2 Un tuffo nel mondo del cioccolato! - Confartigianato Ancona E STORIE... · mistica messicana, non...
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2 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
MarcheMarche2011
3Imprese ANCONA
INDICE
STORIA E STORIE DI CIOCCOLATO Presentazione pag. 4Le origini americane pag. 8La chiesa e il cioccolato pag. 10Delizie conventuali di cioccolata pag. 12Antiche arti di cioccolata nei monasteri delle Marche pag. 15Cioccolata e musica pag. 18Cioccolata letteraria pag. 21Versare la cioccolata ... cioccolata in versi pag. 24Corredi da cioccolata nelle case di nobili anconetani pag. 26Feste e ricevimenti anconetani tra fiumi di cioccolata pag. 29 Il credenziere, cerimoniere domestico della cioccolata pag. 32Cioccolata gelata pag. 34Maiale e cioccolato? pag. 37Altre stranezze del cioccolato pag. 40Vino e cioccolato: storia di un’eterna …rivalità pag. 43Architetture e sculture di cioccolata pag. 46Frutta di cioccolata pag. 49Salute e cioccolato pag. 52Cioccolato e seduzione pag. 55Storia in breve di uno ... squaglio pag. 58Prime ricette di cioccolata in italia pag. 61La cioccolata in tazza, storia golosa nelle Marche pag. 64LE RICETTE DI IERI E DI OGGI pag. 67IL DECENNALE pag. 93ALBO DEI PARTECIPANTI A CHOCO MARCHE pag. 114IL CIOCCOLATO TRA AFORISMI E FRASI CELEBRI pag. 116RINGRAZIAMENTI pag. 118
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4 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
PRESENTAZIONE
e Marche possiedono una risorsa infinita, potenzialmente
rinnovabile; anzi le Marche sono una risorsa infinita che
consiste nei suoi patrimoni culturali, ambientali, di storia
e di genti che hanno reso il nostro territorio unico ed
attraente. In Italia, nelle Marche, in Provincia di Ancona si
vive bene, si mangia bene. Perché? Perché il nostro Paese
ha un segreto, forse semplice ma custodito per molti secoli:
qui sono state fatte e si fanno cose “ pensando all’uomo”.
E l’uomo ritrova l’ospitalità antica, ritrova i suoi simboli
riprodotti nelle forme più diverse, si incammina in percorsi
gastronomici che lo portano a provare mille sensazioni
differenti ma tutte tese verso questo equilibrio: l’equilibrio
con il territorio. Il territorio è la materia prima e il turismo il
suo prodotto. La nostra proposta di “ itinerari gastronomici”
e culturali parte proprio da chi il territorio lo vive, parte
dall’artigiano che lo abita, vi lavora e può con cognizione
accompagnare i suoi ospiti a cogliere nei percorsi le gemme
più nascoste e preziose.
Quelle botteghe che emanano l’anima del luogo e quei siti
d’arte che incastonano la nostra storia si aprono così alla
vista, alla visita, all’esperienza personale del contatto con
il fare. Qui si possono vedere gli artigiani produrre, offrire,
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5Imprese ANCONA
creare. Qui si può provare l’emozione, autenticamente umana,
della ragione e del senso.
Si inserisce in questo contesto il nostro impegno per la
valorizzazione del saper fare e dei prodotti tipici. Lo abbiamo
fatto con “La Via Maestra”, gli itinerari tra le eccellenze di
artigianato artistico ed enogastronomico della provincia
di Ancona, lo facciamo con “Choco Marche”, l’eccellenza
del cioccolato artigiano. Una manifestazione che celebra
con orgoglio il suo decennale. La nostra è stata una delle
primissime se non la prima manifestazione in Italia dedicata
interamente al cioccolato artigiano. Abbiamo rilanciato il
ruolo delle piazze cittadine portando ad Ancona migliaia
di visitatori, di estimatori, di curiosi. Un’agorà di gusto, di
maestria, di tipicità.
Il Segretario Il Presidente
Giorgio Cataldi Valdimiro Belvederesi
6 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
7Imprese ANCONA
Storia e Storie di cioccolatodi Tommaso Lucchetti
ChocoChocoChoco
8 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
LE ORIGINI AMERICANE
a un continente all’altro la cioccolata ha subìto una sua
rivoluzionaria metamorfosi: infatti l’oscuro infuso amerindo,
dal gusto amaro e piccante, servito a Cortès nel 1519
(considerato da alcuni dei primi viaggiatori “cibo più da porci
che da huomini”), si è trasformato completamente, nella
sua adozione europea, in una dolce e profumata bevanda,
densa talvolta quanto una crema, capace nel tempo di creare
lente ma sensibili rivoluzioni gastronomiche, e soprattutto di
diventare uno dei capisaldi della pasticceria occidentale.
Cristoforo Colombo probabilmente vide per la prima volta il
cacao durante il suo quarto viaggio: fece scalo il 30 luglio del
1502 a Guanaja, un’isola dei Caraibi. Annotò infatti nel suo
diario di viaggio: “Un grande vascello indigeno con venticinque
rematori venne al nostro cospetto, il loro capo riparato
sotto una tettoia ci offrì tessuti, begli oggetti di rame e
mandorle che fungono da moneta e con le quali preparano
una bevanda”.
Inizialmente del frutto del cacao si mangiava solo la polpa
acidula e rinfrescante senza considerare i semi amari, che
poi con il tempo vennero fatti fermentare e grigliare, per
ottenerne quindi una pasta da aromatizzare con spezie e
mescolare e diluire in acqua, e da spumeggiare infine con
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9Imprese ANCONA
una frusta a mulinello. Questa bevanda divenne il ristoro
quotidiano per le antiche civiltà amerinde, con un carattere
differenziante all’interno della gerarchia sociale: il sovrano
lo assaporava puro come bevanda voluttuaria del piacere in
bicchieri d’oro, il popolo invece lo mangiava mischiato alla
refezione quotidiana di pappa di granturco, scodellata in
gusci di tartaruga.
I Maya già dal 400 dopo Cristo coltivavano gli alberi del
cacao, originari della foresta amazzonica. Per gli Aztechi il
dio Quetzalcoatl era il giardiniere del paradiso, dove la pianta
del cacao figurava tra i più nobili ornamenti: del resto l’antico
mito attribuiva a questa divinità il dono di questo albero agli
uomini, con l’insegnamento su come coltivarlo ricavandovi un
pregiato nettare. Gli aztechi giunsero addirittura a ritualizzare
le pratiche di coltivazione e cura di questa pianta: i primissimi
viaggiatori europei riferiscono di come la semina ed il raccolto
fossero celebrati con apposite cerimonie propiziatorie,
considerata la centralità anche simbolica di questa coltura.
Quando nel novembre 1519 le truppe spagnole entrarono nella
capitale del regno atzeco Temistitàn (oggi Città del Messico)
Montezuma II ricevendo i forestieri con tutti gli onori servì
loro la sua pregiatissima ambrosia. Cortès nel 1528 ritornò nel
continente europeo con un carico di semi di cacao, gli utensili e
la ricetta per la preparazione del cioccolato. La via occidentale
del “Cibo degli dei” stava trionfalmente cominciando.
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10 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ella lontana America leggenda vuole che furono alcune suore
missionarie a trasformare la cioccolata in senso europeo e
decisamente più goloso, aggiungendo zucchero alla bevanda
amerinda. Il Clero la adottò perchè in quanto liquida la si re-
putava non in grado di infrangere il precetto del digiuno. Su
questo assunto discussero per secoli teologi ed esponenti del
clero, compresi alcuni pontefici che assaggiata la bevanda in
arrivo dalle Nuove Indie e non trovatala affatto di loro gusto
non si pronunciarono più di tanto ufficialmente. La definitiva
legittimazione della cioccolata, presso le supreme gerarchie
ecclesiastiche, è avvenuta nel 1662, ad opera del cardinal
Francesco Maria Brancaccio: questo alto porporato, talmen-
te appassionato in merito da comporre un’ode in onore della
cioccolata, chiuse definitivamente la questione sulla sua li-
ceità in tempi di digiuno dando un impulso definitivo alla già
alta popolarità della bevanda in ambito clericale (successiva-
mente, ad esempio, nel lungo conclave che elesse nel 1740 il
cardinal Prospero Lambertini al soglio pontificio con il nome
di Benedetto XIV sono stati consumati ben 14 chili di cacao).
Nel clero, tra i cantori della cioccolata va ricordato Tommaso
Strozzi “gran teologo e predicatore insigne della Compagnia
di Gesù”, autore di una “galantissima poesia” in versi latini,
NLA CHIESA E IL CIOCCOLATO
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11Imprese ANCONA
dove declamava e illustrava la manie-
ra di manipolare il cioccolato in pasta,
e di ridurlo in bevanda ogni qualvolta
lo si desiderasse.
Se i gesuiti diverranno grandi amba-
sciatori e convinti alfieri delle virtù e
del consumo lecito della cioccolata,
altri ordini religiosi ed ambienti catto-
lici furono ben più prudenti, come ad
esempio i domenicani, storici rivali della Compagnia di Gesù.
Ad esempio prima dell’elegia già citata composta da Strozzi
il padre Giuseppe Girolamo Semenzi, professore di Teolo-
gia all’Università di Pavia, espresse tutta la sua diffidenza
verso le delizie ottenute con il cacao giunto dal continente
americano, e soprattutto verso le insidie di queste “spu-
manti ambrosie a ingorda sete e vana”, non solo potenzial-
mente nocive ma anche peccaminose per quel infido senso
di voluttuoso e lussuoso compiacimento: “or la vainiglia, ora
‘l cacao si noma, / Quindi pien di fragranze ‘l lusso augusto
/ Non invidia i lor sorsi a Manfi e a Roma. / Spesso però
n’avvampa il sangue adusto / Per troppo caldo e troppo
usato aroma, / onde velen fa del rimedio ‘l gusto”.
Anche nella chiesa la cioccolata divideva… ed imperava.
Officium Beatae Mariae Virginis,testo liturgico,inizi ‘700
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12 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
a leggenda racconta di come, in un convento di Oaxaca in
Messico, ad alcune suore missionarie venne l’idea di rendere
più commestibile questa bevanda di semi di cacao, così ama-
ra e piccante nella consuetudine delle popolazioni indigene,
edulcorandola all’europea con l’aggiunta di zucchero. Più tardi
nel Seicento nelle memorie e negli scritti (tra cui il ricettario
del suo convento) di suor Ines De La Cruz, grande poetessa e
mistica messicana, non a caso figura anche la cioccolata.
Venendo in Europa tra ‘700 ed ‘800 va citata un’illuminante
testimonianza francese: il gastronomo francese Anthelme
Brillat–Savarin racconta nel suo celebre trattato “La fisiolo-
gia del gusto” (stampato nel 1826) di aver ascoltato la dotta
spiegazione in materia dall’esperta madame d’Arestel, supe-
riora del convento della Visitazione a Belley: “Quando vorrete
prendere della buona cioccolata, fatela stare dal giorno prima
in una caffettiera di porcellana e lasciatela star lì. Il riposo
della notte la concentra e le conferisce un che di vellutato
che la fa migliore. Il buon Dio non può offendersi di questa
raffinatezza, perché egli stesso è tutto perfezione”.
Venendo in Italia può essere ricordato un importante esem-
pio del ‘700 in merito: nella certosa di Calci (fondata nel 1366
ma notevolmente arricchita ed ampliata nel XVIII secolo) la
DELIZIE CONVENTUALI DI CIOCCOLATA
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13Imprese ANCONA
cioccolata era un consumo ricorrente: gli affreschi settecen-
teschi del refettorio realizzati da Pietro Giarrè raffigurano il
pranzo di Cosimo III con i certosini, e indugiando tra i dettagli
della mensa imbandita si notano cioccolatiere e tazze tra le
preziose stoviglie di Doccia apparecchiate per una circostan-
za così eccezionale (tra gli acquisti registrati nelle carte d’ar-
chivio appunto il “servito da pranzo” di 395 pezzi di maiolica
bianca con il monogramma azzurro CAR abbreviazione di
“Cartusia”). Le memorie del monastero ricordano offerte di
cioccolata a personaggi illustri (come nel 1791 a due poeti di
Pisa) o rinfreschi con il dolce squaglio per occasioni importan-
ti, come la messa in opera del fonte battesimale nel 1779, o
per la festa di San Bastiano nel 1788. Oltre che nelle grandi
circostanze la cioccolata era anche somministrata assieme
ai biscotti savoiardi come balsamo rigenerante e tonificante
per i certosini malati, concessa a questo scopo anche durante
la quaresima.
Un ruolo privilegiato nella diffusione della cioccolata lo hanno
avuto le prodigiose officine del gusto attive nelle comuni-
tà femminili conventuali e monastiche. Nel tempo le suore
hanno spesso aggiunto il prelibato ingrediente alle torte, ai
pasticcini, ai biscotti ed alle altre leccornie dolci da prepa-
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14 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
rare nelle solennità festive, codificando così una tradizione
che si è poi lentamente diffusa nel territorio, sia nelle ridon-
danti cucine aristocratiche, sia nella risarcitoria ed episodica
mensa delle grandi e rari occasioni per contadini e popolani.
Molti sono gli esempi che si potrebbero citare, di ricette dalla
tradizione antichissima, e diventate poi nel corso degli anni
autentiche specialità in grado di identificare non solo la co-
munità monastica ma l’intero borgo o città di appartenenza,
passando da leccornia dei chiostri a “tipicità” delle famiglie
ed anche delle pasticcerie locali.
Natoire, Ritratto di Mademoiselle de Charolais, metà ‘700.
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15Imprese ANCONA
a cioccolata è sempre stata una squisita arte monastica, so-
prattutto considerando che secondo leggenda sembra siano
state appunto le Clarisse di un convento ad Oaxaca (Messico)
nel ‘500 a trasformare l’infuso di cacao in una delizia, ag-
giungendo zucchero e latte.
Anche nelle Marche i monasteri femminili vantavano una
grande maestria in questa arte squisita della cioccolata. Tra
le carte d’archivio del monastero di Santa Maria Maddalena
di Serra de’ Conti vengono registrate significative e ricorrenti
scorte di cacao tra gli acquisti di droghe e spezie effettuati
alla vicina fiera di Senigallia, uno dei luoghi privilegiati per lo
smercio di questo prodotto. Oltre alla presenza di cioccola-
tiere e chicchere nel corredo del monastero, il consumo dello
squaglio è testimoniato anche da una ricetta conservata tra
gli appunti di cucina, ossia le istruzioni per fare “pastine lun-
ghe per cioccolata”, ossia striscette dolci da inzuppare nelle
chicchere fumanti.
Cantrici e consumatrici ferventi della cioccolata le suore ne
erano anche grandi artiste negli impieghi di pasticceria. Ad
esempio a Caldarola (Macerata), nel monastero delle cano-
nichesse regolari lateranensi, è conservato un “Registrino”
con annotazioni che dal Settecento arrivano fino a metà No-
vecento, con ricette di firma diversa: ed appunto un piccolo
ANTICHE ARTI DI CIOCCOLATA NEI MONASTERI DELLE MARCHE
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16 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
capolavoro di sapiente arte applicata sono le “Paste di cioc-
colata dipinte”, preparate con mandorle e cioccolata e profu-
mate con cannella e chiodi di garofano, modellate a “picco-
li rulli che si spianano leggermente e si tagliano a forma di
rombi; poi con le mani si stringono per renderli simili ai re e
alle regine delle carte da gioco”, ed infine “dipinte” con una
glassa di zucchero ed albume a “disegni sottili”. Nel mona-
stero benedettino di Santa Maria delle Rose a Sant’Angelo
in Pontano (Macerata), è conservato un foglio molto grande
con “diverse memorie per fare le paste”, tra cui le spume co-
lorate, meringhe “in forma di noce” realizzate in colori diversi
anche mediante l’aggiunta di cioccolata. La qualità colorante
del cacao era decisamente conosciuta dalle suore maestre, al
tempo stesso artiste e pasticciere: ad Offida nel monastero
benedettino di San Marco è conservato un quadernetto (che
la trascrittrice definisce “senza tempo”) dove si illustra una
ricetta per crema gelata (“con della neve o anche con dell’ac-
qua fredda in un luogo ben fresco”), che “se si vuol fare di due
colori, si fa disciogliere con del latte e cuocere a fuoco giusto
un po’ di cioccolata, e quando è ben ristretta e ridotta a cre-
ma, si versa sopra l’altra e così verrà più di figura”.
Probabilmente i conventi sono stati anche veicolo di cono-
scenza e di prima timida diffusione della cioccolata per i ceti
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17Imprese ANCONA
più bassi, poiché i contadini erano chiamati a fare i grossi la-
vori nei terreni dei monasteri, mentre donne e bambine del
popolo erano spesso impegnate ad aiutare le consorelle nelle
faccende e quindi ad esserne anche ammaestrate nei segreti
di squisite arti femminili.
Pietro Giarrè, Cosimo III a pranzo con i certosini, refettorio Certosa di Calci, XVIII sec.
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18 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ue mondi apparentemente lontani: la sinfonia di gusto ed
aroma di fronte ad una tazza, una tavoletta, un dolce e l’ar-
monia di note che dalla traccia scritta del pentagramma vola
in canti, strumenti, sia dal vivo sia tramite supporti che dai
dischi passando per cd e cassette sono tornati ad essere pra-
ticamente aria, grazie ai files digitali. Eppure una traccia, sia
essa il solco di un vinile o una linea melodica, tra cioccolata
e musica si riesce a percorrerla. Ricordando come all’inizio la
musica era fruita da pochi in sala, o meglio in “camera”, si sa
come spesso fosse ascoltata servendo e sorbendo chicchere
di cioccolata.
Poi la musica divenne anche palcoscenico ed azione teatrale,
nacque il melodramma e le opere liriche cominciano a raccon-
tare la società del tempo ed i suoi riti quotidiani: emblemati-
co il dolente e stizzoso canto della servetta Despina, costret-
ta a servir cioccolata e mai a gustarla nel “Così fan tutte”
di Mozart; del medesimo autore si registra un’altra citazione
nel “Don Giovanni”, il quale per i suoi ospiti dice al fido servo
“ordina ch’abbiano cioccolata, caffè, vini, prosciutti”. Sempre
nel ‘700 Giovan Battista Pergolesi musicò “La serva padro-
na”, dove la dolce bevanda è quasi il fulcro della vicenda. Più
recentemente nel 1930 Pietro Mascagni compose “La danza
dei gianduiotti”.
CIOCCOLATA E MUSICA
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19Imprese ANCONA
Molti compositori illustri erano golosi consumatori di cioc-
colato, da Verdi a Rossini, a Spontini, la cui moglie Celeste
Erard ne trascrisse una ricetta in un manoscritto conserva-
to a Jesi. In proposito va anche ricordato l’impresario d’opera
Domenico Barbaglia, secondo tradizione creatore di quella
cioccolata mescolata al caffé chiamata appunto “Barbajata”
e servita nei locali pubblici, e la cui ricetta è descritta anche
nel ricettario del 1854 di Giovanni Vialardi, “aiutante capo-
cuoco e pasticciere delle Loro Maestà Carlo Alberto di Glorio-
sa Memoria e Vittorio Emanuele II re di Sardegna”. In que-
sto trattato è anche descritto
un apparecchio per una serata
danzante, per servire tra l’altro
i “genovesi ghiacciati al ciocco-
lato e decorati con cristallina”,
e le “schiume al cioccolato”, “in
una stanza vicino alla sala da
ballo” con “tavola semicircolare
con tovaglia, guarnita con vasi
di fiori veri o finti, sulla quale si
dispone tutto il necessario per il
servizio del ballo”, e i candelabri
“per una splendida illuminazio-
Alessandro Magnasco, Concerto e laboratorio di monache, coll. privata metà Settecento.
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20 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ne”. Riguardo alla danza Richard Strauss scrisse nel 1922 il
balletto “Schlagobers”, dove i giovani protagonisti entrano in
pasticceria per ordinare cioccolata e panna montata.
Passando alla musica pop ciascuno può ricordare canzoni con
riferimenti più o meno espliciti a questa delizia, ma val la
pena qui di rammentare Ornella Vanoni che cantò la malizio-
sa “Rossetto e cioccolato”, ed anche Giorgia, che non solo ha
intitolato il suo terzo album di studio “Mangio troppa ciocco-
lata”, ma addirittura ha battezzato la sua casa di edizioni “Di-
schi di cioccolata”; un’autentica dolce ossessione, si direbbe.
Pietro Longhi, La cioccolata del mattino, XVIII sec.
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21Imprese ANCONA
olti i letterati appassionati di cioccolata: Goethe chiese in una
lettera alla signora Von Stein di inviargliene cortesemente,
ma la destinataria rispose tempo dopo con ferma gentilezza
che la richiesta non poteva essere soddisfatta, in quanto in
quel periodo (tra 1776 e 1781) la merce in questione era rara
ed oltremodo costosa; e lo stesso scrittore durante il suo
viaggio in Italia ebbe modo di apprezzare anche la cioccolata
a Pesaro. Riguardo ad una gloria marchigiana della lettera-
tura va ricordato come anche Giacomo Leopardi apprezzasse
la cioccolata, come ricorda una sua lettera mandata durante
il suo soggiorno a Pisa nel 1828. Nel secolo scorso nella villa
fiorentina di Gabriele D’Annunzio si poteva notare su un ta-
volino di palissandro un grande vassoio d’argento, con piatti-
ni d’argento pieni di moltissimi cioccolatini, della più svariata
specie.
Nel Settecento le opere teatrali di Carlo Goldoni offrono di-
verse citazioni d’onore alla cioccolata: proprio nella “Bottega
del caffè” Lisaura si vanta con Eugenio della “perfetta” cioc-
colata per cui “s’ingegna la sua serva”, mentre il cavaliere Er-
nold in “Pamela” afferma che: “In Ispagna si beve della cioc-
colata preziosa, anche in Italia quasi comunemente si usa,
ma senza vaniglia, o almeno con pochissima, e, sopra ogni
altra città, Milano ne porta vanto”; ne “La locandiera” invece
CIOCCOLATA LETTERARIA
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22 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
è rimasta una sola cioccolata, e il povero Marchese approfit-
ta immediatamente della rinuncia da parte del misogino.
In pieno ‘800 tra i romanzieri francesi Flaubert, nel suo “Bou-
vard e Pécuchet”, descrive i due protagonisti come ossessio-
nati dalla scienza e dagli imperativi dei trattati di dietetica e
pertanto nella prima colazione rinunciano al cioccolato, “un
insieme di sostanze indigeribili”. Ancora la letteratura fran-
cese ottocentesca offre un’altra citazione grottesca della
cioccolata nel capolavoro di Huysmans “A ritroso” (1884): il
protagonista celebra per un futile motivo una “cena al nero”,
con lugubre arredamento della sala ed il giardino irrealmen-
te cosparso di polvere di carbone (con inchiostro nella vasca
dei pesci, e cespugli camuffati da cipressi), e marce funebri
ad apparecchiare una mensa imbandita con ceri mortuari e
pietanze in tinta fosca, tra cui olive, caviale, salsicce scurissi-
me, tartufi, fino appunto alle “creme ambrate di cioccolato”.
Proust nella sua “Recherche” in un brano decanta le mera-
vigliose colonne di gelato al cioccolato e lampone presso il
Ritz, mentre al ristorante di Rivebelle nota i camerieri recare
abilmente i soufflés al cioccolato.
Un altro notissimo letterato francese, Alexandre Dumas
padre, gourmet raffinato come molti cosmopoliti uomini di
lettere dell’epoca, si cimentò in un dizionario di gastronomia
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23Imprese ANCONA
che venne pubblicato postumo nel 1837, nel quale da erudito
infonde molte nozioni sulla cucina del passato, cimentan-
dosi anche nelle voci dedicate agli alimenti, con spiegazioni
ed interpretazioni anche sulle loro origini etimologiche. Così
scrisse alla voce specifica: “Si ritiene che la parola cioccolato
derivi da due termini della lingua messicana: choco, suono e
rumore, e atle, acqua, in quanto i messicani battono il cacao
nell’acqua per farlo gonfiare”.
Incisione, fine ‘600, frontespizio trattato Dufour.
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24 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
oesia e cioccolato. Anche la composizione letteraria in versi
non è un campo estraneo al delizioso universo del cacao. Tan-
ti i nomi, illustri e non, in questo virtuale repertorio a tema.
Un nome celebre su tutti Pietro Metastasio che in pieno ‘700
scrisse la cantata “La cioccolata”, dedicato alla pastorella Fil-
le. Ugualmente illustre, nell’antologia letteraria italiana del
medesimo secolo, è il nome di Giuseppe Parini, che nei versi
dedicati al “giovin signore” si riferisce spesso alla cioccolata,
prima nel dualismo mattutino con il caffè per la scelta proble-
matica di quale conforto caldo sorbire la mattina (“S’oggi ti
giova / Porgere dolci allo stomaco fomenti, / Sì che con legge
il naturale calore / V’arda temprato, e al digerir ti vaglia, /
Scegli il brun cioccolatte, onde tributo / Ti dà il Guatimelese
e il Caribbèo / Ch’ha di barbare penne avvolto il crine”), poi
nella selezione dei golosi ingredienti dei gelati da assaporare
in serata. Nei meticolosi riferimenti per quel “gel voluttuoso”
l’autore elenca infatti tutti i possibili componenti mescolati
al “molle latte”, con le infinite declinazioni di gusto e sapore,
tra cui oltre alla frutta “raccolta in neve” come “fragola gen-
til”, “il salubre limon”, l’ananas (“Pomo stranier che coronato
usurpa / Loco a i pomi natii”), non mancano appunto “le due
brune / Odorose bevande che pur dianzi / Di scoppiato vulcan
simili al corso / Fumanti ardenti torbide spumose / Inonda-
VERSARE LA CIOCCOLATA ... CIOCCOLATA IN VERSI
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25Imprese ANCONA
van le tazze, ed or congeste / Sono i
rigidi coni a fieder pronte / Di contraria
dolcezza i sensi altrui”.
Ancora nel ‘700 è meno conosciuto,
ma decisamente “gustoso” per il suo
valore di critica alla moda eccessiva e
maniacale della cioccolata, un compo-
nimento satirico di Francesco Arisi, il
quale criticava il consumo maniacale:
“Senza nausea pur non passo / De i ghiottoni qualche setta,
/ Che lasciando l’acqua schietta, / Se lo beon col brodo grasso
/ E mi annoia per mia fé, / chi lo mischia con caffè, / o coll’ac-
qua d’erbe thé”.
Giungendo invece ad inizio ‘900 la penna maliziosa e pun-
gente del cantore dei languori borghesi, Guido Gozzano, sot-
tile censore di tutte le debolezze ostentatorie in società di
questo ceto, non poteva non soffermarsi sulle “Signore che
mangiano le paste”, felicemente dimentiche di ogni altra
apprensione, ed addirittura del pubblico decoro, pur di po-
ter addentare con sommo gustoso piacere le loro leccornie
predilette in pasticceria. Ecco la descrizione di queste soavi
creature colte in goloso flagrante: “L’una senz’abbadare / a
giovane che adocchi / divora in pace. Gli occhi / altra solleva e
pare / sugga in supremo annunzio / non crema o cioccolatte
/ ma superliquefatte / parole del D’Annunzio”. Gola e poesia
vanno appunto di pari passo.
Cioccolatiera spagnola
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26 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
a cioccolata era appunto consumo frequente e ricorrente du-
rante tutta la giornata nelle dimore aristocratiche, e pertan-
to il lavoro dei credenzieri e delle servette era pressoché con-
tinuo. Le case patrizie anconetane erano pertanto dotate di
utensili e corredi da servizio per la preparazione e la mescita
del dolce nettare di pasta di cacao.
Gli inventari notarili che registrano i preziosi corredi di alcune
famiglie nobili del capoluogo dorico ci restituiscono virtual-
mente gli oggetti ed i contesti di questa antica quotidianità
del cioccolato.
Innanzitutto in un angolo della sala di credenza e pasticceria
(nei pressi della cucina) vi era il fornello apposito per la frol-
latura a caldo dei pani di cioccolata: ad esempio nell’inventa-
rio della famiglia Ferretti (1775) ne sono censiti due di ferro,
“uno grande nuovo e l’altro mezzano consunto”, assieme a
cinque “cioccolatiere co’ suoi coperchi, il tutto di rame, una
più grande”.
Riguardo invece alle stoviglie più preziose, da servizio e non
da uso, nell’inventario della famiglia Trionfi (1774) si riscon-
trano:
“Dodici cicchare di cioccolata con suoi piattini di porcellana
bianca di Sassonia indorata a fiori, e nella credenza una cioc-
CORREDI DA CIOCCOLATA NELLE CASE DI NOBILI ANCONETANI
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27Imprese ANCONA
colatiera del peso di libbre 1,8”.
Poiché era consuetudine servire tazze o chicchere di ciocco-
lata in qualunque ora della giornata, anche in ambienti molto
privati ed intimi della casa e dei loro abitanti, nell’inventario
della stessa famiglia persino tra gli oggetti censiti nella “To-
lette nobile” si trovano:
“Quattro piattini centinati per chiccare da cioccolata e da caf-
fè” con relative “Quattro gabbiole per chiccare da cioccolata
per i suddetti piattini” (ossia per tenere ferme incastrate le
chicchere sul piattino) ed infine “quattro chiccare da ciocco-
lata dorate”.
Anche in un’ “altra toletta” sono registrate quattro identiche
chicchere con relativi piattini e tondino ad incastro per tenere
ben saldi e fermi i recipienti sopra i loro supporti.
Queste speciali tazze da cioccolato erano porcellane molto
eleganti delle più raffinate, apprezzate ed esclusive mani-
fatture straniere dell’epoca: ad esempio l’inventario Ferretti
riporta di tazze da cioccolata “in porcellana d’Olanda” (ossia
della celeberrima fabbrica di Delft). Ancora “10 chicare in por-
cellana della China” risultano nella raccolta Mancinforte (in-
ventario del 1743), evidentemente ancora attratta dalle origi-
narie suggestioni delle lucenti e squisite ceramiche orientali
ChocoChocoChoco
28 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
dai lucori e dagli smalti inconfondibili, e per tanto tempo ir-
rangiungibili anche per le più sopraffine botteghe di cerami-
ca europea. Ancora la credenza dei Mancinforte vantava un
servizio di Meissen, di un luminoso e traslucido giallo, con sei
tazzine probabilmente da cioccolata ed il relativo “cuccumo
per il latte”, oltre a tazze di “maioliche di Regno” (ossia del-
le manifatture abruzzesi di Castelli, tra le più diffuse nelle
Marche), ed anche trentatrè “Chicare” qualificate come “por-
cellana delle Indie”, ossia della famossima “Compagnia delle
Indie”.
Arte messicana (sec XVII).Vaso maya, tomba di Rio Azul Guatemala (V sec dc.)
Manifattura cinese, inizio XVIII secolo
Arredo da cioccolata di Maria Leszcynsk,(fine ‘700 inizi ‘800), Sevres.
MarcheMarche2011
29Imprese ANCONA
ome si è detto il credenziere curava anche la forma impecca-
bile ed i decori multiformi che trasformavano i buffet e le ta-
vole apparecchiate in perfetti esemplari di arte applicata: un
esempio eloquente è il modello di mensa imbandita illustrato
da Antonio Nebbia nel suo testo tardosettecentesco “Il cuoco
maceratese”, dove al centro della tavola, ai lati del “dessert”
che costituisce il cuore dell’ornamentazione, in una terrina
viene adagiata una “guglia di cioccolata” ottenuta con uno
stampo particolare, affiancata da un’altra cromaticamente
risaltante “bianca di amandole [mandorle]”, e contrapposta
ad una invece verde di pistacchi.
La moda delle nuove bevande coloniali (cioccolato, caffè ed
anche the) preparate con solerzia dai credenzieri richiedeva
zucchero per edulcorare gli infusi e biscotti e pasticcini ugual-
mente dolci da intingere in questi nettari fumanti.
Pertanto i sontuosi rinfreschi con cioccolata, calda d’inverno
e ghiacciata d’estate, serviti come brevi ristori in occasioni
particolari di ospitalità, si accompagnava ad altre delizie dolci,
leccornie di pasticceria e gelateria, liquori e distillati alcolici
zuccherini.
A Loreto nel 1699 risultano documentati “quattro bacili di
Ciambellette di spuma di Cioccolata” nella lunga lista di pre-
giate leccornie offerte in dono ufficiale alla regina Maria Casi-
FESTE E RICEVIMENTI ANCONETANI TRA FIUMI DI CIOCCOLATA
C
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30 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
mira di Polonia, venuta in visita al santuario lauretano.
Nel giugno 1771 vengono in visita ad Ancona i principi Giu-
stiniani di Roma. A curare la sontuosa accoglienza è il cava-
lier Ferretti, avvalendosi del personale di cucina e credenza
di casa Mancinforte, i quali servono a profusione cioccolata,
caffè di “Levante”, bottiglie di maraschino e rosoli vari, per
i numerosi ristori giornalieri offerti agli ospiti durante il loro
soggiorno.
Quando invece nel 1782, arriva in visita ad Ancona il Papa Pio
VI, il governo cittadino lungo la strada “fece dispensare un
lauto e magnifico rinfresco consistente in mattonelle gelate
di varie sorti, in quantità di paste di credenza, in varij liquori,
e maraschine e tazze di cioccolata”.
Nel buffet offerto nel 1786 all’osteria del Piano (elegante-
mente addobbata per l’occasione) durante il passaggio di
papa Pio VI ad Ancona di ritorno da Loreto si servì un com-
pleto assortimento di squisite dolcezze: per l’occasione il Go-
vernatore imbandì per i convenuti “mattonelle gelate di varie
sorte”, e poi “paste di credenza”, vari liquori, maraschino ed
appunto tazze di cioccolata
Il credenziere della comunità di Ancona, tal Baccio, venne in-
caricato di allestire il ricevimento per le nozze Gallo- Ripanti,
il 30 novembre 1773, come si legge nel diario della famiglia
MarcheMarche2011
31Imprese ANCONA
Gallo: “La sera vi fu conversazione pubblica con rinfreschi di
cioccolata ed acque gelate con una gran tavola in Saka di dol-
ci e confetture ed ogni dama ebbe il suo piattino a parte”.
Giovan Battista Benigni, La famiglia Martelli, 1777.
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32 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
l ‘700 vede il radicarsi di una particolare figura di servitore delle case patrizie più eminenti, ossia il credenziere. Nel tardo Rinascimento con questo termine si indicavano per lo più gli “officiali” domestici deputati al controllo ed alla salvaguardia della credenza, ossia a custodire tutto il corredo da mensa e le stoviglie e suppellettili pregiate o no da tavola; a que-sti servitori altamente qualificati spettava anche il compito
di curare tutte le imbandigioni ed apparecchiature, ed a predisporre eventualmente il servizio di alcuni cibi e anche piatti freddi.Nel Settecento però con il termi-ne di credenziere si identifica per lo più colui che più volte nell’arco della giornata deve trafficare con macchinari e stoviglie ad hoc per servire in occasioni plurime le be-vande calde che sono ormai di as-soluta moda, e che scandiscono le ore delle giornate aristocratiche, ossia la cioccolata, il caffé ed il the.Il credenziere conosceva una serie di accorgimenti per conservare al meglio le provviste, così scrive-
IL CREDENZIERE, CERIMONIEREDOMESTICO DELLA CIOCCOLATA
I
Cioccolataia di Liotard, placca dipinta, Museo delle porcellane di Firenze, sec. XVIII
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33Imprese ANCONA
va ad esempio chi ricopriva questo ruolo presso la marchesa Cassandra Mancinforte d’Aste, moglie del generale delle armi pontificie Sperello Mancinforte Sperelli:“Onde calcolare tutte le spese sì di Credenza che di Dispensa, cioè Zuccaro, caffè, cioccolata, limoni, formaggi, grassi, budi-ni, frutti, liquori che per qualche volta debbono comparire in una tavola nobile, sale, droghe e specialmente la neve che è uno degli articoli significanti in Ancona, vendendosi nei tempi dell’abbondanza un bajocco la libbra”.Un credenziere anconetano, tal Carlo al servizio della famiglia Ferretti, resterà nel tempo come figura di origini umili alle di-pendenze dei capricci nobiliari e del mondo ovattato dell’a-ristocrazia settecentesca. In un poemetto del 1797 di Anto-nio Mondani, si racconta la villeggiatura del conte Liverotto presso la residenza di campagna all’Angelo di Varano. Ebbene tra i versi di questa composizione giocosa si legge la figura di questo servitore, sempre intento a confezionare cioccolata e caffé, ma con un sereno distacco verso queste leccornie si-gnorili da lui assolutamente inviolate, preferendo egli stesso, da buon uomo del popolo, godersi il piacere più schietto del vino:“Stava Carlo credenziereIn un vasto e bel stanzone,che il caffè da ognun chiamavasi;ivi tutte le persone villeggianti se ne vannoed a crocchio alquanto stanno.Chi bevendo il cioccolatochi caffè col latte misto
qualchedun latte purissimo”.
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34 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
lcuni studiosi di psicologia hanno decretato, monitorando
accuratamente tutte le reazioni nervose ed organiche di di-
verse felicissime “cavie”, come i due cibi in grado di registrare
il massimo gradimento e la più elevata gratificazione nell’or-
ganismo (persino spiando le reazioni dei muscoli facciali) sia-
no il gelato ed il cioccolato. Da sempre in effetti uno dei gusti
immancabili del gelato, persino negli assortimenti più risicati
e minimali dei venditori ambulanti e dei caffè di campagna di
molti decenni fa, è appunto il cioccolato.
E’ a partire dal tardo Seicento che, accanto al consolidato
consumo domestico della bevanda calda in tazze, si affer-
mano i servizi di cioccolata anche fredda, per i rinfreschi di
gala dei cerimoniali pubblici e dei sontuosi ricevimenti con-
viviali privati: veniva servita in accompagnamento con gela-
ti, sorbetti ed altre preparazioni e confezioni ghiacciate. Nel
1692 una ricetta di cioccolata gelata si trova nel trattato in
due volumi “Lo scalco alla Moderna” di Antonio Latini, ga-
stronomo e scalco (cerimoniere di conviti) nativo di Collama-
to, vicino Fabriano.
Nel corso del Settecento poi il consumo di gelati, in partico-
lare al cioccolato, conoscerà una vera e propria esplosione,
certificata poi da molti riferimenti letterari (basta pensare
CIOCCOLATA GELATA
A
MarcheMarche2011
35Imprese ANCONA
alle consuetudini del giovin signore descritto da Parini), e na-
scerà quindi una letteratura e trattatistica specifica, come
ad esempio il “De sorbetti” di Filippo Baldini, pubblicato a Na-
poli nel 1784.
In quegli stessi anni nel ricettario di Antonio Nebbia (“Il cuoco
maceratese”) tra le varie leccornie dolci di credenza si leggo-
no istruzioni per comporre mattonelle di gelato, in cioccola-
to ed in caffé: una volta preparati secondo ricetta i sorbetti
alla cioccolata o al caffè, vi si dava maggior corposità amal-
gamandovi quattro tuorli, ed il composto ottenuto andava
pressato in tanti stampi quadrati, per fabbricare appunto
queste “mattonelle” ghiacciate, che potevano anche essere
al profumo di cannella; impiegando invece uno stampo ret-
tangolare, stretto e lungo, ed aggiungendo alla crema gelata
mandorle tostate, pinoli, canditi e pistacchi, si poteva otte-
nere uno stupefacente “torrone” gelato. Le creme di base
per i sorbetti e le composizioni ghiacciate, davano luogo ad
altre trovate bizzarre: con l’aggiunta di altri ingredienti e co-
loranti vivaci, e attraverso stampi particolari, il Nebbia libe-
rava la fantasia in curiose e sorprendenti proposte di gelato,
servendo scherzosamente gnocchi e maccheroni di gelato, o
addirittura confezionando l’ “Anguria gelata”, con i semini in
ChocoChocoChoco
36 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
cioccolato, il bianco della scorza in gelato di mandorle, il rosso
della polpa in conserva d’uva, e la scorza esterna ottenuta
con una verniciatura di caramello colorato con spinaci.
Sempre nelle Marche ricette di gelato al cioccolato si trovano
anche nel ricettario anonimo “Il cuoco perfetto marchigiano”,
stampato a Loreto nel 1891, e ne “La guida in Cucina” di Ce-
sare Tirabasso, pubblicato a Macerata nel 1927.
Litografia di Delpech, Luois Boilly, 1825.
MarcheMarche2011
37Imprese ANCONA
hi potrebbe mai immaginare una qualche relazione tra la
cioccolata e questo animale, “il porco immondo”, bestia da
sempre ricettacolo di insulti e biasimi per comportamenti
discutibili (ma semplicemente istintivi) ma al tempo stesso
considerata fin dall’antichità fonte di prelibatezze. Ebbene
basta prendere il ricettario antico quasi quanto l’Unità d’Ita-
lia (trent’anni in meno), autentico codice delle ricette nazio-
nali, che tutti (o quasi, almeno un tempo) avevano in casa.
Nel ricettario di Pellegrino Artusi tra i dolci segnalati si legge
il “Migliaccio di Romagna”, leccornia rustica familiare fin dal
nome anche alle memorie contadine delle Marche: l’ingre-
diente principale è appunto il sangue di maiale, raccolto in
occasione della macellazione annua che anticamente avve-
niva nelle famiglie ad inizio inverno, e quindi mescolato con
il dolcificante a disposizione, quale miele o sapa (mosto con-
centrato), frutta fresca o secca, canditi, aromi e liquori dolci,
vinsanto, ed anche ed appunto la cioccolata; le testimonianze
raccolte risalenti a decenni fa raccontano come fosse quasi
l’unico momento dell’anno in cui anche le contadine povere
portavano delle uova dal gelataio per ottenere in cambio del
cacao, o anche dal droghiere per rimediare qualche tavoletta.
In effetti nelle versioni registrate nelle tradizioni regionali il
MAIALE E CIOCCOLATO?
C
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38 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
cacao si ritrova ad esempio nel migliaccio di Fermignano, o
nel “frustingo” tipico di Camerino. Anche nel vicino Abruzzo
con il sangue del maiale sgozzato si confeziona una crema al
cioccolato: quando lo scrittore inglese Paul Richardson si im-
batte in questa specialità di Prezza (L’ Aquila) nel corso delle
sue ricerche per un saggio sulla storia delle “ciocco-delizie”
esalta appunto con stupefatto entusiasmo questa scoperta
di porco e cacao, confezionata con sangue, strutto, mandorle
tritate, pangrattato, mosto cotto, scorza di agrumi, ciocco-
lato grattugiato, e vi individua l’antenata della celeberrima
crema spalmabile di nocciole conosciuta e diffusa in tutto il
mondo. In realtà, scendendo il Sud fino alla confinante Cam-
pania, e quindi alla fortissima tradizione di Napoli, questi
dolci di sangue di maiale e cioccolato hanno una tradizione
ben consolidata, documentata fino a oltre due secoli fa: nel
ricettario di fine ‘700 di Vincenzo Corrado, “Il Cuoco Galan-
te”, viene illustrata la ricetta del “sanguinaccio” con “panna
di latte, cioccolata grattata, grasso, cortecce di aranci trite”.
Con il tempo però questa delizia al cioccolato ha perso per
strada l’ oscuro ingrediente suino, mantenendone effimera e
residuale traccia solo nel nome: anche oggi i caffè napoletani
sfoggiano nelle guantiere d’argento i “sanguinacci”, ma que-
MarcheMarche2011
39Imprese ANCONA
sto classico della nobile pasticceria partenopea oramai viene
confezionato senza un goccio del suo ingrediente d’origine
(per molto tempo si specificava “falso sanguinaccio”). Del
resto tra le più famose leccornie al cioccolato un’altra squi-
sitezza porta ancora l’immagine di per sé golosa del maiale,
ed il richiamo inconfondibile ed irresistibile di uno dei suoi
prodotti più ghiotti e succulenti: in quante regioni e case si
prepara quel sontuoso “salame del papa”, o più comunemen-
te chiamato salame di cioccolato? Anche qui il porco è scon-
fitto.
Carlo Magini, Tavola imbandita, fine ‘700, Fondazione Cassa di Risparmio Fano.
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40 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ra ci si imbatte abbastanza di frequente in proposte che ini-
zialmente potevano sembrare stravaganze, come le cioccola-
te al peperoncino, al pepe rosa, o addirittura al sale. In realtà
nel passato abbinamenti del genere, o comunque impieghi
comuni in cucina per il cacao, erano frequenti nelle gastrono-
mie tradizionali del Sudamerica; anche gli antichi ricettari eu-
ropei testimoniano però impieghi particolari o inediti rispetto
agli standard odierni, che tendono convenzionalmente a se-
parare arte dolciaria e cioccolato rispetto alle altre prepara-
zioni di cucina. Fino al Settecento del resto lo zucchero era
impiegato indistintamente, secondo criteri e parametri oggi
inconcepibili, ed il confine labile con il dolce manterrà tracce
ovunque anche nei secoli successivi.
Tra i ricettari manoscritti seicenteschi il testo di Carlo Na-
scia propone una ricetta di leprotti arrostiti con “salsa di
chicolata con zucaro”. Del resto oltre due secoli dopo an-
cora l’Artusi impiegherà la cioccolata per la preparazione di
cacciagione nella ricetta del cinghiale in “dolce-forte”, ed il
medesimo procedimento verrà consigliato anche per la lin-
gua di vitella. Lo stesso Artusi poi nel suo codice propone
una “Torta milanese”, con carne di manzo e cioccolata (oltre
a zucchero, uvetta, pinoli, cedro candito) da lui stesso così
ALTRE STRANEZZE DEL CIOCCOLATO
O
MarcheMarche2011
41Imprese ANCONA
presentata: “Per la stranezza della sua composizione sono
stato a lungo incerto se dovevo farvi conoscere questa tor-
ta, la quale non ha bastanti meriti per figurare in una tavola
signorile e per piatto di famiglia è alquanto costoso. Non è
peraltro da disprezzarsi, e siccome potrebbe anche piacere,
come so che piace a una famiglia di mia conoscenza, che la fa
spesse volte, ve la descrivo”. Ugualmente andando indietro
ad un ricettario trentino manoscritto del Settecento, redat-
to da Don Felice Libera, si ritrova un simile “Bodino di carne
di vitello”, dove la polpa cruda, o anche lessata o arrostita,
viene pestata ed insaporita con mollica, mandorle, cioccolata
grattata, zucchero, cannella, scorze di limone ed un poco di
sale”; in questo testo anche una “Zuppa cioccolatata”, dove il
dolce ingrediente assurge appunto all’inedito onore di avere
un aggettivo o participio per sé, da preparare con zucchero e
cannella ma anche “tanto sale come aveste a salare un uovo
fresco”. In proposito vanno ricordate anche le “uova fritte
alla cioccolata”, del ricettario anonimo “Il Cuoco delle Mar-
che”, stampato a Loreto nel 1864.
Sempre a Loreto circa trent’anni dopo viene pubblicato nel
1891 un altro ricettario anonimo, “Il cuoco perfetto marchi-
giano”, che illustra due ricette davvero particolari e ormai
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42 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
pressoché sparite nella tradizione regionale. I “crostini di
cioccolato” contemplano uno squaglio profumato con “poco
rhum e odore di limone”, versato sui crostini abbrustoliti. Il
“Fritto di cioccolata” consiste nel dorare nello strutto o nel-
l’olio bollente “cucchiajate” di un composto di farina, tuorli,
cioccolata “grattata”, mandorle abbrustolite, zucchero, can-
nella e candito tritato: in pratica è la versione al cioccolato
dei famosi cremini fritti che ancora rendono speciali i pranzi
importanti.
Sue McCartney-Snape, Under Seige, XX sec.
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43Imprese ANCONA
ome si è visto sono molti gli alimenti che riescono a frater-
nizzare o addirittura a coniugarsi molto felicemente con il
cioccolato: il “cibo degli dei” dimostra così di essere molto
“democratico”, e di saper incontrare anche le provviste più
umili. C’è però un solo grandissimo protagonista della mensa
(e della sua cultura ed espressioni) che ha un rapporto deci-
samente difficile con la cioccolata: sentendo i sommelier è
sempre arduo trovare un abbinamento adatto del cacao con
il vino, ed ogni qualvolta viene individuata qualche varietà
che regge il confronto si saluta la nuova acquisizione con l’en-
tusiasmo degno delle grandi scoperte.
Del resto la contrapposizione tra vino e cioccolata parte da
lontano, dagli albori dell’umanità, poiché questa rivalità può
essere fatta risalire al mito, in un dualismo che contrappone
assieme alle due bevande le culle di civiltà agli antipodi tra
Europa ed America, che per millenni ignoravano l’una l’esi-
stenza dell’altra. Per le civiltà precolombiane la pianta del
cacao ed il cioccolato avevano una divinità protettrice con
leggende e miti di fondazione esattamente come è stato per
Greci e Romani con la vite ed vino. Nei due angoli opposti
del pianeta mescite di queste due bevande caratterizzavano
feste rituali e cerimonie di passaggio.
VINO E CIOCCOLATO: STORIA DI UN’ETERNA …RIVALITà
C
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44 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
Negli ambienti signorili italiani la diffusione del cioccolato
non può che infastidire un millenario attaccamento al vino ed
al suo prestigio universale. Francesco Redi, seppure culto-
re del nuovo nettare, scriverà nel 1666 il “Bacco in Toscana”,
dove immagina il dio del vino inferocito contro la moda di una
nuova pozione così molestamente invadente.
Venendo alle Marche del 1797 un poemetto che racconta la
villeggiatura anconetana del conte Liverotto Ferretti dimo-
stra come oltre la ristretta élite aristocratica il vino resisteva
robusto nelle abitudini dei ceti subalterni. Il credenziere di
casa Ferretti, messer Carlo, per quanto intento a preparare
per la colazione mattutina dei suoi signori il caffè e la cioc-
colata caldi disdegna queste bevande raffinate in favore del-
l’altra più conosciuta, tradizionale e plebea. I versi, scritti dal
letterato di casa Antonio Mondaini, ricordano nel tono le ga-
lanterie spassose di Parini o Goldoni, e tratteggiano così ine-
quivocabilmente la figura di questo servitore: “Stava Carlo il
credenziere in un vasto e bel stanzone, che il caffè da ognun
chiamavasi, in tutte le persone i villeggianti se ne vanno e da
crocchia alquanto stanno. Chi bevendo il cioccolato, chi caffè
con latte misto, qualchidun latte purissimo, Carlo poi fu sem-
pre visto, con la solita maniera, bever vin mattina e sera”.
MarcheMarche2011
45Imprese ANCONA
Per tutti i numerosissimi eterni avventori di osterie e cantine
rifornite delle nostre campagne, davvero, nella competizione
del cioccolato contro il vino …non c’era storia.
Frontespizio dal trattato di F. Zeti sull’uso della cioccolata, 1728.
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46 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
a cioccolata è naturalmente tra le protagoniste indiscusse
della pasticceria anche per le sue potenzialità ornamentali,
per la sua plasmabilità che consente sorprendenti perfor-
mances di cioccolatieri in grado di creare sculture e figura-
zioni meravigliose, autentici capolavori di arte applicata. Del
resto uno dei più grandi geni dell’arte conviviale di tutti i
tempi, Antonin Carème, creatore ad inizio Ottecento di spet-
tacolari banchetti ed imbandigioni, sosteneva come l‘arte
dell’architettura avesse come ramo principale la pasticceria.
Per i suoi trionfi da tavola traeva ispirazione dallo studio at-
tento di collezioni di antichi disegni e schizzi di monumenti
antichi e rovine archeologiche; tra i suoi dolci monumentali
(descritti nella raccolta “Le patissier pitoresque”) si possono
citare il “Grande padiglione rustico” (“si deve eseguirlo color
cioccolato al latte; i tetti e il graticolato del piccolo padiglio-
ne devono essere in verde pallido; i drappeggi delle finestre,
d’un rosa tenero, le cui frange saranno bianche, Il ponte deve
essere marmorizzato di bianco e del colore del cioccolato; la
sua arcata deve imitare il mattone; le bordure devono esse-
re bianche”) o la “Cascata di Roma antica”, con un tempio in
miniatura (basamento e cornicione bianchi, colonne e cupo-
la color “celeste cielo”, basi, capitelli, cornice e incoronazione
ARCHITETTURE E SCULTURE DI CIOCCOLATA
L
MarcheMarche2011
47Imprese ANCONA
del cornicione “di un bleu molto delicato”), accanto un ponte
fatto con cioccolato al latte, “con le falde d’acqua di zucchero
filato”, la roccia circostante ricreata con biscotti. Monumen-
tali capolavori di pasticceria sono anche registrati nei roman-
zi francesi ottocenteschi, come la torta di nozze di Emma e
Charles in “Madame Bovary” di Flaubert, un tempio e “una
torre in pasta di savoiardi, circondata da minuscole fortifica-
zioni di angelica, di mandorle, di uva passa, di spicchi di aran-
cia”, mentre “sulla sommità tra rocce e laghi di marmellata
con barchette di gusci di nocciola un amorino si dondolava
appunto in un’altalena di cioccolata sormontata da due boc-
cioli di rosa”.
Ancora a metà Ottocento grandi creatori di pasticceria mo-
numentale si trovano anche in Italia, principalmente nella cit-
tà che può essere definita la capitale della cioccolata nella pe-
nisola. Era infatti torinese Giovanni Vialardi, grande maestro
di cucina alla corte sabauda, che nel suo trattato descrive ad
esempio la realizzazione di un “Padiglione rustico sopra una
gran focaccia di pasta di mandorle”, con vasetti di pasta di
mandorle tinti di cioccolata ricolmi di fiori finti, retti da “ba-
stoni, ringhiere e piedestalli coloriti in cioccolato in specie di
legno ruvido”. Ugualmente torinese era Francesco Chapusot,
ChocoChocoChoco
48 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
che tra i suoi ricettari illustra una “Piramide di pasta genove-
se alle mandorle”, dove quadrelli di pasta genovese (non mol-
to dissimile dal Pan di Spagna) vengono “intrisi in buon latte
di mandorle e archi-
tettati in piramide”,
con l’accortezza di
“segnare le divisioni
delle pietre con “cre-
ma al cioccolatte”, e
poi ricoprire il tutto
con “buona crema
sbattuta alla vaini-
glia, oppure al caffè,
al cioccolatte ecc.”,
e fiancheggiando il
finto edificio egizio
così ottenuto con
una “palma” confe-
zionata in “pasta da
credenza o di man-
dorle tinta di verde
di spinaci”.Insegna di cioccolatieri, XX sec.
MarcheMarche2011
49Imprese ANCONA
otoriamente la frutta è tra le delizie che meglio sposano il
cioccolato: oggi tra i riti conviviali più elegantemente consi-
gliati (e più amati) nei pomeriggi invernali c’è la fonduta di
cioccolato, dove lo squaglio tenuto caldo nel fornelletto cen-
trale è regalmente attorniato a coroncina da ciotole con frut-
ta assortita affettata. Il matrimonio con le pere è glorificato
dai pasticcieri non meno di quello del medesimo frutto con
il formaggio secondo la tradizione contadina dei proverbi;
ugualmente frequenti (specialmente nella gelateria) le nozze
con le fragole, l’incontro con la ciliegia è immortalato in Ger-
mania nella tradizionale Torta della Foresta Nera, apprezzati
gli incontri con i fichi (specialmente secchi), e tra i cioccolatini
storici della tradizione italiana una celeberrima azienda di Pe-
rugia fin dagli anni del Fascismo produsse pralines alla bana-
na, con immagini promozionali che ammiccavano alle nuove
colonie ed alle faccette (guarda caso) nere. Assolutamente
notoria la sorellanza con la frutta secca, in particolare il glo-
rioso sodalizio con la nocciola per gianduia e creme spalmabili
più o meno famose, ma anche con noci e castagne.
Nell’Ottocento il cuoco di casa Savoia Giovanni Vialardi pro-
pone le pesche ripiene, con amaretti pestati, cioccolato grat-
tugiato, uova e zucchero sbattuti, imbiondite al forno e poi
FRUTTA DI CIOCCOLATA
N
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50 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
servite con una rosetta di panna montata. Nella fantasiosa
arte dolciaria le “pesche ripiene” sono anche pomi di pasta
dolce cotti al forno e fritti e poi riempiti con crema o cioccola-
ta, ed infine colorati ad arte con alchermes per rendere l’idea
e la sensazione tattile e visiva delle vellutate sfumature ro-
see di questo frutto di origine persiana (non a caso in molti
dialetti, marchigiano compreso, vengono chiamate ancora
“persici” o “persiche”). Ancor più sorprendenti sono infatti
quelle occasioni in cui la cioccolata si presta come imitatri-
ce della frutta stessa, in creazioni che grazie al virtuosismo
dei pasticcieri propongono copie artificiose di varie qualità di
pomi. E’ il caso, andando indietro nel tardo Settecento, del
maceratese Antonio Nebbia, che nel suo ricettario propone
una finta anguria ghiacciata, con finti semini in cioccolato e la
polpa in gelato rosa internamente e bianco fuori e scorza co-
lorata con verde di spinaci. Ancora più famosa e perpetuata
nel tempo è la versatilità della pasta di cioccolata a prestarsi
ad imitazione non proprio di un frutto, ma bensì di un vege-
tale, o meglio di un fungo, da sempre considerato una delizia
dai gourmet: in effetti se si parla di tartufo a molti viene in
mente anche una prelibatezza di gelateria o di cioccolateria,
del resto anche la polvere di cacao in superficie ben rende
MarcheMarche2011
51Imprese ANCONA
quella suggestione di terrosità inconfondibile. In particolare
tra le tante creazioni in merito si possono ricordare quei “tar-
tufini” realizzati anticamente anche nei conventi, ad esempio
a Rieti (preparati con cioccolata e mandorle tritate con il pro-
fumo di cannella e scorza di limone sminuzzata, e modellati
nella forma un po’ irregolare dei “tartufi che si trovano sotto
terra”), o a Jesi dalle clarisse nel monastero della Santissima
Annunziata, con castagne, nocciole, cioccolata, zucchero, va-
niglia, burro ed un bicchierino di anisetta.
A.Stringa, Natura morta, Modena, XVIII sec.
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52 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
e per decenni il cioccolato era oggetto di malcelata soppor-
tazione da parte di medici e nutrizionisti da un po’ di tempo
c’è finalmente una netta inversione di rotta: non solo tutti
ribadiscono le sue qualità di cibo gratificante, del resto sem-
pre riconosciute, ma lentamente escono studi che riconosco-
no come specialmente il fondente possa essere antidoto per
tutta una serie di patologie (in particolare cardio-circolatorie),
e come a parte alcuni casi possa esserne sempre consentito il
consumo. Ma il carattere di farmaco di quello che non a caso
era chiamato “cibo degli dei” è sempre stato avvertito nel
passato, e molti erano i suoi impieghi con finalità curative.
Già nelle sue origini più remote la cultura medico - terapeu-
tica delle civiltà amerinde aveva riconosciuto altri meriti alla
bacca di cacao: quello di attenuare la stanchezza e di bloccare
la diarrea, mentre la parte grassa del seme, il burro di cacao,
era impiegata come lenitivo ed emolliente in unguenti appli-
cati per curare piaghe, scottature, emorroidi, un “olio color
dell’oro” con eccellenti virtù cicatrizzanti, e protettivo contro
rischi di bruciature ed insolazioni.
Nel suo approdo in Europa naturalmente si registrano episodi
comprensibili di diffidenza sulle sue proprietà: nel dicembre
1693 a Smirne Giovanni Francesco Gemelli Careri offriva della
SALUTE E CIOCCOLATO
S
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53Imprese ANCONA
cioccolata a un aga turco, il quale disgraziatamente si sentì
male, ed accusò l’italiano di avergli dato “qualche licore vele-
noso per farlo impazzire, e perdere l’intendimento”.
Nel ‘700 si arriverà ad una sorta di canonizzazione: nella sua
“Lezione accademica in lode della cioccolata”, il professor
Giuseppe Avanzino la proclama nel 1728 “somma eterna lode
degna”, osservando che i grandi consumatori “non hanno
provato alcun danno”, mentre “per il contrario, fra quelli, che
non l’hanno mai gustata, molti improvvisamente perirono”.
Francesco Leonardi, gastronomo celebre e titolato, deroga
dal suo mero compito di maestro del piacere conviviale e nel
1807 osserva anche: “La Cioccolata riscalda, e nutrisce; ed è
un buon ristorante, proprio per rimettere le forze abbattute,
e per dar vigore. Resiste alla malignità degli umori, fortifica
lo stomaco, il cervello, e le altri parti vitali; raddolcisce le se-
riosità troppo acri, che calano dal cervello sul petto, facilita la
digestione, e abbassa i fumi del vino; ma bisogna guardarsi di
mangiarla in pasta come cibo senza cuocerla con acqua; poi-
ché masticata ed inghiottita colla saliva, cagiona alla lunga
de’ grandi disordini nel nostro corpo”.
Infine alle soglie del ‘900 persino un celebre romanziere
Alexandre Dumas, appassionato ed erudito gourmet, si con-
ChocoChocoChoco
54 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
cede lo sfizio di redigere il suo “ Grande dizionario di cucina”,
e riferendo di una particolare “pasta di cioccolato” con man-
dorle di cacao, vaniglia, cannella, zucchero in polvere ed un
pizzico di ambra grigia la definisce “eccellente e ottima per
ritrovare le forze perdute per spossamento”, annotando che
“i cinesi ne fanno un grande uso e ne trovano un buon gio-
vamento”.
Théophile Alexandre Steinlen,Manifesto pubblicitario 1894.
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55Imprese ANCONA
S pesso si parla della “relazione pericolosa” tra eros e cioccola-
to. In effetti già le più antiche memorie delle civiltà amerinde
confermano un particolare “piccante” del cerimoniale impe-
riale: Montezuma II beveva varie tazze di cioccolato prima di
recarsi a visitare le donne nel suo gineceo, ma l’effetto era
forse ulteriormente garantito dal pepe e dal peperoncino che
aromatizzavano queste mescite preventive.
Passando nel secolo successivo ad un’altra corte europea, la
galante e lussuriosa reggia francese del Re Sole, si sa come
Luigi XIV ne fosse assiduo consumatore, assieme alla sua
amante, la Marchesa di Maintenon. La reggia di Versailles
del resto, con i suoi intrighi e le sue schermaglie, dettati da
mode effimere e ballerine come un minuetto, scandiva le
ore con i piaceri ed i capricci più vari tra appositi cerimoniali;
documento emblematico di quell’atmosfera evanescente e
salottiera è l’epistolario di Madame de Sevigné, che scriveva
questo consiglio: “se non si sente bene, se non ha dormito, il
cioccolato La rimetterà in forze”; alla figlia invece, la mede-
sima dama racconta maliziosamente di Madame de Coetle-
gon, che a furia di farsi servire a letto ogni mattina la tazza
fumante di cioccolata da un sollecito schiavo dalla pelle scura
finì con il partorire un bimbo nero (certamente la causa del-
CIOCCOLATO E SEDUZIONE
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56 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
l’eccessiva pigmentazione del neonato era il cacao…).
Nel secolo della galante dolcezza del vivere si ricordano due
seduttori diventati leggendari ed addirittura idiomatici per
indicare i grandi amatori seriali: Don Giovanni, nell’omonima
opera di Mozart ordina al suo fedele servitore Leporello di
recare in tavola la cioccolata, mentre Casanova lo raccoman-
dava come leccornia ideale per concupire le bellezze brune o
bionde. Venendo a tempi più recenti un grande cultore dei
piaceri dell’alcova era notoriamente Gabriele D’Annunzio, il
più sensuale ed erotico dei poeti italiani del primo Novecen-
to: “Ero fasciato di fuoco questa notte. Rivedevo tutte le tue
attitudini, ripensavo tutte le tue carezze. Ti ricordi quando
ci alzavamo per prendere una tazza di latte? Ti ricordi della
cioccolata che tu volevi tutta per te?”.
Quasi in quegli stessi anni però nasce al tempo stesso la
creazione che in assoluto suggella universalmente il rapporto
tra cioccolato ed eros nell’accezione più romantica, al punto
che qualcuno lo adotta anche come termine di paragone delle
smancerie più stucchevoli e del lirismo da “tanto ad un chilo”.
Una notissima fabbrica di Perugia mette a punto un cioccola-
tino nato strategicamente per reimpiegare i ritagli e gli avan-
zi di pasta di cacao e granella di nocciole: la forma ricorda un
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57Imprese ANCONA
pugno chiuso, e pertanto la prima infelice denominazione è
cazzotto, ma quando l’amante segreto della sua inventrice
decise di ribattezzarlo “bacio” cambiò anche la storia, facen-
dolo diventare dono ideale per innamorati e spasimanti, ri-
tuale irrinunciabile di anniversari e di ogni 14 di febbraio.
J. Harlow, dal film “Pranzo alle 8”, di Cukor, 1933.
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58 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
rrivata dalle nuove colonie americane la cioccolata è entrata in
Europa direttamente e sontuosamente dalla porta principale
dell’aristocrazia, di cui per secoli è stata pressoché un’esclu-
siva assoluta. Fondamentalmente è la presenza nelle ricette
di base degli aromi speziati e dello zucchero, risorse molto
costose in origine, a determinare in primo luogo il carattere
esclusivo di questa bevanda. Dai documenti e dalle fonti del-
l’epoca emerge come il consumo della cioccolata fosse vissu-
to spesso come un compiacimento dei sensi, nell’assapora-
re voluttuosamente l’armonia di gusto ed aroma: il piacere
nel berla non è una questione di mero sostentamento, ma
di piacere da meditazione. La cioccolata si configura quindi
come arte della degustazione, concepita nella confezione
del sapore e del profumo, secondo un codice estetico proprio
anche delle arti del Seicento: infatti nelle molteplici varianti
seicentesche della ricetta si crea spesso la miscela sapien-
te di essenze e sostanze selezionate ad arte, con il corposo
sapore centrale della pasta di cacao abbinata allo zucchero;
nella cioccolatiera si dosavano pertanto altri aromi speziati,
come la vaniglia (ugualmente di provenienza americana), la
cannella, la noce moscata, o altre essenze fruttate, come la
buccia o il succo di arance o limoni, e addirittura di profumi
STORIA IN BREVE DI UNO ... SQUAGLIO
A
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59Imprese ANCONA
floreali.
Il ‘700, “secolo dei lumi”, è poi considerato un periodo d’oro
per una cioccolata che alcuni studiosi definiscono “illumini-
sta”: diventa anche un ingrediente di pasticceria, creando ef-
fetti ornamentali di bicromia, e nei rinfreschi di gala oltre allo
squaglio caldo in tazza è protagonista di gelati, sorbetti ed
altre preparazioni e confezioni ghiacciate.
Durante l’800 l’impiego e quindi la lavorazione della cioccola-
ta nell’arte pasticciera raggiunse un definitivo livello di ma-
turità nelle tecniche esecutive, ormai raffinatissime, e nella
complessità d’esecuzione ormai assolutamente virtuosisti-
ca, grazie anche a metà del secolo all’invenzione del cacao in
polvere da parte del cioccolatiere olandese Van Houten. Ac-
canto alla produzione di cioccolatini e bombons la cioccolate-
ria diventa ormai un’arte squisita, e dai laboratori artigianali
si arriverà gradualmente verso una produzione industriale in
larga scala, ed ormai anche i ceti medi della borghesia diven-
tano consumatori abituali di questa prelibatezza.
Le tavolette di cioccolata diventano ormai sempre più dif-
fuse, considerate un cibo energetico e vitale: nel Novecento
gli eserciti americani ne distribuivano regolarmente razioni ai
soldati e durante la Seconda Guerra Mondiale sono numero-
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60 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
se le memorie di molti bambini dell’epoca, nelle più sperdute
campagne italiane, che testimoniano come siano stati i doni
accidentali di queste scorte da parte dei militari stranieri di
passaggio, a far scoprire per la prima volta questa delizia pri-
ma sconosciuta. La cioccolata entra così anche nei dolci della
tradizione contadina e popolare, e nei ricordi golosi ormai di
tutti quanti, senza distinzione di ordine e classe.
Manifesto pubblicitario Van Houten, inizi ‘800.
Scatola di latta Droste, inizi ‘900
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61Imprese ANCONA
na delle prime apparizioni della cioccolata in un ricettario ita-
liano risulta essere nelle carte manoscritte di Carlo Nascia,
cuoco alla corte parmense dei Farnese sotto Ranuccio II, dal
1659 fino certamente al 1672. La citazione può definirsi uni-
versalmente stuzzicante ed appetitosa a quasi quattro secoli
di distanza: la “Suppa di biscottini alla savoiarda insuppati
di chiocolata”. Ancora, nei ricettari manoscritti di Giuseppe
Lamma (cuoco bolognese attivo nell’inoltrata seconda metà
del Seicento), si ritrova non solo la canonica “Chiecolata per
bevanda”, ma anche le prime dolci preparazioni di pasticceria
attestate, come le “zambelle e le schiumette di ziocolata”.
Per parecchio tempo l’uso della cioccolata rimarrà comunque
confinato principalmente alla preparazione della bevanda
(anche per quanto riguarda i ricettari stranieri). In Italia co-
munque, da sempre terra di grandi arti compresa quella di
imbadir mense, del cucinar fine e della sapiente misticanza di
sapori, si riesce a codificare preparazioni squisite per rendere
la bevanda di cioccolata un manicaretto inarrivabile di ricer-
cati aromi e gusti particolari: Francesco Redi, uomo di lettere
e scienza, primo medico alla corte dei Medici, così scrive sul
proprio orgoglio di insuperabile credenziere toscano: “Vera-
mente in Ispana si manipola il cioccolatte di tutta perfezione:
PRIME RICETTE DI CIOCCOLATA IN ITALIA
U
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62 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ma alla perfezione spagnola è stato à nostri tempi nella cor-
te di Toscana aggiunto un non che di più squisita gentilezza
per la novità degl’ingredienti europei, essendosi trovato il
modo d’introdurvi le scorze fresche de’ cedrati e de’ limonel-
li, e l’odore gentilissimo del gelsomino, che mescolato colla
cannella, colle vaniglie, coll’ambra, e col muschio fa un sentire
stupendo a coloro che di cioccolata si dilettano”.
Il responsabile gourmet delle delizie aromatiche che impre-
ziosivano inconfondibilmente i dolci e profumati nettari di
cacao della squisita manifattura medicea era Lorenzo Maga-
lotti, autentico “credenziere occulto”, selezionatore accorto
ed instancabile procacciatore ed importatore di “confetterie
aromatiche”, per ricette di cioccolate agli agrumi, ai gelso-
mini, “alla Frangipane”, per “pastiglie e cioccolate di fiori”. Di
queste meraviglie lo stesso Francesco Redi si faceva non solo
segreto divulgatore ma anche spedizioniere, come quando
manda una pregiatissima cassetta al padre gesuita Tomma-
so Strozzi con allegata eloquente lettera: “Assaggi un poco
il polviglio del Tonc. Oh di questo certamente io credo che
V. Reverenza non ne abbia mai assaggiato, imperocché è la
nuova moda, e la moda che è solamente di personaggi di alto
affare; ed è polviglio puro, tal quale fu prodotto dalla madre
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63Imprese ANCONA
natura, senza artificio di odore veruno: gliene mando un pic-
colo saggio, perché di questo non ne tocca a tutti i cristiani.
L’accompagno con alcuni altri saggi maggiori di iacinti, di vai-
niglie, di giunchiglie, di mughetti, di ambre, di muschi greci
e di puro del Brasil…
Il cioccolatte di gel-
somini, che in do-
dici bogli le mando,
potrà portarlo per
assaggio de’ suoi
amici a Napoli”.
Encyclopedie, XVIII sec.
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64 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
hi è stato il primo a gustare la cioccolata in territorio mar-
chigiano? Impossibile pronunciarsi. Al momento la più antica
fonte marchigiana sulla cioccolata risulta essere un mano-
scritto tardoseicentesco dell’archivio di casa Bonaccorsi a
Macerata, tra le cui carte è presente una ricetta che viene di-
chiarata come proveniente addirittura dal cuoco segreto del
pontefice già dal titolo:“Presa di cioccolata di D. Bartolomeo
che la fa detta a Nostro Signore”. Vi sono fornite le dosi per
ogni chicchera, con “acqua che pesi quattro o cinque oncie”,
in un giusto dosaggio tra zucchero (mezz’oncia, preferibili le
qualità tipo “fioretto”, o “il zuccaro in pane”) e ingrediente
principale (“ci vuole un’oncia di cioccolata mentre questa non
sij troppo gagliarda né troppo fiacca”). Il modo in cui questa
ricetta è vergata a mano, da un maestro di casa anonimo, la-
scia intendere come la cioccolata fosse ormai assolutamen-
te conosciuta, e anche di consumo abituale in famiglia. Nella
carta se ne parla senza entusiasmo da novità, ma come se
si trattasse appunto di cibo ormai abituale. Il testo casomai
insiste con la giusta enfasi sul vanto di possedere un’esclusi-
va ricetta per la cioccolata, avuta direttamente dalle mani o
dalla voce di questo Mastro Diomede, “coco” segreto di “Sua
Santità”.
LA CIOCCOLATA IN TAZZA, STORIA GOLOSA NELLE MARCHE
C
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65Imprese ANCONA
All’Ottocento risale una piccola raccolta domestica di ricette
manoscritte di cucina, rinvenuta tra le carte di famiglia della
casa di Maiolati di Celeste Erard e del marito Gaspare Sponti-
ni, celeberrimo musicista originario del borgo della Vallesina,
dove soggiornerà con la moglie nell’ultimo tratto della sua
vita. Tra questi fogli sciolti, con ricette scritte a mano con
grafia sicura, vi è anche una ricetta di cioccolata: “Crème au
chocolat rappé” (Crema alla cioccolata grattugiata): “faire
cuire un tasse d’eau pour chaque pot avec un bon morceau
de sucre; bouillir un quart autant de jaun d’oeuf delayé de-
dans qu’il ya de pot, passé au tamis, au bain marie, un quart
d’heure avec un feu leger dessus et dessous“.
Un altro ricettario manoscritto dell’Ottocento di una famiglia
patrizia anconetana (non specificata dal trascrittore, lo stu-
dioso anconetano Vincenzo Pirani) riporta suggerimenti su
come fare diverse portate e conserve dolci, oltre alla partico-
lare ricetta di un “Cioccolatte d’orzo”, dove ormai l’ingredien-
te caratterizzante non consiste più in un panetto o tavoletta
di cioccolata, ma in “cacao” (commercializzato in polvere solo
dagli albori del XIX secolo): oltre ad una dose della pregiata
polvere scura, corrispondente alla spesa di 0, 48 scudi, per
preparare complessivamente dieci libbre di questa austera
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66 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
cioccolata andavano stemperati nel latte di cottura anche un
quantitativo pari a 0,24 scudi di zucchero, oltre a 0,21 scudi
di mandorle tritate, e perfino 0,05 scudi di orzo “di Germa-
nia”. Orzo e cioccolata, una delle tante “amicizie” possibili di
re Cacao.
Tazza trembleuse, Vienna, Paquier, 1730-40.
Chicchera da cioccolata giapponese.
Cristoforo Munari, Natura morta con biscotti e ciambelle, 1714.
67Imprese ANCONA
Le Ricettedi ieri e di oggi
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68 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
rendi cacao abbronzato e ripulito, e stritolato grossolana-
mente libbre 10. Gelsomini freschi sufficienti da mescolare
con detto cacao, facendo strato sopra strato come prima
e così ogni 24 ore e poi si levano e se ne torna a mettere
altrettanti in esso cacao, facendo strato sopra strato come
prima e così ohni 24 ore si mettono gelsomini freschi per
dieci o dodici volte. Poi piglia zucchero bianco buono sciutto
libbre 8. Vainiglia perfetta once III, cannella perfetta once VI.
Ambra grigia scrupoli II [uno scrupolo equivale a un grammo]
e secondo l’arte si fa la cioccolata; avvertendo nel fabbricarla,
che la pietra sia poco calda; ma che l’artefice la lavori e che non
passi quattro o cinque libbre per massa; perché se scaldasse
troppo la pietra, perderebbe la cioccolata il suo odore.
CIOCCOLATA DELLA CORTE MEDICEA,Di Francesco Redi, XVII sec.
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69Imprese ANCONA
onete a inzuppare nel Latte del pane senza crosta, oppure del
pane grattato a discrezione; di poi fate bollire un libretto di
cioccolata, ma che divenghi spessa bene; indi versatela sopra
il suddetto pane, e mescolate ben bene; poscia formate una
pasta né troppo densa, né troppo liquida, aggiungervi otto
uova stemperate ad uno ad uno nella suddetta composizione,
cinque oncie di butirro fresco mescolato prima separatamente
entro una scodella, cinque oncie di mandorle pestate senza
pelle, zucchero, cannella in polvere, e poco sale; indi ponete
detta pasta in un manipolo prima unto con butirro fresco, e
sopra pane grattato setacciato fino; poscia legate il manipolo
in modo che non abbia tanto campo la pasta da inzupparsi
troppo di acqua; indi mettetelo nell’acqua bollente e salata, e
fatelo bollire per lo spazio di due ore; dopo levatelo dall’acqua,
svolgete la Polenta dal manipolo, e mettetela nel piatto, che
servir deve per portarla in Tavola; poscia versatevi entro, cioè
intorno intorno alla detta Polenta un brodo ossi (sic) rosada
fatta nel modo seguente: mettete in una padella d’ottone
sopra il fuoco delle uova sbattute, zucchero, e Latte, e ciò
mescolate continuamente con un minestrino di legno sino
che questo resta verniciato di detta rosada; ma state ben
attento che non bolla, e quando comincia a divenir spessa,
levatela allora dal fuoco, e versatela nel piatto nel modo
sopradetto; e poi servitela calda in Tavola.
POLENTA NERA COTTA NEL MANIPOLODal ricettario di Don Felice Libera, prima metà ‘700, Trentino
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70 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
atte le lasagne, prendete una cazzeruola, poneteci quattro
rossi di uova sbattuti, un bicchiero di latte, e raschiateci un
panetto di cioccolata di tre oncie, ponetela al fornello, fatela
stringere, e stretta conditeci le lasagne, e mandatele ecc.
LASAGNE CON CIOCCOLATA Da “Il cuoco maceratese” di Antonio Nebbia, (Macerata, 1784)
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71Imprese ANCONA
er disciogliere la Cioccolata ponetene mezza libbra tagliata
in minuti pezzi dentro una Cioccolatiera, con quattro
chicchere d’acqua comune fredda, ed un quarto di chicchera
di più: fatela bollire sopra un fornelletto, come si costuma da
tutti, o sopra un fuoco di carbone: osservando che bollendo
non versi fuori dalla cioccolatiera, il che spesso accade per
inavvertenza. Prima che alzi il primo bollo frullatela col
molinello, ciò che replicherete più volte, finché bollendo,
dopo pochi minuti sarà cotta, frullatela allora nuovamente,
e versatene poca per volta in quattro chicchere che terrete
calde vicino al fuoco. Quando saranno piene gli passerete
sopra la pala rovente, senza però toccare la Cioccolata, e la
servirete subito sopra un cabaré, o schifetto, unitamente a
quattro bicchieri d’acqua fresca, o in neve, o limonea gelata,
o sciolta, e biscotti, o biscottini, o pane di spagna, o crostini
di pane abbrustoliti; ma si preferisce ordinariamente il pane
da quelli, che vogliono sentire il vero sapore della Cioccolata.
CIOCCOLATA CALDADal ricettario di Francesco Leonardi, “L’Apicio moderno ossia l’Arte del Credenziere” (Roma, 1807)
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72 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
i dovrà cuocere bene a lesso il Bacalà di poi si farà una
copertura con amandole dolci bianche, ed un odore delle
amare con un poco di Zuccaro, e Cannella ed un poco di
Cannella ed alquanto pane grattato passato per setaccio.
Questa composizione si metterà a fuoco, e si farà bollire per
una mezz’ora, di poi si metterà sopra il baccalà.
Volendolo fare di diverse sorte, dopo ben lessato il baccalà
si prenderà un poco di mustacciolo ben pesto passato per
setaccio ed un poco di cioccolata ed un poco di amandole
abbrustolite ben peste, si metterà al fuoco meschiandolo
quasi per un quarto d’ora, e si metterà sopra il baccalà.
BACCALà IN DIVERSE MANIEREDal ricettario manoscritto ottocentesco delle clarisse del monastero di Santa Maria Maddalena a Serra de’ Conti
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73Imprese ANCONA
i prende il pane vi si fanno dei quadretti, si sbruzzano con
aceto, e poi infarinati si friggono con olio facendoli diventare
rossi. Si prende un poco di Rosolio con un poco di amandole
negre ben peste con una piccola quantità di sugo di limone,
oppure grattatura di limone, ed un tantino di cioccolata, e
meschiate bene queste cose si stendono sopra i crostini.
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CROSTINI DI MAGRO DI DIVERSE QUALITàDal ricettario manoscritto ottocentesco delle clarisse del monastero di Santa Maria Maddalena a Serra de’ Conti
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74 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
rendete sette rossi d’Ovo, tre oncie di Zuccaro, due oncie
d’amido, e limone raspato, si mette il tutto in una cazzarola,
si sbatte la detta composizione, e quando è bene sbattuta
si scioglie con una foglietta di latte, si mischia pian piano
fino che sia ben unita, e poi si pone al fornello con fuoco non
tanto gagliardo, si mescola sempre fin tanto che non sia ben
fitta, e poi si minestra.
Si prende Ova, Zuccaro, ed Ammido come sopra, si dà
una chiccara di Cioccolata di due oncie, si pone la detta
cioccolata nella foglietta, si termina ed empire con il latte e
si fa in tutto come l’altra.
CREMA DI LIMONE E CREMA DI CIOCCOLATA
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75Imprese ANCONA
ettete in una casseruola quattro tavolette di cioccolato
con pochissima acqua, fate fondere a fuoco molto dolce.
Unite quattro grandi cucchiai di zucchero in polvere, una
mezza libbra di buon burro, quattro rossi d’uovo, mescolate
accuratamente. Lasciate raffreddare. Avrete così ottenuto
una pasta omogenea. Montate i bianchi a neve e incorporateli
alla pasta mescolando.
MAIONESE DI CIOCCOLATODa Toulouse Lautrec. Ricettario di fine ‘800
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76 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ettatela a pezzetti nella cioccolatiera con l’acqua suddetta
e quando comincia ad esser calda rimuovetela onde non si
attacchi e si sciolga bene. Appena alzato il bollore ritiratela
dal fuoco e per cinque minuti frullatela. Poi fate che alzi di
nuovo il bollore e servitela.
CIOCCOLATA CALDADal ricettario di Pellegrino Artusi, “La scienza in cucinae l’arte di mangiar bene” (Firenze, 1891)
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77Imprese ANCONA
S upposto che il pezzo sia di un chilogrammo all’incirca, eccovi
le proporzioni del condimento. Fate un battuto con mezza
cipolla, la metà di una grossa carota, due costole di sedano
bianco lunghe un palmo, un pizzico di prezzemolo e grammi
30 di prosciutto grasso e magro. Tritatelo fine colla lunetta e
ponetelo in una cazzeruola con olio, sale, pepe sotto al cignale
per cuocerlo in pari tempo. Quando il pezzo ha preso colore
da tutte le parti, scolate buona parte dell’unto, spargetegli
sopra un pizzico di farina e tiratelo a cottura con acqua calda
versata di quando in quando. Preparate intanto il dolce-forte
in un bicchiere coi seguenti ingredienti e gettatelo nella
cazzeruola; ma prima passate il sugo.
Uva passolina, grammi 40
Cioccolata, grammi 30
Pinoli, grammi 30
Candito a pezzetti, grammi 20
Zucchero, grammi 50
Aceto quanto basta; ma di questo mettetene poco, perché
avete tempo di aggiungerlo dopo. Prima di portarlo in tavola
fatelo bollire ancora onde il condimento si incorpori, anzi
debbo dirvi che il dolce-forte viene meglio se fatto un giorno
per l’altro. Se lo amate più semplice componete il dolce-
forte di zucchero e aceto soltanto. Nello stesso modo potete
cucinare la lepre.
CINGHIALE DOLCE-FORTEDal ricettario di Pellegrino Artusi, “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” (Firenze, 1891)
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78 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
i fa una pasta con la farina, i tuorli d’uovo, la cioccolata
grattata e le mandorle abbrustolite, ben peste. Si condisce
questa pasta con lo zuccaio, la cannella pesta e il candido
tritato. Dopo, mescolate il tutto e ottenuta una pasta
piuttosto lenta, si fa cuocere, poi si fa freddare, e si frigge a
piccole cucchiajate.
FRITTO DI CIOCCOLATADal “Cuoco perfetto marchigiano” , anonimo(Loreto, 1891)
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79Imprese ANCONA
er un litro di sangue di maiale sono necessari 100 gr. di farina,
500 g. di zucchero, 300 g. di cioccolato, 50 g. di burro, un
litro di latte. Si amalgama il tutto e si cuoce la crema, e tolta
dal fuoco si aggiunge l’aroma di un liquore, “possibilmente
Strega”.
Nel medesimo documento è trascritta una simile ricetta
di “Sanguinaccio all’uso di Montecassino”, dove assieme al
sangue, allo zucchero, ad una crema senza uova colorata con
cioccolata, si aggiunge la sugna, l’aroma di cannella, scorza
di limone ed arancio e scorzette candite, pinoli, guarnendo
infine il tutto con due “fettine di Pan di Spagna”.
CREMA DI SANGUE(Tratto dal manoscritto “Cucina monastica casalinga.
Sobria ma distinta nelle feste e solennità di tutto l’anno”,
quadernetto compilato “ad uso dei monaci cucinieri” lungo
diverse ed indecifrabili epoche, conservato nell’abbazia di
Montecassino e salvatosi dai devastanti bombardamenti
del 1944)
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80 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ova n. 4 – Zucchero 6 cucchiai – Latte mezzo litro – Due
cucchiai di cioccolato dolce – Caffè puro mezzo bicchiere.
Modo di eseguirlo ovvero di confezionarlo. Battere bene le
uova con 4 cucchiai di zucchero, unirvi il latte freddo e poi il
caffè e la cioccolata. Far caramellare due cucchiai di zucchero
per far la camicia allo stampo, versarvi il composto e cuocere
a bagno maria per una trentina di minuti circa.
DOLCE DI SAN BERNARDO(ricetta tratta da un quadernetto manoscritto datato 1959, conservato nel monastero benedettino di Santa Sperandia di Cingoli, Macerata).
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81Imprese ANCONA
i mescolano in modo omogeneo 600 g. di zucchero con 200
g. di cacao, con 80 gr. di fecola, stemperandoli in 2, 5 litri di
latte e 2,5 litri di acqua, profumando con una o due cartine
di vaniglia ed un po’ di rum e rosolio; si cuoce il tutto a fuoco
dolce.
SQUAGLIO DI CIOCCOLATA DELLE CLARISSE DELLA SANTISSIMA ANNUNZIATA(ricetta raccolta negli anni ’70 del Novecento presso le clarisse della Santissima Annunziata di Jesi)
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82 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
bucciare un chilo di castagne e lessarle, ridurle in pasta.
Farla raffreddare ed aggiungere due etti di cioccolata
grattugiata, 12 cucchiaini di zucchero, vaniglia, un bicchierino
di anisetta e 50 gr. di burro, ed una dozzina di nocciole
tritate. Fare delle pallottoline e ripassarle in un trito
finissimo di nocciole e cioccolata.
TARTUFINI(ricetta raccolta negli anni ’70 del Novecento presso le clarisse della Santissima Annunziata di Jesi)
S
MarcheMarche2011
83Imprese ANCONA
ortare 330 g. di riso a metà cottura, poi scolarlo e metterlo
in un recipiente cupo. Sbattere 7 uova con 330 g. di
zucchero, aggiungere un pizzico di sale, poi versarvi un
litro di latte, ed unirvi infine 50 g. di mandorle sbucciate
e tritate, un bel pizzico di cannella, la buccia grattugiata
di un limone, un bicchierino di rhum, cucchiai a piacere di
cacao. Quindi incorporare il tutto al riso, mescolando bene
e se il gusto non fosse dolce abbastanza, aggiungere altro
zucchero a piacere. Ungere nel frattempo una padella e
mettervi anche un poco di pangrattato, versarvi il composto
e infornare. Quando è cotto tagliare a piccoli rombi e servire.
BOSTRENGO(Ricetta contemporanea raccolta presso il monastero benedettino di San Pietro di Cagli, Pesaro e Urbino)
P
ChocoChocoChoco
84 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ontate il burro con lo zucchero semolato finché diventa
gonfio e spumoso, quindi incorporatevi un uovo alla volta,
aspettando che il primo sia ben amalgamato prima di
aggiungere il secondo.
Setacciate la farina con il lievito e aggiungetela al composto
poco alla volta; unitevi poi le carote grattugiate, le mandorle
tritate e il cioccolato fondente grattugiato.
Versate l’impasto in una teglia da torta rivestita di carta da
forno e infornate a 180° C per 45 minuti.
Togliete la torta dal forno e servitela cospargendola di
zucchero a velo.
Ingredienti:
farina 100 g. / zucchero semolato 100 g / 4 uova / burro 130 g
/ cioccolato fondente 100 g/ 4-5 carote / mandorle tritate 100
g / lievito in polvere 1 cucchiaio / zucchero a velo.
TORTA ALLE CAROTE E CIOCCOLATO
M
MarcheMarche2011
85Imprese ANCONA
avorate il burro ammorbidito con lo zucchero finché non
otterrete un composto cremoso.
Incorporatevi un uovo alla volta aspettando che il primo sia
ben amalgamato prima di aggiungere il successivo.
Unitevi poco alla volta la farina setacciata con due cucchiai di
lievito e un pizzico di sale.
Mescolate bene e incorporate il cioccolato al latte grattugiato
e la farina di cocco.
Aromatizzate con la scorza d’arancia grattugiata e versate il
composto in una tortiera.
Infornate a 180° C per 45 minuti.
Servite versando sul dolce della salsa al cioccolato cospar-
gendo con del cocco grattugiato.
Ingredienti:
farina 230 g / farina di cocco 80 g / zucchero 2 cucchiai
/ zucchero a velo 200 g / 4 uova / burro 250 g / cioccolato
al latte 70 g / scorza di ½ arancia / lievito / sale / salsa al
cioccolato / cocco grattugiato.
TORTA COCCO E CIOCCOLATO AL LATTE
L
ChocoChocoChoco
86 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
battete le uova con lo zucchero finché non otterrete una
crema soffice e spumosa.
Incorporatevi quindi lo yogurt e unitevi poco alla volta la
scorza di limone grattugiata e la farina setacciata con il cacao
e il lievito.
Aggiungete l’olio e il rum e versate l’impasto in una tortiera
imburrata.
Infornate a 180° C per 40 minuti.
Mescolate bene la maizena con 180 ml di acqua, in modo da
ottenere una pasta omogenea.
Portate a bollore in una casseruola la pasta di maizena
con il succo d’arancia finché gli ingredienti non si sono ben
amalgamati. Spolverizzate la torta con lo zucchero a velo e
servitela accompagnandola con la salsa all’arancia calda.
Ingredienti:
farina 170 g / zucchero 80 g / 3 uova / burro 20 g / yogurt
naturale 120 g / cacao amaro 50 g / olio extravergine d’oliva 3
cucchiai / rum 1 bicchiere / scorza di 1 limone /lievito in polvere
1 bustina / per la salsa all’arancia: succo d’arancia fresco 300
ml / maizena 2 cucchiaini.
TORTA ALLO YOGURT E CACAO AMARO
S
MarcheMarche2011
87Imprese ANCONA
S ciogliete il cioccolato a bagnomaria insieme al peperoncino;
poi aggiungete il burro spezzettato.
Fuori dal fuoco eliminate il peperoncino, quindi amalgamatevi
lo zucchero a velo e i tuorli, uno dopo l’altro.
Montate le chiare a neve e incorporatele facendo dei tagli a
croce con una spatola di gomma; in questo modo eviterete di
smontarle.
Rovesciate l’impasto in una tortiera di 22 cm di diametro
imburrata e infornate a 180° C per circa 25 minuti.
Servite il fondente di cioccolato spolverizzato di cacao amaro,
accompagnandolo con una crema inglese.
Ingredienti:
cioccolato fondente da copertura 350 g / zucchero a velo 110
g / 5 uova / burro 250 g / peperoncino fresco 1 pezzetto /
per guarnire: cacao amaro 80 g / per accompagnare : crema
inglese.
FONDENTE AL PEPERONCINO
ChocoChocoChoco
88 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ettete le castagne in una casseruola, copritele con il latte e
lasciatele cuocere finché non diventeranno morbide.
Fate sciogliere il cioccolato a bagnomaria.
Fate caramellare lo zucchero con pochissima acqua, quindi
aggiungetevi la panna. Mettete in una ciotola le castagne
ammorbidite, il cioccolato fuso, il caramello, lo sciroppo
d’acero, un uovo sbattuto, il burro ammorbidito a temperatura
ambiente e i gherigli di noce tritati. Amalgamate il tutto e
mettete a raffreddare in frigorifero.
Stendete la pasta frolla allo spessore di 3 mm, tenetene una
parte per le striscioline e con il resto foderate uno stampo
da crostate di 30 cm di diametro. Farcite con la crema di
castagne e coprite con le striscioline di pasta. Pennellate la
crostata con un uovo sbattuto e infornate a 200° C per 25
minuti.
Abbassate il forno a 180° C e lasciate cuocere ancora per
mezz’ora. Togliete dal forno, fate raffreddare, togliete
la crostata dallo stampo e decoratela con delle foglie di
cioccolato.
Ingredienti: per la base: pasta frolla / per la crema: castagne
sbollentate e sbucciate 300 g / zucchero 200 g / gherigli di
noce 100 g / cioccolato fondente 100 g / sciroppo d’acero 100 g
/ panna fresca 1dl / burro 30 g / 2 uova / latte / per guarnire:
foglie di cioccolato.
CROSTATA DI CASTAGNE E CIOCCOLATO
M
MarcheMarche2011
89Imprese ANCONA
escolate la farina con le mandorle tritate e lo zucchero.
Incorporatevi il burro ammorbidito e spezzettato, lavorate
l’impasto e aggiungetevi l’uovo sbattuto, allungando con
acqua fino ad ottenere un composto sodo.
Formate una palla, avvolgetela nella pellicola e fatela
raffreddare in frigorifero per mezz’ora.
Stendete la pasta con un matterello e foderate uno stampo da
crostata di 26 cm. Bucherellate con una forchetta il fondo della
pasta, copritela con carta da forno e fagioli secchi e infornate
a 200° C per 10 minuti; togliete la carta e i fagioli e infornate
di nuovo per 6 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare. Fate
fondere il cioccolato con il burro a bagnomaria.
In una ciotola montate le uova con lo zucchero, quindi unite
la farina setacciata, il cioccolato fuso raffreddato, la panna e
il rum.
Riempite la base con la crema al cioccolato e infornate a 180°
C per 15 minuti. Togliete dal forno, fate raffreddare, quindi
spolverizzate abbondantemente con il cacao in polvere e
decorate con il cioccolato.
Ingredienti: per la base: farina 200 g / zucchero 40 g / burro 150
g / 1 uovo / mandorle 80 g / per la farcia: cioccolato fondente
150 g / farina 2 cucchiai / zucchero 130 g / 2 uova / burro 80 g
/ panna fresca 4 cucchiai / rum 1 cucchiaio e ½ / per guarnire:
cacao in polvere.
CROSTATA CIOCCOLATO E RUM
M
ChocoChocoChoco
90 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
battete le uova con lo zucchero e un pizzico di sale.
Incorporate poco alla volta la farina setacciata con la vanillina
e i pistacchi pelati e tritati.
Imburrate 3 placche da forno uguali e foderatele con la carta
da forno imburrata e spolverizzata di farina.
Dividete la pasta in 3 parti e stendetela sulle placche.
Infornate ciascuna placca a 180° C per 12 minuti, quindi
lasciate raffreddare.
Fate fondere il cioccolato a bagnomaria, lasciatelo raffreddare,
poi mescolatelo alla panna montata.
Mettete 4 cucchiai di farcia in una tasca da pasticciere, quindi
spalmate il resto su 2 strati di pasta.
Sovrapponete i 2 strati, coprite con il terzo e livellate bene i
bordi.
Decorate la superficie con la crema al cioccolato spremuta
dalla tasca e con dei pistacchi.
Ingredienti:
per la base: farina 120 g / zucchero 120 g / pistacchi 120 g /
3 uova / sale / vanillina / per la farcia e per guarnire: panna
fresca 5 dl / cioccolato fondente 320 g / pistacchi.
TORTA CIOCCOLATO E PISTACCHI
S
MarcheMarche2011
91Imprese ANCONA
avorate il burro con lo zucchero a velo e il cioccolato
grattugiato. Incorporatevi i tuorli, quindi la farina setacciata
e un pizzico di sale. Fate una palla, copritela e fatela riposare
in frigorifero per mezz’ora.
Stendete la pasta, disponetela negli stampi da crostatina
foderando il fondo e i bordi e cospargete ciascun dolcetto con
un cucchiaio di marmellata.
Mettete in frigorifero.
Per la farcia, fate sciogliere il cioccolato con il burro a
bagnomaria e incorporatevi i tuorli.
Montate gli albumi a neve con lo zucchero e aggiungeteli
poco a poco al cioccolato.
Versate la crema al cioccolato sulle crostatine e infornate a
180° C per 25 minuti.
Servitele calde accompagnate da una salsa al cioccolato.
Ingredienti:
per la base: cioccolato fondente 60 g / farina 180 g / zucchero
a velo 60 g / 2 tuorli / burro 100 g / sale / marmellata d’arancia
/ per la farcia: cioccolato fondente 250 g / zucchero 100 g / 4
tuorli / 8 albumi / burro 100 g / per accompagnare: salsa al
cioccolato.
CROSTATINE CALDE AL CIOCCOLATO
L
92 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
93Imprese ANCONA
Il Decennale
a cura di Paola Mengarelli
ChocoChocoChoco
94 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
CHOCO MARCHE FESTEGGIA DIECI ANNI
hoco Marche rappresenta da 10 anni un appuntamento con
il gusto, una vetrina di eccellenze. La manifestazione è
cresciuta nel corso degli anni e si conferma come una “dolce”
ricorrenza. Una rassegna curata e portata avanti dalla
Confartigianato Provinciale di Ancona, in collaborazione con
Camera di Commercio e Comune di Ancona, che già al suo
debutto nel 2001 ha subito dimostrato grande potenzialità
e nel corso del tempo ha ottenuto consenso e interesse fino
a divenire un evento di punta, il più grande nelle Marche
dedicato al cioccolato, rinomato su scala nazionale.
Choco Marche porta in piazza il meglio della produzione
locale e non solo e celebra uno degli alimenti più prelibati: il
cioccolato, in tutte le sue forme. Choco Marche è la vetrina
del “cioccolato puro”, artigianale e sano. I maestri cioccolatieri
che espongono e propongono all’assaggio del pubblico le
proprie bontà provengono da tutta la Regione e oltre; sono
gli artigiani che da anni, da generazioni lavorano i dolci e
sanno opportunamente mescolare la genuinità del prodotto
all’innovazione delle forme. Questa è la chiave del successo
di Choco Marche.
Confartigianato da sempre ha collocato Choco Marche nel
cuore di Ancona, prima in Piazza del Papa, poi in Piazza
C
MarcheMarche2011
95Imprese ANCONA
Pertini, per valorizzare la città, per caratterizzarla con un
evento ricercato, elegante e di alta qualità.
Alle bontà di cioccolato si accompagnano dimostrazioni
di abilità degli chef, tavole rotonde di approfondimento
sull’alimentazione e il gusto, incontri con esperti nutrizionisti,
ospiti illustri, momenti di musica e intrattenimento, concorsi
di pittura. Inoltre, è consuetudine dar vita ogni anno ad
“un gemellaggio di gusto e di gusti” con un’altra regione.
Le delegazioni di maestri cioccolatieri e chef delle differenti
regioni italiane propongono un laboratorio del gusto, “Sapori
e tradizioni a confronto” con prodotti e ricette del loro luogo
d’origine: per il decimo anno è la volta dell’Emilia. La via per
incrementare l’afflusso turistico anche nei mesi autunnali e
invernali passa per la promozione dei prodotti locali: Choco
Marche non manca di richiamare visitatori da tutte le Marche
e porta in piazza pubblico, estimatori, curiosi, “ semplici”
appassionati.
La Confartigianato soddisfatta dei risultati fino a oggi
conseguiti da Choco Marche celebra i 10 anni di successo di
questa maratona del gusto e intende continuare su questa
strada.
ChocoChocoChoco
96 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
iuscitissima la manifestazione di Piazza del Papa ad Ancona
Nata quasi per gioco, da un’idea di Alessandro Pasquini,
e realizzata grazie all’impegno di Claudio Maria Latini
responsabile degli alimentaristi, la manifestazione della
Confartigianato dedicata al cioccolato è andata al di là di ogni
più rosea previsione ottenendo incondizionati consensi. Un
plauso ai soci fondatori della manifestazione: i pasticceri
Giorgio Cesaroni, Piero Picchio, Franco Maggi e Alessandro
Pasquini. Tre giorni intensi (dal 29 novembre al 1° dicembre)
con unico protagonista il cibo degli dei. I 35.000 visitatori che si
sono avvicendati a Piazza del Papa hanno potuto apprezzare
le produzioni dei migliori pasticcieri e cioccolatieri della nostra
realtà. All’interno del grande gazebo attrezzato a laboratorio
hanno potuto ammirare produzioni in diretta di maestri
cioccolatieri, di scultori di verdura, di scultori di cioccolato. Ma
soprattutto hanno potuto assaggiare e degustare prodotti
di altissima qualità. Due apprezzatissime serate hanno
fatto da corollario alla manifestazione: la prima “pesce e
cioccolato” presso il Ristorante Uliassi a Senigallia, la seconda
“Cioccolato, sigari e rhum” ad Ancona. Collateralmente Slow
Food ha attivato interessanti e gradevoli “Laboratori del
I EDIZIONE DI CHOCO MARCHE:UN VERO SUCCESSO!
R
97Imprese ANCONA
Gusto”. Due simpatici concorsi hanno visto protagonisti gli
Istituti Alberghieri e gli appassionati di dolci al cioccolato. Una
iniziativa destinata a migliorare negli anni venturi. Merito
della professionalità dei Pasticceri, dei Maestri artigiani
ospiti e di quanti hanno dato il loro apporto all’iniziativa.
Un apprezzamento alla professionalità dei Maestri artigiani
Danilo Freguja (ambasciatore italiano del cioccolato nel
mondo), Orlando Sgargiante, campione italiano di verdure
scolpite, Leonardo Di Carlo, campione europeo di pasticceria,
ad insegnanti e allievi degli Istituti Alberghieri di Senigallia,
Loreto e Cingoli e dell’Istituto d’Arte Mannucci di Ancona.
ChocoChocoChoco
98 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
n successo confermato
Oltre 40mila visitatori, nove quintali di cioccolato offerto
in degustazione, il livello professionale dei nostri pasticceri,
il fascino delle produzioni “in diretta”, validissime
manifestazioni collaterali hanno decretato un successo
davvero lusinghiero per la seconda edizione di Choco Marche.
Choco Marche si conferma dunque un valido riferimento
per il settore della pasticceria. Soddisfazione è stata
espressa dagli organizzatori e dai “registi” Danilo Freguja,
ambasciatore italiano del cioccolato nel mondo e Alessandro
Pasquini, cioccolatiere di Chiaravalle. Successo anche per
le manifestazioni collaterali che si sono svolte presso i
ristoranti Al Rosso Agontano (“Birra e Cioccolato”), al Fortino
Napoleonico (“Variegato di mare al Cioccolato”) e al bar Plaza.
Gradevole e interessante il “laboratorio” dedicato a cioccolato,
sigari e rhum, e con la partecipazione di Tonino Jacono che
ha presentato la sua produzione di pipe. Apprezzato il Baby
Choco, la ludoteca al cioccolato attrezzata per i bimbi dalla
Cooperativa Gemma. Rallegramenti alla Cioccolateria Picchio
II EDIZIONE: NOVE QUINTALI DI CIOCCOLATO
U
MarcheMarche
99Imprese ANCONA
2003
e alla Cioccolateria Marangoni che si sono
aggiudicate il primo posto (a pari merito) nella
produzione delle “praline per i VIP”.
ChocoChocoChoco
100 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ante le manifestazioni collaterali:
cioccolato, sigari e rhum la più curiosa
Nonostante l’inclemenza del tempo, si è chiusa positivamente
anche la terza edizione di Choco Marche. La manifestazione
ha centrato i tre obiettivi di sempre: promuovere il cioccolato
puro, valorizzare i pasticcieri-cioccolatieri artigiani e
vivacizzare il centro storico di Ancona. Un buon successo
anche per le “manifestazioni collaterali”: la cena-laboratorio
al Finis Africae di Senigallia, la serata “cioccolato, sigari
e rhum” presso l’Enoteca Regionale di Jesi, la mostra del
pittore Claudio Sacchi nell’atrio del Teatro delle Muse. Infine
un simpatico appuntamento in videoconferenza tra Piazza
del Papa e l’ospedale Salesi promosso dall’Ambalt. Un sincero
apprezzamento rivolto a tutti i produttori-espositori che
hanno tenuto alta la qualità della nostra tradizione.
Choco Marche porta ad Ancona tutti i sapori del cacao
proponendo come sempre cioccolato di altissima qualità
opera di artigiani marchigiani ma ci sono anche specialità
della Puglia, della Sardegna, della Sicilia. La manifestazione
“ Choco Marche, evento al ciccolato” riempie piazza Pertini
con gli stand di 16 cioccolatieri che hanno cioccolatini per
III EDIZIONE:AD ANCONA TUTTI I SAPORI DEL CACAO
T
MarcheMarche
101Imprese ANCONA
tutti i gusti, sempre lavorati in maniera rigorosamente
artigianale. Choco Marche ogni anno riesce a richiamare
migliaia di visitatori e permette di accendere i riflettori sulle
tipicità, introducendo il visitatore nel profumato mondo del
cioccolato.
2004
ChocoChocoChoco
102 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
a manifestazione si trasferisce in Piazza Pertini
Dice un autorevole pasticciere: “Quando parli di cioccolato, il
successo è assicurato”. E’ certamente vero; ed è tanto più vero
per Choco Marche. La manifestazione ha superato in bellezza
anche la IV edizione. Un gruppo di cioccolatieri qualificati e
motivati ha ben retto l’impatto della nuova collocazione
in Piazza Pertini (sicuramente meno scenografica ed
accattivante di Piazza del Papa, ma molto più funzionale
e fruibile). Dunque una conferma dell’eccellenza del nostro
artigianato alimentare. Buono il flusso dei visitatori-
acquirenti. Gradita la performance della Azienda JAXO’
di Tolentino che ha effettuato dimostrazioni in diretta di
visage (trattamenti al viso) al cioccolato. Ben riuscito anche
il tradizionale “laboratorio del gusto” ospitato dal Jolly
Hotel Ancona e vivacizzato dall’intervento culturale di Carla
Guerrini (che ha parlato della fisarmonica nella tradizione
produttiva marchigiana); dal Gruppo musicale Ambaradan di
Castelfidardo; da Alfredo Cartocci e Rosanna Bevilacqua che
hanno recitato poesie in vernacolo e da Paolo Tirini del Club
Amici del Toscano che ha introdotto il tradizionale momento
del “cioccolato, sigari, grappe”.
IV EDIZIONE:CHOCO MARCHE CONFERMA LA SUA VALIDITA’
L
MarcheMarche
103Imprese ANCONA
2005
ChocoChocoChoco
104 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
ecord di aziende e di visitatori per la manifestazione.
“gemellaggio” di sapori con la Sicilia
Tante aziende, tanti visitatori, tanti prodotti di ottima
qualità hanno decretato un successo senza precedenti
per la manifestazione organizzata, come sempre, da
Confartigianato. La pasticceria e il cioccolato continuano
a “tirare” e quindi è gioco forza sostenerli con iniziative di
livello.
E il nostro scopo, insieme alla difesa del “cioccolato purissimo”,
è ovviamente anche quello di promuoverne il consumo. Un
messaggio raccolto, viste le migliaia e migliaia di persone che
hanno affollato la tendo-struttura di Piazza Pertini nella tre
giorni al cioccolato… Sicuramente, una manifestazione ormai
saldamente consolidata, come Choco Marche, per evitare una
ripetizione standardizzata negli anni, ha bisogno di essere
arricchita e integrata con sempre nuove iniziative collaterali,
meglio se culturalmente impegnate. In questa ottica ha dato
un ottimo risultato l’abbinamento con l’artigianato artistico,
l’altra eccellenza della nostra realtà. Dopo il produttore di
pipe Tonino Jacono, dopo le fisarmoniche dei fratelli Guerrini,
l’idea di porre al centro dell’attenzione la carta si è rivelata
V EDIZIONE: UN ANNO DA INCORNICIARE
R
105Imprese ANCONA
assolutamente vincente. Folle di curiosi hanno ammirato
il Maestro Cartaio Sandro Tiberi che, vestito in foggia
medievale, ha prodotto in diretta la famosa “carta a mano”
con antichissime procedure. Gli hanno fatto da degna cornice
la calligrafa amanuense Monica Lasconi, la fumettista e
decoratrice Licinia Tozzi e Lidia Agostinelli, realizzatrice
di packaging e rilegature; ed infine lo stampatore d’arte
Nicola Montanari che ha prodotto sulla stessa carta a mano
ammiratissime “acqueforti”. Gradita e apprezzatissima
anche la “delegazione” di Caltagirone: la Pasticceria Judica, le
ceramiche Navanzino e lo chef Michele Lirosi (presidente del
consorzio turistico GIRONE) che in un originale laboratorio
del gusto ci ha guidato nell’apprezzamento di ingredienti e
ricette caltagironesi.
ChocoChocoChoco
106 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
sapori di Sardegna incantano il pubblico
Choco Marche si è consolidata negli anni diventando davvero
un importante punto di riferimento della cioccolateria
nazionale. Ritornata a Piazza del Papa, la manifestazione ha
ospitato 24 cioccolatieri, 12 dei quali espressione della nostra
realtà; 12 provenienti dal resto d’Italia con una particolare
presenza dei piemontesi, ma anche veneti, emiliani, siciliani e
sardi. A parte il fatto che tra loro c’erano anche due vincitori
di concorsi mondiali di cioccolateria, tutti assolutamente
eccellenti, e tutti di grande presenza. Per “occupare”
positivamente il centro di Ancona, facendo uno sforzo
sinceramente notevole insieme all’Assessorato all’artigianato
e commercio del Comune di Ancona, abbiamo organizzato
una presenza della solidarietà a Piazza Roma e impegnato
Piazza Pertini con una rassegna di artigianato vivo e una
esposizione di fotografie realizzate dal Gruppo Fotografi
Confartigianato. Non secondarie le manifestazioni collaterali:
una cena storica al ristorante Traiano, la tradizionale serata
con cioccolato, sigari, caffè e brandy, un laboratorio del
gusto che ci ha consentito di apprezzare ricette, prodotti e
tradizioni della Sardegna. Non è mancato l’aspetto culturale
VI EDIZIONE: ARTIGIANATO ARTISTICO, CULTURA E SOLIDARIETA’ A COROLLARIO DEL CIBO DEGLI DEI
I
MarcheMarche
107Imprese ANCONA
con le mostre a cura di Tommaso Lucchetti, storico della
gastronomia e dell’arte conviviale (“Stampi e Stampa -
citazioni di cioccolata tra libri antichi e moderni” presso la
Biblioteca Comunale Benincasa; e “La città e la cioccolata,
memorie storiche di una leccornia” ad Ancona presso il Museo
della città; infine “Cioccolata ad arte” percorsi iconografici di
delizie al cacao nel tempo presso la Pinacoteca Podesti). Un
successo annunciato il tradizionale concorso “La torta del
dilettante” che come al solito ha impegnato tante e brave
pasticciere non professioniste e ha richiamato tanta gente
per i tradizionali assaggi.
Idea vincente quella di impegnare piazza Pertini con i mestie-
ri dell’artigianato vivo che ha richiamato folle di curiosi.
2007
ChocoChocoChoco
108 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
olto apprezzato il confronto culinario con il Piemonte e le
tante iniziative collaterali
Si è chiusa con un’ottima affluenza di pubblico la VII
edizione di Choco Marche, organizzata da Confartigianato
in collaborazione con il Comune di Ancona e la Camera di
Commercio svoltasi nei giorni 28/29/30 novembre ad Ancona
in Piazza Pertini. Affollati gli stand dei 21 cioccolatieri artigiani
presenti alla rassegna. “Il maltempo ci ha causato qualche
difficoltà e l’impegno organizzativo è stato gravoso ma
siamo soddisfatti dei risultati” ha commentato il segretario
provinciale Giorgio Cataldi. Si è rivelata vincente la scelta di
allargare la mostra-mercato anche all’artigianato artistico
e alle foto in piazza, grazie alle quali i visitatori avevano la
possibilità di farsi scattare una foto gratuita dai professionisti
dell’obiettivo. Choco Marche è cresciuta come dimensione
e le produzioni presentate dai cioccolatieri rappresentano
delle vere e proprie eccellenze. E il cioccolato come sempre
ha fatto la parte del leone, richiamando curiosi e buongustai.
Anche le iniziative collaterali hanno riscosso positivi consensi.
Un vero successo la cena-laboratorio dedicata ai sapori
piemontesi: lo staff dello chef Claudio Stellini (Presidente
VII EDIZIONE: CIOCCOLATO E ARTIGIANATOARTISTICO, CHOCO MARCHE FA IL PIENO
M
109Imprese ANCONA
dell’Associazione Cuochi piemontese) ha magistralmente
offerto in degustazione i prodotti tradizionali della provincia
del Verbano e del Lago Maggiore.
Ricco il cartellone delle iniziative collaterali, da ricordare
il concorso a premi “La torta della nonna”, il concorso
“Chocopralina” per i maestri cioccolatieri, “Foto in Agorà”
foto d’autore gratuite a opera del Gruppo Fotografi
Confartigianato. Ed inoltre sculture in cioccolato del maestro
artigiano Fabrizio Savi di San Severino Marche e i concerti
con l’Orchestra da camera della Scuola Musicale Pergolesi di
Jesi e “Burro & Salvia”.
ChocoChocoChoco
110 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
l Salento e il laboratorio del gusto: va a ruba “il pasticciot-
to”
Il bel tempo ha favorito un afflusso straordinario di persone.
Positiva e apprezzatissima la presenza dei Pasticcieri Salenti-
ni protagonisti del “gemellaggio” che vede ogni anno coinvolta
una regione diversa. I Pasticcieri di Lecce hanno allestito un
grande laboratorio nel quale hanno prodotto in diretta il
“pasticciotto”, un gradevolissimo prodotto della tradizione
culinaria salentina. Dimostrando capacità organizzative
notevoli i nostri ospiti hanno anche presentato prodotti
dell’artigianato artistico e improvvisato simpatici momenti
di informazione per i presenti alla manifestazione. Gli esercizi
commerciali del centro hanno acquistato cioccolatini che poi
sono stati offerti ai rispettivi avventori: un modo originale e
simpatico di coinvolgere tutti gli attori economici e sociali di
Ancona attorno alla nostra iniziativa.
Altro aspetto da non sottovalutare: la cultura con il
1° concorso di pittura Choco Marche. La mostra delle
opere è stata allestita nella sala espositiva del rettorato
dell’Università di Ancona in Piazza Roma. Vincitori sono
risultati: 1° Mauro Graziani di Ancona; 2° Roberta Gagliardini di
VIII EDIZIONE: GRANDE FOLLA DI VISITATORI ALLA MANIFESTAZIONE DEL CIOCCOLATO E PRIMO CONCORSO DI PITTURA CHOCO MARCHE
I
MarcheMarche
111Imprese ANCONA
Fabriano; 3° Antonio Civitarese di Chieti; 4° Cristina Altobelli
di Sanbucheto; 5° Antonio Daniele di Ancona. Un omaggio
all’artigianato artistico è stata anche la presenza in piazza
Pertini di due aziende artigiane: il Castello delle Meraviglie
di Lauretta Fanesi di Filottrano e I Tulipani Bianchi di Cristina
Renzini di Ancona che hanno realizzato addobbi e decori
natalizi. Infine un tributo all’arte è risultata l’esibizione della
orchestra da camera della
Scuola Musicale Pergolesi
di Jesi. Sono stati eseguiti
pezzi sinfonici, colonne
sonore da film e brani
d’opera.
Un omaggio all’artigianato
artistico è stata anche la
replica di Photo in Agorà, la
simpatica iniziativa messa
in atto dal Gruppo Fotografi
Confartigianato che ha dato
dimostrazione di grande
professionalità effettuando
il fotoritocco al computer
e offrendo foto digitali e
maxiposter a quanti hanno
voluto “mettere la faccia”
davanti ai loro obiettivi.
2009
ChocoChocoChoco
112 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
igliaia di visitatori per Choco Marche, il più grande evento
dedicato al cioccolato artigianale e alla sua valorizzazione.
Ospite la Regione Friuli Venezia Giulia.
Choco Marche è il più grande evento dedicato al cioccolato
ed è stato un enorme successo. Per tre giorni Piazza Pertini ad
Ancona ha ospitato 20 aziende dolciarie provenienti da tutta
la Regione e fuori (Sardegna, Puglia, Molise, Sicilia). Ospiti
della manifestazione sono stati gli chef del Friuli Venezia
Giulia che hanno proposto un laboratorio del gusto “Sapori
e tradizioni a confronto” con prodotti e ricette tradizionali
friuliane. Un ringraziamento particolare per la collaborazione
alla Confartigianato del Friuli e alla Camera di Commercio di
Pordenone e di Udine. Durante le tre giornate ci sono state
le riprese del Cooking Show realizzato da Alex Revelli di
Linea Verde, i cuochi di Ancona che hanno proposto primi,
secondi e... terzi piatti di cioccolato. Presenti alcuni dei più
quotati chef e cioccolatieri nazionali. Spazio anche al gelato
artigiano in collaborazione con il Gelato artigianale Festival di
Agugliano. Choco Marche non si è limitata al gusto e al food.
Molto interesse per la tavola rotonda dal titolo “Il cioccolato:
Gusto, Arte e Nutrizione“ condotta dal giornalista del TG1
IX EDIZIONE: CHOCO MARCHE SI CONFERMA MANIFESTAZIONE DI PUNTA PER LA VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI ARTIGIANI
M
113Imprese ANCONA
Attilio Romita alla quale ha preso parte anche il nutrizionista
Martino Liuzi. L’iniziativa principe tra tutte le manifestazioni
collaterali che ruotano attorno a Choco Marche è il concorso
di pittura ex tempore giunto alla sua seconda edizione,
in collaborazione con Bonda Arte di Ancona e InArte di
Fabriano. Stand aperti fino alle 22 e tanta musica in piazza.
Consegnato il premio “Choco Marche” che Confartigianato
ha voluto dedicare alla memoria di Gianfranco Maggi
“Franco” maestro pasticciere di Ancona e co-fondatore
di Choco Marche (a ritirare il riconoscimento la moglie e le
figlie). Il segretario della Confartigianato Giorgio Cataldi ha
consegnato anche un riconoscimento al giornalista del tg1
Attilio Romita per il suo impegno in favore della divulgazione
del cioccolato artigiano e delle produzioni di qualità.
114 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
Ancostar – AnconaLiquori Baldoni – AnconaAntico Laboratorio di Pasticceria di Cesaroni Sergio - Torrette di AnconaCoffee & Co. – AnconaSusanna Di Giampaolo - AnconaMix & Mix di Ferramondo Daniele – AnconaIl Mondo delle Delizie di Ferramondo Maximiliano – Ancona Pasticceria Fuligni Ennio – AnconaIl Mondo delle Delizie di Giovagnini Emanuela – Ancona Ludi srl – AnconaPasticceria Franco Maggi – AnconaPandizucchero – Ancona Anna Ramazzotti – AnconaPasticceria Saracinelli - AnconaGelateria La Golosa di Severini – Ancona
Paolo Brunelli Al Belvedere – AguglianoBrucocioc – CastelplanioCioccolateria Paolo Mencarelli – CastelplanioAntica Pasticceria F.lli Pasquini & C.- Chiaravalle Bonito Liquori – ChiaravallePasticceria Gabriele – Fabriano Laboratori riuniti di Gabriella Bedetti – Falconara M.maNadia Marconi – Falconara M.maDolcevita di Luigi Loscalzo – JesiDolciaria Lauretana – Loreto3 P dei F.lli Pirani – OsimoMIV Cioccolata di Spadoni & C. – RipeAl peccato di gola – SenigalliaPasticceria Jolly di Sandro Sabbatini - Sirolo
‘ ALBO DEI PARTECIPANTI A CHOCO MARCHE
2002 - 2011
L
115Imprese ANCONA
Marangoni Cioccolato – MacerataPasticceria Cioccolateria Romoli – Civitanova Marche (MC)Fedeli Fabrizio e Paolo – Matelica (MC)Criollo Caffè – Piediripa (MC)Dolciaria Quacquarini – Serra Petrona (MC)La Mimosa – Tolentino (MC)Major distillerie – Acqualagna (PU)
Antonella Dolci di Gallo Antonella – AlessandriaAntica Barbagia di Manca Gabriella – Aritzo (NU)Italdolci – Barletta (BA)Pasticceria Iudica Salvatore & Co. – Caltagirone (CT)Cioccolateria Marina – Casalino (NO)Pasticceria Staccoli – Cattolica (RN)Cioccolateria Zuccarello di Zuccarello Lorenzo & C. – Collegno (TO)Gelato Buonissimo di Andrea Marin – Conegliano (TV)La Bottega del dolce – Cornuda (TV)Cioccolateria Ansaldi – CuneoPasticceria Grandazzi L’Officina del cioccolato – DomodossolaPasticceria Claudio Trivellato – Este (PD)Pasticceria Muzzi – Foligno (PG)Campagnacci Cristina – Galatina (LE)Sapori del Borgo Antico - ModenaPasticceria Chantilly di Cannata Maria – Modica (RG)Gelateria Ducale Bernardi Giuseppe – Montebelluna (TV)Cioccolateria del Giamberlano di Walter Tagliazucchi – Pavullo nel Frignano (MO)Cioccolateria Rinaldini – Rimini Cioccolateria Di Maria - Ripalimosani (CB)Adelia Di Fant – S. Daniele del Friuli (UD)Dolciaria Luigia – S. Mauro Mare (FC)Cioccolateria Fabrizio Galla – S. Sebastiano Po (TO)Pasticceria Turchi - Sestola (MO)The Chocolate Passion Project di Beduschi Cristiano – Tai di Cadore (BL)Cioccolato Mainero di Mainero Gabriele – Villafalletto (CN)Pasticceria L’Angolino di Chionetti Giovanna – Villanova Mondovì (CN)
ChocoChocoChoco
116 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
IL CIOCCOLATO TRA AFORISMI E FRASI CELEBRI
Nove persone su dieci amano il cioccolato; la decima mente.John Tullius
Il cioccolato non è solo gradevole al gusto, ma è anche un balsa-mo meraviglioso per la bocca.Stephani Blancardi
La vita è come il cioccolato, è l’amaro che fa apprezzare il dolce.Xavier Brébion
Gli altri alimenti non sono che alimenti, ma il cioccolato è cioccolato.Patrick Skene Catling
La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!Tom Hanks, in Forrest Gump, Robert Zemeckis, 1994
La pazienza è come il cioccolato... Non è mai abbastanza! Christelle Heurtault
Non pensate che il cioccolato sia un sostituto dell’amore... L’amore è un sostituto del cioccolato.Miranda Ingram
Quando ci si sente tristi e addolorati ecc. basta mangiare un po’ di cioccolata o aspettare un po’ di tempo perché tutto si metta matematicamente a bene. Tommaso Landolfi, Dialogo dei massimi sistemi, 1937
Dimenticate i diamanti, è il cioccolato, credo sarete d’accordo, il miglior amico delle ragazze. Carole Matthews, Il Sexy Club del Cioccolato, 2007
117Imprese ANCONA
Beato cioccolato, che dopo aver corso il mondo, attraverso il sorriso delle donne, trova la morte nel bacio saporito e fondente delle loro bocche.Anthelme Brillat-Savarin, Fisiologia del gusto, 1825
Prendete della cioccolata, perché le compagnie più cattive vi sembrino buone.Madame de Sévigné
Un’idea è come una brioche al cioccolato. Bisogna lasciarla raf-freddare per vedere se è davvero buona.Serge Uzzan
Forza è riuscire a spezzare una barra di cioccolato in quattro e non mangiarne che un quadratino.Judith Viorst
Chiunque abbia bevuto una tazza di cioccolato resiste a una giornata di viaggio. Johann Wolfang Goethe
Non riuscivo a separare la bocca dai bordi deliziosi della sua tazza. Una cioccolata da morire, morbida, vellutata, profumata, inebriante. Guy de Maupassant
La fava del cacao è un fenomeno che la natura non ha più ripetuto. Non si sono mai trovate tante qualità riunite in un solo frutto così piccolo. Alexander Humbold
118 Un tuffo nel mondo del cioccolato!
Un ringraziamento particolare a:
Tutti i Cioccolatieri che hanno preso parte alla manifestazione permettendo a
Choco Marche di diventare la rassegna più importante di
prodotti artigiani a base di cioccolato
Alla Camera di Commercio di Ancona
per il costante sostegno
Al Comune di Ancona, alla Provincia, alla Regione per la collaborazione
A Claudio Maria Latini che con passione ha dato vita alla rassegna.
Con il Patrocinio
119Imprese ANCONA
Tommaso Lucchetti
Storico della cultura gastronomica e dell’arte conviviale. Dopo
la laurea in Beni Culturali (tesi su cucina e banchetto nel-
le Marche del ‘600), e specializzazione in Valorizzazione dei
Beni Storico-Artistici (tesi su feste e apparati da mensa sot-
to il pontificato di Clemente VIII), ha conseguito il Master in
storia e cultura dell’alimentazione. Docente di Storia della Ga-
stronomia e dell’arte conviviale, e di Iconografia Alimentare
presso istituti alberghieri, corsi di formazione, corsi di laurea
e master universitari. Lavora dal 2000 con uffici ed ammini-
strazioni pubbliche, musei e reti museali, istituti di ricerca ed
associazioni culturali per lo studio, la conservazione e la valo-
rizzazione di reperti e tradizioni di interesse storico-alimenta-
re, e per l’ideazione e la progettazione di mostre e iniziative a
tema (conferenze, convegni, rievocazioni, laboratori didattici,
itinerari tematici). Tra le principali pubblicazioni si ricordano
Convivio: storia ed arte della gastronomia e della convivialità
nella provincia di Padova, con M. V. Tescione (Padova, La Ga-
liverna, 2004); con U. Bellesi ed A. M. Napolioni Piatti reali e
trionfi di zucchero: carte di casa Bonaccorsi nella Macerata del
‘600 (Roma, Retecamere, 2009); con U. Bellesi ed E. Franca
Storia dell’alimentazione, della cultura gastronomica e dell’ar-
te conviviale nelle Marche (Ancona, Il Lavoro Editoriale, 2009,
Premio Orio Vergani 2010 a Milano, due Gourmand Cookbook
Award 2011 a Parigi quale miglior testo di storia italiano e se-
condo miglior libro di storia al mondo), La cucina dello spirito:
storia, segreti e ricette della mensa monastica (Ancona, Il La-
voro Editoriale, 2010).
Via Fioretti 2/A - AnconaTel. 071 22931 Fax 071 2293230
www.confartigianato.an.it
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