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26 APRILE Olimpiadi La città balneare sarà la prima località subtropicale a ospitare i Giochi invernali Sochi, metamorfosi olimpica Sochi è diventata un caotico cantiere in vista delle Olimpiadi invernali del 2014. Sono in molti a sperare che l’appuntamento sportivo attragga nuovi turisti e migliori le decadenti infrastrutture. GALINA MASTEROVA RUSSIA OGGI Profondamente delusa dai ri- sultati conseguiti a Vancouver (soltanto tre le medaglie d’oro), la Russia si prepara a pren- dersi la rivincita a Sochi. Le Olimpiadi del 2014 saran- no i primi Giochi invernali a svolgersi in un clima subtro- picale - sì, proprio così - e in un luogo dove si potranno am- mirare le montagne innevate dalla spiaggia. Saranno anche i primi Giochi olimpici ospitati in Russia dopo quelli che si tennero a Mosca nel 1980, quando un boicottaggio guidato dagli Stati Uniti per protesta con- tro l’invasione sovietica dell’Af- ghanistan portò alla mancata partecipazione di 24 Paesi. E, dato ancora più significati- vo per la Russia, i Giochi hanno catalizzato una delle più fara- oniche metamorfosi di una città olimpica degli ultimi anni. SEGUE A PAGINA 3 SEGUE A PAGINA 2 SEGUE A PAGINA 5 A Naberezhnye Chelny verrà avviata la produzione di Fiat Linea “La fine dei Gulag” e altre analisi SUL PROSSIMO NUMERO Energia nucleare La Russia progetta centrali e reattori di nuova generazione P. 03 Il programma La parola d’ordine del presidente Medvedev è “moderniz- zare” P. 04 L’analisi Perché abbiamo combat- tuto la seconda guerra mondiale? P. 06 LUNEDÌ 29 MARZO 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e Quaranta anni dopo il suo primo avvento in Russia, la Fiat vi fa un grande ritorno. L’am- ministratore delegato Sergio Marchionne ha firmato un me- morandum d’intesa con l’ad di Sollers,Vadim Shvetsov, per la costituzione di una joint-ven- ture automobilistica con una quota del 50% ciascuno. La società produrrà automo- bili sulle piattaforme Fiat e L’accordo L’azienda italiana torna in Russia dopo quarant’anni con una nuova joint-venture Fiat-Sollers, un’alleanza da 500mila auto l’anno L’amministratore delegato Sergio Marchionne ha siglato un’intesa con il costruttore russo Sollers. Il piano prevede anche la costruzione di uno stabilimento per la produzione di nuovi modelli IVAN ALEKSEEV RUSSIA OGGI Сhrysler. Inizialmente verran- no prodotte 300mila auto l’an- no (la produzione partirà in- dicativamente tra due anni) per arrivare a 500mila entro il 2016. Di conseguenza, sul mer- cato russo comparirà un peri- coloso concorrente per il gi- gante AvtoVaz (che prima della crisi fabbricava circa 700 mila auto). Come ha spiegato Ser- gio Marchionne, la firma dell’accordo rappresenta un punto di svolta nella presenza della Fiat sul mercato russo. A sua detta, la nuova joint-ven- ture farà parte delle più im- portanti alleanze del gruppo. Saranno prodotti in totale nove modelli delle classi C e D, non- ché fuoristrada e crossover. Tutte le vetture si baseranno sulla piattaforma completa- mente nuova denominata “сompact wide” , elaborata da Fiat e Chrysler, entrata a far parte del gruppo Fiat l’anno scorso. Il contributo apportato dalla Fiat alla joint venture è proprio questa proprietà intel- lettuale, valutata a 150 milioni di euro. Per quanto riguarda la Sollers, invece, la società con- tribuirà mettendo a disposizio- ne le capacità produttive delle fabbriche Naberezhnye Chel- ny (75mila auto all’anno) e Za- volzhsky. Si prevede inoltre di realizzare un centro tecnico-in- gegneristico proprio per lo svi- luppo di nuovi modelli di au- tomobili. Si tratta del primo esempio di produttore stranie- ro che abbia sul serio l’inten- zione di progettare auto in Rus- sia. Anche se il progetto non è an- cora stato avviato, i partner cominceranno la produzione del modello Fiat Linea presso lo stabilimento di Naberezhn- ye Chelny. Più tardi, sempre nell’ambito dell’accordo, ver- ranno prodotte Jeep. Sulle rive del Mar Nero e ai piedi della catena montuosa del Cau- caso, Sochi è in piena trasforma- zione in vista dei Giochi invernali I tre aeroporti della capitale russa sperano di riuscire a catalizzare i flussi commerciali tra Unione europea e Cina. Ma le loro rivalità e le onerose indennità pretese dal governo ostacolano le loro ambizioni IRINA SOUKHOVA, VIKTOR KUZMIN RUSSIA OGGI «Lunghe file d’attesa, doganie- ri continuamente di malumo- re, corridoi bui e stupidi dise- gni sul tetto: ecco il ricordo che ho del tipico aeroporto mosco- vita degli Anni ’90», racconta Eugène Ponamorev, un inge- gnere informatico russo che si è trasferito negli Stati Uniti nel 2000. Per la maggior parte degli stranieri che hanno visitato Mosca prima del 2004, questa descrizione corrisponde esat- tamente all’aeroporto Chere- metievo: il loro primo sguardo, poco attraente, sulla Russia. Esposti alle pressioni dell’eco- nomia di mercato e a una forte concorrenza, gli aeroporti di Mosca (e Cheremetievo in par- ticolare) sono in fase di trasfor- mazione accelerata sia sotto il punto di vista architettonico sia sotto quello dei servizi e dei si- stemi logistici. L’aeroporto Che- remetievo, il secondo nella ca- pitale per numero di passegge- ri dopo essere stato superato su tutto dal nuovo aeroporto pri- vato Domodedovo, lo scorso au- tunno ha conquistato le prime pagine inaugurando il tanto at- teso Terminal D. Entro la fine della primavera, il nuovo termi- nal gestirà tutti i voli naziona- li e internazionali d’Aeroflot. Mosca vuole collegare l’Asia all’Europa FATEVI UNA VOSTRA OPINIONE SULLA RUSSIA RG RIA NOVOSTI WWW.SPBAEP.RU PHOTOXPRESS DMITRY BELYAKOV DALL’UFFICIO STAMPA DI SOLLERS Ogni ultimo lunedì del mese politica, affari, economia e cultura 31 MAGGIO, 28 GIUGNO, 26 LUGLIO....

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La parola d’ordine del presidente Medvedev è “moderniz- zare” L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e Inserto distribuito con The NYT International Weekly La Russia progetta centrali e reattori di nuova generazione 2016. Di conseguenza, sul mer- cato russo comparirà un peri- coloso concorrente per il gi- gante AvtoVaz (che prima della crisi fabbricava circa 700 mila Ogni ultimo lunedì del mese

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26 APRILE

Olimpiadi La città balneare sarà la prima località subtropicale a ospitare i Giochi invernali

Sochi, metamorfosi olimpicaSochi è diventata un caotico cantiere in vista delle Olimpiadi invernali del 2014. Sono in molti a sperare che l’appuntamento sportivo attragga nuovi turisti e migliori le decadenti infrastrutture.

GALINA MASTEROVA

RUSSIA OGGI

Profondamente delusa dai ri-sultati conseguiti a Vancouver (soltanto tre le medaglie d’oro), la Russia si prepara a pren-dersi la rivincita a Sochi.Le Olimpiadi del 2014 saran-no i primi Giochi invernali a svolgersi in un clima subtro-picale - sì, proprio così - e in un luogo dove si potranno am-mirare le montagne innevate dalla spiaggia. Saranno anche i primi Giochi olimpici ospitati in Russia dopo quelli che si tennero a Mosca nel 1980, quando un boicottaggio guidato dagli Stati Uniti per protesta con-tro l’invasione sovietica dell’Af-ghanistan portò alla mancata partecipazione di 24 Paesi.E, dato ancora più signifi cati-vo per la Russia, i Giochi hanno catalizzato una delle più fara-oniche metamorfosi di una città olimpica degli ultimi anni.

SEGUE A PAGINA 3

SEGUE A PAGINA 2

SEGUE A PAGINA 5

A Naberezhnye Chelny verrà avviata la produzione di Fiat Linea

“La fi ne dei Gulag”e altre analisi

SUL PROSSIMO

NUMERO

Energia nucleare

La Russia progettacentrali e reattori di nuova generazione

P. 03

Il programma

La parola d’ordine del presidente Medvedev è “moderniz-zare”

P. 04

L’analisi

Perché abbiamo combat-tuto la seconda guerra mondiale?

P. 06

LUNEDÌ 29 MARZO 2010 Inserto distribuito con The NYT International Weekly

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

Quaranta anni dopo il suo primo avvento in Russia, la Fiat vi fa un grande ritorno. L’am-ministratore delegato Sergio Marchionne ha fi rmato un me-morandum d’intesa con l’ad di Sollers, Vadim Shvetsov, per la costituzione di una joint-ven-ture automobilistica con una quota del 50% ciascuno. La società produrrà automo-bili sulle piattaforme Fiat e

L’accordo L’azienda italiana torna in Russia dopo quarant’anni con una nuova joint-venture

Fiat-Sollers, un’alleanza da 500mila auto l’annoL’amministratore delegato Sergio Marchionne ha siglato un’intesa con il costruttore russo Sollers. Il piano prevede anche la costruzione di uno stabilimento per la produzione di nuovi modelli

IVAN ALEKSEEV

RUSSIA OGGI

Сhrysler. Inizialmente verran-no prodotte 300mila auto l’an-no (la produzione partirà in-dicativamente tra due anni) per arrivare a 500mila entro il

2016. Di conseguenza, sul mer-cato russo comparirà un peri-coloso concorrente per il gi-gante AvtoVaz (che prima della crisi fabbricava circa 700 mila

auto). Come ha spiegato Ser-gio Marchionne, la firma dell’accordo rappresenta un punto di svolta nella presenza della Fiat sul mercato russo. A sua detta, la nuova joint-ven-ture farà parte delle più im-portanti alleanze del gruppo.Saranno prodotti in totale nove modelli delle classi C e D, non-ché fuoristrada e crossover. Tutte le vetture si baseranno sulla piattaforma completa-mente nuova denominata “сompact wide”, elaborata da Fiat e Chrysler, entrata a far parte del gruppo Fiat l’anno scorso. Il contributo apportato dalla Fiat alla joint venture è proprio questa proprietà intel-lettuale, valutata a 150 milioni di euro. Per quanto riguarda la Sollers, invece, la società con-

tribuirà mettendo a disposizio-ne le capacità produttive delle fabbriche Naberezhnye Chel-ny (75mila auto all’anno) e Za-volzhsky. Si prevede inoltre di realizzare un centro tecnico-in-gegneristico proprio per lo svi-luppo di nuovi modelli di au-tomobili. Si tratta del primo esempio di produttore stranie-ro che abbia sul serio l’inten-zione di progettare auto in Rus-sia.Anche se il progetto non è an-cora stato avviato, i partner cominceranno la produzione del modello Fiat Linea presso lo stabilimento di Naberezhn-ye Chelny. Più tardi, sempre nell’ambito dell’accordo, ver-ranno prodotte Jeep.

Sulle rive del Mar Nero e ai piedi della catena montuosa del Cau-caso, Sochi è in piena trasforma-zione in vista dei Giochi invernali

I tre aeroporti della capitale russa sperano di riuscirea catalizzare i flussi commerciali tra Unione europea e Cina.Ma le loro rivalità e le onerose indennità pretese dal governo ostacolano le loro ambizioni

IRINA SOUKHOVA, VIKTOR KUZMIN

RUSSIA OGGI

«Lunghe fi le d’attesa, doganie-ri continuamente di malumo-re, corridoi bui e stupidi dise-gni sul tetto: ecco il ricordo che ho del tipico aeroporto mosco-vita degli Anni ’90», racconta Eugène Ponamorev, un inge-gnere informatico russo che si è trasferito negli Stati Uniti nel 2000. Per la maggior parte degli stranieri che hanno visitato Mosca prima del 2004, questa descrizione corrisponde esat-tamente all’aeroporto Chere-metievo: il loro primo sguardo, poco attraente, sulla Russia.Esposti alle pressioni dell’eco-nomia di mercato e a una forte concorrenza, gli aeroporti di Mosca (e Cheremetievo in par-ticolare) sono in fase di trasfor-mazione accelerata sia sotto il punto di vista architettonico sia sotto quello dei servizi e dei si-stemi logistici. L’aeroporto Che-remetievo, il secondo nella ca-pitale per numero di passegge-ri dopo essere stato superato su tutto dal nuovo aeroporto pri-vato Domodedovo, lo scorso au-tunno ha conquistato le prime pagine inaugurando il tanto at-teso Terminal D. Entro la fi ne della primavera, il nuovo termi-nal gestirà tutti i voli naziona-li e internazionali d’Aerofl ot.

Moscavuole collegarel’Asia all’Europa

FATEVI UNA VOSTRA OPINIONE SULLA RUSSIA

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politica, affari, economia e cultura 31 MAGGIO, 28 GIUGNO, 26 LUGLIO....

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02 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYAttualità

La compagnia aeronautica rus-sa Sukhoi ha collaudato con successo il suo jet caccia di quinta generazione: il Pak Fa. Il velivolo è progettato con tec-nologia “stealth”, che lo rende “invisibile” ai radar, ed è dota-to di missili aria-aria, aria-terra e aria-nave.Progettato per entrare in servi-zio nel 2015, il Pak Fa della Su-khoi è pronto a competere con l’americano F-22 Raptor, a og-gi l’unico altro caccia di quinta generazione in produzione. Il prezzo del Raptor (146 milioni di dollari) lo scorso ottobre ha

La Russia ha il suo caccia invisibile: il Pak Fa

però costretto Barack Obama a cancellare gli ordini per i nuo-vi modelli.La Sukhoi ha vinto l’appalto per la costruzione del Pak Fa nel 2002, battendo altri pro-getti concorrenti per la costru-zione di caccia di quinta gene-razione, di cui si discuteva sin dagli Anni ’80. Il jet, secondo la stessa Sukhoi, avrà una velocità di 1250 miglia all’ora e un rag-gio fino a 3500 miglia. «Si trat-ta - spiega il direttore della Su-khoi, Mikhail Pogosyan - di un grosso successo sia della scien-za russa che del design russo».

Il Pak Fa, il

jet caccia di

quinta gene-

razione della

compagnia

aeronautica

russa Sukhoi,

potrebbe en-

trare in servizio

nel 2015

Il terzo

protagonista

del film è

la “natura

cosmica” della

Čukotka

Il cinema russo è tornato a vincere alla Berlinale dopo 15 anni grazie al film del regista Aleksej Popogrebskij, “Come ho passato l’estate scorsa”, che si è aggiudicato tre Orsi d’Argento.Si è trattato di un vero e pro-prio successo dato che il pre-mio per il miglior attore è stato attribuito a entrambi i protagonisti del film, l’attore Sergej Puskepalis e Grigorij Dobrygin, al suo debutto. Terzo protagonista del film è da considerarsi a tutti gli effetti la straordinaria na-tura della Čukotka, regio-ne dell’estremo Oriente rus-so, a due passi dall’Alaska. Il cast vi ha passato tre mesi e ne parla come «uno spazio cosmico». Ed è «grazie alla Čukotka» che il direttore del-la fotografia Pavel Kostoma-rov ha ricevuto il terzo Orso d’argento.Il film parla di due uomini che si incrociano in una sta-zione meteorologica sperduta tra neve e ghiacci: Sergej, ve-terano della postazione non-ché uomo navigato e austero, e Pavel, stagista e pivellino. I loro rapporti son tesi sin dal-le prime scene. A sciogliere la tensione sarà proprio la re-gione artica.

L’alleanza Fiat-Sollers

Da Kaliningrad, in ritardo ri-spetto a Mosca di un’ora, alla Kamchatka, la Russia contava ben 11 fusi orari. Almeno sino a ieri, quando in concomitan-za al passaggio all’ora legale ne sono spariti due. Da ieri la regione di Samara e la repub-blica di Udmurtia (un’ora avan-ti rispetto a Mosca) sono pas-sate all’ora della capitale, mentre la Chukotka e la Kam-chatka (più nove ore da Mosca) a quella di Magadan. È stato per primo il presidente russo Dmitri Medvedev a pro-porre di ridurre il numero dei fusi orari. Un tempo spettava a ciascuna città stabilire la pro-pria ora fi nché il territorio non è stato suddiviso in 11 fusi orari che non sempre si sviluppava-no in modo progressivo. Ad

La rivoluzionedei fusi orari

esempio, attraversando gli Urali, bisogna aggiungere non un’ora, ma due: perciò quando a Mosca è mezzogiorno, a Ekaterinburg o Cheliabinsk sono le 2. I confini tra i fusi orari, inoltre, di solito coinci-dono con quelli amministrativi e perciò risultano talvolta biz-zarri: a Samara, ad esempio, c’è un luogo dove, andando verso Est devi spostare le lancette in-dietro di un’ora. Secondo Med-vedev, «gli esempi di altri Paesi, come Stati Uniti e Cina, dimo-strano che ci si può acconten-tare anche di un numero di fusi minore». È però impossibile che la Russia, il Paese più esteso al mondo con una superficie di oltre 17milioni di chilometri quadrati, passi a un solo fuso orario come la Cina.

La Fiat fece il suo primo in-gresso in Russia, l’allora Urss, nel 1966. L’Unione Sovietica aveva bisogno di produrre au-tovetture su larga scala, ma non riusciva ad avviare la pro-duzione con le proprie forze. Quando bisognò selezionare l’appaltatore per la costruzio-ne, la scelta ricadde sul grup-po italiano non a caso: fu Le-onid Breznev, che s’intendeva di auto occidentali, a optare per la Fiat. La prima fabbrica fu costruita in una piccola cit-tà sul Volga, ribattezzata più tardi Togliattigrad, “la città di Togliatti”.

Una storiainiziata sul Volga44 anni fa

Gli hotel di Mosca, ritenuti tra i più cari al mondo, diventano più accessibili: l’anno scorso il prezzo medio a pernottamen-to è sceso a 195 euro al giorno, secondo l’Hotel Price Index che confronta i dati di 64 città di tutto il mondo. Con la crisi eco-nomica globale e il crollo del-le prenotazioni, gli albergatori moscoviti sono stati costret-ti ad abbassare i prezzi. Era da anni che non succedeva.A guardare i dati si vede che il calo delle prenotazioni ha un andamento variabile, a secon-da della categoria dell’albergo e del numero di stelle. Il nume-

La crisi fi nanziaria abbatte i prezzi degli alberghi di Mosca

ro medio di clienti negli alber-ghi a 3 o 4 stelle nel 2009 è sceso del 31 per cento mentre in quelli a 5 stelle dell’11 per cento.Gli esperti di mercato immo-biliare ritengono che il calo dei pernottamenti presso gli alberghi della capitale sia sta-to dovuto alla riduzione dei flussi turistici. Tra gennaio e settembre dell’anno scorso Mosca è stata visitata da 2,6 milioni di turisti stranieri, il 15 per cento in meno rispetto al-lo stesso periodo del 2008.A Mosca mancano inoltre al-berghi di qualità. A oggi nel-

la capitale russa si contano 267 hotel: una cifra irrisoria per una città del genere. Qualcosa pe-rò si sta muovendo: nel 2009 sono stati inaugurati altri 20 alberghi, mentre entro la fine del 2010 ne saranno costru-iti altri 17. Quest’anno, poi, è prevista l’inaugurazione di un nuovo albergo a cinque stel-le che fa parte dell’associazio-ne “The Leading Hotels of the World”. Si tratta del Lotte Ho-tel Moscow, che appartiene al-la catena sudcoreana di alber-ghi di lusso conosciuta in tutto il mondo. Insomma, una sfida alla crisi.

La Russia stanzierà circa 600

milioni di euro per acquistare

macchinari di produzione

italiana

Il totale degli investimenti de-stinati al progetto è di circa 2,4 miliardi di euro, la maggior parte dei quali (2,1 miliardi) sarà messa a disposizione dallo stato russo. Il primo ministro Vladimir Putin ha fatto notare che si prevede di stanziare oltre 1 miliardo di euro per l’acqui-sto delle attrezzature. Di que-sti, circa 600 milioni saranno investiti nell’acquisizione di macchinari di produzione ita-liana. Secondo il premier, nelle attuali condizioni di crisi, que-sto costituirà un considerevole sostegno e porterà evidenti van-taggi alla cooperazione.Per Sollers la joint venture darà accesso alle tecnologie più mo-derne nel campo dei fuoristra-da, segmento chiave per la so-c i e t à , p e r m e tt e n d o d i

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA sviluppare la localizzazione della componentistica per la produzione di Ducato in Tatar-stan (a circa 800 chilometri da Mosca) e di accrescere la rete di rivenditori.Secondo gli esperti del quoti-diano “Vedomosti”, sarà soprat-tutto la Fiat, però, a guadagnar-ci. Già da tempo Marchionne aveva dichiarato che il gruppo italiano, colpito dalla crisi in misura minore rispetto ad altre aziende del settore, si sarebbe espanso sui mercati internazio-nali con l’aiuto dei partner. In Russia però la Fiat non era an-cora riuscita a realizzare un progetto di grande portata. Nel 2007 il gruppo aveva cercato di entrare in Russia acquistan-do il 25% delle azioni di Avto-Vaz, ma in quell’occasione i soci della fabbrica di Togliatti scel-sero la francese Renault.

La Čukotkaconquistala Berlinale

Verrà inaugurato a breve nel cuore della capitale rus-

sa il Lotte Hotel Moscow, il primo esemplare europeo

della nota catena sudcoreana di alberghi di lusso.

Tutto lascia pensare che, con investimenti che am-

montano a centinaia di milioni di dollari, diventerà

l’hotel più caro in tutta la storia del mercato russo

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LA COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA “COCTEBEL”

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03RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY Prospettive

Energia Centrali e reattori “made in Russia” esportati in tutto il mondo

Verso una nuova alba nucleareLa popolarità dell’energia nucleare come fonte pulita era diminuita in seguito a vari incidenti. Nuove tecnologie più sicure la stanno rendendo nuovamente un’attraente alternativa ai carburanti fossili

BEN ARIS

RUSSIA OGGI

Per fronteggiare l’emergenza energetica, la Russia progetta di costruire quaranta nuove centrali di energia nucleare nei prossimi vent’anni.Il primo impianto post-sovie-tico verrà inaugurato già quest’anno, nell’enclave di Ka-liningrad sul Mar Baltico. La centrale avrà due reattori con una capacità di 1.150 megawatt ciascuno: diventeranno opera-tivi rispettivamente nel 2016 e nel 2018.Intanto, ora che i prezzi dei car-buranti tradizionali, come pe-trolio e gas, crescono di conti-nuo, l’energia nucleare sembra tornare di moda anche nel resto del mondo. E se la Germania è frenata dai Verdi, nazioni emer-genti, come Polonia, Bielorus-sia e Turchia, hanno tutte lan-ciato programmi per la costruzione di nuove centrali.Fra tutti la Russia è il Paese ad avere i progetti più ambiziosi in quanto si trova a fare i conti con una crisi che stenta a fi ni-re. In seguito ad anni di rapi-do sviluppo, la richiesta di elet-tricità è salita vertiginosamen-te fi no a creare problemi seri. Come nel 2008 quando Mosca piombò nel blackout totale a causa di un sovraccarico del si-stema.«La crescita economica sarà messa a rischio se non saran-no costruite nuove centrali, e rapidamente», ha denunciato

La centrale nucleare di Voronezh di recente ha festeggiato il suo quarantesimo anniversario

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Tecnologie atomichepiù moderne

Il governo russo ha lanciato il programma “Tecnologie di energia nucleare di nuova ge-nerazione per il periodo 2010-2015 e in prospettiva fino al 2020”. L’obiettivo priorita-rio, secondo il capo dell’agen-zia atomica russa (Rosatom) Sergey Kirienko, è quello di modernizzare i reattori di ti-po Vver, che costituiscono la base del settore energetico russo nucleare e che vengo-no costruiti su progetti russi all’estero (in India, Cina, Iran, Bulgaria). Solo per questo sco-po, afferma una fonte interna del Rosatom, verrebbe speso fino al 75% dei 128 miliardi di rubli stanziati per l’intero pro-gramma. Per raggiungere il secondo obiettivo, la realizzazione del ciclo nucleare chiuso, occorro-no invece reattori a neutroni veloci, che sfruttano l’isotopo uranio 238 disponibile in natu-ra in quantità illimitate. Uno di questi reattori è già operativo presso la centrale di Beloyarsk nella regione di Sverdlovsk e si prevede di co-struirne altri a Voronezh e a San Pietroburgo. due mesi dell’anno) e, secondo

gli esperti, la Russia potrebbe nuovamente trovarsi a corto di energia entro la fi ne del pros-simo anno.Aggiungere più nucleare al mix energetico è una parte crucia-le della strategia russa adotta-ta alcuni anni fa e rivista alla fi ne dell’anno scorso. La Rus-sia ha almeno ancora un de-cennio di riserve di petrolio e gas nel sottosuolo. Il Cremlino, perciò, punta a progetti molto ambiziosi. Uno di questi è for-nire energia al resto d’ Europa: la tecnologia nucleare è già uno degli export più lucrativi del paese.

Vendere energiaLa prima cosa a cui la maggior parte delle persone pensa quan-

do sente le parole “energia nu-cleare russa” è Chernobyl. Tut-tavia i reattori Rmbk esplosi negli anni Ottanta nella città ucraina sono stati dismessi già da tempo. Permangono, però, dubbi sulla sicurezza dell’energia nuclea-re. Dubbi che, in realtà, scema-no man mano che cresce il costo degli idrocarburi e che si ag-gravano gli effetti del riscalda-mento globale causato da car-buranti più tradizionali come il carbone. Il fatto che l’ ener-gia nucleare sia una fonte d’energia economica e pulita ha perciò aumentato il suo ri-chiamo in maniera sorprenden-te negli ultimi anni.Quando fu nominato a capo dell’agenzia atomica statale Ro-satom, all’ex primo ministro

Roland Nash, capo della ricer-ca di Renaissance Capital. «Lo stato ha fatto già la sua parte privatizzando velocemente il settore negli ultimi anni. La questione, ora, è reperire il de-naro per dotarsi di nuove ca-pacità».L’attuale crisi ha offerto un po’ di ossigeno al governo: la pro-duzione industriale, lo scorso anno, è scesa. Ma l’economia sembra già riprendersi (il Pil è cresciuto oltre il 5% nei primi

Sergei Kirienko era stato affi-dato anche il compito di ven-dere quanti più reattori possi-bile ad altri Paesi. Sebbene non stia andando come il Cremlino sperava, continuano a esser fi r-mati contratti. Kirienko ha di-mostrato di essere un vendito-re moderatamente bravo e la Russia sta pianificando di esportare sempre più tecnolo-gia nucleare.La centrale nucleare costruita dalla Russia all’estero più nota è quella di Bushehr in Iran. Stando alle notizie, dovrebbe andare in funzione già a par-tire da questo stesso mese seb-bene sia da tempo al centro di un contenzioso con gli Usa che temono che l’Iran utilizzi ma-teriale nucleare per costruire di armi.La compagnia russa Atomstro-iexport che sta costruendo la centrale di Bushehr è coinvol-ta anche nella realizzazione dei due reattori della futura cen-trale di Kudankulam, in India. Kirienko si aspetta che gli im-pianti siano operativi già entro quest’anno.L’ex premier ha raggiunto di-screti risultati anche altrove. La Russia ha promesso di co-struire (e, cosa più importante, fi nanziare) una centrale di ener-gia nucleare da 9 miliardi di dollari a Minsk, in Bielorussia. Progetto che assume una rile-vanza maggiore dopo che la centrale nucleare di era sovie-tica, Ignalina, in Lituania, è stata distrutta all’inizio di quest’anno.Meno problematico è il proget-to - al momento sotto negozia-zione - per costruire una cen-trale simile nel nuovo Paese amico della Russia, la Nigeria. Il ministro nigeriano per la Scienza e la tecnologia Alhas-san Bako Zaku, lo scorso no-vembre, a margine di un incon-tro con Kirienko a Mosca, ha detto che il suo governo sta pen-sando di avvalersi dell’assisten-za russa per costruire la sua prima centrale di energia nu-cleare.

I reattori nucleari russi operano in 10 Paesi e in altri tre

vi sono cantieri aperti. Altre 17 nazioni, tra cui Brasile, Egitto, Ucraina e Repubblica Ceca, sono in trattative con Rosatom su nuovi progetti. La Russia è inoltre pronta a installare altri quattro reattori nella centrale indiana di Ku-dankulam. La Rosatom opera anche in Turchia, nel Sud-Est asiatico, in Nord Africa e in America Latina.

LA SCHEDA

Alcuni mesi dopo il primo mi-nistro turco Recep Tayyip Er-dogan ha fi rmato a Mosca un contratto da circa 20 miliardi di dollari per la costruzione della prima centrale nucleare da 1,2 gigawatt ad Akkuyu, sulla costa mediterranea, nei pressi di Gulner. La Russia ha venduto centrali di energia anche a vecchi amici, come Ka-zakhstan e Bulgaria. Ogni Paese vuole ridurre la di-pendenza dagli idrocarburi per soddisfare il fabbisogno di ener-gia e gestire le proprie econo-mie. Anche quelli che, come la Russia, al momento dispongo-no di molto gas e petrolio.

“La crescita economi-ca è a rischio se non saranno costruite altre centrali. E se non sarà fatto rapidamente”.

Più di sei miliardi di dollari sono destinati a trasformare Sochi da cittadina di provincia con infrastrutture decrepite in una metropoli pronta alle più alte sfi de. Dato che le compagnie private sembrano riluttanti a investi-re, il governo russo sta lavoran-do sodo per fi nanziare i Giochi: un progetto ambizioso consi-derato vitale dal primo mini-stro Vladimir Putin e dal pre-sidente Dmitri Medvedev che trascorrono spesso le loro va-canze nelle residenze governa-tive di Sochi.Quasi tutte le strutture sporti-ve dovranno essere costruite da zero. Ci sono troppo poche stra-de, troppo traffico e trasporti pubblici inadeguati. La forni-tura d’energia elettrica è inaf-fi dabile e non vi sono abbastan-za camere d’albergo.Benché la città si stia rapida-

mente trasformando in un grande cantiere a cielo aperto, con tutti gli inconvenienti che ne conseguono, i residenti aspettano speranzosi i buoni effetti che l’evento dovrebbe portare.

«C’è molto da costruire», ha detto Viktor Tsevava, direttore del giornale locale “Nash Dom Sochi” (“La nostra casa è Sochi”). «I Giochi olimpici du-reranno due settimane, ma poi tutto resterà a Sochi».

Sochi sorge sulla sponda orien-tale del Mar Nero, in un punto in cui i greci approdarono più di 2mila anni fa. La città è re-lativamente giovane: il suo nome fece la sua prima appa-rizione sulle mappe alla fi ne del diciannovesimo secolo.Fu solo quando Stalin la scel-se come sito della sua dacia esti-va negli Anni ’30 che cominciò a espandersi e a diventare la meta di vacanze preferita di tutta l’Unione Sovietica. Alexei Shchusev, che progettò la tomba di Lenin sulla Piazza Rossa, fu tra gli architetti giun-ti nella città negli Anni ’30 quando divenne meta prescel-ta non solo dall’elite, ma anche da lavoratori ricompensati con gite al mare e soggiorni presso le terme statali.La bandiera ufficiale di Sochi è un progetto molto elaborato: non mostra solo una palma e un sole, ma anche una nuvola carica di neve. I Giochi punta-no proprio a questa straordi-naria vicinanza di mare e neve con due siti chiave per le Olim-piadi: uno tra le montagne a

Il sogno olimpico di Sochi Krasnaya Polyana, dove si svol-geranno le gare su neve, e un o sulla costa, dove si disputeran-no le gare di hockey e di pat-tinaggio e altri sport su ghiac-cio.Uno dei maggiori effetti dei Gio-chi, secondo il comitato orga-nizzatore, sarà quello di «rin-giovanire la città» e di «migliorare signifi cativamente la qualità della vita della popo-

lazione di Sochi». I Giochi la-sceranno nuovi alberghi, busi-ness center, teatri e moltissime altre strutture. Un nuovo mo-derno terminal è stato già co-struito all’aeroporto.Il progetto però non piace a tutti i cittadini di Sochi. Dopo che il governo ha approvato una legge che permette allo stato di

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

requisire terra per i Giochi olimpici invernali, i residenti di Imeretinskaya - il quartiere di Sochi dove sarà eretto il com-plesso costiero - hanno prote-stato sostenendo di essere stati costretti a vendere le proprie case e di aver ricevuto risarci-menti più bassi rispetto al va-lore di mercato degli immobi-li.«Stanno spazzando via i dirit-ti della gente», ha dichiarato Valery Suchkov, capo di un’as-sociazione di residenti che sta protestando contro le vendite forzate. «Siamo vittime in lista d’attesa». A centinaia di perso-ne è stato detto che dovranno sgombrare le proprie abitazio-ni e trasferirsi entro marzo. Dopo proteste e inchieste gior-nalistiche, Taimuraz Bolloyev, capo di Olimpstroi, responsa-bile per le costruzioni, ha detto che 100 lotti di terreno saran-no risparmiati: una decisione che fa credere che il governo abbia iniziato ad ascoltare.Nella città, intanto, i cantieri vanno avanti, come pure la vo-glia di rivincita.

“I Giochi dureranno solo due settimane, ma tutte le strutture che verranno costruite resteranno alla città”

La periferia di Sochi è un cantiere a cielo aperto

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04 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYEconomia

Per la prima volta nella storia la Russia ha la possibilità di dimostrare a se stessa e a tutto il mondo che può imboccare un cammino democratico e che è capace di passare a una suc-cessiva, più alta fase di civi-lizzazione con metodi costrut-t iv i e ragionevol i , non violenti. È quanto ha sostenu-to Dmitri Medvedev in un ar-ticolo programmatico “Russia, avanti!” pubblicato su gazeta.ru, un giornale online.Secondo il presidente, tutto ciò sarà possibile solo se il benes-sere della Russia inizierà a di-pendere non tanto dalle ma-terie prime, come è stato fi nora, quanto dalle risorse in-tellettuali e se il Paese diven-terà così un’economia “intel-ligente” capace di esportare tecnologie e prodotti innova-tivi. Per modernizzare l’econo-mia del Paese, Dmitri Medve-dev ha prospettato un programma ambizioso della durata di circa 10-15 anni e defi nito cinque vettori strate-gici. I primi passi vengono in-trapresi già adesso.

In un articolo programmatico intitolato “Russia, avanti!”,il presidente russo ha criticato pesantemente l’arretratezza dell’economia nazionale russa e sottolineato la necessità di cambiamento.

VLADISLAV KUZMICHEV

RUSSIA OGGI

Medvedev: “Modernizziamo il Paese”

Il programma Secondo il Presidente, bisogna puntare sull’efficienza energetica e rafforzare la società civile

dipendenza dai Paesi di tran-sito ha complicato le relazioni già delicate con le ex-repub-bliche vassalle di Mosca.Oggi invece i porti russi si bat-tono con successo per riconqui-stare la clientela dell’ex-Urss. Le misure tariffarie protezioni-stiche adottate dalle Ferrovie russe e gli investimenti destina-ti a ridurre il ritardo tecnologi-co dei porti russi sono un aiuto prezioso. La costruzione di nuovi terminali e la ricostruzione di quelli già esistenti - in partico-lare quelli del mercato di espor-tazioni essenziali come il petro-lio e i prodotti petroliferi - sono previsti o sono in corso di at-tuazione in tutto il paese. In sette anni, 10,5 miliardi d’euro, di cui 1,2 stanziati dal budget federa-le, sono stati investiti sulla co-struzione di nuovi impianti di

manutenzione (304 milioni di tonnellate) e di banchine di ca-rico (10 chilometri) e sulla ca-pacità di frequenza dei viaggi delle navi (153 bastimenti per un totale di 8,1 milioni di ton-nellate). Una somma colossale per il settore. A partire dal 2000 nuovi im-pianti di trasbordo di petrolio sono stati creati nel nord-ovest della Russia, a Primorsk e Vis-sotsk, nella regione di Lenin-grado. Primorsk non ha smes-so d’aumentare i suoi volumi d’esportazione di petrolio ed è diventato il porto più impor-tante nel settore nel nord-ovest del Paese. Novorossiysk, secon-do porto russo per il traffico petrolifero che dall’anno scor-so adopera un nuovo sistema di controllo degli idrocarburi, sta restaurando il suo terminal

principale e sta costruendo un nuovo molo. In tutto, il ministero dei Tra-sporti prevede di aumentare la capacità dei porti russi di 454 milioni di tonnellate l’anno. L’ammontare approssimativo degli investimenti è stimato in-torno a 630 miliardi di rubli (15 miliardi di euro), di cui 182 (vale a dire 4,3 miliardi di euro) provenienti dal budget federa-le, ossia oltre la metà delle spese complessive per le infrastrut-ture di trasporto. Queste somme non saranno de-stinate soltanto allo sviluppo dei terminal di prodotti petro-liferi, ma anche dei terminal di carbone (a Ust-Luga, Vanino, Vostochny, Taman, Murmansk) e dei suoi container (Vostochny, San Pietroburgo, Ust-Luga, No-vorossiysk).

Malgrado il calo degli scambi commerciali internazionali, i porti marittimi russi sono uno dei rari settori dell’economia del Paese ad aver registrato nel 2009 un aumento del traffico di merci. Se il tasso di crescita è considerevole (circa 9,2%), il volume (500 milioni di tonnel-late) rimane però modesto in paragone con i leader mondia-li. La tendenza tuttavia porta a essere ottimisti perché, se si guarda agli ultimi dieci anni, il tasso di crescita del volume degli scambi è stato del 250%. La Russia mira perciò a ritor-nare una potenza portuale mon-diale.In epoca sovietica, lo sviluppo dei porti della Repubblica russa non era una priorità. Gli sfor-zi erano concentrati sui i porti dell’Ucraina e dei Paesi Balti-ci. Di colpo però, con il crollo dell’Urss, i porti costruiti un tempo da uno stato unico si sono ritrovati nelle mani di Paesi indipendenti. I porti russi hanno sofferto la concorrenza dei Paesi vicini. Negli anni ’90, il 60% dei carichi russi, com-preso il petrolio, transitava dai porti ucraini e baltici. Questa

Infrastrutture Il Cremlino sfida la concorrenza marittima delle Repubbliche dell’ex-Unione sovietica

Così i porti russi torneranno al loro antico splendoreStanco di vedere transitare gran parte delle proprie merci d’esportazione - idrocarburi compresi - nei porti dell’ex-Urss, il Cremlino ha elaborato un piano ambizioso per tornare a essere una potenza portuale mondiale

IRINA SOUKHOVA

RUSSIA OGGI

Composizione del traffi co merci d’esportazione dei porti russi per tipologia di carico

Struttura del traffi co merci dei porti russi 2009

Traffico merci nel 2009 (in tonnellate)

Evoluzione rispetto al 2008 (in percentuale)

Carichi liquidi 230,6 9,30Carbone 63,9 20,40Metalli ferrosi 27,6 14,30Grano 21 130,70Minerali 4,1 110,30Metalli non ferrosi 4,1 3,60Concimi minerali 10 -14,60Legno 5,8 -34,70Carichi container 8,3 -4,10

I prodotti petroliferi transita-no anche dai nuovi terminal russi. Nel maggio 2008 il primo ministro russo Vladimir Putin ha indicato che è «del tutto pos-sibile portare la capacità di tra-sbordo di questo terminale dagli attuali 8,4 milioni di ton-nellate a 24 milioni di tonnel-late, il che implica far rientra-re i volumi d’esportazione trasbordati nei paesi baltici verso i porti russi». Per rag-giungere quest’obiettivo, ver-ranno costruiti nuovi terminal

di petrolio a Novorossiysk, Murmansk, Kozmino, Tuapsé e Ust-Luga. Il porto plurifunzio-nale di Ust-Luga ricoprirà un ruolo essenziale in questi pro-getti: attualmente in corso di costruzione nella regione di Le-ningrado, appare in tutti i piani del ministero dei Trasporti. Al termine dei lavori, le infra-strutture portuali russe dovreb-bero avere una capacità di 770 milioni di tonnellate di merci, 700 già entro il 2016 secondo il ministero dei Trasporti.

Circa 15 miliardi di euro verranno investiti per costruire nuovi ter-minal

Efficienza energetica

Attrezzature mediche e farmaceutiche

Infrastruttura informativa

Tecnologie dell’informazione

Energia nucleare

51. EFFICIENZA ENERGETICA

Miglioramento dell’effica-cia nella produzione, trasporto e consumo delle energie. Svilup-po e introduzione sul mercato di nuovi tipi di combustibili.

2. ENERGIA NUCLEARE

Un nuovo livello qualitativo delle tecnologie nucleari.

3. IT, INFORMATION

TECHNOLOGY

Perfezionamento delle tecno-logie di gestione e trattamento dell’informazione. Intervento sui processi di sviluppo delle reti in-formative globali pubbliche at-traverso supercomputer e altri mezzi necessari.

4. INFRASTRUTTURA INFOR-

MATIVA

Sviluppo dell’infrastruttura a ter-ra e spaziale per trasmettere in-formazioni.

5. ATTREZZATURE MEDICHE

E FARMACEUTICHE

Ritorno al primato nella produ-zione di attrezzature mediche, mezzi ultramoderni di diagnosti-ca, trattamenti per curare malat-tie virali, cardiovascolari, onco-logiche e neurologiche.

VETTORI DELLA MODERNIZZAZIONE ECONOMICA

INFOGRAFICA A CURA DI NIKOLAI COROLEV

INFOGRAFICA A CURA DI NIKOLAI COROLEV

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PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

05

In progetto una metropolitana

La metropolitana in soccor-so dell’aereo. Secondo Vassif Kitchedj, direttore del dipar-timento Trasporto e comuni-cazioni di Mosca, il problema della distanza tra gli aeropor-ti potrebbe essere risolto en-tro il 2012. Una nuova stazione

della metropolitana, chiama-ta Kaalantchevskaia, costrui-ta in prossimità delle tre prin-cipali stazioni della capitale (Leningradski, Laroslavski e Kazanski), dovrebbe venire in-contro ai passeggeri che si re-cano negli aeroporti.

Economia

Aeroporti L’ambizione di Mosca attrarre le grandi compagnie aeree

Per evitare i gravi problemi ri-scontrati dall’aeroporto londi-nese di Heathrow (30mila ba-gagli persi durante l’entrata in servizio del Terminal 5), la di-rezione di Cheremetievo ha de-ciso di usare scanner per i ba-gagli da stivare già mesi prima dell’apertura del Terminal D. Alla fi ne del periodo di prova, è stata organizzata una simu-lazione con 600 fi nti passegge-ri e 5mila bagagli da gestire. La direzione dell’aeroporto, soddi-sfatta del risultato del test, ha subito adottato il sistema di scannerizzazione sperando che verrà apprezzato anche dai pas-seggeri.

I costi di sorvoloL’emergenza cinese fa balenare a Mosca l’idea di diventare l’hub principale per i fl ussi commer-ciali Est-Ovest del XXI secolo. Nel 2006, i voli verso la Cina rappresentavano già un quinto

del traffico aereo europeo inter-nazionale.L’ostacolo maggiore sono le ro-yalty che la Russia pretende dalle compagnie straniere sui sorvoli della Siberia. Le spese vengono poi distribuite tra le agenzie federali e Aerofl ot, la più grande compagnia aerea del paese. Gli stranieri le giudica-no ingiustifi cate e di conseguen-za aggirano la Russia dirigen-dosi verso i principali hub del Medio Oriente e dell’Asia cen-trale. A esempio, gli aeroporti ultramoderni costruiti in Kaza-khstan, compreso quello della capitale Astana.

Le rivalità moscoviteL’altro handicap è la concorren-za tra i tre aeroporti internazio-nali di Mosca, molto distanti gli uni dagli altri e ognuno pro-prietà di tre titolari diversi. Do-modedovo, il più grande aero-porto russo (20 milioni di passeggeri nel 2008) appartie-ne alla compagnia privata East

Line. Cheremetievo (14 milioni) invece è controllato dallo Stato e Vnoukovo (8 milioni) dipende dal sindaco di Mosca. Grazie al terminal D, l’aeropor-to Cheremetievo diventerà senz’altro un “hub” internazio-nale grazie all’Alliance SkyTe-am della quale fa parte anche Aerofl ot dal 2005. L’assenza di coordinamento tra i tre scali rende invece l’ambizione mo-scovita molto incerta.

Mentre il Cremlino era impe-gnato a chiedere all’Ucraina di saldare il suo debito per le for-niture di gas, la Cina e il Tur-kmenistan inauguravano un ga-sdotto che di fatto rompe il dominio imperiale sugli idro-carburi in Asia centrale che la Russia aveva ereditato dall’Unio-ne sovietica.Il nuovo gasdotto Sampede-Lu-nan che collega i ricchi giaci-menti di gas naturale del Tur-kmenistan alla Cina passando attraverso le reti già esistenti in Uzbekhstan e Kazakstan, lascia immaginare un mutamento di scenario. Il Cremlino, per tutta risposta, sta costruendo altri ga-sdotti. Una mossa che potrebbe migliorare le relazioni tra Eu-ropa e Asia costringendo il com-pratore e il venditore ad ante-porre gli interessi economici di mercato alle controversie poli-tiche.

Il TagpIl 14 dicembre il presidente ci-nese Hu Jintao ha raggiunto il collega turkmeno Gurlanguly Berdimuhamedov a Samande-pe, nel sudest del Turkmenistan, per inaugurare il gasdotto Tagp (Trans Asian Gas Pipeline) che

Energia Inaugurato il gasdotto Turkmenistan-Cina

Una nuova via del gas contro il monopolio russoCina e Turkmenistan hanno inaugurato un nuovo gasdotto, il Tagp, che porterà il gas turkmeno a Pechino senza passare dalla Russia. Una mossa che rompe l’egemonia energetica russa e minaccia la realizzazione del progetto europeo Nabucco

BEN ARIS

BUSINESS NEW EUROPE

Una volta costruiti, gasdotti e oleodotti sono l’equivalente geopolitico di un matrimonio

permetterà alla Cina, avida d’energia, di sfruttare le abbon-danti riserve di gas dell’Asia cen-trale. Secondo Philip H. de Leon, editore di OilPrice.com, «il nuovo gasdotto segna un cam-biamento di potere economico nella mappa energetica a bene-fi cio di tre Paesi dell’Asia cen-trale e a danno della Russia».Il Tagp, costato 6,7 miliardi di dollari, è il primo gasdotto a por-tare il gas dal Caspio ad Est col-legando le immense riserve di gas turkmene al gasdotto “Ovest-Est” cinese. Il gas del Turkme-nistan può così arrivare fi no a Shanghai e Hong Kong. A re-gime, presumibilmente entro il

2013, il gasdotto cederà alla Cina 40 miliardi di metri cubi l’an-no, ossia la metà del suo fabbi-sogno.Il ruolo crescente che ricopre la Cina nella regione ha obbligato il Cremlino a imitarla: lo scorso novembre, il primo ministro Vla-dimir Putin ha fi rmato un ac-cordo che prevede la consegna di 68 miliardi metri cubi l’anno a Pechino attraverso due nuovi gasdotti che partono dalla Si-beria fornendo alla Cina l’altra metà di gas di cui ha bisogno.Questo nuovo accordo rappre-senta un brusco cambiamento di direzione per il Cremlino, tra-dizionalmente molto prudente

nei confronti del suo vicino orientale. I gasdotti e gli oleo-dotti sono veri e propri strumen-ti politici quando sono in fase di pianifi cazione ma, una volta costruiti, sono l’equivalente ge-opolitico di un matrimonio.Il gasdotto turkmeno segue le tracce di un oleodotto kazako che arricchisce le nuove infra-strutture di trasporto dirette a Est. La prima fase dell’oleodot-to kazako è diventata operativa lo scorso luglio , la seconda avrà l’obiettivo di collegare le risor-se petrolifere kazake del mar Caspio alla Cina.

La rispostaI due gasdotti cinesi hanno al-zato la posta in gioco nello sce-nario energetico rompendo il monopolio russo del trasporto d’ idrocarburi verso i Paesi con-sumatori dell’Europa occiden-tale. La concorrenza crescente ha comunque obbligato il Crem-lino ad alzare a sua volta la

posta rafforzando le sue infra-strutture di trasposto già esi-stenti.Mentre i Paesi europei mirano a costruire un gasdotto dal Tur-kmenistan al Mediterraneo, il Nabucco, che trasporti gas dalla regione del Caspio aggirando la Russia, la Russia progetta due gasdotti il Nord Stream e il Sud Stream per aggirare l’ostacolo frapposto dall’Ucraina all’af-fl usso del suo gas agli utilizza-tori occidentali. Il problema è che il Nabucco e il Sud Stream percorrono quasi la stessa rotta, mentre la domanda attuale giu-stifi ca un solo gasdotto.Mosca sembra partire in van-taggio perché il Tagp assorbirà gran parte delle riserve turkme-ne che dovrebbero rifornire anche il Nabucco. Non sono tut-tavia esclusi colpi di scena: la mappa dell’energia cambierà solo quando uno degli attori coinvolti inizierà davvero a co-struire i suoi nuovi gasdotti.

La capitalevuole collegarel’Asia all’Europa

Da Cheremetievo, il più antico ae-roporto internazionale di Mosca, ogni anno transitano 14 milioni di passeggeri In mostra

i sapori italiani

IL PUNTO DI VISTA

Nel rispetto di una tradizione più che decennale, anche quest’anno l’Italia ha

partecipato al Prodexpo con un padiglione organizzato dall’Ice che ha raggruppato 72 espositori.La Russia è uno dei maggiori mercati mondiali di importa-zione dei prodotti enoagroali-mentari: oltre il 50% dei pro-dotti distribuiti al consumo (dalla carne fresca al vino, dalla frutta alle confezioni) è d’im-portazione.Nel 2008 l’export italiano di prodotti alimentari in Russia è stato di 411 milioni di euro, in crescita del 14,4% sul 2007. La crisi fi nanziaria internaziona-le, che ha pesantemente inve-stito la Russia tra fi ne 2008 e nel 2009, ha ovviamente in-fl uenzato l’andamento del mer-cato e, a fi ne 2009, si stima che l’export italiano del settore si collochi a 280 milioni di euro, con una fl essione di circa il 28% sull’anno precedente. I primi mesi del 2010, e il Prodexpo è stato un momento importante di verifi ca, fanno intravedere una sostanziale ripresa delle importazioni russe, anche se a tassi più contenuti rispetto agli anni precedenti.La cucina italiana gode di par-ticolare popolarità tra i consu-matori russi. Sono oltre 120 i ristoranti italiani che operano in Russia, per lo più concen-trati a Mosca e, in misura mi-nore, a San Pietroburgo. Si trat-ta, in genere, di ristoranti di alta qualità, con cuochi e chef ita-liani, che propongono una va-riegata scelta di cucina regio-nale italiana, dalla Val d’Aosta alla Sicilia. Numerose anche le pizzerie, per tutte le tasche e per tutti i gusti, con vere e pro-prie punte di eccellenza. Tuttavia, la presenza italiana in Russia è ancora sottodimen-sionata, sia rispetto alle dina-miche e alle dimensioni del mercato locale, sia se conside-riamo la capacità e la varietà di offerta del nostro Paese. Ciò dipende in gran parte dalla struttura del mercato russo, an-cora in via di formazione e an-cora al di sotto gli standard dei mercati maturi. Ci sono due fat-tori diversi che bisogna consi-derare. Il primo è l’attitudine generale del mercato: tutto ciò che viene importato, in parti-colare dai Paesi più industria-lizzati (abbigliamento, prodot-ti alimentari, automobili, etc) viene considerato di “lusso” e, in quanto tale, destinato alla nicchia di consumatori che possono spendere, indipenden-temente dal prezzo. Il secondo è il grado di maturità del con-sumatore russo, ancora non abituato a valutare elementi fondamentali della qualità del prodotto (quali tracciabilità, tutela del consumatore, deno-minazione di origine) e attrat-to più dalle tendenze che dalla sostanza di ciò che compra.La Russia oggi si presenta quin-di come un grande mercato di immense prospettive e di vaste opportunità, ma che nel setto-re enoalimentare ha bisogno ancora di un processo di “edu-cazione” al consumo. Ma rima-ne, tuttavia, un mercato che non si può ignorare.

Roberto Pelo DIRETTORE DELL’UFFICIO ICE DI MOSCA

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

DALL’ARCHIVIO PERSONALE

DALL’UFFICIO STAMPA DELL’AEROPORTO “CHEREMETIEVO”

INFOGRAFICA A CURA DI NIKOLAI COROLEV

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06 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYRiflessioni

Afghanistan Durante la guerra contro i mujaheddin l'esercito diede prova di grande coraggio e resistenza

La lezione di Jalalabad

Nel febbraio del 1989 Kabul era invasa da giornalisti da tutto il mondo. L’unico albergo decen-te nella capitale afgana era stra-colmo di reporter dei più im-portanti canali televisivi mondiali, agenzie di stampa, giornali, riviste. Le ultime unità del contingente sovietico ave-vano appena lasciato l’Afgha-nistan e i miei colleghi erano certi che nulla avrebbe potuto fermare i mujaheddin dal rac-cogliere i frutti desiderati. Tutto ciò che dovevano fare era rag-giungerli e prenderli. I media si apprestavano a inviare corri-spondenze sensazionali. A essere onesti, anche molti esperti ufficiali sovietici - com-presi quelli che lavoravano nei ministeri della Difesa, degli Esteri o nei servizi segreti - erano della stessa opinione. Molti aerei da trasporto erano pronti a de-collare da Mosca e da Tashkent in Uzbekistan per evacuare i cit-tadini sovietici rimasti in Afgha-nistan. Quasi tutti erano sicuri che, una volta ritiratesi le trup-

pe russe, il regime di Najibul-lah avrebbe resistito non più di due o tre settimane. Il primo attacco della guerri-glia colpì la città di Jalalabad nell’Afghanistan orientale. Vi-cina al confi ne col Pakistan, la città era a ragione considerata strategica per raggiungere la capitale afgana. I mujaheddin impiegarono pochi giorni per giungere a Jalalabad, bloccare tutti gli accessi alla città e sca-ricare sulle truppe governative e sui quartieri residenziali mi-gliaia di razzi, colpi di mortaio

e missili. Non sto riassumendo eventi letti sui libri di storia. Sto riportando ciò che ho visto con i miei occhi. Riuscii ad en-trare in una Jelalabad in piena battaglia a bordo di un elicot-tero afghano e ci trascorsi due giorni. O, più precisamente, 49 ore. Perché sono così dettagliato? Perché ognuna di quelel 49 ore

trascorse lì fu carica di perico-li. Mi sembra ancora di sentire il sibilo agghiacciante dei mis-sili in arrivo o di vedere la de-vastazione infl itta dai mujahed-din su una delle città più belle di tutto l’Afghanistan.Rimasi molto impressionato dalla determinazione delle truppe governative a difende-re la loro città a ogni costo. Il Presidente Najibullah e i suoi generali misero su un sistema di difesa ben congegnato, in-viarono riserve a rinforzo delle truppe sotto assedio e forniro-no cibo e munizioni per via aerea. Vidi tutti gli attacchi dei mujaheddin fi eramente contra-stati dall’esercito afgano, dalla polizia e dalle forze speciali del Ministero della Sicurezza Na-zionale. Fui ancora più sorpre-so dal coraggio sia dei soldati semplici che dei generali che condividevano le asprezze dalla battaglia assieme ai loro subor-dinati sui fronti più pericolosi. Mi sembrò tutto sorprendente perché durante gli anni della presenza sovietica in Afghani-stan ci capitava di osservare quanto fosse deplorabilmente inefficiente l’esercito afgano. Nella maggior parte delle ope-razioni era già molto se gli si permetteva di formare un cor-done. Era opinione generale che i soldati non avessero spirito di guerra, fossero addestrati male e tendessero a disertare o tra-dire i loro alleati. Allora per-

Vladimir Snegiryov è stato corrispondente della "Pravda" dall'Afghanistan tra il 1981 e il 1992. In questo pezzo rievoca la battaglia di Jalalabad del 1989 facendo un parallelo con lo scenario in cui opera oggi la coalizione internazionale

VLADIMIR SNEGIRYOV

SPECIALE PER RUSSIA OGGI

Memoria Alla vigilia del 65° anniversario della vittoria, si riapre il dibattito sul contributo delle truppe sovietiche

Seconda guerra mondiale, così l'Urss combatté il nazismoA vent'anni dal crollo dell’Unione Sovietica, i cittadini russi sono alla ricerca di nuovi valori e ideali. E tornano anche a interrogarsi sulle motivazioni che spinsero i sovietici a combattere la seconda guerra mondiale in nome della libertà e sui rapporti tra comunismo e democrazia

ALEKSANDR MECHANIK

SETTIMANALE "EKSPERT"

Di recente, in Russia e nel mondo, si sono diffusi due punti di vista sulla seconda guerra mondiale, non sempre ufficia-lizzati, ma comunque ricono-sciuti. Il primo, che potrebbe essere defi nito “tradizionale”, sostiene che, sebbene il regime di Stalin fosse indubbiamente una dittatura, la guerra su tutti i fronti si combatté in nome di valori umanitari e della liber-tà. Il trionfo di questi valori fu possibile grazie all’importante contributo dell’Unione Sovie-tica che tuttavia non incarna-va gli ideali che difendeva. Il secondo punto di vista, che può essere defi nito “revisionista”, so-stiene che la seconda guerra mondiale vada in realtà scissa in due guerre distinte: una com-battuta sul fronte occidentale in difesa degli ideali di demo-crazia e libertà, una combat-tuta sul fronte orientale dai ti-ranni per l’abolizione del diritto e l’asservimento dei po-poli.Un famoso politologo russo ha scritto che, mentre in Occiden-te gli alleati lottavano per gli

ideali democratici, nell’Urss la maggioranza dei cittadini so-vietici aveva idee confuse circa il signifi cato dei termini "nazi-smo" e "democrazia" e quindi lottava semplicemente per la patria. Per molti giovani il po-tere sovietico era diventato un valore, perché aveva aperto nuovi orizzonti professionali e accademici un tempo inacces-sibili a chi apparteneva agli strati bassi della popolazione. Combattevano per il sogno so-vietico per fare in modo che «qualsiasi lustrascarpe potesse diventare se non segretario ge-nerale, almeno maresciallo o commissario popolare».Lo stesso patriottismo era evi-dente in Francia. In fi n dei conti, chi organizzò la Resistenza? I sostenitori di De Gaulle e i co-munisti, e non si può certo dire che De Gaulle rappresentasse in maniera coerente l’ideale de-mocratico. Per essere precisi, possiamo dire che De Gaulle sopportava la democrazia a pic-cole dosi, riconoscendola come una delle caratteristiche nazio-nali della Francia. Ma durante la seconda guerra mondiale egli in prima persona e i suoi com-pagni d’armi combatterono per la Francia.In realtà il problema non ri-guarda tanto le ragioni sogget-tive dei cittadini dei paesi in guerra o dei loro leader né la struttura politica di ciascuna nazione facente parte della co-alizione anti-hitleriana. La que-stione riguarda piuttosto il ca-rattere oggettivo della guerra che, secondo i paesi della coa-

lizione antinazista, aveva senza dubbio lo scopo di preservare i valori umanitari e democra-tici. Si trattava di una guerra per la “Libertà”, nell’accezione più elevata del termine.In Russia spesso si dimentica che il comunismo ha avuto ori-gine nel XIX secolo come cor-rente radicale del movimento democratico. Si tralascia che gli istituti democratici moder-ni si basano su idee elaborate inizialmente dal marxismo e dal movimento socialdemocra-tico nella sua forma originaria e rivoluzionaria. Inoltre, in

molti paesi, la democrazia è stata instaurata o conservata proprio grazie alla lotta dei sin-dacati del proletariato, dei so-cialdemocratici e dei comuni-sti. E sebbene oggi sia difficile crederlo, se si pensa alla Corea del Nord, negli Anni '40 esiste-va uno stretto legame tra il co-munismo e la socialdemocra-zia occidentale e persino, più in generale, tra il comunismo e gli istituti democratici. Frut-to di questo legame sono ad esempio i fronti popolari, ai quali partecipavano anche i co-munisti, costituiti nei vari Paesi

Unità d'artiglieria russe impegnate sul Fronte orientale nel 1943

europei su iniziativa del Parti-to Comunista dei bolscevichi dell'Urss, un progetto avviato, sfortunatamente, troppo tardi. Inoltre, il tentativo di Gorba-ciov in epoca moderna di tra-sformare il comunismo sovie-tico secondo i parametri della socialdemocrazia dimostra che, anche 70 anni dopo la rivolu-zione comunista, la consapevo-lezza di questo legame di san-gue tra i due movimenti era ancora viva nella mente del capo dell’Unione Sovietica. Questo ha portato alcuni par-titi in Occidente e in Oriente a liberarsi dalla morsa del Kpss (Partito comunista dell'Unione Sovietica) spostandosi più a de-stra o più a sinistra e ad avvi-cinarsi rispettivamente alla so-cialdemocrazia e a nuovi partiti di sinistra o radicali.Negli Anni '20 e '30 è sorto un dibattito nell’Urss e al di fuori dell’Urss tra gli esponenti del partito comunista e del partito socialdemocratico sulla natu-ra della democrazia socialista. Per gli uni continuare a descri-vere l’Urss come la forma più coerente di democrazia era un’ipocrisia, per gli altri una certezza. La famosa Costituzio-ne sovietica fu modellata sull’esempio delle Costituzioni occidentali più democratiche. Quest'affermazione rappresen-ta non solo l’ipocrisia tipica del potere comunista che ambisce a essere conforme alla teoria, ma anche la sincera convinzio-ne di molti comunisti che cre-dono che prima o poi la realtà

corrisponderà alla teoria.Non è solo in virtù dei rappor-ti tra comunismo e democra-zia, ma è più in generale una questione di universalismo, umanismo e, oso dire, cosmo-politismo, a distinguere il co-munismo classico dallo spirito dell’antiumanesimo, dallo scio-vinismo e dal particolarismo proprio dal fascismo. Nono-stante le varie trasformazioni, il comunismo sovietico in que-gli anni conservava un rifl esso dei suoi valori tradizionali. In ogni caso, a prescindere dall’opi-nione che si ha di Stalin, le sue celebri parole «Gli Hitler vanno e vengono, ma il popolo tede-sco rimane», vengono interpre-tate come un messaggio che si confà ad un leader comunista. D’altra parte, invece, immagi-nare che Hitler potesse dire «Gli Stalin vanno e vengono, ma il popolo russo (sovietico) rima-ne» è impensabile, visto che uno degli obiettivi personali di Hit-ler e del nazismo era proprio l’annientamento della Russia e degli altri stati dell’Europa oc-cidentale, uno dei principali in-tenti politici riportato anche all’interno del "Mein Kampf".É per questo che, nonostante tutto, l’alleanza tra le democra-zie occidentali e l’Urss viene considerata un insieme orga-nico sia nell’Urss, sia in Occi-dente, mentre l’alleanza tra Germania fascista e Urss viene considerata contro natura e temporanea.

ché adesso vedevamo soldati che godevano di simile fama lottare con tutte le loro forze a Jalalabad? Primo, non avevano nessuno dietro cui nascondersi e dove-vano difendersi da soli; secon-do, decine di migliaia di uffi-ciali afgani che formavano la spina dorsale dell’esercito erano stati addestrati nelle accade-mie militari sovietiche o ai corsi di formazione per ufficiali du-rante gli anni della coopera-zione sovietico-afgana. Quasi tutti gli effettivi dei servizi se-greti o i funzionari del Mini-stero della Difesa o molti agen-ti di polizia avevano seguito corsi specialistici d'alto livello. E, cosa più importante, oltre ad accumulare conoscenza, aveva-

no appreso un nuovo modo di vivere, molto differente da quel-lo che il fanatismo islamico cer-cava di imporre loro. È in se-guito a quell'esperienza che trovarono le motivazioni per versare il proprio sangue. Solo molto più tardi si è ap-preso dalle memorie degli uf-fi ciali dell’intelligence e dei po-litici quali enormi risorse furono mobilizzate nella pri-mavera del 1989 per conqui-stare Jalalabad e far cadere Na-jibullah. L’esercito, che assediava la città da mesi, era diretto quasi apertamente dall’intelligence pachistana e camion provenienti dalla città di confi ne Peshawar scaricava-no montagne di munizioni 24 ore su 24. Fu determinante tutto

ciò? Per nulla. L’esercito afga-no alla fi ne respinse i Mujahi-deen da Jelalabad e riuscì con uguale successo ad affrontarli nel resto del Paese per più di tre anni fi nché l’Unione Sovie-tica crollò e il rifornimento di munizioni cessò. Questa storia contiene una le-zione, in particolare per coloro che stanno cercando di cam-biare la situazione in Afghani-stan: avete a che fare con un paese mistico dove l’approccio standard non funziona. Per quanto riguarda i giornalisti che giunsero a Kabul quel feb-braio per registrare un momen-to sensazionale, si può dire che i loro viaggi furono uno spreco di soldi. Non vi fu nessuna gros-sa storia da raccontare.

Dopo il ritiro delle for-ze russe dal territorio afgano, quasi tutti cre-devano che i mujahed-din ne avrebbero preso il controllo in poche settimane. L'esercito afgano invece riuscì a resistere circa tre anni

Segue sul prossimo numero diRussia Oggi

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Benché non godessero di buona fama, trentuno anni fa i soldati afgani difesero il loro Paese con grande coraggio

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RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

07

Opinioni

RASSEGNASTAMPA

A cura diStefania Zini

AL VIA IN RUSSIALA RIFORMA GIUDIZIARIATANTO ATTESA

La Duma, il Parlamento russo, nelle scorse settimane, ha dato il via alla riforma giudiziaria at-tesa da anni. D’ora in poi i russi ricorreranno con meno fre-quenza alla Corte europea dei diritti dell’uomo, sconteranno le loro pene anche tra le mura domestiche e pagheranno una multa per i reati patrimoniali.

UNA PROMESSA IMPORTANTE

PER GLI INVESTITORI DI CAPITALI

Alexander Sadchikov

IZVESTJA

In un Paese dove l’esito di un’udienza sovente dipende da una telefonata, voler fare affa-ri onestamente implica corag-gio. Questo in gran parte per-ché la classe giuridica russa è una singolare “cosa a sé”: una corporazione fuori da ogni con-trollo. Nel dicembre del 2008 Dmitri Medvedev aveva sotto-lineato: «L’operato della corte, qualitativamente parlando, è un fattore chiave per lo sviluppo democratico della Russia». E il criterio di valutazione del siste-ma giudiziario è la fiducia che la gente vi ripone.

MULTE INVECE DELLA PRIGIONE

UN MALE PER GLI AFFARI

Marina Sokolovskaja

GAZETA

Per i reati di tipo patrimoniale si propone una pena pecunia-ria al posto del carcere. Le mul-te previste sono però tali da compromettere qualsiasi busi-ness. Gli esperti sono prudenti nel giudicare l’iniziativa del mi-nistero della Giustizia. Gennadi Gudkov, vicepresidente del co-mitato della Duma per la sicu-rezza, ritiene che l’idea di ap-plicare sanzioni pecuniarie al posto del carcere sia in sé po-sitiva. «Ma il concetto di reato economico al momento è vago. E la lotta contro questi reati avviene in modo selettivo».

GIUDICI PIÙ INDIPENDENTI

PER UN SISTEMA PIÙ LIMPIDO

Vjacheslav Leonov

RBK DAILY

Gli esperti accolgono con en-tusiasmo le ultime iniziative le-gislative del Presidente Dmitri Medvedev. La scorsa settimana i deputati hanno adottato “in blocco” quattro leggi che, tra l’altro, semplificano le proce-dure di azione penale dei giu-dici. Sono misure che hanno lo scopo di rendere i giudici più indipendenti e il sistema più limpido. Un altro proposito del Presidente è quello di ridurre il flusso di appelli dei cittadi-ni alla Corte Europea dei Dirit-ti dell’Uomo (Cedu) di Stra-sburgo.

GLI ARRESTI DOMICILIARI

UNA “FAVOLA” PER L’UE

Anna Bessarabova

MIR NOVOSTEJ

Da gennaio è in vigore un nuo-vo tipo di pena: gli arresti domi-ciliari. Questa limitazione della libertà è, a detta dei legali, più una favola giuridica per l’Unio-ne Europea che una realtà. Tec-nicamente e finanziariamente il Paese non è pronto. Nel 2006 l’Ue ha stanziato tre milioni di euro per l’acquisto di braccia-letti elettronici per il controllo a distanza dei condannati. La Rus-sia ha adottato la legge sugli arresti domiciliari solo quando è arrivato il momento di rende-re conto all’Ue sull’esperimento multimilionario.

TRE REGIMI CARCERARI DIVERSI

NORMALE, SEVERO E SPECIALE

Ivan Egorov

ROSSIYSKAYA GAZETA

I condannati recidivi e quelli alla prima condanna saranno incar-cerati in penitenziari diversi. Lo scopo è evidente: salvaguarda-re chi è alla prima carcerazione dalla violenza e dall’influenza negativa dei criminali abituali. Dopo la riforma ci saranno pri-gioni a regime normale, severo e speciale: normale per criminali al primo reato e per i recidivi in-carcerati per motivi poco gravi; quello severo per i recidivi col-pevoli di crimini gravi; il regime speciale per criminali incorreg-gibili, ergastolani, capi mafiosi e terroristi.

IL PRESENTE INSERTO DI OTTO PAGINE È REALIZZATO E PUBBLICATO DALLA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA), CHE SI ASSUME LA PIENA RESPONSABILITÀ DEI CONTENUTI.INDIRIZZO WEB: WWW.RBTH.RU E-MAIL: [email protected] TEL.: +7 (495) 775 3114 FAX: +7 (495) 988 9213 INDIRIZZO POSTALE: 24 ULICA PRAVDY, 4 - 12° PIANO, MOSCA, RUSSIA, 125993. EVGENY ABOV: DIRETTORE ED EDITORE; SVETLANA SMETANINA: CAPOREDATTRICE; VLADISLAV KUZMICHEV: RESPONSABILE DELLA PAGINA D’ECONOMIA; SERGEI TSEITLIN: REDATTORE (ITALIA); MASSIMILIANO LENZI: COLLABORATORE (ITALIA); ROSALBA CASTELLETTI: EDITOR (ITALIA); ANDREI SHIMARSKY: ART DIRECTOR; SVETLANA TAYLOR: RESPONSABILE DEL DESK FOTOGRAFICO; NICOLAI KOROLEV: PHOTO EDITOR; MILLA DOMOGATSKAYA: DIRETTORE DI PRODUZIONE; IRINA PAVLOVA, ILIYA OVCHARENKO: IMPAGINAZIONE. LA VERSIONE ELETTRONICA DEL PRESENTE INSERTO È DISPONIBILE SU WWW.RBTH.RU. VERSIONE ELETTRONICA A CURA DI: VSEVOLOD PULYA. PER USUFRUIRE DI UNO SPAZIO PUBBLICITARIO SULL’INSERTO, CONTATTARE LA RESPONSABILE DELLA PUBBLICITÀ, JULIA GOLIKOVA AL SEGUENTE INDIRIZZO E-MAIL: [email protected]

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“RUSSIA OGGI” INTENDE FORNIRE AI LETTORI UNA FONTE D’INFORMAZIONE AFFIDABILE PER UNA MIGLIORE COMPRENSIONE DELLA RUSSIA

Devo fare una confes-sione sull’inaspetta-to evento letterario dello scorso anno:

L’originale di Laura di Vla-dimir Nabokov. Se ha allet-tato amici dai gusti senz’altro migliori rispetto ai miei, ha gettato me in un meno appe-titoso stato d’incertezza sul suo idiosincratico autore. Di più: sebbene l’ultimo roman-zo incompiuto di Nabokov, venuto alla luce nel 2008, non aggiunga nulla alla sua repu-tazione, è stato tale da farmi vergognare di non essere tra i suoi appassionati fan.Quest’ammissione sarà mai tol-lerata? È tuttavia il pungente disprezzo che Nabokov riser-vava ai suoi rivali non meno encomiabili a darmi il corag-gio di rendere pubblica la mia incapacità di adorare gran parte della sua brillante opera. Vladimir Vladimirovich infatti aveva scarsa compassione per autori che considerava di minor talento. A esser precisi, rara-mente dalle sue aristocratiche labbra uscirono buone parole per gli altri. Fu poco carino con Andrei Sinyavsky e licenziò in-dividui come Pasternak e Akh-matova con simile disprezzo. Né lo risparmiò a grandi scrit-tori del XIX secolo: Turgenev, Dostoevskij Nekrasov, talvolta persino Tolstoj.Parte del suo altezzoso disprez-zo lo manifestò anche a me quando lo incontrai che aveva 77 anni. L’appuntamento era al Palace Hotel di fronte al Lago di Ginevra dove Nabo-kov amava spendere mesi in un cottage. Un biglietto alla reception mi dava appunta-mento alle tre in punto in un bar dell’hotel per una chiac-chierata di due ore. Nabokov sincronizzò il suo ingresso nell’elegante sala proprio con lo scoccare delle 3 per lasciar-la, quasi nel bel mezzo di una

f r a s e , quando il mio orologiò segnò le 5. Mi augurò un cor-tese “Arrive-derci” e sparì.Non un minuto dei 120 trascorsi insie-me lasciarono intra-vedere un po’ di spontaneità. Se dovessi usare una sola parola per defi nire il fare e il dire dello scrittore, do-cente, critico, celebrità e cele-brato collezionista di farfalle, sarebbe “fastidioso”. Distante con quella sua perfetta, per non dire formale, cortesia, sembra-va mettere tanta importanza sulla precisione della sua per-sona quanta ne metteva sulla struttura e sullo stile del suo scrivere. Il fastidio si estende-va al fatto che era solito dire agli editori - cosa che avrebbe presto fatto col mio - che gli intervistatori avevano inverti-to una o due delle sue parole, in maniera esasperatamente e imperdonabilmente erronea. Cosa lo portava a protestare così tanto per così poco? Senza dubbio lo stesso istinto che ani-mava la mirabile cura che met-teva nelle sue parole, dette o scritte che fossero.Prima di ogni intervista biso-gnava sottoporgli le domande per iscritto. Avrebbe incontra-to l’intervistatore solo se le avesse approvate e solo dopo aver risposto per iscritto. Le risposte - da pubblicare esat-tamente così com’erano state scritte e il cui copyright sareb-be stato suo – avrebbero costi-tuito il grosso degli articoli,

tenere le loro bugie o banalità per se stessi che alla sua sto-ria familiare. Suo padre, un giornalista e avvocato libera-le, divenne segretario di un go-verno provvisorio tra le rivo-luzioni di febbraio e ottobre del 1917. Due anni dopo, i ric-chi e distinti Nabokov dovet-tero lasciare la loro dimora di San Pietroburgo e le loro gran-di proprietà.Trentaquattro anni dopo quell’incontro, cosa penso di Nakobov oggi che ho quasi la stessa età che aveva egli allo-ra? In qualche modo, ricordo molto più i suoi lavori - in par-ticolare Pnin, La difesa di Luzin e Lolita - che mescola-vano la commedia al timore della perdita: romanzi che spri-gionavano emozioni come pure immediata ammirazione per le doti dello scrittore. In retro-spettiva, adesso apprezzo anche la gaiezza che rendeva il suo scrivere - con i suoi doppi sensi e i suoi riferimenti sapiente-mente oscuri, i trompe l’oeil letterari e gli ammiccamenti agli eruditi - troppo sapiente perché mi potesse piacere al-lora.

George

Feifer

SPECIALE PER RUSSIA OGGI

L’AQUILA A DUE TESTEIL MIRACOLO RUSSO

Ben Aris GIORNALISTA

Da fuori, la Russia ap-pare orribile. Una cricca di ex spie che governa il paese con

pugno di ferro sbattendo i proprio oppositori in gale-ra e nazionalizzando i propri asset. Il Cremlino che utilizza le risorse energetiche russe per colpire i propri vicini. Gli oligarchi che calpestano con disinvoltura la legge in-tascando miliardi. E, come se non bastasse, il Paese detiene armi nucleari. Ma dall’interno l’immagine è completamente differente. Il caos causato dal crollo dell’ Unione Sovietica è fi nito. Gli introiti sono cresciuti di dieci volte nell’ultimo decennio e la Russia è ormai divenuta un paese più o meno normale dove la domanda dei consumatori ha soppiantato il dogma politico. I negozi sono pieni. La gente viaggia per il mondo. E mentre la transizione verso un’econo-mia liberale è in corso, le op-portunità e i posti di lavoro ab-bondano per chi è ambizioso e attivo. E il governo russo è tra i più popolari al mondo tra gli elettori.Stiamo parlando dello stesso luogo? La copertura mediatica internazionale della Russia ha uno spettro alquanto ristretto. La massima «le brutte notizie fanno vendere i giornali» suona particolarmente indovinata per la Russia dato che sembra pro-durre solo pessime notizie dalla caduta della Cortina di Ferro. Il Paese, in realtà, sta passando attraverso un cambiamento senza precedenti nella storia. Il sistema comunista è stato ri-mosso all’improvviso. La popo-lazione si è ritrovata ridotta alla povertà e il mercato ha subito i duri colpi dell’iperinfl azione. I russi, costretti a raccogliere i pezzi delle proprie esistenze, hanno dovuto ricominciare da

zero. Ma sebbene la strada verso la prosperità non sia stata né dritta né semplice, la Russia ha già percorso metà del viaggio.Che la Russia ne sia uscita si-nora illesa è un miracolo. Più di 140 milioni di persone hanno cambiato ideologia politica ed economica in pochi giorni, co-struendo 15 nuovi Paesi con una cultura e un’etica diversa senza massacri o guerre civili. È stato un fatto straordinario visto che negli Anni ’70 i sovietologi di-cevano che il comunismo non poteva essere sconfi tto senza far precipitare il Paese nella guer-ra.La divisione sanguinosa della Jugoslavia mostra cosa sareb-be potuto accadere. Il libro “La curva J” di Ian Brammer dall’Eurasia Group fa capire che la transizione dalla ditta-tura a una democrazia di soli-to inizia con un forte calo di stabilità e prosperità. Non tutti i Paesi sopravvivono a questa fase e, come rivela la recente esperienza ucraina, un cambia-mento rapido verso la demo-crazia non sempre porta van-taggi (cinque anni sono stati sprecati e il Paese adesso vive grazie alla carità del Fondo mo-netario internazionale).Il Cremino invece vuole proce-dere più lentamente: preferisce saltare la curva della J. Sta ten-tando una transizione liscia che riduca il controllo esercitato dal centro, evitando cosi la soffe-renza che usualmente accom-pagna questo cambiamento.È un’impresa incredibilmente difficile da eseguire poiché si-gnifi ca che il governo deve con-temporaneamente mantenere il sistema vecchio e creare un si-stema nuovo e contradditto-rio.Tuttavia, i russi sono abituati a questo doppio modo di pensa-re: l’aquila a due teste dei Ro-manov è tuttora il simbolo dello Stato. Siamo noi che ci confon-diamo.

Scrittore e giornalista statuni-tense, George Feifer ha scritto “Message from Moscow”

L’autore è il direttore di “Busi-ness New Europe”

QUELLE DUE ORE CON NABOKOV

mentre il botta e ri-sposta di ogni successiva

chiacchierata con lui sarebbe servito solo ad aggiungere un po’ di colore. Allora perché ri-servava parte del suo tempo a incontrare i giornalisti? Per-ché la seccatura di un’intervi-sta? Perché, rispondeva, aveva sempre qualcosa in mente che riteneva fosse giusto condivi-dere con i lettori. Per quanto riguarda l’accettare solo do-mande scritte e il rispondere per iscritto, ne fece la miglio-re arringa che abbia mai udito. Se anche il sogno che aveva raccontato al mattino a sua moglie non era che una bozza, perché doversi sottoporre all’imprecisione e alla possi-bile interpretazione erronea di uno scambio estemporaneo?No, non c’era nulla di estem-poraneo. Nulla che non rive-lasse altro che sentimenti pro-f e s s i o n a l i . B e n c h é i funzionari sovietici che inter-vistai in quei tempi avrebbero avuto molte più ragioni per re-stare abbottonati, in confron-to a lui, spandevano emozioni da tutti i pori. A ogni modo, il suo odio per l’Urss - che mo-strava ogni qual volta gli ca-pitava di nominarla - proba-bilmente era dovuto meno all’incapacità dei sovietici di

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08 RUSSIA OGGI WWW.IT.RBTH.RUSUPPLEMENTO REALIZZATO DA ROSSIYSKAYA GAZETA (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYTendenze

A partire dalla prima testimonianza scritta in occasione del banchetto in onore del principe Jurij Dolgorukij, la cucina russa è sempre stata ritenuta poco entusiasmante in Occidente. In realtà ci vuole tempo per conoscerla e apprezzarla.

«I Russi hanno una cucina assai stravagante», scriveva nel suo diario il tesoriere olandese An-tonis Goeteeris dopo essere ar-rivato a Mosca nel 1615. Un’af-fermazione che si differenziava ben poco dalla primissima te-stimonianza pervenutaci sulla cucina russa ad opera di Ibn Ru-stah, storico, astronomo e geo-grafo arabo dell’inizio del X se-colo. Gli slavi orientali, secondo Rustah, si nutrivano esclusiva-mente di latte di cavallo.L’eco di questi racconti sui pasti quotidiani dei russi persiste an-cora oggi. Mi è capitato ad esempio di leggere che la zuppa russa okroška venga prepara-ta miscelando birra e vodka o che il borš debba assolutamen-te essere servito solo una volta andato a male. Si noti che non l’ho letto su manoscritti medie-vali, ma su riviste patinate mo-derne o siti gastronomici.La cucina di un popolo deriva dal territorio in cui vive. La terra russa, pur caratterizzata da dimensioni enormi, non è af-fatto fertile e il clima rigido per gran parte dell’anno non ne consente la coltivazione. In compenso, questo paese ha da sempre potuto usufruire di un ricco patrimonio boschivo. Le foreste di latifoglie e la taiga di conifere hanno sempre for-nito al popolo russo una gran-de quantità di combustibile da utilizzare ogni giorno per ali-mentare il focolare nazionale, la stufa russa.La stufa russa, per utilizzare il gergo tecnico moderno, ha un coefficiente di rendimento bas-sissimo: non supera il 30%. Le dimensioni della sua cavità in-terna sono tali da poter con-sentire persino a un adulto d’entrarci e, se necessario, di utilizzarla per lavarsi.Per portare la temperatura in-terna di un focolare di queste dimensioni al livello necessa-rio per sfornare il pane occor-rono almeno una decina di cioc-chi, cioè quasi un albero intero, pur se piccolo. Dopo aver por-

MAKSIM SYRNIKOV

RUSSIA OGGI

Maksim Syrnikov è esperto di gastronomia e autore di diversi libri sulla cucina russa.

Abbuffarsi di frittelle e pannaper dire addio al lungo inverno

RUSSIA.IT

Ogni mattina quando mi sveglio, guardo dalla fi nestra con la speranza di vedere

il “miracolo”: ancora nulla. Sotto un bel manto di neve bianca, Mosca riposa nel le-targo più profondo. Come ieri, come ieri l’altro. Della primavera nemmeno l’om-bra. Non dovrebbe essere così: il Carnevale russo, la Maslenitsa, la festa di addio all’inverno è alle porte.Per dare il mio addio perso-nale all’inverno, quest’anno più lungo che mai, dovevo agire. Guardare gli altri festeg-giare abbuffandosi di “bliny”, le frittelle russe offerte dagli amici, non sarebbe bastato: i bliny dovevo cucinarli io e or-ganizzare una festa da me.Per il Carnevale russo vige una regola: il cibo a tavola deve abbondare, soprattutto nell’ul-tima domenica che precede la Quaresima, giorno in cui ho deciso di riunire gli amici in dacia a festeggiare. Tutti, in-tere famiglie, hanno risposto al mio invito, tranne uno che doveva lavorare. Ma anche lui non si è dato per vinto: al suo posto ha mandato moglie, fi -glio e cagnolino. Che almeno loro si abbuffassero di bliny alla vigilia del Grande Digiu-no.Ed eccoci pronti per la gran-de abbuffata. Il frigorifero sta esplodendo. Dentro c’è un chilo intero di caviale rosso. Quello nero sarebbe stato me-glio, ma adesso anche in Rus-sia è così caro che i guadagni di un giornalista bastano ap-pena per comprarne un cuc-chiaino. Di smetana, la panna acida, ne ho in abbondanza. Non è mai troppa con i bliny, che preparerò con burro, uova, farina latte zucchero e sale. Poi ancora salmone, sto-rione, formaggi, leccornie di ogni tipo; per l’occasione ho perfi no intaccato la mia riser-

va segreta di salumi portati dall’Italia. Ho anche prepara-to l’oliviè, l’insalata russa. Senza l’oliviè in tavola una festa in Russia non è una vera festa. E la vodka è già in freezer. Non rimane che attendere l’invasio-ne degli ospiti. I bliny, simboli pagani del sole e del suo calore vivifi cante, in-carnano l’essenza stessa della Maslenitsa, e non mancano mai sulle tavole. Dovevo solo sceglie-re la ricetta per l’impasto: im-presa non facile perché, viven-do da tempo a Mosca, dalle amiche ne ho sentite a bizzeffe, ognuna ovviamente miglio re dell’altra e tutte tramandate da nonne cuoche eccezionali. E tutti i bliny assaggiati mi sono sem-pre sembrati ugualmente buoni. Prevedendo di doverne produr-re in quantità industriale, ho scelto la ricetta più semplice. In-fatti, se un francese riesce a mala pena a fi nire una crêpe (le crêpes ed i bliny sono simili per forma e sapore), durante il Carnevale un russo è in grado di mangia-re un bliny dietro l’altro senza fermarsi. E quest’anno il record del 2009 di 150 bliny per 12 adulti, è stato battuto. Avremo raggiunto i 200! Pur cuocendo contemporaneamente su tre for-nelli, i miei bliny, belli, tondi, dorati e ancora bollenti, sono spariti quasi senza raggiungere la tavola.Che strana settimana questo Carnevale russo! Per le strade nessuno più si maschera, tutti però si rimpinzano all’inverosi-mile a casa propria o da amici. Che sia perché subito dopo ini-zia la Quaresima? O forse è la risposta al richiamo degli avi pagani? In ogni caso, come da tradizione, alla fi ne della festa, si dà l’ultimo addio all’inverno incendiando il pupazzo di pa-glia che lo rappresenta: anche questo è stato fatto.

Stefania ZiniVIAGGIATRICEE GIORNALISTA

Cibo Contro il freddo zuppe, caviale e kvas

I segretidi una tavola da zar

tato una buona stufa a re-gime, è però possibile uti-lizzarla per cucinare contemporaneamente più piatti che richiedono un’emissione di calore co-stante, infornare il pane e cuocere pirog (pastic-ci) per tutta la fami-glia. Ed è proprio su questo lento pro-cesso di raffredda-mento, che pre-serva il calore all’interno della stufa anche 8-12 ore dopo l’accensione, che si basa la cucina na-zionale russa.Storicamente, la cucina russa non conosceva le frittu-re a fuoco aperto. Tutti i piatti venivano cucinati per diverse ore nella stufa senza aggiun-gere grassi od olio e si lascia-vano cuocere nel proprio brodo.La zuppa russa più conosciu-ta e più popolare è senza dub-bio lo ši. Per gli stranieri è sem-pre stato un mistero difficil-mente penetrabile. Un amba-sciatore giunto a Mosca da Roma nel Seicento scriveva: «La loro idea di un banchetto sontuoso è una zuppa con avan-zi e foglie di cavolo sminuzza-te. Qualora il risultato non sia di loro gradimento, vi versano

una gran quan-tità di latte rappre-so». Lo ši, in realtà, può essere preparato secondo una varietà di ricette. D’altra parte, in virtù dell’amo-re nazionale per le zuppe, la gastronomia russa è la più ricca di minestre al mondo. In un ricettario dell’Ottocento ne vengono nominate ben 115, tra cui anche la zuppa di pane e vino e la zuppa di amarene e granaglie. Per quanto sorpren-dente, più della metà di que-ste ricette vengono utilizzate ancora ai nostri giorni. Ancor oggi, del resto, la zuppa con-tinua a costituire la portata principale del pranzo. In in-verno e in primavera, i crauti erano la verdura più diffusa, perché si conservavano facil-mente. Inoltre, come effetto della tecnica di fermentazio-ne utilizzata, si moltiplicava-no le vitamine. Nel trattato dell’ambasciatore si parla inoltre del famoso ca-viale nero russo. Il lettore con-temporaneo probabilmente ri-marrà di stucco nell’appren-dere che 400 anni fa, in alcu-ne città oltre gli Urali, le uova secche di storione venivano ag-giunte, in anni di carestia, alla farina come un qualsiasi sur-rogato a buon mercato. A base di pesce vengono pre-parati anche i pirog (pasticci) conosciuti solo in Russia: ku-lebjaka, rybnik, rasstegaj. Se-condo un detto popolare, «nei pirog ci puoi mettere quello che

vuoi». Infatti, esiste una gran-de varietà di ripieni, di tipi di pasta e di pirog stessi. Ci sono i pirog aperti, quelli chiusi solo da un lato, quelli con un’aper-tura al centro, quelli senza sale, acidi, dolci o salati. I piatti a base di farina ancor oggi rap-presentano il fi ore all’occhiello della nostra tradizione culina-ria nazionale. Inoltre, non si può fare a meno di ricordare la okroška e la bo-tvin’ja tanto amate dai russi: zuppe fredde a base di kvas, la bevanda nazionale prodotta con malto o farina. Da quanto ho potuto osservare, la okroška è l’unico piatto che, in virtù del suo aspetto, provoca una certa diffidenza negli stranieri che visitano la Russia. Per apprezzare la okroška, è ne-cessario abituarcisi fi n da pic-coli, assaggiarla quando viene preparata con il kvas della nonna. A questo proposito, è opportuno citare lo scrittore francese Théophile Gautier, che viaggiò per la Russia nell’Ot-tocento. Parlando di cosa lo avesse sorpreso della cucina russa, l’autore termina la sua rassegna con queste parole: «Dopo alcuni mesi in Russia ci si abitua ai cetrioli, al kvas e allo ši, alla cucina russa nel suo complesso, che a poco a poco si comincia persino ad apprez-zare».

250 g di farina di grano duro7 g di lievito in polvere7 g di zucchero5 g di sale3 uova250 ml di latte150 ml di panna acida100 g di burro fuso1. In una ciotola grande, unire farina, lievito, zucchero e sale. Quindi aggiungere latte, panna e tuorli d’uovo e mescolare.2. Coprire la ciotola con una pellicola trasparente e attende-re che sulla superficie del com-posto si formino delle bollicine. 3. Sbattere gli albumi fino a ot-tenere una miscela della stes-sa consistenza, quindi versare il tutto nella ciotola.4. Versare in una padella riscal-data unta di burro tre cucchiai-ni di pastella, distribuendola in maniera uniforme.5. Friggere fino a quando i bor-di non diventano croccanti e il centro non si asciuga.

La ricetta dei bliny

La Maslenitsa, il Carnevale russo, è la settimana dei bliny

Stefania Zini, italiana, vive e lavora in Russia da vent’anni.

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