20 / 30 aprile 2017 | Sala Onu L’Oca del Cairo · hoc un gioco dell’oca speciale adattato...

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1 20 / 30 aprile 2017 | Sala Onu L’Oca del Cairo Musiche originali di Wolfgang Amadeus Mozart Regia e drammaturgia Davide Enia direttore Silvia Spinnato Don Pippo Celidora Biondello Calandrino Lavina Chichibio Auretta Attori Stefano Marchisio Chiara Fiorani / Federica Sardella Manuel Amati Nuccio Anselmo / Roberto De Gennaro Irene Savignano / Martina Mazzola Alfonso Ciulla Martina Licari / Federica Guida Andrea Di Palma, Dalila Cozzolino, Giuseppe Giambrone Orchestra del Teatro Massimo

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20 / 30 aprile 2017 | Sala OnuL’Oca del Cairo

Musiche originali di Wolfgang Amadeus MozartRegia e drammaturgia Davide Enia

direttore Silvia Spinnato

Don Pippo CelidoraBiondelloCalandrinoLavinaChichibioAurettaAttori

Stefano MarchisioChiara Fiorani / Federica SardellaManuel AmatiNuccio Anselmo / Roberto De GennaroIrene Savignano / Martina MazzolaAlfonso CiullaMartina Licari / Federica GuidaAndrea Di Palma, Dalila Cozzolino, Giuseppe Giambrone

Orchestra del Teatro Massimo

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Il giorno dello spettacolo

Vi raccomandiamo di essere in Teatro almeno 40 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. È assolutamente vietato fare fotografie, video, mangiare, bere. I telefonini devono essere spenti. Contiamo sulla vostra collaborazione affinché queste semplici regole vengano seguite da tutti... INCLUSI GLI ADULTI. Gli studenti saranno disposti presso la Sala Onu. Durata dello spettacolo un’ora circa.

L’Oca del Cairo

L’Oca del Cairo è un’opera che Mozart non completò, probabilmente perché non ricevette ab-bastanza soldi per finanziarne il progetto, e che scrisse con il preciso intento di obbedire ai canoni dell’opera buffa: un intrigo amoroso, una servetta maliziosa, varietà di situazioni e stati d’animo ed ecco servito il grande divertimento che secondo Mozart l’opera comica italiana doveva avere.Il manoscritto originale, conservato nella Biblioteca di Berlino, comprende un recitativo, uno schizzo dell’aria di Biondello, dell’aria di Don Pippo e sei pezzi completi nelle parti vocali e nella parte del basso armonico, a volte arricchiti di alcune battute interamente orchestrate, a volte di soli accenni di orchestrazione. Ricostruita sulla base dei frammenti originali senza mai perdere di vista lo stile mozartiano, l’opera viene presentata nell’interpretazione del dramma-turgo siciliano Davide Enia la cui regia è improntata a “scavare” gli elementi fantastici e giocosi insiti nel lavoro mozartiano. È una storia d’amore, che gioca con l’ingegno. Così il lavoro evoca elementi “poveri” capaci di ispirare il fantastico, come in ogni gioco accade e come, quando l’amore detta le leggi, appare il mondo visto con lo sguardo innamorato.

Data Gio 20 Ven 21 Sab 22 Dom 23Mer 26Gio 27Ven 28Sab 29 Dom 30

Ora aprile 09:30 / 11:30aprile 09:30 / 11:30aprile 11:30 / 17:30aprile 11:30aprile 09:30 / 11:30aprile 09:30 / 11:30aprile 09:30 / 11:30aprile 17:30aprile 11:30

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Perché preparare le classi all’Oca del Cairo?

Il nostro giovane pubblico di bambini e ragazzi arriva a Teatro per scoprire un mondo antico eppure totalmente ignoto alla maggior parte dei più giovani. Un mondo magico che ha le sue regole, un mondo per certi aspetti tanto lontano dal vivere quotidiano e dalle proprie esperien-ze da poter risultare ostico. Lo stesso linguaggio del teatro musicale, linguaggio della musica cantata dal coro, dai solisti e suonata dall’orchestra, linguaggio del corpo dei ballerini, familiare per noi adulti, è alieno e rischia di confondere o addirittura annoiare chi entra in Teatro per la prima volta. Per questo è fondamentale preparare gli studenti in classe perché questa espe-rienza non sia solo un giorno di gita ma l’inizio di un percorso culturale ed emozionale che resti loro patrimonio per una vita intera. Siamo forse un po’ idealisti ma ci piace pensare che i vostri studenti ricorderanno questa giornata per sempre, se noi e voi insieme sapremo aiutarli a viverla al meglio. Siamo sempre a vostra disposizione per qualunque chiarimento e suggeri-mento sul lavoro in classe sia prima che dopo lo spettacolo, e attendiamo di conoscere le vostre impressioni e quelle delle vostre classi. Scriveteci e mandateci disegni, temi, fotografie! Ci contiamo molto.

Conoscere lo spettacolo prima di vederlo: cosa avviene in scena

Don Pippo, ricco marchese di Ripasecca rimasto vedovo, ha rinchiuso in una torre Lavina, la donzella che intende prendere in sposa.Il Marchese ha confinato nella torre anche Celidora, sua figlia, per impedire che le due ragazze potessero vedere gli spasimanti di cui sono innamorate. I due giovani in questione sono rispettivamente Calandrino e Biondello. Quest’ultimo riesce a scendere a compromessi con Don Pippo: ha un anno di tempo per riuscire ad entrare nell’ine-spugnabile torre, se in quest’arco di tempo fosse riuscito nell’impresa avrebbe potuto prendere in sposa l’amata.E’ in corso l’ultimo giorno dell’anno del patto stabilito tra Biondello e Don Pippo.Il marchese sicuro d’aver vinto la scommessa si accinge festoso ad organizzare il giorno delle sue nozze, dove finalmente prenderà in sposa Lavina.Nel frattempo Biondello e Calandrino si impegnano a trovare il modo attraverso cui poter entrare nell’impenetrabile torre. Questa infatti è circondata da un fossato che impedisce il pas-saggio da ogni dove, ma i due innamorati non si perdono d’animo ed escogitano la costruzione di un ponte di piume, attraverso il quale sarebbero potuti arrivare all’interno della struttura.

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Durante la costruzione di esso, vengono aiutati da Auretta e Chichibio, ma nonostante il loro intervento vengono scoperti da Don Pippo ed i suoi soldati…Ma non temete, perché accadrà qualcosa di straordinario! Sta a voi scoprire chi vincerà..

Curiosità sulle origini iconografiche dell’oca nell’Antico Egitto

L’oca nella tradizione degli egizi era un animale sacro poiché dal suo uovo era nato il Re degli dei, ovvero la divinità più importante di tutti: Amon-Ra dio del cielo, della terra e dell’oltretom-ba.Una grande testimonianza dell’importanza delle oche nell’Antico Regno egizio si deve alle Oche di Meidum, un fregio rinvenuto nel 1871 a Meidum nella tomba monumentale di Nefermaat, dall’egittologo francese Auguste Mariette direttore del Museo di Bulaq (futuro Museo Egizio del Cairo). Il fregio rappresenta in modo simmetrico sei oche, divise in due gruppi speculari, molto reali-stiche nella forma e nei colori. L’arte pittorica egizia ebbe nel periodo storico dell’Antico Regno, la massima attenzione per i dettagli di animali e piante, tanto che ancora oggi è possibile indi-viduare la specie delle oche.Il fregio però è avvolto dal mistero sulla sua reale origine, poiché secondo l’egittologo France-sco Tiradritti, docente presso l’Università di Enna, quattro delle sei oche raffigurate non erano originarie dell’Egitto. Questo conduce lo studioso ad ipotizzare che Auguste Mariette avesse inventato il ritrovamento, facendolo creare dal pittore ottocentesco italiano Luigi Vassalli, che lavorava per lui all’interno del museo.Questo spiegherebbe anche le tonalità di colore utilizzate, mai viste in altri affreschi egizi.

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Approfondimento specifico per la scuola secondaria di primo grado: Il gioco dell’Oca del Cairo

L’obiettivo principale di questo spettacolo è il divertimento, per questo motivo è stato creato ad hoc un gioco dell’oca speciale adattato all’opera!

Figura 1. Esempio tavola da gioco

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Consiste in una tavola da gioco componibile in quattro fogli A4 (allegati di seguito) con un percorso ellissoidale numerato,composto da 32 caselle. (Fig. 1)Prima di iniziare a giocare i partecipanti dovranno crearsi le pedine origami personalizzate (fig.2 e 3) e i dadi da gioco origami. (Fig. 4 e 5)Terminata la fase dell’assemblaggio del proprio segnalino e dei dadi si può iniziare a giocare!

Le regole del gioco:- Le caselle raffiguranti le oche consentono di spostarsi subito in avanti di un numero di caselle pari a quelle coperte dal movimento appena effettuato. - Nella casella 9 detta casella della Casa si rimane fermi tre turni.- Nella casella 15 detta casella del pozzo si rimane fermi fino a quando non arriva nella casella un altro segnalino, che viene a sua volta “imprigionato”.- Nella casella 29 detta dello scheletro la pedina che vi sopraggiunge è costretta a tornare alla casella numero 1.- La casella d’arrivo, ovvero la numero 32, deve essere raggiunta con un lancio di dadi esatto; altrimenti, giunti in fondo, si retrocede dei punti in eccesso.

Figura 2 Figura 3

Personalizzare e ritagliare la pedina, successivamente passare la colla nella linguetta e formare il cono.

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Figura 4 Figura 5

Ritagliare i dadi da gioco. Per piegare le linee tratteggiate aiutarsi con una squadretta, successivamente cospargere di colla le linguette ed incollare il dado.

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Creazione origami dell’Oca del Cairo

Se il laboratorio creativo nell’assemblaggio delle pedine origami è stato di gradimento, si può provare ad avanzare di livello realizzando l’Oca del Cairo origami!In allegato il link con i vari passaggi per la creazione dell’oca origami.Youtube https://www.youtube.com/watch?v=pqeI94Jri1M

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Idee per un lavoro in classe

1. Il tema conduttore che ha fortemente voluto il regista Davide Enia è quello del “desiderio” inteso come spinta motrice con lo scopo di raggiungere i propri obiettivi. I protagonisti della vicenda si impegnano affinché possano raggiungere ciò che vogliono. Hai mai desiderato qualcosa in questo modo? Vorresti raccontarlo?

2. Prova a rappresentare con un disegno cosa è per te il desiderio.

3. L’Oca del Cairo all’interno della rappresentazione svolge un ruolo fondamentale, è il perso-naggio che lega tutti i protagonisti. Sapresti descrivere il suo ruolo all’interno dell’opera? [L’oca incarna il desiderio. Ha il compito di giostrare, ritmare e scandire la storia affinché si raggiunga il lieto fine]

4. Avevi mai visto tanti strumenti musicali da vicino? Quale ti ha colpito di più, e perché?

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Intervento cantato dal pubblico

Aria di Biondello: “Che parli, che dica”Audiovideo orientativo su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=Oc2UxedEFhw&t=22s

Che parli, che dica,quel viso di pazzo,quel viso di pazzo.Ho Venere amica,Cupido è per me,Cupido è per me.

Dei matti non curo,la furia, e schiamazzo,la furia, e schiamazzo,la furia, e schiamazzo.Del mio, più sicuro,trionfo non c’è,non c’è.Del mio, più sicuro,trionfo non c’è.Del mio, più sicuro,trionfo non c’è.Che parli, che dica,quel viso di pazzo,quel viso di pazzo,

Ho Venere amica,Cupido è per me,Cupido è per me.

Dei matti non curo,la furia, e schiamazzo,la furia, e schiamazzo,la furia, e schiamazzo.Del mio, più sicuro

trionfo non c’è, non c’è,non c’è,non c’è,non c’è.

Che faccia, che dica,quel viso di pazzo,quel viso di pazzo.

Ho Venere amica,Cupido è per me,Cupido è per me,Cupido è per me,oh quanto voglio ridere,oh quanto voglio ridere,oh quanto voglio ridere,oh quanto voglio ridere,stasera a quel suppè,stasera a quel suppè.Sentir quel vecchio a stridere,sentir quel vecchio a stridere,E’ un gran piacer per me.

Oh quanto voglio ridere,oh quanto voglio ridere,sentir quel vecchio a stridere,sentir quel vecchio a stridere,stridere,stridere,E’ un gran piacere per me.

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Approfondimenti collaterali: Wolfgang Amadeus Mozart

Mozart nacque a Salisburgo il 27 gennaio 1756.Sappiamo che Mozart entrò in contatto con la musica da piccolissimo, seguendo le lezioni di clavicembalo che suo padre impartiva alla sorella Maria Anna, e che a tre anni già si divertiva a strimpellare sulla tastiera.Il piccolo Wolfgang iniziò a comporre a circa cinque anni, anche se inizialmente non era in grado di scrivere i pezzi: li eseguiva, talvolta canticchiava, in modo che il padre, più esperto, potesse trascriverli. Iniziò a scrivere in musica autonomamente all’età di otto anni.Giovanissimo, Wolfgang viaggiò per l’Europa per suonare nelle corti europee insieme alla so-rella. Tra le tappe: Monaco di Baviera, Francoforte, Bruxelles, Parigi, Londra, dove, al suo pri-mo concerto pubblico, Wolgang Amadeus fu affiancato da esecutori allora di grande fama. La vita di Mozart, dalla genialità precoce alla morte misteriosa ed altrettanto prematura ha finito col creare il mito di Mozart, genio assoluto, che tuttora nell’immaginario collettivo è pro-babilmente più popolare delle sue stesse opere. In questo contesto non deve quindi stupire che siano fioriti aneddoti di ogni tipo sulla sua figura, miranti a sottolineare (rare volte a sproposi-to, ma spesso in modo esagerato) la sua genialità e la sua “unicità”. Per queste e altre informazioni sulla vita di Mozart vi consigliamo di consultare la pagina di Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_Amadeus_Mozart e la breve aneddotica mo-zartiana http://www.marcodevincentis.it/arti/aneddotica_mozartiana.htm

Approfondimenti collaterali: il Teatro Massimo

Monumento simbolo di Palermo ed istituzione culturale di prestigio internazionale, il Teatro è stato inaugurato nel 1897 su progetto di Giovanni Battista Filippo Basile, grande architetto palermitano vincitore del Concorso internazionale per la costruzione di un nuovo teatro citta-dino indetto dal marchese di Rudinì, sindaco di Palermo, nel 1864. Il Teatro, imponente e neoclassico, rappresenta l’ideale cerniera tra la vecchia Palermo barocca e la nuova città Liberty. Osservando la facciata del Teatro ci si trova davanti ad una grande sca-linata che conduce al pronao a sei colonne dal quale si accede al foyer del teatro. Sulla sommità del pronao si trova un timpano triangolare, di stile classico, alle cui estremità sono collocate due grandi maschere tragiche che ricordano gli acroteri dei templi greci e definiscono la fun-zione dell’edificio. Ai lati della grande scalinata i due gruppi scultorei in bronzo rappresentano due leoni sulle cui spalle si reggono due figure femminili: “la Lirica”, opera di Mario Rutelli, e “la Tragedia”, opera di Benedetto Civiletti.

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Le due donne simboleggiano, dunque, ciò di cui il Teatro si occupa. Fate leggere ai vostri stu-denti l’epigrafe collocata sull’architrave del portico del Teatro: “L’arte rinnova i popoli e ne ri-vela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”. Questa iscrizione indica sia la funzione dell’edificio, sia il valore pedagogico di ciò che vi si rappresenta. L’ingresso del Teatro, in cui il colore predominante è il rosso, ha una struttura rettangolare. Di fronte alla porta d’ingresso si trova la porta di accesso alla sala grande, sulla quale è posto un bassorilievo del Rutelli denominato “L’apoteosi di Vittorio Emanuele II”. Superata questa porta a vetri ci si trova nella sala degli specchi. Anche in questa sala, che prende il nome dagli otto specchi posti nei quattro angoli, il colore predominante è il rosso. Al centro si trovano quattro colonne, nella parete di fronte si trova la porta di accesso alla sala degli spettacoli, mentre sia da destra che da sinistra si accede alle scalinate che conducono agli ordini dei palchi. La sala grande del teatro, dalla caratteristica forma a ferro di cavallo, è caratterizzata dagli stuc-chi dorati, i fregi lignei, i vetri lavorati, il velluto rosso delle poltrone e lo splendido soffitto. Composta dalla platea, cinque ordini di palchi e loggioni, è acusticamente perfetta grazie agli accorgimenti acustici voluti dal Basile e particolarmente all’avanguardia per il tempo. Il palcoscenico ha una superficie di 1214 mq che lo rende il secondo in Europa dopo l’Opera di Parigi: è largo 38,5 m e profondo 52 m, compreso il retropalco. Altri luoghi noti e bellissimi del Teatro sono il Palco reale, la Sala pompeiana e la Sala degli stemmi.

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ALLEGATI

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DADI DA GIOCO

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PEDINE DA PERSONALIZZARE

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TAVO

LA 4

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TAVO

LA 3

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TAV

OLA

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TAV

OLA

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