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2.0 Magazine PER CHI INSEGNA E PER CHI STUDIA TECNOLOGIA NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO nr. 2 - Maggio 2012 TECNOLOGIE SPORT EDUCAZIONE Londra 2012

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2.0MagazinePER CHI INSEGNA E PER CHI STUDIA TECNOLOGIA

NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

nr. 2 - Maggio 2012

TECNOLOGIE SPORT

EDUCAZIONE

2.0Magazine2.0 Magazine è la rivista che fa parte del corredo didattico dei manuali Paravia per l’insegnamento della Tecnologia nella Scuola secondaria di primo grado

PER LO STUDENTE

TECNOLOGIA 2.0 Disegno Settori produttivi ed energia ACTIVEBOOK, la versione digitale del corso, sfogliabile e interattiva.

VEDERE LA TECNOLOGIA Disegno Settori produttivi ed energia Informatica DVD-Rom con percorsi multimediali su disegno, processi produttivi ed energia, informatica.

PER L’INSEGNANTE

Guida didattica per la programmazione e la verifi ca.

LIMBOOK La versione digitale deI corsi e altri materiali multimediali per fare lezione con la LIM.

PER L’INSEGNANTE E PER LA CLASSE Percorsi semplifi cati per studenti

non madrelingua o con diffi coltà.

2.0 MAGAZINE, la rivista.

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Londra 2012

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2.0Magazine

2 - maggio 2012

Questo numero

di 2.0 Magazine

è dedicato all’importante evento

dei Giochi della XXX Olimpiade,

che si terranno a Londra

dal 27 luglio al 12 agosto prossimi

(Giochi Olimpici)

e dal 29 agosto al 9 settembre

(Giochi Paralimpici).

Nel FORUM si prova a ragionare su come un evento planetario tanto importante possa essere occasione di rigenerazione urbana e diventare modello di urbanizzazione sostenibile del territorio, che dovrà sempre più essere a vera “misura d’uomo”, guardando con grande attenzione alla conservazione delle risorse fondamentali del pianeta per il futuro.

Nelle pagine del dossier

dedicato ai ragazzi IN CLASSE

riteniamo importante

mettere in evidenza la

straordinaria testimonianza

di un personaggio come Giusy

Versace che fa dello sport,

praticato ora grazie all’ausilio

di sofi sticate tecnologie,

un’importante testimonianza

di vita e di valori.

Continua in SPAZIO COMMUNITY

la proposta di nuove

esperienze didattiche,

maturate in diverse realtà

del nostro territorio nazionale,

tutte fi nalizzate sia a un

apprendimento consapevole,

e per quanto possibile

interessante e divertente,

sia alla proposta di originali

occasioni di approfondimento

e di confronto con la realtà

tecnologica.

Nel luogo scelto per la celebrazione dei Giochi Olimpici e Paralimpici sono stati realizzati NUOVISSIMI

IMPIANTI SPORTIVI, progettati e costruiti con l’utilizzo delle più recenti tecnologie e con i migliori materiali ecocompatibili.

Tecnologie all’avanguardia vengono applicate sia alle TRASMISSIONI TELEVISIVE

sia alla PRATICA DEI VARI SPORT: dalle altissime defi nizioni delle immagini a nuovi materiali per le piste di atletica, da sempre più sofi sticati materiali di attrezzistica a nuove tecnologie alimentari e biomediche.

Ma i Giochi sono anche EDUCAZIONE AI VALORI: dal rispetto dell’ambiente all’ecosostenibilità di nuove strutture edilizie, dal rispetto delle regole dello sport al mettersi in gioco con abnegazione e con coraggio, sino all’impegno dei giovani di tutto il mondo per un futuro di pace condivisa.

Londra 2012

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spazio communityGIAN PIERO BENENTE Realizziamo un modello di forno solare, 33

FRANCO PATINO Tempo di Olimpiadi: alleniamo la mente, 38MARIA SCIACOVELLI Dal disegno al progetto, fra tradizione e innovazione, 42

I luoghi di Londra 2012, 46

rubricheAl cinema, 48

docenti&allievi

forum

GABRIELE RIGHETTO Londra 2012: sostenibilità, infrastrutture, eredità per il futuro , 4WIRED Le Olimpiadi e la televisione , 10

La storia del cronometraggio olimpico, 12

in classe

LUCA CORSOLINI Paralimpiadi Londra 2012: “Sport like never before”, 18WIRED La preparazione è hi-tech, 22

Tecnologie italiane al servizio delle Olimpiadi, 26GIANFRANCO BO Super-magneti al neodimio, 28

per i docenti

dossier allievi

2.0MagazinePER CHI INSEGNA E PER CHI STUDIA TECNOLOGIA

NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

nr. 2 - Maggio 2012

TECNOLOGIE

SPORT

EDUCAZIONE

Londra 2012

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Cinque cerchi, cinque parole chiave

LONDRA 2012, OLIMPIADI E PARALIMPIADI: non solo sport, ma anche tante, tantissime nuove tecnologie,

e soprattutto persone e valori. Olimpiadi e Paralimpiadi che si svolgeranno all’insegna del “politically

correct”, e in particolare di cinque importanti KEY WORDS.

Innanzitutto lo SPORT: quello delle eccellenze, dei record, dell’impegno che si sforza di raggiungere

i limiti estremi di quanto è nelle umane possibilità. Eccellenze di livello planetario, certifi cate da misure

del tempo sempre più raffi nate, con sistemi di cronometraggio infi nitesimali, e a ogni Olimpiade

più perfetti, più sicuri, più tecnologicamente avanzati.

Nello sport, soprattutto le PERSONE: atleti che da ogni angolo della Terra si troveranno a Londra

per gareggiare all’insegna della pace e dei più nobili valori di cui l’umanità si è fatta portatrice.

Donne e uomini atleticamente straordinari, ma non divinità dell’Olimpo: piuttosto, esempi da imitare

per la serietà di un impegno che fa di un gioco un’assai nobile esperienza.

Fra gli atleti abbiamo scelto una testimonianza emblematica, quella di Giusy Versace: una donna che non

si è lasciata scoraggiare da un destino avverso, ma che ha fatto della sua disabilità un’ottima opportunità,

occasione ideale per un nuovo impegno atletico e sportivo, anche grazie alle più recenti TECNOLOGIE.

E poi l’attenzione all’AMBIENTE, al rispetto del territorio, alle biodiversità, a un intelligente

e consapevole sfruttamento delle risorse, e alla sostenibilità dello sviluppo. A Londra 2012,

tutto ciò si rende evidente fi n dal luogo scelto per l’insediamento del Villaggio Olimpico e dei principali e

più spettacolari edifi ci che saranno al centro dell’evento: un’area recuperata, risanata e restituita

a un sano utilizzo urbano, con speciale vocazione per lo sport e il tempo libero.

E infi ne l’attenzione all’EDUCAZIONE, declinata in varie forme: educazione alla disciplina sportiva,

al rispetto dell’avversario, alla condivisione e all’incontro con l’altro, a qualunque cultura, lingua, fede,

tradizione appartenga. Al di sopra di tutto ci sono l’impegno e la passione per uno sport,

anzi per lo sport in generale come fattore che può contribuire in modo davvero signifi cativo

alla costruzione di un presente e di un futuro di pace.

LONDRA 2012: UN EVENTO A CUI TUTTI, IN QUALCHE MODO, SAREMO PRESENTI, GRAZIE ALLE PIÙ MODERNE TECNOLOGIE DELLA COMUNICAZIONE.

Direzione Marco GarenaProgettazione editorialeDaniela [email protected] Sara PuggioniProgetto grafi co e impaginazione Andrea Destefanis, TorinoImmagine di copertinaGiancarlo ColomboRicerca iconografi ca Stefania Bruno, Giorgio Olmoti

Controllo qualità Elena PetruccelliHanno collaborato:Gian Piero Benente; Gianfranco Bo; Luca Corsolini; Giorgio Olmoti; Franco Patino; Sara Puggioni, Gabriele Righetto; Maria Sciacovelli; la redazione di WIRED Italia.Referenze iconografi che Ansa/EPA/Dominic Favre; Archivio iconografi co Pearson Italia; Archivio Mondo S.p.A.; Gian Piero Benente; Gianfranco Bo; Roberto Bof; Giancarlo Colombo; Corbis; Anthony Charlton/LOCOG; Davide Ferreri; Getty Images; Intelligent Energy; LOCOG; Marka; Franco Patino; Photodisk; Photostudiodedonato; John A. Rogers/University of Illinois; Maria Sciacovelli; Trustees of Boston UniversityVIP Group/Imperial College London.

Marchi, nomi e loghi delle società menziona-te appartengono ai rispettivi proprietari.Distribuzione2.0 Magazine si può ricevere compilan-do la cartolina riprodotta in quarta di coper-tina e spedendola all’indirizzo indicato.

2.0 Magazine è una rivista aperiodica distri-buita gratuitamente nelle scuole e pubblicata da Pearson Italia. Si autorizza la riproduzione dell’opera purché parziale e a uso non commerciale. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto per eventuali non volute omissioni in merito a riproduzioni grafi che e fotografi che inserite in questo numero

RI 0395 00603F

Stampato per conto della Casa Editrice presso Arti Grafi che DIAL, Mondovì (CN)

© 2012 Pearson Italia s.p.a.

2.0 Magazine

Questo numero di 2.0 Magazine è stato realizzato anche con la collaborazione di , che dell’evento si è aggiudicata l’esclusiva per l’Italia sia delle trasmissioni televisive (con 12 canali) sia di quelle per le piattaforme internet e su telefonino: un ringraziamento particolare va a Luca Corsolini e al suo staff.Immacolata Marsaglia è stata collaboratrice preziosa per la defi nizione di tutti i contatti.

Grazie anche a Irene Miretti dell’Uffi cio Marketing & Communication di Mondo S.p.A.

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AREADOCENTI

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forum FUTURO POSSIBILE

Le Olimpiadi, ormai da molto tempo, non sono più soltanto uno straordinario evento

sportivo. Esse sono divenute un’occasione di primaria importanza per “tastare il polso” dello stato dell’architettura, dell’urbanistica e delle tecnologie all’avanguardia.I lavori delle Olimpiadi di Londra 2012, che si terranno quest’estate, costituiscono già un modello che cambierà la concezione stessa di progettazione del paesaggio urbano.

Le Olimpiadi di Londra 2012 sono ambientate a Stratford, un sobborgo orientale della

città collocato lungo il fi ume Lea. Qui, nel 1839, è arrivata una delle prime linee ferroviarie del mondo. Si tenga presente che George Stephenson inventò la locomotiva nel 1825. Le prime ferrovie, tuttavia, erano utilizzate nelle miniere, mentre solo nel 1830 venne realizzata la prima tratta ferroviaria anche per passeggeri. Si trattava della Liverpool-Manchester, considerata la prima ferrovia a collegare due città. È allora comprensibile l’eccezionalità della ferrovia che serviva Stratford e fa da supporto alla zona industriale in espansione, costituendo un fenomeno di innovazione urbana ottocentesca molto determinante.Ma quel modo di trasformare il territorio non teneva conto del problema della sostenibilità e della reversibilità ambientale.

Pertanto, tramontato il modello industriale meccanico ed elettromeccanico, tutto è divenuto una landa abbandonata, una sorta di deserto tecnologico.La gestione delle aree dismesse è un enorme problema delle città con cospicue presenze di zone industriali in cui non si praticano più le attività per cui sono nate. Per risanare occorrono capitali di altissima rilevanza ed è quindi necessario avere delle occasioni straordinarie non solo di fi nanziamento, ma anche di valore simbolico che giustifi chino piani eccezionali. Questi si realizzano per lo più con le Olimpiadi e con gli Expo.

Per quanto riguarda Londra 2012 la rigenerazione urbana è a forte profi lo

ecologico, tanto che la si può già annoverare come esempio di urbanistica ecologica.Intanto il master plan prevede la realizzazione di un grande Parco Olimpico all’interno del quale sono inserite le strutture sportive, commissionate ad architetti di fama internazionale.Un approccio strategico è costituito dalle scelte energetiche. Gli impianti di raffreddamento, riscaldamento e alimentazione energetica poggiano su una fonte primaria che fa riferimento a una centrale energetica unifi cata. Tale centrale fa ampio uso di fonti connesse allo sfruttamento della biomassa e per una signifi cativa percentuale si ricorre a fonti di energia rinnovabile. Ad esempio, per alimentare la centrale è predisposto un ampio uso di scarti di legna conformati a pellet. Tutte le superfi ci idonee, senza compromettere il paesaggio urbano, sono dotate di pannelli solari. Le parti di impianto alimentate a biomassa funzionano con tecnologie di cogenerazione, un sistema che unisce riscaldamento e produzione di energia elettrica.Le acque refl ue vengono gestite da una centrale di pompaggio posta a sud del Parco Olimpico: tale centrale non è occultata ma ha una propria dignità architettonica, oltre che tecnologica, quasi un segno palese dell’attenzione a tutelare un valore ambientale come l’acqua.

Londra 2012:

Per Londra si tratta di uno straordinario intervento di rigenerazione urbana rivolto

a una delle parti più degradate della città. Una parte che è stata, fi no a un recente passato, zona industriale di grande estensione e importanza, ma che si era trasformata in una desolante area dismessa in seguito alla cessazione delle attività industriali.Ciò induce a rifl ettere sulla condizione della “tecnologia a scala ampia”. Occorre infatti tener presente che la tecnologia produce piccoli oggetti e artefatti di dimensioni contenute, ma comporta anche radicali

sostenibilità, infrastrutture,eredità per il futuro

Quando lo sport diventa rigenerazione urbana e visione del futuro

di Gabriele Righetto

trasformazioni del territorio e l’introduzione di sistemi produttivi nuovi. Tali sistemi, in genere costituiti da grandi complessi estesi su ampie zone di territorio, rimangono effi cienti per un certo periodo, ma nel momento in cui diventano obsoleti vengono abbandonati causando molto spesso un forte degrado delle aree corrispondenti.L’industrialismo, che ha avuto origine in Inghilterra a partire dalla fi ne del Settecento, ha portato a una vasta urbanizzazione del territorio. Si tratta di parti della città che hanno assistito al tramonto dei cavalli e al trionfo dei cavalli a vapore, i quali hanno portato con sé sistemi di trasporto mai visti prima. I treni sono diventati i protagonisti di questa nuova era, con i binari a fare da sentiero agli animali meccanici.

L’IMPATTO

DELLA TECNOLOGIA

A SCALA AMPIA

LA CITTÀ CAMBIA VOLTO

PAROLA D’ORDINE:

SOSTENIBILITÀ

Scarica il videocollegandoti al link:http://link.pearson.it/807E1958

Il logo uffi ciale delle Olimpiadi di Londra 2012. Il logo uffi ciale delle Paralimpiadi di Londra 2012.

Gabriele Righetto è laureato in architettura. Esperto di problemi di tecnologia, ecologia umana, gestione delle aree urbane e metropolitane, si è occupato più recentemente anche di progettazione partecipata. È consulente scientifi co dell’ANIAT e membro della Rete di Scuole.

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forum FUTURO POSSIBILEAREADOCENTI

La realizzazione del Parco Olimpico, con un’estensione di 250 acri (1 011 500 m2),

è anche l’occasione per realizzare un ecosistema urbano che prevede la riqualifi cazione della Lea River Valley. I trasporti pubblici, le piste ciclabili e i sentieri pedonali renderanno agevole non solo il raggiungimento delle sedi delle manifestazioni sportive, ma dell’intero parco in cui sono stati piantati 4000 alberi e almeno 300 mila piante idonee a zone umide, oltre alla predisposizione di aree per prati perenni. I passaggi delle parti fl uviali saranno facilitati da ponti pedonali arricchiti da interventi di land art. L’intervento prevede la costruzione di un villaggio olimpico per gli atleti, che sarà riconvertito in rione abitabile con quasi 3000 abitazioni che avranno non solo un profi lo sostenibile, ma contribuiranno a fornire alloggi a persone che svolgono ruoli sociali chiave, come gli insegnanti e gli infermieri.

PROGETTO SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità è una delle parole chiave del progetto Londra 2012, al punto che fi n dall’inizio ci si è impegnati a lavorare in tale senso. In particolare nella realizzazione del progetto per le Olimpiadi si sono seguiti tre principi fondamentali:1) utilizzare strutture già esistenti ovunque possibile;2) costruire solo strutture permanenti utilizzabili a lungo

termine dopo i giochi;3) realizzare strutture temporanee in tutti gli altri casi.

La sostenibilità si articola attorno a cinque temi chiave.CAMBIAMENTO CLIMATICO Ridurre al minimo l’emissione di gas serra e accertarsi che gli impianti che rimarranno per l’utilizzo futuro rispettino gli standard stabiliti per il minor impatto possibile sul riscaldamento globale.RIFIUTI Ridurre al minimo la produzione di rifi uti in ogni stadio del progetto, assicurandosi che durante i giochi non venga riversato alcun inquinante

OLIMPIC PARK

LE BLACK CAB

SI TINGONO DI VERDE

Tra gli oltre 700 000 visitatori che la prossima estate si riverseranno nelle strade di Londra in occasione delle Olimpiadi, qualcuno avrà l’onore di salire a bordo di uno dei primi esemplari di Black Cab a emissioni zero, le nuove vetture taxi destinate a sostituire le ormai storiche (e ahimè molto inquinanti) Austin FX4 in servizio dal 1956. Per i nostalgici, niente paura: l’innovazione è tutta nel motore e il fascino old english dei taxi londinesi permane, con l’apprezzabile differenza che dal loro tubo di scappamento non esce un letale fumo nero ma solo vapore acqueo.

PROGETTARE

PER IL FUTURO

nell’ambiente e incoraggiando lo sviluppo di un sistema di trattamento dei rifi uti per East London.BIODIVERSITÀ Minimizzare l’impatto delle Olimpiadi sulla fauna selvatica e il suo habitat sia all’interno delle strutture sia all’esterno, lasciando in eredità dove possibile ambienti migliori, come ad esempio il Parco Olimpico.INCLUSIONE Promuovere l’accesso per tutti celebrando la diversità di Londra e del Regno Unito, creando nuovi posti di lavoro, di formazione e di opportunità economiche.STILE DI VITA SANO Ispirare le persone di tutto il Paese a praticare sport e a adottare stili di vita attivi, sani e sostenibili.

TRASPORTI OLIMPICI

Il motore delle Fuel Cell Black Cab, con una potenza da 100 kW, è ibrido: l’energia è fornita sia da batterie ai polimeri di litio sia da celle a combustibile. Queste ultime utilizzano molecole di idrogeno e ossigeno dell’aria per generare elettricità, e come scarto producono acqua. Il motore integrato è stato sviluppato da Intelligent Energy (azienda leader in questo campo, che ha già realizzato il primo scooter

e il primo Boeing a idrogeno), ma la vera innovazione sta nel modo in cui viene raffreddato il sistema. La tecnologia prevede che dell’acqua venga iniettata direttamente nelle celle a combustibile, dove il calore la fa evaporare fi no a saturare l’ambiente. Il mix di gas bollente viene quindi fatto passare attraverso uno scambiatore di calore che ne abbassa la temperatura fi no a 20 gradi centigradi, e poi ritorna nelle celle a combustibile. In questo modo non vi è necessità di un sistema di raffreddamento esterno e di un umidifi catore. Alla fi ne si ha un motore che funziona anche quando il termometro scende sotto i 20 gradi sotto zero. Leggero, facile da realizzare e dai costi contenuti. Le nuove Black Cab possono

raggiungere i 130 km orari e hanno una discreta ripresa. Ma il vero plus rispetto ad altri veicoli a idrogeno è che l’operatività è garantita per un’intera giornata di lavoro, come richiesto espressamente dai tassisti inglesi: è infatti garantita un’autonomia di 400 chilometri con un pieno e, in caso di necessità, per il rifornimento bastano cinque minuti. Il primo taxi ecologico ha debuttato per le vie di Londra nel marzo 2011, mostrando di non temere la rush-hour, l’ora di punta. Ma il battesimo del fuoco avverrà con i giochi, quando entreranno in servizio circa un centinaio di Fuel Cell Black Cab. Anche se l’obiettivo, decisamente più ambizioso, del sindaco di Londra Boris Johnson è sostituire tutti i vecchi taxi entro il 2020.

Olympic Park Il Fuel Cell Black Cab, la nuova vettura a emissioni zero destinata a sostituire i vecchi taxi londinesi,

presentato al pubblico nel marzo 2011.

Il Fuel Cell Black Cab fa il pieno.

a cura di

land artÈ l’espressione con cui si indicano gli interventi artistici sull’ambiente.

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forumAREADOCENTI

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FUTURO POSSIBILE

Ovviamente la parte più spettacolare sarà offerta dalle opere architettoniche

di maggiore impatto (vedi anche p. 46). I pezzi forti saranno lo stadio, opera di un gruppo di architetti coordinati da Populous, uno dei gruppi internazionali maggiormente specializzati in strutture sportive.È costituito da un impianto reticolare coronato da un grande spalto aggettante di forma circolare su questo si estende una tensostruttura che copre le parti dello stadio destinate al pubblico, mentre rimane a cielo aperto l’area corrispondente alla superfi cie del campo di gioco.

Opera di una archistar è poi l’Aquatic Centre, un progetto prestigioso dell’architetto iraniano Zaha Hadid, un edifi cio ardito che sta tra il linguaggio decostruzionista e quello biomorfo.Anche il velodromo, progettato dallo studio Hopkins Architects, è opera di grande fascino. Si tratta di una struttura molto sinuosa con una copertura completa retta da un impianto reticolare che, pur interessando una superfi cie decisamente ampia, restituisce un’impressione di stupefacente leggerezza. Anche le superfi ci esterne, mosse e curvilinee, rispondono a principi di sostenibilità: sono in legno di cedro rosso canadese e, con complessivi 5000 metri quadrati di superfi cie, forniscono la

sensazione di un’enorme onda legnosa. La struttura è disseminata di speciali aperture che riducono al massimo l’uso di energia per l’illuminazione e ventilazione.Nella spettacolarità complessiva un ruolo simbolico e di maestria tecnologica è dato dalla torre ArcelorMittal Orbit. Si tratta di un’antenna a spire alta 115 metri, opera di Anish Kapoor e Cecil Balmond. Rappresenta un’enorme architettura-scultura, dall’alto della quale sarà possibile scrutare l’intero Parco Olimpico. Sicuramente diverrà l’icona e il simbolo delle olimpiadi di Londra 2012.Saremo tutti tifosi, non solo delle gare sportive ma anche dell’eccellenza della tecnologia e dell’urbanistica ecologica, capaci di dare luogo alla rigenerazione urbana.

Olympic Stadium Aquatic Centre Velodrome

L’EREDITÀ PER IL FUTURO

Dopo i giochi, il Parco Olimpico si trasformerà in uno dei più grandi parchi urbani creati in Europa da oltre centocinquant’anni.L’area verde sarà collegata all’estuario del Tamigi a sud e alla campagna dell’Hertfordshire a nord.I canali e le vie d’acqua del fi ume Lea saranno puliti e allargati e le pianure alluvionali della zona saranno ripristinate per offrire un nuovo habitat umido per la fauna selvatica, gioia degli amanti della natura e degli ecologisti.Nel parco saranno piantate specie locali, tra cui querce, frassini, salici, betulle, noccioli, agrifogli e prugnoli, offrendo un habitat per la fauna selvatica in mezzo alla città.Le installazioni sportive saranno adattate per potere essere usate dalle società sportive locali e dalla comunità.Il villaggio olimpico e paralimpico sarà convertito in abitazioni, molte destinate a lavoratori chiave quali insegnanti e infermieri.

SOSTENIBILITÀ

Le linee di trasporto pubblico saranno migliorate e ampliate. Le comunità residenti attorno al Parco Olimpico potranno accedere all’area verde attraverso una rete di alzaie, sentieri e piste ciclabili.Economicamente l’area sarà radicalmente trasformata. Verranno creati migliaia di nuovi posti di lavoro solo nel Parco e i benefi ci continueranno anche dopo la conclusione delle Olimpiadi.

GRANDI ARCHITETTI

PER OPERE D’ARTEUna simulazione della trasformazione del Parco Olimpico.

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AREADOCENTIforum IL MONDO IN CASA

LE OLIMPIADIE LA TELEVISIONELO SPETTACOLODAL VERO

Bisogna essere così fortunati da essersi aggiudicati un

biglietto per la fi nale dei 100 metri, la gara più richiesta dagli appassionati di tutto il mondo. Sei lì, allo stadio olimpico, felice di avere un

posto speciale nell’ombelico del mondo, perché tutti i Paesi guardano a Londra in quel momento, perché tutti vogliono rivedere Usain Bolt,

LO SPETTACOLOIN TV

Invece, a casa, la televisione ti fa vedere e rivedere la stessa gara in tanti modi diversi: un’inquadratura, mille

inquadrature, un milione di replay, ti sembra quasi di toccarlo, Usain Bolt. E vedi pure gli altri, gli esseri umani come te, che allo stadio sono oscurati dall’ombra del re.Ecco quanto bisogna essere

La televisionee l’evento sportivo piu’ importante del mondo

fortunati per capire quanto i giochi olimpici sono speciali in televisione, per capire come e quanto la televisione sia una sorta di bacchetta magica che rende gli stessi giochi l’evento più grande

del mondo, pur avendo un calendario più concentrato dei mondiali di calcio.È un paradosso ma è anche, e soprattutto, la fotografi a che meglio rende l’idea del perché il matrimonio tra le

LE OLIMPIADI NELLE CASE DI TUTTI

Più diffi cile è raccontare come quello che succede allo stadio olimpico a Londra arrivi nel salotto di casa nostra o sul nostro tablet. Quel grande

tesoro che sono le immagini dei giochi sono gestite per conto del CIO, il Comitato Olimpico Internazionale, da una squadra internazionale che si chiama OBS: Olympic Broadcasting Service. Per capirci: le immagini che

vediamo noi, in Italia, sono le stesse che vedono negli Stati Uniti, in Brasile e in Cina. Non l’ennesimo effetto perverso della globalizzazione, al contrario la realizzazione piena di una delle intuizioni del barone de Coubertin,

magari corretta secondo le indicazioni del marketing sportivo moderno.Nel 1896, quando nacquero i giochi olimpici sportivi moderni si diceva: l’importante è partecipare. E non poteva essere altrimenti

UN PALAZZO PER I MEDIA

Torniamo alle immagini. Uno degli edifi ci più importanti dell’Olympic Park è proprio quello che ospita le televisioni e gli altri media. Dovete immaginare un grande imbuto che raccoglie i segnali in arrivo da tutti i campi, e che poi li deve ridistribuire.

Inevitabile che le immagini siano le stesse, altrettanto inevitabile che ci sia spazio per le cosiddette personalizzazioni. Tornando all’esempio di Bolt: tutti vedono la gara, i replay, la festa, poi le tv che si sono attrezzate per questo riescono ad aggiungere contenuti personalizzati realizzati con troupe dedicate.Dallo stadio le immagini,

riprese con telecamere di ultimissima generazione e, particolare non secondario, utilizzate dai migliori operatori del settore, i Bolt della regia e delle inquadrature, arrivano all’imbuto di cui si parlava, e da lì vengono inviate via satellite in tutto il mondo. Per meglio dire, viaggiano verso i satelliti che poi le fanno rimbalzare sulla Terra,

dove ci sono le varie televisioni che devono poi ridistribuire il segnale ai vari Paesi secondo le diverse tecnologie che ci sono in ogni mercato.Lo svolgimento delle Olimpiadi a Londra ha un signifi cato particolare anche perché fu a Londra, nel 1948, che si svolse la prima edizione dei giochi trasmessa in tv, allora solo

per i pochi che possedevano un apparecchio televisivo.Oggi, l’enorme sviluppo tecnologico e la nascita delle tv a pagamento consentono di vedere i Giochi su tanti canali diversi, uno dei quali addirittura in 3D. Ma non solo: quest’estate ci sarà anche l’esordio dei tablet, ovvero i Giochi saranno accessibili anche lontano da casa su terminali portatili.

UN MONDO DI TECNICI E DI TECNOLOGIE

E questo renderà ancora più evidente una caratteristica delle Olimpiadi in tv che pochi conoscono: per farsi vedere da noi Usain Bolt si allena duramente per quattro anni, fa leva sul suo talento naturale, segue le indicazioni del suo staff tecnico, è assistito da un team

di lavoro consistente: ma parliamo, forse, di 50 persone al massimo.Per fare un esempio, SKY Sport da sola porterà a Londra 200 persone e almeno altrettante saranno al lavoro nella sede di Milano. Insomma, una squadra molto più ampia di quella che sta alle spalle di atleti anche di primo piano come Bolt. Un team nel quale si incrociano

tante professionalità diverse: giornalisti, esperti, grafi ci, operatori di ripresa, operatori di montaggio, responsabili audio, registi, grafi ci, responsabili palinsesto, venditori di spazi pubblicitari. E in questa grande squadra ognuno deve svolgere il suo ruolo e rispettare un timing preciso.E per arrivare puntuali a casa nostra le Olimpiadi

non cominciano certo il 27 luglio 2012, giorno della cerimonia d’apertura dei Giochi di Londra. Così come l’Olimpiade viene assegnata sette anni prima (e infatti Londra ha battuto in fi nale Parigi nel 2005, grazie anche all’impegno di David Beckham a Singapore dove i dirigenti del CIO dovevano decidere), così anche la tv per far funzionare il matrimonio

con i Giochi segue con un codice che sembra misterioso, 24/7/365, e invece signifi ca che tutti sono al lavoro 24 ore al giorno, 7 giorni alla settimana, 365 giorni all’anno. Per spiegarci meglio: ci sono già state riunioni di lavoro a Sochi, dove sono in programma i giochi olimpici invernali del 2014, e presto ci saranno convocazioni anche a Rio, sede dell’Olimpiade estiva del 2016.

perché tutti sperano che lui stabilisca un nuovo record del mondo. Sei lì, insomma, e con quel biglietto per il paradiso olimpico in mano ti sei

visto che c’era chi, per arrivare alle gare, impiegava dei mesi. Oggi, che il mondo è molto più piccolo, l’importante è “far partecipare”, coinvolgere la gente, avvicinare il sogno olimpico anche alle nazioni più remote.

sentito un re per giorni interi. Poi arriva fi nalmente la gara: neanche 10 secondi, proprio perché c’è Bolt, ed è tutto fi nito.

Olimpiadi e la tv, le tv, adesso pure i tablet, i social network, insomma tutti i mezzi di comunicazione, compresi i siti web che allungano sulle 24 ore la magia dei giochi, sia un’unione così felice.

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AREADOCENTIforum TECNOLOGIA E SPORT

GRANDI CRONOMETRI PER ATLETI DI GRANDE LIVELLO

Per decenni il cronometraggio di quasi tutte le attività sportive è stato affi dato in larga parte a due marche di cronografi : Omega e Longines, che hanno fatto la storia dello sport. Quando entrambe le marche sono state acquisite da Swatch Group, tutto il loro know how è confl uito in una società che si chiama Swiss Timing. Questa società si occupa del cronometraggio di un’enorme quantità di gare sportive. A contrastare il predominio quasi assoluto della società nel campo

del cronometraggio è la Tag Heuer, alla quale viene affi dato il cronometraggio automobilistico grazie al suo patrimonio tecnico.Occorre sottolineare che per poter cronometrare eventi sportivi importanti come le Olimpiadi non basta sponsorizzare una gara e mettere il proprio nome su qualche cartellone e sulle scritte in sovrimpressione: bisogna possedere davvero non solo le conoscenze tecniche, ma anche le apparecchiature e il personale specializzato che collabora con le federazioni sportive.

UNA STORIA LUNGA

UNA STORIA LUNGA OTTANT’ANNI

Omega è stata la prima azienda a cui fu affi dato il cronometraggio uffi ciale di tutte le discipline in occasione delle Olimpiadi di Los Angeles nel 1932, che videro l’utilizzo di cronografi e cronometri sviluppati dall’affi liata Lémania.Prima dei Giochi Olimpici del 1932 i cronometristi utilizzavano i propri contasecondi e i risultati fi nali erano spesso oggetto di dispute e trattative.Nello stesso anno, un solo orologiaio Omega trasportò trenta CRONOGRAFI RATTRAPPANTI da Bienne a Los Angeles: il suo compito consisteva nell’insegnare ai giudici a utilizzare i dispositivi.

Quell’edizione dei Giochi vide il raggiungimento di nuovi record in quasi tutte le discipline. In merito ai segnatempo, il direttore tecnico dei Giochi scrisse: «Si sono dimostrati altamente soddisfacenti e la loro evidente precisione ha suscitato numerosi commenti positivi fra i giudici di gara».Nel 1936 a Omega fu affi dato il ruolo di cronometrista dei Giochi Olimpici Invernali, che si tennero in Germania, a Garmisch-Partenkirchen. Il cronometraggio delle gare venne affi dato a un unico tecnico che controllava 27 contasecondi.Settant’anni più tardi, a Torino, il team di cronometristi comprendeva 208 professionisti (127 cronometristi e 81 gestori dati), oltre a 220 tonnellate di

attrezzatura: e questi numeri aumenteranno ulteriormente in occasione di Londra 2012.

LE OLIMPIADI DI LONDRA

Oggi, le attrezzature e il numero di addetti che Omega si prepara a mettere in campo a Londra presentano una ben scarsa somiglianza con i trenta contaminuti cronografi ci di Los Angeles (si parla di oltre duecento cronometristi e gestori dati, incaricati dell’installazione di circa 250 tonnellate di attrezzature e diverse miglia di cavi). A Londra, il gigantesco Omega Countdown Clock si appresta a segnare il tempo rimanente dalla cerimonia di apertura

Dai contasecondi

personali

ai cronometri

di precisione:

ottant’anni di

cronometraggio

sportivo

CRONOGRAFO RATTRAPPANTE

Cronografo caratterizzato da due lancette sovrapposte. Permette la lettura dei tempi intermedi senza che sia necessario arrestare il cronografo. Una delle due lancette, avviate entrambe con l’apposito pulsante, può essere fermata per la lettura del tempo intermedio, mentre l’altra prosegue la sua corsa. Terminata la lettura, alla successiva pressione del bottone, la lancetta arrestatasi raggiunge istantaneamente l’altra, pronta a ricominciare le misurazioni.

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L’Omega Countdown Clock di Londra 2012.

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forum

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TECNOLOGIA E SPORT

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AREADOCENTI

dei Giochi, prevista per il 27 luglio 2012, e i professionisti della società sono attivamente coinvolti nei preparativi per la manifestazione, che vedrà i tecnici svizzeri rivestire per la

venticinquesima volta il ruolo di cronometristi olimpici uffi ciali e nuovamente, in data 29 agosto, per i Giochi Paralimpici. I Giochi Olimpici di Londra dureranno 16 giorni, a partire dal 27 luglio,

Los AngelesIl 1932 segnò una svolta nella storia del cronometraggio sportivo: in quell’anno, nominata cronometrista uffi ciale dei giochi olimpici di Los Angeles, Omega fornì per tutte le discipline sportive 30 cronografi ad alta precisione tutti certifi cati cronometri dall’osservatorio di Neuchâtel. Fu la precisione di questi cronografi a convincere il comitato olimpico organizzatore a selezionare Omega per i giochi. I risultati uffi ciali vennero espressi in quinti e decimi di secondo.

BerlinoIn occasione dei giochi estivi di Berlino il ventinovenne orologiaio Paul-Louis Guignard portò in una valigetta 185 cronografi Omega da Bienne nella capitale tedesca. Ai giochi, il grande campione statunitense Jesse Owens conseguì un risultato memorabile aggiudicandosi ben quattro medaglie d’oro in un’epoca in cui gli atleti erano ancora costretti a scavare buche di partenza con l’ausilio di apposite palette.

Saint-Moritz • LondraIn occasione dei giochi olimpici invernali di Saint-Moritz, Omega introdusse la prima cellula fotoelettrica. Mobile e indipendente da reti elettriche, era impermeabile e regolabile in modo da resistere a un’ampia gamma di temperature; la tecnologia all’infrarosso su cui era basata risultava insensibile a fl ash e raggi solari. Per la prima volta, il sistema di cronometraggio veniva attivato automaticamente all’apertura del cancelletto di partenza.In occasione dei giochi estivi di Londra, l’azienda British Race Finish Recording Co. Ltd creò il primo fotofi nish: battezzato “Magic Eye”, era caratterizzato da immagini continue e una velocità di registrazione che poteva essere modulata in base alle necessità dello sport praticato, dal canottaggio al ciclismo. È proprio durante questi giochi che le macchine iniziarono a superare gli esseri umani in quanto a precisione nelle misurazioni.

Oslo • HelsinkiAl Magic Eye fece seguito il Racend Omega Timer nel 1949: in grado di mostrare frazioni di secondo sotto l’immagine degli atleti sulla linea d’arrivo, venne ribattezzato Photofi nish in occasione delle Olimpiadi del 1952. L’era del quarzo e dell’elettronica era arrivata, soprattutto con l’Omega Time Recorder, mobile e indipendente da reti elettriche, che permetteva di stampare i risultati su un rotolo cartaceo. I risultati uffi ciali erano ora misurati al centesimo di secondo.

Cortina • MelburneI cancelletti di partenza per le gare di sci alpino vennero introdotti durante i giochi olimpici del 1956 a Cortina d’Ampezzo. Il momento della partenza veniva indicato automaticamente da un segnale acustico combinato con uno luminoso (rosso, giallo e verde) in sintonia con il conto alla rovescia.L’innovazione più spettacolare venne però presentata in occasione dei giochi estivi, e precisamente nella piscina olimpica di Melbourne, dove lo Swim Eight-O-Matic Timer, primo dispositivo semiautomatico per il cronometraggio delle gare di nuoto e dotato di display digitale, consentì ai cronometristi di decidere il vincitore nel caso di arrivo quasi contemporaneo di due nuotatori.

RomaLa controversia scatenatasi durante i giochi estivi di Roma del 1960, l’ultima manifestazione sportiva cronometrata da Omega in cui fu l’occhio umano a decretare una vittoria, determinò l’introduzione in piscina di un’ulteriore sostanziale innovazione: i pannelli di contatto automatici (touchpads) che, tuttavia, inizieranno a essere utilizzati nelle competizioni soltanto nel 1967, ai giochi panamericani di Winnipeg.

Innsbruck • TokioInventato nel 1961, l’Omegascope permise l’introduzione del concetto di “real time” nelle competizioni trasmesse in tv con la sovrimpressione di numeri luminosi sulle immagini televisive. Questa tecnologia rivoluzionaria, che non lasciava margini di errore perché veniva visualizzata per milioni di spettatori, venne usata per la prima volta nel 1964 ai giochi olimpici invernali di Innsbruck, i primi giochi a essere completamente cronometrati elettronicamente. Mai in passato gli spettatori non presenti sul posto erano stati informati con tale rapidità ed effi cienza in merito a eventi svoltisi altrove.

Grenoble • Mexico CityIl “cronometraggio integrato” venne introdotto ai giochi di Grenoble e Mexico City. Con il suo cronometraggio automatico ed elettronico, questo sistema offriva un’analisi statistica dei risultati e li trasmetteva a giudici, allenatori, media e, in una certa misura, al pubblico. La nascita della fotostampante garantì una rapidità e un’ampiezza alla distribuzione dei dati che non aveva precedenti.Oggetto di particolare interesse fu l’introduzione in piscina del touchpad (pannello di contatto), che consentì ai nuotatori di arrestare in prima persona il cronometro, rendendo superfl ua la presenza di cronometristi ai bordi della piscina. La presenza, dietro a ciascun blocco di partenza, di un altoparlante collegato alla pistola dello starter, consentì inoltre a tutti i partecipanti di sentire il segnale di partenza nel medesimo momento. Lo Swim-O-Matic, successore dello Swim Eight-O-Matic, era in grado di registrare i tempi di gara con una precisione al millesimo di secondo: il potenziale del dispositivo non venne però adeguatamente sfruttato prima del 1972, e anche in quell’occasione per un’unica gara.

MonacoGli spettatori di Monaco 1972 furono testimoni della controversia che si scatenò intorno all’unica medaglia d’oro nel nuoto che fu assegnata sulla base di un distacco di un millesimo di secondo, episodio che determinò la forzata modifi ca delle regole di gara. Sui 400 metri misti, lo svedese Gunnar Larsson, detentore di due titoli europei, e Tim McKee, atleta statunitense, arrestarono entrambi il cronometro sui 4:31.98. Gli uffi ciali di gara attribuirono la vittoria a Larsson, che aveva totalizzato un tempo di 4:31.981 (rispetto ai 4:31.983 di McKee). Pochi giorni dopo, le regole FINA vennero modifi cate, rendendo obbligatorio il cronometraggio esclusivamente al centesimo di secondo.

Pietre miliari del cronometraggio olimpico

e saranno previste 39 discipline. I Giochi Paralimpici, invece, avranno inizio il 29 agosto e proseguiranno per altri dodici giorni, con una rappresentanza di 20 discipline sportive.

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forum TECNOLOGIA E SPORT DOSSIERIN CLASSE

MontréalUno degli eventi più memorabili fu il punteggio perfetto di 10.0 totalizzato da Nadia Comaneci che fu visualizzato come 1.00 sul tabellone, non progettato per registrare un’esibizione perfetta: tuttavia, il pubblico si rese perfettamente conto di cosa era appena successo.

Lake Placid • MoscaI Giochi Olimpici invernali di Lake Placid videro l’esordio dell’Omega Game-O-Matic, in grado di calcolare e visualizzare la posizione in classifi ca di un atleta nel momento in cui taglia il traguardo.Ai Giochi estivi di Mosca il nuovo Swim-O-Matic era contenuto in una valigetta di appena 1,5 kg di peso: un bel progresso rispetto ai 150 kg della versione precedente del 1976.

Los AngelesAlle Olimpiadi di Los Angeles le immagini del photofi nish furono per la prima volta a colori: alcune di queste, stampate su carta e autografate dagli atleti, divennero particolarmente ricercate. Il 1984 vide anche il debutto olimpico dei rilevatori delle false partenze.La precisione del cronometraggio consentì l’assegnazione della prima medaglia d’oro condivisa nella storia del nuoto olimpico: le vincitrici furono le statunitensi Carrie Steinseifer e Nancy Hogshead, che totalizzarono entrambe un tempo di 55,92 secondi nei 100 metri a stile libero.

Calgary • SeulQuelli di Calgary e Seul furono i primi giochi olimpici a vantare un sistema di cronometraggio computerizzato, in grado di memorizzare risultati e analisi in un database a benefi cio dei posteri. I giochi di Seul videro inoltre l’introduzione dei tabelloni video matrix Omega a colori.

AlbertvilleIn occasione dei Giochi Olimpici invernali di Albertville, le gare di pattinaggio di velocità vennero cronometrate mediante il sistema Omega Scan-O-Vision, in grado di registrare i risultati con una precisione al millesimo di secondo nel momento in cui l’atleta tagliava la linea d’arrivo. Il dispositivo era in grado di creare una vera e propria fotografi a “del tempo” integrando foto in sequenza e tempo in un singolo documento: si apriva così un nuovo capitolo della scienza del cronometraggio.

AtlantaAi Giochi di Atlanta si inaugurò il primo cronometraggio olimpico “globale”: per ogni sport e disciplina il Timekeeper fornì il cronometraggio, la gestione dei dati e la distribuzione dei risultati. Dopo l’introduzione dell’Omegascope nel 1961 e il cronometraggio integrato nel 1968 a Mexico City, rappresentò il terzo fondamentale passaggio nell’era del cronometraggio moderno. Durante le regate di Savannah, tenutesi in occasione dei Giochi estivi di Atlanta, fra le venti innovazioni introdotte da Swatch ci furono i dispositivi GPS (Global Positioning System). Nell’atletica, le gare di velocità offrirono l’opportunità di misurare accelerazione e velocità in corsa: i dati raccolti dimostrano come Donovan Bailey, campione olimpico sui 100 metri, fu l’ultimo a uscire dai blocchi di partenza ma vinse grazie alla migliore accelerazione e alla maggiore velocità registrata fi no al traguardo.

SydneyIl 2000 vide l’introduzione di Omega Live Timing. Nel giro di 15 secondi dall’attivazione del pannello di contatto da parte di un nuotatore, il pubblico era in grado di consultare e scaricare tramite internet una serie completa di risultati parziali, una classifi ca e informazioni sui vari record. La tecnologia permise inoltre agli spettatori televisivi di visualizzare sullo schermo, per alcune discipline sportive, una linea che indicava quanto vicini fossero gli atleti alla realizzazione di un record mondiale.

AteneNelle gare di beach volley ai Giochi Olimpici di Atene 2004 fa il suo esordio la pistola radar, già utilizzata in precedenza nel tennis.

TorinoNel 2006, in occasione dei Giochi Olimpici invernali di Torino, alle caviglie dei pattinatori di velocità vengono fi ssati appositi transponder, in modo da consentire ai cronometristi di registrare un’improvvisa accelerazione, la velocità lungo una curva o la fi ne istantanea di una gara in seguito alla caduta di un atleta.

olimpiadi 2012:

La preparazione

è hi-tec

22tecnologie

italiane

al servizio

delle olimpiadi

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super magneti al neodimio

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paralimpiadi 2012:

“sport like never

before”

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Oscar Pistorius

Pistorius è un atleta sudafricano campio-ne paralimpico sui 200 metri piani nel

2004 e sui 100, sui 200 e sui 400 metri piani nel 2008. È uno degli atleti più famosi del mon-

do e corre grazie a particolari protesi in fi bra di carbonio. È stato inoltre il primo atleta amputato a vincere una medaglia in una gara per normodo-tati. Nel 2008 la sua richiesta di partecipare alle Olimpiadi di Pechino correndo con i normodotati venne respinta, sulla base della considerazione che le sue protesi gli davano un vantaggio (oltre il 30 per cento) sulle persone che non usavano protesi. In seguito Pistorius fu ammesso alle Olim-piadi di Pechino 2008 perché, sostenne il tribuna-le sportivo, «al momento non esistono elementi scientifi ci suffi cienti per dimostrare che Pistorius tragga vantaggio dall’uso delle protesi». Tuttavia non riuscì a qualifi carsi per partecipare alla com-petizione.Pistorius detiene il record del mondo per amputati su tutte e tre le distanze su cui corre: 10.91 sui 100, 21.58 sui 200 e 45.61 sui 400.Per quanto riguarda Londra 2012, è in attesa di conferma per la partecipazione alle Olimpiadi e parteciperà alle Paralimpiadi.

AREASTUDENTItecnologia 2.0 IL PERSONAGGIO

PARALIMPIADI LONDRA 2012:

“SPORT LIKE NEVER BEFORE”IL SOGNO DI GIUSY VERSACE, L’ATLETA CHE CORRE CON LE GAMBE DI CARBONIO, STA PER DIVENTARE REALTÀ:

CORRERE I 100 METRI ALLE OLIMPIADI DI LONDRA 2012 – CHE PERÒ NEL SUO CASO SI CHIAMANO PARALIMPIADI.

T i chiami Versace e non ci puoi fare nien-te, alla gente viene subito in mente quel mondo, la moda, le feste, il glamour, i par-

ty, le sfi late e tutto il resto che noi, comuni mor-tali, sogniamo e, magari, invidiamo.E poi, ti presenti e con quel sorriso fai ancora più danni: cavolo, sei pure una bella ragazza, hai un sorriso appunto che spacca, sembri davvero se non la più fortunata una delle ragazze più for-tunate che si possano conoscere. Giusy Versace.Mai fi darsi delle apparenze: intanto, il cogno-me, che ovviamente è tuo, perché quella è la tua famiglia, non è mai stato un lasciapassare. E non importa quanto strette sono le parentele, hai dovuto meritarti ogni conquista. Poi, il sor-riso: non è una maschera, ci mancherebbe, ma è una difesa, l’ultima e la prima che ti è rimasta dopo quella sera che per colpa della pioggia hai avuto un incidente in auto durante una trasferta di lavoro. Hanno dovuto amputarti entrambe le gambe proprio a te, Giusy Versace, bella ragazza, un sorriso che conquista, una di quelle che noi comuni mortali invidiamo. Principalmente per-ché non conosciamo tutta la storia.E oggi che la storia è conosciuta, invece di invi-diare Giusy abbiamo cominciato ad ammirarla, a stimarla, a incoraggiarla a realizzare il suo sogno che è il sogno se non di tutti di sicuro di tanti: partecipare alle Olimpiadi, anche se in questo caso si chiamano più correttamente Paralimpia-di, ma sono sempre sport, anzi – come dicono gli inglesi per presentare le Paralimpiadi di Lon-dra dal 29 agosto al 2 settembre di quest’anno – sono “sport like never before”, sport come non se n’è mai visto prima, ovvero sport al massimo livello, astenersi quelli che non capiscono, aste-nersi quelli mossi da fi nta pietà.

Eppure lo sport non era l’orizzonte di Giusy pri-ma. Lavorava nella moda, e nel settore continua a lavorare. Giocava a tennis, ogni tanto, e aveva un armadio pieno di cose che oggi non servono più perché sono fi niti i tempi di gonna e tacco alto. Lo sport è diventato una specie di rivinci-ta. Dopo l’operazione le dicevano che non ce la poteva fare, qualcuno le ha persino fatto notare con inelegante realismo che sculettava, «come se» ha replicato lei «fosse facile e normale cor-rere con due protesi al posto delle gambe, prote-si oltre tutto che devono pareggiare il fatto che l’amputazione è stata a un’altezza diversa tra de-stra e sinistra a causa dell’incidente».

Già, le protesi: proprio come quelle di Oscar Pisto-rius che sono diventate famose, le protesi da bla-de runner. «Ma io le chiamo le mie gambe» dice Giusy. «Quando prima di una gara mi preparo in spogliatoio a mio fratello Domenico chiedo: prendimi le gambe. Le gambe, non le protesi. Non hanno nemmeno un nome, perché il nome lo davo solo alle auto».Protesi siciliane, del centro Roga di Enna, per una ragazza orgogliosamente calabrese consa-pevole di essere comunque fortunata, anche se sa benissimo che non si tratta di quella fortuna per cui è istintivamente invidiata. È una fortuna costruita, anzi ricostruita ogni giorno. Affron-tando sfi de nuove, impreviste. Perché se trovi qualcuno che ti insegna a camminare, sei solo invece quando si tratta di imparare a camminare con le protesi.

a cura di Luca Corsolini di SkySport

Scarica il videocollegandoti al link:http://link.pearson.it/691DBC6D

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IL PERSONAGGIO

Vittorio Podestà

Paraplegico a causa di un incidente d’au-to, Podestà ha iniziato a praticare l’hand-

bike nel 2003. Nel luglio del 2005 si laurea cam-pione italiano a cronometro e nel 2006 entra in nazionale e diventa uno dei migliori atleti italiani della specialità. L’anno successivo (2007) diventa campione del mondo nella prova a cronometro ai Mondiali di Bordeaux ed è oro anche nella prova a squadre. Il 2010 è stato l’anno più ricco per numero di vittorie tra gare italiane e internazionali, coronate dalla vittoria in Coppa del Mondo in Spa-gna e dalla Maglia Rosa della prima tappa dell’edi-zione di esordio del Giro d’Italia di handbike.Podestà parteciperà alle Paralimpiadi Londra 2012 con il Barilla Blu Team.

AREASTUDENTItecnologia 2.0

«Sono un’esperta ormai. I piedi, le blade run-ner, sono tutti in carbonio, ultraleggeri, super-tecnologici. Ma quello che conta di più è la par-te superiore che è realizzata su misura. Sono i contenitori in cui metto le mie gambe, e lì basta un minimo errore perché funzionino male. Sono attrezzi che costano, globalmente, circa 5 mila euro l’uno, ogni due anni bisogna cambiarli pro-prio perché il moncone si asciuga, si evolve, e bisogna riprendere le misure.»Eccolo il presente: la tecnologia che diventa ami-ca, ma anche lo sport che diventa pratica quo-tidiana, un progetto preciso: «Prima non andavo a correre, oggi provo delle sensazioni diverse. Di sicuro non mi sento invalida, e pure quando mi stanco riesco a pareggiare i conti con una certa gioia di correre. Il tennis era lo sfogo di quella che lavorava come una matta, correre è un modo e un’opportunità per sentirmi viva. Oltre tutto, alla corsa sono arrivata: non ci sono protesi per gio-care a tennis, nuotare mi stancava troppo…».Forse è davvero il sorriso il segreto di Giusy, il sorriso suo e di altri che le Paralimpiadi pre-sentano come “sport like never before” che do-vremmo utilizzare come guida per capire e con-vincerci che si tratta appunto di sport, e non di un ripiego. Di sport con un altro e un alto valore sociale perché realizza quello che Luca Pancalli, il presidente del comitato paralimpico, dice sem-pre: la società paralimpica è una società miglio-re, perché più e meglio inclusiva, più e meglio rispettosa dei diritti di ognuno, più e meglio im-pegnata con e per le persone.

«Non sono arrivata allo sport perché attirata dall’agonismo» spiega Giusy «ma perché vo-levo provare il gusto di correre per qualcosa di concreto. Nella vita di tutti i giorni corriamo per delle cavolate, il mio fi danzato Antonio mi ha fatto scoprire la corsa e io me ne sono in-namorata quasi per ripicca. Per dimostrare a me e a chi non ci credeva che potevo farcela. Anche sculettando. È uno schiaffo morale che ho dato a chi pur avendo partecipato alla mia riabilitazione voleva farmi credere che non ci fosse niente di bello dopo.»

Invece il bello, come nelle favole, come nella fa-vola ricominciata di Giusy Versace, con quel co-gnome e con quel sorriso, deve ancora arrivare.Il tempo per qualifi carsi per le Paralimpiadi di Londra Giusy lo ha già fatto. Sa che in Gran Bretagna le Paralimpiadi sono attese come e più delle Olimpiadi proprio perché danno una visio-ne della società che è ancora più interessante. E sa, soprattutto, di dover correre per sé e per gli altri, perché nel frattempo è diventata respon-sabile di un’associazione che si chiama Disabili No Limits e che vuole aiutare i ragazzi non solo procurando attrezzi come le blade runner, che non sono proprio economici, ma anche a capire che non devono nascondersi, e che le famiglie non li devono nascondere. L’importante, oggi come allora, è sempre e davvero partecipare e non ci sono, non ci possono essere gare da cui i disabili si devono sentire esclusi. Non sei disa-bile per le disabilità che hai, piuttosto sei abile per quello che sai fare: lo dice sempre Pistorius. «Il mio amico Oscar Pistorius» aggiunge Giusy. «Lo sai che ho ereditato da lui l’allenatore? An-drea Giannini mi fa sudare come una matta, e io mi diverto.»Grazie Giusy, ci divertiamo anche noi a essere tuoi contemporanei e tuoi tifosi. E tifosi anche di Alex Zanardi, di Francesca Porcellato, di Fabrizio Macchi, di Vittorio Podestà. Ha ragio-ne Pistorius: disabile è chi non conosce e non riconosce le abilità di queste persone, disabile è

chi pensa che le Paralimpiadi siano il contentino dato a chi non può permettersi le Olimpiadi. A Londra dove davvero sono fi ssati con la legacy, ovvero con l’eredità emotiva e sociale che l’esta-te 2012 lascerà al Paese, il messaggio spedito a 60 milioni di cittadini è che in campo andrà il Greatest Team, la squadra più grande di sempre. Olimpici e Paralimpici insieme: vogliamo segui-re l’esempio?Se non altro per il legame che c’è tra Regno Uni-to e Italia. Là, a Stoke Mandeville, nel 1948, si tenne la prima manifestazione basata sulla con-vinzione di un dottore tedesco scappato dalla Germania nazista che lo sport potesse essere una terapia, medica ma anche sociale, per il reinseri-mento dei soldati tornati invalidi dai fronti della Seconda guerra mondiale. Qui da noi, a Roma, nel 1960, sono nate le Paralimpiadi, che di quel-la manifestazione sono la naturale evoluzione, volute dalla stessa Inail che oggi si impegna per recuperare, allo sport e prima ancora a una vita di relazioni professionali e sociali, i disabili.E Giusy nella parte di modella, ma anche e soprat-tutto di modello, di questo impegno, ci sta proprio bene. Ha il sorriso e pure il… nome giusto.

Fabrizio Macchi

Macchi, che ha subito l’amputazione di una gamba a causa di un tumore, ha prati-

cato diversi sport con risultati notevoli: maratona, salto in alto, salto in lungo. Nel 1996 fu l’apripista di Alberto Tomba ai campionati del mondo del Se-striere e l’anno dopo vinse il bronzo ai campionati del mondo di canottaggio.

Passato al ciclismo, ha vinto numerose medaglie, tra cui dieci mondiali. Macchi fa parte del Barilla Blu Team e parteciperà alle gare di ciclismo delle Paralimpiadi Londra 2012.

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Alex Zanardi

Zanardi è un corridore automobilistico a cui sono state amputate le gambe in se-

guito a un gravissimo incidente in pista. Dopo una lunghissima riabilitazione Zanardi tornò a camminare grazie all’uso di apposite protesi, e quindi decise di ritornare anche alla guida di vet-ture da corsa. Alex Zanardi, vincitore nel 2011 della Maratona di New York di handbike, parte-ciperà alle Paralimpiadi Londra 2012 con il Ba-rilla Blu Team, insieme a Fabrizio Macchi e Vittorio Podestà, nel-la disciplina ciclistica dell’handbike.

Francesca Porcellato

Porcellato è un’atleta italiana, paraplegi-ca dall’età di 18 mesi, che si è dedicata

a vari sport, dai 100 metri alla maratona fi no allo sci di fondo. Ha partecipato a sei edizioni dei Gio-chi Paralimpici estivi, vincendo complessivamente sei medaglie, tra cui due ori a Seul nel 1998. Nel 2001 ha vinto la maratona di New York. Porcellato ha scelto di allenarsi per lo sci nordico e quindi non parteciperà a Londra 2012.

Oro nello sprint ai Mondiali di

Vancouver 2010.

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AREASTUDENTItecnologia 2.0 FUTURO PRESENTE

Olimpiadi 2012

La scena da immaginare è questa: Ottey è su una pista di atletica leggera mentre i suoi allenatori si trovano in un laborato-

rio del Center for Body Computing (Universi-tà della California del Sud) che ha l’aspetto di una sala controllo da Formula 1. Qui arrivano in tempo reale una serie di informazioni regi-strate dal chip (e trasmesse in wireless) su come il corpo della velocista sta conducendo la prova: accelerazione, posizione, frequenza cardiaca, re-spirazione, livello di stress e di fatica (legate ai livelli di determinate molecole). Sempre in tem-po reale, software sviluppati ad hoc utilizzano so-fi sticate tecniche analitiche per mettere insieme tutti questi dati e fornire un quadro completo della fi tness dell’atleta, mostrando anche qua-li fattori stanno infl uenzando negativamente la performance. A cominciare da cosa ha mangiato e quanto ha dormito.

Training hi-techIn effetti, ormai siamo abituati a scarpe e orologi che misurano persino il battito cardiaco, o a sci “turbo” che, grazie a microprocessori collegati a speciali fi bre piezoelettriche, possono sfruttare l’energia delle vibrazioni a cui sono soggetti du-rante la discesa. Dal momento che ormai la sca-lata al podio si gioca sugli infi nitesimi di secon-do, questi sistemi possono davvero fare la diffe-renza fra una buona prestazione e una vittoria. Pensiamo al costume LZR Racer in poliuretano e neoprene di Speedo: nelle Olimpiadi del 2008, a Pechino, i nuotatori che lo indossavano si aggiu-dicarono il 94 per cento degli ori stabilendo 23 primati di velocità. Un risultato così clamoroso da spingere gli organizzatori a bandirlo dai Gio-chi di Londra.I biosensori, come quello utilizzato dalla Ottey, non sono un “trucco” per vincere ma l’ultima frontiera in materia di training hi-tech degliatleti. Il settore impegna ricercatori del calibro di John Rogers (tra i migliori scienziati del 2011 secondo la rivista “Nature”) che dal 2005 lavora a circuiti stretch integrabili nel corpo umano. L’ultima delle sue creature è una specie di cerot-to sottilissimo (30 micron) che si applica come un tatuaggio per bambini e che contiene milioni di nano-sensori di vario tipo: punti di interfaccia con l’organismo che possono essere sensibili alla temperatura, allo stato di idratazione e persino all’attività elettrica del cervello. Non solo: secon-

do Rogers è possibile creare nanostrumenti che possono sia monitorare l’attività muscolare sia stimolarla. Il materiale di partenza è sempre il si-licio, ma i piccolissimi chip sono disposti in uno speciale disegno ondulato su di un supporto ela-stico che permette al dispositivo di seguire ogni piccolo movimento della pelle.

A 52 anni e con nove medaglie olimpiche alle spalle, Merle-ne Ottey non molla. La velocista giamaicana vuo-le correre all’Olympic Park di Londra la prossima esta-te. E per questo si è fatta im-piantare un chip sottopelle. Il doping non c’entra: il chip è “semplicemente” un biosen-sore e fa parte del suo pro-gramma di allenamento.

LAPREPARAZIONE

È HI-TECHfi bra piezoelettricaUna fi bra piezoelettrica è un materiale fl essibile in grado di sfruttare l’effetto piezoelettrico, ossia la capacità di alcuni materiali di produrre energia elettrica utilizzando il movimento meccanico.

circuito stretchSi tratta di un processore dotato della fl essibilità necessaria per essere impiantato sottopelle sen-za rompersi o deformarsi.

a cura di

Alle Olimpiadi di Pechino 2008,il nuotatore statunitense Michael Phelps ha vinto 14 medaglie d’oro battendo qualsiasi primato precedente.Nell’immagine indossa il costumeLZR Racer di Speedo.

Il biosensore realizzato con circuiti stretch.

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tecnologia 2.0 FUTURO PRESENTEAREASTUDENTI

L’innovazione tecnologica nello sportProprio in vista dei Giochi Olimpici di Londra, nel 2009 il Regno Unito ha lanciato il program-ma quinquennale Esprit (Elite Sport Performan-ce Research in Training), un progetto di innova-zione tecnologica nello sport del valore di oltre 50 milioni di sterline guidato dallo University College di Londra. In seno al progetto sono stati già realizzati sensori di circa due millimetri che, impiantati sotto pelle, rilevano i livelli di ossige-no, glucosio e acido lattico; il prossimo obietti-vo è sviluppare quelli per il monossido di azoto prodotto dall’organismo (che ha un effetto sulla dilatazione dei vasi sanguigni). Diversi studi hanno infatti dimostrato che du-rante un allenamento e una gara infl uiscono fattori che non possono essere ricreati nelle pro-ve in laboratorio: non è la stessa cosa correre su una pista en plein air piuttosto che su un tapis roulant nel chiuso di un laboratorio. Da qui na-sce l’esigenza di un sistema di monitoraggio in continuo, con rilevatori il meno invasivi possi-bile. A cosa servono, nella pratica, tutti questi dati? Per personalizzare gli allenamenti, rendere ri-petibili le performance migliori e predire i fat-tori che potrebbero mettere a rischio la salute dell’atleta (nel caso di Ottey, potrebbero aumen-tare davvero la sua carriera sportiva). Per esem-pio si sa che il livello di ossigeno nel respiro e il ritmo respiratorio sono strettamente correlati ai risultati di un corridore. Ancora, si è compre-so come la temperatura dei muscoli infl uisca su una buona partenza nello skeleton. A que-sto scopo l’azienda slovena TMG, produttrice di biosensori (e che collabora anche con Esprit), ha fornito i suoi dispositivi agli atleti del team olim-pico nazionale e a vari club locali di football,atletica, ciclismo, basket, alpinismo e sci di fondo.

Oltre i chip impiantabiliNon solo chip impiantabili. Per il monitoraggio degli atleti si sta sviluppando tutta una serie di sistemi cosiddetti “wireless pervasive sensing”, che si servono anche di giroscopi, accelerometri, telecamere e GPS. Qualche esempio? Guang-Zhong Yang, a capo di Esprit, ha sviluppato un dispositivo simile a un auricolare bluetooth che, indossato, cattura tutti i dati sui movimenti del corpo: postura, bilanciamento, frequenza dei passi, accelerazione ed effetto delle onde d’ur-to create dall’appoggio del piede sul terreno. In questo modo, l’allenatore può correggere uno sbilanciamento o un movimento sbagliato.

Per i nuotatori invece, un sistema di telecamere integrate registra l’angolo di entrata in acqua e le tecniche di nuoto e di cambio direzione, mentre un software correla tutti questi dati alla velocità.Ancora, una sorta di scatola nera collegata ad accelerometri e giroscopi posti su canoa e ca-nottieri registra i dati sulle torsioni di femore e busto e li integra a quelli sulle accelerazioni. Mentre un sistema laser che arriva direttamente dalla tecnologia aeronautica legge speciali tar-ghette poste sulle biciclette per registrare i tempi di oltre 30 ciclisti simultaneamente.

skeletonLo skeleton è uno sport invernale in cui gli atleti scendono lungo una pista ghiacciata su una slitta munita di pattini stando a pancia in giù, con la testa in avanti.

esperienza immersivaL’esperienza immersiva è quella che viviamo tutti i giorni nell’ambiente in cui ci muoviamo, in cui suo-ni, odori, immagini, colpiscono il nostro sistema nervoso. Quando si parla di esperienza immersi-va, ci si riferisce a un’esperienza simile a quella naturale che avviene però in una realtà virtuale, come accade ad esempio indossando particolari guanti e un casco per “entrare” fi sicamente in un mondo virtuale con tutti i nostri sensi (e non solo con quello della vista, come accade normalmen-te). Un altro esempio di esperienza immersiva è vedere un fi lm in 3D, in cui si ha la sensazione di essere “dentro” le scene che scorrono sullo schermo.

Un’esperienza immersivaIn tutto questo, c’è già chi pensa a trasformare la ricerca in spettacolo, una possibilità che ha già fatto drizzare le antenne ai cervelloni dell’Univer-sità della California del Sud: i parametri fi siologi-ci dei beniamini sportivi potrebbero essere usati per regalare ai fan un’esperienza immersiva.Per esempio, visualizzare sul proprio smartphone il battito cardiaco del giocatore favorito e com-pararlo con il proprio.

Il dispositivo e-AR, un auricolare bluetooth che, indossato, cattura tutti i dati sui movimenti del corpo e i dispositivi connessi.

Il biosensore realizzato con circuiti stretch

si applica e si rimuove come un tatuaggio

temporaneo.

Un atleta di skeleton sullo slittino e la relativa termografi a.

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AREASTUDENTItecnologia 2.0 MADE IN ITALY

TECNOLOGIEITALIANE AL SERVIZIODELLE OLIMPIADIC’È UNA TECNOLOGIA TUTTA ITALIANA SOTTO I PIEDI DEGLI ATLETI DI LONDRA 2012

Molte importanti aziende ita-liane sono in grado di produr-re con qualità eccellente sia

prodotti di serie sia pezzi unici, gli uni e gli altri spesso realizzati con tecnologie esclusive e modernissime e rifi niti con elevata precisione e con controlli parti-colarmente accurati.Forse non tutti sanno che fra queste eccellenze tecnologiche made in Italy vi sono, ininterrottamente da quasi qua-rant’anni, le piste di atletica dei Giochi Olimpici prodotte da un’azienda tut-ta italiana, la Mondo S.p.A. di Alba, in provincia di Cuneo.L’azienda è fornitore uffi ciale di pavi-mentazioni ed equipaggiamento spor-tivo per Londra 2012 e fornirà non solo i materiali, ma tutti i servizi di logistica e supporto tecnico sia nelle fasi prece-denti sia durante e dopo l’evento.Si tratta di un riconoscimento impor-tante per l’esperienza e il know-how di Mondo che, rispondendo alle specifi che richieste del Comitato Organizzatore

dei Giochi Olimpici (LOCOG) soddisfe-rà le esigenze di ben dieci diverse disci-pline sportive, tra cui alcune delle più rappresentative discipline olimpiche, l’atletica e il basket, e importanti disci-pline paralimpiche come il basket e il rugby in carrozzina, la boccia e il goal-ball (un gioco di squadra che può essere praticato da atleti non vedenti e ipove-denti).La scelta del LOCOG, in linea con il principio di ecosostenibilità che carat-terizza l’edizione dei Giochi londinesi, premia gli sforzi effettuati da Mondo in termini di ricerca e sviluppo: i prodot-ti forniti rispettano l’ambiente in tutte le fasi della loro vita, dalla produzione, dove vengono utilizzate materie prime riciclate, al loro smaltimento.Per rispettare ulteriormente l’obiettivo di “Olimpiadi a impatto zero” proposto per Londra 2012, Mondo ha inoltre ac-cettato di fornire parte dei materiali a noleggio e si è impegnata a destinarli a nuovo uso al termine dell’evento.

La pista per le gare di atletica

Mondotrack FTX viene disegnata e prodotta su misura per impianti destinati a competizioni di alto li-vello: in occasione delle Olimpiadi di Pechino 2008 è stata il palco-scenico di cinque record mondiali, e ora lo sarà delle performance di Londra 2012.Mondotrack FTX è una pavimen-tazione sportiva prefabbricata, con una particolare struttura a celle chiuse e spessore costante in ogni punto, a base di gomme sintetiche e cariche minerali.Lo strato superiore è caratterizza-to da una tassellatura irregolare con canali intermedi che permet-tono un veloce defl usso delle ac-que piovane. La superfi cie è anti-sdrucciolo e antirifl esso e dotata di un’ottima resistenza alle scarpe chiodate.Lo strato inferiore ha una partico-lare struttura alveolare a forma esagonale, asimmetrica nella dire-zione longitudinale, che permette di ottenere un alto livello di com-fort per l’atleta durante la corsa. Il manto si presenta monocolore nello spessore.L’interazione tra gli esagoni, nella direzione della corsa, rende la pi-sta più reattiva ed elastica, aiutan-do l’atleta a migliorare le proprie prestazioni.La disposizione asimmetrica degli alveoli rende la pista meno defor-mabile meccanicamente, quindi più reattiva al movimento di rolling del piede.

Il movimento di rolling del piede è il movimento di rotazione che un atleta in corsa compie tra il 5° e il 1° metatarso. Per l’esecuzione di questo movimento occorre un tempo fi sico misurabile.Le ricerche di Mondo hanno per-messo di sviluppare un sistema in grado di ridurre quest’intervallo di tempo, sostenendo il movimento del piede. La riduzione dei singoli tempi di esecuzione motoria corri-sponde a una riduzione complessi-va del tempo di gara.26 27

Mondotrack FTX – strato superiore.

Mondotrack FTX – strato inferiore.

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AREASTUDENTIlaboratorio

SUPER-MAGNETI AL NEODIMIO

I magneti al neodimio sono campioni mondiali in sollevamento pesi. Ti proponiamo alcuni esperimenti per conoscere le loro straordinarie proprietà e costruire il motore elettrico più semplice del mondo.

Applica al magnete vari pesi di ferro, sempre più pesanti, per scoprire qual è la sua forza di attrazione massima. Nelle nostre prove, una coppia di magneti è arrivata a sollevare un peso di 1,5 kg, l’equivalente di 0,75 kg per ogni magnete.

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SECONDO ESPERIMENTO:

LA FORZADEI MAGNETIAL NEODIMIO

Come si fa

Ripeti l’esperimento precedente con un magnete al neodimio. Ha la forma di un cilindro che misura 25 mm di diametro e 9 mm di altezza.

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PRIMO ESPERIMENTO:

LA FORZADEI MAGNETI “NORMALI”

Come si fa

Osserva attentamente una chiusura magnetica, di quelle che si usano per gli sportelli degli armadietti. È formata da due piastre di ferro che aderiscono ai due poli di un magnete piccolo ma abbastanza potente.

1

Uno dei pesi da palestra che abbiamo usato nel nostro esperimento. Il righello da 15 cm serve a dare un’idea delle dimensioni.

Che cosa ti serve un magnete cilindrico al neodimio

una coppia di chiusure magnetiche per sportelli

circa 10 kg di pesi di ferro (noi abbiamo usato due manubri da palestra con barre in acciaio e quattro dischi da 2 kg)

un rotolo di fogli di alluminio

una pila elettrica tipo AA da 1,5 V

una vite di ferro o di acciaio

un fi lo elettrico lungo circa 20 cm

un foglio di cartoncino

un cuscino

compasso, forbici, pennarelli

un cronometro (facoltativo)

Un magnete cilindrico al neodimio.

Poiché è praticamente impossibile tenere questo piccolo magnete in mano per sollevare grossi pesi, ti conviene attaccarlo per una base a un’asta di ferro e applicare i pesi all’altra base. Nelle nostre prove, il piccolo magnete al neodimio ha sollevato un peso di circa 10 kg.

2

di Gianfranco Bo

Gianfranco Bo. Docente di matematica e scienze nella Scuola secondaria di primo grado, esperto di didattica delle materie scientifi che, è autore di uno dei più diffusi manuali di scienze realizzati negli ultimi anni in Italia.

disco da 2 kg

barra

collare

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laboratorioAREASTUDENTI

CuriositàIl neodimio è un metallo che

si ossida rapidamente all’aria

e in breve tempo si disintegra.

Per questo motivo i magneti al

neodimio sono ricoperti da uno

strato protettivo di nichel o di altro materiale.

TERZO ESPERIMENTO:

LE CORRENTI ELETTRICHEINDOTTE NELL’ALLUMINIO

Come si fa

Tieni verticalmente il rotolo di carta di alluminio. Sotto di esso, sistema il cuscino in modo da attutire l’urto in caso di caduta.

Tieni il magnete al neodimio sopra il tubo e lascialo cadere al suo interno. Il magnete cadrà molto lentamente come se fosse respinto da un soffi o di aria compressa. Hai tutto il tempo di riprendere il magnete con la stessa mano con cui l’hai lasciato cadere.

Misura quanto è lungo il rotolo di alluminio. Se hai un cronometro, misura anche il tempo impiegato dal magnete a scendere nel tubo.

1

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Per l’esperimento con il rotolo di alluminio abbiamo usato un magnete del diametro di 2,1 cm.

Metti un cuscino sotto i pesi per proteggere il pavimento in caso di caduta.3

Per approfondire

Che cosa sono le terre rare?Le terre rare sono 17 elementi chimici tra cui il neodimio, il promezio, il cerio e così via.Quasi nessuno ne ha sentito parlare, ma sono in-dispensabili per gli strumenti tecnologici che usia-mo tutti i giorni.Per esempio, c’è sicuramente qualche terra rara: nella marmitta catalitica delle automobili; nella batteria ricaricabile dei telefonini; nei motori delle auto elettriche (magneti al ne-

odimio); nei puntatori laser; nelle lampadine a basso consumo; negli altoparlanti e negli auricolari; in molte attrezzature mediche; nei televisori e negli schermi per computer.

Chi è il maggior produttore di terre rare?Attualmente la Cina produce circa il 97% delle ter-re rare commercializzate in tutto il mondo. Gli altri Paesi devono importare questi elementi dalla Cina. L’Italia, per esempio, ha importato nel 2010 terre rare per un valore di circa 12 milioni di euro.In quali altre zone geografi che ci sono riser-ve naturali di terre rare?Le riserve di terre rare sono abbastanza numero-se e distribuite in tutto il pianeta. Le più importanti si trovano negli Stati Uniti, in Australia, in India, nel Brasile e in Sudafrica.Perché le terre rare si chiamano così?Il loro nome si deve al fatto che gli elementi utili si trovano in bassa concentrazione nei minerali che li contengono. Inoltre, la loro estrazione è molto complicata e produce rifi uti dannosi per l’ambiente.

asta di ferro

cuscino

pesi

magnete

OsservazioniIl magnete impiega circa 2,5 secondi a percorrere i 29 cm di lunghezza del tubo di alluminio in caduta libera. Fuori dal tubo, invece, esso percorre la stessa distanza in 0,24 secondi. Ciò signifi ca che all’interno del tubo l’accelerazione del magnete diminuisce di circa 10 volte.Come si spiega?L’alluminio è un metallo, perciò è un buon conduttore di elettricità ma, al contrario del ferro, non è attirato dalle calamite. Tuttavia il magnete in movimento induce nell’alluminio una corrente elettrica tanto più intensa quanto più potente e veloce è il magnete e quanto minore è la distanza tra il magnete e l’alluminio. Tale corrente elettrica, a sua volta, genera un campo magnetico opposto al moto del magnete, perciò il magnete stesso cade più lentamente.Questo fenomeno è dovuto a due importanti leggi fi siche:

un campo magnetico variabile genera una corrente elettrica (legge di Faraday);

una corrente elettrica genera un campo magnetico (principio di Oersted).

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laboratorio

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AREADOCENTI

QUARTO ESPERIMENTO:

UNSEMPLICISSIMO MOTOREELETTRICO*

Come si fa

Metti sul tavolo tutto il materiale necessario per questo esperimento: una vite di ferro, un pila elettrica da 1,5 V, un magnete al neodimio, un fi lo elettrico lungo circa 20 cm con le estremità dei fi li scoperte, un cartoncino, un pennarello nero, un paio di forbici.

Ritaglia un disco di cartoncino di 6 cm di diametro. Disegna una spirale sul disco.

Inserisci la vite al centro del disco di cartoncino e avvitala fi no a circa metà della sua lunghezza. Questo disco serve soltanto a visualizzare meglio la rotazione del motore.

Attacca (magneticamente) la testa della vite al centro del disco magnetico.

Attacca (magneticamente) la punta della vite con la base (polo negativo) della pila.

Prendi in mano la pila e solleva tutto il sistema come illustrato nella foto. Premi con il dito indice un’estremità del fi lo elettrico sul polo positivo della batteria.

Con l’altra mano prendi l’altra estremità del fi lo elettrico e sfi ora il bordo esterno del magnete, creando il contatto.

Il magnete inizierà subito a ruotare raggiungendo ben presto una velocità incredibilmente alta!

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CuriositàDove si trovano e quanto costano i magneti al

neodimio? I magneti al neodimio si possono

acquistare tramite i cataloghi di materiale

scientifi co diffusi presso le scuole oppure

online in internet: per trovare i fornitori basta

digitare “supermagneti neodimio” in un

motore di ricerca. Ce ne sono di varie forme

e misure e il loro prezzo varia da circa 0,20 €

per quelli piccolissimi a 12 € per i cilindri medi

che abbiamo utilizzato in questo esperimento.

Esistono anche magneti più grandi e potenti a

prezzi che possono raggiungere i 100 €.

* Questo esperimento è tratto dall’articolo di Joachim Schlichting e Christian Ucke, Der einfachste Elektromotor der Welt, pub-blicato sulla rivista “Physik in unserer Zeit”, XXXV Anno, N. 6, Novembre 2004.

Realizziamoun modellodi fornosolare

Un forno solare è costitui-to principalmente da un involucro a forma di sca-

tola in cui si pone un recipiente con un contenuto di varia natu-ra da riscaldare, utilizzando uni-camente i raggi solari.Perché ciò si possa realizzare, oc-

Da anni si sta afferman-do in tutto il mondo la consapevolezza che dai

raggi del Sole si possano ricavare in modo diretto ingenti quantità di energia. Il segreto sta nel sa-per intrappolare il calore che tra-sportano, come si può verifi care mediante la realizzazione di un modello di forno solare.L’attività didattica che proponga la realizzazione di una tale appa-recchiatura può rivelarsi un ef-fi cace modo sia per motivare gli alunni allo studio e alla verifi ca dei fenomeni legati all’energia solare e alle tecnologie che sono in grado di utilizzarla, sia a per-

di Gian Piero Benente,per molti anni docente di Tecnologia, è membro del direttivo dell’ANIAT, esperto di didattica della disciplina e coautore di una fortunata serie di manuali di Tecnologia pubblicati per il marchio Paravia.

ESPERIENZE IN CLASSE

UN FORNO SOLARE?

CHE COS’È

QUADRO SINTETICO DELLE CAPACITÀ E DELLE CONOSCENZE

Capacità da sviluppare

di osservazione di fenomeni, strumenti e semplici oggetti;

di analisi, sintesi e comparazione riferite agli aspetti scientifi ci e tecnologici;

di individuazione e soluzione di problemi – problem solving – relativi alla realtà esaminata:

di ideazione creativa, progettuale e realizzativa di soluzioni;

di scelta relativamente ai materiali e agli strumenti da utilizzare;

di verifi ca sull’effi cacia e idoneità delle soluzioni poste in essere.

Conoscenze da acquisire e approfondire

natura e caratteristiche dell’energia proveniente dal Sole, sia per quanto concerne la sua generazione sia per quanto si riferisce alle modalità di trasmissione sulla Terra;

funzionamento di una serra agricola il fenomeno fi sico della reazione nucleare di fusione

nel Sole; il fenomeno dell’effetto serra; natura e proprietà dei materiali necessari alla

costruzione di un modello di forno solare.

corre che il corpo del forno sod-disfi alcune condizioni: deve esser ricoperto da una su-

perfi cie trasparente che per-metta ai raggi solari di pene-trare all’interno portando il proprio calore;

deve essere costruito con ma-teriali che hanno buone carat-teristiche di isolante termico per impedire al calore medesi-mo di uscire e disperdersi nel-l’aria;

Tali condizioni permettono di uti-lizzare il principio naturale chia-mato effetto serra che si può ve-rifi care con una semplice prova sperimentale.

seguire diversi obiettivi riferiti tanto allo sviluppo di capacità, quanto all’acquisizione di cono-scenze specifi che.

magnete al neodimio

fi lo elettrico

OsservazioniQuando tocchi il magnete con il fi lo elettrico chiudi il circuito. La corrente passa da un polo all’altro della pila attraverso il fi lo, il magnete e la vite: questi componenti, infatti, sono tutti buoni conduttori elettrici.Perché questo magnete, quando è attraversato dalla corrente elettrica, ruota velocemente su se stesso?Una spiegazione approfondita richiede concetti di fi sica piuttosto diffi cili che semplifi chiamo così:

la corrente elettrica attraversa il magnete dal bordo verso il centro;

tale corrente genera un campo magnetico che “spinge” il magnete con forze tangenziali. Le forze tangenziali agiscono nello stesso senso lungo le tangenti alla circonferenza del magnete, per questo lo fanno ruotare: è un po’ come quando facciamo girare una ruota dandole dei colpetti sul bordo con le mani.

DOCENTI IN CLASSEQueste pagine sono dedicate a interessanti esperienze didattiche nell’insegnamento di Tecnologia.

Avete materiali, esperienze da condividere? Scrivete alla redazione [email protected]

A Torino, Bologna, Aversa, Bari sono già operativi gruppi di lavoro che hanno accettato di partecipare con noi a questa nuova avventura. Ci auguriamo che molti di voi vogliano aderire.

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AREADOCENTI

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COME FUNZIONA UNA SERRA

La serra è un ambiente artifi ciale in cui è possibile far crescere le piante anche quando le basse temperature esterne non lo permetterebbero. Essa è costituita da una copertura di materiale trasparente (vetro o plastica) posta su un terreno coltivabile. I raggi solari che penetrano all’interno forniscono l’energia luminosa, indispensabile per la fotosintesi clorofi lliana, e il calore necessario per mantenere una temperatura ambientale favorevole alla vegetazione. Tale calore, assorbito dall’aria presente nella serra, viene letteralmente intrappolato senza aver più la possibilità di uscire. In questo modo si sfrutta l’energia solare per ottenere ortaggi, fi ori, frutti anche al di fuori delle stagioni calde.

SERRA

spazio community ESPERIENZE IN CLASSE

PRIMA FASE DELLA PROVA

1. Prendiamo una scatola di cartone vuota, ad esempio una comune scatola da scarpe, e poniamola al Sole senza coperchio.

2. Disponiamo all’interno della scatola un termometro facendo in modo che non sia colpito direttamente dai raggi del Sole, così da rilevare esclusivamente la temperatura dell’aria presente nella scatola medesima.

3. Lasciamo la scatola esposta per 15 minuti e rileviamo il valore della temperatura sia all’inizio sia al termine della prova e valutiamo un’eventuale differenza (fi g. 1).

1

3. Se la prova è stata condotta correttamente, la temperatura risulta sicuramente superiore, in quanto l’aria riscaldata dal Sole è stata intrappolata all’interno della scatola.

Dopo avere effettuato le due prove si può consta-tare che nel contenitore

ricoperto con una lastra di mate-riale trasparente si riesce effetti-vamente a intrappolare il calore dei raggi solari.Pertanto, nel progettare un mo-dello di forno solare occorrerà agire in modo da ottimizzare sia il ricevimento dei raggi sia l’iso-lamento termico tra la parte in-terna e quella esterna del forno.

la medesima superfi cie tra-sparente è costituita da un telaietto in listelli di legno sul quale sono applicati due vetri di formato A4 (21 x 29,7 cm), in modo da ottenere una co-pertura a camera che è in gra-do di offrire un migliore isola-mento termico (fi g. 4);

IL FENOMENO

VERIFICHIAMO

SECONDA FASE DELLA PROVA

1. Copriamo la scatola con una lastra di vetro o di plastica trasparente (può bastare anche la pellicola da cucina, fi g. 2).

2. Lasciamo nuovamente la scatola esposta per 15 minuti e rileviamo il valore della temperatura sia all’inizio sia al termine della prova.

2

È UNA SERRA ANCHE LA TERRA

L’effetto serra è un fenomeno naturale che permette di mantenere sulla superfi cie della Terra una temperatura media che altrimenti sarebbe inferiore di ben 30 °C. La copertura delle serre costruite dall’uomo è di vetro o di materiale plastico trasparente. Per il nostro pianeta è costituita da uno strato composto in gran parte da anidride carbonica, con aggiunta di altri gas detti appunto “gas serra”.Tale strato presente nella troposfera risulta trasparente alla radiazione ad alta frequenza del Sole, ma opaco alla radiazione emessa dalla Terra che invece avviene a bassa frequenza. Pertanto il calore rimane in gran parte intrappolato e rifl esso nuovamente verso la superfi cie terrestre.Il problema non consiste nel fatto che esista l’effetto serra, ma che in questi ultimi anni si sia fortemente amplifi cato; l’equilibrio tra il calore assorbito dal nostro pianeta e il calore irradiato verso lo spazio è stato alterato a causa dell’immissione nell’atmosfera di massicce quantità di anidride carbonica, derivanti dalla combustione di carbone e petrolio, che hanno causato l’inspessimento dello strato responsabile dell’effetto serra. Tale alterazione ha portato nel giro di pochi anni all’aumento della temperatura media terrestre con conseguente riduzione dei ghiacciai e delle calotte polari. Un ulteriore aumento provocherebbe un consistente scioglimento dei ghiacci polari con il pericolo di innalzare il livello degli oceani.

EFFETTO SERRA

gas serra

atmosfera

PER LA PROGETTAZIONE

CRITERI DI SCELTA

DEL MODELLO

E LA REALIZZAZIONE

Per catturare i raggi solari, che sul territorio italiano non giungono vertical-

mente, si è scelto di realizzare un forno in cui si verifi chino le seguenti condizioni: la superfi cie trasparente sia in-

clinata di circa 35°, in modo da offrire al Sole una più ampia superfi cie in confronto a quel-la che si avrebbe con una su-perfi cie orizzontale, evitando inoltre che la parete frontale ri-volta verso il sole crei una zona d’ombra troppo grande (fi g. 3);

Il corpo del forno è costituito da due involucri sovrapposti (fi g. 5): involucro interno in carton-

gesso da 10 mm, eventual-

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PROSPETTO

PIANTA

PROFILO

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raggi del Sole

zonad’ombra

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spazio community ESPERIENZE IN CLASSEAREADOCENTI

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mente sostituibile con fogli di cartone ondulato sovrapposti e incollati fi no a raggiungere il medesimo spessore;

involucro esterno in polistiro-lo espanso da 20 mm.

Un pentolino di colore nero sia all’interno sia all’esterno.

Pellicola trasparente da cucina.

Un termometro da cucina per alimenti con quadrante che permetta la misurazione di temperature fi no a 100 °C.

1. Traccia e ritaglia i pezzi che costituiscono l’involucro interno utilizzando un foglio, o semplici ritagli di cartongesso da 10 mm, che possono essere tagliati agevolmente con il taglierino, o cutter.

MATERIALI NECESSARI Cartongesso spesso 10 mm; in

assenza di questo materiale si possono realizzare gli elementi necessari incollando l’uno sull’altro, fi no a raggiungere lo spessore voluto, fogli di cartone ondulato ricavabile da comuni scatoloni da imballaggio.

Polistirolo espanso spesso 20 mm.

Listelli di legno di sezione 10 mm x 20 mm.

Due lastre di vetro di formato cm 21 x 29,7 che si possono reperire da un vetraio o acquistando in un qualsiasi supermercato due supporti per inquadrare stampe costituiti da un vetro e quattro gancetti.

Strisce di spugnetta spesse alcuni millimetri.

Fogli di alluminio da cucina.

Cartoncino colorato.

Colla vinilica, o tipo mille chiodi, o colla termica.

REALIZZAZIONE PRATICA

ATTREZZI PER LA

Un seghetto idoneo per il taglio dei listelli di legno.

Un seghetto termico per il polistirolo.

Un metro a nastro retraibile o altro strumento di misura lineare idoneo.

Cutter.

Forbici.

PER LE ESPERIENZE

STRUMENTI E MATERIALI 7. Costruisci la copertura costituita

da un telaietto rettangolare in listelli di legno.

ESPERIENZA PRATICA: RISCALDARE UN PENTOLINO D’ACQUA PER PREPARARE UNA BEVANDA CALDA1. Mettere circa 200 grammi

d’acqua dentro un pentolino metallico che sia colorato di nero sia all’interno sia all’esterno.

2. Ricoprire il contenitore con una pellicola trasparente da cucina.

3. Sistemare il contenitore nel forno e chiuderlo con la copertura di vetro.

4. Porre il forno in zona assolata e riparata dal vento disponendolo in modo che riceva i raggi del Sole nel modo più diretto (ruotarlo leggermente ogni 15-20 minuti in modo da seguire il corso del Sole).

5. Controllare la temperatura sul termometro ed estrarre il pentolino quando sono stati raggiunti almeno i 70 °C.

6. Estrarre il termometro e immergerlo nell’acqua per verifi care che la stessa abbia raggiunto la medesima temperatura, quindi procedere alla preparazione della bevanda calda.

CONSIDERAZIONI SULLE ESPERIENZE E PROPOSTE

Nelle prove effettuate a metà del mese di marzo con cielo leggermente velato, a Torino, che si trova a circa 45° di latitudine nord, sono stati raggiunti 82 °C. L’8 aprile 2012 sono stati raggiunti i 99 °C.In queste occasioni si possono tentare esperienze più impegnative come, ad esempio, la cottura di qualche cibo.

6

7

DEL FORNO

FASI DI REALIZZAZIONE

2. Incolla i vari pezzi con colla vinilica o colla tipo mille chiodi che asciuga più velocemente.

3. Prepara i pezzi dell’involucro esterno utilizzando polistirolo espanso da 20 mm che può essere facilmente tagliato con un archetto a fi lo termico.

4. Incolla i vari pezzi del rivestimento esterno in polistirolo con colla tipo mille chiodi.

5. Rivesti la parte interna con foglio di alluminio da cucina.

6. Applica una guarnizione in spugnetta per evitare eventuali dispersioni di calore tra il corpo del forno e la copertura in vetro.

8. Applica i due fogli di vetro sul telaietto in legno mediante incollaggio con colla tipo mille chiodi.

9. Realizza un foro nel corpo del forno in modo da poter inserire il termometro in una posizione che gli permetta di rilevare la temperatura senza essere esposto direttamente ai raggi solari.

10. Sistema il telaietto vetrato come copertura del forno.

11. Applica eventualmente un rivestimento esterno con carta o cartoncino colorato a semplice scopo estetico.

CONDIZIONI GENERALI PER UN MIGLIORE FUNZIONAMENTO

Ovviamente, i valori che si possono ottenere variano a seconda delle condizioni ambientali quali:a) stagione in cui si effettua la prova:

più valida nei mesi caldi;b) latitudine del luogo in cui si

effettua la prova: meglio nelle regioni del Sud;

c) limpidezza del cielo: meglio in montagna che in città;

d) ore in cui si effettua la prova: dalle 12 alle 14, quando il Sole è più alto.

PROVE DI COLLAUDO

Per verifi care il funzionamento del forno che si è costruito si possono realizzare alcune esperienze:1. verifi care la temperatura che

si può ottenere nel forno vuoto dopo un tempo defi nito, ad esempio 30 minuti;

2. verifi care la temperatura massima che si può ottenere;

3. verifi care in quanto tempo si riesce a riscaldare un pentolino d’acqua.

POSSIBILITÀ REALI DI UTILIZZO

Dovunque ci si trovi, e in qualsiasi stagione (purché vi sia il Sole), è possibile utilizzare il forno per i seguenti scopi:1. riscaldare un pentolino d’acqua

a una temperatura idonea a preparare una bevanda calda come tè o camomilla;

2.  scongelare uno o più panini surgelati facendoli tornare croccanti come appena sfornati (15-25 minuti);

3. scongelare altri tipi di cibo prima di cuocerli su un fornello (30-40 minuti);

4. riscaldare un piatto raffreddatosi in attesa del pranzo (15 minuti).

3

4

5

Se siete interessati a realizzare un forno solare con le vostre classi, vi proponiamo di documentare le vostre esperienze con progetti, testi, immagini e risultati ottenuti e di condividerle scrivendo una mail alla redazione [email protected].

PROPOSTA AI LETTORI

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spazio community ESPERIENZE IN CLASSEAREADOCENTI

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ESPERIENZE IN CLASSE

Tempo di Olimpiadi

le specifi che parti del corpo funzionali alla gara. Nulla è lasciato al caso: nonostante la querelle sul livello agonisti-co/dilettantistico delle gare, in realtà, gli atleti praticano gli sport a livello professio-nale e sempre più diventa-no “macchine specializzate” funzionali allo scopo. I grandi atleti greci che nel 776 a.C. parteciparono ai primi giochi olimpici probabilmen-

te consideravano poco que sti aspetti, ma lo stadion, una sor-ta di gara di velocità di 192,27 metri, sicuramente metteva a dura prova le leve di secon-do genere presenti nel cor-po umano e costituite dalla punta dei piedi (fulcro F ),dall’articolazione sulla quale grava il peso del corpo (re-sistenza R ), e dalla muscola-tura della gamba in trazione (potenza P ).

Una delle sei macchine semplici e probabilmen-te quella che meglio ci

fa capire il vantaggio o l’even-tuale svantaggio meccanico pre-sente anche nelle altre macchine è la leva.Riuscire a interiorizzare e fare proprio il concetto di “momen-to meccanico”, inteso come ten-denza di una forza a imprimere un movimento articolato attorno a un punto, può meglio chiarire il vantaggio per l’essere umano nell’utilizzare verricelli e argani, carrucole e pulegge, viti, piani inclinati e cunei: tutte macchine

che sfruttano il principio della leva.Le leve si basano sul concetto di equilibrio tra le parti ed è eviden-te che risultano vantaggiose per l’essere umano quando applican-do una forza muscolare relativa-mente piccola, la amplifi cano, e determinano come effetto una forza capace di vincere grandi re-sistenze. Pertanto, per assicurare equilibrio, occorre intervenire sul-la distanza (braccio) dal punto di applicazione della forza al punto di oscillazione (fulcro).

P x bP = R x b

R

P = potenza o forza motrice

bP = braccio della potenza

R = forza resistente da vincere

bR = braccio della resistenza

In termini fi sici le leve sono clas-sifi cate in tre diversi generi che individuano la differente posi-zione che possono assumere una rispetto all’altra la forza applica-ta o potenza, il punto su cui si va ad articolare l’oscillazione, che viene defi nito fulcro e, per fi nire, la forza prodotta da utiliz-zare, defi nita resistenza.

Particolarmente interessanti, per costruire con gli alun-ni un’esperienza didattica

partecipata ed effi cace, risultano due applicativi reperibili in rete. Il primo è stato realizzato dalla PHET (Physics Education Tech-nology University of Colorado): per utilizzare questa risorsa è ne-cessario aver installato sul pro-prio computer la versione runti-me di Java. L’altro è stato idea-to dall’istituto IPRASE Trentino (Istituto Provinciale per la Ricer-ca e la Sperimentazione Educa-tiva).

I due applicativi, con la metafora del gioco, permettono di affron-tare e risolvere il concetto di mo-mento meccanico e di equilibrio nelle leve.

alleniamola mente DOCENTI IN CLASSE

di Franco Patino, docente di Tecnologia presso la Scuola Tommaso Fiore di Bari (www.scuolafi orebari.it), è formatore di formatori in ambito informatico-multimediale ed esperto di didattica.

Il corpo umano e il principio della leva

In questo periodo di gran-di preparativi e attese per le Olimpiadi che si svol-

geranno a Londra quest’esta-te può essere interessante un approfondimento sulle leve che nel nostro corpo deter-minano i vari movimenti at-traverso la combinazione del sistema osseo con le articola-zioni e i muscoli. Sui libri di testo e sulla rete sono presen-ti numerosissimi contributi sull’argomento, è suffi ciente fare un minimo di ricerca.Gli atleti si sottopongono a una dieta ferrea e a duri al-lenamenti mirati allo scopo di ottenere un sempre mag-giore potenziamento di quel-

LE LEVE

http://phet.colorado.edu/sims/

balance-and-torque/balancing-act_it.jnlp

http://try.iprase.tn.it/prodotti/

software_didattico/giochi/fi sica/

gioco.asp?id=895

PR

F

bp br

R

F

Pbp

br

RF

Pbp

br

P

R

F

Per spiegare ai ragazzi il funzionamento delle leve abbiamo preparato una presentazione che può essere utilizzata con la LIM.

Puoi scaricarla collegandoti al link: http://link.pearson.it/F53F9797

FR

P

R

P

F

R

P

F

Leve di 1° genere

Leve di 2° genere

Leve di 3° genere

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Per la LIMLe risorse suggerite possono essere fruite in classe o in laboratorio con l’utilizzo della Lavagna Interattiva Multimediale. Nel caso non si disponesse di un collegamento internet veloce è sempre possibile scaricarle sul pc o su chiavetta usb come fi le eseguibili.

BALANCE AND TORQUE – Gioco della Physics Education Technology University of Colorado

LEVE – Gioco dell’Istituto Provinciale per la Ricerca e la Sperimentazione Educativa Trentino

IL GIOCO DEL PHETPROPOSTA DI ATTIVITÀ

1. Quanto pesa il pacco B collocato tra il papà e la bambina?

2. Quanto dovrebbe pesare se fosse collocato su una tacca corrispondente al numero delle lettere del tuo cognome o del tuo nome?

I giochi e le simulazioni sono utilizzati per la condivisione delle strategie cognitive, che ogni singolo alunno persegue per risolvere i quesiti proposti, e utilizzati

Nel gioco realizzato dall’IPRASE è possibile collocare sull’asta di un

bilanciere sia pesi sia palloncini. Nell’ipotizzare una situazione di equilibrio, occorre evitare che l’omino jolly, collocato sul bilanciere stesso, precipiti miseramente al suolo.

PROPOSTA DI ATTIVITÀ

Una grande diffi coltà è introdotta dai momenti meccanici fra loro contrari presenti su entrambi i bracci del bilanciere. Solitamente si è abituati a immaginare solo forze che gravano verso il basso, mentre in questo caso occorre considerare anche i palloncini, che tirano invece verso l’alto. Si può richiedere agli alunni non solo di risolvere la situazione di equilibrio alla lavagna, ma anche di schematizzare grafi camente le forze in gioco.

IL GIOCO DELL’IPRASE

per chiarire e rinforzare i contenuti già presentati alla classe. Richiedere agli alunni non l’applicazione della sola attività di calcolo (seppure complessa), ma guidarli e abituarli a verbalizzare le procedure mentali ipotizzate e praticate li costringe a divenire sempre più consapevoli delle proprie competenze e permette all’intera scolaresca di condividere i processi metacognitivi in un momento di mutuo aiuto sia per i compagni in diffi coltà sia per quelli più preparati.

Nel gioco realizzato dal PHET è possibile collocare sull’asta

di un’altalena oggetti, pesi, personaggi.Gli alunni, eliminando i sostegni, verifi cano il possibile equilibrio fra i diversi momenti meccanici e, nel caso l’equilibrio non ci fosse, devono intervenire avvicinando o allontanando gli “oggetti” dal fulcro, modifi cando quindi il braccio delle forze, o aggiungere opportunamente altri pesi. È possibile intervenire anche con “pacchi misteriosi” di cui non si conosce la massa. Raggiunto il punto di equilibrio, per verifi care le competenze acquisite è possibile richiedere agli alunni il peso del pacco misterioso utilizzato (operazione deduttiva).

(5 x 4) + (3 x 2) = 26

(2 x 3) + (5 x 1) = 11

26 - 11 = 15

(4 x 4) + (1 x 5) = 21

(3 x 2) = 6

21 - 6 = 15

5

2

3

53

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Come funziona la camera oscuraUna camera oscura può essere composta da una semplice scatola chiusa con un foro stenopeico (che vuol dire “piccolissimo”) su un lato che lasci entrare la luce. Questa proietta sul lato opposto all’interno della scatola l’immagine capovolta del soggetto che si trova davanti al foro. Più il foro è piccolo e più l’immagine risulta nitida e defi nita. Il foro lascia passare pochissima luce, per cui si possono fotografare solo oggetti immobili e molto illuminati.

ESPERIENZE IN CLASSE

DOCENTI IN CLASSEdi Maria Sciacovelli, docente di Tecnologia presso la Scuola Michelangelo di Bari, è funzione strumentale per la multimedialità e l’informatica e referente per il progetto di Scuola digitale Cl@sse 2.0.

DAL DISEGNO AL PROGETTO,FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE

L’uso del computer per la grafi ca rappresenta uno strumento in più che si aggiunge agli attrezzi da disegno: è bene saperli usare entrambi. L’uso degli strumenti per il disegno geometrico rinforza la coordinazione manuale, orienta nella gestione dello spazio del foglio, addestra alla precisione; inoltre comporta un insieme di movimenti e azioni molto diversi da quelli che si realizzano al computer per ottenere lo stesso prodotto. I movimenti manuali al computer sono minimi, ma il risultato che si ottiene è ottimale e veloce.

Una scatola cilindrica di cartone, plastica e metallo impermeabile alla luce, ad esempio un contenitore di patatine oppure uno di detersivo in polvere con una base di lamierino.

Una scatola di cartone, ad esempio una scatola da scarpe.

Un pezzo di carta traslucida, nastro adesivo, nastro isolante nero o plastilina per evitare eventuali infi ltrazioni di luce.

Righello, forbici, taglierino.

Disegno su carta dell’oggetto in assonometria cavaliera quotato in scala; disegno sempre quotato e in scala delle parti che lo compongono. I disegni sono realizzati prima con gli strumenti tradizionali e poi con programmi di modellazione 3D come SketchUp.

DISEGNO CON GLI STRUMENTI MANUALI

DISEGNO CON SKETCHUP IN ASSONOMETRIA ISOMETRICA

Dal menu Telecamera seleziona Viste standard e poi seleziona Isometrica.

Dopo il progetto fatto con gli strumenti tradizio-nali sarà facile e diver-

tente usare programmi di dise-gno come Paint, di elaborazione immagini come Gimp oppure di modellazione 3D come SketchUp.Come esempio di progettazio-ne e realizzazione di un oggetto si propone la camera oscura a foro stenopeico, fi nalizzata alla comprensione del principio di funzionamento della macchina fotografi ca.

Ciascun punto del soggetto illuminato rifl ette in tutte le direzioni, per un arco di circa 180°, la luce da cui è colpito (fi g.1).

frontale della camera oscura (fi g.2); così, punto per punto, si formerà tutta l’immagine sulla parete opposta al foro da cui entra la luce (fi g.3). Per la loro inclinazione i raggi

luminosi che entrano nella camera oscura attraverso il foro stenopeico formano un’immagine capovolta alto-basso e invertita destra-sinistra rispetto al soggetto reale.

MATERIALE OCCORRENTE

FASI OPERATIVE

Disegno d’insieme quotato.Seleziona lo strumento Quota.

Il foro stenopeico permetterà il passaggio di un solo raggio per ciascun punto illuminato del soggetto, mentre gli altri si disperderanno attorno alla parete

Disegno d’insieme quotato, in scala e in assonometria

Disegno delle parti

da assemblare

1

2

3

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Disegno in scala.Seleziona lo strumento Scala.

ghezza focale corta e campo vi-sivo grande prendono il nome di grandangolo. Esistono obiettivi molto comodi con lunghezza fo-cale variabile chiamati zoom.La luce passa attraverso un foro chiamato diaframma che può essere variato di dimensione; il diaframma è aperto solo per il tempo necessario per fare la fo-tografi a (tempo di esposizione), ed è gestito dall’otturatore. La corretta impostazione dell’aper-tura del diaframma e del tempo di esposizione determinano la corretta acquisizione dell’im-magine. Nella fotocamera ana-logica la luce colpisce poi una pellicola di celluloide coperta da un’emulsione di sali d’argento che si decompongono in argento metallico e gas, lasciando un’im-magine latente impressa sulla

pellicola che viene poi svilup-pata e stampata nel laboratorio fotografi co.La fotocamera digitale funziona in modo analogo a quella analo-gica, ma non utilizza la pellicola; è dotata invece di un sensore in grado di catturare l’immagine formata da segnali o punti lumi-nosi e di trasformarla in un se-gnale elettrico che viene conver-tito in digitale, elaborato e mem-orizzato in un supporto di me-moria. La superfi cie del sensore è ricoperta da milioni di piccolis-simi elementi sensibili alla luce, chiamati pixel, che permettono la formazione dell’immagine.Nella memoria della macchina viene registrato un fi le di im-magine che si può trasferire sul computer e stampare o ritoccare con gli appositi programmi.

Quando facciamo una fo-tografi a, la luce emessa da una fonte luminosa

naturale o artifi ciale investe il soggetto e ne viene rifl essa, ren-dendolo così visibile all’obiettivo della macchina fotografi ca nello stesso modo in cui lo rende visi-bile all’occhio umano.L’obiettivo della macchina ri-frange i raggi luminosi prove-nienti dal soggetto e ne proietta l’immagine sull’emulsione del fi lm se la fotocamera è analogica, o su un sensore se è digitale.L’obiettivo è composto da un set di lenti e mette a fuoco l’im-magine che si vuole riprendere; obiettivi con lunghezza focale lunga ingrandiscono l’imma-gine, hanno un campo visivo piccolo e prendono il nome di teleobiettivi. Obiettivi con lun-

CONCLUSIONI

IL RISULTATOQuesto è ciò che si vede dalla nostra camera a foro stenopeico: un edifi cio ben illuminato dal Sole di fronte alla scuola.

Al centro della base di lamierino di alluminio del cilindro fare un foro con l’ago del compasso. Il foro stenopeico così realizzato potrà poi essere leggermente allargato qualora l’immagine non risultasse ben defi nita. I migliori risultati di nitidezza si ottengono quando il foro è perfettamente rotondo e lo spessore del bordo del foro dovrebbe essere il più sottile possibile. Per questo è da preferire un lamierino.

2

SEZIONEDELLA CAMERA OSCURA

Seleziona Piano di sezione dal menu Strumenti.

Preparare la scatola cilindrica (obiettivo della camera oscura) con il foro stenopeico. Dal lato aperto della scatola applicare la carta traslucida in modo che sia perfettamente tesa, perché lì si formerà l’immagine capovolta e invertita: la scelta della scatola è molto importante, perché la grandezza dell’immagine sarà direttamente proporzionale alla sua lunghezza.

1

REALIZZAZIONE

Disegnare la circonferenza del cilindro su un fi anco della scatola di cartone e ritagliarla per ottenere un foro in cui inserire il cilindro precedentemente preparato.Inserire il cilindro nella scatola in modo da farlo aderire allo spazio creato. Se necessario, eliminare eventuali infi ltrazioni di luce tappando le fessure con la plastilina oppure con il nastro isolante nero. Si mette la camera oscura in una scatola buia perché l’immagine che si forma è composta di punti luminosi: perciò è necessario che non ci sia luce nell’ambiente circostante altrimenti l’immagine si disperderebbe.

3

4

Dal lato opposto della scatola dove è stato inserito il cilindro ritagliare una fi nestrella da dove possiamo osservare il risultato ottenuto.

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OLYMPIC STADIUM Sport: atletica, atletica paralimpicaDove: a sud dell’Olympic ParkProgetto: Populous Studios; Peter CookL’Olympic Stadium è stato costruito secondo severe norme di sostenibilità. Per risparmiare una risorsa preziosa, la struttura mette in opera il 75% in meno di acciaio rispetto a uno stadio normale.

RIVERBANK ARENA Sport: hockey, calcio a cinquee calcio a sette per disabiliDove: all’interno dell’Olympic Park

In questa struttura temporanea per ri-chiamare i colori dei Giochi, il campo da gioco è blu e la pista attorno è rosa.

BMX TRACK Sport: ciclismo BMX

Dove: a nord dell’Olympic Park

Dopo i Giochi, la pista da BMX verrà modifi cata per diventare parte di un nuovo velodromo utilizzabile dalla co-munità e dalle società di ciclismo.

VELODROMESport: ciclismo su pista

Dove: a nord dell’Olympic ParkProgetto: Hopkins Architects

Il velodromo è la struttura più sosteni-bile dell’Olympic Park: dai materiali da costruzione ai sistemi di ventilazione e illuminazione. La parete di vetro inserita tra i pilastri inferiori e quelli superiori of-fre una vista a 360° sul parco olimpico.

BASKETBALL ARENA Sport: basket, basket in carrozzina,

rugby in carrozzina, pallamanoDove: a nord dell’Olympic Park

Progetto: Sinclair Knight Mertz; Wilkinson Eire; KSS Design Group

Si tratta di uno degli spazi temporanei più grandi mai realizzati.

AQUATICS CENTRE Sport: tuffi , pentathlon moderno (nuoto), nuoto, nuoto sincronizzatoDove: sud-est dell’Olympic ParkProgetto: Zaha Hadid

La spettacolare copertura a forma di onda è lunga 160 metri e larga 80.

WATER POLO ARENA Sport: pallanuoto

Dove: a sud-est dell’Olympic Park, Progetto: David Morley Architects

La Water Polo Arena e l’Aquatics Centre sono adiacenti e costituiscono una del-le aree dell’Olympic Park in cui lo spazio è sfruttato nel modo più funzionale.

COPPER BOX Sport: scherma, pallamano, pentathlon moderno, goalballDove: a ovest dell’Olympic ParkProgetto: Populos Studios; EFFETTUARE

La struttura è rivestita da oltre 3000 me-tri quadrati di rame – in gran parte rici-clato – che gli conferiscono un aspetto molto caratteristico e che cambierà co-lore con il passare del tempo.

ETON MANOR Sport: tennis in carrozzinaDove: a nord dell’Olympic ParkProgetto: Stanton Williams

Le nuove strutture sorgono sul sito del vecchio Eton Manor Sports Club, una società sportiva famosa a metà degli anni Cinquanta del Novecento.

Londra 2012I lavori per le Olimpiadi di Londra 2012 sono imponenti e sono stati eseguiti all’insegna della sostenibilità e in vista di un riutilizzo futuro delle strutture. Alcuni degli edifi ci sono permanenti, mentre altri verranno smontati dopo la fi ne dei Giochi.

I LUOGHI DI

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Il fi lm è ispirato alla vera storia della Nazionale di bob della Giamaica che partecipò ai Giochi Olimpici invernali di Calgary 1988. La trama prende spunto dalle vicende di un gruppo di velocisti giamaicani che, respinti alla selezione olimpica, approfi ttano della presenza sulla loro isola di una vecchia stella del bob statunitense per tentare di qualifi carsi alle Olimpiadi invernali. La Giamaica è climaticamente favorita da uno splendido sole per tutto l’anno e la neve non è certo una prerogativa di quelle latitudini, per cui i ragazzi devono simulare in maniera rudimentale le diffi coltà che la pratica del bob comporta, abituando il fi sico e la mente a quello sforzo. Alla fi ne riusciranno ad arrivare alle Olimpiadi e, seppure con modesti risultati, riscuoteranno la simpatia del pubblico e degli organi di informazione, riuscendo a procurarsi degli sponsor e un bob più professionale di quello usato originariamente. Ora la Nazionale giamaicana è una realtà conosciuta e ha fatto avvicinare alla pratica del bob altri Paesi che, pur non avendo un territorio adatto, hanno comunque deciso, fedeli allo spirito olimpico, di cimentarsi in questa disciplina.

Quattro sotto zero (Cool Runnigs)

1993

regia di Jon Turteltaub

genere commedia

COMMEDIA

Cool Runnings Quattro sotto zero A partire dal 1896 i Giochi olimpici, con cadenza quadriennale e ospitati di volta in volta da uno dei Paesi partecipanti, sono diventati l’evento sportivo più importante dell’era contemporanea.Vi partecipano nazioni con assetti politici, economie, equilibri sociali e religioni diversi, ma tutte animate da un sano spirito di competizione.Nel corso di più di un secolo, anche la tecnologia ha contribuito all’evoluzione delle singole discipline. Proviamo solo a pensare ai nostri moderni palloni da calcio o da basket e ai loro antenati di inizio Novecento. Le scarpe, l’abbigliamento tecnico, i materiali degli attrezzi hanno fi nito per fare la differenza uniti alle qualità agonistiche degli atleti. Lo spirito originario però non si è perso e capita a volte di veder gareggiare squadre meno attrezzate a cui il pubblico tributa il dovuto rispetto per non aver rinunciato a mettersi in gioco.A raccontare lo spirito olimpico oltre le possibilità tecniche, economiche e soprattutto logistiche è il fi lm Cool runnings che in Italia è stato distribuito con il sottotitolo Quattro sotto zero e che racconta l’avventura olimpica della squadra giamaicana di bob.

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spazio community

Al cinema

I quattro membri dell’equipaggio

originale: Devon Harris,

Dudley Stokes, Michael White,

Samuel Clayton.

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2.0MagazinePER CHI INSEGNA E PER CHI STUDIA TECNOLOGIA

NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

nr. 2 - Maggio 2012

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non madrelingua o con diffi coltà.

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