20 Noi POLISPORTIVA ALTA VAL BISAGNO 1972 · guida con i sistemi migliori per metterli in pratica....

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Come ogni inizio d'anno tutti noi abbiamo fatto una serie di buoni propositi per la voglia di ricominciare da capo, per metterci alla prova, per abitudine. In base ai sondaggi i più “gettonati” per il 2015 sono: fare più attività sportiva, imparare una lingua, perdere peso, dormire di più, ridurre lo stress, ridere di più e meglio, mangiare sano, leggere di più, smettere di fumare. Che fare per realizzare almeno qualcuno dei nostri propositi? Intanto cominciamo a metterli nero su bianco facendo un elenco anche breve che comprenda una guida con i sistemi migliori per metterli in pratica. In questo modo ce li ricorderemo meglio e ogni tanto (magari una volta al mese) leggendo l'elenco potremo verificare se stiamo attuandoli, se siamo sulla strada giusta. Se riusciremo a realizzarne alcuni o almeno uno, oltre alla soddisfazione personale, aumenteremo anche la stima in noi stessi. Proviamoci! Ed ora passiamo al nostro notiziario dove troverete anche qualche spunto per attuare i vostri buoni propositi. In questo numero vi proponiamo tante notizie interessanti sulle società e le associazioni che fanno parte della Polisportiva Altavalbisagno. Prima di tutto l'intervento sempre pertinente del nostro Presidente Carlo Mangiapane poi le news della NORMAC AVB: il punto sui campionati e i tornei, la testimonianza di Salvatore D'Agnese, accrescere il senso di appartenenza e tante foto della Festa di Natale. Per la GAU la presentazione del corso di genovese da parte di Franco Bampi, presidente dell'Associazione “A Compagna” , la letteratura all'Università popolare, il programma di trekking e la storia di Benedetto da Porto. Nelle pagine riservate all'ANPI Casassa si parla di Mauro Costigliolo, dirigente della società, di Mister Nicola Vigna e della Leva del 2000. L'Associazione Sportiva Aggio racconta la Festa della Befana, mentre il Circolo 7 novembre termina la presentazione dell'attività della Scuola della Pace. La società Pesca Prato ci parla invece del Trofeo d'inverno e la Green Hawk presenta, a puntate, le regole per giocare a Subbuteo. Lo scrittore Luciano Rosselli ci accompagna in una piacevole passeggiata sull'acquedotto storico. Nella rubrica “La parola all'esperto” si parla invece della gestione della prestazione sportiva con Ornella Mastroianni, dottoressa in scienze e tecniche psicologiche. Per le Aziende del territorio questo mese presentiamo “Le Cantine Gambaro” , azienda vinicola a conduzione famigliare. Maria Grazia Marletto BUONI PROPOSITI E NUOVI PROGETTI Aggio POLISPORTIVA ALTA VAL BISAGNO 1972 20 20 in pagine in pagine Noi Noi Associazione pesca sportiva Prato P.A. anno II numero 1 - 2 gennaio - febbraio 2015

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Come ogni inizio d'anno tutti noi abbiamo fatto una serie di buoni propositi per la voglia di ricominciare da capo, per metterci alla prova, per abitudine. In base ai sondaggi i più “gettonati” per il 2015 sono: fare più attività sportiva, imparare una lingua, perdere peso, dormire di più, ridurre lo stress, ridere di più e meglio, mangiare sano, leggere di più, smettere di fumare. Che fare per realizzare almeno qualcuno dei nostri propositi? Intanto cominciamo a metterli nero su bianco facendo un elenco anche breve che comprenda una guida con i sistemi migliori per metterli in pratica. In questo modo ce li ricorderemo meglio e ogni tanto (magari una volta al mese) leggendo l'elenco potremo verificare se stiamo attuandoli, se siamo sulla strada giusta. Se riusciremo a realizzarne alcuni o almeno uno, oltre alla soddisfazione personale, aumenteremo anche la stima in noi stessi. Proviamoci!Ed ora passiamo al nostro notiziario dove troverete anche qualche spunto per attuare i vostri buoni propositi. In questo numero vi proponiamo tante notizie interessanti sulle società e le associazioni che fanno parte della Polisportiva Altavalbisagno. Prima di tutto l'intervento sempre pertinente del nostro Presidente Carlo Mangiapane poi le

news della NORMAC AVB: il punto sui campionati e i tornei, la testimonianza di Salvatore D'Agnese, accrescere il senso di appartenenza e tante foto della Festa di Natale. Per la GAU la presentazione del corso di genovese da parte di Franco Bampi, presidente dell'Associazione “A Compagna”, la letteratura all'Università popolare, il programma di trekking e la storia di Benedetto da Porto. Nelle pagine riservate all'ANPI Casassa si parla di Mauro Costigliolo, dirigente della società, di Mister Nicola Vigna e della Leva del 2000. L'Associazione Sportiva Aggio racconta la Festa della Befana, mentre il Circolo 7 novembre termina la presentazione dell'attività della Scuola della Pace. La società Pesca Prato ci parla invece del Trofeo d'inverno e la Green Hawk presenta, a puntate, le regole per giocare a Subbuteo. Lo scrittore Luciano Rosselli ci accompagna in una piacevole passeggiata sull'acquedotto storico. Nella rubrica “La parola all'esperto” si parla invece della gestione della prestazione sportiva con Ornella Mastroianni, dottoressa in scienze e tecniche psicologiche. Per le Aziende del territorio questo mese presentiamo “Le Cantine Gambaro”, azienda vinicola a conduzione famigliare. Maria Grazia Marletto

BUONI PROPOSITI E NUOVI PROGETTI

Aggio

POLISPORTIVA ALTA VAL BISAGNO 1972

2020in paginein pagine

NoiNoiAssociazione

pesca sportivaPrato

P.A.

anno IInumero 1 - 2

gennaio - febbraio 2015

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La parola al Presidente

Noi in 20 pagine: Anno II Numero 1-2 gennaio-febbraio 2015Periodico mensile della Società Sportiva Dilettantistica Polisportiva AltavalbisagnoPiazza Suppini, 2 - 16165 Genova - Tel. 010 8309164Registrazione Tribunale di Genova n. 14/2014 del 16/7/2014Pubblicazione non in venditaE’ autorizzata la riproduzione dei testi citando la fonte. E' vietata la riproduzione, anche parziale delle illustrazioni senza il consenso dell'editore.

Direttore Responsabile: Maria Grazia Marletto - [email protected] Direttore Editoriale: Carlo Mangiapane – [email protected] Editoriale: Aldo De Crignis - [email protected] collaborato a questo numero: Franco Bampi, Ennio Bosco, Ester Brunengo, Paolo Burlando, Francesco Guizzardi, Ornella Mastroianni, Giulia Merlano , Fabrizio Pitto, Luciano Rosselli, Marco Villa Realizzazione grafica: Enzo TrovatoStampa: Ernesto Marini S.r.l. – Via Struppa, 300 - 16165 Genova

Con l'uscita del quinto numero della rivista è arrivato il

momento di verificare se quanto è stato fatto ripaga di tutti gli

sforzi compiuti per raggiungere l'obiettivo auspicato. Dal

periodo intercorso dall'uscita del primo numero di “Noi in 20

pagine” ad oggi possiamo affermare che il comitato di

redazione è notevolmente cresciuto e si riunisce regolarmente

con una partecipazione attiva dei rappresentanti delle società

e associazioni che fanno parte della Polisportiva, dando un

contributo di qualità per lo sviluppo del nostro mensile. Con il

susseguirsi dei numeri, i contenuti stanno diventando sempre

più interessanti e l'attesa dell'uscita alimenta piacevolmente

l'interesse dei lettori. Indubbiamente le attività delle società

sono molteplici ed in conseguenza di ciò le notizie da

pubblicare non mancano. Oltre alle news riguardanti la vita e le

attività delle singole società, sono state molto apprezzate le

pagine dedicate alle rubriche “C'era una volta” , “La parola

all'esperto” e “Le aziende del Territorio”. Queste pagine si

stanno sviluppando e arricchendo sempre più di

collaborazioni di rilievo. A dire il vero ci saremmo aspettati un

maggiore interesse da parte delle aziende del territorio per

l'uscita della pagina a loro dedicata, che ancora oggi richiede

una continua ricerca delle realtà produttive radicate nella

vallata. La proverbiale riservatezza dei genovesi si evidenzia

anche in questo contesto, ma auspico e sono fiducioso in una

inversione di tendenza soprattutto tenendo in considerazione

il fatto che tutto questo ha come scopo predominante

l'orgoglio e il senso di appartenenza alla Valbisagno, un

territorio che a tutt'oggi sa ancora trasmettere valori

tradizionali e che, come da nostro obiettivo, merita di essere

maggiormente valorizzato.

In ultimo (ma non certo per importanza) voglio dedicare un

pensiero a tutte le ragazze e i ragazzi della NORMAC AVB che

stanno raggiungendo traguardi sportivi di notevole interesse,

dando grande risalto alla crescita della società. E, grazie alla

dedizione e all'impegno di tutti, oggi si stanno creando i

presupposti per un progetto ambizioso che vede la società

allargare i propri confini verso il centro cittadino. Stiamo infatti

lavorando per giungere ad una collaborazione con l'Albaro

Volley, con l'obiettivo di dare una risposta a tutte quelle atlete

che vorrebbero far parte della NORMAC AVB, ma avere anche la

possibilità di allenarsi vicino a casa seguite costantemente dai

loro istruttori. Questa è solo un'anticipazione di un nuovo

progetto che avremo occasione di approfondire nei prossimi

numeri.

Il Presidente

Carlo Mangiapane

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Buoni propositi e nuovi progetti

Il lavoro paga

Normac AVB: il punto sui campionati

Il senso di appartenenza

Un amico della Polisportiva: Salvatore D’Agnese

La festa di Natale

GAU: il corso di Genovese

Trekking: i prossimi appuntamenti

La letteratura all’Università popolare

Le strade della Valbisagno: Via Benedetto da Porto

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ANPI: Mauro Costigliolo, «il saggio»

Questi sono... «i ragazzi del 2000»

Nicola Vigna e la sua squadra

Aggio: la festa della Befana

7 Novembre: la scuola della pace

Pesca Prato: il trofeo d’inverno

Subbuteo: Le regole del gioco (1a parte)

C’era una volta: Passeggiata sull’acquedotto

L’esperto: La gestione della prestazione

Le Aziende: Le Cantine Gambaro

IL LAVORO PAGA

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SERIE B2

Dopo il risultato del Trofeo Maragliano si pensava ad un cammino in campionato simile a quello pre-natalizio. Purtroppo ad Acqui la NORMAC AVB è incappata in una giornata negativa perdendo 3 a 1. Le due partite successive sono state autentiche maratone; contro avversarie situate ai piani alti della classifica, pur cedendo per 3 a 2, le nostre ragazze, allenate da Matteo Zanoni e dal secondo Enrico Salvi, hanno dato prova di carattere e fatto vedere un buon volley. Il girone di ritorno è sempre stato il periodo migliore per la squadra e ci auguriamo che lo sia anche questo anno.

SERIE D

Inizio anno davvero positivo per la squadra di Matteo Noziglia che ha sconfitto il Cpo Ortonovo, avversaria diretta in classifica. Risultato positivo anche contro il forte Casarza: vittorie volute con grande determinazione per il morale e la classifica. Nulla da fare contro il S. Sabina ma c'è la soddisfazione di aver messo spesso in difficoltà le avversarie e la certezza di poter far bene fino alla fine del campionato.

II DIVISIONE

NORMAC AVB campione d'inverno! Titolo “platonico” ma che rappresenta molto bene la situazione della squadra di Sabrina Piccinich che è al comando della classifica e nel primo match del nuovo anno si conferma battendo 3 a 0 l'Audax.

UNDER 18

Fine anno con bella vittoria sul Paladonbosco B e buon inizio di 2015 per la NORMAC AVB che sconfigge la Polisportiva AGV e il S. Teodoro. Per le ragazze guidate da Sabrina Piccinich e Thomas Ghiglione sono risultati che fanno ben sperare per la classifica finale.

UNDER 14

Le ragazzine di Sabrina e Thomas erano partite con la convinzione di poter disputare un buon campionato ma senza porsi grandi obiettivi se non quello di crescere come pallavoliste. Invece il loro impegno – e quello dei tecnici – la determinazione con cui hanno lavorato in allenamento le hanno portate, dopo una serie di ottimi successi, al primo posto del girone; ora, a tre giornate dal termine, la speranza di centrare un grande risultato si fa concreta. Bravissime!

II TROFEO “LINO MARAGLIANO”

Nella sfida tra le formazioni di serie B2 e serie C hanno avuto la meglio queste ultime. Albisola supera la NORMAC AVB e Serteco batte Albenga. Nella finale per il 3° posto le nostre ragazze superano Albenga, mentre la vittoria finale va ad Albisola che sconfigge dopo una bella lotta le genovesi della Serteco.

TORNEO DELLA LANTERNA

Buon piazzamento della NORMAC AVB alla manifestazione organizzata dal PGS Don Bosco. E' stato un torneo molto impegnativo per le nostre under 14 e il 6° posto premia le nostre ragazze che si sono messe alle spalle numerose e quotate formazioni.

TORNEO DELLA CALZA

Alla manifestazione organizzata, il 4 e 5 gennaio, dal Valdimagra Volley le nostre under 13 hanno conquistato un ottimo 4° posto. Dopo essere state ammesse alla finale a 4 le giovani giocatrici si sono trovate di fronte il Volley Pesaro (che ha vinto il torneo) e poi nella finale per il 3° posto l'Avigliana Volley; in questa ultima partita le nostre hanno ceduto dopo una bella lotta testimoniata dal punteggio finale (25/23 – 25/23). Al di la dell'evento sportivo è stato u n o s p l e n d i d o m o m e n t o d i a g g r e g a z i o n e e consolidamento del gruppo.

TORNEO ERTA E MOLLA

“Erta” (alta) e “Molla” (più o meno: “mettila giù forte”) era un modo di dire tipico di Lino Maragliano che ha dato il nome a questo Torneo dedicato alle under 12. Sei formazioni al via, nel giorno della Befana, e vittoria alla NORMAC AVB Rossa davanti a S. Sabina, NORMAC AVB Verde, Valdimagra, Serteco e Vgp. Molto soddisfatti tecnici e dirigenti soprattutto per il clima di gioia e di amicizia respirato durante questa giornata di sport, che sarebbe piaciuto molto a Lino.

TORNEO VOLARE

A Cogoleto le nostre Under 13 hanno conquistato un ottimo secondo posto; soddisfazione per il premio ad Andrea Crisafulli come miglior libero. Aldo De Crignis

Normac AVB Pallavolo

IL PUNTO SUI CAMPIONATI

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Normac AVB Pallavolo

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IL SENSO DI APPARTENENZA

Uno degli obiettivi della NORMAC AVB dovrebbe essere

quello di aumentare sempre di più il senso di appartenenza

alla società da parte di tutti. Un obiettivo ambizioso e

importante che porterebbe anche ad aver gli spalti del

Palazzetto sempre più gremiti di spettatori, non solo di

parenti ed amici delle ragazze impegnate nel match in

corso, ma anche di tutte le ragazze tesserate nella nostra

società.

Sarebbe bello che ogni ragazza provasse il desiderio di

venire a sostenere le compagne di squadra più grandi, ad

incitare il gruppo che sta cercando di portare ancora più in

alto il nome della NORMAC AVB, ma anche quelle più grandi

– si, anche quelle della prima squadra – dovrebbero venire a

sostenere le piccole che sono il futuro della società. Tutte le

ragazze, i genitori, parenti e amici dovrebbero sviluppare

maggiormente il senso di appartenenza alla società, che si

impegna quotidianamente con tutti i suoi dirigenti,

allenatori ed addetti ai lavori ad insegnare, oltre agli aspetti

tecnici, anche i valori dello sport proseguendo l'opera

intrapresa da Lino Maragliano, Francesco Dellepiane e dagli

altri fondatori della Polisportiva Altavalbisagno.

Oggi più che mai ci rendiamo conto quanto sia difficile e

oneroso, stretti dalla morsa di questa lunga crisi proseguire

l'attività. Spesso le difficoltà accomunano, ma servono

anche a sostenere molte altre azioni. Bisogna ribadire

l'importanza, la necessità, di sentirsi parte di una grande

famiglia, unita nel significato più autentico dello sport e

dell'educazione della persona. Non dobbiamo dimenticare

di portare, anche sui nostri campi da gioco, l'esempio del

buon padre di famiglia, per essere sempre e ovunque

esempio positivo per le nostre ragazze e per affermare la

valenza educativa dello sport targato NORMAC AVB.

Il senso di appartenenza è un valore che devono avere tutti i

membri della società; è esattamente lo stesso che ognuno

dovrebbe avere dentro di sé nei riguardi della città e del

Paese in cui vive. E' il sentirsi parte integrante di un gruppo, è

il voler partecipare agli eventi, è il voler dare il proprio

contributo in qualsiasi modo.

Perciò ogni ragazza che si avvicina a questo sport e che

entra a far parte della NORMAC AVB dovrebbe avere come

sogno quello di arrivare in prima squadra e difenderne i

colori, circondata da parenti e amici, pronti a sostenerla nelle

varie sfide che la vedranno protagonista.

Siamo un'unica grande squadra, dai piccoli del babyvolley al

Presidente, un folto gruppo unito con lo stesso obiettivo:

divertirsi e divertire chi ci viene a vedere. Ci impegneremo

per far si che chiunque voglia venire a passare una serata in

nostra compagnia, torni a casa soddisfatto. Vi aspettiamo!

Aldo De Crignis

Abbiamo incontrato Salvatore D'Agnese, per oltre 30 anni

allenatore ed “educatore” di calcio anche di squadre della

Valbisagno in cui vive. D'Agnese ci ha consegnato questa

breve testimonianza sulla sua esperienza.

«Ero un giovane di 25 anni e mi sono reso conto molto presto

dell'importanza di avviare i giovani all'attività sportiva non solo

per motivazioni puramente agonistiche, ma soprattutto perché

in quelle ore passate sui campi si creava tra i giovani stessi

un'atmosfera di armonia, partecipazione e collaborazione che

sarebbe stata importante anche nella loro vita futura».

Conseguito il patentino di allenatore ho iniziato la carriera di

“mister” in numerose squadre dalla II Divisione alla

Promozione”.

Oggi, a 70 anni, Salvatore D'Agnese è profondamente legato

al rapporto creato con tutti quei giovani a cui ha insegnato

non solo i rudimenti del calcio ma anche i valori dello sport e

della vita: impegno, rispetto, collaborazione ed altri

ancora.

Terminata l'attività, è rimasto nell'ambiente ed insieme a un

gruppo di ex allievi, ormai uomini adulti, ha formato una

squadra chiamata “No alla violenza”; “tutti insieme ci

ritroviamo una volta alla settimana sul campo della Canova per

giocare a calcio in amicizia”.

D'Agnese, al termine del nostro breve incontro, ha voluto

ringraziare la Polisportiva Altavalbisagno per essere stata

sempre vicina a quegli ideali che lo animavano e in cui

credeva con forza e ha concluso con questa bella frase “Siamo

sempre ragazzi finché ci sentiamo di esserlo”.

Aldo De Crignis

UN AMICO DELLA POLISPORTIVA: SALVATORE D’AGNESE

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Si è svolta il 23 dicembre la tradizionale festa di Natale della

NORMAC AVB.

Alla discoteca Vogue si sono dati appuntamento tutte le

componenti della società per una serata all'insegna

dell'allegria e dell'amicizia.

Quest'anno erano presenti anche gli amici calciatori

dell'ANPI Casassa che hanno festeggiato insieme a noi

l'arrivo delle festività natalizie. La festa ha preso avvio con gli

interventi del Presidente della Polisportiva Carlo

Mangiapane e di Danilo Parigi Presidente dell'ANPI Casassa,

a seguire lo scambio di auguri, la consegna di doni e poi tutti

in pista per scatenarsi nei balli.

Aldo De Crignis

La Festa di NataleLa Festa di NataleLa Festa di NataleLa Festa di Natale

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Perché parlare il genovese oggi? Con l'inglese vai di qui fino in capo al mondo, con il genovese a malapena arrivi a Rossiglione. E allora: perché parlare il genovese oggi? Per un solo ma fondamentale motivo che è quello identitario, per far sapere chi siamo, da dove veniamo e qual è la nostra cultura. Quando il sindaco Marta Vincenzi volle fare un regalo a tutti i bimbi nati a Genova (liguri, italiani o di qualunque altra parte del mondo) pensò di regalare le ninne nanne della tradizione genovese ritenendo che non ci fosse un regalo più grande di quello di offrire a tutti, anche ai “foresti”, una parte di noi in lingua genovese. Chiamò A Compagna che predispose un CD di ninne nanne genovesi che fu poi regalato ai piccoli nati attraverso le strutture ospedaliere. L'aspetto identitario è fondamentale nelle culture di tutto il mondo. A Malta, ex colonia inglese indipendente dal 1964 con poco più di quattrocentomila abitanti, tutti sanno parlare l'inglese e tanti anche il siciliano: ma la lingua ufficiale è il maltese. Quando, nel 1948, agli ebrei fu concesso lo stato di Israele la sua popolazione, di oltre 8 milioni di abitanti, sapeva parlare varie lingue e quasi tutti conoscevano l'inglese. Ma per motivi identitari decisero di adottare come lingua ufficiale una lingua di fatto non parlata: l'ebraico. In Catalogna, comunità autonoma spagnola con sette milioni e mezzo di abitanti si parla il catalano (e non il castigliano) e in Occitania (una nazione divisa in tre stati: Francia, Spagna e Italia con quasi sedici milioni di abitanti) i suoi abitanti difendono con i denti la loro antica lingua: l'occitano. Qui da noi in Liguria, la generazione dei padri del dopoguerra convenne tacitamente ma diffusamente di non parlare più il genovese ai propri figli, se no sarebbero andati male a scuola. Una solenne stupidaggine che bloccò la trasmissione orale di una lingua con mille anni di storia. Oggi questo salto di una generazione sta causando problemi enormi non solo alla diffusione, ma soprattutto al mantenimento in vita della parlata genovese; tantissimi però si stanno accorgendo che siamo a rischio di perdere, in pochi decenni, un patrimonio immateriale inestimabile: le nostre belle parlate di Liguria. Così si diffonde sempre di più il desiderio di imparare, di parlare e di conoscere quella

lingua che, per secoli, si è parlata nelle nostre terre; questo desiderio crescente ha fatto sì che l'emittente televisiva di Primocanale abbia deciso di mettere in diretta tutti i venerdì sera in prima serata (seguita poi da infinite repliche) la trasmissione “Liguriancheu” dove per un'ora e mezza si parla di tutto, ma rigorosamente in genovese e nelle parlate di Liguria. Oltre a questo in vari quartieri di Genova vi sono iniziative per tenere viva la nostra parlata. È in cantiere un progetto di collaborazione tra A Compagna, l'assessore alla cultura Sibilla e tutti i nove Municipi per conoscere ciò che già si fa per il genovese e per promuovere e coordinare

iniziative su tutto il territorio del Comune di Genova.

Io, da parte mia, tutti gli anni tengo un corso di genovese, intitolato “Leze e scrive in zeneize” itinerante tra i vari Municipi e che è giunto alla sua dodicesima edizione. Quest'anno il corso si terrà presso l'associazione Gau a Prato. Il corso, iniziato il 7 gennaio scorso, si articola in una ventina di lezioni, sempre di mercoledì, dove viene spiegata in dettaglio la “grafia ofiçiâ”, un comodo metodo di scrittura ideato dall'Academia Ligustica do Brenno. Il corso termina con cinque lezioni sulla storia di Genova: una storia importante, bellissima e poco conosciuta dagli stessi genovesi. La caratteristica del corso, al di là dei contenuti, è che è tutto parlato in genovese.

Franco Bampi

Presidente de “A Compagna”

IL CORSO DI GENOVESE

G.A.U. Giovani Amici Uniti

28 febbraio 2015 TRAVERSATA DA MONEGLIA A DEIVA.

Moneglia – Lemeglio – Deiva MarinaKm. 10 – dislivello metri: 350 – durata ore: 4.00 grado difficoltà: medio - mezzo: treno Percorso dalla spiaggia ai panoramici rilievi affacciati sul mare, passando attraverso le frazioni collinari immerse nella natura, alla scoperta di pecularietà paesaggistiche e naturalistiche.PERCORSO ALTERNATIVO: lungo il tracciato della ferrovia dismessa da Celle Ligure ad Albissola con ampia vista sul mare e sugli scogli (Km. 5 - disl.metri: 0 - durata ore: 3.00 – grado difficoltà: facile)

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TREKKIN

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LA LETTERATURA ALL' UNIVERSITA' POPOLARE

G.A.U. Giovani Amici Uniti

Il corso di Letteratura , che si tiene quest'anno all'Università

popolare Gau, ha il titolo“ L'arte di amare da Saffo a Erica

Jong”. In dodici incontri, il secondo e il quarto giovedì di ogni

mese, si delinea un percorso che approfondisce alcuni

aspetti legati al fascinoso labirinto di un sentimento

variegato e complesso, a

partire dal mondo classico per

giungere sino alla nostra

epoca.

In ogni lezione sono inserite,

come par te integrante,

musiche e immagini attinenti

al tema via via proposto, così

da rendere vivace e attraente

l'ascolto.

Par ticolare interesse ha

s u s c i t a t o l ' a r g o m e n t o

dell'amore come seduzione.

Ecco un brevissimo stralcio

dell'inizio della lezione:

“UN SEDUTTORE IN CARNE ED

OSSA: GIACOMO CASANOVA

(1725-1798), il gioco libertino

del piacere».

Dopo una vita lunga e piena di

s c a n d a l i e a v v e n t u r e ,

Giacomo Casanova si riduce

vecchio e stanco ad accettare

dal conte Von Waldstein

l'incarico di bibliotecario, una

f o r m u l a e l e g a n t e p e r

nascondere l'umiliazione

dell'elemosina.

A Waldstein piace Casanova,

perché gli piacciono le scienze occulte (praticate dal

veneziano), ma comincia a vederlo un po' meno simpatico

quando Casanova si fa noioso e permaloso, addirittura lo

deride quando Giacomo si lamenta per fatti futili, come

essere stato maltrattato dal maggiordomo.

In una fredda stanza del castello di Dux, dunque, Giacomo

Casanova lavora dieci ore al giorno per la stesura delle sue

memorie piene di rimpianti e postume vendette e scrive in

francese “Histoire de ma vie”, in cui narra la sua vita

spericolata fra amori, gioco, avventure e fallimenti.

E' abbastanza singolare che solo nel 1965 ne sia stata fatta la

traduzione in italiano e l'edizione critica da Piero Chiara.

Nella prefazione della sua

opera egli chiarisce il senso

della sua “ filosofia di vita “:

«In questo 1797, vecchio

oramai di settantadue anni, nel

momento in cui ho potuto dire

v i x i , n o n s a p r e i t r o v a r e

divertimento più gradito che

quello di occuparmi delle mie

faccende.

Ricordando i piaceri che ho

goduto, me li rinnovo, e rido

delle pene che ho sofferto e che

non sento più: in tutto il corso

della mia vita ho agito più

dietro l'impulso del sentimento

che per calcolo.

Coltivare i piaceri dei sensi è

stata per tutta la vita la mia

principale occupazione e non

ne ho avuta mai altra più

importante.

Sentendomi nato per l'altro

sesso, l'ho sempre amato e mi

sono fatto amare per quanto

possibile.

Ho molto amato anche la

buona tavola e insieme tutte le

cose che eccitano la curiosità».

Casanova è, suo malgrado, eroe tragico, se punta ogni suo

bene nell'azzardo dell'avventura come sul tavolo da gioco o

nell'inseguimento dell' amore.

Solo all'estremo della vita si trova in mano e “gioca” la carta

vincente, quella delle Memorie, ma il giocatore non lo saprà

mai: destino beffardo!

Giulia Merlano

14 marzo 2015 IL LAGO DELLA TINN-A.

Arenzano – Agueta – Lago della Tinn-a - ArenzanoKm. 12 – dislivello metri: 550 – durata ore: 5.00 grado difficoltà: medio - mezzo: treno Escursione su sentieri tra antichi muretti a secco e sul tracciato di acquedotto. S’ incontrano boschetti di lecci, castagni e conifere, piccoli canyon, limpidi laghetti col- legati da iridescenti cascatelle: il più vasto e profondo è il lago della Tinn-a alimentato da una copiosa cascata; è il classico esempio di Marmotta dei Giganti.PERCORSO ALTERNATIVO: Si raggiunge con mezzi propri la località Agueta e da qui si prosegue verso il lago della Tinn-a (Km. 9 - dislivello mt. 250 – Tempo di percorrenza h 3 – difficoltà media)

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28 marzo 2015 ANELLO DELLE GIUTTE.

Giutte – Alta Via dei Monti Liguri - GiutteKm. 10 – disl.metri: 375 – durata ore: 5.00 grado difficoltà: medio - mezzo: proprio A due passi dal mare e dalle antiche cartiere della Val Leira troviamo un itinerario che percorre la parte meno conosciuta di Punta Martin. Ne percorriamo i fianchi tra antiche mulattiere per la fienaggione ed arcaiche e miseriose costruzioni in pietra: le trunée.

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G.A.U. Giovani Amici Uniti

Ci siamo mai chiesti chi sono personaggi che danno il nome

alle vie del nostro quartiere o della nostra città? Forse sì, ma

non sempre abbiamo avuto l'occasione di scoprire le storie

dei personaggi a cui la via, la piazza, il viale sono stati

intitolati e allora proviamo a conoscerne alcune.

Una targa all'inizio di una via di Struppa ricorda che in quel

luogo ha avuto i natali il grande attore Vittorio Gassman,

forse un giorno la strada prenderà il suo nome, ma oggi è

intitolata a Benedetto da Porto, ma chi era costui?

Benedetto da Porto forse nacque a Porto Maurizio tra la

metà del sec. XV e la metà del sec. XVI, fu un uomo coltissimo,

un valente letterato e per queste sue doti divenne

cancelliere della Repubblica di Genova e come tutti i suoi

predecessori ebbe l'incarico dai padri del Comune di

registrare fatti e avvenimenti della Repubblica, una sua

importante cronaca ci parla diffusamente della prima

venuta a Genova del re francese Luigi XII a cui Genova si era

“data”. Nella sua cronaca Benedetto da Porto, cancelliere

scrupoloso, ci dà un resoconto attento e preciso dell'evento

cittadino.

Luigi XII, in questa sua prima visita pacifica a Genova,

assume decisioni importanti e tutto viene documentato dal

buon funzionario che si discosta dalla sua narrazione

puntuale solo per poche righe quando rievoca con un

pizzico di palese invidia, la festa, molto speciale, voluta in

onore di Luigi XII da Lorenzo Cattaneo nella sua splendida

villa presso Terralba dove erano state invitate molte belle

donne . Pare che la festa, durata fino al mattino, si sia svolta

“largiore licentia”(con grande licenziosità).

Ciò che ha dato fama a Benedetto da Porto è la scoperta

fortuita che lo collega alla valorizzazione di uno dei più

antichi documenti della nostra storia “la tavola di bronzo”.

Questo documento fu rinvenuto nel 1506 nel greto del

torrente Pernecco da un contadino del luogo, Agostino

Pedemonte, mentre era intento a dissodare un pezzo di

terreno a Isosecco, località della Valpolcevera, costui

vendette, per raggranellare qualche soldo, la tavola ad un

calderaio. Pare fosse lo storico Giustiniani, capitato per caso

nella bottega a rendersi conto del valore del documento e

darne notizia a l'allora cancelliere Benedetto da Porto.

Questi acquistò,per conto del Comune, il documento

salvandolo da un certo riutilizzo come metallo. Sulla lamina

è incisa un'iscrizione in latino disposta su 46 righe,

contenente la sentenza che due magistrati romani, i fratelli

Minuci Rufi (i cui nomi sono ben visibili in alto nel testo

dell'iscrizione), nell'anno 117 a.C. pronunciarono su una

questione di confini che divideva i Genuates, gli abitanti di

Genova, e i Viturii Langenses, che abitavano nell'alta Val

Polcevera .

A quell'epoca Genova, città alleata dei Romani, godeva di

una preminenza sulle popolazioni dell'entroterra, ma

intorno al 200 a.C., i Viturii erano venuti in contrasto con i

Genuati riguardo all'uso dei terreni comuni, che non

appartenevano né ai Genuati né ai Vituri, ma allo Stato

romano per diritto di conquista. Le terre confiscate dai

vincitori, erano state in parte assegnate ai Viturii come “ager

privatus”: di queste terre avevano il pieno possesso e

potevano trasmetterle agli eredi; un'altra porzione, più vasta

(“ager publicus”) era in parte assegnata ai Genuati e in parte

concessa agli stessi Viturii Langenses in cambio di un tributo

da versare ai Romani, tramite i Genuati. I Viturii, per

l'incremento della popolazione e per far fronte ai tributi da

essi dovuti ai Romani volevano disporre di terreni più fertili e

idonei alla coltivazione di grano e foraggio, tentarono,così,

di estendere il loro agro privato su parte delle terre dell'

“ager publicus”, vennero inevitabilmente in conflitto con i

Genuati, che non volevano rinunciare alla loro supremazia.

La questione venne composta,come detto, da due illustri

cittadini romani, Quinto e Marco Minuccii,. che stabilirono

con precisione quali fossero i terreni privati e quali di uso

pubblico disponibili sia ai Genuati, sia ai Vituri.

Furono definiti i confini dell'agro privato dei Viturii Langensi,

di esclusiva proprietà di questi, e per il quale essi non

dovevano corrispondere alcun tributo. Dell'agro pubblico,

del quale furono ugualmente stabiliti i confini, avevano un

diritto d'uso sia i Genuati che i Langensi, ma questi ultimi

erano tenuti a corrispondere all'erario genovese un tributo

annuo di 400 Vittoriati, eventualmente pagabile in natura

(grano o vino). Con il loro arbitrato, i Romani non intesero

imporre la loro legge, ma sancire con la loro autorità dei

rapporti giuridici preesistenti tra Genova, città confederata

ma formalmente autonoma, e una comunità ad essa

soggetta, con una precisa definizione dei confini dei terreni

contesi e delle modalità di utilizzo degli stessi da parte dei

due contendenti ed anche, in misura minore, di altre

comunità liguri citate nel testo della sentenza.

A seguito del la ver tenza

vennero posti alcuni cippi,

grossi pietroni a monolite

incassati in verticale. Almeno

due di essi sono stati identificati.

Il primo si trova su un'altura nei

pressi della località “Prato del

Gatto”, a poca distanza dalla

strada provinciale dei Piani di

Praglia, nel luogo che dovrebbe

c o r r i s p o n d e r e a l “ M o n s

Lemurinus” della Tavola, un altro

si troverebbe oggi sommerso

dalle acque del lago artificiale della Busalletta, nel fondo

della valletta che divide i comuni di Mignanego e di

Fraconalto.

Il testo, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1520 da

Jacopo Bracelli, cancelliere della Repubblica di Genova, fu

poi tradotto in italiano dallo stesso Giustiniani che lo riportò

nei suoi “Annali” , dandone un'ampia descrizione.

La tavola fu posta nella cattedrale di San Lorenzo, poi nel

palazzo del Comune, quindi a palazzo Ducale, di lì traslocò a

Tursi, ora è conservata a Pegli nel Museo Archeologico sito

nella villa Pallavicini.

Ester Brunengo

LE STRADE DELLA VAL BISAGNO: VIA BENEDETTO DA PORTO

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A.N.P.I. Sport E. Casassa

“Mauro Costigliolo è una di quelle persone che se non ci fossero

bisognerebbe inventarla e se ciò accadesse, non verrebbe mai

come lui”!

Da oltre dieci anni è a “servizio” dell'ANPI Casassa e la sua

professionalità, attaccamento alla maglia ed onestà fanno di

lui persona, oltre che insostituibile, anche unica. Parlare con lui di calcio, ma soprattutto di ciò che ruota

intorno a questo complesso mondo dei “giovani”, a volte

potrebbe sembrare “superfluo”, tanto è deciso e convinto

delle sue idee, ma alla fine ha giustamente (quasi) sempre

ragione lui, e il tempo e i fatti gli stanno dando ragione.

Costigliolo ha la capacità di “fiutare” molto lontano e se

adesso, in questo momento, stiamo scrivendo o leggendo

dell'ANPI Casassa lo dobbiamo solo a lui e alla sua

caparbietà nel gestire situazioni calde e delicate che,

essendo vissute dietro le quinte, in pochi conoscono e forse

mai conosceranno. Ecco perché intervistare Mauro, evitando domande banali e

scontate diventa difficile, ma ci proviamo lo stesso.

Mauro, in tanti riconoscono la tua professionalità e lealtà

e ti stimano, stai ottenendo buoni risultati e verrebbe da

pensare che sei quasi perfetto . . .“Ma per carità – esordisce Mauro - certo è che ho le mie idee

e difficilmente, se non quasi mai, cambio modo di pensarla,

ma da qui a dire che non sbaglio ce ne passa. Nella mia vita

sportiva più di una volta ho sbagliato ma ho anche imparato

a farne tesoro e di conseguenza, difficilmente ripeto lo

stesso errore. Ecco questo sì”.

La crisi economica quanto influisce sui settori giovanili?

“Purtroppo si sente anche in questo settore – precisa

amaramente – e anche noi paghiamo lo scotto; infatti come

la maggior parte delle altre società quest'anno abbiamo

meno tesserati, così ci troviamo sempre a “rincorrere”, ma

confidiamo nei nostri mezzi. Purtroppo poi tante persone

non sono leali e magari ti ritrovi da un giorno all'altro a dover

ricostruire quello che faticosamente segui da anni, ma

questo sta nel gioco delle parti e solo chi seminerà con più

serietà raccoglierà maggiori soddisfazioni. Non lo dico io ma

è una legge dell'universo”.

Voi, come ANPI Casassa, come avete pensato di

tamponare questa falla?“Si, sono rammaricato perché già tre anni fa individuai la crisi

come un possibile “freno” per le future iscrizioni a tutto il

settore giovanile e devo ammettere che purtroppo i fatti mi

stanno dando ragione. La mia soluzione sarebbe a portata di

mano e consisterebbe in un sostanzioso ritocco verso il

basso delle quote di iscrizione e la possibilità di fornire

gratuitamente ai piccoli atleti della scuola calcio il kit della

divisa, ma mi rendo conto delle difficoltà a realizzare questo

progetto, sono convinto però che questa rimane l'unica

soluzione e vedremo, anche se in questo preciso momento

non saprei come, di realizzarlo al più presto possibile, magari

fin dal prossimo anno. Non disdegniamo nemmeno, e ci

stiamo lavorando sopra, la possibilità

per il prossimo anno di indire delle leve

calcistiche in giro per qualche

campetto della vallata, sicuramente

un'arma in più per farci apprezzare e far

conoscere oltre che la nostra scuola

calcio, i nostri valori umani e sociali”.

Obiettivo settore giovanile in primis,

ma come si fa a non parlare della

prima squadra?“Ovviamente la prima squadra rimane

la punta della piramide dove alla base

ci sta la scuola calcio e al vertice proprio

la prima squadra. Non posso nascondere che i ragazzi e il

mister stanno raccogliendo egregi

risultati e tutto ciò spero sia di buon

auspicio per tutti coloro che, sottoleva,

mirano ad arrivare a giocare in prima

squadra. Abbiamo chiuso la scorsa stagione con

una sudata, ma meritata salvezza e

quest'anno abbiamo iniziato molto

bene, un ottimo risultato per il gran

lavoro fatto dal mister e dai ragazzi, un

gruppo davvero unico”. Francesco Guizzardi

MAURO COSTIGLIOLO: «IL SAGGIO»

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materiale filatelico

La leva del 2000 è quella che in questi ultimi anni ha dato più

soddisfazione al sodalizio rossostellato. Su di essa, non a

caso, sono stati versati litri di inchiostro: infatti sta

continuando a vincere e ottenere prestigiosi risultati, e la

maggior parte degli addetti ai lavori è convinta che questa

leva farà parlare di essa per ancora tanti anni. Un piccolo

fiore all'occhiello che continua a sfornare petali su petali ed

emanare un profumo che, siamo certi, arriverà ad “inebriare”

le miglior platee del calcio nostrano e non solo.

Abbiamo deciso di guardare questa leva con occhi esterni;

ecco perché ci siamo fatti raccontare da Viviana Micari (una

delle tante mamme che si fanno in mille per i ragazzi) come

tutti loro hanno vissuto l'anno appena trascorso.

“Umiltà e spirito di squadra – esordisce Viviana - sono le doti

che hanno contraddistinto questi nostri ragazzi che tante

soddisfazioni hanno e stanno dando a noi genitori e alla

società”.

Tanti ricordi pieni zeppi di soddisfazioni, ma quella che

principalmente è rimasta impressa nelle menti è stata la

partecipazione alle fasi finali nazionali disputate a Roma nel

“Torneo degli Oratori”. “Si – conferma Viviana - penso che

l'avventura, non solo più bella ma anche più ricca di

emozioni, sia stata vissuta a Roma dove la nostra squadra,

dopo avere vinto la fase finale del girone, ha disputato la fase

finale del Torneo degli Oratori direttamente allo stadio

Olimpico di Roma, dove si è confrontata con le altre vincenti

a livello nazionale. In quella occasione i nostri ragazzi hanno

dato il massimo ottenendo un bellissimo terzo posto che

per noi vale come il primo”.

Risultati che inevitabilmente hanno portato in

Rappresentativa Provinciale due giocatori della squadra e

sui quali così la pensa Viviana: “Una parentesi deve essere

necessariamente aperta anche per i “terribili Mattia”, Abate e

Cimiero, che a suon di ottime prestazioni hanno contribuito

a vincere con la Rappresentativa Provinciale il Trofeo in

palio”.

Un anno talmente bello sotto tutti gli aspetti che i ricordi

indelebili e da raccontare sarebbero davvero tanti, come il

ritiro della scorsa estate. Abbiamo trascorso – ricorda

Viviana - una settimana fra le accoglienti montagne di San

Lorenzo in Banale, dove i nostri eroi sono stati messi

fisicamente a dura prova dai pesanti carichi di lavoro

impartiti dai nostri due pazienti mister, Antonio Lignani

detto “il Saggio” e Francesco Libello detto “il Duro”. Un mix di

fatica e spensieratezza che evidentemente ha fatto bene a

tutto l'ambiente, infatti anche la stagione in corso sta dando

ottimi risultati. Si certo – precisa Viviana - quei pesanti

carichi di lavoro stanno dando ottimi risultati: non a caso i

nostri ragazzi hanno vinto il girone a punteggio pieno

qualificandosi per le fasi regionali dei Giovanissimi, pronti e

consapevoli che saranno chiamati ad affrontare avversari di

livello superiore e quindi più impegnativo, tutti consci però

che, con l'umiltà e lo spirito di squadra che fino ad oggi li ha

contraddistinti, nessun traguardo potrà essere escluso a

priori.

Davvero un bel gruppo – conclude - dall'affiatamento delle

famiglie a quello degli atleti.

Famiglie felici, gesti preziosi e particolari attenzioni che

inevitabilmente contribuiscono alla realizzazione di un fiore

destinato a non appassire mai.

Francesco Guizzardi

QUESTI SONO… “I RAGAZZI DEL 2000”

A.N.P.I. Sport E. Casassa

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VIA MOLASSANA, 76/78 R 16138 GENOVA Tel . 010 4554825328/0127562 time and luxuryFARMACIA DAGNINO

Finalmente dopo tanti anni di dormiveglia, la prima squadra

dell'ANPI Sport E. Casassa” può archiviare e mettersi alle

spalle una stagione da incorniciare.

Avventura iniziata a gennaio del 2014 quando ebbe inizio la

cavalcata che permise all'Anpi di arrivare a giugno con la

salvezza in tasca e la certezza di poter continuare a giocare

nella categoria che meglio le compete.

Come in ogni cosa il risultato è determinato da molti fattori e

in questo caso i fattori positivi che hanno portato a questo

piccolo successo andrebbero spartiti in parti uguali: dal

magazziniere al presidente. Agli amanti dei numeri e delle

statistiche però, salterebbe subito all'occhio il fatto che

negli ultimi quattro o cinque anni diverse persone hanno

cambiato ruolo, ma assai poche (tanto da contarle sulle

punte di una mano) sono sempre rimaste a stretto contatto

della società.

Quindi non si può fare a meno di notare che uno dei nomi

più presenti negli ultimi quattro anni di attività sportiva

della prima squadra è quello di Nicola Vigna.

Che sia il caso, bravura o fortuna non sta certo a noi

deciderlo, ma visto che a questo punto nessuno meglio e

più di lui ha visto e vissuto questo lasso di tempo, proviamo a

“rubargli” qualcosa dei suoi pensieri.

Vigna si può definire questo suo quarto anno alla guida

dell'ANPI Casassa il migliore di tutti?

“Non saprei, il più bello che ricordo è sicuramente il primo

quando riuscimmo a salvarci iniziando la rincorsa da una

preoccupante e pericolosa ultima posizione di classifica,

però sì, credo che questo sia giusto definirlo il migliore. Vedo

e non solo io, che il gruppo è notevolmente migliorato

crescendo sotto tutti gli aspetti più importanti, ma

sicuramente crescendo mentalmente e questo mi da

enorme soddisfazione perché vuole dire che ogni difficoltà

può essere superata”.

Una volta le sentii dire che passa più tempo al XXV Aprile

che a casa: quindi se le dico “ANPI ” come mi risponde e

cosa le viene in mente?

Nicola Vigna non ci pensa un attimo e con gli occhi più

brillanti del solito dice “Penso… a una delle ultime società

rimaste orgogliose di definirsi tali, una famiglia seria e ben

salda dove si sta e si vive con lo spirito giusto e utile a tutti e

dove, soprattutto, ognuno di noi, oltre a fare il proprio

dovere, lavora per cercare di fare stare meglio gli altri e

questo è un valore che non si trova facilmente”.

Sembra una dichiarazione d'amore…

“Lo sembra ma non è proprio così; si tratta di spiegare senza

nessun interesse che tipo di rapporto ormai si è instaurato

fra me e la società semplicemente perché le regole del buon

senso non stanno scritte da nessuna parte, ma

evidentemente in questa società non ce n'è bisogno perché

qua certi valori sono radicati fin dai tempi antichi e

difficilmente potranno andare persi. Quindi – conclude

sornione e sorridente Nicola Vigna - fino a quando nessuno

mi manda via, non sarò certo io a farlo...

Francesco Guizzardi

NICOLA VIGNA E LA SUA SQUADRA IN UN ANNO DA INCORNICIARE

A.N.P.I. Sport E. Casassa

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Ore 6.45 suona la sveglia! Forza è il 6 gennaio, si va in giro per il paese a consegnare i doni insieme alla Befana! Erica e Giada, le mie due bambine scattano come molle, per loro è una giornata bellissima. Appuntamento nella sede del Gruppo, con tutti gli altri, alle 8. Alla partenza siamo in pochi: io e Sabrina con le mie due bambine, Fabrizio e Annamaria con Andrea, Bissi con la piccola Nicole e naturalmente la Befana: quest'anno tocca a Martina, con i suoi piccoli Nicolò e Jacopo. Carichiamo la mia macchina con tutti i doni e partiamo verso il Chiappeto, il quartiere più in alto di Aggio. Prima tappa da Franca e Mario, prima che scendano in paese per la Messa; saluti, due chiacchiere, qualche caramella da parte loro per i bambini - aiutanti della Befana - e consegna dei doni per loro. Via, si va dalla Giannina, l'ultima casa del paese. Saliamo tutti su per la creusa e suoniamo alla porta ma stranamente non risponde. Iniziamo a domandarci del perché ma una voce arriva dalle fasce poco più su; non poteva mancare, era già a dar da mangiare agli animali: quando si dice “gente di paese”. Foto di rito, consegna del dono e si suona alla porta della casa di Dalma - che ci aspetta ogni anno - e ci sente passare col nostro tipico baccano. Nel frattempo, mentre la Befana e gli altri portano i doni ai bambini e agli altri anziani del quartiere, incontriamo Giovanni, detto Ninni, una vita passata nel nostro gruppo e approfittiamo per scambiare quattro chiacchiere con lui. Finita la zona più a "nord" del paese cominciamo a scendere e andiamo al "palazzo" a consegnare i doni alla nostra consigliera Camilla per il nonno e dalla piccola Amelia che aspetta la Befana con ansia. Nel frattempo ci raggiungono Francesca col piccolo Ernesto e proseguiamo nel nostro giro. Saltiamo il quartiere del "poggio" (passeremo alla fine del giro) e andiamo verso la "contrada" dove non troviamo nessuno da Aldo e Sergio; lasciati i regali dal cancello, proseguiamo e scendiamo a portare i doni ai piccoli: Silvia, Martino ed Helga, che prontamente, insieme alle loro mamme si aggregano all'allegra comitiva.

Dopo la consegna di qualche altro dono è arrivato il momento di andare al "piano" dove ci aspettano Elda e Luigi con Simona che gentilmente si prodiga a prepararci una bella dose di frittelle fatte sul momento. La mattinata continua ad essere sempre più interessante: saluti, frittelle,

consegna doni e si riparte a fare altre visite al centro del paese; alcuni ci aspettano, altri non ci sono e lasciamo il pacco dalla porta e altri ancora ci accolgono con dolci e caramelle per i bambini che ci accompagnano, nel frattempo sempre più numerosi e festanti. Piacevole la visita ad Armandino e Giulietta, "Armandino avevo visto la tua ape dalle fasce", "si ero li ma sapevo che arrivavate e sono venuto a casa apposta!" Cominciamo ad accelerare, il tempo inizia a stringere, "ca di ferri" e "ca di re" sono due rioni con molte consegne, sia per i bambini che per gli

anziani, anche qui ci aspettano con ansia. La parte migliore però deve ancora arrivare: in fondo al paese troviamo una bella tavola imbandita con pizza, patatine, crostate, bibite e qualche bottiglia di buon vino; il tutto preparato dal fantastico quartiere di "ca do elio" con tutti i suoi abitanti che ci aspettano come ogni anno! Il giro a questo punto è finito, la sosta qui è un po' più lunga anche perché siamo a ridosso dell'ora di pranzo e lo spuntino è cosa assai gradita… Durante il giro del paese riaffiorano i ricordi per chi non c'è più e allora appare un velo di tristezza, però c'è sempre qualche nuovo bambino e qualche nuovo "anziano" da "premiare" e allora il velo si rompe per far posto al convincimento che questo giro della Befana sia una splendida tradizione e che debba continuare. Salutiamo tutti, ci vediamo l'anno prossimo! Paolo Burlando

LA BEFANA, UNA GIORNATA PARTICOLARE

1212

Gruppo Sportivo Ricreativo Dilettantistico Aggio

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LA SCUOLA DELLA PACE

Circolo A.R.C.I. 7 Novembre

Nell'ultima parte di questo mio “viaggio” ho chiesto ad Elena

di raccontarmi qualcosa di più su questa meravigliosa

esperienza che lei e gli altri giovani stanno vivendo.

“I bambini sono una via per costruire un mondo nuovo.

Infatti noi vogliamo trasmettere loro che il mondo può

essere senza barriere, che si può essere tutti

cittadini italiani. Durante la presentazione i

piccoli hanno fatto tutti riferimento al luogo di

origine dei genitori (Albania, Bosnia, Croazia,

Ecuador, Romania…), mentre i grandi, che

hanno un po' più di coscienza di chi sono,

hanno detto “vengo dall'Italia, vengo da

Genova”. In effetti sono pochi ad avere origine

italiane, ma loro si sentono tali.Quello che noi

vogliamo trasmettere loro è il nostro impegno;

qui operano tutti ragazzi che studiano al liceo o

all'università e trovano il tempo per questi due

pomeriggi alla settimana proprio per insegnare

la bellezza della gratuità di un'amicizia. Nessuno paga la retta per frequentare la Scuola

della Pace e nessuno riceve compenso per farla. Vogliamo trasmettere una visione del mondo

diversa, in cui si può stare insieme tra persone

che vengono da diversi Paesi e tra chi ha vite

diverse perché ci sono bambini che hanno una vita più

serena ed altri più difficile, ma questo non li divide: non

esistono poveri o ricchi ma solo amici. A Genova esistono cinque Scuole della Pace a Struppa,

Begato, CEP, Cornigliano e Centro Storico. Noi della Comunità di Sant'Egidio siamo presenti in Val

Bisagno da 30 anni dove abbiamo seguito gli amici del

Campo di via Adamoli ed altre amicizie come gli anziani del

quartiere e dell'Istituto Doria. Infatti i bambini hanno tenuto a rimarcare questa cosa:

l'anno scorso, l'otto marzo abbiamo fatto una festa

nell'Istituto Doria, organizzata con la partecipazione attiva

dei bambini. Hanno portato i palloncini e la mimosa per le donne, hanno

fatto dei disegni, hanno regalato agli ospiti dell'Istituto le

foto della colonia per far capire che potevano essere amici

anche con loro, perché abbiamo voluto trasmettere l'idea

che non esiste barriera neanche tra le generazioni e come

questi nuovi piccoli italiani possano far vedere come è bello

stare insieme.

La collaborazione con la Sette Novembre nasce nel 2008

perché in mancanza di una sede nostra avevamo l'esigenza

di un locale dove poter svolgere le nostre attività. Abbiamo contattato il Presidente, Giorgio Mangini, che ci ha

offerto la disponibilità ad utilizzare i loro locali. Con gli anni siamo cresciuti di numero e siamo riusciti a

coinvolgere bambini italiani, stranieri, rom perché è un

arricchimento per il quartiere e un bene per i bambini.

L'approccio alla Scuola della Pace avviene molto per passa

parola anche se nel nostro caso specifico, vista la nostra

presenza storica sul territorio di Struppa, accade che alcuni

bambini siano figli di genitori che a loro volta hanno

frequentato da piccoli la Scuola Popolare. Succede anche che alcuni bimbi invitino a partecipare i loro

compagni di classe che, constatata la bellezza della scuola,

decidano di frequentarla abitualmente.Non c'è riluttanza da parte dei genitori dei

bambini di origine italiana a che i loro figli

frequentino una realtà così variegata, anzi tra le

nostre più grandi sostenitrici ci sono proprio le

mamme italiane. Poi credo che la Scuola della

Pace sia di per sé anche una provocazione:

davanti a chi dice che non si può stare insieme

tra diversi, a chi propugna l'Italia agli italiani e

fuori tutti gli altri noi vogliamo dare uno spunto

di riflessione, perché noi tutti assieme ci stiamo

bene e perché desideriamo vivere in città dove i

bambini sappiano apprezzare gli anziani, dove

non ci sia la paura dello straniero o dello zingaro

ma che sia accogliente per tutti, perché se non è

accogliente per uno non lo è per nessuno”.

(Seconda parte)Mauro Bosco

i Soci del Circolo 7 Novembre

gli Educatori della Scuola della Pace

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11^ EDIZIONE DEL “TROFEO D'INVERNO”

Il 18 Gennaio 2015 si e' svolta, nello splendido scenario del

Lago Belvedere di Castelceriolo (AL), l'undicesima edizione

del “Trofeo d'inverno”, ambita gara promozionale di pesca

alla trota in lago che vede al via alcuni tra i più noti e

rappresentativi pescatori agonisti in questa particolare

specialità provenienti da tutto il nord Italia.

La gara e' stata organizzata dalla Società “Pesca Sportiva

Prato” di Genova e magistralmente diretta dal giudice di

gara della federazione Fipsas Giuseppe Boscariol di

Alessandria.

La cronaca: il ritrovo dei concorrenti è fissato alle ore 7.30

presso il lago dove ha inizio l'attività, un po' frenetica, di

preparazione dell'attrezzatura; il livello del lago - al massimo

della portata idrica - lasciava prevedere una splendida

manifestazione e così e' stato.

Alle ore 8.30 inizia il primo degli otto turni di pesca previsti;

le trote rispondono subito bene con abboccate decise e

frequenti e tutti i concorrenti riescono a catturare a

ripetizione le trote ed i migliori riescono a mettere nel

cestino anche più di venti prede già al primo turno.

La tecnica più redditizia che e' stata usata è quella della

canna armata di galleggiante da 1,5/2 gr. fondo di circa un

metro e mezzo e come esca la camola del miele

sapientemente fatta lavorare nel sottoriva.

Divertimento assicurato per tutti nel prosieguo della

turnazione.

Al termine la spunta Danilo Riva della Senago Daiwa di

Milano con 74 prede (o come si dice in termine tecnico:

“catture”) seguito a pari merito con 73 trote da Di Lernia

della Società Monviso e Ratto della Società Eridania.

Al vincitore è andato il meraviglioso trofeo in pietra

dolomitica ed argento della ditta Mastrosette di Trento e la

medaglia d'oro; i secondi, a pari merito, e fino al 13°

classificato sono stati premiati con medaglia d'oro.

A tenere alto il nome della

Va l b i s a g n o i n c l a s s i f i c a

troviamo, subito a ridosso dei

primi Stefano Censi, fortissimo

agonista genovese da anni al

ve r t i ce d e l l e c l a s s i f i c h e

nazionali della pesca alla trota

in lago.

Un ringraziamento particolare

a t u t t i i p a r t e c i p a n t i ,

all'ospitalità dei titolari del lago

Belvedere, al giudice Giuseppe

Boscariol ed alla ditta “Milo”

s p o n s o r t e c n i c o d e l l a

manifestazione.

L'appuntamento e' per l'anno

prossimo per una meravigliosa

giornata di sport e amicizia.

Fabrizio Pitto

Associazione Pesca Sportiva Prato

il Trofeo d’inverno 2015

in primo piano il vincitore Danilo Riva della Senago Daiwa di Milano

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Club Subbuteo Green HawkADESSO SI ENTRA NEL VIVO: REGOLE E TERMINI

Dopo aver raccontato la nostra esperienza di appassionati di Subbuteo da questo numero iniziamo ad entrare con voi nel vivo del gioco illustrandovi in dettaglio termini e regole di questa avvincente attività con la speranza che servano per stimolare l'interesse e la partecipazione, magari aderendo al Club Green Hawk, che ha sede e campi di gioco presso il Palazzetto dello Sport “Lino Maragliano” di Genova .

1) Colpi a punta di dito1.1 La miniatura deve essere colpita contro la base esclusivamente con l'unghia del dito indice (o medio) di una qualsiasi delle due mani.1.2 La miniatura deve essere colpita sfruttando il solo colpo di dito senza trascinarla, spingerla o muoverla con la mano o il braccio e senza fare leva con le altre dita.1.3 Il colpo a punta di dito deve essere eseguito col solo movimento del dito. La mano, il polso, l'avambraccio ed il braccio devono rimanere fermi al momento del colpo, sia durante il gioco d'attacco, sia al momento della mossa difensiva. È vietato qualsiasi “accompagnamento” di dito, mano o miniatura (vedi reg. 8.14).

1.4 Il giocatore può appoggiare al campo di gioco solamente la mano con la quale esegue il colpo a punta di dito (vedi reg. 8.12). La mano che non è utilizzata per colpire la miniatura può essere appoggiata esternamente alla recinzione del campo di gioco.1.5 Il giocatore non può utilizzare entrambe le mani contemporaneamente sul campo di gioco per colpire le

miniature. È ammesso manovrare il portiere con una mano e colpire a punta di dito con l'altra.1.6 Durante un colpo a punta di dito, offensivo o difensivo, non si devono toccare altre miniature se non quella che si vuole muovere (vedi reg. 8.6).1.7 La palla può essere colpita in corsa (colpo “al volo”).1.8 Nel gioco “al volo” il colpo a punta di dito deve essere eseguito col solo movimento del dito.

La mano ed il polso devono rimanere fermi al momento del colpo (vedi reg. 8.14), mentre il braccio può essere in movimento.

2) ARBITRO… lo vedremo in un prossimo numero

3) Durata degli incontri3.1 La partita si gioca in due tempi di 15 minuti ciascuno e cambio campo a fine primo tempo.3.2 Quando necessario ai fini del risultato, possono essere disputati due tempi supplementari di 5 minuti ciascuno e cambio campo a fine primo tempo supplementare. Marco Villa

1515

giocatore persona che partecipa alla partita miniatura elemento della squadra

Subbuteo

attaccante miniatura della squadra che ha il possesso della palla

difensore miniatura della squadra che non ha il possesso della palla

portiere portiere con asticciola portierino miniatura da utilizzare in sostituzione al portiere con asticciola

colpire eseguire il colpo a punta di dito

colpire “al volo”

durante il possesso palla eseguire il colpo a punta di dito con la palla in movimento

colpo di posizionamento

spostamento in caso di punizione, corner, fallo laterale o rientro dal fuorigioco

calcio di punizione

diretto

calcio di punizione con palla dentro l’area di tiro avversaria

calcio di punizione indiretto

calcio di punizione ove non è consentito tirare direttamente in porta

automatic-flick

colpo di rientro dal fuorigioco che non prevede lo spostamento difensivo

back ripetizione dell’ultima azione a seguito di una mossa irregolare

campo (di gioco)

area delimitata dalle linee laterali e di fondocampo, suddiviso in quarti

linea di tiro linea oltre la quale è possibile tirare in porta per fare goal

calcio d’inizio

calcio con palla a centrocampo, che si effettua a inizio partita o a seguito di una rete.

CASISTICA 1.1Situazione: Nel momento del colpo a punta di dito esiste una posizione scorretta delle altre dita della mano?Risposta: Nel colpo a punta di dito, per non fare leva, va evitato il contatto laterale con le altre dita della mano

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C’era una volta

Al giorno d'oggi è difficile credere che per secoli le acque del

Bisagno e dei suoi affluenti, siano riuscite a dissetare tutta

Genova. Il continuo disboscamento e la messa a cultura del

terreno hanno reso scarse le sue acque e diminuito il

numero delle sorgenti che in passato gli valsero

l'appellativo di “fiume”.

Gli antichi documenti mostrano che già nel 200 a.c. in

prossimità della fontana Coperclata si sviluppava lungo la

sponda destra del Bisagno un antico acquedotto romano

che aveva origine nella pescaia del follo (attuale Giro del

Fullo). Dopo l'anno mille, questo acquedotto fu

abbandonato e iniziò la costruzione di quello medievale che

sfruttava le sorgenti della valle del Veilino (toponimo che

deriva dal termine dialettale Beo che significa derivazione

d'acqua o ruscello). Nei secoli successivi l'acquedotto

medioevale fu prolungato fino alla valle di Trensasco e in

seguito fino a Schienadasino, riuscendo così a convogliare

nel suo canale le abbondanti acque del Bisagno.

Nei primi anni dell'800, per catturare più acqua, e quindi

aumentare la sua por tata vennero incanalate

nell'acquedotto anche le acque del rio Torbido e, in seguito,

quelle della valle del Concasca, dove scorre l'omonimo

torrente chiamato anche Lavena. Con questi ultimi

prolungamenti, l'acquedotto raggiunse la sua massima

distanza dalla città.

Tra la valle del Veilino e quella di Trensasco vi sono la valle di

Preli, dove scorre Il rio Figallo, e quella della Cicala che

prende il nome dalla famiglia genovese dei Cicala,

proprietaria della zona fin dai tempi antichi. La sensazione

che si prova entrando nella valle della Cicala e passando a

fianco delle rare case a ridosso del canale dell'acquedotto è

quella di tornare indietro nel tempo: ogni angolo qui pare

animarsi in un caleidoscopio di colori, ricordi, suoni, odori e

fatica. Poco dopo il tramonto, le fronde degli alberi, che

lambiscono il canale, si oscurano rapidamente in contrasto

con l'orizzonte che riflette ancora la luminosità azzurra del

cielo. In questa luce quieta, lo sguardo spazia sull'abitato

della valle che sale tra piccoli orti coltivati e mulattiere che

s'inerpicano verso il monte perdendosi poco oltre nel

bosco. Il lungo nastro grigio dell'acquedotto si addentra

nella valle ancora incontaminata, che mantiene le

peculiarità tipiche della campagna, costituita da numerosi

terrazzamenti e coltivi. La vegetazione è bassa e il tracciato è

affiancato da vistosi resti di canali dismessi, a testimonianza

dei continui rifacimenti e ampliamenti cui è stato

sottoposto tutto il condotto.

Per passare al versante opposto si attraversa il piccolo

ponte-canale sul fossato della Cicala che sorprende per la

sua aspra bellezza e per il silenzio intenso che la avvolge, pur

essendo a così breve distanza dalla città. Appena passato il

ponte, sulla destra c'è la derivazione che si inoltra per una

cinquantina di metri fino alla presa, rasentando il fianco del

fossato che scende a valle formando innumerevoli

cascatelle di acqua limpida. Sul versante opposto della valle

il paesaggio intorno fa da sfondo all'avvicinarsi della città; la

bassa vegetazione e i pochi alberi evidenziano il tracciato

dell'acquedotto permettendoci di attraversare questo

lembo di paesaggio, tra i più belli e meno contaminati, sino

ai tre ponti canali che si susseguono, ottimamente

conservati. Il primo ponte ad unica arcata è sul rio Costa

Pelosa, segue a poca distanza quello sul rio Pezzola a tre

arcate e completo di scolmatori. Sul rio Borneli, il terzo ponte

ad una arcata precede di poco un altro tratto franoso che

ricopre il canale per un centinaio di metri. Il tracciato

prosegue poi fino a incrociare l'abitato

di Preli e continuare verso la città.

Luciano Rosselli

scrittore e autore di volumi

sulla Val Bisagno

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UNA PASSEGGIATA SULL'ACQUEDOTTO STORICO

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La parola all’Esperto

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PRESTAZIONE SPORTIVA: COMPORTAMENTO, MOTIVAZIONE ED EMOZIONE

Il comportamento umano, definito come “attività finalizzata alla soddisfazione di determinati bisogni e/o alla realizzazione di scopi” è qualcosa di estremamente complesso organizzato ed influenzato da componenti genetico-biologiche ed esperienziali-ambientali. Ha un aspetto motivazionale ed un aspetto emotivo; aspetti che, nel passato, erano considerati come contrapposti dove la motivazione, organizzata, razionale ed efficace, poteva essere ostacolata dall'emotività, disorganizzata, irrazionale e disfunzionale; oggi si tende ad esaminare i due aspetti in maniera congiunta come due facce di una stessa medaglia.Una prestazione sportiva è, indubbiamente, un comportamento con una forte dimensione motivazionale che riguarda il “perché” (cause ed obiettivi) ed una altrettanto forte dimensione emozionale che riguarda il “come” (cambiamenti a livello corporeo e psicologico), dove entrambe le componenti devono essere regolate ed armonizzate per orientare comportamenti goal-directed, efficace termine che indica attività psico-fisiche focalizzate ed orientate su un obiettivo preciso.In che maniera la dimensione motivazionale interviene nella prestazione? Le strategie comportamentali (come si affrontano le gare per esempio) dipendono da due aspetti in conflitto tra loro: la motivazione a vincere e la motivazione ad evitare il fallimento; la prima porta speranza ed induce ad affrontare le prove e l'altra porta paura ed induce ansia e ritiro. Dalla valutazione tra il livello di difficoltà del compito ed il tipo di emozione che potrebbe scaturirne (orgoglio o vergogna) ne deriva l'atteggiamento e la risposta emozionale (vedi oltre) con cui si affrontano i compiti. Approfondiamo ancora: chi ha entrambe le tendenze alte si impegna molto ma è anche molto ansioso, si trova invece in condizione ottimale, perché non condizionato dalla paura, chi ha alta tendenza al successo e tendenza bassa ad evitare il fallimento. La dimensione emozionale, a torto considerata “bestia nera” delle prestazioni, può essere invece una componente del comportamento goal-directed se correttamente regolata. Diamo un “perché” alle emozioni come meccanismo adattivo e premiato dall'evoluzione attraverso il quale gli esseri viventi affrontano le continue sollecitazioni ambientali.

Un piccolo schema visivo del percorso

Evento-stimolo

Valutazione Risposta emozionale

Persona

Da un evento-stimolo che coinvolge proprio quella persona (unica ed irripetibile con i suoi vissuti e le sue motivazioni) che ne farà una propria valutazione (determinata da aspetti coscienti ma anche da aspetti sotto-coscienza) il corpo attiva una risposta emozionale (comportamento atto a fronteggiare l'evento stesso). Detto in parole più semplici

ogni volta che una persona incontra eventi e situazioni ambientali che devono essere affrontati mette in atto processi di valutazione dai quali scaturisce una risposta psico-fisica complessiva che chiamiamo risposta emozionale. Intervengono in questo processo, oltre al già considerato aspetto motivazionale, varie componenti in interazione tra loro tra le quali vale la pena di approfondire: l'attivazione fisiologica dell'organismo o arousal (stato di eccitazione generale indotto dal sistema nervoso attraverso il rilascio di adrenalina che, in sostanza, corrisponde ad una predisposizione psico-fisica a fronteggiare un evento significativo, stato vissuto psicologicamente come ansia) e la componente soggettiva (propri vissuti e riflessioni, capacità di autoregolazione).

Una curva a «U» rovesciata caratterizza il rapporto tra livello di arousal (ansia) e qualità della prestazione: un livello ottimale della prestazione si raggiunge laddove l'ansia è a livelli medi, troppo bassa non sostiene la prestazione, troppo alta la ostacola.La componente soggettiva interviene fortemente: ogni essere umano, infatti, non si limita a provare emozioni ma, entro certi limiti, le regola modulando la valutazione degli eventi e delle proprie risposte agendo sulle varie componenti della risposta emotiva. E' possibile mettere in atto diverse tecniche, attività, modalità di relazione per attivare una efficace autoregolazione delle emozioni.Un'ultima considerazione riguarda il “fattore gruppo”: le relazioni, i ruoli, le funzioni, le aspettative, il clima, come avviene la comunicazione sono aspetti fortemente motivanti (o demotivanti) che varrebbe la pena di considerare come componente della prestazione. Ma questo meriterebbe una trattazione a sé.

Dott.ssa Ornella MastroianniDottore in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunitàmail:[email protected]

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Le Aziende del territorio: Cantine Gambaro

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Nasce come piccola azienda vinicola a conduzione familiare

fondata da Antonio Gambaro, con sede nel paesino di Aggio

sulle alture di Struppa, nella Alta Valbisagno.

In seguito ha un'ulteriore espansione con Angelo (u Ninin),

personaggio di grande carisma e bravura molto conosciuto a

Genova, tanto che ancor oggi i vecchi clienti, per indicare la

cantina, usano l'appellativo “da u Ninin”.

In seguito è stata condotta e consolidata dai fratelli Assunta e

Giuseppe Gambaro, figli di Ninin che hanno mantenuto

l'impostazione tradizionale. Dal 2006 la Cantina ha cambiato

famiglia, ma ha proseguito con le vecchie tradizioni imparate

come “garzonetto” da Andrea Avvenente che è stato a bottega

per diversi anni dai figli di Ninin. Oggi tutta la famiglia

Avvenente si impegna a mandare avanti la cantina nel buon

nome dei fondatori mantenendo la qualità dei prodotti e i

prezzi concorrenziali nella nuova sede di Via Rio Torbido 1

cancello, alla Doria.

La vinificazione delle uve acquistate da produttori selezionati

nelle migliori colline del Oltrepo' pavese, dell'Ovadese e del

Tortonese avviene nel mese di settembre usando una

pigiatrice - diraspatrice che esegue contemporaneamente lo

schiacciamento degli acini e la separazione dei graspi dalla

massa pigiata che viene pompata nelle vasche per la

fermentazione naturale della durata di circa quattro o cinque

giorni. Quando il grado zuccherino residuo nel mosto è di circa

2/3 gradi, si procede alla svinatura e ad una leggera

torchiatura. La pulizia del mosto avviene per decantazione con

l'effettuazione di minimo tre travasi; il primo quando il mosto

ha smesso di bollire, il secondo a fine novembre e il terzo a

metà gennaio.

Nel periodo di settembre la cantina mette a disposizione le uve

acquistate anche per coloro che desiderano a casa propria

produrre vini per il fabbisogno quotidiano seguendoli con

consigli e chiarimenti per ottenere un buon prodotto.

Durante tutto l'anno la cantina offre ai propri clienti vini sfusi

non solo di produzione propria, ma anche di cantine

selezionate con le quali già Ninin aveva collaborato.

Venite a trovarci e troverete più di 300 tipi di vino imbottigliato

di tutte le regioni d'Italia, un grande assortimento di spumanti

nazionali ed esteri e diversi prodotti di aziende agricole locali

come miele, sciroppo di rosa e alcuni dolci sfiziosi da abbinare

a qualche buon brachetto, moscato o passito e per finire

qualche buona grappa o liquore un po' speciale.

Nel periodo dal 8 al 24 dicembre la cantina resta aperta tutti i

giorni per aiutare Babbo Natale a trovare regali da far venire

l'acquolina in bocca a tutti con confezioni personalizzate sia di

bottiglie che di cesti per tutti i gusti e per tutte le tasche.

Vi aspettiamo da settembre a giugno

dal lunedì al sabato

ore 8.30 -12.30 e 15.00 -19.00

in luglio e agosto

dal lunedì al sabato

ore 8.30 -12.30 e 16.30 -19.30

dall' 8 al 24 dicembre

aperti tutti i giorni dalle 8.30 -13.00 e 15.00 -19.30

CANTINE GAMBARO

Cantine A. Gambaro S.a.s.- Via Rio Torbido 1 cancello - 16165 Genova - Tel 010 808906 - Cell 393 9413314

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Noi in 20 pagine: Le Società della Polisportiva

Società Sportiva Dilettantistica Polisportiva AltavalbisagnoPiazza Suppini, 2 - 16165 GenovaTel. 010 8309164

Società Sportiva Dilettantistica Normac Avb PallavoloPiazza Suppini, 2 - 16165 GenovaTel 010 8309164

mail: [email protected] sito: www.normacavb.comfacebook: www.facebook.com/NormacAvbGenovaVolley

Associazione GAU - Giovani Amici UnitiPiazza Suppini, 4 - 16165 Genova Tel. segreteria 010 802344

ANPI Sport Emilio Casassa 1953 Via Gualco, 3 - 16165 Genova Tel. 010 8596506 Fax 010 0986032

Associazione Pesca Sportiva “Sergio Ghiglione” PratoPiazza Suppini, 2 - 16165 Genova

S.M.S. “7 Novembre”Viale dei Cipressi, 2 - 16165 GenovaTel. 010 809401

Club Subbuteo Green Hawk Piazza Suppini, 2 - 16165 Genovamail: [email protected]

Gruppo Sportivo Ricreativo Dilettantistico AggioSalita Aggio, 1 - 16165 GenovaCell. 339 3218005

mail: [email protected] mail: [email protected]: www.anpicasassa.it

mail: [email protected] sito: www.assgau.it

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FARMACIA DAGNINODr.ssa Michela Dagnino

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Via D’Annunzio, 2/9 - 16121 Genova

+39 010 59 59 408 - +39 010 59 59 689

[email protected]

Amministrazione condomini

Gestione Patrimoni Immobiliari

Coordinamento tecnico centri direzionali

e commerciali

Analisi e controllo consumi elettrici e

riscaldamento

Redazione e gestione di piani esodo

dell'edificio e gestione integrata allarmi