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2002 2020? PILOT REGION NATIONAL BORDER PROJECT AREA Gefördert im 5. EU Forschungsrahmenprogramm, Lebensqualität und Management natürlicher Ressourcen Projektdauer: September 2001 - August 2004 Progetto finanziato dall’UE, 5° h Programma Quadro, Qualità della Vita e Gestione delle Risorse Durata del Progetto: Settembre 2001 – Agosto 2004 Sviluppo locale e trasformazione del paesaggio culturale: il caso delle Alpi Valutazione e Adeguamento delle politiche comunitarie e nazionali per la gestione di un cambiamento equilibrato Le Alpi negli ultimi 30 anni: polarizzazione tra aree favorite e aree svantaggiate I dati relativi allo sviluppo dei 5.700 comuni alpini sono stati analizzati. La struttura spaziale delle Alpi è caratterizzata a piccola scala da un complesso mosaico di differenti situazioni di sviluppo, che possono essere raggruppate entro clusters significativi, in particolare a seconda delle relazioni con i centri urbani. L’interpretazione dei dati relativi ai decenni tra il 1971 e il 2001 ha reso evidente una significativa polarizzazione dei territori alpini tra aree di sviluppo e di crescita ed aree svantaggiate. I cambiamenti del paesaggio alpino sono stati caratterizzati da un lato da un’importante intensificazione nell’uso degli spazi, legata allo sviluppo, e dall’altro da estensificazione e rinaturalizzazione nelle aree marginali. Le aree in crescita sono rappresentate dalle città alpine e dalle corrispondenti aree suburbane, per la maggior parte distribuite lungo i fondovalle (57% della popolazione totale, 70% dei posti di lavoro, 23% della superficie delle Alpi). Entro queste aree limitatamente estese si incontrano e a volte confliggono le diverse priorità per l’uso del suolo. Un secondo polo di crescita è rappresentato dalle aree con intenso sviluppo turistico, per lo più ad altitudini elevate. In entrambi questi gruppi di aree l’intensa utilizzazione del suolo per infrastrutture ed edifici causa una forte pressione sul paesaggio e sui sensibili ecosistemi montani. Le aree svantaggiate sono quelle periurbane con funzione di quartiere dormitorio e quelle periferiche poco accessibili. Molte di queste si trovano a fronteggiare una perdita di potenzialità economiche e un declino dei servizi di base; spesso ciò è accompagnato dal declino demografico. L’attività agricola è ancora significativa nelle aree periferiche, soprattutto a causa della mancanza di attività economiche alternative. Le politiche agricole degli ultimi anni hanno contribuito a prevenire su vasta scala l’abbandono dell’agricoltura. I tipi di sviluppo locale 1981 I tipi di sviluppo locale 1991 Le Alpi nel 2020: saranno caratterizzate da estese aree dormitorio intorno alle città e da aree che tornano ad essere „selvagge“? Sono stati elaborati gli scenari per il futuro delle Alpi nel 2020. L’analisi dei ”macrotrends” (come ad esempio le prospettive economiche generali o quelle per i trasporti) indica che nell’arco alpino il divario tra le aree in crescita e quelle marginali in declino crescerà nei prossimi anni, e che le aree metropolitane esterne alle Alpi influenzeranno maggiormente l’area alpina. Lo scenario può rivelarsi però differente se vi sarà uno spiccato orientamento delle azioni politiche verso la sostenibilità. Nel caso dello “scenario inerziale” abbiamo considerato che le politiche pubbliche non saranno in grado di contrastare e attenuare il trend di polarizzazione. Le aree centrali continueranno ad attrarre popolazione e posti di lavoro, mentre le aree periferiche andranno incontro ad un ulteriore perdita di potenziale economico, di servizi, di abitanti. Il turismo sarà caratterizzato da forte competizione tra le stazioni e da concentrazione in poche aree. In questa ipotesi, si possono indicare quattro caratteristiche principali del paesaggio alpino futuro: Fondovalle alpini sfruttati intensivamente, sottoposti a numerosi conflitti per l’uso del suolo Quartieri suburbani prevalentemente residenziali, con condizioni abitative soddisfacenti, ma con carenza di servizi e di attività economiche Nuove aree “selvagge”, con abbandono dell’agricoltura e spopolamento intenso, in cui la riforestazione spontanea cancella le tracce del paesaggio agricolo tradizionale Il paesaggio alpino tradizionale è mantenuto come attrazione per i turisti nelle aree di turismo intensivo Dall’altro lato, nonostante il trend di polarizzazione, le Alpi hanno ancora la possibilità di uno sviluppo maggiormente bilanciato e di un futuro più sostenibile. Nello scenario “verso la sostenibilità” le potenzialità e i bisogni specifici di ogni regione alpina vengono presi maggiormente in considerazione e le Alpi del 2020 possono pensare ad uno sviluppo diverso, grazie a diverse azioni politiche e allo sforzo degli attori regionali e locali. I casi di studio Le Trièves, France: 29 comuni, 8000 abitanti, area rurale con diffuse attività agricole e turismo Visp / Saas Valley, Switzerland 11 comuni, 14.558 abitanti, area di turismo intensivo e di attività industriali Isarwinkel, Germany 6 comuni, 19.992 abitanti, area rurale e di pedolarismo in uscita, influenzata dalla vicinanza alla capitale (Monaco di Baviera) Wipp Valley, Austria 13 comuni, 15.444 abitanti, area caratterizzata dal traffico di transito e dal pendolarismo verso Innsbruck Lower Enns Valley/ Lower Tauern, Austria 28 comuni, 27.491 abitanti, area rurale in posizione piuttosto periferica, in cui l’agricoltura è ancora importante Upper Sava Valley, Slovenia 4 comuni, 52.654 abitanti, vecchia area industriale, importanti risorse naturali nel Triglav National Park Carnia, Italy 9 comuni, 12.025 abitanti, area rurale con spopolamento intenso, importanza ancora

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2002

2020?

PILOT REGIONNATIONAL BORDERPROJECT AREA

Gefördert im 5. EU Forschungsrahmenprogramm, Lebensqualität und Management natürlicher RessourcenProjektdauer: September 2001 - August 2004 Progetto finanziato dall’UE, 5°h Programma Quadro, Qualità della Vita e Gestione delle RisorseDurata del Progetto: Settembre 2001 – Agosto 2004

Sviluppo locale e trasformazione del paesaggio culturale: il caso delle Alpi Valutazione e Adeguamento delle politiche comunitarie e nazionali

per la gestione di un cambiamento equilibrato

Le Alpi negli ultimi 30 anni: polarizzazione tra aree favorite e aree svantaggiate

I dati relativi allo sviluppo dei 5.700 comuni alpini sono stati analizzati. La struttura spaziale delle Alpi è caratterizzata a piccola scala da un complesso mosaico di differenti situazioni di sviluppo, che possono essere raggruppate entro clusters significativi, in particolare a seconda delle relazioni con i centri urbani. L’interpretazione dei dati relativi ai decenni tra il 1971 e il 2001 ha reso evidente una significativa polarizzazione dei territori alpini tra aree di sviluppo e di crescita ed aree svantaggiate. I cambiamenti del paesaggio alpino sono stati caratterizzati da un lato da un’importante intensificazione nell’uso degli spazi, legata allo sviluppo, e dall’altro da estensificazione e rinaturalizzazione nelle aree marginali.

• Le aree in crescita sono rappresentate dalle città alpine e dalle corrispondenti aree suburbane, per la maggior parte distribuite lungo i fondovalle (57% della popolazione totale, 70% dei posti di lavoro, 23% della superficie delle Alpi). Entro queste aree limitatamente estese si incontrano e a volte confliggono le diverse priorità per l’uso del suolo. Un secondo polo di crescita è rappresentato dalle aree con intenso sviluppo turistico, per lo più ad altitudini elevate. In entrambi questi gruppi di aree l’intensa utilizzazione del suolo per infrastrutture ed edifici causa una forte pressione sul paesaggio e sui sensibili ecosistemi montani.

• Le aree svantaggiate sono quelle periurbane con funzione di quartiere dormitorio e quelle periferiche poco accessibili. Molte di queste si trovano a fronteggiare una perdita di potenzialità economiche e un declino dei servizi di base; spesso ciò è accompagnato dal declino demografico. L’attività agricola è ancora significativa nelle aree periferiche, soprattutto a causa della mancanza di attività economiche alternative. Le politiche agricole degli ultimi anni hanno contribuito a prevenire su vasta scala l’abbandono dell’agricoltura.

I tipi di sviluppo locale 1981

I tipi di sviluppo locale 1991

Le Alpi nel 2020: saranno caratterizzate da estese aree dormitorio intorno alle città e da aree che tornano ad essere „selvagge“?

Sono stati elaborati gli scenari per il futuro delle Alpi nel 2020. L’analisi dei ”macrotrends” (come ad esempio le prospettive economiche generali o quelle per i trasporti) indica che nell’arco alpino il divario tra le aree in crescita e quelle marginali in declino crescerà nei prossimi anni, e che le aree metropolitane esterne alle Alpi influenzeranno maggiormente l’area alpina. Lo scenario può rivelarsi però differente se vi sarà uno spiccato orientamento delle azioni politiche verso la sostenibilità.

Nel caso dello “scenario inerziale” abbiamo considerato che le politiche pubbliche non saranno in grado di contrastare e attenuare il trend di polarizzazione. Le aree centrali continueranno ad attrarre popolazione e posti di lavoro, mentre le aree periferiche andranno incontro ad un ulteriore perdita di potenziale economico, di servizi, di abitanti. Il turismo sarà caratterizzato da forte competizione tra le stazioni e da concentrazione in poche aree. In questa ipotesi, si possono indicare quattro caratteristiche principali del paesaggio alpino futuro:

• Fondovalle alpini sfruttati intensivamente, sottoposti a numerosi conflitti per l’uso del suolo• Quartieri suburbani prevalentemente residenziali, con condizioni abitative soddisfacenti, ma con carenza di servizi e di attività economiche• Nuove aree “selvagge”, con abbandono dell’agricoltura e spopolamento intenso, in cui la riforestazione spontanea cancella le tracce del

paesaggio agricolo tradizionale• Il paesaggio alpino tradizionale è mantenuto come attrazione per i turisti nelle aree di turismo intensivo

Dall’altro lato, nonostante il trend di polarizzazione, le Alpi hanno ancora la possibilità di uno sviluppo maggiormente bilanciato e di un futuro più sostenibile. Nello scenario “verso la sostenibilità” le potenzialità e i bisogni specifici di ogni regione alpina vengono presi maggiormente in considerazione e le Alpi del 2020 possono pensare ad uno sviluppo diverso, grazie a diverse azioni politiche e allo sforzo degli attori regionali e locali.

I casi di studio

Le Trièves, France:29 comuni, 8000 abitanti, area rurale con diffuse attività agricole e turismo

Visp / Saas Valley, Switzerland11 comuni, 14.558 abitanti, area di turismo intensivo e di attività industriali

Isarwinkel, Germany6 comuni, 19.992 abitanti, area rurale e di pedolarismo in uscita, influenzata dalla vicinanza alla capitale (Monaco di Baviera)

Wipp Valley, Austria13 comuni, 15.444 abitanti, area caratterizzata dal traffico di transito e dal pendolarismo verso Innsbruck

Lower Enns Valley/ Lower Tauern, Austria28 comuni, 27.491 abitanti, area rurale in posizione piuttosto periferica, in cui l’agricoltura è ancora importante

Upper Sava Valley, Slovenia4 comuni, 52.654 abitanti, vecchia area industriale, importanti risorse naturali nel Triglav National Park

Carnia, Italy9 comuni, 12.025 abitanti, area rurale con spopolamento intenso, importanza ancora notevole dell’agricoltura

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I workshop: nei 7 contesti regionali analizzati, gli attori locali condividono idee per un miglior uso delle potenzialità di sviluppo

Gli scenari proposti da REGALP, elaborati per l’intero arco alpino e – più in dettaglio - per i sette casi di studio, non si propongono come uno strumento di previsione certa, ma come base per costruire una discussione, nel contesto scientifico, e con gli esperti, i politici e I diversi attori locali. Gli scenari hanno rappresentato un importante punto di partenza per i workshop che si sono tenuti nelle regioni studiate in dettaglio, in cui si è riscontrata una vicinanza tra gli scenari proposti e le aspettative locali. La popolazione teme una eccessiva perdita delle diversità dei paesaggi alpini e si aspetta una forte ricrescita dei boschi. Anche l’ampliamento dei quartieri urbani, la perdita di vitalità dei centri medi e piccoli e la perdita di consapevolezza rispetto alle peculiarità dei paesaggi locali sono stati evidenziati. Le popolazioni locali temono inoltre un indebolimento delle prospettive di sviluppo e un ulteriore spopolamento.

I partecipanti ai workshop hanno anche sottolineato la necessità di azioni locali e di progetti finalizzati ad un migliore uso delle risorse locali e delle potenzialità regionali ( tra cui il paesaggio e le foreste sono considerate come vitali), migliorando la consapevolezza del paesaggio come fattore di identità locale e come patrimonio ambientale e culturale.

Numerosi rappresentanti regionali si sono incontrati alla “conferenza delle Regioni” che si è tenuta a Kranjska Gora, in Slovenia, nell’Ottobre del 2003. E’ stata un’occasione di scambio e di confronto di idee e progetti, in cui I diversi bisogni e le diverse prospettive per le politiche sono stati discussi.

La valutazione delle politiche: le politiche pubbliche stanno ampiamente promuovendo uno sviluppo equilibrato per le Alpi, ma mancano spesso la completa attuazione e il coordinamento

L’analisi delle politiche pubbliche si è occupata prevalentemente della relazione tra sviluppo regionale e paesaggio nelle politiche stesse. Sono stati individuati sei principali ambiti in cui questa relazione è presa in considerazione:

• La pianificazione• Il supporto all’agricoltura• Le politiche forestali, in cui converge anche il tema della prevenzione del rischio idrogeologico• Il supporto a progetti locali in cui il paesaggio è considerato come una delle risorse (sia naturale che culturale)• Le politiche per le infrastrutture, legate al rafforzamento dello sviluppo regionale• Le aree protette.

Le politiche che si occupano direttamente di paesaggio sono quasi sempre in accordo con gli obiettivi della sostenibilità. Ciò nonostante, l’efficacia dell’azione politica è fortemente limitata da molti limiti nel coordinamento e nelle fasi di attuazione. Ma le politiche che si occupano direttamente di paesaggio sono molto poche, è quindi di scarsa efficacia; possono tutt’al più attenuare, ma non prevenire, alcuni effetti dannosi del quadro economico globale, quale la polarizzazione. Il mantenimento dell’agricoltura è strettamente legato alle politiche agricole, quali i pagamenti compensativi e le misure agro-ambientali. Ciononostante le politiche agricole hanno un approccio fortemente conservativo nei confronti del paesaggio.

Comclusioni principali e suggerimenti per le politiche

• Lo sviluppo sostenibile nelle Alpi richiede un maggiore equilibrio tra i fattori di sviluppo economico e quelli inerenti il paesaggio. C’è dunque bisogno di strategie integrate e di maggiore coordinamento tra settori di azione politica.

• Le misure volte alla crescita della consapevolezza devono proporre un concetto ampio del paesaggio culturale alpino. La conoscenza relativa alle trasformazioni del paesaggio e alle loro cause (legate allo sviluppo economico locale e regionale) deve diffondersi attraverso specifici progetti.

• Le politiche pubbliche devono contribuire ad un migliore equilibrio all’interno delle Alpi. Il complesso mosaico territoriale alpino richiede una specifica attenzione per la costruzione e applicazione delle politiche e degli strumenti.

• Nelle aree alpine di crescita c’è bisogno di politiche per gestire la crescita, la pressione sul paesaggio e i conflitti per l’uso del suolo.

• Le politiche pubbliche devono proseguire nel sostegno all’agricoltura, ma con un approccio più aperto e innovativo, su cui è necessario che si sviluppi un dibattito.

• Il turismo alpino ha bisogno di nuove strategie per fronteggiare le sfide future. Una delle prospettive è lo sviluppo di un turismo “a piccola scala “ nelle regioni rurali..

• Lo sviluppo sostenibile per le Alpi richiede il rafforzamento dei percorsi bottom-up e del coinvolgimento della popolazione locale. La discussione sul cambiamento del paesaggio si può rivelare come un buon punto di partenza per percorsi partecipativi.

Contatti

Project ManagementRegional ConsultingZiviltechniker Gesellschaft m.b.H.

Wolfgang Pfefferkorn

A-1050 Wien, Schlossgasse 11fon +43 1 544 07 80, fax +43 1 548 49 56email: [email protected]://www.regcon.co.at

Member of Associated Consultants Europe

B-1000 Brussels, Rue de la Presse 11fon +32 2 219 19 73, fax +32 2 219 18 54

www.regalp.atQLRT-CT-2000-02329, March 2002

Project partnersAustriaRegional Consulting ZT GmbHSwitzerlandUniversity of Berne, Institute for GeographyHans-Rudolf Egli, fon +41 31 631 88 66, fax +41 31 631 85 11, email: [email protected], www.giub.unibe.ch

FranceCemagref, Groupement de GrenobleMarie-Pierre Arlot +33 76 76 27 48, fax +33 4 76 51 38 03email: [email protected], www.cemagref.fr

GermanyAlpine Research Institute Garmisch-PartenkirchenThomas Probst, fon +49 8821 9 43 16 30, fax +49 8821 9 43 16 79, email: [email protected], www.alpenforschung.de

ItalyUniversity of Udine, Department of Economic ScienceAntonio Massarutto, fon +39 0432 24 92 8, fax +39 0432 24 92 29, email: [email protected], web.uniud.it

SloveniaUrban Planning Institute of the Republic of SloveniaBarbara Černič-Mali, fon +386 1 420 13 15, fax +386 1 420 13 30, email: [email protected], www.urbinstitut.si