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francam e nte francam e nte - nuova serie - n. 22/23 - MARZO/APRILE 2007 - distribuzione gratuita mensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario Cicorio Reg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni - [email protected] (chiuso in Tipografia il 29/3/2007) il giornale dalla parte dei carovignesi francamente è scaricabile dal sito www.carovigno.net Il 17 marzo scorso, il Sindaco Vittorio Zizza e la sua maggioranza di centrodestra hanno, ancora una volta, offerto un esempio di cattiva amministrazione disattenden- do gli interessi dei cittadini e del ter- ritorio di Carovigno. In esito ad una sessione di Consiglio Co- munale, incomprensibilmente convocato con urgenza e ai soliti improbabili orari ti- pici di una riunione riser- vata, è stata deliberata la realizzazione di impianti eolici per la produzione di ener- gia elettrica derivan- te da fonti alternati- ve e rinnovabili. No- bilissimo intento, dal momento che il dibat- tito politico sul come produrre energia “puli- ta” interessa tutti i livelli istituzionali nazionali e in- ternazionali. Tuttavia biso- gna spiegare bene ai cittadini come stanno le cose, prima di sbandierare (come d’abitudine per i nostri amministratori) la realizzazione di politiche di vantaggio per la comunità lo- cale. Le perplessità non sono poche. Lo schema di convenzione tra il Comune e l’azienda propo- nente l’offerta più vantaggiosa (SPIG Energia srl) prevede una serie di disposizioni dalle quali si evince chiaramente che la maggioranza di cen- trodestra non è interessata ad una seria politica energetica e ambientale. L’obiettivo, ormai malcelato o esplicitamente dichiarato, sta tutto nel disperato bisogno di fare cassa per una finanza pubblica in odore di dissesto. Esaminiamo i punti più controversi: 1) l’atto, approvato in sede consiliare, pre- vede la realizzazione di due (…) centrali eoliche nelle località di “Centopezze” e “Deserto” (…), quindi in aree partico- larmente sensibili alle esigenze della produzione agricola. Gli impianti in questione dovrebbero consiste- re nell’elevazione di pali del- l’altezza di 120 metri (il massimo consentito) con un diametro di base di almeno 60 metri con la circostanza, non tra- scurabile, che l’intero insediamento del par- co eolico dovrebbe coprire una superficie pari ad almeno 10 volte il diametro della turbina del singolo impianto, concretizzando, in tal modo, una vera e propria ipoteca sul territorio interessato; 2) la concessione del diritto di superficie (e di tutti quelli connessi) a fa- vore dei gestori delle centrali è di 20 anni rinnovabili: ciò vuol di- re che per un potenziale periodo di mezzo secolo le aree interessa- te saranno soggette ad una destinazione irreversibile; 3) l’Ammini- strazione si riserva, in caso di mancato accordo con i relativi pro- prietari, di procedere all’espropriazione dei fondi coinvolti per fi- ni di pubblica utilità tutt’altro che trasparenti. Un modus operandi superficiale e arrogante che disattende diritti e interessi pubblici; 4) l’importo una tantum di 50.000 euro che l’azienda interessata verserà al Comune appare una misera remunerazione a fronte del fatto che esso è comprensivo degli oneri di costruzione e di urbanizzazione; 5) altra clausola di dubbio interesse pubblico è quella che prevede che, allo spirare del termine ventenna- le, il Comune rientrerà in possesso degli immobili e degli impianti non più rimovibili. Che se ne farà l’Amministrazione di impianti ormai obsoleti, considerato che sarà inevi- tabile fare ricorso alle ta- sche dei cittadini per smantellare ciò che è in- servibile? Tale modo di procedere contrasta con un impor- tante atto di indirizzo de- liberato dalla Provincia (peraltro condiviso dallo stesso Sindaco Zizza) e, soprattutto, trae profitto da una normativa transitoria che consente ai Comuni di rea- lizzare, fino al 4 aprile, centrali eo- liche anche in assenza dei Piani Regola- tori per l’installazione di Impianti Eolici (PRIE). Infatti, a partire dal 5 aprile, qualsiasi progetto di centrale a produzione alternativa do- vrà essere inserito nella logica della programma- zione territoriale così come previsto dal Piano Energetico e Ambientale Regionale (PEAR). Ma andiamo per gradi. La Provincia ha stabilito una serie di paletti per evitare che, come peraltro sta puntualmen- te accadendo, la voglia di energia rinnovabile si tradu- ca in un indiscriminato assalto alla diligenza da parte delle aziende produttrici. Senza addentrarsi nel rompi- capo delle cifre, i fatti ci dicono che l’offerta di produ- zione energetica rinnovabile è di gran lunga superio- re al fabbisogno del territorio. Allora, bisogna in- tendersi: si vuole concludere qualche buon affare o avere cura dei nostri territori? Non solo: rego- le di corretta amministrazione impongono che il progressivo aumento della produzione di ener- gia “pulita” sia accompagnato, nella rete inter- comunale della provincia brindisina, da una corrispondente riduzione del carbone. Diversa- mente, vi sarebbe solo un pericoloso e insoste- nibile sovraccarico energetico. Il documento provinciale fa notare che sarebbe opportu- no sottrarre all’insediamento di parchi eolici le aree interessate al pa- scolo e alla produ- zione agricola, al massimo ricor- rendo ad im- pianti molto meno invasivi (il “mini eolico”). Ogni intervento, infine, dovreb- be essere concertato a livello intercomunale e assistito da adegua- te valutazioni di incidenza ambientale. Questi ineccepibili argomenti sono stati portati all’attenzione della maggioranza di centrodestra dai Democratici di Sinistra nell’inter- vento del Consigliere Comunale e Capogruppo provinciale Roset- ta Fusco. La proposta costruttiva di sospendere la deliberazione di maggioranza e di redigere, a partire dal 5 aprile e con il contributo dell’opposizione, il Piano Regolatore per gli impianti eolici è stata respinta dal Sindaco e dalla sua maggioranza. Quale sarebbe l’in- derogabile esigenza che non permette di aspettare il prossimo 5 aprile per inserire l’installazione degli impianti nei piani energeti- ci previsti dalla legge? Siamo curiosi di vedere se il Sindaco avrà ancora il coraggio di affermare che l’opposizione è pregiudizial- mente contraria a qualsiasi progetto di sviluppo presentato da una maggioranza che pensa solo a lavorare nell’interesse dei cittadini. Nel caso di specie, sosterrà l’argomento più demagogico secondo il quale la minoranza si oppone allo sviluppo di energie alternative e alle prospettive di buona occupazione sul territorio… Questa mi- sera giustificazione è, per l’ennesima volta, smentita da un atteg- giamento arrogante e autoreferenziale che nulla ha a che vedere con il confronto democratico. Ci sono questioni fondamentali, co- me quella energetico-ambientale, che potrebbero essere condivise da tutti gli schieramenti politici sulla base di un’azione pubblica razionale nel rispetto delle peculiarità di territorio e comunità. Ma questa maggioranza si conferma insensibile a qualsiasi logica di programmazione, sempre alla spasmodica soddisfazione del prin- cipio “l’importante è fare cassa”. Se potessero, il Sindaco e i suoi fidati collaboratori troverebbero il modo di imputare all’opposizio- ne la pessima salute delle finanze comunali. Sarebbe un’operazio- ne estremamente impudente dal momento che Carovigno, tra un balletto di maggioranza e l’altro, è governata dal centro–destra da più di un ventennio. E questa è storia. Per quanto ci riguarda vogliamo mettere al corrente tutti i cittadini carovignesi che ancora una volta il nostro territorio subirà un’ag- gressione molto pericolosa. Non solo da un punto di vista estetico. Pali alti 120 metri (quanto un grattacielo di 40 piani) non solo ro- vineranno il panorama delle nostre splendide campagne, ma per vaste aree intorno agli impianti non sarà possibile continuare le coltivazioni ne il pascolo. Il Sindaco Zizza e la sua maggioranza non ha voluto ascoltare la nostra posizione (prima di tutto dotarsi dei Piani Regolatori per l’installazione di Impianti Eolici e osser- vare gli indirizzi politici dettati dall’Ente Provinciale che tra l’al- tro prevedono pali di un altezza massima di quaranta metri), han- no votato da soli, si sono presi la responsabilità e quindi devono ri- sponderne al popolo carovignese. È ora, cari cittadini, di far pagare queste responsabilità perché que- sta Amministrazione Comunale sta compiendo scelte devastanti per il nostro territorio. NON PERMETTIAMO CHE QUESTO ACCADA ANCORA!!! I DEMOCRATICI DI SINISTRA DI CAROVIGNO CONTINUA L’AGGRESSIONE E LA DETURPAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO verranno piantati sul nostro suolo pali alti 120 metri (paragonabile ad un grattacielo di 40 piani) Numero speciale - 8 pagine Marzo/Aprile STOP AI CONSIGLI COMUNALI DI MATTINA Campagna elettorale per le amministrative del 2003. Il Sindaco Vittorio Zizza e l’Onorevole Mimmo Mele avevano promesso a tutti che i Consigli Comunali si sarebbero tenuti di pomeriggio. Aprile 2007. A distanza di quattro anni quella promessa non è stata mante- nuta. I Consigli Comunali si tengono solo di mattina e sono deserti. Nessuna partecipazione dei cittadini. Le istituzioni da una parte i cittadini dall’altra. Che razza di democrazia è mai questa? Cosa si vuole nascondere? Perché non si vuole far partecipare la gente? Nessuna lotta da parte dell’opposizione è stata tenuta in consi- derazione. Francamente si schiera dalla parte dei carovignesi e chiede al nostro Sindaco di rispettare quanto promesso in campagna elet- torale. Diamo a tutti la possibilità di rendersi partecipi della vi- ta amministrativa. Stop ai Consigli Comunali di mattina. LA REDAZIONE

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francam e nte

francam e nte - nuova serie - n. 22/23 - MARZO/APRILE 2007 - distribuzione gratuitamensile a cura della sezione "Enrico Berlinguer" dei Democratici di Sinistra di Carovigno

Direttore responsabile: Natalino Santoro - Direttore editoriale: Mario CicorioReg. Trib. di Brindisi n. 7 del 20.04.2001 - stampa: Nuova g@ srl - Ostuni - [email protected] (chiuso in Tipografia il 29/3/2007)

il giornale dalla parte dei carovignesi

francamente è scaricabile dal sito www.carovigno.net

Il17 marzo scorso, il Sindaco Vittorio Zizza e lasua maggioranza di centrodestra hanno,ancora una volta, offerto un esempio

di cattiva amministrazione disattenden-do gli interessi dei cittadini e del ter-ritorio di Carovigno. In esito aduna sessione di Consiglio Co-munale, incomprensibilmenteconvocato con urgenza e aisoliti improbabili orari ti-pici di una riunione riser-vata, è stata deliberatala realizzazione diimpianti eolici per laproduzione di ener-gia elettrica derivan-te da fonti alternati-ve e rinnovabili. No-bilissimo intento, dalmomento che il dibat-tito politico sul comeprodurre energia “puli-ta” interessa tutti i livelliistituzionali nazionali e in-ternazionali. Tuttavia biso-gna spiegare bene ai cittadinicome stanno le cose, prima disbandierare (come d’abitudine per inostri amministratori) la realizzazionedi politiche di vantaggio per la comunità lo-cale. Le perplessità non sono poche. Lo schemadi convenzione tra il Comune e l’azienda propo-nente l’offerta più vantaggiosa (SPIG Energia srl)prevede una serie di disposizioni dalle quali sievince chiaramente che la maggioranza di cen-trodestra non è interessata ad una seria politicaenergetica e ambientale. L’obiettivo, ormaimalcelato o esplicitamente dichiarato, statutto nel disperato bisogno di fare cassa peruna finanza pubblica in odore di dissesto.Esaminiamo i punti più controversi:1) l’atto, approvato in sede consiliare, pre-vede la realizzazione di due (…) centralieoliche nelle località di “Centopezze” e“Deserto” (…), quindi in aree partico-larmente sensibili alle esigenze dellaproduzione agricola. Gli impianti inquestione dovrebbero consiste-re nell’elevazione di pali del-l’altezza di 120 metri (ilmassimo consentito) conun diametro di base dialmeno 60 metri con lacircostanza, non tra-scurabile, che l’interoinsediamento del par-co eolico dovrebbe coprire una superficie pari ad almeno 10 volteil diametro della turbina del singolo impianto, concretizzando, intal modo, una vera e propria ipoteca sul territorio interessato; 2) laconcessione del diritto di superficie (e di tutti quelli connessi) a fa-vore dei gestori delle centrali è di 20 anni rinnovabili: ciò vuol di-re che per un potenziale periodo di mezzo secolo le aree interessa-te saranno soggette ad una destinazione irreversibile; 3) l’Ammini-strazione si riserva, in caso di mancato accordo con i relativi pro-prietari, di procedere all’espropriazione dei fondi coinvolti per fi-ni di pubblica utilità tutt’altro che trasparenti. Un modus operandisuperficiale e arrogante che disattende diritti e interessi pubblici;4) l’importo una tantum di 50.000 euro che l’azienda interessataverserà al Comune appare una misera remunerazione a fronte del

fatto che esso è comprensivo degli oneri di costruzionee di urbanizzazione; 5) altra clausola di dubbio

interesse pubblico è quella che prevedeche, allo spirare del termine ventenna-

le, il Comune rientrerà in possessodegli immobili e degli impianti

non più rimovibili. Che se nefarà l’Amministrazione diimpianti ormai obsoleti,considerato che sarà inevi-tabile fare ricorso alle ta-sche dei cittadini persmantellare ciò che è in-servibile?Tale modo di procederecontrasta con un impor-tante atto di indirizzo de-liberato dalla Provincia(peraltro condiviso dallo

stesso Sindaco Zizza) e,soprattutto, trae profitto da

una normativa transitoriache consente ai Comuni di rea-

lizzare, fino al 4 aprile, centrali eo-liche anche in assenza dei Piani Regola-

tori per l’installazione di Impianti Eolici(PRIE). Infatti, a partire dal 5 aprile, qualsiasi

progetto di centrale a produzione alternativa do-vrà essere inserito nella logica della programma-

zione territoriale così come previsto dal PianoEnergetico e Ambientale Regionale (PEAR). Ma

andiamo per gradi. La Provincia ha stabilito una seriedi paletti per evitare che, come peraltro sta puntualmen-te accadendo, la voglia di energia rinnovabile si tradu-ca in un indiscriminato assalto alla diligenza da partedelle aziende produttrici. Senza addentrarsi nel rompi-capo delle cifre, i fatti ci dicono che l’offerta di produ-

zione energetica rinnovabile è di gran lunga superio-re al fabbisogno del territorio. Allora, bisogna in-

tendersi: si vuole concludere qualche buon affareo avere cura dei nostri territori? Non solo: rego-le di corretta amministrazione impongono che ilprogressivo aumento della produzione di ener-gia “pulita” sia accompagnato, nella rete inter-comunale della provincia brindisina, da unacorrispondente riduzione del carbone. Diversa-mente, vi sarebbe solo un pericoloso e insoste-

nibile sovraccarico energetico. Il documentoprovinciale fa notare che sarebbe opportu-

no sottrarre all’insediamento di parchieolici le aree interessate al pa-

scolo e alla produ-zione agricola, al

massimo ricor-rendo ad im-pianti molto

meno invasivi (il “mini eolico”). Ogni intervento, infine, dovreb-be essere concertato a livello intercomunale e assistito da adegua-te valutazioni di incidenza ambientale.Questi ineccepibili argomenti sono stati portati all’attenzione dellamaggioranza di centrodestra dai Democratici di Sinistra nell’inter-vento del Consigliere Comunale e Capogruppo provinciale Roset-ta Fusco. La proposta costruttiva di sospendere la deliberazione dimaggioranza e di redigere, a partire dal 5 aprile e con il contributodell’opposizione, il Piano Regolatore per gli impianti eolici è statarespinta dal Sindaco e dalla sua maggioranza. Quale sarebbe l’in-derogabile esigenza che non permette di aspettare il prossimo 5aprile per inserire l’installazione degli impianti nei piani energeti-ci previsti dalla legge? Siamo curiosi di vedere se il Sindaco avrà

ancora il coraggio di affermare che l’opposizione è pregiudizial-mente contraria a qualsiasi progetto di sviluppo presentato da unamaggioranza che pensa solo a lavorare nell’interesse dei cittadini.Nel caso di specie, sosterrà l’argomento più demagogico secondoil quale la minoranza si oppone allo sviluppo di energie alternativee alle prospettive di buona occupazione sul territorio… Questa mi-sera giustificazione è, per l’ennesima volta, smentita da un atteg-giamento arrogante e autoreferenziale che nulla ha a che vederecon il confronto democratico. Ci sono questioni fondamentali, co-me quella energetico-ambientale, che potrebbero essere condiviseda tutti gli schieramenti politici sulla base di un’azione pubblicarazionale nel rispetto delle peculiarità di territorio e comunità. Maquesta maggioranza si conferma insensibile a qualsiasi logica diprogrammazione, sempre alla spasmodica soddisfazione del prin-cipio “l’importante è fare cassa”. Se potessero, il Sindaco e i suoifidati collaboratori troverebbero il modo di imputare all’opposizio-ne la pessima salute delle finanze comunali. Sarebbe un’operazio-ne estremamente impudente dal momento che Carovigno, tra unballetto di maggioranza e l’altro, è governata dal centro–destra dapiù di un ventennio. E questa è storia.Per quanto ci riguarda vogliamo mettere al corrente tutti i cittadinicarovignesi che ancora una volta il nostro territorio subirà un’ag-gressione molto pericolosa. Non solo da un punto di vista estetico.Pali alti 120 metri (quanto un grattacielo di 40 piani) non solo ro-vineranno il panorama delle nostre splendide campagne, ma pervaste aree intorno agli impianti non sarà possibile continuare lecoltivazioni ne il pascolo. Il Sindaco Zizza e la sua maggioranzanon ha voluto ascoltare la nostra posizione (prima di tutto dotarsidei Piani Regolatori per l’installazione di Impianti Eolici e osser-vare gli indirizzi politici dettati dall’Ente Provinciale che tra l’al-tro prevedono pali di un altezza massima di quaranta metri), han-no votato da soli, si sono presi la responsabilità e quindi devono ri-sponderne al popolo carovignese.È ora, cari cittadini, di far pagare queste responsabilità perché que-sta Amministrazione Comunale sta compiendo scelte devastantiper il nostro territorio. NON PERMETTIAMO CHE QUESTOACCADA ANCORA!!!

I DEMOCRATICI DI SINISTRA DI CAROVIGNO

CONTINUA L’AGGRESSIONE E LA DETURPAZIONE DEL NOSTRO TERRITORIO

verranno piantati sul nostro suolo pali alti 120 metri (paragonabile ad un grattacielo di 40 piani)

Numero speciale - 8 pagine

Marzo/Aprile

STOPAI CONSIGLI COMUNALIDI MATTINA

Campagna elettorale per le amministrative del 2003.Il Sindaco Vittorio Zizza e l’Onorevole Mimmo Mele avevanopromesso a tutti che i Consigli Comunali si sarebbero tenuti dipomeriggio.Aprile 2007.A distanza di quattro anni quella promessa non è stata mante-nuta.I Consigli Comunali si tengono solo di mattina e sono deserti.Nessuna partecipazione dei cittadini. Le istituzioni da una partei cittadini dall’altra. Che razza di democrazia è mai questa?Cosa si vuole nascondere? Perché non si vuole far partecipare lagente?Nessuna lotta da parte dell’opposizione è stata tenuta in consi-derazione.Francamente si schiera dalla parte dei carovignesi e chiede alnostro Sindaco di rispettare quanto promesso in campagna elet-torale. Diamo a tutti la possibilità di rendersi partecipi della vi-ta amministrativa. Stop ai Consigli Comunali di mattina.

LA REDAZIONE

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Nelle giornate di sabato 17 e domenica 18marzo, la sezione “Enrico Berlinguer”dei Democratici di Sinistra di Carovigno

ha celebrato un congresso molto atteso per l’im-portante significato degli obiettivi contenuti nel-l’agenda politica nazionale e locale. La rispostadell’assise del più grande partito del centrosini-stra che governa il Paese è stata all’altezza delleaspettative e non solo, ovviamente, per la cornicescenica offerta dalle splendide sale del Castello.Il primo dato politico di rilie-vo emerso è quello della quasi– unanimità espressa a soste-gno della “mozione Fassino”(solo 2 le preferenze accordatealla “mozione Mussi”) per lacostituzione del futuro PartitoDemocratico.Il secondo elemento di grandesoddisfazione è stato rappre-sentato dalla elezione dei nuo-vi organi dirigenti nel segno enel rispetto di un’ormai irre-versibile esigenza di rinnova-mento e di prospettiva politi-ca. La platea congressuale haassistito allo svolgimento diun dibattito animato e qualificato. Ha aperto ledanze la relazione introduttiva del segretariouscente, Corrado Tarantino, ringraziato e applau-dito per i cinque anni di sapiente, equilibrata eappassionata direzione del partito in una stagionepolitica particolarmente delicata. Bene ha fattoTarantino (atteso, sin da ora, a confrontarsi conincarichi di maggior prestigio e responsabilitàconsoni al suo curriculum politico) a sottolinea-re, con decisione e chiarezza, che il progetto dicostituzione del nuovo soggetto politico non è af-fatto, come da più parti si vorrebbe far credere,una operazione di riformismo dall’alto o una fu-sione a freddo tra organismi dirigenti dei maggio-ri partiti dell’attuale maggioranza di governo.Non si può ignorare che dal 1996, anno di nasci-ta de “L’Ulivo, elettori e simpatizzanti del centro-sinistra hanno continuato a chiedere, con cre-scente entusiasmo, unità e capacità di governo al-le forze progressiste. Un progetto di condivisionedei grandi valori che uniscono il socialismo euro-peo e liberale alla migliore tradizione del cattoli-cesimo democratico. Grande soddisfazione haespresso il segretario uscente per la linea di con-tinuità nel rinnovamento espressa dal partito conla proposizione sulla scena di dirigenti giovani emotivati e, soprattutto, per la presenza di una Si-nistra Giovanile di nuovo forte e numerosa sottoil coordinamento dinamico e propositivo di Fede-rica Lanzilotti.Dopo la relazione introduttiva di Tarantino, si so-no alternati i saluti e gli interventi degli esponen-ti degli altri partiti del centrosinistra, dell’asso-ciazionismo locale (su tutti, Legambiente). Parti-colarmente interessanti sono risultate le paroledel Consigliere comunale Raffaele Peciccia, exesponente della maggioranza di centrodestra e,attualmente, suo determinato oppositore. Non hautilizzato né sofismi né giri di parole, il noto im-

prenditore locale, per dire che è arrivato il mo-mento di mandare a casa il Sindaco e i suoi col-laboratori, puntando a forti e credibili alleanze trapartiti e aree della società civile interessate alcambiamento. Altrettanto apprezzati sono risulta-ti gli interventi del consigliere provinciale DSBaldassarre e del candidato (al momento in cui siscrive, ndr) alla segreteria provinciale dei DS Ca-sone. Nel segno della commozione e della pro-verbiale esuberanza dialettica, poi, le parole del

segretario provinciale uscen-te Onofrio Cretì che ha ener-gicamente difeso le ragionidella “mozione Fassino”contro la diffidenza e i timoridi chi si oppone alla forma-zione del nuovo soggetto po-litico.Si è giunti, pertanto, al mo-mento più atteso: la relazioneprogrammatica del degnosuccessore di Tarantino allaconduzione della segreteriapolitica, il giovane dirigentedi sezione Mario Cicorio (dadiversi anni membro del Co-mitato direttivo), peraltro già

brillantemente distintosi come ideatore e diretto-re editoriale di “Francamente”, organo mensiledei DS di Carovigno e ormai consolidato punto diriferimento per lo scambio delle idee e delle in-formazioni per la tutela dei diritti dei cittadini. Lesue dichiarazioni di intenti sono state caratteriz-zate da conoscenza profonda delle questioni daaffrontare e forte senso di dedizione alla causapolitica locale. La insopprimibile esigenza di unavasta operazione di coinvolgimento “dal basso”

dei cittadini nelle questioni del dibattito ammini-strativo e la nuova “missione” del futuro PartitoDemocratico sono stati i primi argomenti svilup-pati dal nuovo segretario. Secondo Cicorio, infat-ti, “ Il Partito Democratico può e deve esserel’opportunità di un partito nuovo che sappia gui-dare il rinnovamento della politica e che sappiaparlare ad una vasta moltitudine di cittadini,molti dei quali si riconoscono ne l’Ulivo, senzanecessariamente riconoscersi nei partiti” . La re-lazione ha poi insistito sulla missione prioritariadi riavvicinare i cittadini alle Istituzioni, ancheattraverso il ricorso a strumenti di partecipazionee consultazione pubblica e sul dovere politico emorale di tutte le forze del centrosinistra di pro-seguire uniti e compatti nella soluzione dellegrandi questioni di interesse nazionale e interna-zionale disegnate nel programma di governo. Equi Cicorio non ammette margini di trattativapartitica al ribasso: “ Sulle questioni prioritarienon ci possono essere fratture tra moderati e ra-dicali” , al fine di non disperdere il grande credi-to politico - elettorale concesso a Romano Prodie al centrosinistra dopo i cinque anni di ondatapopulista e illiberale del governo delle destre.Quando l’attenzione ricade sulla situazione loca-le, i propositi del giovane segretario sono ancorapiù incisivi e battaglieri: “ Il punto nevralgico delmio mandato sarà quello di rendere pubblico ildibattito amministrativo” con un esplicito riferi-mento agli atti di cattiva amministrazione dellaGiunta Zizza. Una gestione “privatistica” dellacosa pubblica sempre più finalizzata alla man-canza di trasparenza e confronto democraticosulle scelte di interesse generale, creando le con-dizioni per un progressivo scollamento tra ammi-nistrati e amministratori. Dopo un doveroso rico-

noscimento alla dedizione e al lavoro dei Consi-glieri comunali, il discorso per l’investitura si èdecisamente proiettato sul prossimo futuro: l’im-pegnativa campagna elettorale del 2008, la costi-tuzione di una “ fabbrica del programma” per in-terpretare i bisogni del territorio e delle rappre-sentanze economiche e sociali della città, una co-stante sinergia tra dirigenti e tesserati, la fiducia eil sostegno incondizionati alla Sinistra Giovanile.Su questi temi Cicorio ha saputo coinvolgerel’intera platea congressuale ricevendo un consen-so ampio e consapevole da parte di dirigenti etesserati e determinando, in tal modo, la ratificadella sua elezione. Alla fine dell’intervento, ilneo segretario ha ricevuto, oltre agli applausi dirito, sincere e commosse attestazioni di stima eaffetto, evidenziando la grande coesione di valo-ri e di relazioni personali e politiche che caratte-rizza, da sempre, la storia di questo partito. Unpartito che riesce ancora ad esprimere una forza euna vitalità straordinarie, con buona pace di tutticoloro che continuano, ogni anno e malignamen-te, ad annoverarlo tra i relitti e i monoliti di unpassato che fu.Saluto e intervento conclusivo sono stati affidatia Michele Mazzarano, giovane e brillantissimodirigente tarantino dei DS. Dopo essere stato, perlungo tempo, ai vertici della Sinistra GiovanileNazionale (responsabile Esteri) è tornato in Pu-glia per coordinare la segreteria regionale delpartito e, soprattutto, per esserne la guida politicanei prossimi anni.Dulcis in fundo, ma di assoluto rilievo il dovero-so ringraziamento a quei rappresentanti della so-cietà carovignese che hanno offerto la propria di-sponibilità a far parte, per la prima volta, del co-mitato direttivo del partito. Buon lavoro a tutti.Ecco l’elenco completo dei nuovi organismi diri-genti: Segretario: Cicorio Mario; Comitato di-rettivo: Tarantino Corrado, Saponaro Vito,Fusco Rosaria, Saponaro Primarosa, ScussatPietro, Antelmi Antoine, Cecere Pietro, Car-lucci Maria Antonietta, Lanzilotti Federica,Zizza Antonio, Tamborrino Pietro, BrandiLuigi, Semeraro Rocco, Locorotondo Gian-carlo, Melpignano Pietro.

ANTOINE ANTELMI

Enzo Casone è il nuovosegretario provincialedei Democratici di Sini-

stra di Brindisi. Succede adOnofrio Cretì che ha retto lafederazione brindisina per cin-que anni.Una vita nella CGIL, sindaca-to in cui ha rivestito anche lacarica di Segretario Regionale,Casone è stato eletto a stra-grande maggioranza al terminedei lavori del IV CongressoProvinciale dei DS tenutosipresso il Grand Hotel Masse-ria Santa Lucia di Ostuni.Oltre 40 gli interventi succedutisi nella due gior-ni dell'assise congessuale.Un dibattito vero che, alla luce dei risultati deicongressi delle Unità di base, provinciali, regio-nali e nazionali, che hanno decretato la netta af-fermazione della Mozione "Per il Partito Demo-cratico" del Segretario Nazionale Piero Fassino

con l'80% dei voti, ha in-centrato la discussione sucome si aprirà il cantieredel Partito Democratico.I Democratici di Sinistradi Carovigno esprimonogrande gratitudine ad Ono-frio Cretì per aver dato lu-stro a tutta la cittadinanzacarovignese. Durante i cin-que anni del suo mandatopolitico il partito da lui gui-dato ha raggiunto grandi ri-sultati in tutte le consultazio-ni elettorali ed ha notevol-

mente accresciuto il numero degli iscritti. GrazieDavvero.Ad Enzo Casone, va invece, un grosso augurio dibuon lavoro. Siamo certi che saprà essere una gui-da innovativa per i Democratici di Sinistra ma so-prattutto per il partito nuovo che sta per nascere:“il Partito Democratico”. Tanti, tanti auguri!!!

I DEMOCRATICI DI SINISTRA DI CAROVIGNO

DS, ritorno al futuroMario Cicorio succede a Corrado Tarantino. Mandato quasi unanime per il nuovo Partito Democratico

EN ZO C ASON E è il nuovo segretario provinciale dei D s

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Unevento culturale senza preceden-ti sta per interessare il sito ar-cheologico di Santa Sabina, nel

territorio di Carovigno.A partire dal mese di Aprile 2007, si darà inizioal 1° Corso di formazione per “OperatoriTecnici in l’Archeologia Subacquea”, varatoda una convenzione tra la Facoltà di Beni Cul-turali dell’Università di Lecce e la Provincia diBrindisi e riservato a venti giovani laureati elaureandi in Beni Culturali e Corsi equivalenti.L’iniziativa nasce dalla volontà e dalla passio-ne di due donne straordinarie, la Prof.ssa RitaAuriemma, docente di Archeologia Subac-quea della Facoltà di Beni Culturali dell’Uni-versità di Lecce e la Dott.ssa Angela Mari-nazzo, dirigente dei Servizi Culturali dellaProvincia di Brindisi, riprendendo lo studiodelle evidenze presenti nella baia di S. Sabinadopo molti anni di silenzio.

Il Corso, completamente gratuito, si profilacome prima ed unica esperienza in Italia: essorappresenta il maturare proprio qui, nel Salen-to, del dibattito accademico sulla qualità dellaformazione professionale dell’archeologo su-bacqueo, una formazione superiore teorico-pratica, da realizzarsi in ambito universitario,il solo possibile titolare di un percorso e distrutture in cui acquisire attitudine e compe-tenze culturali altamente specialistiche.Il Corso di formazione per “ Operatore in Ar-cheologia Subacquea” è stato strutturato infat-ti in una parte teorica, da aprile a maggio, ar-ticolata in seminari e lezioni curate da Docen-ti e studiosi provenienti da varie UniversitàItaliane, e in una parte pratica, da svolgersia giugno nella baia di Torre S. Sabina, artico-lata in cantiere subacqueo e in laboratori didat-tici sui materiali.In parallelo al Corso, inoltre, si è definito unimportante Progetto Editoriale, curato dallaProf.ssa Rita Auriemma, con il contributo divalenti giovani ricercatori dell’Università de-gli Studi di Lecce, teso allo studio e alla rilet-tura delle evidenze archeologiche di TorreSanta Sabina e del territorio di Carovigno, te-stimonianze che hanno rivelato l’eccezionale

patrimonio archeologico, sommerso e terre-stre, di questo “ Approdo dimenticato” .Il forte interesse acceso dall’iniziativa nei gio-vani che hanno concorso alla selezione e le cuigraduatorie saranno a breve pubblicate sul sitodella Provincia di Brindisi, ha spinto l’EnteProvincia a pensare alla possibilità di trasfor-marlo in un corso estivo stabile, una veraSummer School da ripetere a cadenza regolare.Se così fosse, la nascita di un corso universita-rio di questo tipo garantirebbe al territorio incui ha sede, una notevole ricaduta socio-cul-turale, e attraverso la riqualificazione turisticapromossa dall’attività di ricerca svolta in loco,in collaborazione con il Ministero alle Attivitàe ai Beni Culturali e con le Amministrazionilocali si potrebbe pensare ad allestimenti dimostre e musei, cura di pubblicazioni divulga-tive, progettazione e realizzazione di percorsisubacquei e terrestri guidati, ecc…

Per la realizzazione di questa iniziativa, la Pro-vincia di Brindisi si è impegnata a garantire unfinanziamento di 19.000 euro che coprirà buo-na parte delle spese, mentre, l’Amministrazio-ne Comunale di Carovigno, patrocinerà l’ini-ziativa, facendosi carico delle spese di vitto deicorsisti e mettendo loro a disposizione stabilicomunali dislocati nel territorio come alloggioe base logistica per le attività connesse, per tut-to il periodo dello scavo didattico, della duratadi 3 settimane, dal 10 al 30 giugno.Grazie all’attenzione e alla sensibilità dell’En-te Provincia di Brindisi, dell’AmministrazioneComunale di Carovigno e di alcuni Enti offer-tisi come sostenitori economici del progetto,questa iniziativa culturale importante potrà re-stituire all’incantevole insenatura di Santa Sa-bina il meritato risalto dal punto di vista stori-co, archeologico, ambientale e quindi di svi-luppo sostenibile.Per questo, in collaborazione con il Comune diCarovigno e con gli Enti, pubblici e privati,che sosterranno il Progetto, si creeranno occa-sioni ed eventi tesi a divulgare i risultati dellaricerca, sia per il periodo di scavo sia per i fu-turi mesi.

CARMELA IAIA

Chissà quante voltesiamo passati vicinoa quanto resta della

bellissima immagine di San-ta Elisabetta, senza notarnel’esistenza o senza valutarnelo stato di degrado o rima-nendovi indifferenti.Volutamente non voglio co-municare, ai lettori che nonlo conoscono, il luogo dovequesto dipinto giace abban-donato per destare in essiquel pizzico d’interesse inpiù .Volutamente, non voglio in-sistere nella ricerca delle re-sponsabilità nelle tante pro-blematiche irrisolte relativeal nostro patrimonio cultu-rale ed archeologico perchénon risolve il problema.Siamo responsabili un po’ tutti.Con forza voglio lanciare un appello alla popolazio-ne di Carovigno alla quale, benevolmente, rimpro-vero lo scarso attaccamento al proprio paese e la po-ca propensione ad esercitare il proprio diritto di cit-tadinanza attiva.Con forza voglio invitare il consiglio comunale,l’amministrazione comunale, l’assessorato alla cul-tura, le associazioni culturali, le parrocchie, ad esse-re più attente ai fenomeni di degrado che non pos-sono e non debbono più rimanere nell’indifferenzagenerale.Credo sia ormai inutile piangerci addosso con la-mentele, lagnanze, accuse generiche, fiumi di paro-

le inconcludenti.Quando si tratta di cose di facile soluzione ma digrande interesse generale, risvegliamo in noi la di-gnità e la forza di carovignesi doc.In considerazione che la foto pubblicata, concessa-mi da Antonio Carlucci, risale all’anno 2001, consi-derata l’urgenza dei lavori di recupero, invito i no-stri amministratori a destinare parte della loro in-dennità mensile, al finanziamento del restauro.Sarebbe un bel segnale!Salviamo questa Madonna e, sicuramente, ce nerenderà merito.

PINUCCIO CALÒ

Voglio ringraziare Pinuccio Calò per averposto la questione legata alla strada checollega Carovigno con Belvedere, perché

mi dà la possibilità di dichiarare che l’Ammini-strazione Provinciale, non solo si è posta il pro-blema della sicurezza di quella strada, ma ha so-prattutto operato scelte per risolvere il problemastesso.Ha, infatti. inserito nel Piano Provinciale delleopere pubbliche da realizzare entro il 2007, l’al-largamento della strada, impegnando la somma di150 mila euro.Non solo, ma qualche settimana fa, accompagna-ta dall’Assessore Provinciale Antonio Gennaro,ci siamo recati dal Sindaco per definire la Con-venzione.Il Sindaco ha manifestato la sua intenzione di rea-lizzare la pista ciclabile lungo la provinciale, uti-lizzando il finanziamento ottenuto dalla RegionePuglia.Volendo completare l’opera per renderla sicura, l’Amministrazione Provinciale ha deciso, allora, di uti-lizzare la somma stanziata per illuminare la strada da Carovigno a Belvedere.Ora sta al Sindaco avviare i lavori per la pista ciclabile; l’Amministrazione Provinciale ha già impegna-to nel bilancio la somma per installare tutti i pali occorrenti per l’illuminazione.Avremo, così, un’opera completa e sicura a servizio dei cittadini.

ROSETTA FUSCO(CAPOGRUPPO DS PROVINCIA DI BRINDISI)

Strada provinciale Carovigno-Belvedere,

parla l’Am m inistrazione Provinciale

Archeologia subacqueaper S anta S abina

Salviamo questa Madonna!!!

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Nel mio ambiente di lavoro, permeato digrande relazionalità e democrazia,spesso ci ritroviamo a dialogare su ar-

gomentazioni pertinenti alla gestione dellascuola cercando di trovare soluzioni alle varieproblematiche gestionali e formative.Ed è proprio in uno di questi momenti che il di-rigente scolastico professor Vincenzo Branca-si rivolgendosi ad un gruppo ristretto di inse-gnanti evidenziava la necessità di dare visibili-tà, attraverso un manufatto artistico ed una bio-grafia, alla persona alla quale la nostra scuolaè intitolata.Infatti, il nome di Francesco Lanzillotti com-pariva discretamente su una targa posta all’in-gresso della scuola. Gli alunni, i genitori ed ilpersonale stesso, conoscevano un nome chenon aveva né un volto, né una storia.Io stessa, mi sono chiesta come mai una talescelta fosse stata fatta, perché la scuola era sta-ta intitolata a Lanzillotti, che cosa aveva rap-presentato per il mondo della cultura o dellastoria carovignese questa persona?Sinceramente io ho avuto modo di conoscerloattraverso le descrizioni di mio padre, che puressendo suo grande avversario politico, lascia-va trapelare considerazioni positive riferite al-le sue doti morali ed etiche.Allo stesso tempo, si definiva, attraverso la voce del popolo, la fi-gura di un uomo burbero, inflessibile e di poche parole che non la-sciava spazio alle opinioni altrui.La sera del 19 marzo, dopo frenetici preparativi, finalmente la scuo-la Primaria del II Circolo Didattico di Carovigno, ha avuto modo diricordare e ripercorrere, attraverso la voce dei figli, l’operato del-l’insegnante e sindaco di Carovigno Francesco Lanzillotti.L’aula magna era gremita da numerosi alunni e genitori, personaledella scuola, insegnanti ed alunni che sono stati rispettivamente col-

leghi e discenti del professor Francesco ed autorità che hanno ascol-tato in rispettoso silenzio ed estrema attenzione i vari interventi.La personalità del professor Lanzillotti iniziava a delinearsi in unmosaico sempre più nitido nella sua veste di padre silenzioso, bur-bero e severo, allo stesso tempo attento e vigile educatore semprepresente soprattutto nelle grandi festività e nelle grandi occasioni.Nella sua veste di operatore della scuola come austera figura atten-ta a trasmettere i valori di umanità e senso civico ai suoi alunni.Nella sua veste politica, da alcuni definito “ fascista” , che però hasposato una donna ebrea, Gabriella Morpurgo, militante nellalotta contro il nazismo che l’ha vista partigiana per due anni in Ser-

bia e Montenegro.Lanzillotti sindaco: impenetrabile, impassibile, sem-pre fedele ai suoi ideali e coerente alle sue promesse.L’intervento che particolarmente vorrei mettere in ri-salto è stato quello del compagno Salvatore Locoro-tondo, grande militante del Partito Comunista Italia-no, per decenni, ed attuale attivo sostenitore dei De-mocratici di Sinistra.Locorotondo ricordava la figura di Lanzillotti sinda-co, quando lui stesso era all’opposizione, gli ricono-sceva le grandi doti morali e la perseveranza nel rag-giungimenti degli obiettivi.I grandi valori che lo caratterizzavano esprimevanouna politica fondata sulle ideologie che non lasciavaspazio agli interessi personali, ma che era risponden-te alle necessità di crescita culturale ed economica delnostro paese.Locorotondo concludeva dicendo che nonostante lediatribe che spesso portavano a scontri causati da di-vergenti punti di vista, alla fine della giornata non di-menticava mai di passare a salutare rispettosamente ilsindaco Francesco Lanzillotti. Trapela da questa affermazione il grande rispetto cheincuteva nelle vesti di sindaco il Lanzillotti anche incoloro che si discostavano per colori politici, ma checondividevano con lui le grandi finalità operative vol-te al miglioramento del paese e dei suoi cittadini.

Al termine della manifestazione è stato scoperto un mosaico sulquale è rappresentato il Sindaco Francesco Lanzillotti nel giornodell’inaugurazione del plesso di scuola primaria che successiva-mente è stata intitolata a suo nome.Un particolare ringraziamento è rivolto al Dirigente Scolasticoprofessor Vincenzo Brancasi, uomo di grande sensibilità e digrande cultura che ha permesso sia alla nostra scuola, sia alla per-sona alla quale la stessa è intitolata di ritrovare la meritata identitàed onorificenza.

MICHELA LOTTI

19 marzo 2007... 2° CIRCOLO DIDATTICO DI CAROVIGNOProf. FRANCESCO LANZILLOTTI, UN NOME ED UNA IDENTITÀ RISCOPERTA

Ormai i carovignesi si sono abituati allenovità di Pasqua per quel che concerne laloro antica tradizione legata al culto del-

la Madonna di Belvedere.Un anno si abolisce l’asta con la quale un devo-

to o un gruppo di devoti si aggiudicava il privile-gio di portare in spalla la statua della Madonna;un altro anno si abolisce la secolare tradizionedella “ vaccaredda” ; quest’anno si diffonde tra lagente la notizia che la processione del Lunedì di

Pasqua non si farà piùper lasciare il posto al-la vera tradizione checonsisteva nel portarein giro il solo quadrodella Vergine di Bel-vedere dal Santuario aLei dedicato, fino alCalvario dove, credo,seguisse, nelle inten-zioni, la “ battituradella nzegna” , fortu-natamente non ancoramessa in discussione.Pare che poi l’allarmesia rientrato e che laprocessione si svolge-rà secondo tradizione.In tutto questo, misembra di percepire

l’ardita volontà di stabilire quali siano le tradizio-ni da abolire e quali quelle da resuscitare.Non voglio insegnare niente a nessuno quandodico che tradizioni vanno accettate per quelle chesono, per come ci sono state tramandate, per co-me si sono consolidate nel tempo e per quello chehanno rappresentato per un popolo che, in esse,ha perpetuato le proprie radici, la propria storia.Se vista con gli occhi di oggi l’asta può prefigu-rarsi quale mercimonio del sacro, la vaccareddapuò assimilarsi ai riti pagani, ma non possiamotrascurare che, per secoli, questo animale venivaindicato dai nostri avi come “ la vaccaredda di laMadonna” e l’asta, fino a non molto tempo fa, sibasava sull’offerta di grano che doveva poi servi-re alle parrocchie per sfamare i tanti poveri diqueste povere comunità.E allora, non logoriamoci in contrapposizioniinutili, non disperdiamoci in tentativi di re inven-tare tradizioni o modificarle a seconda dei tempio delle esigenze di qualcuno perché la nostra Pa-squa, la Pasqua dei carovignesi è bella così ed, aquesto proposito, voglio citare una risposta aduna domanda che rivolsi ad una bambina in occa-sione della “ battitura della nzegna” del martedì

di Pasqua del 2002.Le chiesi: Bambina, che cosa è per te la “ nze-gna” ?Mi rispose: È felicità!Buona Pasqua.

PINUCCIO CALÒ

Processione…no, non so, si, si... ma!!!

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Giornata primaverile. I bambini accuditi dalle loro mamme odagli affettuosi nonni si divertono a rincorrersi nei pochimetri quadri del piccolo parco giochi della “ villa vecchia”

(come si è abituati a chiamarla!).Salgono sullo scivolo, si dondolano sulla piccola altalena sognantidi galoppare chissà quale simpatico e colorato destriero; giranocontenti sulla giostrina…Trascorrono qualche ora in allegria.Ora purtroppo quel parco giochi è completamente distrutto.Perché?Non si sa.Opera di vandali, di teppisti; forse solo di ragazzini annoiati che,non riuscendo a divertirsi in nessun modo, lo fanno distruggendotutto ciò che hanno davanti.Ma in che razza di mondo viviamo?Cosa succede?Ci lamentiamo tanto del nostro paese, vogliamo che sia diverso, cheoffra qualcosa, che riesca ad evolversi e poi, distruggiamo ancheciò che di più tenero e infantile esiste?È una vergogna.Pur essendo piccolo, a volte sporco e poco illuminato, era una del-le poche forme di divertimento all’aperto del nostro paese…Ora, che faranno i bambini?Bisognerebbe chiederlo a quei distruttori dei sogni e dei diverti-menti.

MARIA ANTONIETTA GRECO

C’era una volta il parco giochi...

Storia di ordinaria devastazioneQueste cartoline dell’inciviltà si aggiungono a quelle che abbia-mo pubblicato sul numero di Francamente di novembre 2006. Adistanza di pochi mesi assistiamo al ripetersi di atti di vandali-smo e violenza che di fatto stanno distruggendo il nostro patri-monio. Questo parco divertimenti ora non c’è più !!!È ora di chiedersi cosa stia succedendo. È ora che chi ha il com-pito di educare i nostri giovani lo faccia e lo faccia in fretta!!!Questa situazione non è più tollerabile…

MARIO CICORIO

Lo scivolo dei bambini con il passamano divelto

Il passamano dello scivolo gettato nell’erba

Il dondolo spezzato in due

Il cestino dei rifiuti sradicato dalla sua base di cemento

Illaboratorio di teatro del Centro Diurno“ Coop Pegaso” dell’Unità Operativa Psi-chiatrica di Carovigno è attivo dal 2000 e

prevede la preparazione di spettacoli che, succes-sivamente, vengono presentati al pubblico.In questi anni, utenti ed operatori sono stati impe-gnati in lavori come: QUESTI FANTASMI com-media di E. De Filippo; NATALE IN CASA CU-PIELLO commedia di E. De Filippo.Il terzo appuntamento è con SOGNO DI UNANOTTE DI MEZZA SBORNIACommedia in tre atti di E. De Filippo.Utenti ed operatori si affiancano sia durante la fa-se di preparazione (vale a dire nell’allestimentodelle scenografie, nel recuperare tutto ciò che ne-cessita alla realizzazione della scena) che in quel-la di presentazione al pubblico, coordinati daAlessandra Cisternino, educatrice del CentroDiurno.Gli attori, attraverso la recitazione, lavorano sulcorpo, sullo sviluppo della caratterizzazione e suiruoli, impegnando le proprie abilità linguistiche ecreative.L’esperienza del teatro dimostra, come il proble-

ma della persona disabile, o dichi vive in una particolare si-tuazione di disagio, non esclu-de la possibilità di esprimerele proprie doti.Attraverso tale attività, infatti,è stato possibile saggiare l’in-nata capacità interpretativa diqueste persone che, una voltasul palcoscenico, riescono asorprendere e a divertire ilpubblico, o almeno si spera.Questo esperimento ha dato lapossibilità a noi educatori pri-ma ed agli stessi “ ragazzi” do-po, di metterci alla prova nelrapporto con l’esterno, dettatodalla voglia di dimostrare a sé stessi e agli altri lacapacità di esprimere la propria voglia di sentirsi“ normali” , trovando riscontro nelle scolarescheche hanno partecipato con entusiasmo e trasportoagli incontri programmati appositamente per lo-ro.Gli attori impegnati in questo lavoro sono:

Landolfo Donatello (medico1), Ligorio Vincenzo (medi-co 2), Giovanni Epifani(Sciuscella), Pinuccio Vacca(cameriere), Maria TeresaVacca (cameriera), ElioGiarrusso (Jack), Licia Bar-letta (Rosina), Vito Termite(Arturo), Concetta Loscalzo(Filomena), Giuseppe Orlan-dino (Pasquale), AlexandraCalò (Carolina), Monika Se-meraro (Gina), Regia Ales-sandra Cisternino con la col-laborazione nelle scene, neicostumi, nelle musiche enella messa in scena di tutti

gli educatori del Centro Diurno “ Coop. Pegaso” .Elemento conduttore per la buona riuscita nonsolo dello spettacolo teatrale, ma anche per tuttele attività di riabilitazione, sostegno ed assistenzaagli utenti psichiatrici è la passione degli opera-tori Rino, Monika, Alexandra, Gabriella, Enzo,Adele, Vittorio e Rosa, oltre all’impegno, al qua-

le gli stessi, sono chiamati come educatori.

La commedia “Sogno di una notte di mezzasbornia” di Eduardo De Filippo tratta di un po-vero uomo creduto pazzo da tutta la famiglia“ Grifone” a causa di un sogno che lo tormenta. Pasquale sogna Dante Alighieri che gli rivela deinumeri presagio di ricchezza e nel contempo pro-fezia della sua morte, perché i numeri segnano ladata della sua morte: 8-13-52-90. Pasquale, presodalla smania, spende gli ultimi risparmi della mo-glie per giocarseli al banco lotto. Arriva la vitto-ria, per la famiglia di Pasquale è una gioia im-mensa, finalmente sono ricchi, invece, per il po-vero uomo è l’inizio di un’attesa estenuante del-la morte. La sua famiglia, tuttavia, sembra noncapire la disperazione di Pasquale e continua avivere come se niente dovesse succedere, comese Pasquale fosse in preda ad un delirio che colpassare del tempo, non fa altro che rovinare l’ar-monia che la ricchezza improvvisa ha creato infamiglia.

ALESSANDRA CISTERNINORINO TATEO

Centro D iu rno “Coop . P eg a so ” : il tea tro d i E d u a rd o e la vo g lia d i d im o stra re...

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Treno Roma – Brindisi. Una decina di gior-ni fà mi accingevo a ritornare da Romacon due amici dopo aver assistito ad un

bellissimo incontro nella biblioteca G. Spadolinidel Senato del Senato Repubblica dedicato allastoria delle donne italiane. Incontro, all’internodel quale, merita qui ricordare, la dott. ssa EmiliaSarogni (già ospite delle Acli nello scorso ottobrea Carovigno per la presentazione del suo libro suSalvatore Morelli) ha ancora una volta entusia-smato le Rotariane italiane organizzatrici del-l’evento culturale parlando della figura del nostroMorelli, il deputato risorgimentale che dobbiamoconsiderare come il padre dei diritti di noi donneitaliane.Ma all’entusiasmo e alla passione vissuti per lapartecipazione all’incontro sopra descritto se n’èaggiunto un altro salendo sul treno per il ritorno...Un incontro davvero inaspettato: mi ritrovo difronte ad una mia vecchia amica di liceo; l’infa-ticabile architetto Ilaria Pecoraio la quale mi dàsubito la notizia dell’imminente riapertura dei lo-cali della cripta della Chiesa Nuova .Una granbella notizia per la vita religiosa e anche socialedel paese, senza contare che la direzione dei la-vori è proprio nelle mani della mia giovane ami-ca. E allora, dopo le piroette e gli abbracci perl’inaspettata visione, scatta di dovere l’intervista! E allora, dott.ssa Pecoraro, come è iniziataquesta tua nuova esperienza di lavoro?A dire il vero l’idea del restauro nasce dall’ini-ziativa di Don Claudio ma anche dall’assessoreBarella mentre il caso ha voluto che io avessimandato un mio curriculum al vostro comuneproponendomi sulla base delle mie esperienze ecompetenze. Eravamo nel febb. del 2004 e, comedicevamo all’inizio, all’idea iniziale si associanole personalità dell’Arciprete Calò, dello stessoVescovo Talucci ma anche del vostro SindacoZizza. E’ grazie al ben volere ed alla sinergia di

queste persone che poi si è deciso di vagliare ilmio curriculum e di affidarmi i lavori.Bene.. ma qual è la tua specializzazione?Io sono specialista in restauro dei monumenti ar-chitettonici ed attualmente insegno all’Universi-tà La Sapienza di Roma al corso di “ storia delletecniche costruttive” .Mi illustri il tuo progetto? E soprattutto qualisono le idee in merito all’uso futuro dei locali?Si parte dal restauro degli ambienti ipogei dellacripta della Chiesa , realizzati per la prima voltanell’ottobre del 1800. Ti ricordo, a tal proposito,che questo mio lavoro l’ho riassunto in un libro:“ il progetto di restauro della cripta della Chiesanuova” . Tornando a noi, il progetto mira allaconservazione della preesistenza monumentaleed al contempo al recupero funzionale di spazigrandi e salubri. Le scelte progettuali sono ma-turate contemperando le esigenze della puraconservazione con quelle protese ad un uso diquesto bene. Nello specifico, l’intervento risco-pre nella sua complessità l’organismo architetto-nico che deve essere accessibile e fruibile da par-te di tutti anche nei suoi spazi ipogei . E’in que-sto modo che si potranno vivere questi grandiambienti per la vita parrocchiale e della comuni-tà.Ci spieghi meglio la tua idea in merito allaconcezione ed all’uso dei locali?In virtù del particolare impianto tipologico delmonumento, il progetto di restauro individual’asse principale e mediano a cui si accede me-diante una porta di pietra . Quest’asse, in legge-ra pendenza, consente a chiunque di raggiunge-re agevolmente tutti gli ambienti della cripta , di-stribuiti sulla destra e sulla sinistra della doppianavata centrale in fondo alla quale si ritrova unpieno in asse: il pilone ottagonale della sala ca-pitolare.Architetto, perdona la mia ignoranza in mate-

ria, ci vuoi spiegare con parole più nostre?Nella spazialità delle architetture si ha un pienoin asse ogniqualvolta l’asse geometrico medianorisulta occupato da una colonna. Nella criptaquesta colonna offre un valore estetico – formalemolto incisivo. Sia per la dimensione che perl’importante funzione statica. Infatti, il pilone ot-tagonale sorregge in forma scenografica la voltaad ombrello della sala capitolare. Nel nostro pro-getto, si cerca di valorizzare questo elemento ar-chitettonico con l’ausilio di scelte progettuali chene sottolineano la scenografica posizione del pi-lone , traducendolo in vero e proprio fulcro intor-no al quale si potranno svolgere le future attivitàculturali e religiose che si auspica possano pren-dere corpo. E’ per questo che il progetto dotaquesti ambienti di molteplici sevizi considerandoanche quelli igienici e discretezza lo spazio inampie sale separate da infissi a tutta altezza se-mitrasparenti.Da quel che mi dici, quindi, possiamo dedurreche la Cripta potrà essere un luogo dove la co-munità potrà vivere e partecipare i diversimomenti della sua vita religiosa e sociale?L’idea principale mira a far vivere con continui-tà e in maniera versatile tutti gli ambienti. Pertale motivo trovano ragione d’essere le nuoveaperture ricavate nelle sezioni murali, lì dove lastruttura originaria l’ha permesso, garantendotra l’altro l’immissione di luce e aria.E’ la concezione di un progetto di restauro il qua-le deve riconoscere il monumento e l’opera inquanto tale, in cui le istanze storiche ed estetichedevono convivere felicemente con le esigenzepratiche e funzionali della vita di comunità che siintende svolgere.Dovete sapere, infatti, che l’opera per conven-zione tra Comune e Chiesa il primo ha la dispo-nibilità all’uso dei locali per 15 anni ed in parti-colare per 30 giorni l’anno destinati per 30 gior-

ni a momenti culturali e sociali che lo permetta-no.Un’idea davvero positiva e costruttiva per lavita sociale della nostra città , visto che i loca-li in tal senso sono molto pochi….Certo!… e a tal proposito voglio augurarmi e di-re alla vostra bella città che essa possa da subi-to vivere questo organismo. E’ necessario, però,che di esso se ne prenda cura perché si tratta diun bene che appartiene a tutti e il cui futuro saràtanto più assicurato quanto più sarà utilizzato.Ti ringrazio a nome di tutti. Anzi dobbiamoanche noi farti gli auguri per l’opera che vi ap-prestate a farci rivivere: vi ritenete soddisfat-ta di questo lavoro? E soprattutto a quando siprevede l’inaugurazione e la riapertura dellacripta?L’inaugurazione è prevista subito dopo le festaPasquali conoscendo l’importanza e la devozio-ne dei Carovignesi per la Santa Pasqua e per i fe-steggiamenti in onore della Madonna di Belvede-re. Quanto ai lavori eseguiti, mi ritengo moltosoddisfatta del risultato ottenuto e del modo incui si è operato. Ci è costata la fatica di tre annidi lavoro continuo e giornaliero. La mia piùgrande soddisfazione scaturisce dalla sicurezzache ogni scelta compiuta in questi ambienti è ilfrutto di una profonda critica in atto, maturata inseno al dialogo con una committenza illuminata,di un’amministrazione attenta ai problemi dellacomunità, della competenza della ditta e non daultimo del lavoro entusiasta delle stagiste e dellelaureande operanti in cantiere.Conoscendoti, credo che ad essere molto soddi-sfatti e grati per questo tuo lavoro saremo noi cit-tadini di Carovigno , così come ancora una voltacolgo la tua sensibilità verso il bene collettivo… .Ancora un grazie Ilaria per l’impegno profuso eUN AUGURIO per i tuoi lavori futuri!

PRIMAROSA SAPONARO

“ Carovigno è sulla grande line Adriatica a 28 chilometri daBrindisi.A ponente si insinua la fantastica zona dei trulli; in alto sfug-ge Ostuni, candida come una rocca di alabastro; a levante ilmare si allontana e si nasconde tra la folta vegetazione, ma lasua presenza si avverte ugualmente.Siamo già nel tallone d’Italia, in quell’ardita penisola nellapenisola che si protende verso i lidi ellenici, ponte di congiun-zione tra le due più grandi civiltà del mondo.Dalla stazione si sale tra gli ulivi e dopo dieci minuti si giun-ge all’imbocco di una via cittadina che si allarga fino a for-mare una piazza; ai lati precipitano scoscese strade a gradi-ni fiancheggiate da fabbricati bassi intermezzati da muriccio-li.Tutte le case terminano con terrazzi; non pesantore di tetti,non ombre di grondaie e, dappertutto, un candore immacola-to che abbaglia la vista.Se non fossero i prepotenti raggi del sole che vengono giù daun cielo impeccabile, si crederebbe di stare sotto la neve.La mano dell’imbianchino in queste contrade passa periodi-camente e inesorabilmente su tutto, togliendo ogni chiaroscu-ro, eguagliando le facciate di bella cortina perfettamente

squadrata, gli infissi, le scale, i pianerottoli, i balconi, i par-ticolari architettonici, tutt’altro che dispregevoli, ricavati conarte sulla pietra tenera.La campagna che l’attornia domanda un lavoro pesante, fati-coso, ma lento.Gli ulivi, che giungono a proporzioni gigantesche fino a ri-chiedere la costruzione di robuste colonne in muratura a so-stegno dei possenti rami; i mandorli che in febbraio trasfor-mano i declivi e le grandi pianure fino al mare in giardini fio-riti; le ortaglie e le vigne che si allineano rigogliose per chi-lometri; i grandi greggi che punteggiano le praterie vellutate.Qui, durante il giorno, la gente è fuori per le campagne; unleggero odore di sanse denuncia la presenza di qualche moli-no da olio che attende l’epoca del raccolto; sulle soglie dellemodeste casette si aggruppano colossali anfore di terracotta,di perfetta ed elegante fattura, nelle quali un uomo in piedipotrebbe starci comodamente.Le ragazze che vanno ad attingere l’acqua portano anch’esseanfore di classica foggia, ergendole sulle spalle o contro ilfianco come nei quadri biblici.I superbi vasi appuli, celebri un tempo da Atene a Roma, vi-vono qui da oltre venti secoli nell’incorrotta linea primitiva.Essi ci riallacciano a ciò che invece non vive più, alla super-ba e possente città di Carbina i cui resti sono sepolti da 2500anni sotto queste vie silenziose.”

L’ARCHITETTO ILARIA PECORARO ED IL RESTAURO DELLA CRIPTA DELLA CHIESA N UOV A. L’IN CON TRO E... L’IN TERV ISTA

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Amministratore unicoSalvatore GRECO

Memorie di una bellezza dimenticata

Inun libro scritto da Armando Comez dal titolo “ Le stoffe di Ca-rovigno” edito da Tipografia Universale – Roma nel 1932, hotrovato una descrizione della nostra città, come si presentava agli

occhi dell’autore, ed ho pensato di fare cosa gradita ai carovignesi ripor-tarne alcuni passi.

PINUCCIO CALÒ

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francam e nte

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Chiesa di Santa Maria del Soccorso in Ca-rovigno: dopo un lunghissimo tempo intotale stato di abbandono, la seguente la-

pide commemorativa ne suggella la ripresa del-l’attività pastorale:

Anche se sono trascorsi molti anni, il tempo parenon sia passato: sembrano di ieri i ricordi di quel-le esperienze vissute all’ombra della chiesettadella Madonna del Soccorso. Un piccolo ma im-portante luogo di culto che ha visto gli albori nellontano 1588, quando fu costruita dai Monaci Car-melitani con l’annesso convento. La sua storia re-cente inizia con Don Antonio Termite di San Vitodei Normanni, per continuare poi con Don Agosti-no Nobile che per un anno (1962–63) seppe dareun grande esempio di vita cristiana alla nascentecomunità; dopo di lui Don Francesco Satriano fi-no all’arrivo di Don Cosimo Legrottaglie di Ostu-ni che nel 1967 fu nominato, da Mons. Orazio Se-meraro, rettore della Chiesa in questione. Comincia una nuova era. La piccola chiesa viveil suo momento magico per il modo in cui DonCosimo ha saputo dare un grande impulso orga-nizzativo di vita cristiana nell’ambito di quellaesperienza pre-parrocchiale, dato che all’epoca aCarovigno vi era solo la Parrocchia della ChiesaMadre, guidata dall’alta e carismatica figura del-l’Arciprete Don Angelo Massaro.Gli anni di quella gestione sono stati molto signi-ficativi, specialmente per i giovani che egli sape-va radunare intorno a sé impegnandoli in moltisettori, sia sociali che sportivi.Nel raccontare questa storia, posso dire che si èrafforzata in quel contesto la grande amicizia dilunga data e che ancora oggi mi lega a Don Cosi-mo, che considero un mio grande maestro di vitae a cui va sempre la mia profonda stima, insiemea quella di tutta la mia famiglia.Con Don Cosimo ha subito inizio un rapporto difiducia con tutti i cittadini e i fedeli del cosiddet-to “ Rione Pacifico” , diventandone ben presto unsostanziale punto di riferimento. Egli riesce a or-ganizzare la vita della futura Parrocchia congrande semplicità e amore pastorale, tanto chetutti sentono il dovere di collaborare alla vita at-tiva della Chiesa del Soccorso.La sua opera incessante e costante, indusse il Ve-scovo Mons. Semeraro a porre le basi per la futu-ra Parrocchia, facendola diventare succursale conle annesse delimitazioni territoriali, dando così aDon Cosimo una certa autonomia di gestione.Fra le tante cose in programma per far risplende-re quella piccola comunità parrocchiale, si ravvi-sò la necessità di provvedere con la massima ur-genza alla ristrutturazione della chiesetta. Perl’occasione Don Cosimo, raccolti i dovuti fondi,diede l’incarico ad un grande maestro e nostro co-mune amico il pittore Prof. Meco Paride Spadone.I lavori iniziarono nel 1968, e proprio grazie alProf. Spadone si deve la scoperta dell’affresco

della Madonna con il Bambino, in puro stile bi-zantino, sito nella nicchia posta nell’architravedella porta d’ingresso della chiesa; il maestro eb-be cura di ripulirlo accuratamente dalla calce, daintonaci e da accumuli di varia natura dovute adintemperie riportandolo al giusto splendore, perpoi proteggere la nicchia con una lastra di vetro.I lavori all’interno della chiesa procedono fino aquando non si verifica un inaspettato intoppo: idue operai che avevano il compito di dipingerlacon i colori appositamente preparati dal Prof.Spadone, di punto in bianco abbandonarono i la-vori senza fornire alcuna spiegazione.Vi lascio immaginare lo sconforto di Don Cosimoe di tutti i fedeli. Non era possibile in quelle con-dizioni completare i lavori per la data stabilita.A questo punto credo sia giusto affermare chel’amicizia ha il suo peso proprio nel momento delbisogno. Senza pensarci due volte dissi a DonCosimo ed al Prof. Spadone che mi offrivo perfare i lavori di pitturazione della Chiesa e chel’avrei finita per la data in programma. La loroincredulità era tanta: era rimasto poco tempo e illavoro da fare era tanto. Li rassicurai che cel’avrei fatta.Bastava soltanto che ci fosse qualcuno a spostareall’occorenza il castelletto che era abbastanza al-to per arrivare alla volta e, per fare questo, si of-frì il sacrestano, un vecchietto smilzo e simpaticotutto pepe.Senza perdere tempo, la mattina successiva al-l’alba con l’amico sacrestano si iniziano i lavoridi pitturazione che proseguono ininterrotti, lavo-rando anche la notte, sino all’alba del giorno suc-cessivo. All’arrivo di don Cosimo e del Professo-re il lavoro era completamente terminato. Lachiesa si presentò ai loro occhi increduli in unaveste completamente nuova.La gioia fu tanta che il Prof. Spadone preso dal-l’entusiasmo ebbe una vena artistica geniale: condei particolari gessetti disegnò e dipinse, sottoogni archetto della volta la raffigurazione dei Mi-steri del Rosario. Ne venne fuori un bellissimocapolavoro che tutti ammirarono con grande ap-prezzamento e commozione.I tempi furono rispettati. Le donne della parroc-chia si diedero da fare a pulire ed addobbare lachiesa per la cerimonia inaugurale della domeni-ca, alla presenza delle autorità civili e religiose.Un grande traguardo era stato raggiunto. Solo cheal momento della cerimonia stessa, io non ero pre-sente. Non avevo prestato la mia opera per racco-gliere i frutti del trionfo: il mio fu e voleva essereun piccolo e semplice gesto di aiuto affinché quel-la piccola grande Chiesa potesse continuare, nelmigliore dei modi, la sua opera pastorale.Nello stesso momento della inaugurazione, valela pena di ricordare, io stavo con i miei amici acurare l’organizzazione del nascente gruppoSbandieratori “ Nzegna” . E proprio quest’anno, inoccasione del quarantennale, ne racconto la storiadella sua nascita che verrà pubblicata sul numeroannuale del giornale “ LA NZEGNA” .Ma torniamo alla storia di Santa Maria del Soc-corso. Dopo quell’avvenimento, la chiesa ripresela sua attività con grande fermento. Le tante coseche erano in programma furono attuate con meti-colosa attenzione ed organizzazione, Si comin-

ciarono, tra l’altro, a costituire i primi gruppi diAzione Cattolica per tutte le età.Il tutto durò fino al 1976, l’anno in cui Don Co-simo fu nominato Parroco della Chiesa dei SS.Medici Cosma e Damiano di Ostuni.Ci fu una grandissima cerimonia e tutti i parroc-chiani accorsero a salutare il loro caro ed amatis-simo Parroco, che nel cuore dei carovignesi hasaputo lasciare una traccia indelebile del suo ope-rato. Certo, non andava molto lontano: solo a seichilometri di distanza, ma il vuoto lasciato era in-colmabile.In seguito la Chiesa del Soccorso fu affidata algiovanissimo Sacerdote Don Aldo Tateo di Caro-vigno, che divenne parroco nel 1977, anno in cuila Chiesa del Soccorso divenne la prima parroc-chia dopo la Chiesa Madre, sulle basi del prece-dente impegno con il territorio già delimitato, chepoi ebbe la sua parte culminante e relativa rettifi-ca dopo la morte dell’Arciprete Don Angelo Mas-saro, per la decisione presa dall’Arcivescono DonSettimio Todisco di dotare Carovigno di tre Par-rocchie (La Chiesa Madre, San Pietro e la Madon-na del Soccorso: a causa di alcune problematicheche nacquero a livello ecclesiastico locale, di que-sta storia ne parleremo in un altro momento).Don Aldo Tateo, continuò l’opera pastorale diDon Cosimo con grande entusiasmo, si rinnova-rono i gruppi di collaboratori, vide crescere nuo-vi ragazzi all’ombra della nuova organizzazioneche diedero vita a nuove iniziative e consolidaro-no l’impegno di vita della Parrocchia stessa.Ma c’è un piccolo rammarico, in tutta questa sto-ria, pur riconoscendo le capacità organizzative diDon Aldo e la sua splendita opera pastorale, nonposso sottacere che ha fatto scomparire i piccolicapolavori fatti qualche anno prima dal Prof.Spadone raffiguranti “ I Misteri del Rosario” diineguagliabile bellezza e finezza artistica. Un er-rore che ritengo imperdonabile.Ma tanto si sa, a Carovigno la sensibilità artistica,per tradizione, manca del tutto (vedi l’affresco del-l’ultima cena completamente sfregiato in una dellestanze a piano terra del Palazzo di Città ed ora ab-bandonato a se stesso e orrendamente nascosto).

Ma in compenso, Don Aldo ha le doti della fatti-bilità e della organizzazione, è proprio grazie alsuo intervento ed impegno insieme a tutti i suoicollaboratori, che è stata costruita la nuova Chie-sa della Madonna del Soccorso. Ma Don Aldonon ha avuto la soddisfazione di poterla comple-tare personalmente a causa del suo trasferimentoa San Vito dei Normanni per disposizione del Ve-scovo Mons. Rocco Talucci, trasferimento nonmolto gradito dai Parrocchiani del “ Soccorso”che ha lasciato tutti increduli e perplessi.Certamente nessuno di noi credenti si permette dicontestare la volontà del Vescovo, come è anchevero che la fede non è fatta di nomi, la fede vavissuta con dignità e semplicità e possibilmentein anonimato senza sfoggio di protagonismo.Però, non si può non tener conto dell’affetto chei Parrocchiani riversano verso il loro Parroco chelo vedono soprattutto come punto di riferimento,il loro confidente, il loro amico e consigliere,quindi se cambiamenti ci devono essere, è giustoche gli stessi vengano preparati per tempo dando-ne una giusta motivazione, perché anche i fedelihanno il diritto di sapere, non a caso sono essil’anima che tengono in vita la Chiesa.A volte tutti i tipi di imposizioni e di cambiamen-ti drastici, salvo eventi naturali, non sempre gio-cano a favore di chi li attua, perché non lasciapossibilità di dialogo.Per questo penso, che il nostro Arcivescovo suquesto debba fare una seria riflessione.Perché, come dice il Cardinale Carlo Maria Mar-tini: “ la fede non si comanda, si dialoga” . E ildialogo è una cosa molto difficile, specie nel no-stro ambiente.Intanto, il compito di finire la Chiesa, è stato por-tato a termine dall’attuale parroco Don Vito Vitadi San Vito dei Normanni, anche se rimane anco-ra molto da fare per completare l’opera in tutta lasua pertinenza, con l’augurio, come spesso acca-de, che non venga giocato il ruolo di protagoni-smo individuale sottraendo alla comunità interala possibilità di rendersi essa stessa protagonistaanonima di una storia di fede.

GIULIANO MARTINI

In soccorso della Chiesa del SoccorsoAlcuni ricordi sull’attività pastorale di un importante luogo di culto a Carovigno

"Il Lunedì di Pasqua del 1961 dopo lunghianni di abbandono la Chiesa del Soccorsocattedra di verità e di vita per iniziativa e cu-ra di Antonio Perrino ed altri benemeriti cit-tadini veniva aperta al culto esultante il po-polo di Carovigno"

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Il17 e 18 marzo 2007 si è tenuto, al CastelloDentice di Frasso, il IV Congresso di circolodei DS di Carovigno.

Il Congresso ci ha visti impegnati in una grande de-cisione: il FUTURO DEL NOSTRO PARTITO.Un partito che necessita di cambiamenti, di svolte,per andare di pari passo con la società che cambia aritmi vertiginosi; per essere in grado di ascoltare ciòche il popolo chiede per le nuove generazioni. IlPartito Democratico è oggi il nostro obiettivo. Infat-ti, dopo il “ lungimirante” governo delle destre,l’Italia appare fiaccata, i giovani non possono pro-grammare il proprio futuro, l’economia è debole esolo i furbi vanno avanti. Così, dopo 5 anni deva-stanti, gli elettori ci hanno dato la loro fiducia .Adesso, il problema siamo noi che, ormai condizio-nati da una cultura d’opposizione, non riusciamo adaccordarci, ad andare avanti per il bene del Paese efavorendo, in tal modo, l’ascesa della nuova destraitaliana. La prima cosa da comprendere è che, oggi,noi siamo al Governo, perciò dobbiamo rimanereuniti e tenendo ben a mente il principio pacta suntservanda.A tal proposito, nel Congresso abbiamo votato SI’al rinnovamento e al Partito Democratico.Non potremo mai dimenticare le radici del nostropartito. I valori del socialismo sono uno straordina-rio patrimonio da custodire gelosamente, ma è im-pensabile convincersi che la storia sia immutevolenel tempo. Lo sconvolgimento repentino dei princi-pi del ‘900, sui quali si sono consolidate le maggio-ri forze politiche, ha disorientato il Paese. Abbiamobisogno di un nuovo soggetto politico, “ un partitopopolare con radici profonde, strutturato e diffusonel territorio, forte di centinaia di migliaia di ade-renti, moderno, democratico, capace di aprirsi aglielettori” così come lo definisce il segretario nazio-nale Piero Fassino.Noi giovani della Sinistra Giovanile vogliamo esse-re parte costituente di questo processo poiché anchele nuove generazioni hanno il diritto di costruire ilfuturo. Siamo convinti che mediante il PD tutto po-

trà cambiare anche nella nostra città! Riteniamo cheCarovigno, ormai speculare al “ berlusconismo” de-gli ultimi anni, abbia bisogno di voltare pagina, dicostruire una propria grande storia.A un passo dalle nuove elezioni amministrative, as-sicuro al nuovo segretario DS Mario Cicorio (alquale auguro buon lavoro) la massima vicinanzadella SG affinché, attraverso la collaborazione tral’esperienza dei DS e l’entusiasmo dei nostri giova-ni, il sogno si avveri.

FERERICA LANZILOTTISEGRETARIO SINISTRA GIOVANILE

L’ENTUSIASMO DELLA SINISTRA GIOVANILE

A SERVIZIO DEL PARTITO DEMOCRATICO

Esiamo in dirittura d’arrivo, a un mesedalla fine di questo lungo e faticosocampionato di serie “ D” maschile, tut-

to deve ancora decidersi sia per la lotta in zo-na play-off, sia per quella in zona play-out. Lenostre due formazioni locali sono ancora im-pegnate in una lotta aspra con le avversarie, la“ New Basket” per giocarsi le sue ultime pos-sibilità di catturare il quarto posto in classifi-ca, ultimo posto a disposizione per entrarenella bagarre dei play-off per la promozione inC2. La “ Pallacanestro” per tirarsi fuori dallazona dei play-out, spareggi per non retrocede-re in promozione. Nell’ultimo mese si sono unpo’ invertite le rotte dei nostri team. Appanna-mento pericoloso e forse decisivo per la “ NewBasket” dei presidenti Magli e Carlucci. Duevittorie stentate contro Casarano e Cisterni-no, due team di bassa classifica, ma altrettan-te sconfitte negli scontri diretti con Castella-neta e Nardò. Quella con il Castellaneta addi-rittura in casa.Sembra ormai essere una costante, quest’an-no, per questa squadra fallire gli appuntamen-ti importanti, proprio nelle partite decisivedella stagione. Era successo nel girone di an-data con le sconfitte in casa contro Lecce eFasano, due squadre contro cui si sta lottandoper il quarto posto. Ed era successo dopo levacanze di Natale nei due passi falsi consecu-tivi di Manduria e Taranto, due squadre co-munque di mediobassa classifica. Adesso tut-te le speranze sono riposte nello scontro deci-sivo che si giocherà Domenica 15 Aprile aBrindisi contro Quelli che…, squadra attestatain questo momento al quarto posto solitario inclassifica, due punti sopra la “ New Basket”Carovigno. Chiaramente imperativo d’obbli-

go è vincere quella partita oppure dire addio aisogni di disputare i play-off. Un in bocca al lu-po da parte di tutti gli addetti ai lavori. So be-nissimo che essendoci due squadre, la tifose-ria o comunque l’opinione pubblica dovrebbeessere divisa in due fazioni (a proposito diquesto vi rimando sull’articolo che uscirà do-po la fine del campionato), tirando le sommecomunque credo che sia interesse di tutti, peril bene del paese e del movimento cestistico,veder giocare una partita di play-off per lapromozione in C2 nel nostro palazzetto dellosport.Chiuso il discorso “ New Basket”, passiamoora a parlare della “Pallacanestro”. È statoun mese esaltante per il team del presidenteCozzolino. Tre vittorie su quattro partite gio-cate e zona play-out messa alle spalle.Soprattutto le ultime due sono state vittorie de-cisive ed esaltanti. La prima contro l’ex capo-lista Castellaneta, la seconda sul campo delCasarano, esaltante non tanto per la vittoria inse stessa, ma perché ha rappresentato la primaaffermazione esterna del nostro team. Decisivosenza dubbio, in quest’ultimo periodo il recu-pero fisico del pivot titolare Epicoco. Adessobasterà vincere sabato prossimo al palasport diCarovigno contro la diretta antagonista Cister-nino, squadra che si trova due punti sotto, pertirarsi definitivamente fuori dalla zona calda.Insomma un finale di campionato da seguire evivere insieme con trepidazione. In fondo al-l’articolo vi lascio il calendario degli ultimiimpegni in casa delle nostre formazioni.Da parte mia e di tutta la redazione vi auguria-mo una Buona Pasqua e vi diamo appuntamen-to al prossimo articolo di fine campionato.

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RASSEGNA D'ESSAI• Martedì 03 aprile

L'ARTE DEL SOGNOregia: M. Gondry con G. G. Bernal, Ch. GainsbourgStéphane è un giovane timido e impacciato che con la sua fervida immaginazione vi-ve in un mondo eccentrico tutto suo fatto di sogni che rischiano di farlo distaccare dal-la vita reale...

• Martedì 17 aprile LE ROSE DEL DESERTO

regia: M. Monicelli con M. Placido, A. Haberlì Terzo Reparto della Trentunesima Sezione Sanità si accampa a Sorman, sperdutaoasi del deserto libico. Soldati e ufficiali sono sicuri che vi rimarranno per poco tem-po; dieci giorni, un mese al più ...

• Giovedì 26 aprile IL SEGRETO Dl ESMA

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Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell’esaltazione dei valori della famiglia, del-lo spirito, del bene, dell’amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi se-rena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere...Ho voluto prendere spunto da queste parole del dott. G. Falcone, magistrato assassinato dalla mafia,perché ognuno di noi leggendole, possa meditare e ripensare ai comportamenti che quotidianamenteassumiamo nella società. Mi rivolgo a tutti quei cittadini che non hanno rispetto per le persone per lecose per l’ambiente, che non hanno insomma rispetto per niente. Persone che non meriterebbero divivere in una società. Mi rivolgo a quei cittadini che pur avendo rispetto per le cose e le persone, nonpartecipano in alcun modo alla realizzazione di una migliore qualità della vita nel nostro paese. In ge-nere i comportamenti che assumiamo quotidianamente sono condizionati dall’economia, dalla politi-ca, dalla cultura, dalla propria morale. Componenti fondamentali per capire il perché di determinateazioni.Ma la domanda è: a Carovigno ognuno fa il proprio dovere? A ciascuno la propria risposta. Una cosaè certa, nel nostro paese proliferano ogni giorno quantità rilevanti di cosiddetti “furbetti di quartie-re” titolati o meno, tanto che si potrebbe indire un concorso a premi per la grande cura e passione checi mettono nella realizzazione dei propri obbiettivi. Da dove e da chi avranno appreso? Probabilmen-te, anzi con certezza, alcuni di questi furbetti sono vissuti in un contesto sociale (la famiglia le istitu-zioni) dove l’educazione civica e democratica è stata di gran lunga carente; ma gli altri che proven-gono dalle università?. I risultati sono evidenti a Carovigno il degrado è (ma si potrà fare ancora dipiù) ai massimi livelli. Inutile fare esempi, ognuno di noi ne potrebbe elencare tantissimi. E la classepolitica del nostro paese delle meraviglie, cioè i nostri dipendenti che fanno? Se togliamo il martoria-to centrosinistra, quelli che rimangono, lavorano con grande abilità astuzia e furbizia tanto da meri-tarsi anche questi un oscar per l’alta professionalità per come sanno rimanere attaccati al potere e al-le poltrone. Sarà un paradosso, ma non è semplice fare il politico a Carovigno ci vuole una particola-re scuola di magia e di diavoleria per saper prendere così bene per il culo la gente. E non c’è che di-re è una gran bella orchestra e con un direttore di grande esperienza, ma soprattutto dolce gentile erispettoso. Così è se vi pare.

Un saluto dal cittadin

o

AI CITTADINI

DI CAROVIGNO

A cura di Aldo Bellanova

L’Angolo del Basket