2011-02-14 percorso cisl 0tt2008-Feb20111... · settore pubblico è quella del cambiamento e...

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1 Agenda 200820092010 IL PERCORSO DELLA CISL FP Dal protocollo del 30 ottobre 2008 all’intesa del 4 febbraio 2011: due anni vissuti pericolosamente, ma sempre a testa alta! Abbiate coraggio, la gente capirà Ezio Tarantelli Estateautunno 2008 Il decreto 112/08 e la campagna “antifannulloni”, il sindacato è sotto attacco ma la Cisl Fp non demorde La situazione politicosindacale è molto preoccupante. La campagna mediatica sui “fannulloni”ripete: se il sistema pubblico perde colpi è tutta colpa dei sindacati. Le responsabilità ricadono interamente su milioni di lavoratori. Pagine di giornale e spazi tv riempiti di luoghi comuni. Il decreto 112/08 opera tagli e impone misure vessatorie nei confronti dei lavoratori e delle loro possibilità di tutela sindacale. 30 ottobre 2008 Il PROTOCOLLO D’INTESA: la Cisl Fp costringe il governo al confronto e inizia un percorso a tappe Con la ratifica ufficiale del protocollo d’intesa si apre il confronto con il governo e si ottengono garanzie precise sugli impegni sottoscritti il 23 ottobre. Questi i principali punti al centro della discussione: Rinnovi contrattuali in tempi rapidi Recupero di risorse da destinare alla produttività Riforma del modello contrattuale Novembre 2008 I lavoratori preferiscono i risultati concreti al richiamo delle piazze della sola Cgil I lavoratori pubblici, con la bassa partecipazione agli scioperi confermati dalla sola Cgil, dimostrano che una volta conquistato lo spazio di trattativa che la Cisl ha fortemente voluto e ottenuto, non è più necessaria una prova di forza. Aver ottenuto l’impegno per il recupero delle risorse tagliate in precedenza dal governo, è un risultato importante, da migliorare al tavolo di confronto. Si apre la sfida dei rinnovi contrattuali 20082009 e della riqualificazione delle amministrazioni pubbliche. 12 novembre 2008 Rinnovo del contratto Ministeri: era dal 1995 che non si firmava un contratto dopo soli 10 mesi dalla scadenza La Cisl Fp presenta un risultato tangibile: il primo rinnovo contrattuale dopo soli 10 mesi dalla scadenza! Il rinnovo, nelle condizioni date, rappresenta un ottimo risultato:

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                 Agenda 2008‐2009‐2010  

IILL  PPEERRCCOORRSSOO  DDEELLLLAA  CCIISSLL  FFPP    Dal  protocollo  del  30  ottobre  2008  all’intesa  del  4  febbraio 2011: due anni vissuti pericolosamente, ma sempre a testa alta!  

Abbiate coraggio, la gente capirà 

 Ezio Tarantelli 

Estate‐autunno 2008 Il decreto 112/08 e la campagna “anti‐fannulloni”, il sindacato è sotto attacco ma la Cisl Fp non demorde La situazione politico‐sindacale è molto preoccupante. La campagna mediatica sui “fannulloni”ripete: se il sistema pubblico perde colpi è tutta colpa dei sindacati.  Le responsabilità ricadono interamente su milioni di lavoratori. Pagine di giornale e spazi tv riempiti di luoghi comuni. Il decreto 112/08 opera tagli e impone misure vessatorie nei confronti dei lavoratori e delle loro possibilità di tutela sindacale.  30 ottobre 2008 Il PROTOCOLLO D’INTESA: la Cisl Fp costringe il governo al confronto e inizia un percorso a tappe Con la ratifica ufficiale del protocollo d’intesa si apre il confronto con il governo e si ottengono garanzie precise sugli impegni sottoscritti il 23 ottobre. Questi i principali punti al centro della discussione: 

•  Rinnovi contrattuali in tempi rapidi •  Recupero di risorse da destinare alla produttività •  Riforma del modello contrattuale 

 Novembre 2008 I lavoratori preferiscono i risultati concreti al richiamo delle piazze della sola Cgil I lavoratori pubblici, con la bassa partecipazione agli scioperi confermati dalla sola Cgil, dimostrano che una volta conquistato lo spazio di trattativa che la Cisl ha fortemente voluto e ottenuto, non è più necessaria una prova di forza.  Aver ottenuto l’impegno per il recupero delle risorse tagliate in precedenza dal governo, è un risultato importante, da migliorare al tavolo di confronto.  Si apre la sfida dei rinnovi contrattuali 2008‐2009 e della riqualificazione delle amministrazioni pubbliche.  12 novembre 2008 Rinnovo del contratto Ministeri: era dal 1995 che non si firmava un contratto dopo soli 10 mesi dalla scadenza La Cisl Fp presenta un risultato tangibile: il primo rinnovo contrattuale dopo soli 10 mesi dalla scadenza!  Il rinnovo, nelle condizioni date, rappresenta un ottimo risultato: 

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•  aumento del 3,2% per il biennio 2008‐2009 •  70+8 euro medi di rivalutazione del tabellare  •  vacanza contrattuale dell’anno in corso  •  recupero dei tagli decisi con altri decreti legge.  

Gli ulteriori aumenti in busta paga vengono ancorati al recupero di efficienza amministrativa e ai risultati conseguiti.  25 novembre 2008 Rinnovo contratto agenzie fiscali ‐ firma in 11 mesi (contro 25 medi dei precedenti rinnovi) Aumento medio per 82 euro (77 sul tabellare e 5 sull’indennità di amm.ne). Una risposta semplice a chi preferiva altri 15 mesi di lotta. L'accordo prevede il recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi unici di amministrazione per la produttività  e  l'impegno  a  recuperare  risorse  dei  fondi  previsti  da  leggi  speciali  utilizzando  i risparmi  aggiuntivi  dovuti  a  processi  di  razionalizzazione  dei  costi  di  funzionamento dell'amministrazione.  Il contratto conferma l'accordo già siglato a Palazzo Chigi, c'e' il recupero integrale dei soldi tagliati da Tremonti.   23 dicembre 2008 Rinnovo contratto Epne: in 12 mesi contro 25 medi. 98 euro medi di aumento Recupero entro giugno 2009 dei tagli ai fondi per la produttività. Impegno a recuperare le risorse dei fondi previsti dalle legge 88/1989 per la maggiore produttività, anche utilizzando i risparmi aggiuntivi dovuti a processi di razionalizzazione e riduzione dei costi di funzionamento dell'amministrazione.  Si  apre  per  il  sindacato  un  ruolo  nuovo:  negoziare  risparmi  di  funzionamento  degli  enti  per destinarne una parte al salario dei dipendenti dei settori interessati.   22 gennaio 2009  Nuovo  modello  contrattuale  anche  per  il  pubblico  impiego:  un  cambiamento  storico  per  i lavoratori e le lavoratrici  Durata triennale, più forza alla contrattazione decentrata, possibilità di ridurre tasse e contributi sulla retribuzione collegata agli obiettivi di produttività e qualità dei servizi pubblici. Si avvia  il cammino di  riforma del modello contrattuale per  favorire una equa  remunerazione e valorizzazione delle tante professionalità della P.A.   

¤ 2 febbraio 2009 La Cisl Fp non rinuncia a cercare una strategia unitaria e lancia un appello per la costruzione di piattaforme congiunte in Sanità e Autonomie locali in merito delle questioni contrattuali aperte. La federazione rimane coerente con  la propria azione e cerca di unire  l’azione sindacale e non di dividere i lavoratori. L’appello verrà raccolto in seguito.      

(¤  Sono indicate con questo simbolo le iniziative di carattere unitario) 

 

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Febbraio 2009 Contratti di Ministeri, Agenzie Fiscali ed Epne A sostegno dei rinnovi firmati, la Cisl Fp lancia una raccolta di firme tra i lavoratori  Tra  i  lavoratori pubblici circa  il 60%  firma  la petizione, tra gli  iscritti alla Cisl Fp si contano ben  il 90% di firme.  Adesioni  di  molto  superiori  di  quelle  fatte  registrare  dal  “referendum”  autoconvocato  e autogestito della Fp Cgil (9 e 10 febbraio: 30% degli aventi diritto) e dal fallimentare sciopero della sola Cgil (13 febbraio: adesione sotto il 10%).  17 febbraio 2009 la  Cisl  Fp  e  la  sfida  del  cambiamento.  Con  l’iniziativa  “LA  CISL  UNISCE  le  persone  con  la Contrattazione”  e  lo  slogan  “Change  to  win”  la  Cisl  Fp,  insieme  al  segretario  confederale Bonanni, lancia la sfida dell’innovazione.  Bisogna cambiare per vincere. Cambiare il modo di amministrare e di dirigere, cambiare il modo di organizzare  il  lavoro  nelle  amministrazioni  pubbliche  e  cambiare  anche  un  certo modo  di  fare sindacato che nella Cisl già da tempo non trova più spazio.  25 Febbraio 2008  La legge delega sul pubblico impiego (L. 15/2009): è approvata la cosiddetta riforma Brunetta. La Cisl Fp: la sfida dell’efficienza non ci fa paura  “Non  ci  spaventa  nessun  percorso  che  porti  più  responsabilità  dei  lavoratori,  dei  dirigenti,  dei politici e dei sindacati seri per migliorare i servizi ai cittadini. Le riforme sono un punto di partenza, così come lo sono state la legge quadro del 1983, il decreto legge 29 e le leggi Bassanini''.   28 aprile 2009 La  legge  delega  sul  federalismo  fiscale  (L.  42/2009):  per  la  Cisl  Fp  è  una opportunità  da non mancare  per realizzare il decentramento e responsabilizzare gli enti  Un provvedimento che riscrive il sistema di finanza pubblica secondo il dettato del nuovo titolo V della costituzione.  Per la Cisl Fp si tratta di una grande opportunità che se ben sfruttata e collegata alle altre riforme, può  consentire  al  Paese  di  agganciare  il  treno  del  cambiamento.  Ma  occorre  responsabilità: l’attuazione del federalismo sarà utile se, riuscirà ad invertire la tendenza in atto e a produrre nel sistema un risparmio di risorse e non un aggravio di spesa.  30 aprile 2009 Firma definitiva del NUOVO MODELLO CONTRATTUALE per il pubblico impiego.  Pochi  giorni  dopo  il  settore  privato,  la  Cisl  sottoscrive  l’accordo  per  il  nuovo  modello contrattuale nel settore pubblico: la direzione giusta è quella del cambiamento Con la firma del 30 aprile la Cisl Funzione pubblica ha confermato che la direzione giusta anche nel settore  pubblico  è  quella  del  cambiamento  e  dell’innovazione.  E  di  questo  percorso  il  nuovo modello contrattuale cui finalmente si darà attuazione è un tassello fondamentale. L’intesa  sottoscritta,  che  conferma  e  integra  l’accordo  del  22  gennaio  nella  parte  relativa  al pubblico  impiego,  ha  infatti  il  significato  di  dare  risposta  ad  un’esigenza  oggi maggioritaria  nel paese: un nuovo sistema di relazioni sindacali di carattere partecipativo e decentrato  in grado di dare  valore  alle  tante  professionalità  del  settore  pubblico  e  allo  stesso  tempo  di  rilanciare  la qualità dei servizi. Ma anche quello di ripensare l’equilibrio contrattuale in funzione di una nuova responsabilità  locale, di una maggiore vicinanza delle decisioni rispetto ai  luoghi  in cui si realizza 

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concretamente l’offerta di servizi e di una maggiore attenzione rispetto alla domanda espressa dai territori e dalle comunità locali.  6 maggio 2009 Il Ministro Sacconi pubblica  l’atteso  libro bianco sul modello sociale. Per  la Cisl è  l’occasione di avviare un percorso di riadeguamento del sistema di welfare Positivo il giudizio della Cisl Fp che ha partecipato attivamente al dibattito che ha accompagnato la redazione  del  documento:  “Oggi  la  dimensione  pubblica  è  tornata  ad  essere  considerata fondamentale e non è più  in discussione  il principio di uno  stato  sociale  che prenda  in  carico  i cittadini.” L’attuale  fase  recessiva  ha  messo  in  mostra  i  limiti  del  modello  vigente,  il  Libro  bianco  del Ministero del welfare può  rappresentare  l’occasione per  avviare un percorso di  riadeguamento con l’obiettivo di dare al paese un nuovo “modello sociale italiano” più sostenibile e inclusivo.  Maggio 2009  La discussione  sul decreto  attuativo della  L.  15/09  (approvato dal  Consiglio dei Ministri  il  15 maggio 2009): la Cisl Fp costringe il ministro alle prime modifiche Il ministro della Funzione pubblica mette a punto  lo schema del decreto  legislativo di attuazione della legge 15/2009.  La  prima  stesura  presenta  elementi  di  grave  criticità;  la  CISL  FP  fa  sentire  la  propria  voce  non apprezzando la mancanza di un confronto serio con i rappresentanti dei lavoratori pubblici.  Il ministro Brunetta, ospite al Congresso della CISL FP, è costretto a fare marcia indietro su alcuni punti: concertazione, fasce reperibilità malattia, salario accessorio. Il testo del decreto cambia, ma non è abbastanza.   

¤  14 maggio 2009 

Rinnovo contratto Sanità Si firma l’ipotesi di contratto nazionale del comparto Sanità per il b.e.  2008‐2009.  La  firma  è  raggiunta  sulla  piattaforma  unitaria  condivisa  da  tutte  le  organizzazioni  sindacali.  Il rinnovo arriva in vigenza di contratto e non mesi dopo la scadenza come in passato. L’ aumento medio è pari a 74 euro più 20 euro medi quali risorse regionali aggiuntive E’ la prima tappa per i rinnovi dei contratti dei settori decentrati, una fase innovativa nel sistema di relazioni sindacali, articolato in regionale e aziendale.  

¤  8 giugno 2009 Rinnovo contratto Autonomie locali Con  la  firma unitaria del contratto autonomie  locali si chiude  il ciclo dei  rinnovi, almeno per  i comparti numericamente più consistenti.  L’aumento è di 63,20 euro (per la posizione economica C1) più un massimo dell’1,5% del monte salari 2007 (pari a 29,16 euro medi pro capite medi mensili)  Una  firma  raggiunta  sulla  base  della  piattaforma  unitaria  e  condivisa  da  tutte  le  organizzazioni sindacali che conclude la fase dei rinnovi del biennio 2008 ‐ 2009 per i lavoratori dei comparti del lavoro pubblico e lascia aperto solo il rinnovo dei contratti delle aree dirigenziali.      

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26 giugno 2009 Decreto anticrisi: si torna alle vecchie fasce di repereribilità Con il decreto anticrisi passa l’equiparazione tra pubblico e privato per le fasce di reperibilità per i lavoratori in malattia: si torna alle vecchie fasce di reperibilità 10‐12 e 17‐19.  “E’ una grande conquista della Cisl Fp”  che si deve ad un’azione responsabile e risoluta: la Cisl Fp ha infatti preteso il rispetto dell’impegno del ministro Brunetta al congresso di Fiuggi. Ma  non  solo:  il  decreto  fiscale  contiene  anche  l’abrogazione  dei  tagli  al  salario  di  produttività collegati a tutti i permessi.  2 luglio 2009 DPCM: ripristinate le risorse per produttività e leggi speciali  Il recupero dei fondi destinati alla produttività delle amministrazioni centrali e delle  leggi speciali chiude il percorso iniziato dalla Cisl Fp con l’accordo del 30 ottobre 2008! Attraverso il Dpcm si riportano alla contrattazione integrativa le risorse tagliate a ministeri, enti e agenzie fiscali dal dl 112. Oltre  a  rappresentare  un  risultato  importantissimo  per  i  300 mila  lavoratori  interessati  e  per l’efficienza delle amministrazioni, il provvedimento dimostra che chi fa accordi seri ottiene risultati concreti.   Estate‐autunno 2009 Discussione sul decreto attuativo Brunetta: l’evoluzione della normativa e la contrattazione. La  Cisl  ribadisce  la  sua  posizione  sulla  riforma  del  p.i.:  in  passato  le  riforme  che  hanno funzionato sono state accompagnate da accordi sindacali importanti.  In tutti  i paesi europei,  l’esigenza di rendere sempre più moderne e proattive  le amministrazioni pubbliche è oggi prioritaria. La Cisl Fp chiede quindi di partecipare,  insieme al governo e alle parti sociali, all’evoluzione della normativa. Ma per premiare  il merito, sanzionare chi non  fa  il proprio dovere e garantire servizi veloci e moderni occorrono intese e buona contrattazione nazionale e locale.  “Meno regolamentazione legislativa, più spazio alla contrattazione”.  Settembre 2009 Si presenta la Finanziaria 2010:  il governo si  impegna a reperire  le risorse mancanti (è  la prima volta che lo mette per iscritto) Le risorse stanziate dalla Finanziaria per il pubblico impiego non bastano per rinnovare i contratti. Come è sempre avvenuto con tutti i governi all’inizio di ogni stagione contrattuale (Prodi nel 2006 aveva addirittura previsto 8 euro!).  Ma l’art. 2 comma 6 del provvedimento fissa l’impegno del governo a trovare le risorse mancanti: non era mai successo!   

¤  25 settembre 2009 

La  nuova  vertenza  nasce  unitaria.  Il  documento  congiunto  per  il  valore  pubblico  e  la partecipazione La Cisl Fp presenta insieme a Fp Cgil e Uil Fpl il documento congiunto che apre la nuova stagione contrattuale. Obiettivo:  riorientare  attraverso  lo  strumento  contrattuale  il  sistema  pubblico  in  funzione  dei nuovi bisogni del Paese. Leve  del  cambiamento:  la  partecipazione  dei  lavoratori  pubblici  e  il  coinvolgimento  degli stakeholder nella organizzazione e nella erogazione di servizi appropriati ed efficienti. 

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 27 ottobre 2009 Il d.lgs. 150/2009 entra in vigore La Cisl Fp: solo con la contrattazione c’è cambiamento La Cisl  Fp  condivide  l’obiettivo di  rilanciare  servizi pubblici  con più merito, più  trasparenza, più attenzione ai bisogni dei cittadini.  Ma  la  legge  pone  solo  norme  generali:  è  con  la  contrattazione  e  il  confronto  che  si  decidono soluzioni praticabili. Mettendo i lavoratori nelle condizioni di lavorare meglio.  Da qui il maggior ruolo del sindacato: l’accordo del 30 aprile dovrà costituire la guida attuativa del vero cambiamento nel pubblico impiego.  

¤  26 settembre 2009 

La  lettera  unitaria  a  Governo,  Regioni,  Anci:  un  tavolo  di  confronto  per  rilanciare  i  servizi pubblici I  sindacati  chiedono  formalmente  che  l'apertura  della  tornata  contrattuale  coincida  con  la convocazione di un tavolo di confronto con governo centrale e amministrazioni locali. Obiettivo: discutere di modelli organizzativi, professionalità, spazi di  innovazione per un sistema pubblico che tenga conto dell'esperienza di chi i servizi li offre giorno per giorno, e delle necessità di chi li utilizza.  E quindi definire le piattaforme per i rinnovi.  Novembre 2009 La Fp Cgil inizia a sfilarsi: prime avvisaglie di una ricaduta Il 5 novembre la Fp Cgil inizia unilateralmente a parlare di sciopero del pubblico impiego. La Cisl Fp li richiama alla correttezza:  “Abbiamo  chiesto  unitariamente  il  tavolo  di  confronto  al  governo,  condividendo  l’inizio  di  un percorso. Una presa di posizione di questo tipo non giova ai rapporti tra sindacati, ma soprattutto non serve ai lavoratori che pretendono risultati e politiche innovative, e non l’ennesima chiamata alla piazza che farebbe solo un favore alla politica”.  26 Novembre 2009 Cisl Fp e Uil Fpl lanciano la mobilitazione, ma la Fp Cgil vuole lo sciopero Cisl Fp e Uil Fpl: mobilitarsi PER Richiamare alle proprie  responsabilità  le  istituzioni nazionali, ma anche  gli  amministratori  locali che, in un’ottica di vero federalismo, devono trovare, con la lotta agli sprechi, i risparmi di gestione e  l’eliminazione  delle  consulenze  inutili,  le  risorse  per  rispettare  gli  accordi  e  chiudere  i  nuovi contratti. Cgil Fp: scioperare CONTRO La  federazione  cigiellina  lancia  invece  l’ennesimo  sciopero  “politico”  mandando  in  frantumi l’unitarietà faticosamente ristabilita.  30 Novembre 2009 Anche i lavoratori delle amministrazioni centralizzate aderiscono alla mobilitazione  Cisl Fp e Uil Pa: mobilitazione Per rompere lo stallo della vertenza i lavoratori delle ammimistrazioni centralizzate aderiscono alla mobilitazione e  indicono per  il 10 dicembre presidi a Roma e  in  tutte  le prefetture: si chiede di trovare  in  finanziaria, nei bilanci degli enti e  con  la  lotta  agli  sprechi  le  risorse necessarie per  i contratti 

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Cgil Fp: piazza La Cgil conferma invece una strategia che rinuncia alla responsabilità per “mostrare i muscoli”  1 dicembre 2009 La Cisl Fp chiede coerenza La Cisl Fp continua a richiamare un percorso condiviso che ha dato risultati concreti ai lavoratori. Come già l’anno precedente, dopo le piazze vuote, è toccato alla Cisl Fp contrattare le soluzioni ai problemi:  rinnovi contrattuali,  recupero risorse per la produttività, scommessa sul nuovo modello contrattuale. Così anche  in questo caso  la Cisl Fp pretende responsabilità e coerenza da parte di tutti: governo, amministrazioni locali, sindacati!   9 dicembre 2009 La Cisl ottiene dal governo la conferma degli impegni Gli  impegni  ribaditi  dal  governo  nell’incontro  del  9  dicembre  con  la  Cisl  sono  un  segnale importante, perché si ottiene: 

-  La  conferma  che  l’esecutivo  intende  rispettare  tutti  i patti definiti  con  l’accordo del  30 aprile e il valore della contrattazione 

-  l’impegno scritto in Finanziaria a trovare le risorse necessarie per rinnovare i contratti dei lavoratori pubblici 

- e ad aprire un tavolo per concordare entro marzo una manovra aggiuntiva per definire  il come e il quanto. 

 11 dicembre 2009 Lo sciopero generale è un flop Come prevedibile lo sciopero generale (inutile) indetto da una sola sigla, la Cgil, si rivela un flop… … nonostante le dichiarazioni dei promotori l’adesione è sotto il 10%! A  conferma  delle  ragioni  della  Cisl  Fp  che  aveva  avvertito:  lo  sciopero  generale  è  una  scelta legittima, ma  non  serve  ai  lavoratori  perché  completamente  inutile  sul  piano  dei  risultati. Ma perché far scioperare i lavoratori su una finanziaria già chiusa? Con quali obiettivi? La Cisl Fp continua a chiedere con forza: 

•  Il  rispetto dei ccnl 2008‐2009 già  firmati e  l’esigibilità  immediata delle  risorse aggiuntive (0,80% per la sanità e 1,5% per le autonomie locali); 

•  L’accantonamento  delle  risorse  per  il  ccnl  2010‐2012  in  una  manovra  aggiuntiva  alla Finanziaria e nei bilanci delle Regioni e degli Enti locali,  

•  L’avvio  immediato di un confronto “vero” e “partecipato” per  la qualificazione dei servizi attraverso l’individuazione di sprechi, inefficienze e costi inutili 

 16 dicembre 2009 Firmata l’ipotesi di contratto integrativo del Ministero della Giustizia: mette fine a 10 anni di inerzia sulle progressioni di carriera Sottoscritto dalla CISL FP,  insieme alla CONFSAL,  il contratto sblocca  le progressioni di carriera e introduce i nuovi profili professionali necessari per migliorare il servizio ai cittadini. Insieme al contratto integrativo viene firmata un’intesa relativa alla progressiva ricomposizione dei profili ed al rifinanziamento del Fondo Unico di Amministrazione per  l’organizzazione giudiziaria. Lo  sciopero  indetto  successivamente  (5  febbraio)  da    altre  sigle  contro  il  contratto,  registra un’adesione molto al di sotto degli annunci.   

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17 dicembre 2009 Presidenza del Consiglio dei Ministri, la Cisl  ferma il tentativo di ripubblicizzare i contratti di lavoro Stralciata  la  norma  sulla  ripubblicizzazione  dei  contratti  dei  dipendenti  della  Pcm.  Grazie all’intervento della Cisl, e  alla presa di posizione di Bonanni,  fallisce  il  tentativo  far uscire dalla contrattazione  i  rapporti  di  lavoro  per  i  dipendenti  di  Palazzo  Chigi,  a  partire  da  quelli  della Protezione  civile.  E’  un  risultato  importante  che  sbarra  la  strada  ad  un’idea  sbagliata  e controproducente, che avrebbe portato conseguenze negative sia per i lavoratori che per la tutela delle specificità di questa amministrazione.  15 gennaio 2010 Firmati i decreti sulle risorse per la produttività ai Ministeri: una conquista della Cisl Fp Il recupero dei fondi destinati alla produttività delle amministrazioni dello stato relativi alle leggi speciali è una grande conquista della Cisl Fp e conclude il percorso iniziato con l’accordo del 30 ottobre 2008.  I decreti contengono le risorse tagliate alle leggi speciali per la produttività dei lavoratori dei ministeri.  Risorse che il Dpcm del 3 luglio 2009 aveva formalmente ripristinato e che ora vengono concretamente distribuite alle amministrazioni e quindi ai lavoratori.  Febbraio 2010 Milleproroghe,  la  Cisl  Fp  dice  no  ai  tagli  generalizzati  al  personale  della  Pa  e  ottiene l’allungamento della lista degli enti esclusi La Cisl si dichiara contraria all’emendamento Malan che prevede una ridefinizione delle dotazioni organiche  (‐10%  sia  per  i  dirigenti  che  per  i  dipendenti).  Non  è  riducendo  il  personale  con provvedimenti  generalizzati  che  si  rendono  efficienti  le  amministrazioni:  la  spesa  pubblica  e  i bilanci vanno riqualificati, ma a partire dalla lotta agli sprechi, dai risparmi di gestione e dalla fine delle  logiche clientelari che  fanno  lievitare  i costi. La Cisl ottiene  l’allungamento della  lista degli enti esclusi dal provvedimento, che riguarda comparti importanti come quello della giustizia.   Febbraio 2010 La Cisl Fp chiede una legge nazionale in materia di sicurezza integrata: fondamentale la funzione della polizia locale La CISL FP intensifica la sua azione per sostenere una rapida definizione da parte del Parlamento di una moderna  legge nazionale  in materia di sicurezza  integrata, di qualificazione delle strutture e del  personale  di  polizia  locale,  che  sappia  coniugare  il  riconoscimento  e  la  valorizzazione  della professionalità    con  i  bisogni  dei  cittadini.  Si  sottolinea  la  necessità  di  mantenere  la  natura privatistica  del  rapporto  di  lavoro  del  personale,    così  come  la    collocazione    del  personale all’interno del Comparto Regioni‐ Autonomie  locali ed  il ruolo fondamentale della contrattazione collettiva. Molte delle istanze sono riprese nel disegno di legge bipartisan Saia‐Barbolini.  10 febbraio 2010 Contratto dirigenza sanitaria area non medica,  la Cisl Fp  (così come Cgil e Uil) non  firma: sulla libera  professione  non  c’è  accordo.  Restano  le  critiche  sulla  modifica  delle  indennità  di esclusività     

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12 febbraio 2010 Amministrazioni  statali,  stipula definitiva CCNL dirigenti  (Area  I) quadriennio normativo 2006‐2009  e  bienni  economici  2006‐2007  e  2008‐2009.  Cisl  Fp:  risultato  importante  che  porta miglioramenti significativi  e rilancia il ruolo della dirigenza  22 febbraio 2010 Autonomie locali, stipulato il CCNL 2006‐2009 parte normativa e il biennio economico 2006‐2007 dirigenza. Un accordo che dà valore al lavoro degli oltre 10mila dirigenti del comparto   23 febbraio 2010 Centinaia  di  lavoratori  delle  Casse  Professionali  e  degli  Enti  privatizzati  in  assemblea  per  il rinnovo del CCNL. La Cisl Fp chiede, congiuntamente alle altre sigle, un unico contratto per tutti i lavoratori   24 febbraio 2010 La Cisl Fp rilancia l’idea di una P.A. women friendly. Il settore pubblico laboratorio virtuoso per l’occupazione femminile. Serve più attenzione al turnover e alle giovani professioniste  3 marzo 2010 Cnel, stipula del CCNL quadriennio normativo 2006‐09 e biennio economico 2006‐07 dirigenti. Prosegue il percorso dei rinnovi contrattuali della dirigenza pubblica. Il 25 maggio viene siglato l’accordo anche per il b.e. 2008‐09  12 marzo 2010 Polizia locale, la posizione della Cisl Fp è condivisa anche da Cgil e Uil: i sindacati chiedono insieme all’ANCI un immediato intervento sulla riforma della polizia locale.  Viene ribadita  l’importanza di un ruolo attivo di tutte  le  istituzioni  locali a partire dai Sindaci, nel percorso di  riforma della polizia  locale, che  rappresenta    la  figura centrale per  lo sviluppo di un sistema integrato di sicurezza sul territorio.  31 marzo 2010 Niente polemiche sulla vacanza contrattuale, Fp e Scuola insistono per rinnovare i contratti Mentre  si  alza  la  polemica  sulla  quantificazione  dell’indennità  di  vacanza  contrattuale,  Cisl Funzione Pubblica e Cisl  Scuola  intervengono  congiuntamente per mandare un messaggio  forte chiedendo  il  rinnovo  dei  contratti  per  i  lavoratori  del  pubblico  impiego  e  della  scuola.  La contrattazione  va  rilanciata  secondo  le  regole  del  nuovo modello  contrattuale  e  sulla  base  del nuovo  indicatore  Ipca,  così  come  nel  privato.  Le  federazioni  chiedono  di  tenere  fede  alla disposizione  inserita nella  Finanziaria 2010,  che per  la prima  volta aveva messo nero  su bianco l’impegno dell’esecutivo a trovare le risorse mancanti per la firma dei rinnovi e il cronoprogramma stabilito nell’incontro del 9 dicembre… ma gli effetti della crisi si abbattono sulle finanze pubbliche italiane (e degli altri paesi europei).   28 aprile 2010 Firmata l’ipotesi di CCNL quadriennio normativo 2006‐2009 e biennio economico 2006‐2007 dei dirigenti degli Enti Pubblici non Economici e delle Agenzie Fiscali e dei Professionisti (Area VI).  Il 12 maggio 2010 viene firmato anche il b.e. 2008‐2009.   

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4 maggio 2010 Professioni sanitarie, la Cisl Fp consegna sei proposte al ministro Fazio per un sistema di salute più umano e responsabile. La presa in carico delle persone passa dal lavoro dei 500 mila professionisti non medici della cura  Sei  proposte  concrete  per  rilanciare  le  professioni  sanitarie  e  scommettere  con  decisione sull’umanizzazione  del  sistema  di  salute  e  sul miglioramento  dei  servizi  al  cittadino.  E’  questo, insieme  alla  richiesta  di  un  tavolo  di  confronto  permanente,  il  viatico  che  la  Cisl  Fp  lascia  al ministro della Salute  in occasione del convegno “Riqualificazione della sanità e diritto alla salute: l’azione della Cisl”, organizzato dalla confederazione e concluso dal segretario generale Raffaele Bonanni. 

1. Presa in carico della persona e umanizzazione 2. Evoluzione delle professioni sanitarie 3. Integrazione fra professioni sanitarie e con le altre professioni 4. Programmazione universitaria 5. Sanità privata  6. Formazione professionale 

 12 maggio 2010 La CISL FP firma l’ipotesi di CCNL 2008‐2009 dirigenti “non medici” del SSN. Dopo i rilievi della Corte dei Conti, i contenuti del contratto sono tornati nel percorso sostenuto dalla Cisl Fp  13 maggio 2010 La crisi aggredisce i conti pubblici: BONANNI, TAGLIARE GLI SPRECHI E NON SUI DIPENDENTI PUBBLICI Si fanno più concrete le minacce agli equilibri di finanza pubblica determinati dalla crisi economica, ma  anche  dalla  cattiva  gestione  della  spesa.  Si  comincia  a  fare  più  certa  la  necessità  di  una manovra correttiva. Bonanni  sintetizza  la  posizione  di  responsabilità  della  Cisl:  ''Noi  siamo  pronti  a  collaborare  sul taglio della spesa pubblica improduttiva. Chiediamo anche agli altri di farlo''. ''La crisi va affrontata con grande senso di responsabilità e con grande forza. Il governo deve avere il coraggio politico e civile di tagliare tutti gli sprechi e le ruberie che sono davanti a noi. Questo è il problema vero, un problema di recupero di risorse e quindi di recupero di credibilità verso  l'opinione pubblica''. Per Bonanni  non  si  tratta  di  intervenire  sul  taglio  di welfare,  pensioni  e  sanità:  “Noi  chiediamo  la riforma dell'assetto amministrativo e denunciamo un costo troppo alto della politica. Però diciamo no a uscite demagogiche sul fannullonismo:  la verità è che  i fannulloni sono quei politici che non hanno voluto affrontare i nodi veri, che impastoiano da almeno 15 anni il Paese''.   24 maggio 2010 Firmato  il  CCNL  della  Presidenza  del  Consiglio  dei Ministri  b.e.  2008  –  2009.  Con  il  nuovo contratto aumento medio di 86,80 euro mensili   25 maggio 2010 Si delinea la manovra estiva. La Cisl Fp giudica ingiusto il blocco dei contratti, ma lancia proposte concrete per evitare derive peggiori come accade  nel resto d’Europa. La piazza non serve: parte la mobilitazione per denunciare gli sprechi in ogni ente. Priorità riqualificare la spesa pubblica. Non è una novità che non ci siano i soldi per i contratti dei pubblico impiego, i governi cambiano ma la musica resta sempre la stessa. Il blocco dei contratti è una misura annunciata vista l’aria che tira in Europa dove i tagli agli stipendi li hanno fatti davvero, come in Grecia e in Spagna. Ciò non 

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toglie  che  sia  l’ennesima  spia di una  situazione paradossale. Governi e amministrazioni  locali  si sono sempre dimostrati  incapaci di accantonare, con una buona programmazione,  le risorse per rinnovare  i  contratti,  come  avrebbe  fatto  ogni  buon  imprenditore.  E  invece  continuano  a comportarsi come pessimi datori di lavoro. Le stesse riforme non hanno mai riguardato norme che imponessero ai politici di inserire la dinamica salariale nei bilanci pubblici. La  Cisl  evita  responsabilmente  di  chiamare  la  piazza.  E  mette  in  campo  una  campagna  di mobilitazione vigorosa dei dipendenti pubblici per denunciare,  insieme ai  cittadini  in ogni ente, azienda o agenzia pubblica, gli sprechi, le forme di disorganizzazione, le consulenze date agli amici di partito, l'aumento dei dirigenti ad ogni nuovo governo o consiliatura.   26 maggio 2010 La Cisl Fp lancia l’idea di un ACCORDO QUADRO per ridefinire le regole delle relazioni sindacali  Il blocco dei contratti che si delinea nella manovra finanziaria non può significare anche uno stop alla  ridefinizione  delle  regole  delle  relazioni  sindacali  e  del  nuovo  equilibrio  tra  contrattazione collettiva  e  partecipazione  nel  settore  pubblico.  La  Cisl  Fp  avanza  con  forza  la  proposta  di  un accordo  quadro  per  fare  finalmente  chiarezza  e  per  far  ripartire  la  contrattazione  integrativa. Confrontarsi e decidere su aspetti chiave per l’organizzazione dei enti, agenzie e aziende significa restituire  serenità alle  relazioni  tra  lavoratori, dirigenti e amministratori per affrontare una  fase complessa.  31 maggio 2010 Entra  in  vigore  il d.l.  78/2010.  C’è  il blocco dei  contratti per  il  p.i., ma  vengono  recepite dal provvedimento alcune modifiche chieste dalla Cisl Il blocco dei contratti pubblici rimane nel provvedimento, ma vengono recepite alcune misure che consentono di evitare  tagli vivi ai salari  (come avviene  in molti paesi). Nel provvedimento c’è  la stretta sull’evasione fiscale,  il taglio dell’80% della spesa per  le consulenze,  il taglio degli stipendi del personale non contrattualizzato  (magistrati,  i prefetti e altre cariche). La Cisl Fp aveva  infatti chiesto di intervenire sulla lotta agli sprechi e ai costi della politica: il decreto 78 contiene anche  il taglio delle spese di rappresentanza, pubbliche relazioni, convegni e pubblicità, risorse destinate spesso a finanziare le campagne elettorali degli amministratori di turno. Così come il blocco delle missioni  all’estero e  il  limite  ai  gettoni di presenza negli organi  collegiali,  con  cui  si  iniziano  ad eliminare  sperperi  e  privilegi  che  affossano  i  bilanci  degli  enti  pubblici.  Altre misure  vengono modificate come la norma sulla rateizzazione del trattamento di fine servizio.   5 giugno 2010 All’assemblea dei quadri e delegati  (Hotel Ergife)  la Cisl dà  il via ad una grande mobilitazione sindacale ed etica per inchiodare la politica sugli sprechi e la spesa pubblica   L’assemblea dei quadri e delegati è un’occasione per discutere di manovra finanziaria e rilanciare l’azione  del  sindacato  in  vista  di  possibili  e  opportune modifiche  al  provvedimento  nel  corso dell’iter  parlamentare.  Per  la  Cisl  Fp  inizia  da  qui  la  mobilitazione  sindacale  ed  etica  per riqualificare  la  spesa  pubblica  e mettere  in  fila  le  responsabilità  di  chi  ha  contribuito  a  farla lievitare, governi e amministrazioni locali in primis. Fare di più con meno è lo slogan scandito agli oltre 5mila delegati. Per un nuovo modo responsabile di utilizzare  i soldi delle tasse di cittadini e imprese che coinvolga tutti i livelli delle amministrazioni. Con: 

‐ Più controlli su come vengono spese le risorse, con quale destinazione e con quali risultati,  con che effetto sulla soddisfazione degli utenti, 

‐ Più  studi  sui  costi  standard, un  concetto  chiaro nelle premesse  che  tuttavia non è  stato ancora indagato a fondo e non ha ancora trovato una concretizzazione,   

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‐ Più  trasparenza  e  più  informazione  ai  cittadini,  che  quasi  sempre  sono  tenuti  all’oscuro rispetto alle sorti delle tasse che pagano, 

‐ Più partecipazione dei lavoratori all’organizzazione e all’andamento delle amministrazioni.  8 giugno 2010 Pensioni donne, la Ue impone l’equiparazione entro il 2010. Per la Cisl Fp è sbagliato riaprire una questione già risolta e ingiustificato aumentare ulteriormente la pressione sul pubblico impiego L’ingiustificata  rigidità della Ue  sull’età pensionabile delle donne nel pubblico  impiego  rischia di aprire una nuova questione di sostenibilità sociale. La Cisl giudica negativamente la nuova richiesta della Commissione europea  rispetto dell’equiparazione entro  il 2012  (e non entro  il 2018 come concordato  in precedenza) dell’età per  la pensione di vecchiaia di uomini e donne:  la  soluzione c’era  ed  era  stata  trovata  di  comune  accordo  con  la  legge  102/09.  E’  un  errore  tornare nuovamente sull’argomento dopo che meno di un anno fa si era scelto un cammino graduale per adempiere agli obblighi comunitari: è  impensabile  imporre un  innalzamento verticale della soglia per la pensione dall’oggi al domani.  11‐12 giugno 2010 La Cisl  Fp alla  convention di  Levico  con  lo  slogan  “RIPRENDIAMOCI  LA CONTRATTAZIONE”.  Si intensifica la mobilitazione A Levico la Cisl Fp presenta la sua proposta per cambiare il modo di gestire le risorse pubbliche ed  evitare  quello  che  negli  ultimi  decenni  è  stato  lo  “Scacco  matto  alla  spesa  pubblica”.  Con l’Assemblea nazionale del pubblico impiego e della scuola s’intensifica la mobilitazione della Cisl Fp che rilancia l’idea di accordo per:  

‐ definire gli spazi  e i luoghi della contrattazione integrativa e decentrata, ‐ incentivare  i  risparmi  di  gestione  da  destinare  al miglioramento  dei  servizi  e  al  salario 

accessorio del personale coinvolto, ‐ bloccare  qualsiasi  restituzione  o  diminuzione  delle  risorse  destinate  alle  busta  paga  dei 

lavoratori, sia a livello nazionale sia a livello di contrattazione integrativa o decentrata, ‐ bloccare qualsiasi decurtazione del salario accessorio in applicazione delle nuove norme del 

d.lgs. 150 per la parte del salario già definito dalla contrattazione locale e nazionale,  ‐ ripristinare  il valore della contrattazione collettiva come  leva per  la gestione delle risorse 

umane nel pubblico impiego, ‐ nella  vigenza  degli  accordi  di  secondo  livello,  garantire  alle  parti  lo  svolgimento  delle 

procedure  di  informazione  e  consultazione,  verifica,  concertazione  come  previste  dalle leggi, dai contratti collettivi nazionali di lavoro di categoria e dagli  accordi collettivi  per la gestione    degli  effetti    sociali  connessi  alla  trasformazione  delle  amministrazioni  quali innovazioni tecnologiche, organizzative e dei processi di ristrutturazione, 

‐ definire presso l’Aran  un nuovo accordo quadro per le relazioni sindacali, in modo tale da accompagnare una proposta di  contrattazione di qualità per uscire dalla  crisi ed evitare interpretazioni e prassi che nel blocco della contrattazione   vedano un avallo   rispetto ad una    gestione  unilaterale  dell’organizzazione  e  del  personale  delle  amministrazioni pubbliche. 

 21 giugno 2010 Manifestazioni  in  tutta  Italia  per  far  ripartire  la  contrattazione.  Dai  lavoratori  un messaggio chiaro: risparmiare sulla spesa e trovare i soldi per i contratti di lavoro 

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La mobilitazione della Cisl Fp culmina con il grande successo delle manifestazioni del 21 giugno. Si tengono iniziative, presidi e volantinaggi in  tutti i posti di lavoro per chiedere con forza al governo di modificare  la manovra  finanziaria e  far  ripartire  la  contrattazione  integrativa.  Insieme a  tanti lavoratori la Cisl Fp manda  un messaggio chiaro a governo ed amministrazioni locali: serve rigore contro gli sprechi e  le disorganizzazioni nella Pa, ma  la manovra economica va corretta. Bisogna rilanciare subito i contratti decentrati: dai risparmi di spesa nei bilanci degli enti devono venire le risorse per pagare i contratti di lavoro.  25 giugno 2010 La Cgil allo sciopero generale. Ma  i  lavoratori pubblici preferiscono gli obiettivi sindacali dietro cui si schiera la Cisl Fp E’  bassa  l’adesione  del  pubblico  impiego  allo  sciopero  della  Cgil:    solo  il  4,8%  ha  incrociato  le braccia.  Segno  evidente  che  tanti  lavoratori  hanno  preferito  le  ragioni  della  Cisl  Fp  contro l’impostazione ideologica cigiellina.  Luglio 2010 I provvedimenti di austerity dei Paesi europei si fanno sempre più aspri.  In  Italia  l’azione della Cisl  evita  il  taglio  ai  salari  pubblici. Mentre  la manovra diventa  legge,  il  sindacato  prepara  il pressing su governo e amministrazioni locali In un quadro  in cui si  inaspriscono  le manovre di austerity dei vari paesi europei e  in cui  il taglio degli stipendi pubblici coinvolge dopo Spagna e Grecia, anche Germania,  Irlanda e altri paesi,  in Italia la manovra estiva diventa legge. La pressione della Cisl permette di re‐indirizzare molti degli interventi sulla spesa pubblica evitando sforbiciate ai salari pubblici. Un  risultato che  la Cisl può rivendicare, ma che non basta. L’obiettivo è recuperare con la contrattazione integrativa le risorse per gli aumenti di salario che la manovra economica ha bloccato. Lo slogan è ancora “Riprendiamoci la contrattazione”: 

‐ per un nuovo contratto quadro sulle Relazioni Sindacali nel lavoro pubblico ‐ Per avere più contrattazione integrativa ‐ Per eliminare le consulenze inutili e le esternalizzazioni ‐ Per servizi più efficienti con più controllo sociale nella spesa pubblica ‐ Per valorizzare le professioni lanciando un osservatorio  

 1° settembre 2010 In mancanza di un accordo, si scatena  la polemica strumentale sul rinnovo delle Rsu. La Cisl Fp ribadisce con chiarezza la posizione: Sì alle elezioni, ma subito nuove regole. Andare al rinnovo senza un nuovo accordo  sindacale  “serve a mettere  le bandierine  sui posti di  lavoro ma non aiuta i lavoratori” La  Cisl  Fp  ribadisce  chiaro  e  tondo  il  proprio  Sì  al  rinnovo  Rsu  e  chiede  di  procedere immediatamente  alla  definizione  delle  nuove  regole.  La  partecipazione  è  la  chiave  di  volta  del cambiamento  e  le  Rsu  sono  un momento  irrinunciabile  di  coinvolgimento  dei  lavoratori  nella riorganizzazione dei servizi pubblici. Ma le Rsu devono essere riviste e rilanciate mettendo a punto le regole contrattuali, sulla rappresentatività e sui comparti, attraverso cui dare pienamente senso e quindi  più forza alla partecipazione.   6 settembre 2010 Contratto  integrativo  Inps. La Cisl Fp contro  l’interruzione dei rapporti con  l’azienda. Pronti ad ogni iniziativa per il rispetto dell’accordo  

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8 Settembre 2010 Aggressione a Bonanni  Il clima nel paese si avvelena e Bonanni è oggetto di una vile aggressione alla festa del Pd di Torino dove viene colpito da un fumogeno. E’  il primo di una serie di episodi che rischiano di  innescare un’escalation di violenza contro Bonanni e contro la Cisl.  

¤  15 settembre 2010  

Sanità  privata  Aiop,  firmato  il  CCNL  2006  –  2007.  Per  Cisl  Fp  un  risultato  unitario importantissimo, dopo un’attesa di 56 mesi   L’unità di  azione  con  la Cgil  si  ritrova  sulla  sanità privata,  che porta  ad un  grande  risultato:    si sblocca dopo 56 mesi una vertenza difficile e complicata, a fronte di una controparte datoriale che ha opposto molta resistenza al rinnovo. E si chiude con un risultato che restituisce valore e dignità al lavoro dei tanti operatori in servizio nelle strutture sanitarie Aiop.  23 settembre 2010 Contratto integrativo Inps: assemblee della Cisl Fp in tutte le sedi per il rispetto dell’accordo. Coraggio e coerenza nuove nella contrattazione integrativa dimostrano che la Cisl Fp rappresenta solo gli interessi dei lavoratori dell’Inps.  9 ottobre 2010 La grande manifestazione di Roma. I lavoratori pubblici in piazza con la Cisl (e la Uil) Il 9 ottobre migliaia di lavoratori pubblici scendono in piazza con la Cisl per chiedere meno fisco e più  riforme  per  il  lavoro  pubblico  e  per  il  paese. Manifestano  per  dire  basta  a  cambiamenti insufficienti, a progetti  incompiuti che  lasciano  troppi nodi  irrisolti, all’aggravarsi dello  squilibrio tra  chi porta  il peso del  fisco e  chi ne  trae profitto. Ma anche per  chiedere  subito un  tavolo di confronto  in  cui  discutere  di  innovazione  nei  servizi  pubblici,  di  produttività  pubblica,  di rappresentanza sindacale, di nuova dignità contrattuale per il pubblico impiego. Ancora una volta obiettivi chiari: 

‐ Meno tasse sul lavoro pubblico.  ‐ Superare  il  blocco  dei  contratti  e  detassare  il  salario  di  risultato  anche  per  il  pubblico 

impiego.  ‐ Più contrattazione e più partecipazione per le riforme. ‐ Una nuova prospettiva  che, partendo dai progetti di  riforma  realizzati o  in  cantiere  (dal 

federalismo al nuovo modello contrattuale), metta  in moto una  riqualificazione  reale del modo in cui i servizi pubblici sono organizzati e gestiti 

‐ Un tavolo di confronto per un nuovo accordo sindacale.  La straordinaria partecipazione alla manifestazione porta all’apertura di un tavolo con  il governo per la riforma fiscale. Un risultato storico!  13 ottobre 2010 Segretari comunali e provinciali, firmato il Ccnl 2006 – 2007. Di nuovo una vertenza unitaria che porta ad una firma  importante dopo 5 anni di attesa.  I sindacati ottengono anche un  impegno sull’equiparazione  dello  stipendio  con  quello  della  dirigenza,  che  sarà  realizzato  con  il  Ccnl 2008/2009 del 2 dicembre 2010  29 ottobre 2010 Immigrazione, precari del Ministero dell’Interno: iniziativa della Cisl Fp di fronte alle Prefetture e alle Questure di tutta Italia 

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Entra nel vivo  la vertenza dei 650  lavoratori a  tempo determinato  impiegati presso gli Sportelli Unici per l’Immigrazione delle Prefetture e gli Uffici immigrazione delle Questure che rischiano di perdere  il posto.  La Cisl  Fp è  la prima a  chiedere  la proroga del  contratto e  la possibilità di un percorso di stabilizzazione. Una vertenza di cui la Cgil rivendicherà senza ragione la paternità, ma sulla quale i tre sindacati confederali si troveranno di nuovo insieme.  30 ottobre 2010 Per la  Cgil è ancora sciopero generale: ma il giorno dopo cosa è cambiato?   5 novembre 2010 Giornata dell’informazione Cisl Fp Dopo  il  risultato della manifestazione del  9 ottobre,  la  Cisl  Fp  rilancia per  l’avvio di un  altro tavolo di confronto sul miglioramento e l’ottimizzazione dei servizi pubblici. Cioè sugli obiettivi  specifici  tracciati  nei mesi  precedenti.  Il  5  novembre  prende  vita  in  tutti  i  posti  di  lavoro,  la Giornata  dell’Informazione  della  Cisl  Fp.  Il  messaggio  è  la  necessità  di  una  riorganizzazione profonda delle attività e dei servizi pubblici che si assicurano con le tasse. Senza rigore nei bilanci il sistema pubblico rischia di diventare  insostenibile. La riqualificazione dei servizi pubblici non può essere affidata in modo semplicistico né all’aumento quantitativo della spesa pubblica (che anzi va controllata) né  ai  tagli  lineari delle  risorse. Deve  invece  comportare una diversa organizzazione capace  di  mettere  al  centro  dell’azione  il  cittadino  e  i  suoi  bisogni,  e  di  coinvolgere responsabilmente  i  lavoratori. Ciò  vuol dire  valorizzare professionalmente  i dipendenti pubblici, attraverso scelte normative, contrattuali e regolamentari da assumere a  livello nazionale e  locale in  tutte  le  amministrazioni.  La  Cisl  Fp  continua  a  ritenere  inaccettabili  le  soluzioni  “precotte” contenute nelle varie manovre, come i tagli indistinti alle risorse della pubblica amministrazione o il  blocco  indiscriminato  del  turn  over.  Ma  soprattutto  riteniamo  inaccettabile  il  blocco  della contrattazione aziendale e  il conseguente congelamento delle  leve necessarie al cambiamento e alla  riorganizzazione  finalizzata  al  recupero  di  efficienza  e  di  risorse  da  sprechi  e  sperperi  che possono essere reinvestite nella qualificazione di servizi e professionalità.   Novembre ‐ dicembre 2010 Riprendiamoci la salute con la partecipazione La Cisl Fp riprende  l’iniziativa per  la qualificazione del sistema di salute e rilancia  le proposte per una nuova centralità delle professioni sanitarie. Parte una serie di incontri che vedrà protagonista la  categoria  del  pubblico  impiego  Cisl  insieme  alla  Fnp  e  alla  Confederazione.  Incontri  che serviranno a coinvolgere  lavoratori, pensionati e cittadini  intorno ad un’idea di sistema sanitario centrato sulla presa  in carico della persona, sulla prossimità territoriale e sulla qualificazione dei professionisti della cura e dell’assistenza:  infermieri, tecnici sanitari, specialisti della prevenzione, operatori socio‐sanitari. Figure chiave di un modo innovativo e moderno di concepire la risposta ai bisogni di cittadini e comunità, attraverso la costruzione di percorsi integrati di cura e assistenza, unendo l’alta specializzazione scientifica e professionale con la responsabilità etica, l’adeguatezza delle prestazione con lo sviluppo della prevenzione.  3 dicembre 2010 Coop sociali, in tutti i capoluoghi di regione i lavoratori manifestano per il contratto E’ un settore in forte crescita, ma in cui la vertenza è estremamente complicata. La Cisl Fp guida il fronte con Cgil, Uil e Fisascat. E’ alta la partecipazione all’iniziativa unitaria, in una battaglia che è anche per la dignità del lavoro.   

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13 dicembre 2010 Sciopero dei precari del Ministero dell’Interno. La Cisl‐Fp conduce la battaglia insieme a Fp‐Cgil e Uil‐Pa: subito la proroga dei contratti, garantire lavoro e servizi  

¤  gennaio 2011 Pubblico  impiego,  la  piattaforma  unitaria  in  12  punti:  la  Cisl  insieme  a Uil  e  Cgil  reclama  un cambio di rotta sul pubblico impiego  L’impegno unitario della Cisl‐Fp porta alla piattaforma congiunta con Cgil e Uil  in cui si chiede un cambio di rotta a governo, regioni ed autonomie  locali: “i  lavoratori pubblici non possono essere gli unici a pagare per  le colpe di classi politiche  irresponsabili, e sono pronti ad accettare  la sfida della produttività pubblica per migliorare la qualità dei  servizi per i cittadini” recita il documento. I  sindacati  confederali,  insieme,  lanciano  quindi  la  loro  proposta  responsabile  al  Paese.  Dodici punti programmatici che il 26 gennaio 2011 sono presentati ufficialmente alle segreterie unitarie:   

1. Il blocco della contrattazione nazionale è ingiusto: rilanciare il valore della contrattazione 

2. Più responsabilità da Regioni e Autonomie Locali: no all’opportunismo a spese di lavoratori e cittadini 

3. Tagliare gli sprechi e la spesa improduttiva e non i bilanci familiari dei lavoratori pubblici 

4. Rilanciare la contrattazione integrativa: più strumenti e più risorse dai risparmi di gestione 

5. Meno tasse per il lavoro dipendente 

6. Via le limitazioni ingiustificate al salario e alla carriera: modificare il d.lgs. 150/2009 

7. Stabilizzare i lavoratori precari 

8. Sbloccare il turn‐over per gli enti virtuosi 

9. Più valore al lavoro pubblico con la partecipazione 

10. Un nuovo accordo per le relazioni sindacali 

11. Per una amministrazione pubblica che tuteli i diritti di cittadini, famiglie, comunità serve un progetto che guardi al futuro 

12. Una data certa e condivisa per le Rsu: il rilancio del ruolo delle rappresentanze sindacali è infatti premessa per una riforma vera della Pa 

 

¤  20 gennaio 2011 Lettera unitaria a Brunetta: Cgil Cisl Uil chiedono al ministro un tavolo di confronto.  La pressione della Cisl è forte e il negoziato si sposta a Palazzo Chigi.  

Mentre  aleggia  la minaccia  di  un  decreto  correttivo  del  d.lgs.  150/2009  –  cioè  il  tentativo  di definire per via  legislativa e unilaterale  le  zone d’ombra della  riforma e di chiudere alcuni  spazi importanti  di  partecipazione  ‐  le  federazioni  scrivono  congiuntamente  al ministro  Brunetta  per chiedere un incontro urgente. La Cisl mette in campo tutta la sua capacità di pressione: lo schema di  decreto  torna  nel  cassetto  e  il  tavolo  di  confronto  si  sposta  a  Palazzo  Chigi.   Nonostante  il risultato, riemerge l’anima “politica” della Cgil: è presente al tavolo ed è informata degli sviluppi, ma incredibilmente comincia a sfilarsi. 

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4 febbraio 2011 Cisl e Uil firmano a Palazzo Chigi l’INTESA SULLE RELAZIONI SINDACALI, la Cgil ancora una volta si sfila.  Per la Cisl Fp è una grande vittoria: CI SIAMO RIPRESI LA CONTRATTAZIONE   

Il confronto con  il governo porta al risultato sperato:  la Cisl ottiene  insieme alla Uil  la sottoscrizione dell’intesa del 4 febbraio. Una firma importantissima che riporta i lavoratori al centro del cambiamento nella  Pa  e  fa  finalmente  chiarezza:  niente  pagelle  sul  salario,  nessun  taglio  di  stipendio,  nessuna applicazione delle fasce 25‐50‐25 ai salari dei dipendenti pubblici. E’ il coronamento del lavoro di mesi:  “Ci siamo ripresi la contrattazione”. 

Grazie  all’accordo,  infatti,  il  modello  contrattuale  definito  dall’intesa  del  30  aprile  2009  inizia  a prendere corpo:  la partecipazione dei  lavoratori diventa  il fulcro dell’innovazione e dell’efficienza del settore pubblico, mentre si superano le incertezze interpretative che volevano relegare i lavoratori e le rappresentanze ad un ruolo subalterno.  

La  Cisl  Fp,  che  ha  sempre  sottolineato  i  limiti  dei  cambiamenti  introdotti  per  legge  e  l’urgenza  di salvaguardare gli stipendi pubblici sottoposti al blocco dei contratti, può rivendicare il risultato. La Cgil che si è sfilata dall’accordo alza il polverone. Ma l’accordo parla chiaro: ai lavoratori pubblici non potrà essere  tolto  un  euro  in  busta  paga.  Il  criterio  del  25‐50‐25  non  interverrà  sui  salari  attuali  in godimento, ma sarà applicabile solo ad incrementi resi possibili da eventuali risorse aggiuntive. 

In tema di riforma, la novità contenuta nei 5 punti dell’Intesa è la previsione di commissioni paritetiche nazionali per  l’applicazione del d.lgs. 150/2009:  ciò  vuol dire  che  il  sindacato e  i  lavoratori  saranno protagonisti del miglioramento delle performance individuali e collettive. 

Un  grande  passo  in  avanti,  dunque,  che  impegna  governo  ed  Aran  a  sottoscrivere  un  contratto nazionale quadro  sul  sistema delle  relazioni  sindacali, proprio  come  chiesto dalla Cisl  fin da maggio 2010:  riportando  la  responsabilità  sindacale nelle dinamiche  relative  all’organizzazione degli uffici e della qualità dei servizi al cittadino. 

 

Luglio 2010 – febbraio 2011 I temi lanciati sulla stampa. L’opinione pubblica segue   

‐ Nuova linfa ai contratti integrativi (luglio 2010) ‐ Un contratto nazionale quadro che riveda i rapporti tra le parti ‐ Manovra, l’impegno della Cisl per evitare i tagli agli stipendi 

 ‐ Governance partecipata per tutti (settembre 2010) ‐ Valutazione, lavoratori protagonisti 

 ‐ Una rivoluzione delle professioni (settembre 2010) ‐ Nuovi poteri per le rappresentanze sindacali 

 ‐ Meno fisco più riforme per  il paese. Un tavolo di confronto per un governo trasparente 

delle risorse (ottobre 2010) ‐ Un nuovo accordo quadro per andare oltre il blocco dei contratti 

 

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‐ Pa,  dirigenti  e  lavoratori  uniti.  Un  alleanza  con  il  sindacato  per  rispondere  ai  nuovi bisogni (ottobre 2010)  

‐ Rilanciamo insieme la qualità del servizio pubblico (novembre 2010)  

‐ Sistema di salute, serve un impegno forte sulle risorse umane (novembre 2010)  

‐ La  sicurezza  fa  lavorare  meglio.  Il  benessere  organizzativo  aumenta  la  performance (dicembre 2010)  

‐ Donne e Pa: colmare il gap con bilancio di genere e contrattazione (dicembre 2010)  

‐ Collegato lavoro, cantiere aperto (gennaio 2010)  

‐ Terzo settore, lo sviluppo del welfare richiede tutele e buoni contratti  

‐ Intesa 4 febbraio: pubblico impiego, nuovo assetto Il lavoratore torna al centro del cambiamento della Pa  

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36 Venerdì 30 Luglio 2010 CISL FUNZIONE PUBBLICA

Dopo la pausa estiva la Cisl Fp riprenderà l’azione di pressing su governo ed enti locali

Nuova linfa ai contratti integrativiFaverin: le professionalità interne sono troppo trascurate

DI GIOVANNI FAVERIN*

Succede spesso che quan-do si tenta di dare qual-cuno per spacciato si fi-nisce per ritrovarlo più

forte e vivo che mai. Così dopo l’entrata in vigore del dlgs 150 in molti hanno iniziato a canta-re il requiem del sindacato nel pubblico impiego, immaginan-dolo relegato in un cantuccio o al più destinato ad un ruolo su-balterno. Ma con una evidente distorsione della realtà.

Come avviene ormai da anni, con tutti i governi e le maggio-ranze anche locali, la politica ha riversato su sindacato e la-voratori pubblici colpe e respon-sabilità proprie, che hanno in questo stesso atteggiamento di tracotanza la loro origine per-versa. E che sono la vera causa di una insoddisfazione crescen-te da parte dei cittadini, stretti fra una spesa pubblica sempre più alta e finanziata da un fisco sempre meno equo, e apparati pubblici in cui gli sprechi e le inefficienze alimentati dalla po-litica del consenso drenano le risorse destinate alla qualità

dei servizi e all’innovazione. In questa situazione da molte

parti la logica è stata rovesciata nel suo contrario, mentre si è tentato di mettere la sordina a principi cardine di relazioni sin-dacali forti e partecipative come quelle stabilita ad aprile 2009. È lo stesso errore di prospettiva che ha generato il congelamento per legge dei ccnl pubblici e che avrebbe portato a conseguenze ben più pesanti se la parte più responsabile e libera del sinda-cato non avesse dimostrato qua-le capacità di rappresentanza continua a detenere.

A prescindere dalle analisi interessate di molte sirene me-diatiche, è stata proprio la leva della contrattazione, segnata-mente di quella integrativa e decentrata, a disegnare fin qui il cambiamento virtuoso in molti enti e aziende pub-bliche del Paese. La concer-tazione allo stesso tempo ha accompagnato le esperienze migliori così come è stato grazie alle buone pratiche di partecipazione che il coinvolgimento dei lavo-ratori pubblici ha acquisito

sovente un valore proattivo. In termini semplici, ad un esame onesto, laddove il sindacato ha saputo spin-gere sul pe-dale dell’in-novazione e ha svol-t o b e n e la propria funzione, il riequili-brio dei ruo-li rispetto alla politica e il

contrasto agli sperperi e alle disorganizzazioni ha consen-tito una gestione pubblica di gran lunga più soddisfacente per i contribuenti e gli utenti

dei servizi. Soprattutto attra-verso il riconoscimento delle professionalità e del buon lavoro pubblico.

La verità è infatti che sono vent’anni ormai che i governi e le giunte di ogni colore trascurano il tema

della valorizzazione delle professioni interne alle pub-

bliche amministrazioni. La ricerca di solu-

zioni facili e di mani libere ha favorito il ricorso a e s t e r n a -lizzazioni e appalti invece che dare va-lore alle

r i s o r s e umane in servizio e rec lutare nuove com-

petenze necessarie. Gli scenari di oggi impongono

di invertire la rotta: occorre fare delle professioni il fulcro di una vera e propria rivoluzione nella p.a., che dia finalmente il giusto peso - anche economico – alla formazione, alle competenze e all’esperienza di ciascuno, e nel contempo le utilizzi al me-glio per aumentare la qualità e l’efficienza del servizio.

Per questo la Cisl Fp ripren-derà con forza, subito dopo la pausa estiva, la sua azione di pressing su governo ed enti locali. Per un nuovo accordo quadro sulle relazioni sinda-cali, che faccia chiarezza in questa fase transitoria e tor-mentata, per la ripresa della contrattazione integrativa, che dai risparmi di gestione faccia uscire le risorse per pagare meglio i lavoratori, e per un maggior controllo sociale sul-la spesa pubblica: mai come in una stagione così complica-ta gli interessi dei cittadini e delle comunità hanno coinciso con quelli dei dipendenti e pro-fessionisti pubblici.

* segretario generale Cisl Fp

Troppo spesso, parlando di lavoro pubblico, si assiste a un dibattito miope e contraddittorio, la cui vittima predestinata sembra essere il ruolo di rap-presentanza dei lavoratori nelle sue forme storiche della partecipazione e della contrattazione. Si tratta di un dibattito che accalora soprattutto chi, scoprendosi commentatore riformista, dimentica o vuol far dimenticare le proprie responsabilità pregresse nel ruolo di dirigente o politico, e preten-de di inventarsi una purezza di competenza che ovviamente sfugge ai più. Ebbene, il dibattito è miope, se non cieco, perché non riesce a vedere oltre il proprio naso. Cioè non vede che le soluzioni adottate tanto nel settore privato quanto a livello internazionale per superare la crisi e favorire la crescita si basano tutte sul rilancio dei sistemi di dialogo sociale e rela-zioni sindacali. E che tutte pongono una particolare enfasi proprio sugli strumenti della partecipazione e della responsabilizzazione comune. Ma il dibattito è anche contraddittorio, perché nel riassorbire nel solo ruolo della legge e della pretesa autosufficienza dirigenziale tutta la decisione organizzativa delle pubbliche amministrazioni, contraddice quei valori di pluralismo delle fonti, di sussidiarietà, di trasparenza che non solo sono alla base dell’ordinamento costituzionale, ma sono costantemente richia-mati in tutte le politiche di innovazione istituzionale e amministrativa del paese (dal federalismo all’organizzazione dei servizi). Nell’intesa del 30 aprile 2009 sul nuovo assetto contrattuale, è ribadito l’impegno a conti-nuare sulla strada della partecipazione e della contrattazione collettiva, in uno spirito di responsabilizzazione condivisa. Un impegno che deve essere reso immediatamente esigibile e che nessuna miope contraddit-torietà può offuscare. Qualche settimana fa, un commentatore insisten-do sulla pretesa emarginazione del ruolo sindacale nel lavoro pubblico, parlò di «contratto senza sindacato». Una formula paradossale, sbagliata sotto ogni punto di vista, giacché in quel contesto una decisione assunta senza il sindacato non può in alcun modo definirsi contratto. Tuttavia da quella formula emerge non solo l’impostazione che una certa vulgata vuol far passare, ma anche il clima in cui si svolge la discussione. Tanto è vero che per avvalorare la tesi si ricorre ad interpretazioni del testo legislativo tanto riduttive da rasentare l’illogicità e l’irragionevolezza. In questa situazione normativa è impossibile e pretestuoso presumere una inattaccabile certezza interpretativa, peraltro negata anche da recenti vicende giurisprudenziali. Meglio allora fare come dice la Cisl Fp: gli attuali contratti nazionali non sono stati abrogati. C’è un’esigenza di ri-equilibrio delle forme di relazioni sindacali? Si faccia allora rapidamente, con senso di responsabilità, un contratto nazionale quadro che riveda i rapporti tra le parti nelle amministrazioni e si restituisca così serenità all’organizzazione e alla rappresentanza.

Carmine Russodocente di diritto del lavoro

all’Università Magna Graecia di Catanzaro

Un contratto nazionale quadro che riveda i rapporti tra le parti

Anche in Italia la manovra finanziaria avrebbe potuto ricalcare le ricette di austerity approntate da vari paesi europei: tagli netti in busta paga ai dipen-denti pubblici, come in Irlanda e in Spagna, riduzione delle tredicesime come in Germania, migliaia di posti pubblici cancellati entro il 2013 come in Francia, Spagna e Gran Bretagna, o ancora decurtazione dei fondi per la produttività delle Pa, come già si tentò di fare da noi nel 2008. Grazie all’azione della Cisl, invece, buona parte dei tagli è stata dirottata sulla spesa improduttiva - consulenze, sponsorizzazioni, incarichi e poltrone, costi della politica - e sugli emolumenti di quelle categorie non contrattualizzate del pubblico impiego alle quali finora nessuno aveva mai chiesto sacrifici, come magistrati e alti dirigenti. Ciò non toglie che il blocco dei contratti nazionali deciso con il decreto 78/2010 sia una scelta sbagliata, così come la minaccia di sterilizzare i contratti decentrati. Esiste una necessità oggettiva di riportare la spesa pubblica sotto controllo, dettata non solo dall’Europa, ma da considerazioni sulla sostenibilità a lungo termine della macchina pubblica; ma deve passare attraverso una riorganiz-zazione strutturale, che distingua lo spreco vero e proprio (sperperi, ruberie, spese per consenso e clientele) da quello che invece è investimento produttivo (risorse umane e professionalità in primis). La Cisl ha presentato al governo e alle amministrazioni locali una posizione univoca, chiedendo rigore nei conti pubblici e nell’utilizzo delle risorse, buona amministrazione nel predisporre i bilanci di enti e aziende, un freno efficace all’evasione e all’elusione fiscale; ma soprattutto, di mettere in sicurezza le finanze pubbliche partendo dagli sprechi e dalle inefficienze. Abbiamo chiesto più responsabilità anche agli amministratori di regioni, province e comuni, perché la spesa pubblica va riqualificata anche a livello locale. La scarsa capacità gestionale dimostrata in questi anni ha im-pedito che venissero progressivamente accantonate le risorse per rinnovare i contratti, e ha promosso invece un utilizzo dei budget spesso distorto rispetto ai bisogni dei cittadini; ora bisogna costruire un ciclo virtuoso che consenta di «fare di più con meno», tanto più nella prospettiva del federalismo avviato dalla legge 42/2009 e dai provvedimenti che sono seguiti (federalismo demaniale) o che sono in discussione (fabbisogni standard, federalismo municipale e fisca-le). Dopo la pausa estiva, saremo ancora impegnati per costringere governo e amministratori a riprendere la contrattazione integrativa, che è la vera leva del cambiamento, della partecipazione e della difesa delle retribuzioni. Ancora una volta, come è successo dopo il dl 112 del 2008, è possibile recuperare le risorse per i giusti aumenti di salario che la manovra economica ha bloccato, riportando alla contrattazione le risorse sottratte agli sprechi e alle disorganizzazioni. Il 30 aprile del 2009 abbiamo sottoscritto un accordo sui nuovi assetti contrattuali che rendesse più efficace e più puntuale questo meccanismo, rafforzando il coinvolgimento dei lavoratori e del sindacato nel promuovere amministrazioni più moderne e veloci. Di quell’accordo ora pretendiamo l’applicazione da parte di ogni ente e azienda. Il processo di modernizzazione della p.a. è legato all’ap-plicazione di strumenti contrattuali nuovi, i cui capisaldi irrinunciabili sono la partecipazione e il decentramento decisionale.

Manovra, l’impegno della Cisl per evitare i tagli agli stipendi

Giovanni Faverin

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41Venerdì 10 Settembre 2010VenCISL FUNZIONE PUBBLICA

Ai dipendenti e al sindacato il compito di svolgere un controllo sociale sugli enti pubblici

Governance partecipata per tuttiIl dibattito non deve restare confi nato solo al settore privato

DI GIOVANNI FAVERIN*

I l dibattito sulla parte-cipazione dei lavoratori agli utili d’impresa e alla governance aziendale ha

finalmente trovato la giusta ribalta tanto nella discussio-ne nei posti di lavoro (dove è nato) quanto nelle arene che formano l’opinione pubblica e nell’agenda politica. Si tratta però di un dibattito zoppo che resta incomprensibilmente confinato ai settori dell’econo-mia privata e che sembra col-pevolmente osteggiato quando si chiamano in causa le ammi-nistrazioni pubbliche.

Perché accade questo? Non è forse il settore pubblico il luo-go d’elezione per sperimentare nuovi strumenti e nuove mo-dalità di gestione organizza-tiva a cui affidare la crescita di produttività e competitivi-tà degli enti e di conseguenza del sistema-Paese? Non è lì che i più alti livelli medi di scolarità, di competenza e di professionalità dei lavoratori favorirebbero un esercizio più efficace della partecipazione organizzata? E non è lì che at-traverso le riforme attuate (in primo luogo il nuovo modello contrattuale) e di quelle in programma (federalismo) po-trebbe aprirsi il vero cantiere delle nuove relazioni sindacali partecipative e della vera in-novazione decisa e contrattata ente per ente?

Il fatto è che a dispetto di tutto ciò nel nostro Paese tende a prevalere la vecchia impostazione giacobina se-condo cui il cambiamento si

dirama esclusiva-mente (o quasi) dal l ivel lo centrale a quelli locali, cioè sol-tanto attraverso un movimento dall’alto in basso. È in verità una finzione (e un er-rore) a cui ormai non crede più neanche la classe politica, ma che per convenienza o per interesse di cor-to respiro continua a rappresentare la spi-na dorsale di tanti in-terventi normativi e interpretativi in tema di pubblico impiego. L’effetto è quello di concepi-re progetti di rinnovamento istituzionale e organizzativo calcati su modelli teorici, o ancora peggio il tentativo di escludere il contributo deter-minate dei soggetti più inte-ressati a quei cambiamento. Si tratti di persone, imprese, comunità o parti sociali. Da tutti i provvedimenti realizza-ti negli ultimi decenni, o che sono all’ordine del giorno, l’as-senza di previsioni che raffor-zino e rinnovino lo strumento partecipativo a livello di posto di lavoro rischia di vanifica-re ogni sforzo di rimettere la macchina pubblica al passo con le esigenze del paese. Tan-to più in un momento in cui finalmente la combinazione di una prospettiva federalista (responsabile e solidale) e una corretta attuazione del princi-pio di sussidiarietà potrebbero alimentare quel processo.

La soluzione - proprio a par-tire da una tradizione positiva

di radicamento delle parti so-ciali - è nella partecipazione dei lavoratori e dei sindacati all’andamento degli enti, delle aziende e delle agenzie pub-bliche. Partecipazione intesa come leva insostituibile rispet-to alla qualità dei servizi, alla tenuta dei bilanci, all’esercizio dei controlli, alla trasparenza sui costi e sui conti pubblici, alla soddisfazione del cittadi-no. D’altra parte è di questo che si parla quando si fa ri-ferimento alla funzione delle rappresentanze sindacali uni-tarie (Rsu) che qualcuno vor-rebbe mettere in discussione. Mentre è proprio da lì che si deve ripartire, rinnovandone e rivitalizzandone le preroga-tive, di fronte alle nuove sfide che si chiamano costi stan-dard, adeguatezza, decentra-mento. Un ragionamento che non può essere disgiunto dai temi della valutazione del la-voro e della performance. Ma anche da quello di una valuta-

zione sull’utilizzo della spesa pubblica che deve rilanciare il «controllo sociale» sulla ge-stione degli enti e dei servizi.

Il primo impulso all’aumen-to di appropriatezza ed effi-cienza delle prestazioni, deri-va infatti dalla coincidenza di interessi tra chi produce ser-vizi pubblici (e vuol produrre sempre meglio) e chi quei ser-vizi li riceve (e pretende più qualità a costi più limitati). Partecipazione e controllo so-ciale sulla spesa – a partire dal livello decentrato del sin-golo ente, agenzia o azienda – sono i presupposti di una migliore progettazione, orga-nizzazione, gestione e control-lo sulle attività di interesse pubblico. In Gran Bretagna e in altri paesi, si discute oggi di «Big society», concetto che non va inteso come semplice arretramento dello Stato in parallelo ad un avanzamento del mercato, bensì come crea-zione di un modello partecipa-

tivo e sussidiario di gestione dei servizi pubblici. È interes-sante notare come i riflessi nel nostro paese siano rimasti estremamente limitati, con l’eccezione di alcuni osserva-tori. L’esigenza è infatti co-mune e risponde alla doman-da di come ridurre i costi di un sistema di welfare che sta diventando rapidamente inso-stenibile e di come rendere più solido, inclusivo e competitivo il modello sociale che ne è alla base. Le risposte che insisto-no in un passaggio di poteri e responsabilità dal centro alla periferia, in un diverso e più profondo ricorso ai corpi sociali intermedi, in un ri-chiamo all’esprit d’association esaltato da Tocqueville hanno il merito di indicare una di-rezione corretta su cui anche l’Italia dovrebbe muoversi. Il punto rimane però il «come» adeguare lo stato sociale ren-dendolo realmente «capaci-tatore» e regolatore rispetto alle potenzialità di comunità e territori. Ecco perché la no-stra proposta insiste sull’esi-genza di un ruolo concreto dei lavoratori e del sindacato in merito al controllo socia-le sugli enti e sulle politiche pubbliche. Di un mutamento nella funzione di rappresen-tanza delle organizzazioni dei lavoratori che partendo dalle professioni porti nei sistemi di welfare, soprattutto su scala decentrata, quei cambiamenti senza i quali il nostro modello sociale difficilmente vedrà un futuro.

* segretario generale Cisl-Fp© Riproduzione riservata

La Civit ha pubblicato la versione defi nitiva della delibera 89/2010 con la quale – a seguito della consultazione svolta sul testo provvi-sorio – individua indirizzi per la costruzione del sistema di misurazione e valutazione della performance organizzativa; indirizzi ai quali le diverse amministrazioni, anche in base al tasso di autonomia di cui godono nel com-plessivo assetto istituzionale, possono ricor-rere per defi nire gli strumenti di valutazione del proprio apparato. Una funzione, quindi, soft e di stimolo, che rispetto alla versione precedente perde molti appesantimenti di stringente e puntigliosa metodologia e che rende esplicito che non è possibile valutare il personale se prima non si valuta l’organiz-zazione.

Per la fruibilità degli indirizzi proposti dalla Commissione è utile in primo luogo che ogni amministrazione valuti la propria struttura organizzativa rispetto alla propria funzione istituzionale e sociale: la complessità degli strumenti adottati deve infatti essere compa-tibile con la propria organizza-zione per evitare che il sistema di misurazione che si adotta diventi un appesantimento ed un intralcio all’azione ammi-nistrativa: la delibera Civit va utilizzata come una guida ai processi decisionali di chi, dovendo organizzare e misura-

re l’organizzazione, deve scegliere processi e percorsi ottimali (anche eventualmente più semplifi cati rispetto a quelli proposti) per valutare la performance organizzativa.

Questa capacità di costruzione di un mo-dello funzionale all’organizzazione deve ba-sarsi su pochi elementi necessari che corret-tamente sono individuati negli obiettivi (con caratteristiche di concretezza e fattibilità), negli indicatori (misurabili) e nella struttura di supporto e nei processi (che siano adeguati agli obiettivi); a questi elementi va aggiunto il coinvolgimento di interlocutori interni ed esterni in funzione di programmazione e veri-fi ca delle risorse e dell’organizzazione.

In questo importante spazio si deve collo-care l’azione della rappresentanza dei lavora-tori che non deve perdere la sua naturale di-mensione collettiva (per evitare ogni rischio di strumentalizzazione della frammentazione degli interessi), ma che deve sempre più ca-ratterizzarsi per la connotazione professiona-le delle competenze che esprime, per imporsi

come necessario elemento di contemperamento delle risor-se organizzative e per consen-tire un passaggio non trauma-tico dalla valutazione della performance organizzativa a quella della performance in-dividuale.

© Riproduzione riservata

Valutazione, lavoratori protagonisti

Il parere 34439/2010 espresso dalla Funzione pubblica al mi-nistero del lavoro prende posizione in merito alle procedure di impugnazione dei provvedimenti disciplinari, ma più che chiarire pone problemi interpretativi sia per la fase attuale, sia soprattutto per quella futura. Rispetto all’attuale situazione normativa non si chiarisce come possa coesistere un criterio di delega che vieta la istituzione e l’attività dei collegi arbitrali di disciplina con una norma di dettaglio che non consente alla contrattazione collettiva di prevedere procedure di impugnazione dei provvedimen-ti disciplinari; assimilare una particolare forma di collegio (storicamente individuabile e peraltro già da considerare abrogata dall’art. 6 del Ccnq su conciliazione e arbitrato del 23 gennaio 2001) a procedure di impugnazione che possano prevedere anche forme di arbitrato, comporta di fatto la ri-nuncia a qualsiasi forma di arbitrato anche non riconducibili ai collegi di disciplina.Questa contraddizione risulta ancora più evidente in prospet-tiva. Sta infatti terminando il suo iter parlamentare il disegno di legge (atto S. 1167-B/BIS, cd. «Collegato lavoro») che, nel valorizzare le procedure di conciliazione ed arbitrato per la risoluzione di controversie individuali di lavoro, affi da alla contrattazione collettiva privata e pubblica la facoltà di pre-vedere soggetti e procedure senza limitazioni di materie.Come si concilierà, a quel punto, l’art. 68.3 del dlgs 150 con il più limitato criterio di delega della legge 15 e con il più ampio ambito di applicazione della prossima legge?

Carmine Russodocente di diritto del lavoro

all’Università Magna Graecia di Catanzaro

Provvedimenti disciplinari, impugnazione senza certezze

Pagina a cura diCISL FUNZIONE PUBBLICA

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50 Venerdì 24 Settembre 2010 CISL FUNZIONE PUBBLICA

In vista della manifestazione del 9 ottobre la Cisl rilancia l’idea di un osservatorio permanente

P.a., rivoluzione dal di dentroValorizzare le professionalità interne e arricchire le competenze

DI GIOVANNI FAVERIN*

Né l’avvento dell’era glo-bale, né una crisi econo-mico-finanziaria senza precedenti sono riuscite

a svegliare la politica sull’au-tentica rivoluzione copernicana che il sistema pubblico richiede-rebbe: quella delle professioni pubbliche. E così molte riforme, passato l’effetto annuncio, han-no finito per restare inchiodate al punto di partenza, e molti buoni propositi sono addirittura rimasti in confuse dichiarazioni di principio.

Nella furia di rivedere equi-libri e procedure, di soppesare poteri, eliminare controlli ed in-tralci, affi dare pezzi di welfare ad amici e sodali, governi, giun-te e molti vertici politici di ogni ordine e grado hanno trascurato in modo sconcertante il capitale umano. Che tradotto signifi ca le persone, le conoscenze, le pro-fessionalità che compongono il vero fattore di autoriforma del sistema.

Con una metafora si potrebbe dire che tanta classe politica si è alternata alla guida della mac-china pubblica affaccendata nel-la lettura delle mappe stradali del consenso, senza ascoltare il navigatore, senza preoccupar-si di come andasse il motore e senza pensiero alcuno per il carburante. Da almeno due de-cenni al centro e in periferia, si è continuato nella spartizione dei posti, nella perpetuazione dei privilegi, in una gestione della spesa e delle risorse pubbliche spesso sorprendentemente in-differente al bene comune e at-tentissima all’aspetto elettorale

e di clientela. Mentre sul versante dei ser-

vizi al cittadino, i dipendenti e professionisti pubblici sono stati sovente «abbandonati» dai datori di lavoro. Molti amministratori hanno tendenzialmente scorag-giato - a volte con superfi cialità, altre volte con scoperto fastidio - ogni forma di innovazione dal basso e ogni forma di coinvolgi-mento partecipativo. In molti casi gli interventi normativi e regolatori si sono avvicendati

come se il destino del nostro wel-fare fosse scritto nelle procedure, nelle formule organizzative ca-late dall’alto, nella dimensione verticale della decisione.

E non nelle competenze e nella professionalità di chi la-vora, calate in una dimensione collaborativa delle relazioni sin-dacali. Così leve importanti di innovazione come quelle costi-tuite da un modello contrattua-le più moderno e partecipativo sono state aggirate da inconce-

pibili provvedimenti come il blocco dei contratti pubblici. Mentre i primi risultati sulla lotta agli sprechi e alla spesa improduttiva, sono messi a repentaglio da un’evasione fi scale senza precedenti che fa da contraltare ad un at-teggiamento di fi nto rigori-smo sull’utilizzo dei risparmi di spesa. Una manovra a te-naglia, che a livello di stato centrale come a quello locale si spinge fi no a mettere in di-scussione la contrattazione integrativa.

Anche per questo con la manifestazione del 9 ottobre la Cisl vuol dire basta. E lan-ciare non una provocazione, ma una vera battaglia rifor-matrice e di cambiamento. Perché proprio in una fase come questa, per rinnova-re e riqualificare i servizi pubblici ai cittadini e alle imprese (che poi vogliono dire sviluppo e coesione so-ciale) è essenziale valoriz-zare il patrimonio enorme di professionalità interne e far entrare nelle pubbliche amministrazioni le nuove competenze necessarie. Inve-

ce sono vent’anni che governi e maggioranze di ogni colore pre-feriscono ricorrere a esternaliz-zazioni e appalti. Noi vogliamo invertire la rotta: vogliamo, pur in un contesto diffi cile, fare delle professioni il fulcro di una vera e propria rivoluzione, che dia fi -nalmente il giusto peso – anche economico – alla formazione, alle competenze e all’esperien-za di ciascuno, e nel contempo le utilizzi al meglio per aumen-tare la qualità e l’effi cienza del

servizio.Le aspettative che cittadini

e imprese rivolgono alle am-ministrazioni pubbliche sono sempre più elevate in termini di specifi cità, rapidità ed effi ca-cia: per venire incontro a queste esigenze bisogna puntare sulle professioni pubbliche. Occorre anche per il pubblico impiego un sistema di certifi cazione del-le competenze, analogo a quello previsto dalle linee guida per la formazione nel 2010; e occorre pensare ad un percorso di rior-ganizzazione professionale mo-dellato sui nuovi servizi e i nuovi fabbisogni. Per questo abbiamo rilanciato l’urgenza di attivare un osservatorio sulle profes-sioni, che costituisca un tavolo di confronto permanente per stabilire quale parte del lavoro pubblico serva alle comunità, come si possa migliorare, quali professioni siano utili a garanti-re servizi migliori. Solo così sarà possibile rendere virtuoso quel sistema di valutazione della performance organizzativa che deve riguardare anche la moder-nizzazione e il miglioramento qualitativo dell’organizzazione e delle competenze professionali, dentro alle riforme istituzionali in corso.

Guardare al futuro vuol dire anticipare i bisogni e prevede-re le risposte: oggi quei bisogni sono fatti di velocità, appropria-tezza, conformità dei servizi ai costi standard. E le risposte come sempre sono nelle capacità e nelle motivazioni delle persone che li sanno adeguare alle attese dei cittadini.

* segretario generaleCisl Fp

La partecipazione è la chiave di volta del cambiamento. E le Rsu sono un momento irri-nunciabile di coinvolgimento

dei professionisti in forza alle am-ministrazioni nella riorganizzazione vera dei servizi pubblici. Oggi più che mai possono costituire lo stru-mento più efficace per raccordare le esigenze di chi lavora (le professioni pubbliche) con quelle di chi fruisce dei servizi (i cittadini e le imprese). Per questo la Cisl ne ha sempre sot-tolineato la centralità e difeso la fun-zione, anche di fronte a chi, spesso in malafede, ne metteva in dubbio la validità.

Tuttavia come ogni fat-to umano e organizzativo non sono impermeabili al variare del contesto nor-mativo, istituzionale, so-ciale e per giocare il ruolo che spetta loro, in una fase come questa, hanno biso-gno di essere rilanciate e

rinnovate.Proprio a partire da una necessi-

tà forte di aggiornare il sistema di welfare e il modello sociale sotteso, e proprio di fronte a quelle riforme che servono al Paese (un fisco più equo in primis), è essenziale dare un nuovo riconoscimento e un nuo-vo protagonismo alle professioni e alla rappresentanza nel pubblico im-piego. Tanto più quando si bloccano i contratti pubblici e si mettono in discussione i budget di spesa degli enti.

Una nuova rappresentanza dei la-

voratori e delle professioni ha biso-gno insomma di nuove Rsu. Cioè di nuovi rappresentanti unitari eletti con poteri di controllo - rinnova-ti ed effettivi - da esercitare negli enti, nelle agenzie e nelle aziende pubbliche.

Le prerogative stesse delle Rsu elette nel 2007 sono cosa diversa da quelle che servono oggi. Per questo non è importante solo il voto. Non è importante la sola competizione elettorale o il nuovo mosaico delle sigle. Quanto la rivalutazione della funzione delle rappresentanze che

devono recuperare una competenza negoziale anche di controllo socia-le sulla spesa e sull’ope-rato degli amministra-tori pubblici.

Chi vuole il voto sen-za un nuovo accordo sindacale che dia alle rappresentanze potere, diritto, responsabilità e

capacità di essere terminale informa-tivo, contrattuale e propositivo nella stagione della valutazione collegata al lavoro, alle professioni e ai costi standard, porta avanti un’idea di Rsu come mera spartizione elettorale dei lavoratori tra sindacati. Così non si aiutano le professioni a contare di più nei posti di lavoro. E si confonde la politica con il futuro del sindacato che nel pubblico impiego deve com-battere una battaglia professionale, etica e sociale per un rinnovamento del lavoro e del sistema.

La Cisl Fp vuole il voto ed esige l’esercizio di un diritto fondamentale dei lavoratori, ma lo vuole per nuove Rsu. Ecco perché prima di indire la consultazione serve un nuovo accor-do quadro sulle relazioni sindacali: per mettere le rappresentanze in condizione di generare quel decen-tramento contrattuale e quelle in-novazioni che servono ai lavoratori e ai cittadini.

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CHI VUOLE VOTARE SENZA UN ACCORDO SULLE PREROGATIVE PUNTA ALLA SPARTIZIONE DEI LAVORATORI

Nuovi poteri per le rappresentanze sindacali

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51Venerdì 22 Ottobre 2010VCISL FUNZIONE PUBBLICA

I manager pubblici devono avere il coraggio di smarcarsi dal giogo della politica

P.a., dirigenti e lavoratori unitiUn’alleanza con il sindacato per rispondere ai nuovi bisogni

DI GIOVANNI FAVERIN*

La dirigenza pubblica è oggi al centro di uno sno-do determinate non solo rispetto alla sua funzio-

ne peculiare, ma soprattutto rispetto all’indispensabile pro-cesso di miglioramento organiz-zativo dei servizi pubblici. Si è chiusa infatti la fase, fi n troppo prolungata, della contrapposi-zione dei ruoli e della rivalità tra funzioni che per molti anni ha colpevolmente rallentato il cambiamento. Tuttavia sten-ta ancora ad aprirsi un nuovo corso in cui la condivisione di responsabilità comuni rispetto agli obiettivi fi nali delle ammi-nistrazioni riesca ad innescare, al di là dei limiti di una politica spesso insipiente, il percorso di modernizzazione dei processi produttivi, dei servizi prodot-ti, dei livelli qualitativi, delle formule organizzative. In una parola la re-ingegnerizzazione degli enti della quale la dirigen-za, insieme ai lavoratori e a un sindacato responsabile, dovrà essere protagonista. E di cui l’alleanza coraggiosa fra pro-duttori dovrà essere il motore.

La riforma è attesa alla prova dei fatti

Una logica ben intesa dell’or-ganizzazione pubblica vuole che il corpo dirigente della p.a. sia in grado di assicurare la tra-duzione degli indirizzi politici attraverso adeguate modalità di programmazione e organiz-zazione del lavoro. La respon-sabilità del corpo dirigente è infatti quella di garantire la coerenza dell’azione ammi-nistrativa cogliendo i giudizi espressi dall’istanza politica, e allo stesso tempo garantire l’autonomia gestionale della pubblica amministrazione e il principio di imparzialità verso gli utenti. Ciò all’interno di un sistema di relazioni fra soggetti che deve rendere virtuosa l’in-terattività con amministratori, professionisti, parti sociali e utenti fi nali dei servizi.

Le modifi che introdotte dal dlgs 150/2009 hanno puntato, e non senza vistosi errori di scarsa coerenza ed eccesso di standardizzazione, a inserire la fi gura del dirigente in un con-testo organizzativo più monito-rato e trasparente, all’interno di un modello di responsabilità più accentuato e controllato. Sono in parte cambiate le fasi e le prerogative del potere or-ganizzativo, sono aumentate le responsabilità nella gestio-ne del personale, così come le sanzioni per gli inadempimenti che hanno portato a delineare

anche una responsabilità per danno erariale. Alla base degli obiettivi della riforma c’è un’esi-genza forte di riqualificare i servizi pubblici, cioè l’urgenza di renderli più effi cienti e più moderni migliorando la quali-tà e l’organizzazione del lavoro a livello di singolo ente. Ma le nuove norme sono ora attese alla prova dei fatti.

Un nuovo ruolo per la di-rigenza

Trovare la giusta armonia fra cambiamento organizzativo e professionale e risposte attese dai cittadini costituisce la vera sfi da per il settore pubblico. La leva da attivare è quella della professionalizzazione dei lavo-ratori e della riorganizzazione delle strutture pubbliche. Bi-sogna scommettere sull’inno-vazione, sulla partecipazione, sull’autonomia che segnano il passaggio da un modello di azione burocratica (correttez-za formale) ad uno di azione orientata ai bisogni (soddisfa-zione dell’utenza). Ma questo è impossibile se non si riconosce e si realizza concretamente un nuovo ruolo per la dirigenza, corrispondente a una cultura autenticamente manageriale. Laddove la managerialità pub-blica è di natura diversa e più complessa rispetto al privato.

Indubbiamente la dirigenza e il management, non sempre sono messi in condizione di svol-gere al meglio il proprio incarico. Non è soltanto un problema di numeri o di prerogative, quanto di possibilità reale di agire se-condo il binomio autonomia-re-sponsabilità e di evitare quella turnazione (spoils system) che impedisce di dare continuità al lavoro. In molti casi è pregiudi-

cato il corretto equilibrio delle funzioni tra politica e mana-gement e manca una corretta delimitazione dei rispettivi campi di azione, con ripercus-sioni negative anche sul piano del buon lavoro dei dipendenti. Molto spesso l’ingerenza della politica sulle funzioni ammini-strative compromette il buon funzionamento degli enti così come i processi di innovazione spinti dall’interno.

In molti casi inoltre gli inca-richi dirigenziali non vengono conferiti sulla base del valore professionale. La mancanza di concorrenza e di meritocrazia genera nella dirigenza come nei dipendenti uno stato di inerzia, che li vede soggetti a norme sanzionatorie severe cui non corrisponde una possibilità di miglioramento, e li espone a for-me di corruzione professionale, come conseguenza della man-canza di premialità, o di cor-ruzione penalmente rilevante, come effetto di un sistema privo di valori etici e professionali.

Per queste ragioni occorre mettere in moto un percorso di motivazione e valorizzazione

del ruolo della dirigenza pub-blica. Misure che mirino a ridi-segnare la struttura salariale secondo principi della semplifi -cazione e dell’equità, tra l’altro già contenuti nelle norme che ora regolano la contrattazione nel pubblico impiego, e ad im-porre il «merito» come parame-tro irrinunciabile di valutazio-ne, eliminando sperequazioni e rendite di posizione oggi più che mai insopportabili.

L’impulso del sindacato: partecipazione e contratta-zione

Il ruolo del sindacato, di cui la Cisl Fp vuol farsi carico, è dare impulso a questo proces-so: anzitutto alla promozione di una cultura della valutazione delle prestazioni dei dirigenti e ad una selezione del personale basata sulle competenze. Negli ultimi anni è mancato il con-fronto, anche con il sindacato, sui nuovi profi li professionali di dirigenti e quadri necessari a rispondere ai nuovi bisogni del paese. Nel contempo, il blocco del turnover e le limitate possi-bilità di ingresso nelle ammini-

strazioni pubbliche hanno reso e rendono più diffi cile reperire quelle risorse vitali costituite da un maggior numero di gio-vani nella classe dirigente sia politica che amministrativa, che rappresenterebbero il vero acceleratore del cambiamento.

Lo sforzo di innovazione deve avvenire in un quadro in cui, per l’interdipendenza tra i ruoli, il personale dipendente non può che essere coinvolto in maniera sempre più partecipa-tiva. La legge può individuare alcuni ambiti di partecipazione, ma è la contrattazione, nazionale e decentrata, il luogo principale per articolare partecipazione e potere dirigenziale. Soprattutto con un numero di comparti ed aree dirigenziali ristretto e con un maggior ruolo dei comitati di settore, gli strumenti della parte-cipazione possono essere la chia-ve di volta per rendere i dirigen-ti insieme ai lavoratori pubblici soggetti proattivi del processo di ammodernamento, senza re-stringere il momento di confronto alla sola dinamica negoziale delle defi nizione e distribuzione delle risorse. Il compito che attende il sindacato è costituire un’interfac-cia costante con la dirigenza per introdurre nei processi lavorativi quelle innovazioni organizzative che portino le pubbliche ammi-nistrazioni all’altezza dei nuovi compiti. Mentre il compito della dirigenza sarà sempre più quel-lo di mettere in atto un’azione coraggiosa che la smarchi dalla cappa di piombo in cui la politi-ca tende a relegarla.

In questo senso starà proprio all’alleanza tra dirigenti capaci e sindacato intelligente dimo-strare di essere all’altezza della sfi da.

* segretario generale Cisl Fp

A partire dalla legislazione del 1993, il dirigente pubblico opera «con la capacità e i poteri del pri-vato datore di lavoro». Intorno a

questa defi nizione si è costruita nel tem-po un’immagine carica più di simbolismi che di funzioni ed ultimamente ha preso il sopravvento una visione della respon-sabilità dirigenziale caratterizzata da un ruolo gerarchico/punitivo nei confronti dei lavoratori e di pretestuosa autosuffi cienza nei confronti delle loro rappresentanze. Ma quella locuzione si limita ad assimilare la responsabilità dirigenziale a quelle dato-riali individuate dal codice civile, senza pre-supporre a priori le modalità di esercizio del potere. In altri termini, la fi gura diri-genziale si costruisce dentro l’organizza-zione e non attraverso un’interpretazione preconcetta di locuzioni giuridiche. Ciò che organizzativamente conta è che il dirigente sia l’unico soggetto che intrattiene rapporti con tutti gli altri: rapporti con caratteristi-

che diverse (separazione di funzioni e colla-borazione di ruoli con la dirigenza politica; partecipazione sociale e consultazione con l’utenza; gerarchica con i lavoratori; parte-cipativo/negoziale con i sindacati) ma che richiedono, come fondamentale esercizio di potere organizzativo, la capacità di ot-timizzare le informazioni che derivano da queste relazioni convertendole in risorse e decisioni organizzative. Chiedere al diri-gente di accettare il confronto con rigore dei ruoli e trasparenza delle regole signifi -ca valorizzare la posizione cardine che egli occupa nell’organizzazione dei servizi. Ma può questa delicata posizione sopprimere le libertà costituzionali riconosciute ad ogni lavoratore? E, per essere più concreti, è ac-cettabile ritenere che il coinvolgimento atti-vo in un’organizzazione sindacale signifi chi di per sé perdita di imparzialità e compro-metta la competenza? La legge 15 e il dlgs 150 operano questa criticabile assimilazio-ne e ora la circolare 11/2010 della Funzione

pubblica dà un’interpretazione della legge che se da un verso ne «limita» l’applica-zione ai soli soggetti preposti a strutture che abbiano specificamente la funzione della gestione del personale, dall’altro la estende anche ai titolari di posizioni orga-nizzative. Inoltre, considera una locuzione amplia (anche più di quella utilizzata per la presunta incompatibilità di appartenenti a partiti politici) del requisito impeditivo del-la militanza sindacale, includendo di fatto tutte le fi gure di rappresentanza (Rsu, Rsa, terminale associativo e carica statutaria di qualunque livello). Si manifesta così sfi ducia nei confronti dei dirigenti ed una rappresentazione della militanza sindaca-le come incompatibile per defi nizione con l’imparzialità e la responsabilità.

Carmine Russodocente di diritto del lavoro

all’Università Magna Graecia di Catanzaro

FA DISCUTERE LA CIRCOLARE DI BRUNETTA

L’incompatibilità sindacale, un segno di sfiducia

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42 Venerdì 5 Novembre 2010 CISL FUNZIONE PUBBLICA

Oggi la Giornata dell’informazione della Cisl. La legge di stabilità è un’occasione per invertire la rotta

La qualità della p.a. va rilanciataTagliando il personale a pagare saranno solo i cittadini

DI GIOVANNI FAVERIN*

Quando si parla di pub-blica amministrazione a tenere banco sono più spesso le polemi-

che e gli scontri sui numeri di quanto non lo siano i proble-mi di fondo. Accade così che le cifre messe fuori in questi giorni sulla progressiva ridu-zione degli organici pubblici, che sono l’effetto di una preci-sa impostazione del problema, finiscano per esserne conside-rate la causa. Il tema vero è la necessità urgente, da un lato, di riorganizzare la pro-duzione dei servizi in modo da renderla più efficiente e meno costosa per i contribuenti e, dall’altro, quella di farlo at-traverso un coinvolgimento forte e concreto tanto dei la-voratori pubblici, quanto dei cittadini.

Il blocco del turnover, nelle modalità di azione generaliz-zata messa in campo in Italia a partire dalla finanziaria del 2006 (e poi resa ancora più stringente dalle successive manovre), risponde a un prin-cipio «economicistico» che ha l’effetto di aggravare i mali che si prefigge di curare. I dati certificati parlano di un trend di contrazione tra il 2006 e il 2008 di quasi 97 mila addetti all’anno, cioè -2,87% su base annua. La logica, confermata dai vari governi e giunte, è ridurre la spesa pubblica ini-ziando dal personale, senza preoccuparsi di dove e come si interviene, né di quali con-seguenze si scarichino sugli utenti finali dei servizi pub-blici. È la logica delle scelte dall’alto (che si tratti indiffe-rentemente di governo o enti locali) che tende a scavalcare le responsabilità pubbliche rispetto al benessere delle persone e delle comunità.

Ben altra cosa è pensare a riqualificare la spesa e rior-ganizzare i servizi partendo non da schemi precostituiti ma dalle realtà dei singoli posti di lavoro. Significa rico-noscere che le amministrazio-ni pubbliche sono chiamate a cambiare pelle. A cambiare il modo in cui è gestita la spesa e in cui sono organizzati gli uffici, il modo di valorizzare le tante professionalità del pubblico impiego, il modo di rispondere ai bisogni di citta-dini e imprese. Ma significa anche riconoscere che gli stru-menti più adatti a questi sco-pi sono quelli che hanno fino-ra dato i frutti migliori e sui quali occorre pertanto pun-tare: a partire dalla parteci-pazione dei lavoratori e dalla contrattazione decentrata. Gli accordi fatti in questi anni in molte amministrazioni sono lì a dimostrarlo.

Il 9 ottobre scorso i lavo-ratori pubblici sono scesi in campo con la Cisl e la Uil pro-

prio con lo scopo di incalzare la politica sulle riforme neces-sarie per il paese. Il risultato è stato l’apertura del tavolo con il governo per l’avvio di una ri-forma fi scale attesa e insegui-ta da decenni. Ora occorre un passo in più e l’apertura di un nuovo tavolo sui contratti e le professioni pubbliche, in modo da sbloccare la contrattazione integrativa nel pubblico impie-go e da far decollare le nuove relazioni sindacali partecipati-ve defi nite con l’accordo del 30 aprile 2009.

Per questo è indispensabile impegnarsi in una azione for-te che spinga su questi tasti, seguendo ambizioni alte e nel contempo soluzioni realistica-mente convincenti. Non basta infatti limitarsi a discutere in astratto di organici e di costi della p.a., servono leve prati-cabili per analizzare il detta-glio di ogni amministrazione e spingere il cambiamento di conseguenza. In questo senso l’iter parlamentare della legge di stabilità, cioè della vecchia «Finanziaria», offre una chan-

ce importante, perché rimette al centro dell’agone politico la questione dei bilanci degli enti pubblici e le previsioni sull’im-piego della spesa pubblica. Sa-rebbe un peccato se l’occasione per un cambio di passo rispetto al fi ato corto e alle intenzioni rimaste sulla carta delle tan-te «riforme» messe in cantiere fi no ad oggi, andasse perduta sotto il solito cumulo di inte-ressi particolari, rendite di posizione e miopia politica di governo e opposizione.

È questo il messaggio che

porteremo oggi in tutti i luo-ghi di lavoro con la «giornata dell’informazione». Perché il cambiamento è possibile e necessario, a patto però di raccontare sempre la verità ai lavoratori e ai cittadini.

*segretario generale Cisl Fp

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