2. LE CISTERNE 1. L R - Bibar · mentale (la Chiesa di San Fiorenzo nel borgo, lo Spedale dei SS....

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575 2. LE CISTERNE 1. LE OPERE IDRAULICHE DELLA ROCCA Una prima cisterna è stata individuata e studiata nel corso dell’indagine archeologica condotta dal Dipartimento di Archeologia e Storia delle Arti dell’Università degli Studi di Siena: si tratta del- la Cisterna della Rocca. Per quanto riguarda le altre sei – già note – tre sono chiaramente iden- tificabili come cisterne: Cisterna dell’Ospedale dei SS. Jacopo e Filippo, Cisterna della Chiesa di S. Fiorenzo e Cisterna di Palazzo Pretorio. Le restanti si possono inquadrare come “perfo- razioni ad asse verticale del terreno”, e indicare genericamente come “pozzi” per via della loro struttura: Cisterna del Muro (o dell’Arco), Poz- zo della Piazzetta della Chiesa, Pozzo Lungo. Si è inizialmente ipotizzato che potessero essere pozzi veri e propri, quindi realizzati per il rag- giungimento di un acquifero, ma occorre consi- derare alcuni particolari di rilievo. L’attuale aspetto della prima opera la configure- rebbe come cisterna. Il livello dell’acqua è sog- getto a continue e consistenti variazioni e occor- re notare che presenta tutti gli incavi – in origi- ne presenti nel rivestimento – chiusi in preva- lenza con frammenti di mattoni; risulta inoltre impermeabilizzata con malta ed è stata utilizza- ta fino a tempi recenti. Nel caso sia stato scava- to come pozzo propriamente detto, non si esclu- de che un abbassamento della falda, o un cedi- mento strutturale, oppure un riempimento, ne abbiano determinato il mutamento di destina- zione a camera di conserva dell’acqua meteori- ca, rendendo quindi necessaria la chiusura degli incavi e la totale impermeabilizzazione per evi- tare la dispersione del liquido. Il Pozzo della Piazzetta della Chiesa appare come un semplice “pozzo”, ma verso il fondo presen- ta un’apertura rettangolare riquadrata e attual- mente sommersa. Fermo restando che occorrerà effettuare un’operazione speleosubacquea per rendersi conto di che cosa si tratti, non si può negare l’eventualità che la perforazione fosse ali- mentata da un condotto sotterraneo. Se così fos- se, si tratterebbe di acquedotto e non già di poz- zo o di cisterna. La parte sommitale del Pozzo Lungo è andata perduta nel corso della demolizione dell’edifi- cio che lo conteneva, tra il 1950 e il 1960; i resti della volta sono tutt’ora leggibili all’interno del- la canna, al di sotto dell’attuale piano stradale. Stando alla testimonianza di chi assistette al fat- to, la distruzione della volta di copertura – non- ché del parapetto – provocò una consistente usci- ta d’acqua, segno che l’opera era piena oltre la gola. Questo farebbe pensare a una cisterna, al- meno nella sua ultima fase di utilizzo. Rimane da considerare che il pozzo doveva essere ben più profondo dei 12.7 metri rilevati, in quanto si dice che vi furono scaricati all’interno vari metri cubi di macerie; potrebbe trattarsi di un originario pozzo, ma senza scordare che alcune opere di stoccaggio potevano essere ben più pro- fonde, come rilevato presso la Civita di Tarqui- nia (Viterbo). Non si esclude nemmeno un’ana- logia con il precedente manufatto. 2. L’APPROVVIGIONAMENTO IDRICO DEL BORGO NEL XIII SECOLO I manufatti finalizzati all’approvvigionamento idrico del castello databili al XIII secolo sono riferibili a due tipologie: le opere a sezione cir- colare (Tav. 1; C, E) e le cisterne con la camera di conserva a pianta quadrangolare e volta a botte (Tav. 1; A, B, D). È presente anche una cisterna a pianta circolare e sezione a bottiglia (Tav. 1; G) che non è facil- mente inquadrabile cronologicamente (Cisterna del Muro o dell’Arco). I manufatti sono attualmente localizzati in aree aperte, nella zona di declivio del colle della Roc- ca, nella parte di espansione duecentesca del borgo, entrambi vicini al circuito murario più esterno. Il primo (Pozzo Lungo, Tav. 1; E) è situato non lontano dalla Porta di Pozzo Lungo o Porta Pisa- na (porta nord), il secondo (Pozzo della Piazzet- ta della Chiesa, Tav. 1; C) nei pressi della Porta a Mare o di Mezzogiorno (porta sud). La tipologia dei due “pozzi” è molto simile an- che se il Pozzo Lungo presenta un diametro di 1.7 m e l’altro un diametro di 1.23 m. L’anda- © 2003 All’Insegna del Giglio s.a.s., vietata la riproduzione e qualsiasi utilizzo a scopo commerciale

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2. LE CISTERNE

1. LE OPERE IDRAULICHE DELLA ROCCA

Una prima cisterna è stata individuata e studiatanel corso dell’indagine archeologica condotta dalDipartimento di Archeologia e Storia delle Artidell’Università degli Studi di Siena: si tratta del-la Cisterna della Rocca. Per quanto riguarda lealtre sei – già note – tre sono chiaramente iden-tificabili come cisterne: Cisterna dell’Ospedaledei SS. Jacopo e Filippo, Cisterna della Chiesadi S. Fiorenzo e Cisterna di Palazzo Pretorio.Le restanti si possono inquadrare come “perfo-razioni ad asse verticale del terreno”, e indicaregenericamente come “pozzi” per via della lorostruttura: Cisterna del Muro (o dell’Arco), Poz-zo della Piazzetta della Chiesa, Pozzo Lungo. Siè inizialmente ipotizzato che potessero esserepozzi veri e propri, quindi realizzati per il rag-giungimento di un acquifero, ma occorre consi-derare alcuni particolari di rilievo.L’attuale aspetto della prima opera la configure-rebbe come cisterna. Il livello dell’acqua è sog-getto a continue e consistenti variazioni e occor-re notare che presenta tutti gli incavi – in origi-ne presenti nel rivestimento – chiusi in preva-lenza con frammenti di mattoni; risulta inoltreimpermeabilizzata con malta ed è stata utilizza-ta fino a tempi recenti. Nel caso sia stato scava-to come pozzo propriamente detto, non si esclu-de che un abbassamento della falda, o un cedi-mento strutturale, oppure un riempimento, neabbiano determinato il mutamento di destina-zione a camera di conserva dell’acqua meteori-ca, rendendo quindi necessaria la chiusura degliincavi e la totale impermeabilizzazione per evi-tare la dispersione del liquido.Il Pozzo della Piazzetta della Chiesa appare comeun semplice “pozzo”, ma verso il fondo presen-ta un’apertura rettangolare riquadrata e attual-mente sommersa. Fermo restando che occorreràeffettuare un’operazione speleosubacquea perrendersi conto di che cosa si tratti, non si puònegare l’eventualità che la perforazione fosse ali-mentata da un condotto sotterraneo. Se così fos-se, si tratterebbe di acquedotto e non già di poz-zo o di cisterna.La parte sommitale del Pozzo Lungo è andata

perduta nel corso della demolizione dell’edifi-cio che lo conteneva, tra il 1950 e il 1960; i restidella volta sono tutt’ora leggibili all’interno del-la canna, al di sotto dell’attuale piano stradale.Stando alla testimonianza di chi assistette al fat-to, la distruzione della volta di copertura – non-ché del parapetto – provocò una consistente usci-ta d’acqua, segno che l’opera era piena oltre lagola. Questo farebbe pensare a una cisterna, al-meno nella sua ultima fase di utilizzo. Rimaneda considerare che il pozzo doveva essere benpiù profondo dei 12.7 metri rilevati, in quantosi dice che vi furono scaricati all’interno varimetri cubi di macerie; potrebbe trattarsi di unoriginario pozzo, ma senza scordare che alcuneopere di stoccaggio potevano essere ben più pro-fonde, come rilevato presso la Civita di Tarqui-nia (Viterbo). Non si esclude nemmeno un’ana-logia con il precedente manufatto.

2. L’APPROVVIGIONAMENTO IDRICO DEL

BORGO NEL XIII SECOLO

I manufatti finalizzati all’approvvigionamentoidrico del castello databili al XIII secolo sonoriferibili a due tipologie: le opere a sezione cir-colare (Tav. 1; C, E) e le cisterne con la cameradi conserva a pianta quadrangolare e volta a botte(Tav. 1; A, B, D).È presente anche una cisterna a pianta circolaree sezione a bottiglia (Tav. 1; G) che non è facil-mente inquadrabile cronologicamente (Cisternadel Muro o dell’Arco).I manufatti sono attualmente localizzati in areeaperte, nella zona di declivio del colle della Roc-ca, nella parte di espansione duecentesca delborgo, entrambi vicini al circuito murario piùesterno.Il primo (Pozzo Lungo, Tav. 1; E) è situato nonlontano dalla Porta di Pozzo Lungo o Porta Pisa-na (porta nord), il secondo (Pozzo della Piazzet-ta della Chiesa, Tav. 1; C) nei pressi della Porta aMare o di Mezzogiorno (porta sud).La tipologia dei due “pozzi” è molto simile an-che se il Pozzo Lungo presenta un diametro di1.7 m e l’altro un diametro di 1.23 m. L’anda-

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mento è verticale e la forma è cilindrica. Le paretirisultano foderate da una apparecchiatura mura-ria costituita da pietre calcaree sbozzate. L’arma-tura del Pozzo Lungo è in corsi di pietre abba-stanza regolari, mentre quella del Pozzo della Piaz-zetta della Chiesa è costituita da pezzame di pie-tra sbozzato più grossolanamente e posto in ope-ra con corsi non regolari. Il legante, che dovevaessere malta, risulta quasi totalmente dilavato.Questo denota effettivamente una differenzacostruttiva delle due opere che potrebbe essereuna indicazione di una diversa cronologia deidue manufatti, di una diversa importanza dovu-ta alla diversa funzione, oppure dell’impiego, perla costruzione, di maestranze diverse.Nella parte inferiore del Pozzo della Piazzettadella Chiesa – attualmente al di sotto del livellodell’acqua – si apre un cunicolo alto circa 1 m.Non è stato possibile verificare se una situazio-ne simile fosse presente anche nel Pozzo Lungo,data la non visibilità del fondo e l’impossibilitàdi esplorare la parte sotto il livello dell’acqua,inquinata da scarichi fognari dovuti quasi certa-mente alla perdita di un vicino condotto.Il livello della base della condotta si trova a -8.64 m dal bordo del pozzo e ad una quota asso-luta di m 216.36. È interessante notare come laquota delle opere di presa dell’acqua, purtrop-po attualmente non più ispezionabili, della Fon-te di Sopra localizzata fuori della cinta murarianel declivio settentrionale del Poggio della Roc-ca, sia compresa tra 210 e 220 m s.l.m., anche sela condotta potrebbe non essere messa in rela-zione con questa fonte, dato che dalla parete delpozzo si stacca in direzione sud.L’eventuale presenza di un’opera di trasportodelle acque permetterebbe d’ipotizzare che il si-stema di approvvigionamento idrico del borgonel XIII secolo (o leggermente più tardi) nonvenisse effettuato solamente attraverso lo stoc-caggio dell’acqua meteorica e la captazione dieventuali falde tramite pozzi. Questo permette-rebbe di rendere ancora più completo il quadrodel consistente sviluppo urbanistico dell’insedia-mento durante questo periodo. Tale ipotesi po-trà essere verificata solamente con il prosegui-mento delle ricerche che devono necessariamentepartire dall’esplorazione del cunicolo.Un altro aspetto interessante dell’analisi dei datiper il momento raccolti è la presenza di due ci-sterne, tipologicamente simili e riferibili circa allostesso periodo di costruzione, ognuna concepitae costruita come annesso ad un edificio monu-mentale (la Chiesa di San Fiorenzo nel borgo, loSpedale dei SS. Jacopo e Filippo ).

3. LE CISTERNE DEL BORGO NEL XVI SECOLO

Nei pressi del Palazzo Pretorio si trova una ci-sterna a pianta circolare (Tav. 1; F), di formacilindrica sormontata da un’edicola quadrango-lare col il tetto a piramide. Sul lato Est dell’edi-cola si trova l’apertura per l’accesso alla cameradi conserva e sul lato Sud è murata in parete unalastra di calcare rosso ammonitico di 43×20 cmsulla quale è incisa una iscrizione commemora-tiva.L’iscrizione fa riferimento ad un certo Alessan-dro Verazano, il quale è stato capitano e com-missario di Campiglia nell’anno 1503.Tale iscrizione viene comunemente presa a rife-rimento per la datazione della cisterna anche senon esiste un preciso riferimento tra i due ma-nufatti. La forma della conserva indurrebbe aipotizzare un posteriore approfondimento.La datazione al XVI secolo, comunque, trovaconforto nella presenza, nel territorio circostanteCampiglia, e precisamente nella Valle dei Lanzinell’area mineraria, di due cisterne tipologica-mente simili sia nella forma della camera di con-serva che nella forma dell’edicola databili, at-traverso la documentazione scritta, agli inizi dellaseconda metà del XVI secolo.La Cisterna di Villa Lanzi (Tav. 9) e la Cisternadella Caprareccia (Tav. 10) vengono costruite perl’approvvigionamento idrico ad uso dei minato-ri. In particolare, la Cisterna di Villa Lanzi – cheè quella meglio documentata dalle fonti – vienecostruita nel 1556 nella corte del Palazzo deiLanzi: una casa progettata da Baldo da Lutianosu incarico di Cosimo I, per ospitare i minatoridi origine germanica che lavoravano nelle argen-tiere campigliesi (Parco Archeo-Minerario di SanSilvestro) per conto del duca di Toscana. La Ci-sterna dei Lanzi è l’unica delle tre che conservaanche una camera di decantazione e di filtrag-gio.Le cisterne dalla forma cilindrica con l’edicoladel tetto piramidale (o nel caso della Cisternadella Caprareccia a calotta) appaiono a Campi-glia solamente nel XVI secolo e possono esserela testimonianza di un gruppo di maestranze chehanno operato nella zona durante il periodo didominazione fiorentina. Non si esclude che taliopere siano realizzate anche internamente adedifici privati, sia ristrutturati che costruiti exnovo. A conclusione di questa prima indagineabbiamo potuto prendere visione di una cister-na analoga, situata all’interno di un’abitazioneprossima a Palazzo Pretorio.

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Catalogo delle opere

Il catalogo delle opere idrauliche di Campiglia Marit-tima è inserito nel Catasto Nazionale Cavità Artificialidell’Associazione S.C.A.M., nel Centro di Documen-tazione sulle Cavità Artificiali dell’Ass. S.C.A.M. e pres-so il Catasto del Gruppo Grotte Saronno C.A.I.-S.S.I.CA 01000 TO LI Cisterna della RoccaCA 01001 TO LI Cisterna dell’Ospedale dei SS. Ja-copo e FilippoCA 01002 TO LI Pozzo della Piazzetta della ChiesaCA 01003 TO LI Cisterna della Chiesa di San FiorenzoCA 01004 TO LI Pozzo LungoCA 01005 TO LI Cisterna di Palazzo PretorioCA 01006 TO LI Cisterna del Muro (o dell’Arco)CA 01007 TO LI Cisterna di Villa LanziCA 01008 TO LI Cisterna della Caprareccia.

DENOMINAZIONE: CISTERNA DELLA ROCCA

Numero catastale: CA 01000 TO LIUbicazione: Campiglia MarittimaCartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1: 2000, foglio10 G14Quota: 280 m s.l.m.Posizione: 4768800 N 1631825 EUnità geologica: Eocene, Formazione di Canetolo(unità esterna)Svolgimento lavori archeologici: 1984, 1994-1999Operazioni archeologiche condotte: rilievo planime-trico, scavo archeologicoStato di conservazione: mediocreContesto: area sommatale della Rocca, tra Palazzo eTorre B

Interventi: restauroAvvertenze: nessuna.Collocazione: interno area monumentale.Destinazione: cisterna.Composizione: si compone di una camera di conser-va collegata all’esterno da un pozzetto.Descrizione: l’opera è semisotterranea, a pianta ret-tangolare voltata: Le pareti sono in conci di calcarealberese, mentre la volta è in travertino; la parte in-terna presenta tracce d’intonaco, con evidenti trac-ce d’umidità. Il fondo e rivestito con malta idrauli-ca.Imboccatura: costituita da un pozzetto, in parte crol-lato; sono comunque in parte visibili due conci inmarmo bardiglio che riquadravano l’acceso. In epocasuccessiva alla sua costruzione, si aprì un secondoaccesso, sempre sulla volta, in corrispondenza delmuro sud del palazzo.Dimensioni: 14×9 m.Pedarole: non ne sono state rinvenute.Condutture: non ne sono state rinvenute.Datazione di costruzione proposta: prima metà XIIIsecolo.Osservazioni: è la cisterna più grande di CampigliaMarittima.Note: rilievo pubblicato in Boccacci 1984.Bibliografia: M. BOCCACCI, La Rocca di CampigliaMarittima: studi e ricerche, Firenze 1984.

DENOMINAZIONE: CISTERNA DELL’OSPEDALE DEI

SS. JACOPO E FILIPPO (Tav. 2)

Numero catastale: CA 01001 TO LIUbicazione: Campiglia Marittima

Tav. 1 – Localizzazione delle opere idrauliche. Denominazioni e numeri di catasto sono inseriti nei catastinazionali dell’Ass. S.C.A.M. e del Gruppo Grotte Saronno. A. Cisterna della Rocca (CA 01000 TO LI);B. Cisterna dell’Ospedale dei SS. Jacopo e Filippo (CA 01001 TO LI); C. Pozzo della Piazzetta (CA 01002TO LI); D. Cisterna della Chiesa di San Fiorenzo (CA 01003 TO LI); E. Pozzo Lungo (CA 01004 TO LI);

F. Cisterna di Palazzo Pretorio (CA 01005 TO LI); G. Cisterna dell’Arco (CA 01006 TO LI).

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Cartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1: 2000, foglio10 G14Quota: 217 m s.l.m.Posizione: 4768750 N 1631750 EUnità geologica: Oligocene-Eocene Cretacico, Argil-liti vari colori (Scaglia toscana)Svolgimento lavori: settembre 2000Operazioni condotte: esplorazione, rilievo planime-trico e servizio fotograficoStato di conservazione: buonoContesto: situata all’interno dell’antico Spedale deiSS. Jacopo e Filippo (citato in un documento del XVsecolo, presenta tracce di strutture murarie del XIIIsecolo); attualmente è sede del MunicipioInterventi: nessunoAvvertenze: scarso ricambio d’aria.Collocazione: l’impianto di conserva è situato al disotto di una stanza.Destinazione: cisterna.Composizione: si compone di un pozzetto d’accessoe di una camera di conserva.Imboccatura: è situata nell’angolo nord est di un am-biente, leggermente scostata dal muro, ai piedi diuna breve rampa di scalini e rialzata dal piano di0.52 m.Descrizione: un breve pozzetto consente l’accesso auna camera in mattoni, pavimento compreso, le cuipareti sono impermeabilizzate con malta, mancantein vari punti; il fondo è inclinato verso il catino postosotto il pozzetto d’accesso.Dimensioni: l’accesso quadrangolare misura circa 0.7m di lato e scende per 1.05 m ad incontrare la voltadella camera di conserva, la quale misura in altezza 3.7m in corrispondenza della luce, al lato opposto 3.5 m.Partendo dal lato posto sotto l’accesso, in senso orariola pianta misura 3.27×4.08×2.4×0.85×3.64: il latocorto chiude l’angolo est della camera, che altrimentiavrebbe forma rettangolare.Pedarole: non ne sono state notate. Dal pozzetto siscende agevolmente per mezzo di una scala metallicafissata alla parete.Condutture: una tubatura in cotto del diametro in-terno di 9.5 cm rimane di poco sotto il bordo esternodel pozzetto, quasi a livello del pavimento della stan-za. Nella camera abbiamo una tubatura fittile del dia-metro interno di circa 10 cm aggettante e inclinataverso l’interno (sez. CC’); sul fondo, in corrispon-denza dell’angolo tronco, vi è un largo foro quadran-golare sulla volta di circa 25 cm di lato, a cui forsegiungeva un’altra bocchetta di adduzione.Datazione di costruzione proposta: XIII-XV secolo.Osservazioni: l’ambiente esterno è chiaramente rima-neggiato e conserva solo alcune tracce dello stato ori-ginario. La cisterna, di conseguenza, potrebbe ancheessere il risultato dell’ultima sistemazione degli spazi.Note: il rivestimento delle pareti parrebbe omoge-neo, così come quello del pavimento che resta co-munque differente dal punto di vista materico: que-sto farebbe pensare a una fase successiva oppure a unrifacimento.Bibliografia: Assente. Per il contesto vedere: C. CUCI-

NI, Campiglia Marittima: recenti recuperi nel PalazzoComunale, in R. FRANCOVICH, R. PARENTI (a cura di),Rocca San Silvestro e Campiglia. Prime indagini ar-cheologiche, Firenze 1987.I. FALCHI, Trattenimenti popolari sulla storia dellaMaremma e specialmente di Campiglia Marittima,Prato 1880 (ristampa anastatica Pisa 1995).

DENOMINAZIONE: POZZO DELLA PIAZZETTA

DELLA CHIESA (Tav. 3)

Numero catastale: CA 01002Ubicazione: Campiglia MarittimaCartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1:2000, foglio 10G14Quota: 225 m s.l.m.Posizione: 4768750 N 1631750 EUnità geologica: Eocene, Formazione di Canetolo(unità esterna)Svolgimento lavori: novembre 2000Operazioni condotte: esplorazione, rilievo e serviziofotografico parzialiStato di conservazione: buonoContesto: all’interno di una piazzaInterventi: svuotamento dell’acquaAvvertenze: scarsissimo ricambio d’aria.Collocazione: situata all’angolo nord di piazza Maz-zini, nei pressi della Chiesa di San Fiorenzo e prossi-ma al percorso delle mura duecentesche.Destinazione: pur avendo l’aspetto di un pozzo pro-priamente detto, allo stato attuale delle operazioninon è possibile stabilire se si trattasse di una conservaper l’acqua piovana o per l’acqua di condotta.Composizione: un tombino in pietra copre l’accessoquadrangolare a una perforazione ad asse verticale.Imboccatura: è composta da una vera quadrangolarein arenaria grigia inserita nella pavimentazione dellapiazza e munita di tombino circolare d’identico ma-teriale.Descrizione: si tratta di una perforazione ad asse ver-ticale del terreno, la cui copertura attuale è stata po-sta quando l’opera è caduta in disuso. Tra detta co-pertura e il rivestimento del pozzo la gola è compostada pietrame e due longheroni di ferro, posti appenaal di sotto della pavimentazione stradale. L’apparec-chiatura muraria è in corsi di pietra calcarea chiara,non sempre regolari. A 7 m dall’accesso sul piano dellapiazza, appena sotto il livello dell’acqua, si osserva lavolta a piattabanda di un cunicolo alto 1 m, posto indirezione sud est; potrebbe trattarsi dell’accesso a unopera idraulica di condotta. Non si può inoltre esclu-dere il raccordo con una cisterna. Il fondo appare co-stituito da materiale vario (tra cui una bombola delgas), coperto da sedimento fine.Dimensioni: l’accesso misura 0.32 m di diametro esotto la vera si allarga a un diametro di 1.23 m, rima-nendo sostanzialmente invariato fino all’incontro conl’acqua, a -6.5 m.Pedarole: non ne sono state notate.Condutture: non ne sono state notate.Datazione di costruzione proposta: XIII secolo.

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Tav. 2 – Cisterna dell’Ospedale dei SS. Jacopo e Filippo (CA 01001 TO LI).

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Tav. 3 – Pozzo della Piazzetta della chiesa (CA 01002 TO LI).

Osservazioni: la vera è chiaramente elevata di 0.7 mrispetto il rivestimento: l’impressione è che la copertu-ra sia stata mantenuta anche a seguito della sistemazio-ne e pavimentazione della piazza. Attualmente un tuboin piombo scende dalla volta a pescare l’acqua.

Note: Occorrerebbe abbassare il livello dell’acqua,tanto da prendere agevolmente visione dell’ipoteticocunicolo, senza dover effettuare esplorazionispeleosubacquee.Bibliografia: assente.

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DENOMINAZIONE: CISTERNA DELLA CHIESA DI

SAN FIORENZO (Tav. 4)

Numero catastale: CA 01003 TO LIUbicazione: Campiglia MarittimaCartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1: 2000, foglio10 G14Quota: 222 m s.l.m.Posizione: 4768750 N 1631750 E.Unità geologica: Eocene, Formazione di Canetolo(unità esterna)Svolgimento lavori: dicembre 1998, novembre 2000Operazioni condotte: esplorazione, rilievo, serviziofotografico e videoStato di conservazione: buonoContesto: all’interno di una piazzaInterventi: svuotamento dell’acquaAvvertenze: scarso ricambio d’aria e presenza d’idro-carburi nell’acqua.Collocazione: l’impianto di conserva è situato a ri-dosso del muro nord ovest della chiesa, risalente alXIII secolo.Destinazione: cisterna.Composizione: si compone di un pozzetto d’accesso,di una camera di conserva e di un piccolo vano postoappena al di sotto del piano stradale.Imboccatura: è situata nell’angolo sud est della piaz-za, leggermente scostata dal muro della chiesa.Descrizione: La cisterna ha pianta quadrangolare co-perta da una volta a sesto ribassato. Il materiale im-piegato consiste in laterizi ricoperti da intonaco im-permeabile che mostra, ad una altezza di 3.5 m dalfondo, il precedente livello dell’acqua; attualmentela cisterna è riempita d’acqua fino ad una altezza di0.8 m. Dietro la parete posta a sud-est, ad una quotacorrispondente all’imposta della volta dell’arco, è col-locata una piccola camera di filtraggio non rilevata acausa dell’impossibilità di accedervi. Un precedenteaccesso, situato nell’angolo sud-est della camera e vi-sibile dall’interno della cisterna, è attualmente occlu-so dalla presenza di un’edicola.Dimensioni: l’accesso, di forma circolare, ha un dia-metro di 36 cm e scende per 0.7 m ad incontrare lavolta della camera di conserva, la quale misura in al-tezza 7.14 m in corrispondenza della luce. I piedrittimisurano entrambi 4.4 m. La pianta misura dal latodell’imbocco e in senso orario 4.65×4.98×4.74×5.08m.Pedarole: Non ne sono state notate.Condutture: Due tubature sovrapposte (del diametrointerno di 5.5 cm e 5 cm) fuoriescono dalla camera difiltraggio.Datazione di costruzione proposta: XIII secolo.Osservazioni: Ad una quota di -4.8 m è collocato uncorso di pietre aggettanti.Note: Attualmente nella cisterna vi è presenza d’ac-qua e d’idrocarburi. Sui resti della malta impermea-bilizzante vi sono varie scritte di difficile interpreta-zione; una parrebbe riferirsi alla manutenzione avve-nuta negli anni Venti, con l’applicazione di uno stra-to di malta almeno sulla parete nord ovest.

Bibliografia: assente. Per il contesto vedere utilmen-te: G. LANDOLFI, M. LOMBARDI, Campiglia Marittima.Guida ai beni storici e artistici, Livorno 1990.I. FALCHI, Trattenimenti popolari sulla storia dellaMaremma e specialmente di Campiglia Marittima,Prato 1880 (ristampa anastatica Pisa 1995).

DENOMINAZIONE: POZZO LUNGO (Tav. 5)

Numero catastale: CA 01004 TO LIUbicazione: Campiglia MarittimaCartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1: 2000, foglio10 G14Quota: 219 m s.l.m.Posizione: 4768800 N 1631700 EUnità geologica: Oligocene- Eocene Cretacico, Argil-liti varicolori (Scaglia toscana)Svolgimento lavori: settembre 2000Operazioni condotte: esplorazione, rilievo, serviziofotografico e videoStato di conservazione: discretoContesto: situata in posizione centrale di Piazza Mar-tiri di via FaniInterventi: svuotamento e rimozione dell’interroAvvertenze: scarso ricambio d’aria, presenza di liqua-mi.Collocazione: situata in posizione centrale della pic-cola piazza, fino agli anni Sessanta era situata all’in-terno di un edificio, poi demolito.Destinazione: incerta: possibile pozzo, cisterna comeultima destinazione.Composizione: l’opera è composta da un unico ele-mento cilindrico; alla sommità rimangono i resti del-l’arcata in laterizi che in origine sorreggeva il para-petto dotato di copertura (demoliti negli anni 50-60,unitamente all’edificio circostante. L’attuale volta è apiattabanda con tombino in metallo.Descrizione: la tessitura muraria, in pietra calcarea lo-cale, è disposta secondo corsi piuttosto regolari. Vi sonoalcune nicchie quadrangolari, non identificabili comepedarole, poste alla quota di -1.75 m e -5.6 m. Altretre nicchie potrebbero essere celate dai depositi for-mati dalla trasudazione di liquami. Il livello dell’acquasi trova a -7.5 m dal piano stradale. La probabile per-dita di un vicino condotto fognario ha reso poco visi-bili alcuni tratti di muratura e ha inquinato l’acqua.Imboccatura: l’accesso avviene dal piano stradale tra-mite un tombino che presenta una parziale occlusio-ne lungo i primi 0.82 m di parete.Dimensioni: il pozzo è profondo dal piano stradale12.7 m e mantiene pianta costante (diametro 1.7 m)lungo tutto il suo sviluppo visibile.Pedarole: non ne sono state notate.Condutture: non ne sono state notate.Osservazioni: tra i 4 e gli 8 m di profondità, dallepareti vi sono evidenti trasudi di liquame.Datazione di costruzione proposta: XIII secolo.Note: data la presenza di percolamenti d’acque luri-de all’interno; si presuppone la presenza di una per-dita dal vicino condotto fognario.Bibliografia: assente.

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Tav. 4 – Cisterna della Chiesa di San Fiorenzo (CA 01003 TO LI).

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DENOMINAZIONE: CISTERNA DI PALAZZO

PRETORIO (Tavv. 6 e 7)

Numero catastale: CA 01005 TO LIUbicazione: Campiglia MarittimaCartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1: 2000, foglio10 G14Quota: 242 m s.l.m.Posizione: 4768800 N 1631730 EUnità geologica: Eocene, Formazione di Canetolo(unità esterna)Svolgimento lavori: novembre 2000Operazioni condotte: esplorazione, rilievo e serviziofotograficoStato di conservazione: buonoContesto: è situata a lato di via Vecchio Pretorio, difronte al Palazzo PretorioInterventi: restauro dell’edicolaAvvertenze: nessuna.Collocazione: l’impianto di conserva è situato accan-to ad un edificio privato, a ridosso di una scalinata.Destinazione: cisterna.Composizione: la cisterna si compone di una cameraa pianta circolare alla quale si accede tramite un poz-zo posto all’interno di un’edicola.Imboccatura: attraverso un’edicola.Descrizione: morfologicamente il manufatto è com-posto da un’edicola a base quadrangolare sormonta-ta da una piccola cupola piramidale, la cui sommità èmancante. Tra questi due corpi è interposta una fa-scia orizzontale che ne evidenzia il distacco, mentregli angoli dell’elemento inferiore risultano accentuatida quattro lesene in marmo bardiglio che si sviluppa-no per metà dell’altezza del prisma.La camera, di forma cilindrica, presenta il fondo in-clinato verso il catino posto sotto il pozzetto d’acces-so. La sezione trasversale evidenzia una bombaturadelle pareti nella fascia compresa tra l’imposta di vol-ta e il punto in cui si rastrema, riducendo il diametro.È costruita in mattoni e impermeabilizzata con mal-ta, mancante in vari punti.Dimensioni: l’accesso misura 0.6×0.8 m e scende per1.4 m ad incontrare la volta della camera di conserva,la quale misura in altezza 4.9 m in corrispondenzapiano esterno. A -4.91 m di profondità ha un diame-tro di 2.9 m, mentre a -3.55 il diametro è di 3.2 m.Pedarole: non se ne rileva la presenza.Condutture: una tubatura metallica si affaccia a 22cm al di sotto dell’imposta di volta.Datazione di costruzione proposta: 1503.Osservazioni: la camera di conserva parrebbe fruttoalmeno di un successivo approfondimento, leggibilenel punto in cui il diametro si restringe.Note: la cisterna è un segno riconoscibile nel conte-sto del tessuto urbano, grazie ad una forma che nesottolinea la presenza. La soglia d’accesso mostra sol-cature provocate dallo scorrimento di corde o cate-ne, segno che per un certo periodo non si è utilizzatala puleggia per il sollevamento delle secchie, tutt’og-gi presente. Sul fondo sono stati rinvenute due vec-chie chiavi.

Bibliografia:: M. BOCCACCI, La Rocca di CampigliaMarittima: studi e ricerche, Firenze 1984.

DENOMINAZIONE: CISTERNA DEL MURO (O

DELL’ARCO) (Tav. 8)

Numero catastale: CA 01006 TO LIUbicazione: Campiglia MarittimaCartografia: C.T.R. 1:1000; C.T.R. 1: 2000, foglio10 G14Quota: 245 m s.l.m.Posizione: 4768800 N 1631730 EUnità geologica: Eocene, Formazione di Canetolo(unità esterna)Svolgimento lavori: settembre 2000Operazioni condotte: esplorazione, rilievo e serviziofotograficoStato di conservazione: buonoContesto: è situata in via Vecchio Pretorio, nella zonaadiacente a Palazzo Pretorio, nei pressi dei resti di unedificio medievaleInterventi: svuotamento e rimozione dell’interroAvvertenze: nessuna.Collocazione: l’opera è situata all’interno del piedrit-to di un’arcata in pietra.Destinazione: l’ultima destinazione è come cisterna,ma in origine poteva anche trattarsi di un pozzo pro-priamente detto.Composizione: si compone di un pozzetto d’accessoquadrangolare e di una camera di conserva circolare.Il pozzetto è prolungato in altezza fino a raggiungere esuperare la sommità dell’arcata, che si allarga in unterrazzamento: a giorno è sormontato da un’edicola,da cui si poteva calare internamente le secchie.Imboccatura: ricavata nel piedritto di un arco, è ri-quadrata in pietra calcarea e chiusa da uno sportello dilegno munito di piccolo catenaccio. La soglia presentanumerose solcature, dovute allo scorrimento di cordeo catene utilizzate per il sollevamento delle secchie.Descrizione: la tessitura muraria, in pietra calcarealocale, è disposta secondo corsi piuttosto regolari.Dimensioni: l’accesso misura 0.6×0.95 m e al fondomisura 7.75 m. La canna d’accesso è 0.61×0.53 m eil diametro interno della camera di conserva varia trai 1.84 e i 1.87 m di diametro. Al momento dell’esplo-razione l’acqua misurava 0.9 m di profondità.Pedarole: vari incavi quadrangolari sono riconoscibi-li lungo tutta la superficie dell’opera; risultano tuttitamponati con frammenti di mattoni.Condutture: una tubatura è situata a 0.6 m dalla so-glia d’accesso e attualmente chiusa con cemento.Datazione di costruzione proposta: cautamente XIIIsecolo.Osservazioni: occorrerebbe poter esaminare la partesommatale e lo spazio privato in cui è collocata.Note: data l’omogeneità dei frammenti di mattoniimpiegati per tamponare le pedarole, sarebbe utile farlianalizzare. L’interno è stato impermeabilizzato conmalta relativamente recente.Bibliografia: assente.

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Tav. 5 – Pozzo Lungo (CA 01004 TO LI).

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Tav. 6 – Cisterna di Palazzo Pretorio (CA 01005 TO LI).

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Tav. 7 – Cisterna di Palazzo Pretorio. Particolari delle trilaterazioni. (CA 01005 TO LI).

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DENOMINAZIONE: CISTERNA DI VILLA LANZI

(Tav. 9)

Numero catastale: CA 01007 TO LIUbicazione: Valle dei LanziCartografia: C.T.R. 1: 2000, foglio 11 G61Quota: 277 m s.l.m.Posizione: 4771900 N 1630950 EUnità geologica: Giurassico inferiore, Calcare mas-siccio (Serie toscana)Svolgimento lavori: novembre 1998Operazioni condotte: esplorazione, rilievo e serviziofotograficoStato di conservazione: buonoContesto: situata nella corte centrale di Villa Lanzi,edificio costruito nel 1556Interventi: esplorazione anche speleosubacquea, ri-lievo e servizio fotograficoAvvertenze: nessuna.Collocazione: l’impianto di conserva è situato al cen-tro della corte.Destinazione: cisterna.Composizione: la cisterna si compone di una cameraa pianta circolare alla quale si accede tramite un poz-zo posto all’interno di un’edicola; accanto vi è la pic-cola camera di decantazione e di filtraggio dell’acquameteorica.Imboccatura: è situata all’interno dell’edicola.Descrizione: morfologicamente il manufatto è com-posto da un’edicola a base quadrangolare sormonta-ta da una piccola cupola piramidale, la cui sommità èmancante. Tra questi due corpi è interposta una fa-scia orizzontale che ne evidenzia il distacco; è unifor-memente intonacata e accanto è visibile un tubo me-tallico, facente parte di un vecchio impianto per ilpompaggio dell’acqua.La camera, di forma cilindrica, presenta il fondo piat-to, con un catino posto sotto il pozzetto d’accesso.La sezione trasversale evidenzia un leggeroscampanamento verso il fondo.Dimensioni: l’accesso misura 0.94×0.98 m e scendeper 0.74 m ad incontrare la volta della camera di con-serva, l’opera misura in profondità 8.21 m.Pedarole: non ne sono state rilevate.Condutture: in direzione nord si scorge la bocchettadi adduzione proveniente dalla camera di decanta-zione e filtraggio; la tubatura metallica menzionatascende nell’opera.Descrizione della camera di decantazione e filtraggio:Una lastra di marmo bardiglio presenta un foro centraledi 36 cm di diametro, chiuso con un tombino del mede-simo materiale, presente fino a pochi mesi fa. La came-ra ha pianta quadrangolare (1.96×1.2×1.94×1.24 m)e l’altezza è di 1.6 m. Internamente presenta una divi-sione in tre settori, ottenuta con muretti in mattoni in-tonacati alti 0.45 m. Agli angoli sud est e sud ovest sonopresenti due tubature in cotto, collegate con le tubaturedelle gronde del tetto dell’edificio. Internamente, le tu-bature s’immettono in altrettante cabalette costituite dategole rovesciate che conducevano l’acqua nel primosettore. Il terzo settore, posto all’angolo sud ovest, è

stato oggetto di ripulitura nel 2001; il deposito era co-stituito da uno strato di carbone di legna. Occorre nota-re che, in un momento non determinato, il terzo settoreè stato by-passato mediante una tubatura in cotto cheha collegato il secondo settore direttamente con la ca-mera di conserva.Datazione di costruzione proposta: 1556.Osservazioni: la cisterna è tutt’ora oggetto di recupe-ro, all’interno delle operazioni di restauro dell’edifi-cio mediceo.Note: presenta una documentazione di archivio rela-tiva alla sua costruzione (Archivio di Stato di Firenze,Mediceo e Miniere). Villa Lanzi sarà adibita a sede delCentro di Documentazione e Formazione dei Parchidella Val di Cornia.Bibliografia: M. FALCINI, Rapporto del Regio IngegnereArchitetto Mariano Falcini ai Signori proprietari dellaMiniera di piombo argentifero posta nell’agro campi-gliese nella maremma Toscana, in Progetto di una So-cietà Anonima per l’escavazione e la lavorazione del-la Miniera di Piombo argentifero posta nell’agro cam-pigliese della Maremma Toscana, Firenze 1842.A. CASINI, Ricerche di archeologia mineraria ed archeo-metallurgia nel territorio populoniese: i Monti delCampigliese, tesi di laurea 1992 (Università degli Studidi Siena).R. FARINELLI, Le attività minerarie e metallurgiche nelCampigliese (1550-1562), in Piano di fattibilità per ilrecupero archeologico e ambientale di opere minerariearcheologiche delle zone “Valle dei Lanzi e dei Manientie Valle del Temperino-Aione”, Società Aquater, Comu-ne di Campiglia Marittima, 1995 Manoscritto.AA.VV., San Silvestro, Guida al Parco archeominera-rio, Pisa 1997.

DENOMINAZIONE: CISTERNA DELLA CAPRARECCIA

(Tav. 10)

Numero catastale: CA 01008 TO LIUbicazione: Valle dei LanziCartografia: C.T.R. 1: 2000, foglio 11 G61Quota: 235 m s.l.m.Posizione: 771700 N 1631000 EUnità geologica: Giurassico inferiore, Calcare mas-siccio (Serie toscana)Svolgimento lavori: novembre 1998Operazioni condotte: esplorazione, rilievo e serviziofotograficoStato di conservazione: discretoContesto: situata nei pressi di edifici del XVI secolo,ristrutturati nel XIX secoloInterventi: svuotamento e rimozione dell’interroAvvertenze: scarso ricambio d’aria.Collocazione: l’impianto di conserva è situato a latodel complesso delle Case Caprareccia, o del Pozzo Re.Destinazione: cisterna.Composizione: la cisterna si compone di una cameraa pianta circolare alla quale si accede tramite un poz-zo posto all’interno di un’edicola, la quale presentalateralmente i resti di una canalizzazione esterna, chepoteva essere destinato ad abbeveratoio.

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Tav. 8 – Cisterna del Muro o dell’Arco (CA 01006 TO LI).

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Tav. 9 – Cisterna di Villa Lanzi (CA 01007 TO LI).

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Tav. 10 – Cisterna della Caprareccia (CA 01008 TO LI).

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I rilievi delle opere sono a cura dell’Associazione Speleologia Cavità Artificiali Milano e Gruppo Grotte. SaronnoCAI-SSI. Il coordinamento della attività di esplorazione e rilievo è a cura di Gianluca Padovan. La restituzione graficadei rilievi è a cura di Roberto Basilico.

Imboccatura: è situata all’interno dell’edicola, sulpavimento, ed era chiusa da un tombino circolare incemento, trovato alla sommità del cono detritico.Descrizione: morfologicamente il manufatto è com-posto da un’edicola a base quadrangolare sormonta-ta da una piccola cupola. La camera, di forma cilin-drica, presenta il fondo convergente verso il centro,con un ampio cono detritico posto sotto il pozzettod’accesso, che non ha consentito di verificare l’esi-stenza di un catino.Dimensioni: l’accesso circolare misura poco meno diun metro e scende per 0.5 m ad incontrare la voltadella camera di conserva, la quale misura in altezza6.15 m in corrispondenza piano esterno.Pedarole: non ne sono state rilevate.Condutture: in direzione nord est si scorge la boc-chetta di adduzione proveniente dalla tubatura me-tallica che scende dal tetto di un vicino edificio.Datazione di costruzione proposta: metà XVI seco-lo.

Osservazioni: la cisterna è in stato di abbandono.Note: non si è trovato l’accesso alla camera di decan-tazione e di filtraggio dell’acqua meteorica; si è co-munque verificata la connessione tra il tubo di gron-da e la camera di conserva.Bibliografia: A. CASINI, Ricerche di archeologia mine-raria ed archeometallurgia nel territorio populoniese:i Monti del Campigliese, tesi di laurea 1992 (Univer-sità degli Studi di Siena).R. FARINELLI, Le attività minerarie e metallurgiche nelCampigliese (1550-1562), in Piano di fattibilità per ilrecupero archeologico e ambientale di opere minera-rie archeologiche delle zone “Valle dei Lanzi e deiManienti e Valle del Temperino-Aione”, SocietàAquater, Comune di Campiglia Marittima 1995 Ma-noscritto.AA.VV., San Silvestro, Guida al Parco archeominera-rio, Pisa 1997.

ALESSANDRA CASINI

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