a armata germanica e loStato Maggiore imperiale austriaco che improvvisamentevidero balenare la possibilit di estromettere dalla guerralItalia.

    Il Generale von Below comandante della 14a armata fulesto a cogliere lopportunit: era evidente che occorrevaprecedere gli italiani in rotta sui ponti del Tagliamento,acquisire saldamente le due sponde del fiume tra lemontagne ed il mare, in modo da avvolgere tutte le truppeavversarie operanti nella pianura friulana non direttamenteimpegnate nella battaglia e quindi procedere risolutamenteverso ovest, almeno fino al Po ed allAdige, inconcomitanza con una decisa offensiva austriaca

    proveniente dagli altopiani di Asiago e dei Lessini15.

    15 Kraft von Dellmensingen,Der Durchbruch am Isonzo, Oldenburg, Stalling, 1926(Edizione italiana a cura di G. Pieropan, 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, Milano,Arcana, 1981, pp. 415).

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    Le forze a disposizione per un piano cos ambizioso eranoalquanto limitate, ma al generale von Below ed al generaleKrafft von Dellmensingen suo Capo di Stato Maggioresembravano sufficienti, tenuto conto del limitato logoriodelle truppe nei primi giorni della battaglia, delle scarsequalit manovriere in spazi aperti dellavversarioanchilosato da due anni di lotta di posizione (mentre partedelle truppe tedesche impegnate nelle battaglieprovenivano da precedenti esperienze in campo aperto sul

    fronte orientale), e delle grandi possibilit che si aprivanoper le truppe degli imperi centrali operanti sugli altipiani,che con una spallata ai demoralizzati avversari chedifendevano il fianco sinistro dello schieramento italiano,potevano irrompere in pianura, schiacciando lesercitoitaliano in una morsa dalla quale nessuno sarebbe potutouscire.

    Il disegno di manovra per le operazioni ad ovest delTagliamento, ideato dal generale von Below, fu messo apunto nel primo pomeriggio del 3 novembre 1917 adUdine16, ove fin dal 30 ottobre si era installato il comandoavanzato dellarmata, in una conferenza con lArciducaEugenio dAsburgo, comandante del fronte sud-ovest17. Insostanza, fu deciso di fissare allAdige lobiettivo dellefuture operazioni, di sollecitare il comando supremoimperiale perch al pi presto fosse avviata loffensiva dalTrentino e di far cadere uneventuale resistenza italiana sulPiave ridiscendendo il fiume da Belluno verso sud. Per

    16 Il comando della 14a armata occupava il Castello di Udine, gi sede delComando supremo Italiano.

    17 K. v. D., 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, p. 262.

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    agevolare loffensiva il comando austriaco si impegn adorganizzare uno sbarco ad ovest del Piave.

    Raggiunto lAdige, le posizioni degli imperi centrali,appoggiate sul davanti al fiume e sui lati alle piazzeforti diVerona e Venezia, sarebbero diventate incrollabili, in casodi un ritorno controffensivo italiano, consentendo anche dieconomizzare forze, che si sarebbero potute inviare su altrifronti. Tale linea, inoltre, avrebbe costituito eccellente base

    di partenza per ulteriori operazioni offensive volte adeliminare lItalia dalla guerra.

    Per porre in atto quanto concordato era per necessario farrecedere il Comando Supremo imperiale germanico dalledecisioni, peraltro assunte prima della battaglia diCaporetto, di far rientrare in patria 5 delle 7 divisionitedesche della 14a armata non appena fosse stato raggiuntoil Tagliamento. Tale intendimento, poi, era diventatonecessit perch dallestate era in corso una violenta

    offensiva inglese nelle Fiandre che veniva frenata, ma nonarrestata dai tedeschi che disponevano di riserve moltoridotte. Perci fin dal 27 ottobre la 14a armata avevadovuto restituire al fronte orientale parte delle artiglierie equasi tutte le bombarde ed i mortai pesanti delle divisionitedesche18.

    Il Generale von Below per riusc ad ottenere una prorogaper mantenere le divisioni tedesche alle sue dipendenze

    fino al termine del ciclo operativo.Materializzatasi la difesa ad oltranza della linea del Piave edel Grappa da parte italiana e dopo sterili tentativi delle

    18 K. v. D., 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, p. 179.

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    divisioni tedesche di superare di slancio il Piaveimmediatamente al seguito delle ultime retroguardieitaliane19, la 14a armata tedesca che costituiva la punta didiamante dello schieramento austro-tedesco pianific leoperazioni per il superamento della posizione avversaria.

    Il 12 novembre il Generale von Below diram il piano peril forzamento del Piave a cura del gruppo Stein (duedivisioni) tra Valdobbiadene e Vidor e del gruppo

    Hofacker a Nervesa, e per la conquista del Grappa a curadel gruppo Krauss, forte di 4 divisioni.

    Obiettivo di primo tempo larea di Bassano del Grappa.

    Loperazione doveva svolgersi ad iniziare dalla notte sul15 novembre e la scelta della direttrice di attacco e degliobiettivi tattici erano demandati ai comandanti dei duegruppi.

    Il Generale Krauss

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    , noto propugnatore della tatticadellattacco lungo i fondovalle, che tanto successo avevaavuto a Plezzo, Caporetto e Tolmino, predispose unazioneintesa ad aggirare il massiccio del Grappa, che sarebbestato direttamente attaccato da forze modeste (il 3reggimento Schtzen), mentre lo sforzo principale sarebbestato applicato lungo il canale del Brenta (due divisioni euna brigata) e lungo la direttrice pedemontana Feltre,Quero, Alano e Possagno (due divisioni).

    19 F. Fadini, Caporetto dalla parte del vincitore. La biografia del gen. Otto vonBelow ed il suo diario inedito sulla campagna dItalia del 1917, Firenze, Vallecchi,1974, 2a ed. Milano, Mursia, 1992, annotazioni dell11 novembre 1917.

    20 gen. Alfred Krauss,Das Wunder von Karfreit, Lehmanns, Mnchen, 1926, p.290.

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    Le forze operanti sulle due direttrici avrebbero quindipuntato su Bassano del Grappa, avvolgendo nel frattempole difese montane e le difese del Piave.

    Il comando della 14a armata, per dare maggiore flessibilitalle operazioni, aveva disposto che le artiglierie sul medioPiave sia del gruppo Krauss sia del gruppo Stein fosseroorientate a dare il maggior appoggio possibile a quella chetra le due azioni avesse avuto successo, sospendendo nel

    contempo laltra.Intanto le pressioni del comandante della 14a armataperch fosse iniziata una decisa offensiva delle forzeschierate sugli altopiani verso sud aveva ottenuto leffettovoluto ed il Generale Conrad, comandante del gruppo diesercito sud, aveva disposto il giorno 8 novembre, chefosse condotta a cura del III Corpo darmata e del gruppoKletter21 un forte attacco alle forze italiane schierate traAsiago e Valsugana, con obiettivo Valstagna Bassano del

    Grappa attraverso la direttrice a Val Frenzela Valstagna canale del Brenta.

    Il nodo delle Melette rappresentava una posizionefondamentale nella difesa italiana. Si trattava di duegruppi di alture che correvano parallelamente da nord asud, denominati Melette di Foza ad est e Melette di Gallioad ovest, che costituivano un saliente pronunciato protesoverso le linee austriache. Il saliente aveva la funzione di

    215 divisioni di fanteria complessivamente: 6a-19a-52a-21a-106a con le artiglierieche gi si trovavano in posizione pi quelle di due divisioni in riserva di armata ealtre cedute da altri settori. A. Tosti, La resistenza italiana sullaltopiano attraversola relazione del Maresciallo Conrad, in Rivista Militare anno 1929, p.1310.

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    tener lontano il pi a lungo possibile lattaccante dallelinee principali di difesa italiane.

    Linizio delle operazioni, per le quali il comando imperialetedesco aveva concesso il rinforzo della 195a divisione difanteria germanica, dopo vari rinvii fu fissato, piuttostoaffrettatamente, per il 12 novembre.

    b. Lorganizzazione difensiva italiana.

    Lo schieramento sul Piave e sul Grappa seppur ideato insituazione di grande emergenza il 29 ottobre e resoesecutivo il 4 novembre da Cadorna, corrispondeva ad unapianificazione lungamente studiata e sperimentata in sededi esercitazione subito dopo la conclusione delle guerre diindipendenze che avevano portato il confine orientalesullIsonzo e sulla displuviale montana dellAdige, del

    Piave e del Tagliamento.Durante i primi anni di guerra, Cadorna aveva sempretenuto presente la possibilit di una ritirata dallIsonzo edin tali prospettive aveva ordinato consistenti lavori difortificazione campale sul Grappa.

    Cos, il Comando Supremo, al delinearsi del disastro diCaporetto, non ebbe difficolt a predisporre i piani per laresistenza sulla nuova linea.

    Il disegno di manovra prevedeva la difesa ad oltranza sulPiave e sul Grappa, previa rettifica del fronte a cavalieredella Valsugana, rettifica che richiedeva una conversionedellala destra della 1a armata che difendeva gli Altipianicon perno nella zona di Asiago-Gallio.

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    Qualora la battaglia difensiva sulla nuova linea non avesseavuto successo, si intendeva arretrare il fronte sulBacchiglione ed, in caso di ulteriore penetrazioneavversaria, sul Mincio.

    Se, per, i piani per il presidio della nuova linea eranorapidamente predisposti, non erano disponibili truppe diriserva per guarnire il fronte.

    Le riserve del Comando Supremo, erano state lanciatenella battaglia fin dai primi giorni ed erano state pressochannientate assieme a gran parte della 2a armata. Cadornadovette quindi affidare la difesa del Piave e del Grappa alla3a e 4a armata, non direttamente attaccate dal nemico, maseriamente coinvolte dalla disfatta della 2a armata, tanto daessere concretamente minacciate di aggiramento.

    La 3a armata riusc a sfilare attraverso la bassa pianurafriulana soltanto perch gli austro-tedeschi non riuscirono a

    coordinare una decisiva puntata verso sud con obbiettivo laconquista dei ponti meridionali sul Tagliamento e ci perla confusione ed il caos che coinvolse le divisioni diseconda schiera imperiale allo sbocco dalle valli delNatisone. Tuttavia la 3a larmata dovette abbandonare,oltre ai depositi, anche buona parte delle artiglierie pesantie dovette subire il logoramento o la perdita delle unitimpiegate in retroguardia nellazione frenaggio.

    La 4a armata, per parte sua, a causa della riluttanza del suocomandante generale de Robilant ad abbandonare posizionifortemente fortificate, ordin con ritardo, solo il 4

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    novembre22, la ritirata sulla nuova linea, talch subanchessa la perdita di parte delle artiglierie pesanti, oltre aconsistenti aliquote delle unit attardatesi e catturate dalnemico a Longarone, grazie alla spericolata manovra deltenente Rommel e delle sue truppe di montagna. A cidevesi aggiungere il pressoch totale annientamento delletruppe a presidio della Carnia, in parte catturate durante laritirata dallalto Tagliamento ed in parte confluite nellesacche di Longarone e delle Prealpi carniche.

    Comunque questa volta la fortuna ci fu amica e grazieallabilit dei Comandi di armata fu possibile presidiarecon sufficiente continuit il nuovo fronte. Limite dicompetenza tra la 3a e la 4a armata, Nervesa. Limite tra la4a e la 1a armata Col Moschin, spalla orientale del M.Grappa.

    Il disegno di manovra prevedeva la difesa ad oltranza delfronte: non poteva essere altrimenti, dato che mancavano

    in pratica al Comando Supremo le riserve per eventualicontromanovre.

    Per la verit, nei primi giorni di novembre eranodisponibili sul fronte italiano sei divisioni francesi equattro inglesi, ma erano sottoposte a precisi vincolidimpiego da parte del Consiglio Supremo di Guerrainteralleato di Parigi, in sostanza del Generale Foch.

    22 Il ritardo del gen. de Robilant nelleseguire gli ordini sfior lapertadisobbedienza, tanto che Cadorna arriv al punto di preparare lordine disostituzione del comandante della 4a armata, manifestando lintendimento, sia purea titolo di semplice battuta, di farlo fucilare (cfr. A. Gatti, Caporetto. Dal diario diguerra inedito maggio-dicembre 1917, a cura di A. Monticone, Bologna, ilMulino,1964, p.334; Tullio Marchetti, Ventotto anni nel Servizio Informazionimilitari, Trento, Temi, 1960 (Museo del Risorgimento Milano) p. 273-274.

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    Egli non consenti mai, almeno fino al 4 dicembre, che leunit alleate fossero impiegate in prima linea e neppure chefossero alle dipendenze, quali unit di riserva, di comandiitaliani, ma volle tenerle alla mano per poterle manovrare,in caso di cedimento della linea del Piave, che egli ritenevamolto probabile23, o in alternativa, per guarnire la lineadellAdige-Mincio, oppure in caso di circostanzafavorevoli, per una controffensiva in campo aperto controforze austro-tedesche sboccate nella pianura Veneta.

    Il criterio dimpiego delle divisioni alleate, in sostanza,prevedeva che finch perdurava la crisi dellEsercitoitaliano, le truppe franco-inglesi dovessero costituire lamassa di manovra che a Caporetto era mancata a Cadorna.

    Inizialmente (11 12 novembre) gli alleati si proponevanodi dislocare una divisione a Brescia contro possibiliminacce dalle Giudicarie e di schierarsi con altre cinquesulla linea del Bacchiglione, pronte al contrattacco.

    Successivamente (18 novembre) si dichiararono disposti adentrare in linea, unitamente agli italiani, dal Pasubio alBrenta, a condizione che il comando di tutto il settore fossea loro affidato. Il Comando Supremo non accett econtropropose che gli alleati tenessero il pi limitatosettore dallAstico al Brenta.

    A loro volta gli alleati, il 22 novembre, si dichiararonodisposti ad avanzare verso il Piave, fino a Castelfranco

    Veneto, sempre come riserva. Quindi gli inglesi sidichiararono disposti ad entrare in linea sul Montello, ma i

    23Al convegno di Peschiera, durante il quale re Vittorio Emanuele III fu inflessibilenellimporre la difesa della linea del Piave, Foch aveva molto insistito perchlesercito fosse ritirato sullAdige.

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    francesi, che temevano sempre uno sfondamento suglialtopiani, non vollero avventurarsi oltre il Brenta. Soltantoil 4 dicembre, le divisioni alleate nel frattempo salite a 11,ebbero lautorizzazione ad entrare in linea nella zona traM. Tomba e Nervesa ove si schierarono con 6 divisioni. Lerimanenti 5 erano in riserva tra Peschiera e CastelfrancoVeneto.

    L8 dicembre per a seguito della conquista da parte degli

    austro-ungarici del nodo delle Melette, gli alleati,ossessionati dalla possibilit che il fronte del Trentinocedesse, concordarono con il gen. Diaz di costituire unaarmata di manovra, costituita dalle loro 5 divisioni diriserva e da due divisioni italiane, che veniva dislocata inpianura fra Astico e Brenta. Pi tardi, quando gli austro-tedeschi sferrarono la loro ultima offensiva sul Grappa, ifrancesi non accettarono una proposta italiana di uncontrattacco sul M. Tomba ed il 19 dicembre nonaccettarono neppure una richiesta del Comando Supremodi spostare due divisioni francesi dellarmata di manovra aipiedi del Grappa. In questa occasione concessero soltantouna delle due divisioni italiane.

    In ogni caso, la presenza degli alleati nelle retrovie costituun formidabile sostegno morale per i comandi, e per icombattenti italiani che si erano resi conto di non esseresoli nella lotta con un nemico imbaldanzito dalla vittoria emolto agguerrito24.

    24 R.U.I., cap. XII, p. 612 628.

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    5. La battaglia.

    La battaglia di arresto, pur essendo stata concepita unitaria,si svilupp in fasi successive parzialmente slegate tra loro neltempo e nello spazio.

    Il primo scontro si ebbe sugli Altipiani, ove le divisioni delfronte tenuto dal feldmaresciallo Conrad si accanirono controle posizioni ad est di Asiago e del nodo delle Melette per oltreun mese, contenute in un primo tempo dagli italiani, chesuccessivamente dovettero cedere con perdite moltoconsistenti, riuscendo a bloccare lavversario ai marginisettentrionali della Val Frenzela, ove il fronte si stabilizz.

    Una seconda fase ebbe luogo sul massiccio del Grappa, cheinizialmente gli imperiali volevano aggirare sfondando leresistenze italiane sul fondo della Valsugana e sulla barramontana del M. Tomba e, non ottenendo risultati, attaccaronofrontalmente senza ottenere i risultati sperati.

    Altre operazioni offensive furono intraprese dagli austro-ungarici per tentare il forzamento in alcuni punti del medio ebasso corso del Piave, che non riuscirono ad intaccare la lineadifensiva italiana.

    Settore Altopiano.

    Lala destra del Comando Truppe Altopiani della 1aarmataitaliana era stata costretta ad arretrare per raccordarsi alla

    difesa del Grappa e ci aveva procurato al fdm Conraddelle incertezze sulle reali intenzioni degli italiani.

    Egli infatti, rispondendo alle sollecitazioni del ComandoSupremo, stava progettando una puntata offensiva sulladirettrice Val Frenzela-Valstagna, Bassano del Grappa, via

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    di facilitazione per lo sbocco nella pianura veneta.Tuttavia, al momento della pianificazione, non era ancorachiaro se gli italiani intendessero basare la loro difesa a sudoppure a nord della Val Frenzela: nel primo caso lattaccosarebbe caduto nel vuoto.

    Nel dubbio, il Conrad ordin alla 6a armata di attaccareverso M. Bertiaga su un fronte di 6 chilometri e cio versosud anzich verso sud-est25.

    Incaricati delloffensiva erano il gruppo Kletter (13battaglioni) ed il III C.A. (41 battaglioni) con in riserva 2divisioni nella zona di Trento-Lavarone (16 battaglioni).

    Gli italiani (XX e XXII C.A.) si ritirarono dalle posizioniad est di Asiago entro il giorno 9 novembre e gli austro-ungarici tennero loro dietro con un certo ritardo. In questofrangente il gruppo Kletter e reparti del III C.A. il giorno10 novembre, occuparono M. Fior e Gallio e intaccarono le

    difese di M. Sisemol, ma in questultima localit furonorespinti da vigorosi contrattacchi della 2a divisioneitaliana.

    Conrad non fu felice nella scelta della direzione di attacco:Certamente egli non previde che, ritirandosi gli italianidalla Carnia e dal Cadore, avrebbero dovuto abbandonareanche lalta val Brenta.. Cos il primo scopo del suo piano,quello di tagliare la ritirata dei Corpi dArmata coldislocati, venne a mancare. Tra laltro, egli prevedeva ditrovare dalla nostra parte una modesta densit di forze sulla

    25 A. Bollati (a cura di) riassunto della relazione ufficiale austriaca sulla guerra1915 18. Roma tip. Regionale, p. 421 (dora in poi Relazione Ufficiale Austriaca,abbreviazione R.U.A.).

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    sua fronte dattacco, mentre invece il ripiegamento avevaridotto di molto lestensione della linea, aumentandovi diconseguenza la densit delle forze26.

    Questo errore di Conrad influ su tutta la sua offensivaessendo rimasta incerta la direzione dattacco.

    Iniziata in un primo tempo con direzione ovest-est,loffensiva austro-ungarica si spost verso nord in unsecondo tempo, e finalmente in un terzo tempo prese ladirezione nord-sud.

    Fra il primo ed il secondo tempo vi fu una sosta di tregiorni; fra il secondo ed il terzo passarono dieci giorni.

    Nel dettaglio, le operazioni ebbero il seguente sviluppo.

    10 novembre

    Alle ore 04.30 gli austro-ungarici iniziarono lattacco tra

    Ferragh e Gallio, nella zona presidiata della 2a divisioneitaliana, con tre battaglioni in primo scaglione e due insecondo. La difesa, affidata al 49a reggimento di fanteria,cedette e gli attaccanti occuparono le due localit conlintenzione di imboccare la Val Frenzela e scendere in ValBrenta allaltezza di Valstagna. Contrattacchi localicondotti con 3 battaglioni ristabilirono la situazioneripristinando entro la serata la linea di resistenza iniziale27.

    Era chiaro al Generale Conrad che prima di attaccare versoM. Bertiaga occorreva dare protezione al fianco sinistro,

    26 E. Caviglia,Le tre battaglie del Piave, cit, vol. II, p. 24.27 R.U.I, P. 548.

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    per cui fu ordinato al gruppo Kletter di agireoffensivamente verso le Melette, il giorno successivo.

    11 novembre

    Durante la giornata il III C.A. austro-ungarico, che avevaavuto ordine di occupare il massiccio delle Melette, oalmeno le Melette di Gallio28, riprese le operazioni con unamassiccia preparazione di artiglieria sulla stessa linea delgiorno precedente. Alle 16.00 lattacco fu sferrato con 4battaglioni della 6a divisione, tra Longare e Gallio, cheinizialmente riuscirono a rompere la linea difensivaitaliana; nel corso della notte, per, furono respinti sullalinea di partenza dai contrattacchi della 2a divisione.

    12 novembre

    Durante la giornata il III C.A. a. u. ed il gruppo Kletterrinnovarono con maggiore intensit gli attacchi preceduti

    da intensi bombardamenti. Verso sera fu prodotto unulteriore sforzo contro Ferragh, tenuto da sole duecompagnie del 30 fanteria che ebbe successo, ma uncontrattacco dello stesso reggimento ristabil la situazione.Lazione offensiva fu poi estesa ad est verso C. Spil, conlimpiego di 5 battaglioni della 6a div. a. u. preceduti dareparti dassalto, che riuscirono a sfondare nuovamente lelinee italiane a M. Longara.

    13 novembre

    Fu una giornata cruciale: la 2a divisione dovette rinunciaread un programmato contrattacco inteso a riconquistare il

    28 R.U.A., p. 422.

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    caposaldo di M. Longara, e fu costretta a ripiegare di circa5 km sulla seconda linea.

    Con la perdita definitiva di M. Longara si scopriva ilfianco sinistro della 29a divisione, che difendeva il nododelle Melette.

    Nel pomeriggio il gruppo Kletter rinnov lattacco inprofondit sul fronte Asiago-M. Fior, venendo contenutoad ovest, ove resist il caposaldo di M. Sisemol.

    Ad est, dopo consistente preparazione di artiglieria, la 6adivisione a. u. sferr un massiccio attacco contro il nododelle Melette. Dopo una lotta ostinata gli attaccanti furonoarrestati alle falde di M. Castelgomberto29.

    14 novembre

    Settore Altopiano.

    Nella mattinata 3 reggimenti austriaci attaccarono il frontedella 2a divisione ma vennero contenuti.

    Settore del Monte Grappa e del Piave

    Sul Piave i combattimenti preliminari ebbero inizio sin dal10 novembre quando la 12a divisione di fanteria germanicaaveva tentato di travolgere la testa di ponte di Vidor, con lasperanza di passare il ponte mescolandosi ai reparti inritirata. Loperazione per aveva incontrato la decisa

    29 Amedeo Tosti, La resistenza italiana sullAltopiano dei sette comuniattraverso la relazione del Maresciallo Conrad, inRivista Militare, anno 1929.

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    reazione italiana: lattacco era stato respinto ed il pontefatto brillare30.

    La 12a divisione tent nuovamente il giorno 11 ilforzamento del fiume con limpiego di tutta la suaartiglieria, ma il fuoco di controbatteria fu talmenteviolento che loperazione fu sospesa.

    Il gen. von Below resosi conto che gli attacchi miranti alsuperamento del Piave fallivano tutti, pens di risolvere ilproblema con un forzamento metodico nella zona diVidor31. Il passaggio in questa zona imponeva il controllodel Grappa, e fu proprio in questa fase che il ComandoSupremo tedesco chiese che loffensiva fosse assistita daun attacco alle spalle del nemico nella zona degli altopiani,obbligandolo a proseguire la ritirata, le cui conseguenze, aquel punto, potevano anche essere la rottura dellacompagine morale del resto dellEsercito italiano e la suarotta definitiva32.

    Sul Grappa la 4a armata italiana aveva iniziato ad occuparele posizioni difensive fin dal 6 novembre, dopo aver rotto ilcontatto con le unit avversarie inseguitrici, il 4 novembre,a Longarone. Sul monte era schierato il XVIII corpocomposto di tre divisioni, e la 17 divisione del IX corpo.

    30 K. v. D., 1917. Lo sfondamento dellIsonzo, cit., p. 305.31 F. Fadini, Caporetto della parte del vincitore. La biografia del gen. Otto von

    Below e il suo diario inedito sulla campagna dItalia del 1917, Firenze, Vallecchi,1974, 2a ed. Milano, Mursia, 1992, p. 410.

    32 AA.VV.,Linvasione del Grappa, cit., p. 28.

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    Le unit della 14a armata assegnate allattacco almassiccio (gruppo Krauss) procedettero molto lentamente,rallentate dalle interruzioni stradali e dai corsi dacqua inpiena. La linea di difesa ad oltranza italiana era statarafforzata con avamposti intrinsecamente molto fortipresidiati dai reparti che avevano lordine di condurre unadifesa accanita, perci lavversario dovette condurre controdi essi attacchi impegnativi e sanguinosi.

    In attuazione della pianificazione predisposta, anche controla nuova posizione difensiva lo sforzo principale fuaffidato alla 14a armata germanica che poteva avvalersi delconcomitante appoggio del Gruppo dEsercito sud, delfeldmaresciallo Conrad, operante dagli altopiani di Asiagocon obiettivo larea di Bassano del Grappa e della 2aIsonzo Armee sul basso Piave.

    In sostanza per la conquista del M. Grappa furono lanciatenove divisioni contro le quattro italiane.

    La direzione assunta dalloffensiva austro-tedesca erapericolosa, e per le sue conseguenze strategiche in caso disuccesso, e perch mirava direttamente, per la via pibreve a sboccare nella pianura veneta. In caso di successosarebbe stato indispensabile per gli italiani di ritirarsi allalinea dellAdige.

    Era anche la direzione pi pericolosa perch i rapporti diforza erano tre a uno per gli imperiali e quindi ideale peruno sfondamento. Inoltre, la difesa era schierata sullorloposteriore di un altopiano, avendo alle spalle i fianchiripidi del Grappa che cadevano sulla pianura veneta.

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    Col si decidevano i destini della guerra: le popolazionidella pianura potevano assistere direttamente aicombattimenti, ma leco della battaglia risuonavanellintero Paese. Leggendario divenne leroismo deireparti che l tennero duro nella prima difesa.(Caviglia IIpag. 29)

    Gli sforzi non furono contemporanei perch la battagliasugli altopiani, come quella sul basso Piave iniziarono il 12

    novembre, mentre la 14a armata attacc il 15 novembre,proprio mentre loffensiva austro-ungarica stavaesaurendosi. Ci consent ad alcune artiglierie delle unititaliane dedicate alla difesa delle propaggini dellaltopianodi intervenire nel fondo Val Brenta dove era iniziatolattacco di una delle colonne del gruppo Krauss.

    Il previsto attacco del gruppo Stein nel settore del Piave asud del Montello fall per la reazione italiana ancor primache qualche reparto tedesco potesse toccare la sponda

    opposta.

    Con il pragmatismo che lo distingueva, il Generale vonBelow dispose limmediata sospensione delle operazioni diforzamento del corso dacqua sul fronte di sua competenzae limpiego di tutte le artiglierie della 14a armata a favoredei reparti del gruppo Krauss incaricati del forzamentodella stretta di Quero e della barra collinare del monteTomba.

    Le operazioni da questo lato per procedevano conlentezza a causa della accanita resistenza oppostasoprattutto dalle unit incaricate della difesa della lineadegli avamposti Monte Tomatico-Monte Roncone, controcui il giorno 14 doveva muovere un solo reggimento.

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    Il Generale von Wieden, che aveva avuto ordine dal suosuperiore Generale Krauss di impiegare la totalit delle sueforze lungo la direttrice della Val Brenta, trascurando lezone montane, e che, non condividendo tale orientamento,aveva cercato invano di far recedere il suo superiore dagliintendimenti gi espressi nellordine di operazione,deliberatamente disobbed agli ordini e impegn uninterabrigata (3 reggimenti) contro le posizioni avanzate italianedal Grappa.

    Poich il 14 novembre lattacco alle difese italiane suimonti non aveva dato i risultati sperati, il giornosuccessivo lattacco ebbe luogo lungo il fondo della ValBrenta, ma si scontr con una difesa accanita schierata sufronte ristretta e molto profonda e fall in breve tempo. IlComandante della divisione, che non se la sentiva diproseguire se prima non fosse caduto lavamposto di M.Roncone, ordin la sospensione delle operazioni infondovalle33.

    Tra Feltre e Quero il Comandante della 55a divisioneaustro-ungarica principe Schwarzenberg aveva inviato 2battaglioni per la conquista della posizione avanzata diMonte Tomatico eroicamente difeso dal btg. alpini ValCismon ed il grosso della colonna (5 battaglioni appoggiatida 4 batterie in prima schiera e 6 battaglioni in riserva)34lungo la direttrice del Piave, che per veniva arrestatoallaltezza di S. Maria, ben avanti allobiettivo, che era la

    stretta di Quero.

    33 K. v. D., 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, p.318.34Ibid. p. 316.

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    Da questo lato la 4a armata, responsabile della difesa delsettore Grappa-Piave-Montello, aveva predisposto la lineaprincipale sulla dorsale del M. Grappa ed aveva incaricatola brigata Como (23 e 24 reggimento di fanteria) disvolgere azione di frenaggio lungo la valle del Piave,irrigidendo la resistenza sulla dorsale che scende da M.Tomatico costeggiando a sud il fiume in corrispondenza diM. Tese e M. Cornella.

    Alla fine della giornata del 14 novembre, con sforzi dinotevole entit ed a prezzo di perdite molto elevate ilgruppo Krauss aveva conquistato soltanto gli avamposti diM. Peurna e M. Sassum ed un tratto della dorsale che dalMonte Tomatico degrada su Quero.

    Il mancato raggiungimento degli obiettivi di fondovalleaveva rafforzato il convincimento dei divisionari delgruppo Krauss (gen. Von Wieden, Mller eSchwarzenberg) che lazione sul basso non era praticabile

    senza che fossero stati conquistati i monti dominanti.

    Anche il gen. Krauss cominciava a nutrire qualche dubbiospecie per quanto riguardava le operazioni nel canale delBrenta, per cui decise che in quella direzione icombattimenti fossero sospesi, a meno che nella giornatadel 15 non vi fosse stata uno sfondamento.

    Conseguentemente egli avrebbe spostato il centro digravit dellazione sulla direttrice Piave M. Tomba,sempre trascurando lazione in quota, che riteneva senza

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    senso se non appoggiata dal consistente fuoco di artiglieria,che egli non era in grado di assicurare35.

    Per avere una visione unitaria della battaglia, che dal 14novembre si svolse, da Asiago al mare, su di un fronte di130 km, si espone di seguito lo sviluppo delle operazioniper ogni singola giornata.

    Operazioni del 15 novembre.

    Altopiano

    Avendo Conrad rinunciato allintendimento di attaccareoltre Asiago lungo la direttrice sud, il comando GruppodEsercito ordin un attacco avvolgente al M. Zomo, alleMelette ed al M. Tondarecar.

    Nelle prime ore del mattino il gruppo Kletter attacc leposizioni di Casera Melette, difese dal 9 fanteria. Gliaustro-ungarici vennero contenuti anche grazieallintervento di tre battaglioni schierati in 2 scaglione.Nel pomeriggio gli imperiali rinnovarono lattacco indirezione di Foza portato con decisione da 7 battaglionidella 6a divisione a. u.. a cui erano contrapposti la brigataRegina ed il btg. alpini Monte Baldo.

    Verso sera dopo aver respinto il primo assalto, la difesacedette allattacco del 2 scaglione e la 29a divisione fucostretta a reiterare la difesa sulla 2a linea, a met circa

    della Val Miela.Monte Grappa

    35 Ibid, p. 319.

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    Il gruppo von Wieden, nel canale del Brenta, occuplabitato di Cismon del Grappa, difeso da retroguardie, manon riusc a procedere oltre, perch arrestato dal fuocodelle artigliere italiane di fondo valle e delle montagnecircostanti.

    In quota, allinsaputa del gen. Krauss, furono impiegati unbattaglione che combatt unintera giornata per conquistareil Col de Prai difeso dal LX btg. bersaglieri e 4 battaglioni

    per conquistare M. Roncone, difeso dal btg. alpini ValNatisone, che cedette nella mattinata, e successivamente afine giornata M. Cismon, M. Fredina e Col Zaloppa.

    Nel settore orientale, il 26 Reggimento Schtzen delgruppo Wieden attacc senza risultati per tutta la giornataM. Fontanasecca attraverso la direttrice di M. Peurna.

    La 55a divisione, a sua volta impieg, 3 battaglioni per laconquista di M. Tomatico, che poi proseguirono su M.

    Peurna per unirsi alle truppe che attaccavano M.Fontanasecca.

    Per contro, le operazioni contro la stretta di Queroprocedevano a rilento: unintera brigata (la 38a) si arenavainnanzi al caposaldo di M. Cornella, strenuamente difesoda un battaglione del 24rgt. fanteria36.

    Pianura veneta

    Il passaggio in forze del Piave che il fronte sud ovest avevaprogettato per il giorno 16 doveva essere effettuato dalgruppo Hofacker e dal gruppo Stein, con lappoggio del

    36 Diario del col. conte Zedtwitz, inLinvasione del Grappa, cit., p. 227.

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    gruppo Scotti, tutti della 14a armata, rispettivamente neitratti prossimi a Nervesa ed a Vidor, con obiettivo larea asud di Bassano del Grappa.

    La 3a armata a. u. dellIsonzo doveva puntare con il IIIC.A. su Treviso passando per S. Bartolomeo, con il VIIC.A. su Preganziol e con il XXIII C.A. su Mogliano.

    Preliminarmente, il 10 novembre era stata occupata lisolafluviale di Papadopoli.

    Il giorno 12 reparti della 44a divisione Schtzen (2battaglioni del 73 fanteria) sferrarono un attacco disorpresa alle linee italiane nellarea dellansa di Zenson,che costituiva il limite di settore tra il XIII ed il XXIII C.A.italiano e riuscirono ad attestarsi ad ovest del fiume. IlComando della 3a armata ordin la riconquista delleposizioni perdute rinforzando nel contempo il XXIII C.A.con la brigata Pinerolo. Il contrattacco fu condotto nella

    mattinata e reiterato nel pomeriggio con tre reggimenti difanteria ma fall per laccanita resistenza nemica.

    Il 13 novembre la 57a divisione austro-ungarica attacc nelsettore tenuto dallXI C.A. italiano ma venne agevolmentecontenuta dalla brigata Venezia. Pi a sud, nel settore tra S.Don e Cortellazzo la 41a Divisione a. u. attaccava leposizioni italiane in pi punti. Le brigate Arezzo e Barirespingevano le puntate in corrispondenza rispettivamentedi S. Don e di Intestadura. Lattacco a Cortellazzo inveceriusciva ed i reparti austro-ungarici si infiltravano allespalle della difesa fluviale.

    Veniva intanto rinnovato il contrattacco per riconquistarelansa di Zenson. Due colonne della forza di una brigata

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    ciascuna riuscivano a progredire lentamente, restringendoil perimetro difensivo della testa di ponte austroungarica.

    Il 14 novembre prosegu lazione del XIII C.A. pereliminare la occupazione nemica dellansa di Zenson senzaconseguire, peraltro, apprezzabili risultati.

    Il passaggio del fiume della 13a divisione tedesca(14aarmata),la sera del 15, fall e quindi neppure ilforzamento del Piave a Nervesa pot effettuarsi. Pertanto ilgen. von Below non volle che il tentativo fosse rinnovato,perch privo di prospettive37

    Anche in corrispondenza della breccia aperta presso lafoce, a Grisolera, i contrattacchi del XXIII C.A. italianonon ebbero esito, per cui la linea di difesa fu arretrata sulPiave Vecchio, cedendo al nemico lampia area di bassapianura compresa nel quadrilatero Capo Sile, Intestadura,Cortellazzo, Cavazuccherina (odierna Jesolo).

    Considerate le gravi perdite subite nelle giornateprecedenti, il 15 novembre, il comando della 3a armataapprov la decisione dei C.A. dipendenti di sospendere leoperazioni per la riconquista dellansa di Zenson edellarea tra Piave vecchio e Piave Nuovo38.

    16 novembre

    Altopiano

    37 R.U.A., p. 427.38 R.U.I. p. 576 581.

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    Gli austriaci, in mattinata continuarono con alterna fortunai combattimenti attorno al nodo delle Melette, senza che vifossero, da una parte o allaltra, progressi di rilievo.

    A sera, un attacco in forze condotto da due battaglioniKaiserjger in 1 scaglione, due battaglioni del 17 e 27fanteria a. u. in secondo ed un battaglione del 75 fanteriaa. u. in riserva, riuscirono a conquistare il caposaldo di M.Zomo, nel settore della 2a divisione italiana, difeso da

    reparti del 77 fanteria. Durante la notte per i repartiitaliani di rincalzo, riuscirono a raggiungere la vetta delmonte ricacciandone gli occupanti che per si attestaronosubito al di sotto.

    Le perdite austro-ungariche erano state particolarmentegravi, e quindi il gen. Conrad decise di sospendereloffensiva, per riprenderla in seguito, dopo una piaccurata preparazione.

    Monte Grappa

    Nel settore del Brenta la progressione in fondo valle venivainesorabilmente arrestata e ci dava spunto al gen. vonWieden di insistere nellattacco per lalto. Il 59reggimento di fanteria con due batterie di artiglieriaraggiungeva C Sorda, a sud di Col Bonato, ma perdifficolt logistiche non era in grado di procedere oltre.

    Al centro del massiccio operava la divisione del gen.

    Marten. Il 3 reggimento Schtzen conquistava nellamattinata il M. Prassolan, sulla dorsale che da M. Ronconeporta a M. Pertica, ed una compagnia si spingeva su M.Pertica, che trovava sguarnito e proseguiva non vista finsotto la vetta del M. Grappa. Essa per veniva richiamata

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    alla base di partenza perch il reggimento durante lattaccosi era sparpagliato su una zona piuttosto vasta ed il suocomandante, prima di procedere oltre39 intendevariordinarlo.

    Particolarmente grave per gli italiani fu la perdita di M.Prassolan, ove era schierato un battaglione del 149fanteria della brigata Trapani che venne aggirato da unaazione in profondit da reparti del 3 Schtzen e si arrese,

    praticamente senza combattere nelle prime ore del mattino.Venne catturato anche il Comandante del reggimento chesi trovava in linea per caso, per una ispezione. Ilcedimento del M. Pressolan dest scalpore negli alticomandi italiani, tanto che alcuni ufficiali, cadutiprigionieri vennero deferiti ad inchiesta, in contumacia,ma, al termine della guerra, furono completamentescagionati40.

    Nel pomeriggio il 3 Schtzen riprendeva lavanzata, ma

    veniva sorpreso da un irrigidimento della difesa al disottodel M. Pertica, su una linea che nella mattinata non erastata individuata dalla compagnia che aveva superato laposizione, che nel frattempo era stato saldamente occupatadagli italiani.

    Pi ad est, sul M. Fontanasecca, che costituiva un elementodella difesa ad oltranza, si infrangeva lattacco del 26reggimento Schtzen, ricalzato da un altro reggimento

    proveniente dal M. Tomatico.

    39 K.v.D.,1917: Lo sfondamento dellIsonzo, cit., p. 323.40AA.VV.,Linvasione del Grappa, cit., p. 237.

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    Lattacco nella valle del Piave su Quero non era ancorainiziato perch il gen. Schwarzenberg riteneva necessarioacquisire preliminarmente il controllo del caposaldo di M.Cornella, accanitamente difeso, che domina la stretta diQuero41.

    Il gen. Krauss, portatosi nel pomeriggio a S. Maria, pressoil comando tattico della 55a divisione, spronava il suodivisionario ad attaccare lungo il fondovalle, trascurando le

    posizioni dominanti montane allo scopo di attestarsi al pipresto a ridosso delle posizioni di M. Tomba, alle spalledella stretta di Quero. Secondo il gen. Krauss era possibileoccupare Quero la sera stessa del 16 per permettere alladivisione Jger che si trovava il 2a schiera di sferrarelattacco a M. Tomba alle prime luci dellalba del 17novembre.

    Mentre il gen. Krauss ritornava al suo comando in Feltre, ilgen. Schwarzenberg, che non condivideva la concezione

    della manovra del suo superiore ritenendola di impossibileattuazione, disobbed agli ordini e dispose che lattaccoallabitato di Quero fosse contemporaneo a quello dellaposizione dominante di M. Cornella.

    Le due posizioni, fortemente difese, dal 24 reggimento difanteria cadevano attorno alla mezzanotte del 16, investiteda 5 battaglioni austro-ungarici, alla testa dei quali operavail battaglione dassalto del cap. von Graeve, della divisione

    germanica Jger. Questultima divisione, intanto,procedeva con difficolt lungo il Piave, tanto da rendereimpossibile il suo passaggio il 1a linea nei tempi fissati(alba del 17 novembre).

    41 K. v. D., 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, cit., p. 325.

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    Pianura veneta

    Nella notte sul 16, due battaglioni del 92 fanteriaaustriaco traghettarono il corso dacqua a S. Bartolomeo eFagar, ma violenti contrattacchi di 2 battaglionibersaglieri ed uno di fanteria costrinsero a ripiegare gli a.u. fin sullargine accerchiandoli. In definitiva ben pochidegli attaccanti riuscirono a ritornare sulla riva orientale.

    Il VII Corpo a. u. ebbe ordine di rinunciare ed un attaccocon base si partenza dallansa di Zenson ed il XXII nonpot fare progressi42.

    La mattina dello stesso giorno le corazzate Budapest eWien salparono dal porto di Trieste e si portarono al largodelle foci del Piave, bombardando le posizioni italiane coni pezzi da 240 mm.. Venne fatta salpare durgenza lasquadra navale italiana basata a Venezia, ma quando essagiunse in vista delle navi austriache, al primo scambio di

    colpi, la Wien e la Budapest ruppero il contatto eripararono a Trieste senza accettare il combattimento.

    17 novembre

    Altopiano

    Le operazioni subirono una stasi, e di ci approfitt ilcomando della 29a divisione per organizzare per il giornosuccessivo un contrattacco inteso a riconquistare il

    caposaldo di M. Fior e la testata della Val Miela. Destinatialloperazione un battaglione dassalto, i battaglioni alpini

    42 R.U.A., p., 428. R.U.I., p.581.

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    Stelvio, Pasubio, Cervino ed un battaglione del 129fanteria.

    Monte Grappa

    Nessun progresso ottenevano le puntate offensive nelcanale del Brenta e sulla parte occidentale del massicciodel Grappa. Uguale esito avevano gli attacchi del 26Schtzen contro le posizioni di M. Fontanasecca.

    Ad est la divisione Jger si schierava sotto M. Tomba perattaccare la linea di resistenza italiana allindomani. A suosostegno dovevano operare aliquote della 22a e della 55adivisione Schtzen. La XXVI brigata di montagnarinforzata dal battaglione da montagna del Wrtenberg deltenente Rommel era incaricata della conquista del M.Spinoncia e del M. Fontanasecca43.

    Il gen. Krauss, fortemente deluso del comportamento dei

    suoi poco disciplinati divisionari, scioglieva i gruppi vonWieden e Schwarzenberg e assumeva alle sue direttedipendenze le divisioni del gruppo44.

    Il giorno 17, quindi, lo sforzo principale della 14a armatagermanica gravitava decisamente nel settore tra Pederobbae M. Fontanasecca ed era affidata a forze ammontanticomplessivamente a 18 battaglioni in primo scaglione e 5in riserva, appoggiati dalle artiglierie non solo dalledivisioni in 1a e 2a schiera ma anche di parte delle altre

    43 M. Rech, Da Caporetto al Grappa. Edwin Rommel ed il battaglione da montagnadel Wrttenberg sul fronte italiano nella grande guerra, Rossato ed, Novale (VI),1998, p. 154.44K. v. D., 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, cit., p. 326.

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    divisioni della armata non direttamente impiegate neicombattimenti.

    Da parte italiana la difesa era articolata su due settori:

    - settore Spinoncia, affidato alla 56a divisione con unreggimento della brigata Taranto, i battaglioni alpiniVal Cismon, M. Avernis, Val Canonica ed il btg.bersaglieri. Le caratteristiche topografiche di questosettore, costituito da terreno brullo ed a ripidi pendii, nefacevano un ambiente di difficile percorribilit e diintrinseco ostacolo allattacco;

    - settore Tomba affidato alla 17a divisione con le brigateBasilicata e Como, questultima pressoch distruttadurante lazione di frenaggio ed i battaglioni alpini M.Granero e Val Pellice. Larea ove si stendeva laposizione difensiva era caratterizzata dal M. Tomba, unlungo contrafforte con una larga dorsale alla sommit,

    di modesta altitudine, con fianchi piuttosto ripidi, conandamento da est ad ovest che sbarrava la direttrice chedallo sbocco in piano del Piave portava a Bassano delGrappa.

    Pianura veneta

    Contrattacchi delle brigate Lecce, Caserta e Novararicacciarono il nemico da tutte le posizioni che era riuscitoa conquistare il giorno precedente, riacquisendo il

    completo controllo della sponda destra del Piave, adeccezione di unarea di modesta dimensione incorrispondenza dellansa di Zenson, che verr rioccupata il1 gennaio 1918 con un attacco di sorpresa del 3 rgt.

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    bersaglieri. Dal 17 novembre non si verificarono pitentativi di forzamento in massa del fiume45.

    18 novembre

    Altopiano

    Lattacco italiano, condotto con 4 battaglioni contro M.Fior, inizialmente di esito incerto, ebbe successo versomezzogiorno, quando fu occupato il torrione di M. Fior e

    le posizioni antistanti.

    Esito infausto ebbe invece un attacco alla testata del ValMiela; la 29a divisione comunque ripet i suoi inutilitentativi fino al 21 novembre.

    Monte Grappa

    Alle prime ore della mattina, scattava lattacco persfondare la linea italiana nel delicato settore di saldatura tra

    la pianura e il massiccio del Grappa.

    Nella conca di Alano, mentre albeggiava, la situazione erala seguente46:

    -la XXVI brigata da montagna dislocata tra Alano e S.Lorenzo con obiettivo le posizioni a nord di M. Tomba;

    -un reggimento della divisione Jger nellabitato diAlano pronto per lattacco a M. Tomba;

    45 R.U.I. p. 581.46 K. v. D., 1917: Lo sfondamento dellIsonzo, cit. p. 328.

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    -il secondo reggimento della divisione Jger sulla lineaFener-Faveri pronto per attaccare Monfenera;

    -il terzo reggimento della stessa divisione subito a sud diFener, con direzione di attacco Pederobba.

    Lazione, iniziata alle prime luci dellalba si arenava benpresto su tutta la linea. Soltanto sulla sommit del M.Tomba gli attacchi riuscivano a sommergere alcuneposizioni avanzate, ma la linea di difesa ad oltranza sidimostrava inespugnabile.

    Buona parte del merito del successo dellazione difensivadeve essere ascritto allartiglieria della 56a divisioneschierata su M. Pallon che aveva battuto con estremaefficacia sia la linea di partenza della divisione Jger sia levie di afflusso dellalimentazione tattica e logistica,infliggendo agli attaccanti perdite che lo stesso gen. vonBelow definisce pesantissime47.

    19 20 21 novembre

    Altopiano

    Continuarono i tentativi della 29a divisione di ripristinarele linee della testata di Val Miela e di proseguire lazioneverso M. Longara e M. Melette di Gallio.

    Monte Grappa

    Linsuccesso dellazione del 18 novembre indusse ilcomandante della 14a armata ad intervenire direttamentenella condotta della battaglia. Egli fin dallinizio aveva

    47Ibid, p. 327.

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    subto pi che condiviso la decisione del gen. Krauss diimpegnare la totalit delle sue forze nei fondovalle,trascurando le direttrici montane. A seguito dello scaccosubito, egli modific il limite di competenza tra lalasinistra (gruppo Krauss) ed il centro (gruppo Scotti) delsuo schieramento, attribuendo al primo tutto il massicciodel Grappa, escluso il fronte del M. Tomba, che venivaassegnato al gruppo centrale. Cos il gruppo Krauss dovevaoperare soltanto sulle alte quote ed indirettamente gli

    veniva indicato lobiettivo che era la conquista dellareamontana operando per lalto.

    Il corpo darmata Krauss restava composto48esclusivamente da truppe austro-ungariche con le 4divisioni 55a, 94a e 22a Schtzen ed Edelweiss, a lorovolta organizzate su due gruppi di combattimento. Ilprimo, al comando del gen. von Wieden doveva operare trail Brenta e M. Pertica con direttrice Col della Beretta M.Asolone M. Grappa e conquistando con lala sinistra ColdellOrso. Il gruppo aveva una forza di 13 battaglioni inprima schiera e 4 in riserva.

    Il secondo gruppo, al comando del gen. Mller, aveva ilcompito di occupare M. Fontanasecca, M. Spinoncia e M.Pallon per poi ridiscendere sui rovesci di M. Tomba edaveva una forza di 7 battaglioni in prima schiera e tre inseconda. In riserva di corpo darmata 16 battaglionidislocati nella piana di Feltre.

    Tra Pederobba e M. Tomba, 10 battaglioni in prima schieraalle dipendenze del gruppo Scotti.

    48 Ibid, p. 331.

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    I giorni 19, 20 e 21 novembre venivano spesi dalla 14 aarmata nella riorganizzazione dei reparti. Il gen. Kraussper premeva sui due gruppi di combattimento per unaripresa delle azioni offensive reputando a ragione che ognigiorno trascorso finiva per rafforzare ulteriormente ladifesa senza per contro procurare significativi vantaggiallattaccante. Il gen. von Wieden gi richiamatoufficialmente per non essersi attenuto alle direttive deigiorni precedenti non se la sent di disubbidire ancora e

    ordin lattacco sulla direttrice M. Pertica M. Grappa,che fall per insufficiente preparazione sia il giorno 20 cheil 21 novembre.

    Nel settore montano ad est, 6 battaglioni austro-ungaricisupportati dal battaglione Wrtenberghese del ten.Rommel con violenta azione di sorpresa nelle prime oredel 21 novembre conquistavano le posizioni di M.Fontanasecca ma fallivano lassalto al M. Spinoncia49.

    Pi ad est, sul fronte del Tomba si registravano solomodeste scaramucce tra pattuglie.

    22 novembre

    Altopiano

    Mentre la 29a divisione italiana si accingeva ad una nuovaazione controffensiva nel suo settore, gli imperialilanciarono un attacco a fondo con evidenti intenti decisivi,

    chiaramente indicati dalla presenza presso il postocomando avanzato di Conrad dellimperatore Carlo.

    49 M. Rech, Da Caporetto al Grappa, cit., p. 164 167.

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    Loffensiva, condotta da 33 battaglioni (contro 11 italiani)con lappoggio di 345 pezzi di artiglieria, fu preceduta findalle prime ore della mattinata da tiri a gas e di distruzionesulla linea da M. Melette davanti a M. Badenecche.

    La 29a divisione italiana sub nella giornata 5 attacchi insuccessione, ma riusc a contenerli e respingerli tutti.Soltanto un limitato tratto del fronte fu intaccato, ma in unsettore non decisivo.

    Le perdite austroungariche furono di entit tale cheprodussero nellimperatore una cos grave impressione cheegli stesso, la sera del 22, mise in discussione la possibilitdi continuare o arrestare loffensiva contro lItalia50.

    Monte Grappa

    Fin dalle prime ore della giornata, il 59 reggimentosalisburghese assaltava Col della Berretta, ed il 3

    reggimento Schtzen attaccava le posizioni di M. Perticadifese da un btg. del 149 fanteria e dal btg. alpini M.Rosa. Loffensiva sulla prima posizione portava ad unnulla di fatto; M. Pertica, invece, veniva espugnato alle ore9 e difeso con successo da ben sette contrattacchi italiani.Il monte a sera rimaneva saldamente in mano austriacasoprattutto per lesaurirsi delle riserve italiane; anche pergli avversari la giornata fu durissima: il 3 Schtzen rimasecon soli 600 effettivi dei 1.200 che contava il 14novembre51. Dora in poi fino al termine della guerra, lavetta del monte rimarr terra di nessuno perch

    50 Amedeo Tosti, La resistenza italianaattraverso la relazione del MarescialloConrad, cit.51 AA.VV.,Linvasione del Grappa, cit., p.257.

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    continuamente neutralizzata dalle dominanti artiglierieitaliane.

    La linea difensiva del Monfenera e del M. Tomba, inveceveniva sottoposta, ancor prima dellalba ad un violento tirodi distruzione ad opera di tutte le artiglierie disponibilidella 14a armata e subito dopo i reparti della divisioneJger scattavano allattacco e tra le 8 e le 11, anche graziealla straordinaria efficacia dei lanciafiamme,

    conquistavano la sommit della barra montana tra Piave eGrappa, ma non riuscivano a infrangere la linea italiana,che veniva riformata su posizioni immediatamenteretrostanti.

    Per tutto il pomeriggio infuri il combattimentocaratterizzato da continui attacchi e contrattacchi, altermine dei quali le posizioni cambiavano continuamentedi mano. La lotta ebbe termine nella serata, peresaurimento dellalimentazione tattica dei reparti

    germanici in prima schiera e per lirrigidirsi della difesa suposizioni rapidamente fortificate a ridosso della linearaggiunta dagli attaccanti. Contributo notevole allarrestodelloffensiva era stato offerto ancora una volta dalleartiglierie italiane schierate intorno a M. Pallon, chegodevano di eccellente campo di vista e di tiro sulla concadi Alano, naturale base di partenza e di rifornimento delladivisione Jger.

    23 novembre

    Altopiano

    Nonostante lesito sfavorevole degli attacchi e le ingentiperdite subite, gli austro-ungarici ripresero nella mattinata

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    loffensiva con tre ondate successive, tutte senza successo,contro M. Fior, il costone delle Melette e M. Zomo.

    Limperatore Carlo, conscio dellinutilit di ulteriori sforzi,che per altro sarebbero stati estremamente costosi intermini di perdite umane, la stessa sera ordin lasospensione delloffensiva.

    Monte Grappa

    Tutto sommato, i combattimenti degli ultimi 10 giornidella 14a armata germanica avevano sortito risultatimodesti e assolutamente sproporzionati alle considerevoliperdite subite dai reparti che vi avevano preso parte52.

    Linverno ormai imminente consigliava il gen. von Belowdi continuare loffensiva immediatamente e con maggiorenergia anche perch era indispensabile operare losfondamento delle linee italiane prima che le divisioni

    anglo-francesi in afflusso in Italia potessero dare unasvolta alla campagna.

    Le controindicazioni alla immediata ripresa delleoperazioni erano per consistenti: lesperienza degli ultimigiorni aveva dimostrato uno stupefacente recupero di forzacombattiva degli italiani, tale da richiedere agli austro-tedeschi, per avere qualche possibilit di successo, dipreparare con molta accuratezza una nuova offensiva.

    In primo luogo occorreva estendere anche alla linea delPiave loffensiva. Ci avrebbe richiesto laccumulo di

    52 Ibid, p. 335.

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    ingenti quantit di munizioni oltre che lafflusso dimateriali per il forzamento del fiume53.

    Il problema pi importante era quello del rifornimento dimunizioni: le basi logistiche della 14a armata, ma anchequelle delle armate austro-ungariche, erano alle testatedelle linee ferroviarie e quindi ad est dellIsonzo. Per la14a armata, con larrivo al Piave, le linee di comunicazionicon le retrovie si estendevano per 200 km in media

    partendo da S. Lucia di Tolmino, che era la pi avanzatastazione ferroviaria di scarico. Le successive strozzaturestradali nelle valli dellIsonzo e del Natisone avevanocausato inevitabili ingorghi che erano stati districati dapoco; ci nonostante e soprattutto per merito degliautocarri, il rifornimento di munizioni alle truppecombattenti era sempre stato sufficiente.

    In vista di unoffensiva, la situazione era destinata acambiare, tenuto conto del fabbisogno di munizioni per un

    attacco in grande stile. Gli automezzi, fino ad allora, eranostati sottoposti a gravissimi sforzi ed il loro rendimento siera ormai ridotto alla met. Le 25 colonne che lintendenzadella 14a armata poteva organizzare trasportavanocomplessivamente 750 tonnellate di munizioni al giorno; ilresto era riservato ai materiali del genio ed alvettovagliamento.

    Le esigenze giornaliere dellArmata ammontavano a 3.600

    tonnellate di munizioni e in ogni caso occorrevano dai 12ai 15 giorni per far giungere in prima linea i materialinecessari per alimentare tre giornate di grande battaglia.

    53 Le notizie che seguono sono tratte da K. v. D., 1917: Lo sfondamentodellIsonzo, cit., p. 336-340.

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    A questo risultato si sarebbe arrivato solo se le autocolonnefossero state in grado di percorrere in un solo giorno ladistanza fra le stazioni ferroviarie di scarico e la primalinea, e cio quando fosse stata ripristinata la ferrovia daTreviso a Udine ed oltre. A met novembre del 1917 perla 14a armata doveva far capo ancora a S. Lucia dIsonzo eci significava 3 giorni di viaggio e 4 nel caso di Feltre.Questi tempi, per di pi rappresentavano un minimoottenibile soltanto a prezzo di grandi sforzi ed a condizioni

    che tutto filasse per il meglio, cosa alquanto improbabiledata la prevedibile stanchezza del personale sottoposto atensioni cos elevate.

    A ci si aggiungeva che i rifornimenti per le unit austro-ungariche pervenivano con ritmi sensibilmente inferiori aquelli delle unit germaniche.