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GRONDONA 1. L’Olivetti In quegli anni la Olivetti aveva iniziato il percorso di inserire l' elettronica nelle sue produzioni. Nel sito: www.storiaolivetti.it è descritta la storia della divisione elettronica Olivetti dalla metà degli anni 50 al 1965 quando Pier Giorgio Perotto realizzò la PROGRAMMA 101 prima calcolatrice programmabile da tavolo a livello mondiale. Nel sito: www.piergiorgioperotto.it si possono trovare numerosi ragguagli sulla figura dell' ing. Perotto e sul suo più celebre progetto. Nel 1967 a San Bernardo di Ivrea era attivo uno stabilimento dove operavano la OMO, divisione macchine utensili della Olivetti (sito www.storiaolivetti.it ), la OCN . Divisione controllo numerico della Olivetti e la fabbrica delle PROGRAMMA 101. La OCN era alle dipendenze dell' ing. Elbling ed era costituita da 3 enti : - progettazione alle dipendenzedell' ing. Pomella - applicazioni alle dipendenze dell' ing. Brescia - officina ALFA luogo di test di macchine, controlli e sistemi a disposizione di applicazioni pilota e di prove per i clienti Il 2 gennaio 1967 presi servizio presso l' ufficio progetti della OCN. L' OLIVETTI era un' azienda di avanguardia sopratutto nei settori legati all' elettronica. Ricordo il colloquio con l' ufficio personale che tra le altre cose mi chiese cosa provavo quando progettavo, non ricordo quale fu la mia risposta. Iniziai a occuparmi di circuiti di interfaccia dei trasduttori di tipo INDUCTOSYN che laOLIVETTI usava nei suoi sistemi di controllo numerico. Dopo un mese di ambientamento fu costituito un team per progettare un rilevatore di quote per torni RQT o RQL in inglese. Come si vede nella figura a lato

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  • GRONDONA

    1. L’Olivetti

    In quegli anni la Olivetti aveva iniziato il percorso di inserire l' elettronica nelle sue produzioni.

    Nel sito: www.storiaolivetti.it è descritta la storia della divisione elettronica Olivetti dalla metà degli anni 50 al 1965 quando Pier Giorgio Perotto realizzò la PROGRAMMA 101 prima calcolatrice programmabile da tavolo a livello mondiale.

    Nel sito: www.piergiorgioperotto.it si possono trovare numerosi ragguagli sulla figura dell' ing. Perotto e sul suo più celebre progetto.

    Nel 1967 a San Bernardo di Ivrea era attivo uno stabilimento dove operavano la OMO, divisione macchine utensili della Olivetti (sito www.storiaolivetti.it ), la OCN . Divisione controllo numerico della Olivetti e la fabbrica delle PROGRAMMA 101.

    La OCN era alle dipendenze dell' ing. Elbling ed era costituita da 3 enti :− progettazione alle dipendenzedell' ing. Pomella− applicazioni alle dipendenze dell' ing. Brescia− officina ALFA luogo di test di macchine, controlli e sistemi a disposizione di

    applicazioni pilota e di prove per i clienti

    Il 2 gennaio 1967 presi servizio presso l' ufficio progetti della OCN.

    L' OLIVETTI era un' azienda di avanguardia sopratutto nei settori legati all' elettronica.Ricordo il colloquio con l' ufficio personale che tra le altre cose mi chiese cosa provavo quando progettavo, non ricordo quale fu la mia risposta.

    Iniziai a occuparmi di circuiti di interfaccia dei trasduttori di tipo INDUCTOSYN che laOLIVETTI usava nei suoi sistemi di controllo numerico.

    Dopo un mese di ambientamento fu costituito un team per progettare un rilevatore di quote per torni RQT o RQL in inglese.

    Come si vede nella figura a lato

    http://www.storiaolivetti.it/http://www.storiaolivetti.it/http://www.piergiorgioperotto.it/

  • Si trattava di un piccolo apparecchio di circa 400*300*160 mm e del peso di 10 kg che era unito con un cavo a due trasduttori con una corsa di 170 o 400 mm. I trasduttori erano contenuti in un contenitore stagno e collegati agli assi della macchina con due attacchi magnetici.

    I trasduttori erano INDUCTOSYN e i circuiti di interfaccia erano standard per l' OLIVETTI che aveva dei brevetti a nome dell' ing. Elbling.

    La mia funzione nel team fu la progettazione dei circuiti hardware, logiche e analogiche.

    Fu un lavoro molto interessante perché quella fu la prima macchina dell' OLIVETTI a utilizzare circuiti integrati (DTL).

  • Nella figura a lato si vede la copertina della relazione di progetto che come spesso usava a quei tempi era ancora scritta a mano in bella grafia.Solo per la documentazione definitiva o commerciale si usavano le segretarie alle strette dipendenze del capo ufficio.

    Partecipai alle scelte dei componenti e ai contatti con i fornitori. Una delle cose interessanti fu che al chiudere della trattativa, siccome era la prima volta che veniva trattato un quantitativo di integrati che non fosse una campionatura, i prezzi della fornitura invece di essere scontati furono aumentati rispetto ai campioni.Il progetto fu realizzato in pochi mesi e fu presentato alla EMU del 1967 ad Hannover.Fu un periodo di lavoro molto intenso ed una esperienza molto

    completa. Seguii le fasi di ingegnerizzazione, disegno dei master, scelta degli alimentatori, progetto del design da parte dell' architetto Bonetto, designer di fiducia dell' OLIVETTI, scelta dei colori (l'architetto scelse un viola “vomito di ciucco”). Il contenitore fu realizzato per i prototipi in fusione di alluminio in vista della successiva produzione in pressofusione.

    Alla fiera l' RQT fu presentato in vari stage della olivetti ed io lo seguii per garantire l' assistenza tecnica che per fortuna non fu necessaria.

    Fu la mia prima presa di contatto con la fiera di Hannover e la mia prima esperienza di trasferta all' estero.

    La fiera di Hannover era già allora una manifestazione di primo piano a livello mondiale con partecipazione da tutto il mondo.

    Oltre alle macchine utensili tradizionali e automatiche a trasferta erano presenti i primi controlli numerici.

  • La GE con i Mark Century faceva la parte del leone, ma erano presenti anche la Bendix attiva nel settore delle contornitrici aeronautiche, per l' Italia la OLIVETTI con il CNZ e allo stadio iniziale qualche costruttore tedesco.

    A lato si vede il depliant di allora del CNZ della OLIVETTI era un controllo molto avanzato con interpolazione lineare oltre che punto a punto. Era costruito intorno a una memoria di ben 2000 bit che la OLIVETTI utilizzava nella calcolatrice PROGRAMMA 101.

    La linea di produzione della PROGRAMMA 101 era a San Bernardo di Ivrea accanto allo stabilimento della OMO e Della OCN.

    Molto spesso durante la pausa del pranzo si andava a curiosare nei reparti di produzione.

    La PROGRAMMA 101 fu la prima produzione elettronica della OLIVETTI ma non era a circuiti integrati ma a

    componenti discreti. La memoria che fu utilizzata anche nel CNZ era una spirale di nichel sulla quale venivano con un trasduttore elettromeccanico caricati in sequenza degli impulsi di torsione. Gli impulsi si propagavano nel filo di nichel e alla fine venivano riconvertiti in segnali elettrici. Si otteneva così una memoria sequenziale di 2000 bit che contenevano le informazioni,quote degli assi, posizioni richieste, funzioni ausilarie ecc. Tutti questi dati venivano fatti ricircolare con un periodo di un millisecondo.

    Sui dati che uscivano dal filo, prima di riimmetterli venivano fatti tutti i calcoli necessari al funzionamento del controllo numerico.

    Era un sistema veramente innovativo, purtroppo i limiti della memoria costringevano ad una architettura di controllo piuttosto rigida, l' errore massimo degli asservimenti doveva essere inferiore al mm, e quindi la macchina e l' asservimento di velocità dovevano essere molto rigidi e ben fatti. Per le macchine della OMO fu un fattore di qualità ma per le applicazioni su macchine di costruttori esterni era un grosso limite commerciale.

    Nell' immagine che segue si può vedere una delle macchine utensili prodotte dalla OMO in quegli anni,presentata alla EMU di Hannover ed equipaggiata con il CNZ che si vede in

  • basso a destra.

    Per tornare al mio RQT, la macchina rimase in produzione presso la OCN per molti anni e ricordo che circa dieci anni dopo incontrai l' ing. Pomella e gli chiesi se era ancora costruita l' avevamo progettata. Mi rispose di sì e considerai un complimento quando mi disse che secondo lui non sarebbe stato facile rifarla con componenti più economici anche allora (i microprocessori non erano ancora diffusi a quei tempi,1977).

    Malgrado l' ottima e formativa esperienza di lavoro all' OLIVETTI per me ci erano alcuni punti oscuri che alla fine prevalsero.

    Nell' accettare il mio incarico non avevo fatto valere molto la mia esperienza precedente poiché ritenevo che nella nuova attività sarei partito quasi da zero.Con mia sorpresa mi accorsi che in breve tempo progettavo alla pari con gli altri componenti del team e secondo me la mia retribuzione doveva essere rivalutata.Ovviamente la risposta dell' azienda fu che non era passato abbastanza tempo per fare discorsi di questo genere e che dando tempo al tempo le cose si sarebbero messe a posto.

  • La mia reazione fu di grave scontentezza e cominciai a guardarmi intorno per una nuova sistemazione.

    Un altro problema era che spostandomi a Ivrea ritenevo in pratica di spostarmi a Torino, il che non era vero, anzi IVREA aveva lo svantaggio di essere un piccolo centro rispetto a Milano e completamente monopolizzato dalla OLIVETTI

    A questo punto decisi di accettare l' offerta di un posto presso il Centro Elettronico Studi e Ricerche della FIAT a Mirafiori.