20 Noi POLISPORTIVA ALTA VAL BISAGNO 1972 · guida con i sistemi migliori per metterli in pratica....
Transcript of 20 Noi POLISPORTIVA ALTA VAL BISAGNO 1972 · guida con i sistemi migliori per metterli in pratica....
Come ogni inizio d'anno tutti noi abbiamo fatto una serie di buoni propositi per la voglia di ricominciare da capo, per metterci alla prova, per abitudine. In base ai sondaggi i più “gettonati” per il 2015 sono: fare più attività sportiva, imparare una lingua, perdere peso, dormire di più, ridurre lo stress, ridere di più e meglio, mangiare sano, leggere di più, smettere di fumare. Che fare per realizzare almeno qualcuno dei nostri propositi? Intanto cominciamo a metterli nero su bianco facendo un elenco anche breve che comprenda una guida con i sistemi migliori per metterli in pratica. In questo modo ce li ricorderemo meglio e ogni tanto (magari una volta al mese) leggendo l'elenco potremo verificare se stiamo attuandoli, se siamo sulla strada giusta. Se riusciremo a realizzarne alcuni o almeno uno, oltre alla soddisfazione personale, aumenteremo anche la stima in noi stessi. Proviamoci!Ed ora passiamo al nostro notiziario dove troverete anche qualche spunto per attuare i vostri buoni propositi. In questo numero vi proponiamo tante notizie interessanti sulle società e le associazioni che fanno parte della Polisportiva Altavalbisagno. Prima di tutto l'intervento sempre pertinente del nostro Presidente Carlo Mangiapane poi le
news della NORMAC AVB: il punto sui campionati e i tornei, la testimonianza di Salvatore D'Agnese, accrescere il senso di appartenenza e tante foto della Festa di Natale. Per la GAU la presentazione del corso di genovese da parte di Franco Bampi, presidente dell'Associazione “A Compagna”, la letteratura all'Università popolare, il programma di trekking e la storia di Benedetto da Porto. Nelle pagine riservate all'ANPI Casassa si parla di Mauro Costigliolo, dirigente della società, di Mister Nicola Vigna e della Leva del 2000. L'Associazione Sportiva Aggio racconta la Festa della Befana, mentre il Circolo 7 novembre termina la presentazione dell'attività della Scuola della Pace. La società Pesca Prato ci parla invece del Trofeo d'inverno e la Green Hawk presenta, a puntate, le regole per giocare a Subbuteo. Lo scrittore Luciano Rosselli ci accompagna in una piacevole passeggiata sull'acquedotto storico. Nella rubrica “La parola all'esperto” si parla invece della gestione della prestazione sportiva con Ornella Mastroianni, dottoressa in scienze e tecniche psicologiche. Per le Aziende del territorio questo mese presentiamo “Le Cantine Gambaro”, azienda vinicola a conduzione famigliare. Maria Grazia Marletto
BUONI PROPOSITI E NUOVI PROGETTI
Aggio
POLISPORTIVA ALTA VAL BISAGNO 1972
2020in paginein pagine
NoiNoiAssociazione
pesca sportivaPrato
P.A.
anno IInumero 1 - 2
gennaio - febbraio 2015
La parola al Presidente
Noi in 20 pagine: Anno II Numero 1-2 gennaio-febbraio 2015Periodico mensile della Società Sportiva Dilettantistica Polisportiva AltavalbisagnoPiazza Suppini, 2 - 16165 Genova - Tel. 010 8309164Registrazione Tribunale di Genova n. 14/2014 del 16/7/2014Pubblicazione non in venditaE’ autorizzata la riproduzione dei testi citando la fonte. E' vietata la riproduzione, anche parziale delle illustrazioni senza il consenso dell'editore.
Direttore Responsabile: Maria Grazia Marletto - [email protected] Direttore Editoriale: Carlo Mangiapane – [email protected] Editoriale: Aldo De Crignis - [email protected] collaborato a questo numero: Franco Bampi, Ennio Bosco, Ester Brunengo, Paolo Burlando, Francesco Guizzardi, Ornella Mastroianni, Giulia Merlano , Fabrizio Pitto, Luciano Rosselli, Marco Villa Realizzazione grafica: Enzo TrovatoStampa: Ernesto Marini S.r.l. – Via Struppa, 300 - 16165 Genova
Con l'uscita del quinto numero della rivista è arrivato il
momento di verificare se quanto è stato fatto ripaga di tutti gli
sforzi compiuti per raggiungere l'obiettivo auspicato. Dal
periodo intercorso dall'uscita del primo numero di “Noi in 20
pagine” ad oggi possiamo affermare che il comitato di
redazione è notevolmente cresciuto e si riunisce regolarmente
con una partecipazione attiva dei rappresentanti delle società
e associazioni che fanno parte della Polisportiva, dando un
contributo di qualità per lo sviluppo del nostro mensile. Con il
susseguirsi dei numeri, i contenuti stanno diventando sempre
più interessanti e l'attesa dell'uscita alimenta piacevolmente
l'interesse dei lettori. Indubbiamente le attività delle società
sono molteplici ed in conseguenza di ciò le notizie da
pubblicare non mancano. Oltre alle news riguardanti la vita e le
attività delle singole società, sono state molto apprezzate le
pagine dedicate alle rubriche “C'era una volta” , “La parola
all'esperto” e “Le aziende del Territorio”. Queste pagine si
stanno sviluppando e arricchendo sempre più di
collaborazioni di rilievo. A dire il vero ci saremmo aspettati un
maggiore interesse da parte delle aziende del territorio per
l'uscita della pagina a loro dedicata, che ancora oggi richiede
una continua ricerca delle realtà produttive radicate nella
vallata. La proverbiale riservatezza dei genovesi si evidenzia
anche in questo contesto, ma auspico e sono fiducioso in una
inversione di tendenza soprattutto tenendo in considerazione
il fatto che tutto questo ha come scopo predominante
l'orgoglio e il senso di appartenenza alla Valbisagno, un
territorio che a tutt'oggi sa ancora trasmettere valori
tradizionali e che, come da nostro obiettivo, merita di essere
maggiormente valorizzato.
In ultimo (ma non certo per importanza) voglio dedicare un
pensiero a tutte le ragazze e i ragazzi della NORMAC AVB che
stanno raggiungendo traguardi sportivi di notevole interesse,
dando grande risalto alla crescita della società. E, grazie alla
dedizione e all'impegno di tutti, oggi si stanno creando i
presupposti per un progetto ambizioso che vede la società
allargare i propri confini verso il centro cittadino. Stiamo infatti
lavorando per giungere ad una collaborazione con l'Albaro
Volley, con l'obiettivo di dare una risposta a tutte quelle atlete
che vorrebbero far parte della NORMAC AVB, ma avere anche la
possibilità di allenarsi vicino a casa seguite costantemente dai
loro istruttori. Questa è solo un'anticipazione di un nuovo
progetto che avremo occasione di approfondire nei prossimi
numeri.
Il Presidente
Carlo Mangiapane
2
Buoni propositi e nuovi progetti
Il lavoro paga
Normac AVB: il punto sui campionati
Il senso di appartenenza
Un amico della Polisportiva: Salvatore D’Agnese
La festa di Natale
GAU: il corso di Genovese
Trekking: i prossimi appuntamenti
La letteratura all’Università popolare
Le strade della Valbisagno: Via Benedetto da Porto
1
2
3
4
4
5
6
6-7
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
ANPI: Mauro Costigliolo, «il saggio»
Questi sono... «i ragazzi del 2000»
Nicola Vigna e la sua squadra
Aggio: la festa della Befana
7 Novembre: la scuola della pace
Pesca Prato: il trofeo d’inverno
Subbuteo: Le regole del gioco (1a parte)
C’era una volta: Passeggiata sull’acquedotto
L’esperto: La gestione della prestazione
Le Aziende: Le Cantine Gambaro
IL LAVORO PAGA
SERIE B2
Dopo il risultato del Trofeo Maragliano si pensava ad un cammino in campionato simile a quello pre-natalizio. Purtroppo ad Acqui la NORMAC AVB è incappata in una giornata negativa perdendo 3 a 1. Le due partite successive sono state autentiche maratone; contro avversarie situate ai piani alti della classifica, pur cedendo per 3 a 2, le nostre ragazze, allenate da Matteo Zanoni e dal secondo Enrico Salvi, hanno dato prova di carattere e fatto vedere un buon volley. Il girone di ritorno è sempre stato il periodo migliore per la squadra e ci auguriamo che lo sia anche questo anno.
SERIE D
Inizio anno davvero positivo per la squadra di Matteo Noziglia che ha sconfitto il Cpo Ortonovo, avversaria diretta in classifica. Risultato positivo anche contro il forte Casarza: vittorie volute con grande determinazione per il morale e la classifica. Nulla da fare contro il S. Sabina ma c'è la soddisfazione di aver messo spesso in difficoltà le avversarie e la certezza di poter far bene fino alla fine del campionato.
II DIVISIONE
NORMAC AVB campione d'inverno! Titolo “platonico” ma che rappresenta molto bene la situazione della squadra di Sabrina Piccinich che è al comando della classifica e nel primo match del nuovo anno si conferma battendo 3 a 0 l'Audax.
UNDER 18
Fine anno con bella vittoria sul Paladonbosco B e buon inizio di 2015 per la NORMAC AVB che sconfigge la Polisportiva AGV e il S. Teodoro. Per le ragazze guidate da Sabrina Piccinich e Thomas Ghiglione sono risultati che fanno ben sperare per la classifica finale.
UNDER 14
Le ragazzine di Sabrina e Thomas erano partite con la convinzione di poter disputare un buon campionato ma senza porsi grandi obiettivi se non quello di crescere come pallavoliste. Invece il loro impegno – e quello dei tecnici – la determinazione con cui hanno lavorato in allenamento le hanno portate, dopo una serie di ottimi successi, al primo posto del girone; ora, a tre giornate dal termine, la speranza di centrare un grande risultato si fa concreta. Bravissime!
II TROFEO “LINO MARAGLIANO”
Nella sfida tra le formazioni di serie B2 e serie C hanno avuto la meglio queste ultime. Albisola supera la NORMAC AVB e Serteco batte Albenga. Nella finale per il 3° posto le nostre ragazze superano Albenga, mentre la vittoria finale va ad Albisola che sconfigge dopo una bella lotta le genovesi della Serteco.
TORNEO DELLA LANTERNA
Buon piazzamento della NORMAC AVB alla manifestazione organizzata dal PGS Don Bosco. E' stato un torneo molto impegnativo per le nostre under 14 e il 6° posto premia le nostre ragazze che si sono messe alle spalle numerose e quotate formazioni.
TORNEO DELLA CALZA
Alla manifestazione organizzata, il 4 e 5 gennaio, dal Valdimagra Volley le nostre under 13 hanno conquistato un ottimo 4° posto. Dopo essere state ammesse alla finale a 4 le giovani giocatrici si sono trovate di fronte il Volley Pesaro (che ha vinto il torneo) e poi nella finale per il 3° posto l'Avigliana Volley; in questa ultima partita le nostre hanno ceduto dopo una bella lotta testimoniata dal punteggio finale (25/23 – 25/23). Al di la dell'evento sportivo è stato u n o s p l e n d i d o m o m e n t o d i a g g r e g a z i o n e e consolidamento del gruppo.
TORNEO ERTA E MOLLA
“Erta” (alta) e “Molla” (più o meno: “mettila giù forte”) era un modo di dire tipico di Lino Maragliano che ha dato il nome a questo Torneo dedicato alle under 12. Sei formazioni al via, nel giorno della Befana, e vittoria alla NORMAC AVB Rossa davanti a S. Sabina, NORMAC AVB Verde, Valdimagra, Serteco e Vgp. Molto soddisfatti tecnici e dirigenti soprattutto per il clima di gioia e di amicizia respirato durante questa giornata di sport, che sarebbe piaciuto molto a Lino.
TORNEO VOLARE
A Cogoleto le nostre Under 13 hanno conquistato un ottimo secondo posto; soddisfazione per il premio ad Andrea Crisafulli come miglior libero. Aldo De Crignis
Normac AVB Pallavolo
IL PUNTO SUI CAMPIONATI
3
Normac AVB Pallavolo
5
IL SENSO DI APPARTENENZA
Uno degli obiettivi della NORMAC AVB dovrebbe essere
quello di aumentare sempre di più il senso di appartenenza
alla società da parte di tutti. Un obiettivo ambizioso e
importante che porterebbe anche ad aver gli spalti del
Palazzetto sempre più gremiti di spettatori, non solo di
parenti ed amici delle ragazze impegnate nel match in
corso, ma anche di tutte le ragazze tesserate nella nostra
società.
Sarebbe bello che ogni ragazza provasse il desiderio di
venire a sostenere le compagne di squadra più grandi, ad
incitare il gruppo che sta cercando di portare ancora più in
alto il nome della NORMAC AVB, ma anche quelle più grandi
– si, anche quelle della prima squadra – dovrebbero venire a
sostenere le piccole che sono il futuro della società. Tutte le
ragazze, i genitori, parenti e amici dovrebbero sviluppare
maggiormente il senso di appartenenza alla società, che si
impegna quotidianamente con tutti i suoi dirigenti,
allenatori ed addetti ai lavori ad insegnare, oltre agli aspetti
tecnici, anche i valori dello sport proseguendo l'opera
intrapresa da Lino Maragliano, Francesco Dellepiane e dagli
altri fondatori della Polisportiva Altavalbisagno.
Oggi più che mai ci rendiamo conto quanto sia difficile e
oneroso, stretti dalla morsa di questa lunga crisi proseguire
l'attività. Spesso le difficoltà accomunano, ma servono
anche a sostenere molte altre azioni. Bisogna ribadire
l'importanza, la necessità, di sentirsi parte di una grande
famiglia, unita nel significato più autentico dello sport e
dell'educazione della persona. Non dobbiamo dimenticare
di portare, anche sui nostri campi da gioco, l'esempio del
buon padre di famiglia, per essere sempre e ovunque
esempio positivo per le nostre ragazze e per affermare la
valenza educativa dello sport targato NORMAC AVB.
Il senso di appartenenza è un valore che devono avere tutti i
membri della società; è esattamente lo stesso che ognuno
dovrebbe avere dentro di sé nei riguardi della città e del
Paese in cui vive. E' il sentirsi parte integrante di un gruppo, è
il voler partecipare agli eventi, è il voler dare il proprio
contributo in qualsiasi modo.
Perciò ogni ragazza che si avvicina a questo sport e che
entra a far parte della NORMAC AVB dovrebbe avere come
sogno quello di arrivare in prima squadra e difenderne i
colori, circondata da parenti e amici, pronti a sostenerla nelle
varie sfide che la vedranno protagonista.
Siamo un'unica grande squadra, dai piccoli del babyvolley al
Presidente, un folto gruppo unito con lo stesso obiettivo:
divertirsi e divertire chi ci viene a vedere. Ci impegneremo
per far si che chiunque voglia venire a passare una serata in
nostra compagnia, torni a casa soddisfatto. Vi aspettiamo!
Aldo De Crignis
Abbiamo incontrato Salvatore D'Agnese, per oltre 30 anni
allenatore ed “educatore” di calcio anche di squadre della
Valbisagno in cui vive. D'Agnese ci ha consegnato questa
breve testimonianza sulla sua esperienza.
«Ero un giovane di 25 anni e mi sono reso conto molto presto
dell'importanza di avviare i giovani all'attività sportiva non solo
per motivazioni puramente agonistiche, ma soprattutto perché
in quelle ore passate sui campi si creava tra i giovani stessi
un'atmosfera di armonia, partecipazione e collaborazione che
sarebbe stata importante anche nella loro vita futura».
Conseguito il patentino di allenatore ho iniziato la carriera di
“mister” in numerose squadre dalla II Divisione alla
Promozione”.
Oggi, a 70 anni, Salvatore D'Agnese è profondamente legato
al rapporto creato con tutti quei giovani a cui ha insegnato
non solo i rudimenti del calcio ma anche i valori dello sport e
della vita: impegno, rispetto, collaborazione ed altri
ancora.
Terminata l'attività, è rimasto nell'ambiente ed insieme a un
gruppo di ex allievi, ormai uomini adulti, ha formato una
squadra chiamata “No alla violenza”; “tutti insieme ci
ritroviamo una volta alla settimana sul campo della Canova per
giocare a calcio in amicizia”.
D'Agnese, al termine del nostro breve incontro, ha voluto
ringraziare la Polisportiva Altavalbisagno per essere stata
sempre vicina a quegli ideali che lo animavano e in cui
credeva con forza e ha concluso con questa bella frase “Siamo
sempre ragazzi finché ci sentiamo di esserlo”.
Aldo De Crignis
UN AMICO DELLA POLISPORTIVA: SALVATORE D’AGNESE
4
5
Si è svolta il 23 dicembre la tradizionale festa di Natale della
NORMAC AVB.
Alla discoteca Vogue si sono dati appuntamento tutte le
componenti della società per una serata all'insegna
dell'allegria e dell'amicizia.
Quest'anno erano presenti anche gli amici calciatori
dell'ANPI Casassa che hanno festeggiato insieme a noi
l'arrivo delle festività natalizie. La festa ha preso avvio con gli
interventi del Presidente della Polisportiva Carlo
Mangiapane e di Danilo Parigi Presidente dell'ANPI Casassa,
a seguire lo scambio di auguri, la consegna di doni e poi tutti
in pista per scatenarsi nei balli.
Aldo De Crignis
La Festa di NataleLa Festa di NataleLa Festa di NataleLa Festa di Natale
Perché parlare il genovese oggi? Con l'inglese vai di qui fino in capo al mondo, con il genovese a malapena arrivi a Rossiglione. E allora: perché parlare il genovese oggi? Per un solo ma fondamentale motivo che è quello identitario, per far sapere chi siamo, da dove veniamo e qual è la nostra cultura. Quando il sindaco Marta Vincenzi volle fare un regalo a tutti i bimbi nati a Genova (liguri, italiani o di qualunque altra parte del mondo) pensò di regalare le ninne nanne della tradizione genovese ritenendo che non ci fosse un regalo più grande di quello di offrire a tutti, anche ai “foresti”, una parte di noi in lingua genovese. Chiamò A Compagna che predispose un CD di ninne nanne genovesi che fu poi regalato ai piccoli nati attraverso le strutture ospedaliere. L'aspetto identitario è fondamentale nelle culture di tutto il mondo. A Malta, ex colonia inglese indipendente dal 1964 con poco più di quattrocentomila abitanti, tutti sanno parlare l'inglese e tanti anche il siciliano: ma la lingua ufficiale è il maltese. Quando, nel 1948, agli ebrei fu concesso lo stato di Israele la sua popolazione, di oltre 8 milioni di abitanti, sapeva parlare varie lingue e quasi tutti conoscevano l'inglese. Ma per motivi identitari decisero di adottare come lingua ufficiale una lingua di fatto non parlata: l'ebraico. In Catalogna, comunità autonoma spagnola con sette milioni e mezzo di abitanti si parla il catalano (e non il castigliano) e in Occitania (una nazione divisa in tre stati: Francia, Spagna e Italia con quasi sedici milioni di abitanti) i suoi abitanti difendono con i denti la loro antica lingua: l'occitano. Qui da noi in Liguria, la generazione dei padri del dopoguerra convenne tacitamente ma diffusamente di non parlare più il genovese ai propri figli, se no sarebbero andati male a scuola. Una solenne stupidaggine che bloccò la trasmissione orale di una lingua con mille anni di storia. Oggi questo salto di una generazione sta causando problemi enormi non solo alla diffusione, ma soprattutto al mantenimento in vita della parlata genovese; tantissimi però si stanno accorgendo che siamo a rischio di perdere, in pochi decenni, un patrimonio immateriale inestimabile: le nostre belle parlate di Liguria. Così si diffonde sempre di più il desiderio di imparare, di parlare e di conoscere quella
lingua che, per secoli, si è parlata nelle nostre terre; questo desiderio crescente ha fatto sì che l'emittente televisiva di Primocanale abbia deciso di mettere in diretta tutti i venerdì sera in prima serata (seguita poi da infinite repliche) la trasmissione “Liguriancheu” dove per un'ora e mezza si parla di tutto, ma rigorosamente in genovese e nelle parlate di Liguria. Oltre a questo in vari quartieri di Genova vi sono iniziative per tenere viva la nostra parlata. È in cantiere un progetto di collaborazione tra A Compagna, l'assessore alla cultura Sibilla e tutti i nove Municipi per conoscere ciò che già si fa per il genovese e per promuovere e coordinare
iniziative su tutto il territorio del Comune di Genova.
Io, da parte mia, tutti gli anni tengo un corso di genovese, intitolato “Leze e scrive in zeneize” itinerante tra i vari Municipi e che è giunto alla sua dodicesima edizione. Quest'anno il corso si terrà presso l'associazione Gau a Prato. Il corso, iniziato il 7 gennaio scorso, si articola in una ventina di lezioni, sempre di mercoledì, dove viene spiegata in dettaglio la “grafia ofiçiâ”, un comodo metodo di scrittura ideato dall'Academia Ligustica do Brenno. Il corso termina con cinque lezioni sulla storia di Genova: una storia importante, bellissima e poco conosciuta dagli stessi genovesi. La caratteristica del corso, al di là dei contenuti, è che è tutto parlato in genovese.
Franco Bampi
Presidente de “A Compagna”
IL CORSO DI GENOVESE
G.A.U. Giovani Amici Uniti
28 febbraio 2015 TRAVERSATA DA MONEGLIA A DEIVA.
Moneglia – Lemeglio – Deiva MarinaKm. 10 – dislivello metri: 350 – durata ore: 4.00 grado difficoltà: medio - mezzo: treno Percorso dalla spiaggia ai panoramici rilievi affacciati sul mare, passando attraverso le frazioni collinari immerse nella natura, alla scoperta di pecularietà paesaggistiche e naturalistiche.PERCORSO ALTERNATIVO: lungo il tracciato della ferrovia dismessa da Celle Ligure ad Albissola con ampia vista sul mare e sugli scogli (Km. 5 - disl.metri: 0 - durata ore: 3.00 – grado difficoltà: facile)
6
TREKKIN
G G
AU
TREKKIN
G G
AU
LA LETTERATURA ALL' UNIVERSITA' POPOLARE
G.A.U. Giovani Amici Uniti
Il corso di Letteratura , che si tiene quest'anno all'Università
popolare Gau, ha il titolo“ L'arte di amare da Saffo a Erica
Jong”. In dodici incontri, il secondo e il quarto giovedì di ogni
mese, si delinea un percorso che approfondisce alcuni
aspetti legati al fascinoso labirinto di un sentimento
variegato e complesso, a
partire dal mondo classico per
giungere sino alla nostra
epoca.
In ogni lezione sono inserite,
come par te integrante,
musiche e immagini attinenti
al tema via via proposto, così
da rendere vivace e attraente
l'ascolto.
Par ticolare interesse ha
s u s c i t a t o l ' a r g o m e n t o
dell'amore come seduzione.
Ecco un brevissimo stralcio
dell'inizio della lezione:
“UN SEDUTTORE IN CARNE ED
OSSA: GIACOMO CASANOVA
(1725-1798), il gioco libertino
del piacere».
Dopo una vita lunga e piena di
s c a n d a l i e a v v e n t u r e ,
Giacomo Casanova si riduce
vecchio e stanco ad accettare
dal conte Von Waldstein
l'incarico di bibliotecario, una
f o r m u l a e l e g a n t e p e r
nascondere l'umiliazione
dell'elemosina.
A Waldstein piace Casanova,
perché gli piacciono le scienze occulte (praticate dal
veneziano), ma comincia a vederlo un po' meno simpatico
quando Casanova si fa noioso e permaloso, addirittura lo
deride quando Giacomo si lamenta per fatti futili, come
essere stato maltrattato dal maggiordomo.
In una fredda stanza del castello di Dux, dunque, Giacomo
Casanova lavora dieci ore al giorno per la stesura delle sue
memorie piene di rimpianti e postume vendette e scrive in
francese “Histoire de ma vie”, in cui narra la sua vita
spericolata fra amori, gioco, avventure e fallimenti.
E' abbastanza singolare che solo nel 1965 ne sia stata fatta la
traduzione in italiano e l'edizione critica da Piero Chiara.
Nella prefazione della sua
opera egli chiarisce il senso
della sua “ filosofia di vita “:
«In questo 1797, vecchio
oramai di settantadue anni, nel
momento in cui ho potuto dire
v i x i , n o n s a p r e i t r o v a r e
divertimento più gradito che
quello di occuparmi delle mie
faccende.
Ricordando i piaceri che ho
goduto, me li rinnovo, e rido
delle pene che ho sofferto e che
non sento più: in tutto il corso
della mia vita ho agito più
dietro l'impulso del sentimento
che per calcolo.
Coltivare i piaceri dei sensi è
stata per tutta la vita la mia
principale occupazione e non
ne ho avuta mai altra più
importante.
Sentendomi nato per l'altro
sesso, l'ho sempre amato e mi
sono fatto amare per quanto
possibile.
Ho molto amato anche la
buona tavola e insieme tutte le
cose che eccitano la curiosità».
Casanova è, suo malgrado, eroe tragico, se punta ogni suo
bene nell'azzardo dell'avventura come sul tavolo da gioco o
nell'inseguimento dell' amore.
Solo all'estremo della vita si trova in mano e “gioca” la carta
vincente, quella delle Memorie, ma il giocatore non lo saprà
mai: destino beffardo!
Giulia Merlano
14 marzo 2015 IL LAGO DELLA TINN-A.
Arenzano – Agueta – Lago della Tinn-a - ArenzanoKm. 12 – dislivello metri: 550 – durata ore: 5.00 grado difficoltà: medio - mezzo: treno Escursione su sentieri tra antichi muretti a secco e sul tracciato di acquedotto. S’ incontrano boschetti di lecci, castagni e conifere, piccoli canyon, limpidi laghetti col- legati da iridescenti cascatelle: il più vasto e profondo è il lago della Tinn-a alimentato da una copiosa cascata; è il classico esempio di Marmotta dei Giganti.PERCORSO ALTERNATIVO: Si raggiunge con mezzi propri la località Agueta e da qui si prosegue verso il lago della Tinn-a (Km. 9 - dislivello mt. 250 – Tempo di percorrenza h 3 – difficoltà media)
7
28 marzo 2015 ANELLO DELLE GIUTTE.
Giutte – Alta Via dei Monti Liguri - GiutteKm. 10 – disl.metri: 375 – durata ore: 5.00 grado difficoltà: medio - mezzo: proprio A due passi dal mare e dalle antiche cartiere della Val Leira troviamo un itinerario che percorre la parte meno conosciuta di Punta Martin. Ne percorriamo i fianchi tra antiche mulattiere per la fienaggione ed arcaiche e miseriose costruzioni in pietra: le trunée.
8
G.A.U. Giovani Amici Uniti
Ci siamo mai chiesti chi sono personaggi che danno il nome
alle vie del nostro quartiere o della nostra città? Forse sì, ma
non sempre abbiamo avuto l'occasione di scoprire le storie
dei personaggi a cui la via, la piazza, il viale sono stati
intitolati e allora proviamo a conoscerne alcune.
Una targa all'inizio di una via di Struppa ricorda che in quel
luogo ha avuto i natali il grande attore Vittorio Gassman,
forse un giorno la strada prenderà il suo nome, ma oggi è
intitolata a Benedetto da Porto, ma chi era costui?
Benedetto da Porto forse nacque a Porto Maurizio tra la
metà del sec. XV e la metà del sec. XVI, fu un uomo coltissimo,
un valente letterato e per queste sue doti divenne
cancelliere della Repubblica di Genova e come tutti i suoi
predecessori ebbe l'incarico dai padri del Comune di
registrare fatti e avvenimenti della Repubblica, una sua
importante cronaca ci parla diffusamente della prima
venuta a Genova del re francese Luigi XII a cui Genova si era
“data”. Nella sua cronaca Benedetto da Porto, cancelliere
scrupoloso, ci dà un resoconto attento e preciso dell'evento
cittadino.
Luigi XII, in questa sua prima visita pacifica a Genova,
assume decisioni importanti e tutto viene documentato dal
buon funzionario che si discosta dalla sua narrazione
puntuale solo per poche righe quando rievoca con un
pizzico di palese invidia, la festa, molto speciale, voluta in
onore di Luigi XII da Lorenzo Cattaneo nella sua splendida
villa presso Terralba dove erano state invitate molte belle
donne . Pare che la festa, durata fino al mattino, si sia svolta
“largiore licentia”(con grande licenziosità).
Ciò che ha dato fama a Benedetto da Porto è la scoperta
fortuita che lo collega alla valorizzazione di uno dei più
antichi documenti della nostra storia “la tavola di bronzo”.
Questo documento fu rinvenuto nel 1506 nel greto del
torrente Pernecco da un contadino del luogo, Agostino
Pedemonte, mentre era intento a dissodare un pezzo di
terreno a Isosecco, località della Valpolcevera, costui
vendette, per raggranellare qualche soldo, la tavola ad un
calderaio. Pare fosse lo storico Giustiniani, capitato per caso
nella bottega a rendersi conto del valore del documento e
darne notizia a l'allora cancelliere Benedetto da Porto.
Questi acquistò,per conto del Comune, il documento
salvandolo da un certo riutilizzo come metallo. Sulla lamina
è incisa un'iscrizione in latino disposta su 46 righe,
contenente la sentenza che due magistrati romani, i fratelli
Minuci Rufi (i cui nomi sono ben visibili in alto nel testo
dell'iscrizione), nell'anno 117 a.C. pronunciarono su una
questione di confini che divideva i Genuates, gli abitanti di
Genova, e i Viturii Langenses, che abitavano nell'alta Val
Polcevera .
A quell'epoca Genova, città alleata dei Romani, godeva di
una preminenza sulle popolazioni dell'entroterra, ma
intorno al 200 a.C., i Viturii erano venuti in contrasto con i
Genuati riguardo all'uso dei terreni comuni, che non
appartenevano né ai Genuati né ai Vituri, ma allo Stato
romano per diritto di conquista. Le terre confiscate dai
vincitori, erano state in parte assegnate ai Viturii come “ager
privatus”: di queste terre avevano il pieno possesso e
potevano trasmetterle agli eredi; un'altra porzione, più vasta
(“ager publicus”) era in parte assegnata ai Genuati e in parte
concessa agli stessi Viturii Langenses in cambio di un tributo
da versare ai Romani, tramite i Genuati. I Viturii, per
l'incremento della popolazione e per far fronte ai tributi da
essi dovuti ai Romani volevano disporre di terreni più fertili e
idonei alla coltivazione di grano e foraggio, tentarono,così,
di estendere il loro agro privato su parte delle terre dell'
“ager publicus”, vennero inevitabilmente in conflitto con i
Genuati, che non volevano rinunciare alla loro supremazia.
La questione venne composta,come detto, da due illustri
cittadini romani, Quinto e Marco Minuccii,. che stabilirono
con precisione quali fossero i terreni privati e quali di uso
pubblico disponibili sia ai Genuati, sia ai Vituri.
Furono definiti i confini dell'agro privato dei Viturii Langensi,
di esclusiva proprietà di questi, e per il quale essi non
dovevano corrispondere alcun tributo. Dell'agro pubblico,
del quale furono ugualmente stabiliti i confini, avevano un
diritto d'uso sia i Genuati che i Langensi, ma questi ultimi
erano tenuti a corrispondere all'erario genovese un tributo
annuo di 400 Vittoriati, eventualmente pagabile in natura
(grano o vino). Con il loro arbitrato, i Romani non intesero
imporre la loro legge, ma sancire con la loro autorità dei
rapporti giuridici preesistenti tra Genova, città confederata
ma formalmente autonoma, e una comunità ad essa
soggetta, con una precisa definizione dei confini dei terreni
contesi e delle modalità di utilizzo degli stessi da parte dei
due contendenti ed anche, in misura minore, di altre
comunità liguri citate nel testo della sentenza.
A seguito del la ver tenza
vennero posti alcuni cippi,
grossi pietroni a monolite
incassati in verticale. Almeno
due di essi sono stati identificati.
Il primo si trova su un'altura nei
pressi della località “Prato del
Gatto”, a poca distanza dalla
strada provinciale dei Piani di
Praglia, nel luogo che dovrebbe
c o r r i s p o n d e r e a l “ M o n s
Lemurinus” della Tavola, un altro
si troverebbe oggi sommerso
dalle acque del lago artificiale della Busalletta, nel fondo
della valletta che divide i comuni di Mignanego e di
Fraconalto.
Il testo, pubblicato per la prima volta a Parigi nel 1520 da
Jacopo Bracelli, cancelliere della Repubblica di Genova, fu
poi tradotto in italiano dallo stesso Giustiniani che lo riportò
nei suoi “Annali” , dandone un'ampia descrizione.
La tavola fu posta nella cattedrale di San Lorenzo, poi nel
palazzo del Comune, quindi a palazzo Ducale, di lì traslocò a
Tursi, ora è conservata a Pegli nel Museo Archeologico sito
nella villa Pallavicini.
Ester Brunengo
LE STRADE DELLA VAL BISAGNO: VIA BENEDETTO DA PORTO
9
A.N.P.I. Sport E. Casassa
“Mauro Costigliolo è una di quelle persone che se non ci fossero
bisognerebbe inventarla e se ciò accadesse, non verrebbe mai
come lui”!
Da oltre dieci anni è a “servizio” dell'ANPI Casassa e la sua
professionalità, attaccamento alla maglia ed onestà fanno di
lui persona, oltre che insostituibile, anche unica. Parlare con lui di calcio, ma soprattutto di ciò che ruota
intorno a questo complesso mondo dei “giovani”, a volte
potrebbe sembrare “superfluo”, tanto è deciso e convinto
delle sue idee, ma alla fine ha giustamente (quasi) sempre
ragione lui, e il tempo e i fatti gli stanno dando ragione.
Costigliolo ha la capacità di “fiutare” molto lontano e se
adesso, in questo momento, stiamo scrivendo o leggendo
dell'ANPI Casassa lo dobbiamo solo a lui e alla sua
caparbietà nel gestire situazioni calde e delicate che,
essendo vissute dietro le quinte, in pochi conoscono e forse
mai conosceranno. Ecco perché intervistare Mauro, evitando domande banali e
scontate diventa difficile, ma ci proviamo lo stesso.
Mauro, in tanti riconoscono la tua professionalità e lealtà
e ti stimano, stai ottenendo buoni risultati e verrebbe da
pensare che sei quasi perfetto . . .“Ma per carità – esordisce Mauro - certo è che ho le mie idee
e difficilmente, se non quasi mai, cambio modo di pensarla,
ma da qui a dire che non sbaglio ce ne passa. Nella mia vita
sportiva più di una volta ho sbagliato ma ho anche imparato
a farne tesoro e di conseguenza, difficilmente ripeto lo
stesso errore. Ecco questo sì”.
La crisi economica quanto influisce sui settori giovanili?
“Purtroppo si sente anche in questo settore – precisa
amaramente – e anche noi paghiamo lo scotto; infatti come
la maggior parte delle altre società quest'anno abbiamo
meno tesserati, così ci troviamo sempre a “rincorrere”, ma
confidiamo nei nostri mezzi. Purtroppo poi tante persone
non sono leali e magari ti ritrovi da un giorno all'altro a dover
ricostruire quello che faticosamente segui da anni, ma
questo sta nel gioco delle parti e solo chi seminerà con più
serietà raccoglierà maggiori soddisfazioni. Non lo dico io ma
è una legge dell'universo”.
Voi, come ANPI Casassa, come avete pensato di
tamponare questa falla?“Si, sono rammaricato perché già tre anni fa individuai la crisi
come un possibile “freno” per le future iscrizioni a tutto il
settore giovanile e devo ammettere che purtroppo i fatti mi
stanno dando ragione. La mia soluzione sarebbe a portata di
mano e consisterebbe in un sostanzioso ritocco verso il
basso delle quote di iscrizione e la possibilità di fornire
gratuitamente ai piccoli atleti della scuola calcio il kit della
divisa, ma mi rendo conto delle difficoltà a realizzare questo
progetto, sono convinto però che questa rimane l'unica
soluzione e vedremo, anche se in questo preciso momento
non saprei come, di realizzarlo al più presto possibile, magari
fin dal prossimo anno. Non disdegniamo nemmeno, e ci
stiamo lavorando sopra, la possibilità
per il prossimo anno di indire delle leve
calcistiche in giro per qualche
campetto della vallata, sicuramente
un'arma in più per farci apprezzare e far
conoscere oltre che la nostra scuola
calcio, i nostri valori umani e sociali”.
Obiettivo settore giovanile in primis,
ma come si fa a non parlare della
prima squadra?“Ovviamente la prima squadra rimane
la punta della piramide dove alla base
ci sta la scuola calcio e al vertice proprio
la prima squadra. Non posso nascondere che i ragazzi e il
mister stanno raccogliendo egregi
risultati e tutto ciò spero sia di buon
auspicio per tutti coloro che, sottoleva,
mirano ad arrivare a giocare in prima
squadra. Abbiamo chiuso la scorsa stagione con
una sudata, ma meritata salvezza e
quest'anno abbiamo iniziato molto
bene, un ottimo risultato per il gran
lavoro fatto dal mister e dai ragazzi, un
gruppo davvero unico”. Francesco Guizzardi
MAURO COSTIGLIOLO: «IL SAGGIO»
materiale filatelico
La leva del 2000 è quella che in questi ultimi anni ha dato più
soddisfazione al sodalizio rossostellato. Su di essa, non a
caso, sono stati versati litri di inchiostro: infatti sta
continuando a vincere e ottenere prestigiosi risultati, e la
maggior parte degli addetti ai lavori è convinta che questa
leva farà parlare di essa per ancora tanti anni. Un piccolo
fiore all'occhiello che continua a sfornare petali su petali ed
emanare un profumo che, siamo certi, arriverà ad “inebriare”
le miglior platee del calcio nostrano e non solo.
Abbiamo deciso di guardare questa leva con occhi esterni;
ecco perché ci siamo fatti raccontare da Viviana Micari (una
delle tante mamme che si fanno in mille per i ragazzi) come
tutti loro hanno vissuto l'anno appena trascorso.
“Umiltà e spirito di squadra – esordisce Viviana - sono le doti
che hanno contraddistinto questi nostri ragazzi che tante
soddisfazioni hanno e stanno dando a noi genitori e alla
società”.
Tanti ricordi pieni zeppi di soddisfazioni, ma quella che
principalmente è rimasta impressa nelle menti è stata la
partecipazione alle fasi finali nazionali disputate a Roma nel
“Torneo degli Oratori”. “Si – conferma Viviana - penso che
l'avventura, non solo più bella ma anche più ricca di
emozioni, sia stata vissuta a Roma dove la nostra squadra,
dopo avere vinto la fase finale del girone, ha disputato la fase
finale del Torneo degli Oratori direttamente allo stadio
Olimpico di Roma, dove si è confrontata con le altre vincenti
a livello nazionale. In quella occasione i nostri ragazzi hanno
dato il massimo ottenendo un bellissimo terzo posto che
per noi vale come il primo”.
Risultati che inevitabilmente hanno portato in
Rappresentativa Provinciale due giocatori della squadra e
sui quali così la pensa Viviana: “Una parentesi deve essere
necessariamente aperta anche per i “terribili Mattia”, Abate e
Cimiero, che a suon di ottime prestazioni hanno contribuito
a vincere con la Rappresentativa Provinciale il Trofeo in
palio”.
Un anno talmente bello sotto tutti gli aspetti che i ricordi
indelebili e da raccontare sarebbero davvero tanti, come il
ritiro della scorsa estate. Abbiamo trascorso – ricorda
Viviana - una settimana fra le accoglienti montagne di San
Lorenzo in Banale, dove i nostri eroi sono stati messi
fisicamente a dura prova dai pesanti carichi di lavoro
impartiti dai nostri due pazienti mister, Antonio Lignani
detto “il Saggio” e Francesco Libello detto “il Duro”. Un mix di
fatica e spensieratezza che evidentemente ha fatto bene a
tutto l'ambiente, infatti anche la stagione in corso sta dando
ottimi risultati. Si certo – precisa Viviana - quei pesanti
carichi di lavoro stanno dando ottimi risultati: non a caso i
nostri ragazzi hanno vinto il girone a punteggio pieno
qualificandosi per le fasi regionali dei Giovanissimi, pronti e
consapevoli che saranno chiamati ad affrontare avversari di
livello superiore e quindi più impegnativo, tutti consci però
che, con l'umiltà e lo spirito di squadra che fino ad oggi li ha
contraddistinti, nessun traguardo potrà essere escluso a
priori.
Davvero un bel gruppo – conclude - dall'affiatamento delle
famiglie a quello degli atleti.
Famiglie felici, gesti preziosi e particolari attenzioni che
inevitabilmente contribuiscono alla realizzazione di un fiore
destinato a non appassire mai.
Francesco Guizzardi
QUESTI SONO… “I RAGAZZI DEL 2000”
A.N.P.I. Sport E. Casassa
VIA MOLASSANA, 76/78 R 16138 GENOVA Tel . 010 4554825328/0127562 time and luxuryFARMACIA DAGNINO
Finalmente dopo tanti anni di dormiveglia, la prima squadra
dell'ANPI Sport E. Casassa” può archiviare e mettersi alle
spalle una stagione da incorniciare.
Avventura iniziata a gennaio del 2014 quando ebbe inizio la
cavalcata che permise all'Anpi di arrivare a giugno con la
salvezza in tasca e la certezza di poter continuare a giocare
nella categoria che meglio le compete.
Come in ogni cosa il risultato è determinato da molti fattori e
in questo caso i fattori positivi che hanno portato a questo
piccolo successo andrebbero spartiti in parti uguali: dal
magazziniere al presidente. Agli amanti dei numeri e delle
statistiche però, salterebbe subito all'occhio il fatto che
negli ultimi quattro o cinque anni diverse persone hanno
cambiato ruolo, ma assai poche (tanto da contarle sulle
punte di una mano) sono sempre rimaste a stretto contatto
della società.
Quindi non si può fare a meno di notare che uno dei nomi
più presenti negli ultimi quattro anni di attività sportiva
della prima squadra è quello di Nicola Vigna.
Che sia il caso, bravura o fortuna non sta certo a noi
deciderlo, ma visto che a questo punto nessuno meglio e
più di lui ha visto e vissuto questo lasso di tempo, proviamo a
“rubargli” qualcosa dei suoi pensieri.
Vigna si può definire questo suo quarto anno alla guida
dell'ANPI Casassa il migliore di tutti?
“Non saprei, il più bello che ricordo è sicuramente il primo
quando riuscimmo a salvarci iniziando la rincorsa da una
preoccupante e pericolosa ultima posizione di classifica,
però sì, credo che questo sia giusto definirlo il migliore. Vedo
e non solo io, che il gruppo è notevolmente migliorato
crescendo sotto tutti gli aspetti più importanti, ma
sicuramente crescendo mentalmente e questo mi da
enorme soddisfazione perché vuole dire che ogni difficoltà
può essere superata”.
Una volta le sentii dire che passa più tempo al XXV Aprile
che a casa: quindi se le dico “ANPI ” come mi risponde e
cosa le viene in mente?
Nicola Vigna non ci pensa un attimo e con gli occhi più
brillanti del solito dice “Penso… a una delle ultime società
rimaste orgogliose di definirsi tali, una famiglia seria e ben
salda dove si sta e si vive con lo spirito giusto e utile a tutti e
dove, soprattutto, ognuno di noi, oltre a fare il proprio
dovere, lavora per cercare di fare stare meglio gli altri e
questo è un valore che non si trova facilmente”.
Sembra una dichiarazione d'amore…
“Lo sembra ma non è proprio così; si tratta di spiegare senza
nessun interesse che tipo di rapporto ormai si è instaurato
fra me e la società semplicemente perché le regole del buon
senso non stanno scritte da nessuna parte, ma
evidentemente in questa società non ce n'è bisogno perché
qua certi valori sono radicati fin dai tempi antichi e
difficilmente potranno andare persi. Quindi – conclude
sornione e sorridente Nicola Vigna - fino a quando nessuno
mi manda via, non sarò certo io a farlo...
Francesco Guizzardi
NICOLA VIGNA E LA SUA SQUADRA IN UN ANNO DA INCORNICIARE
A.N.P.I. Sport E. Casassa
Ore 6.45 suona la sveglia! Forza è il 6 gennaio, si va in giro per il paese a consegnare i doni insieme alla Befana! Erica e Giada, le mie due bambine scattano come molle, per loro è una giornata bellissima. Appuntamento nella sede del Gruppo, con tutti gli altri, alle 8. Alla partenza siamo in pochi: io e Sabrina con le mie due bambine, Fabrizio e Annamaria con Andrea, Bissi con la piccola Nicole e naturalmente la Befana: quest'anno tocca a Martina, con i suoi piccoli Nicolò e Jacopo. Carichiamo la mia macchina con tutti i doni e partiamo verso il Chiappeto, il quartiere più in alto di Aggio. Prima tappa da Franca e Mario, prima che scendano in paese per la Messa; saluti, due chiacchiere, qualche caramella da parte loro per i bambini - aiutanti della Befana - e consegna dei doni per loro. Via, si va dalla Giannina, l'ultima casa del paese. Saliamo tutti su per la creusa e suoniamo alla porta ma stranamente non risponde. Iniziamo a domandarci del perché ma una voce arriva dalle fasce poco più su; non poteva mancare, era già a dar da mangiare agli animali: quando si dice “gente di paese”. Foto di rito, consegna del dono e si suona alla porta della casa di Dalma - che ci aspetta ogni anno - e ci sente passare col nostro tipico baccano. Nel frattempo, mentre la Befana e gli altri portano i doni ai bambini e agli altri anziani del quartiere, incontriamo Giovanni, detto Ninni, una vita passata nel nostro gruppo e approfittiamo per scambiare quattro chiacchiere con lui. Finita la zona più a "nord" del paese cominciamo a scendere e andiamo al "palazzo" a consegnare i doni alla nostra consigliera Camilla per il nonno e dalla piccola Amelia che aspetta la Befana con ansia. Nel frattempo ci raggiungono Francesca col piccolo Ernesto e proseguiamo nel nostro giro. Saltiamo il quartiere del "poggio" (passeremo alla fine del giro) e andiamo verso la "contrada" dove non troviamo nessuno da Aldo e Sergio; lasciati i regali dal cancello, proseguiamo e scendiamo a portare i doni ai piccoli: Silvia, Martino ed Helga, che prontamente, insieme alle loro mamme si aggregano all'allegra comitiva.
Dopo la consegna di qualche altro dono è arrivato il momento di andare al "piano" dove ci aspettano Elda e Luigi con Simona che gentilmente si prodiga a prepararci una bella dose di frittelle fatte sul momento. La mattinata continua ad essere sempre più interessante: saluti, frittelle,
consegna doni e si riparte a fare altre visite al centro del paese; alcuni ci aspettano, altri non ci sono e lasciamo il pacco dalla porta e altri ancora ci accolgono con dolci e caramelle per i bambini che ci accompagnano, nel frattempo sempre più numerosi e festanti. Piacevole la visita ad Armandino e Giulietta, "Armandino avevo visto la tua ape dalle fasce", "si ero li ma sapevo che arrivavate e sono venuto a casa apposta!" Cominciamo ad accelerare, il tempo inizia a stringere, "ca di ferri" e "ca di re" sono due rioni con molte consegne, sia per i bambini che per gli
anziani, anche qui ci aspettano con ansia. La parte migliore però deve ancora arrivare: in fondo al paese troviamo una bella tavola imbandita con pizza, patatine, crostate, bibite e qualche bottiglia di buon vino; il tutto preparato dal fantastico quartiere di "ca do elio" con tutti i suoi abitanti che ci aspettano come ogni anno! Il giro a questo punto è finito, la sosta qui è un po' più lunga anche perché siamo a ridosso dell'ora di pranzo e lo spuntino è cosa assai gradita… Durante il giro del paese riaffiorano i ricordi per chi non c'è più e allora appare un velo di tristezza, però c'è sempre qualche nuovo bambino e qualche nuovo "anziano" da "premiare" e allora il velo si rompe per far posto al convincimento che questo giro della Befana sia una splendida tradizione e che debba continuare. Salutiamo tutti, ci vediamo l'anno prossimo! Paolo Burlando
LA BEFANA, UNA GIORNATA PARTICOLARE
1212
Gruppo Sportivo Ricreativo Dilettantistico Aggio
13
LA SCUOLA DELLA PACE
Circolo A.R.C.I. 7 Novembre
Nell'ultima parte di questo mio “viaggio” ho chiesto ad Elena
di raccontarmi qualcosa di più su questa meravigliosa
esperienza che lei e gli altri giovani stanno vivendo.
“I bambini sono una via per costruire un mondo nuovo.
Infatti noi vogliamo trasmettere loro che il mondo può
essere senza barriere, che si può essere tutti
cittadini italiani. Durante la presentazione i
piccoli hanno fatto tutti riferimento al luogo di
origine dei genitori (Albania, Bosnia, Croazia,
Ecuador, Romania…), mentre i grandi, che
hanno un po' più di coscienza di chi sono,
hanno detto “vengo dall'Italia, vengo da
Genova”. In effetti sono pochi ad avere origine
italiane, ma loro si sentono tali.Quello che noi
vogliamo trasmettere loro è il nostro impegno;
qui operano tutti ragazzi che studiano al liceo o
all'università e trovano il tempo per questi due
pomeriggi alla settimana proprio per insegnare
la bellezza della gratuità di un'amicizia. Nessuno paga la retta per frequentare la Scuola
della Pace e nessuno riceve compenso per farla. Vogliamo trasmettere una visione del mondo
diversa, in cui si può stare insieme tra persone
che vengono da diversi Paesi e tra chi ha vite
diverse perché ci sono bambini che hanno una vita più
serena ed altri più difficile, ma questo non li divide: non
esistono poveri o ricchi ma solo amici. A Genova esistono cinque Scuole della Pace a Struppa,
Begato, CEP, Cornigliano e Centro Storico. Noi della Comunità di Sant'Egidio siamo presenti in Val
Bisagno da 30 anni dove abbiamo seguito gli amici del
Campo di via Adamoli ed altre amicizie come gli anziani del
quartiere e dell'Istituto Doria. Infatti i bambini hanno tenuto a rimarcare questa cosa:
l'anno scorso, l'otto marzo abbiamo fatto una festa
nell'Istituto Doria, organizzata con la partecipazione attiva
dei bambini. Hanno portato i palloncini e la mimosa per le donne, hanno
fatto dei disegni, hanno regalato agli ospiti dell'Istituto le
foto della colonia per far capire che potevano essere amici
anche con loro, perché abbiamo voluto trasmettere l'idea
che non esiste barriera neanche tra le generazioni e come
questi nuovi piccoli italiani possano far vedere come è bello
stare insieme.
La collaborazione con la Sette Novembre nasce nel 2008
perché in mancanza di una sede nostra avevamo l'esigenza
di un locale dove poter svolgere le nostre attività. Abbiamo contattato il Presidente, Giorgio Mangini, che ci ha
offerto la disponibilità ad utilizzare i loro locali. Con gli anni siamo cresciuti di numero e siamo riusciti a
coinvolgere bambini italiani, stranieri, rom perché è un
arricchimento per il quartiere e un bene per i bambini.
L'approccio alla Scuola della Pace avviene molto per passa
parola anche se nel nostro caso specifico, vista la nostra
presenza storica sul territorio di Struppa, accade che alcuni
bambini siano figli di genitori che a loro volta hanno
frequentato da piccoli la Scuola Popolare. Succede anche che alcuni bimbi invitino a partecipare i loro
compagni di classe che, constatata la bellezza della scuola,
decidano di frequentarla abitualmente.Non c'è riluttanza da parte dei genitori dei
bambini di origine italiana a che i loro figli
frequentino una realtà così variegata, anzi tra le
nostre più grandi sostenitrici ci sono proprio le
mamme italiane. Poi credo che la Scuola della
Pace sia di per sé anche una provocazione:
davanti a chi dice che non si può stare insieme
tra diversi, a chi propugna l'Italia agli italiani e
fuori tutti gli altri noi vogliamo dare uno spunto
di riflessione, perché noi tutti assieme ci stiamo
bene e perché desideriamo vivere in città dove i
bambini sappiano apprezzare gli anziani, dove
non ci sia la paura dello straniero o dello zingaro
ma che sia accogliente per tutti, perché se non è
accogliente per uno non lo è per nessuno”.
(Seconda parte)Mauro Bosco
i Soci del Circolo 7 Novembre
gli Educatori della Scuola della Pace
14
11^ EDIZIONE DEL “TROFEO D'INVERNO”
Il 18 Gennaio 2015 si e' svolta, nello splendido scenario del
Lago Belvedere di Castelceriolo (AL), l'undicesima edizione
del “Trofeo d'inverno”, ambita gara promozionale di pesca
alla trota in lago che vede al via alcuni tra i più noti e
rappresentativi pescatori agonisti in questa particolare
specialità provenienti da tutto il nord Italia.
La gara e' stata organizzata dalla Società “Pesca Sportiva
Prato” di Genova e magistralmente diretta dal giudice di
gara della federazione Fipsas Giuseppe Boscariol di
Alessandria.
La cronaca: il ritrovo dei concorrenti è fissato alle ore 7.30
presso il lago dove ha inizio l'attività, un po' frenetica, di
preparazione dell'attrezzatura; il livello del lago - al massimo
della portata idrica - lasciava prevedere una splendida
manifestazione e così e' stato.
Alle ore 8.30 inizia il primo degli otto turni di pesca previsti;
le trote rispondono subito bene con abboccate decise e
frequenti e tutti i concorrenti riescono a catturare a
ripetizione le trote ed i migliori riescono a mettere nel
cestino anche più di venti prede già al primo turno.
La tecnica più redditizia che e' stata usata è quella della
canna armata di galleggiante da 1,5/2 gr. fondo di circa un
metro e mezzo e come esca la camola del miele
sapientemente fatta lavorare nel sottoriva.
Divertimento assicurato per tutti nel prosieguo della
turnazione.
Al termine la spunta Danilo Riva della Senago Daiwa di
Milano con 74 prede (o come si dice in termine tecnico:
“catture”) seguito a pari merito con 73 trote da Di Lernia
della Società Monviso e Ratto della Società Eridania.
Al vincitore è andato il meraviglioso trofeo in pietra
dolomitica ed argento della ditta Mastrosette di Trento e la
medaglia d'oro; i secondi, a pari merito, e fino al 13°
classificato sono stati premiati con medaglia d'oro.
A tenere alto il nome della
Va l b i s a g n o i n c l a s s i f i c a
troviamo, subito a ridosso dei
primi Stefano Censi, fortissimo
agonista genovese da anni al
ve r t i ce d e l l e c l a s s i f i c h e
nazionali della pesca alla trota
in lago.
Un ringraziamento particolare
a t u t t i i p a r t e c i p a n t i ,
all'ospitalità dei titolari del lago
Belvedere, al giudice Giuseppe
Boscariol ed alla ditta “Milo”
s p o n s o r t e c n i c o d e l l a
manifestazione.
L'appuntamento e' per l'anno
prossimo per una meravigliosa
giornata di sport e amicizia.
Fabrizio Pitto
Associazione Pesca Sportiva Prato
il Trofeo d’inverno 2015
in primo piano il vincitore Danilo Riva della Senago Daiwa di Milano
Club Subbuteo Green HawkADESSO SI ENTRA NEL VIVO: REGOLE E TERMINI
Dopo aver raccontato la nostra esperienza di appassionati di Subbuteo da questo numero iniziamo ad entrare con voi nel vivo del gioco illustrandovi in dettaglio termini e regole di questa avvincente attività con la speranza che servano per stimolare l'interesse e la partecipazione, magari aderendo al Club Green Hawk, che ha sede e campi di gioco presso il Palazzetto dello Sport “Lino Maragliano” di Genova .
1) Colpi a punta di dito1.1 La miniatura deve essere colpita contro la base esclusivamente con l'unghia del dito indice (o medio) di una qualsiasi delle due mani.1.2 La miniatura deve essere colpita sfruttando il solo colpo di dito senza trascinarla, spingerla o muoverla con la mano o il braccio e senza fare leva con le altre dita.1.3 Il colpo a punta di dito deve essere eseguito col solo movimento del dito. La mano, il polso, l'avambraccio ed il braccio devono rimanere fermi al momento del colpo, sia durante il gioco d'attacco, sia al momento della mossa difensiva. È vietato qualsiasi “accompagnamento” di dito, mano o miniatura (vedi reg. 8.14).
1.4 Il giocatore può appoggiare al campo di gioco solamente la mano con la quale esegue il colpo a punta di dito (vedi reg. 8.12). La mano che non è utilizzata per colpire la miniatura può essere appoggiata esternamente alla recinzione del campo di gioco.1.5 Il giocatore non può utilizzare entrambe le mani contemporaneamente sul campo di gioco per colpire le
miniature. È ammesso manovrare il portiere con una mano e colpire a punta di dito con l'altra.1.6 Durante un colpo a punta di dito, offensivo o difensivo, non si devono toccare altre miniature se non quella che si vuole muovere (vedi reg. 8.6).1.7 La palla può essere colpita in corsa (colpo “al volo”).1.8 Nel gioco “al volo” il colpo a punta di dito deve essere eseguito col solo movimento del dito.
La mano ed il polso devono rimanere fermi al momento del colpo (vedi reg. 8.14), mentre il braccio può essere in movimento.
2) ARBITRO… lo vedremo in un prossimo numero
3) Durata degli incontri3.1 La partita si gioca in due tempi di 15 minuti ciascuno e cambio campo a fine primo tempo.3.2 Quando necessario ai fini del risultato, possono essere disputati due tempi supplementari di 5 minuti ciascuno e cambio campo a fine primo tempo supplementare. Marco Villa
1515
giocatore persona che partecipa alla partita miniatura elemento della squadra
Subbuteo
attaccante miniatura della squadra che ha il possesso della palla
difensore miniatura della squadra che non ha il possesso della palla
portiere portiere con asticciola portierino miniatura da utilizzare in sostituzione al portiere con asticciola
colpire eseguire il colpo a punta di dito
colpire “al volo”
durante il possesso palla eseguire il colpo a punta di dito con la palla in movimento
colpo di posizionamento
spostamento in caso di punizione, corner, fallo laterale o rientro dal fuorigioco
calcio di punizione
diretto
calcio di punizione con palla dentro l’area di tiro avversaria
calcio di punizione indiretto
calcio di punizione ove non è consentito tirare direttamente in porta
automatic-flick
colpo di rientro dal fuorigioco che non prevede lo spostamento difensivo
back ripetizione dell’ultima azione a seguito di una mossa irregolare
campo (di gioco)
area delimitata dalle linee laterali e di fondocampo, suddiviso in quarti
linea di tiro linea oltre la quale è possibile tirare in porta per fare goal
calcio d’inizio
calcio con palla a centrocampo, che si effettua a inizio partita o a seguito di una rete.
CASISTICA 1.1Situazione: Nel momento del colpo a punta di dito esiste una posizione scorretta delle altre dita della mano?Risposta: Nel colpo a punta di dito, per non fare leva, va evitato il contatto laterale con le altre dita della mano
C’era una volta
Al giorno d'oggi è difficile credere che per secoli le acque del
Bisagno e dei suoi affluenti, siano riuscite a dissetare tutta
Genova. Il continuo disboscamento e la messa a cultura del
terreno hanno reso scarse le sue acque e diminuito il
numero delle sorgenti che in passato gli valsero
l'appellativo di “fiume”.
Gli antichi documenti mostrano che già nel 200 a.c. in
prossimità della fontana Coperclata si sviluppava lungo la
sponda destra del Bisagno un antico acquedotto romano
che aveva origine nella pescaia del follo (attuale Giro del
Fullo). Dopo l'anno mille, questo acquedotto fu
abbandonato e iniziò la costruzione di quello medievale che
sfruttava le sorgenti della valle del Veilino (toponimo che
deriva dal termine dialettale Beo che significa derivazione
d'acqua o ruscello). Nei secoli successivi l'acquedotto
medioevale fu prolungato fino alla valle di Trensasco e in
seguito fino a Schienadasino, riuscendo così a convogliare
nel suo canale le abbondanti acque del Bisagno.
Nei primi anni dell'800, per catturare più acqua, e quindi
aumentare la sua por tata vennero incanalate
nell'acquedotto anche le acque del rio Torbido e, in seguito,
quelle della valle del Concasca, dove scorre l'omonimo
torrente chiamato anche Lavena. Con questi ultimi
prolungamenti, l'acquedotto raggiunse la sua massima
distanza dalla città.
Tra la valle del Veilino e quella di Trensasco vi sono la valle di
Preli, dove scorre Il rio Figallo, e quella della Cicala che
prende il nome dalla famiglia genovese dei Cicala,
proprietaria della zona fin dai tempi antichi. La sensazione
che si prova entrando nella valle della Cicala e passando a
fianco delle rare case a ridosso del canale dell'acquedotto è
quella di tornare indietro nel tempo: ogni angolo qui pare
animarsi in un caleidoscopio di colori, ricordi, suoni, odori e
fatica. Poco dopo il tramonto, le fronde degli alberi, che
lambiscono il canale, si oscurano rapidamente in contrasto
con l'orizzonte che riflette ancora la luminosità azzurra del
cielo. In questa luce quieta, lo sguardo spazia sull'abitato
della valle che sale tra piccoli orti coltivati e mulattiere che
s'inerpicano verso il monte perdendosi poco oltre nel
bosco. Il lungo nastro grigio dell'acquedotto si addentra
nella valle ancora incontaminata, che mantiene le
peculiarità tipiche della campagna, costituita da numerosi
terrazzamenti e coltivi. La vegetazione è bassa e il tracciato è
affiancato da vistosi resti di canali dismessi, a testimonianza
dei continui rifacimenti e ampliamenti cui è stato
sottoposto tutto il condotto.
Per passare al versante opposto si attraversa il piccolo
ponte-canale sul fossato della Cicala che sorprende per la
sua aspra bellezza e per il silenzio intenso che la avvolge, pur
essendo a così breve distanza dalla città. Appena passato il
ponte, sulla destra c'è la derivazione che si inoltra per una
cinquantina di metri fino alla presa, rasentando il fianco del
fossato che scende a valle formando innumerevoli
cascatelle di acqua limpida. Sul versante opposto della valle
il paesaggio intorno fa da sfondo all'avvicinarsi della città; la
bassa vegetazione e i pochi alberi evidenziano il tracciato
dell'acquedotto permettendoci di attraversare questo
lembo di paesaggio, tra i più belli e meno contaminati, sino
ai tre ponti canali che si susseguono, ottimamente
conservati. Il primo ponte ad unica arcata è sul rio Costa
Pelosa, segue a poca distanza quello sul rio Pezzola a tre
arcate e completo di scolmatori. Sul rio Borneli, il terzo ponte
ad una arcata precede di poco un altro tratto franoso che
ricopre il canale per un centinaio di metri. Il tracciato
prosegue poi fino a incrociare l'abitato
di Preli e continuare verso la città.
Luciano Rosselli
scrittore e autore di volumi
sulla Val Bisagno
16
UNA PASSEGGIATA SULL'ACQUEDOTTO STORICO
La parola all’Esperto
17
PRESTAZIONE SPORTIVA: COMPORTAMENTO, MOTIVAZIONE ED EMOZIONE
Il comportamento umano, definito come “attività finalizzata alla soddisfazione di determinati bisogni e/o alla realizzazione di scopi” è qualcosa di estremamente complesso organizzato ed influenzato da componenti genetico-biologiche ed esperienziali-ambientali. Ha un aspetto motivazionale ed un aspetto emotivo; aspetti che, nel passato, erano considerati come contrapposti dove la motivazione, organizzata, razionale ed efficace, poteva essere ostacolata dall'emotività, disorganizzata, irrazionale e disfunzionale; oggi si tende ad esaminare i due aspetti in maniera congiunta come due facce di una stessa medaglia.Una prestazione sportiva è, indubbiamente, un comportamento con una forte dimensione motivazionale che riguarda il “perché” (cause ed obiettivi) ed una altrettanto forte dimensione emozionale che riguarda il “come” (cambiamenti a livello corporeo e psicologico), dove entrambe le componenti devono essere regolate ed armonizzate per orientare comportamenti goal-directed, efficace termine che indica attività psico-fisiche focalizzate ed orientate su un obiettivo preciso.In che maniera la dimensione motivazionale interviene nella prestazione? Le strategie comportamentali (come si affrontano le gare per esempio) dipendono da due aspetti in conflitto tra loro: la motivazione a vincere e la motivazione ad evitare il fallimento; la prima porta speranza ed induce ad affrontare le prove e l'altra porta paura ed induce ansia e ritiro. Dalla valutazione tra il livello di difficoltà del compito ed il tipo di emozione che potrebbe scaturirne (orgoglio o vergogna) ne deriva l'atteggiamento e la risposta emozionale (vedi oltre) con cui si affrontano i compiti. Approfondiamo ancora: chi ha entrambe le tendenze alte si impegna molto ma è anche molto ansioso, si trova invece in condizione ottimale, perché non condizionato dalla paura, chi ha alta tendenza al successo e tendenza bassa ad evitare il fallimento. La dimensione emozionale, a torto considerata “bestia nera” delle prestazioni, può essere invece una componente del comportamento goal-directed se correttamente regolata. Diamo un “perché” alle emozioni come meccanismo adattivo e premiato dall'evoluzione attraverso il quale gli esseri viventi affrontano le continue sollecitazioni ambientali.
Un piccolo schema visivo del percorso
Evento-stimolo
Valutazione Risposta emozionale
Persona
Da un evento-stimolo che coinvolge proprio quella persona (unica ed irripetibile con i suoi vissuti e le sue motivazioni) che ne farà una propria valutazione (determinata da aspetti coscienti ma anche da aspetti sotto-coscienza) il corpo attiva una risposta emozionale (comportamento atto a fronteggiare l'evento stesso). Detto in parole più semplici
ogni volta che una persona incontra eventi e situazioni ambientali che devono essere affrontati mette in atto processi di valutazione dai quali scaturisce una risposta psico-fisica complessiva che chiamiamo risposta emozionale. Intervengono in questo processo, oltre al già considerato aspetto motivazionale, varie componenti in interazione tra loro tra le quali vale la pena di approfondire: l'attivazione fisiologica dell'organismo o arousal (stato di eccitazione generale indotto dal sistema nervoso attraverso il rilascio di adrenalina che, in sostanza, corrisponde ad una predisposizione psico-fisica a fronteggiare un evento significativo, stato vissuto psicologicamente come ansia) e la componente soggettiva (propri vissuti e riflessioni, capacità di autoregolazione).
Una curva a «U» rovesciata caratterizza il rapporto tra livello di arousal (ansia) e qualità della prestazione: un livello ottimale della prestazione si raggiunge laddove l'ansia è a livelli medi, troppo bassa non sostiene la prestazione, troppo alta la ostacola.La componente soggettiva interviene fortemente: ogni essere umano, infatti, non si limita a provare emozioni ma, entro certi limiti, le regola modulando la valutazione degli eventi e delle proprie risposte agendo sulle varie componenti della risposta emotiva. E' possibile mettere in atto diverse tecniche, attività, modalità di relazione per attivare una efficace autoregolazione delle emozioni.Un'ultima considerazione riguarda il “fattore gruppo”: le relazioni, i ruoli, le funzioni, le aspettative, il clima, come avviene la comunicazione sono aspetti fortemente motivanti (o demotivanti) che varrebbe la pena di considerare come componente della prestazione. Ma questo meriterebbe una trattazione a sé.
Dott.ssa Ornella MastroianniDottore in tecniche psicologiche per i servizi alla persona e alla comunitàmail:[email protected]
Le Aziende del territorio: Cantine Gambaro
18
Nasce come piccola azienda vinicola a conduzione familiare
fondata da Antonio Gambaro, con sede nel paesino di Aggio
sulle alture di Struppa, nella Alta Valbisagno.
In seguito ha un'ulteriore espansione con Angelo (u Ninin),
personaggio di grande carisma e bravura molto conosciuto a
Genova, tanto che ancor oggi i vecchi clienti, per indicare la
cantina, usano l'appellativo “da u Ninin”.
In seguito è stata condotta e consolidata dai fratelli Assunta e
Giuseppe Gambaro, figli di Ninin che hanno mantenuto
l'impostazione tradizionale. Dal 2006 la Cantina ha cambiato
famiglia, ma ha proseguito con le vecchie tradizioni imparate
come “garzonetto” da Andrea Avvenente che è stato a bottega
per diversi anni dai figli di Ninin. Oggi tutta la famiglia
Avvenente si impegna a mandare avanti la cantina nel buon
nome dei fondatori mantenendo la qualità dei prodotti e i
prezzi concorrenziali nella nuova sede di Via Rio Torbido 1
cancello, alla Doria.
La vinificazione delle uve acquistate da produttori selezionati
nelle migliori colline del Oltrepo' pavese, dell'Ovadese e del
Tortonese avviene nel mese di settembre usando una
pigiatrice - diraspatrice che esegue contemporaneamente lo
schiacciamento degli acini e la separazione dei graspi dalla
massa pigiata che viene pompata nelle vasche per la
fermentazione naturale della durata di circa quattro o cinque
giorni. Quando il grado zuccherino residuo nel mosto è di circa
2/3 gradi, si procede alla svinatura e ad una leggera
torchiatura. La pulizia del mosto avviene per decantazione con
l'effettuazione di minimo tre travasi; il primo quando il mosto
ha smesso di bollire, il secondo a fine novembre e il terzo a
metà gennaio.
Nel periodo di settembre la cantina mette a disposizione le uve
acquistate anche per coloro che desiderano a casa propria
produrre vini per il fabbisogno quotidiano seguendoli con
consigli e chiarimenti per ottenere un buon prodotto.
Durante tutto l'anno la cantina offre ai propri clienti vini sfusi
non solo di produzione propria, ma anche di cantine
selezionate con le quali già Ninin aveva collaborato.
Venite a trovarci e troverete più di 300 tipi di vino imbottigliato
di tutte le regioni d'Italia, un grande assortimento di spumanti
nazionali ed esteri e diversi prodotti di aziende agricole locali
come miele, sciroppo di rosa e alcuni dolci sfiziosi da abbinare
a qualche buon brachetto, moscato o passito e per finire
qualche buona grappa o liquore un po' speciale.
Nel periodo dal 8 al 24 dicembre la cantina resta aperta tutti i
giorni per aiutare Babbo Natale a trovare regali da far venire
l'acquolina in bocca a tutti con confezioni personalizzate sia di
bottiglie che di cesti per tutti i gusti e per tutte le tasche.
Vi aspettiamo da settembre a giugno
dal lunedì al sabato
ore 8.30 -12.30 e 15.00 -19.00
in luglio e agosto
dal lunedì al sabato
ore 8.30 -12.30 e 16.30 -19.30
dall' 8 al 24 dicembre
aperti tutti i giorni dalle 8.30 -13.00 e 15.00 -19.30
CANTINE GAMBARO
Cantine A. Gambaro S.a.s.- Via Rio Torbido 1 cancello - 16165 Genova - Tel 010 808906 - Cell 393 9413314
Noi in 20 pagine: Le Società della Polisportiva
Società Sportiva Dilettantistica Polisportiva AltavalbisagnoPiazza Suppini, 2 - 16165 GenovaTel. 010 8309164
Società Sportiva Dilettantistica Normac Avb PallavoloPiazza Suppini, 2 - 16165 GenovaTel 010 8309164
mail: [email protected] sito: www.normacavb.comfacebook: www.facebook.com/NormacAvbGenovaVolley
Associazione GAU - Giovani Amici UnitiPiazza Suppini, 4 - 16165 Genova Tel. segreteria 010 802344
ANPI Sport Emilio Casassa 1953 Via Gualco, 3 - 16165 Genova Tel. 010 8596506 Fax 010 0986032
Associazione Pesca Sportiva “Sergio Ghiglione” PratoPiazza Suppini, 2 - 16165 Genova
S.M.S. “7 Novembre”Viale dei Cipressi, 2 - 16165 GenovaTel. 010 809401
Club Subbuteo Green Hawk Piazza Suppini, 2 - 16165 Genovamail: [email protected]
Gruppo Sportivo Ricreativo Dilettantistico AggioSalita Aggio, 1 - 16165 GenovaCell. 339 3218005
mail: [email protected] mail: [email protected]: www.anpicasassa.it
mail: [email protected] sito: www.assgau.it
mail: [email protected]
19
FARMACIA DAGNINODr.ssa Michela Dagnino
Dieta personalizzata - MOCAnalisi pelle e capello gratuiti
Auto-analisi - OmeopatiaTest intolleranze alimentari
Via Struppa, 146 I Genova - Tel. 010.809038
ascensori a Genova
Fiera di Genova installazione di 20 ascensori e 8 scale mobiliinstallazione di 20 ascensori e 8 scale mobili
Via D’Annunzio, 2/9 - 16121 Genova
+39 010 59 59 408 - +39 010 59 59 689
Amministrazione condomini
Gestione Patrimoni Immobiliari
Coordinamento tecnico centri direzionali
e commerciali
Analisi e controllo consumi elettrici e
riscaldamento
Redazione e gestione di piani esodo
dell'edificio e gestione integrata allarmi