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ABRUZZO Montepulciano d’Abruzzo Doc: un portabandiera È il vino più importante della regione visto che conta una produzione com- plessiva stimata di 1,5 milioni di etto- litri, 850 mila dei quali certificati con la Doc Montepulciano d’Abruzzo. Secondo il Disciplinare approvato nel 1968 - ma reso più aggiornato e attuale con le mo- difiche del 2006, del 2010 e del 2011 - le uve Montepulciano (minimo 85%) pro- vengono unicamente da vigneti ubicati in terreni collinari o di altopiano con una re- sa massima di 140 quintali per ettaro. L’areale di produzione dunque riguarda l’intera fascia collinare costiera e pede- montana dell’Abruzzo che include a nord l’altopiano dell’Alto Tirino, a nord-ovest la Valle Subequana, a sud la Valle Peli- gna e a sud-ovest la Valle Roveto. Il Mon- tepulciano d’Abruzzo Doc può essere im- messo al consumo il 1° marzo successivo all’annata di raccolta delle uve, mentre la tipologia Riserva prevede un invecchia- mento minimo di 24 mesi. Prescindendo dalle caratteristiche specifiche dei singoli cloni, dal tipo di coltivazione, dalle tecni- che di vinificazione e di maturazione, il Montepulciano d’Abruzzo Doc è un vino che per le sue caratteristiche organoletti- che è piacevole bevuto giovane, ma è an- che grande vino da invecchiamento, che ha saputo ritagliarsi una sicura notorietà nel mercato internazionale, anche in virtù del buon rapporto qualità/prezzo. Dalle successive revisioni del Disciplinare del Montepulciano d’Abruzzo Doc sono sca- turite una serie di sottozone che hanno soddisfatto l’esigenza di una più precisa identificazione dei diversi territori del- l’Abruzzo con l’obiettivo di esaltare le specificità pedoclimatiche di alcune aree produttive della regione e di far emerge- re differenze espressive, anche sostan- ziali, del vitigno Montepulciano. Dopo Colline Teramane, con la vendemmia 2006 sono arrivate la versione Riserva e le sottozone Casauria e Terre dei Vestini, entrambe in provincia di Pescara, e nel 2010 le nuove denominazioni aggiuntive Alto Tirino e Terre dei Peligni in provincia di L’Aquila e Teate in provincia di Chieti, a cui si è aggiunta la creazione di un au- tonomo Disciplinare per il Cerasuolo d’Abruzzo (la tipologia di vino rosato pri- ma contenuta nella Doc Montepulciano). Terre dei Vestini: usatissima e tra le più feconde C on circa 1.200 ettolitri è la sottozo- na più utilizzata tra quelle istituite nell’ambito della Doc Montepulcia- no d’Abruzzo, forte della presenza di un gruppo di aziende importanti e impegna- te nella valorizzazione delle produzioni specifiche dell’area compresa tra la fa- scia collinare litoranea e quella interna della provincia di Pescara delimitata a est dal mare adriatico e a nord-ovest dal Gran Sasso. Riguarda i vini prodotti con uve provenienti per il 90% dal vitigno Montepulciano coltivati su suoli dalla struttura sabbioso-argillosa, generalmen- te sciolti. Qui la produzione massima non può superare 100 quintali per ettaro e prevede un periodo d’invecchiamento obbligatorio non inferiore a 18 mesi di cui almeno nove in recipienti di legno ol- tre a tre di affinamento in bottiglia. Per la Riserva il limite minimo è di 24 mesi di cui nove in contenitori di legno, e a se- guire sei mesi in bottiglia. Casauria o Terre di Casauria: da tenere d’occhio C resce la produzione della sottozona Casauria o Terre di Casauria, che og- gi può contare su circa 1.000 ettolitri prodotti lungo l’area collinare interna e pe- demontana della provincia di Pescara chiusa a sud-ovest dal massiccio della Ma- iella e a nord-ovest da quello del Gran Sas- so. È ottenuto dalle uve Montepulciano al 100% dai vigneti che insistono su terreni a prevalenza sabbioso-argillosa, caratteriz- zati da una forte insolazione e da una co- stante ventilazione, e protetti a sud e a nord dai due massicci montuosi che assi- curano notevoli escursioni termiche tra giorno e notte. La resa massima non può superare 95 quintali per ettaro ed è previ- sto un periodo di riposo obbligatorio mini- mo di 18 mesi, nove dei quali in legno, che diventa di 24 mesi di cui almeno no- ve in recipienti di legno per la Riserva, in entrambi i casi con un ulteriore affinamen- to in bottiglia minimo di sei mesi. MONTEPULCIANO 88 / Settembre-Ottobre ’13 - TREBBIANO D’ABRUZZO 2_Speciale Abruzzo EC CC:Layout 1 23-09-2013 14:21 Pagina 88

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OMontepulcianod’Abruzzo Doc:

un portabandiera

Èil vino più importante della regionevisto che conta una produzione com-plessiva stimata di 1,5 milioni di etto-

litri, 850 mila dei quali certificati con laDoc Montepulciano d’Abruzzo. Secondoil Disciplinare approvato nel 1968 - mareso più aggiornato e attuale con le mo-difiche del 2006, del 2010 e del 2011 -le uve Montepulciano (minimo 85%) pro-vengono unicamente da vigneti ubicati interreni collinari o di altopiano con una re-sa massima di 140 quintali per ettaro.L’areale di produzione dunque riguardal’intera fascia collinare costiera e pede-montana dell’Abruzzo che include a nordl’altopiano dell’Alto Tirino, a nord-ovestla Valle Subequana, a sud la Valle Peli-gna e a sud-ovest la Valle Roveto. Il Mon-tepulciano d’Abruzzo Doc può essere im-messo al consumo il 1° marzo successivoall’annata di raccolta delle uve, mentre latipologia Riserva prevede un invecchia-mento minimo di 24 mesi. Prescindendodalle caratteristiche specifiche dei singolicloni, dal tipo di coltivazione, dalle tecni-che di vinificazione e di maturazione, ilMontepulciano d’Abruzzo Doc è un vinoche per le sue caratteristiche organoletti-che è piacevole bevuto giovane, ma è an-che grande vino da invecchiamento, cheha saputo ritagliarsi una sicura notorietànel mercato internazionale, anche in virtùdel buon rapporto qualità/prezzo. Dallesuccessive revisioni del Disciplinare delMontepulciano d’Abruzzo Doc sono sca-turite una serie di sottozone che hannosoddisfatto l’esigenza di una più precisaidentificazione dei diversi territori del-l’Abruzzo con l’obiettivo di esaltare le

specificità pedoclimatiche di alcune areeproduttive della regione e di far emerge-re differenze espressive, anche sostan-ziali, del vitigno Montepulciano. DopoColline Teramane, con la vendemmia2006 sono arrivate la versione Riserva ele sottozone Casauria e Terre dei Vestini,entrambe in provincia di Pescara, e nel2010 le nuove denominazioni aggiuntiveAlto Tirino e Terre dei Peligni in provinciadi L’Aquila e Teate in provincia di Chieti,a cui si è aggiunta la creazione di un au-tonomo Disciplinare per il Cerasuolod’Abruzzo (la tipologia di vino rosato pri-ma contenuta nella Doc Montepulciano).

Terre dei Vestini:usatissima e

tra le più feconde

Con circa 1.200 ettolitri è la sottozo-na più utilizzata tra quelle istituitenell’ambito della Doc Montepulcia-

no d’Abruzzo, forte della presenza di ungruppo di aziende importanti e impegna-

te nella valorizzazione delle produzionispecifiche dell’area compresa tra la fa-scia collinare litoranea e quella internadella provincia di Pescara delimitata aest dal mare adriatico e a nord-ovest dalGran Sasso. Riguarda i vini prodotti conuve provenienti per il 90% dal vitignoMontepulciano coltivati su suoli dallastruttura sabbioso-argillosa, generalmen-te sciolti. Qui la produzione massima nonpuò superare 100 quintali per ettaro eprevede un periodo d’invecchiamentoobbligatorio non inferiore a 18 mesi dicui almeno nove in recipienti di legno ol-tre a tre di affinamento in bottiglia. Per laRiserva il limite minimo è di 24 mesi dicui nove in contenitori di legno, e a se-guire sei mesi in bottiglia.

Casauria o Terre di Casauria:

da tenere d’occhio

Cresce la produzione della sottozonaCasauria o Terre di Casauria, che og-gi può contare su circa 1.000 ettolitri

prodotti lungo l’area collinare interna e pe-demontana della provincia di Pescarachiusa a sud-ovest dal massiccio della Ma-iella e a nord-ovest da quello del Gran Sas-so. È ottenuto dalle uve Montepulciano al100% dai vigneti che insistono su terreni aprevalenza sabbioso-argillosa, caratteriz-zati da una forte insolazione e da una co-stante ventilazione, e protetti a sud e anord dai due massicci montuosi che assi-curano notevoli escursioni termiche tragiorno e notte. La resa massima non puòsuperare 95 quintali per ettaro ed è previ-sto un periodo di riposo obbligatorio mini-mo di 18 mesi, nove dei quali in legno,che diventa di 24 mesi di cui almeno no-ve in recipienti di legno per la Riserva, inentrambi i casi con un ulteriore affinamen-to in bottiglia minimo di sei mesi.

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TREBBIANO D’ABRUZZO

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Alto Tirino, Terre deiPeligni e Teate

modalità start-up

Le due sottozone della provincia diL’Aquila con una produzione di pochis-sime centinaia di ettolitri, sono ancora

in una fase di start-up, nonostante rappre-sentino due areali di grande interesse. An-cora meno utilizzata è la sottozona Teateprobabilmente a causa della sua notevoleampiezza, comprendendo gran parte del-la provincia di Chieti, dove quasi contem-

Grazie a questa tabella cerchiamo di comparare i dati di produzione, viticoltura e mercati delle principali denominazioni. Sotto, la suddi-visione del vigneto Abruzzo. Naturalmente spicca la preponderanza della provincia di Chieti

CERASUOLO D'ABRUZZO

Denominazioni a confronto. Un testa a testa interessante (fonte Sian)Montepulciano

d'Abruzzo CollineTeramane Docg

Montepulcianod'Abruzzo Doc

Trebbianod'Abruzzo Doc

Cerasuolo d'Abruzzo Doc Abruzzo Doc Controguerra Doc Tullum Doc Villamagna Doc Ortona Doc

PRODUZIONE

Uva (prod. max q.li per ha) 95 140 140 140 140 bianchi

120 rossi141 bianchi120 rossi da 90 a 130 120 140

Uva (prod. totaleq.li) 9.855 1.252.228 282.055 86.115 17.045 4.035 2.190 4.900 2.532

Vino (hl) 6.898 876.560 197.439 60281 11.931 2.825 1.533 3.461 1.773

VITICOLTURA

Dislocazionevigneti

80% collinalitoranea, 20% collina interna

58% collinalitoranea, 38% collina interna, 4% montagna

58% collinalitoranea, 38% collina interna, 4% montagna

58% collinalitoranea, 38% collina interna, 4% montagna

58% collinalitoranea, 38%collina interna, 4% montagna

50% collinalitoranea,

50% collina interna

50% collinalitoranea,

50% collina interna

40% collinalitoranea,

60% collina interna

100% collinalitoranea

Ettari vitati 120 9.327 2.138 684 150 43 22 43 19

Forme diallevamento

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

pergola abruzzese,Guyot e cordone

speronato

Numero aziende(Consorzio) 74 143 135 135 135 n.d. 2 5 10

MERCATI

Italia 60% 60% 90% 95% 95% n.d. 70% n.d.verrà

commercializzato a partire dal 2014

Valore export n.d.

90 milioni di cui23% Germania,20% Stati Uniti,15% Canada

10 milioni di cui20% Germania, 20% Stati Uniti

5 milioni 2 milioni n.d. n.d. n.d. n.d.

Principali PaesiStati Uniti,

Germania, Canada,Nord Europa

Stati Uniti,Germania, Canada

Stati Uniti,Germania, Canada,

Nord Europa

Stati Uniti,Germania, Canada,

Nord Europa

Stati Uniti,Germania, Canada,

Nord Europa

Stati Uniti,Germania, Canada,

Nord Europa,Australia

Germania, Svizzera,Olanda, piccole quote

in Giappone e Stati Uniti

n.d.Stati Uniti,

Germania, Canada,Nord Europa

Prezzo min. e maxa bottiglia da 6 a 16 euro da 2 a 25 euro da 2 a 15 euro da 2 a 10 euro da 2 a 10 euro (bianco)

da 4 a 18 euro da 6 a 16 euro n.d. n.d.

Chi detiene più ettari

L'Aquila 505 ettari 1,5% del totale

Chieti 26.660 ettari 81,4% del totale

Pescara 3.150 ettari 9,6% del totale

Teramo 2.410 ettari 7,5% del totale

Totale vigneto 32.725 ettari

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poraneamente sono nate le Doc Tullum,Villamagna e Ortona che specificano me-glio i rispettivi territori storicamente tra piùnoti dell’intero comprensorio.

Trebbiano d’Abruzzo:si prepara

una nuova giovinezza

Anche il Disciplinare della Doc Treb-biano d’Abruzzo, la cui prima ver-sione è stata riconosciuta nel 1972,

è stato più volte aggiornato, ultima dellequali nel 2009. Oggi in Abruzzo i Treb-biani (Abruzzese e, in sempre minor par-te, Toscano) sono coltivati su circa il 30%della superficie vitata, pari a circa 10 mi-la ettari per una produzione complessivamedia annua di 180-200 mila ettolitri divino a denominazione che, dalla vendem-mia 2010, può contare anche sulle nuovetipologie Superiore e Riserva. Le uve Treb-biano Abruzzese e/o Trebbiano Toscanoe/o Bombino bianco devono rappresenta-re almeno l’85% e devono essere raccolteunicamente da vigneti ubicati in terrenicollinari o di altopiano. A credere nel viti-gno e nel vino Trebbiano d’Abruzzo,avendone valutato la anche una straordi-naria longevità con la fermentazione ocon la maturazione in grandi o piccolebotti di rovere, è stata la famiglia Valentinidi Loreto Aprutino, che addirittura oltretrent’anni fa ha realizzato una selezionemassale su antichi cloni di trebbianoabruzzese. «È un vitigno autoctono pre-sente nel nostro territorio da più di duemi-la anni, il famoso Trebulanum citato dai

classici», spiega Francesco Paolo Valenti-ni, il cui vino è riconosciuto come uno deigrandi bianchi italiani «ma per troppotempo in passato è stato bistrattato da noistessi abruzzesi, scegliendo cloni e formedi coltivazione che non hanno dato il giu-sto rispetto al vitigno e al territorio». Lastrada tracciata da Valentini sul Trebbianooggi è seguita da un sempre crescente ma-nipolo di produttori, che ne hanno com-preso anche il potenziale di longevità con-servandone la forma di allevamento a per-gola abruzzese, perché come spiega Va-lentini «l’uva matura per illuminazione ri-flessa, e non per illuminazione diretta, checuoce i grappoli, e la pergola abruzzeseè una delle forme di allevamento più adat-te ai climi caldi». II Trebbiano d'AbruzzoDoc che oggi vive una nuova giovinezzae un rinnovato interesse, viene commer-cializzato il 1° gennaio successivo, la ti-pologia Superiore il 1° marzo, mentre laversione Riserva deve essere sottoposta aun periodo di invecchiamento/affinamen-to obbligatorio non inferiore a 18 mesi.

Cerasuolo d’Abruzzo:onore e gloria

al Rosato

Il Cerasuolo d’Abruzzo è uno dei rosatiitaliani più conosciuti e apprezzati, co-me dimostrano i grandi risultati che i vi-

ni abruzzesi conquistano da oltre diecianni nei principali concorsi internaziona-li. Una tipologia che dalla vendemmia2010 è diventata Denominazione (che

conta anche la versione Superiore), laprima a essere esclusivamente dedicataa un vino rosato, dopo che per oltre qua-rant’anni è stata “coperta” dal cappellodella Doc Montepulciano d’Abruzzo.Una scelta che, pur arrivata nel periododi massima di gloria dei rosati in Italia enel mondo, non ha ancora cambiato l’at-teggiamento dei produttori della regioneche infatti continuano a guardare al Ce-rasuolo come un semplice completamen-to di gamma e non come a una piccolama ulteriore opportunità di business co-me hanno fatto Puglia, Bardolino e Valte-nesi. Nonostante gli elementi ci siano tut-ti: un mercato più attento ai rosati, la stra-ordinaria espressione del Montepulcianoin rosa, la capacità di produrre conquantità adeguate (circa 60 mila ettolitriall’anno, quasi tutti imbottigliati) e conprezzi adatti a soddisfare un consumoquotidiano. «Siamo di fronte a un verofuoriclasse», spiega Riccardo Brighigna,enologo consulente insignito del Can-grande Benemerito della Vitivinicolturaitaliana all’ultimo Vinitaly e uno dei tecni-ci abruzzesi più premiati dalla critica«capace di regalare immediata piacevo-lezza grazie alla fruttuosità e alla spezia-tura leggera tipica del vitigno, con unastruttura corroborata da una leggera ve-na tannica e da una sapidità che, in al-cuni casi, lo rendono ottimo anche dopodue e più anni dalla vendemmia».

Abruzzo: sceltaazzeccatissima per

guardare avanti

Probabilmente la scelta di realizzareuna denominazione regionale con lecaratteristiche di cui dispone Abruzzo

Doc, è stata la più indovinata tra quelleoperate dal Consorzio Vini d’Abruzzo. In-nanzitutto perché punta a valorizzare iprincipali vitigni autoctoni storici, recupe-rati e quindi reimpiantati nell’ultimo decen-nio e finora prodotti come Igt. L’area geo-grafica interessata - che copre circa un ter-zo dell’intero territorio regionale e com-prende l’intera fascia collinare costiera epedemontana della regione Abruzzo, conaltitudine dei terreni compresa tra 150 e600 metri sul livello del mare - vede, ac-canto a una presenza abbastanza omoge-nea dei vitigni Montepulciano e Trebbia-no, particolari zone dove eccellono la Co-cocciola e la Malvasia (area teatino-fren-tana), altre dove spicca il Montonico (in-terno del teramano), altre ancora dove sitrova più diffusamente la Passerina (alto te-ramano). Di conseguenza, la base ampe-lografica dei vigneti è riferita al Montepul-ciano (almeno 80% per l’Abruzzo Rosso)

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e al Trebbiano (minimo 50% per l’Abruz-zo Bianco) ma possono essere associati al-la denominazione Abruzzo i nomi Pecori-no - protagonista di uno dei fenomeni dimercato più sorprendenti degli ultimi annie al quale si deve buona parte del balzo inavanti della Denominazione - Passerina,Cococciola, Montonico e Malvasia (tuttianche nella tipologia Superiore) le cui uveconcorrono per almeno l’85%. La DocAbruzzo, che alla sua seconda annata nel2012 ha raggiunto quota 21 mila ettolitri,prevede inoltre le versioni Passito bianco ePassito rosso, Spumante bianco e Spu-mante rosso. La resa di uva per ettaro va-ria dai 100 ai 140 quintali a seconda delvitigno e della tipologia.

Controguerra: pronostici

molto favorevoli

Costituita nel 1996 con “i favori delpronostico”, come si direbbe in ger-go sportivo, la Doc Controguerra da

diverse vendemmie ha fermato la sua cor-sa alla soglia dei 3 mila ettolitri. A guar-darsi indietro quelli erano gli anni nei qua-li il boom del Montepulciano d’Abruzzoera ancora lontano e dunque alcuni deiproduttori storici della regione, molti deiquali della provincia di Teramo si interro-gavano sul futuro del vino abruzzese e sul-le possibili strade da percorrere, tanto chequasi contemporaneamente nasceva an-che il progetto della sottozona Colline Te-ramane. Si scelse così di recuperare quar-ti di storia che avevano lasciato nell’altoteramano ottocentesche influenze francesie la contaminazione mai sopita con il Pi-ceno dall’altra parte del fiume Tronto, perpuntare a valorizzare i bianchi Passerinae Pecorino, ma anche Chardonnay da so-lo o insieme al Trebbiano, o il CabernetSauvignon e il Merlot in purezza o con ilMontepulciano. E dare così una nuova op-portunità a quella che è da sempre consi-derata una delle aree più vocate alla viti-coltura dell’intera regione, compresa tra icomuni di Controguerra, Corropoli, Co-lonnella, Torano Nuovo e Ancarano, zonadove non a caso hanno acquistato vignetianche alcuni produttori di altre province.

Tullum: applicazionepratica

del concetto di cru

Istitutita nel 2008, la Doc Tullum ha in-trodotto per la prima volta in Abruzzo ilconcetto di cru da singoli vigneti, indivi-

duando all’interno Disciplinare di produ-zione, i vigneti autorizzati all’impiantodelle specifiche varietà nei singoli fogli dimappale. Si tratta del risultato di anni diprove, studi e ricerche storiche, poi sup-portate dal progetto di zonazione attuatocon l’Università di Milano. I terreni desti-nati alla Doc Tullum sono esclusivamentecollinari all’interno del comune di Tollo eprevedono rese per ettaro che nella mag-gior parte dei casi non superano 100quintali: si estende su 14,5 chilometri qua-drati e insiste su 300 ettari potenziali, perquanto al momento ne risultino iscritti 29,e prevede 14 tipologie, tra le quali ven-gono attualmente commercializzate Peco-rino, Passerina, Bianco e Bianco Superio-

re (Trebbianominimo 75%),Rosso (Monte-pulciano minimo90%, uscita do-po unanno) eRosso Riserva(invecchiamentominimo due an-ni), Passito Bian-co, Passito Ros-so e Spumante.Un approcciomoderno, forte-mente orientatoalla sostenibilitàe al biologicoquello attuatodal Consorzio diTutela Tullum, fo-calizzato sul ca-nale Horeca concirca 80 milabottiglie vendutee circa 500 milaeuro di fatturatogenerati dalleaziende FeudoAntico (emana-zione di Cantina

Tollo) e Vigneti Radica. «Alla vigilia dellaquarta vendemmia possiamo dirci soddi-sfatti», racconta Andrea Di Fabio, diretto-re di Feudo Antico «soprattutto se guar-diamo al mercato italiano e anche a quel-lo locale fortemente abituato alle storichedenominazioni abruzzesi, mentre all’este-ro cominciamo a muovere i primi passi,soprattutto in Europa».

Vitigno/superficie, un confronto

Vitigno Superficie in ha % sul totale

Montepulciano 18.900,15 57,6

Trebbiano Toscano 6.228,28 18,92

Trebbiano Abruzzese 3.879,08 11,88

Sangiovese 843,15 2,96

Chardonnay 726,95 2,57

Merlot 466,34 1,42

Cococciola 334,38 1,02

Pecorino 325,72 1

Cabernet Sauvignon 279,35 0,85

Passerina 74,25 0,22

Altri 715,59 2,18

In alto, la superficie occupata dai signoli vi-tigni; i principali mercati di destinazionedei vini abruzzesi e i dati rivendicati duran-te la vendemmia 2012

I rivendicati dalla vendemmia 2012Denominazione di Origine

Uva rivendicata(q.li)

Vino rivendibile(hl)

Abruzzo 17.064,73 11.931,5

Cerasuolo d'Abruzzo 86.070,62 60.274,4

Controguerra 4.036,9 2.825,83

Montepulciano d'Abruzzo 1.188.477,9 876.282,46

Montepulcianod'Abruzzo Colline Teramane

9.854,7 6.898,29

Ortona 2.533,7 1.773,59

Terre Tollesi o Tullum 2.191,24 1.533,9

Trebbiano d'Abruzzo 271.179,53 197.352,53

Villamagna 4.902,65 3.431,88

Totale 1.586.311,97 1.162.304,38

Dati SIAN

Export

Paese %

Germania 22

Stati Uniti 21

Canada 14

Danimarca 9

BelgioLussemburgo 6

Norvegia 5

Svizzera 5

Francia 4

Giappone 4

Regno Unito 4

Paesi Bassi 2

Svezia 2

Altri 2

TOTALE EXPORT 100

Totale export 2012 107,05milioni

LE ALTRE REGIONI PUBBLICATE

2011

LOMBARDIA – maggio-giugnoPUGLIA – luglio-agostoVENETO – settembre-ottobre

2012EMILIA ROMAGNA – gennaio-febbraioUMBRIA – marzo-aprilePIEMONTE, SARDEGNA – maggio-giugnoVALLE D’AOSTA – luglio-agostoTOSCANA, LIGURIA – settembre-ottobreSICILIA, CALABRIA – novembre-dicembre

2013BASILICATA – gennaio-febbraioTRENTINO – marzo-aprileALTO ADIGE – maggio giugno

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