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  • 1. Immanuel Kant LaCritica della Ragion pura A cura di Stefano Ulliana

2. Panoramica

  • 1. Il problema generale.

3. 2. I giudizi sinteticia priori . 4. 3. Larivoluzione copernicana . 5. 4. Le facolt della conoscenza e la partizione dellaCritica della Ragion pura . 6. 5. L'estetica trascendentale. 7. 6. L'analitica trascendentale. 8. 7. La dialettica trascendentale.Immanuel Kant 9. 1. Il problema generale.

  • NellaCritica della Ragion puraImmanuel Kant procede ad una sorta di autosvelamento della ragione a stessa: essa ha ora il compito di portare ad evidenza i propri movimenti, le proprie procedure ed operazioni, deve definire con chiarezza le proprie strutture, le relazioni e gli elementi che ne compongono la vita ed il movimento. Per questo essa cerca di trovare per se stessa quella rete di relazioni fondamentali che ne manifestino le strutture d'azione, nella edificazione e costruzione legittima del sapere (scientifico e metafisico). In questo lavorio analitico e discriminatorio la ragione rileva subito la differenza fra il sapere progressivo della scienza naturale e la staticit problematica e contraddittoria della riflessione metafisica (delle diverse scuole o dei diversi pensatori). Kant deve cos cercare di annullare gli esiti scettici della riflessione humiana sulle categorie fondamentali della conoscenza (causa e sostanza), per sostenerne la funzione e la legittimit entro i limiti necessari propri della ragione stessa.

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  • Prima per di riavventurarsi e rinnalzarsi lungo gli ardui cammini del vero assoluto metafisico (speculazione) Kant vuole valutare e fondare con piena e certa legittimit i movimenti di accertamento del vero o del probabile, che si realizzano nell'ambito di quella conoscenza che dovrebbe avere come criterio di giustificazione la verificazione sperimentale e l'osservazione scientifica (uso empirico della ragione). In questo modo la riflessione kantiana si divide attraverso la prima ricerca sulle condizioni di possibilit della combinazione che la scienza naturale opera fra matematica e fisica e la successiva ricerca delle motivazioni che spingono l'intelletto umano a definire poi in modo scientifico (deduttivo) la propria naturale aspirazione metafisica. Se la ricerca intorno alla prima combinazione deve trovare delle giustificazioni ai successi di fatto delle due discipline scientifiche, la seconda ricerca potrebbe invece dichiarare definitivamente l'impossibilit di qualsiasi scientificit per la metafisica stessa.

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  • Mentre infatti la matematica e la fisica possono giustificare le proprie strutture secondo principi e svolgimenti di tipo necessario e veritiero (deduzione), la metafisica - i suoi problemi circa l'esistenza di un Essere supremo e di un mondo ultraterreno non possono trovare soluzione in maniera egualmente argomentata. Cos mentre la fisico-matematica dal punto di vista conoscitivo una possibilit reale e di fatto, la metafisica avrebbe di per se stessa una pura e semplice possibilit di diritto, che andrebbe scandagliata nelle sue condizioni effettive e legittime di realizzazione. Kant si dispone quindi a ricercare quali possano essere le modalit di esecuzione della conoscenza sensibile, legata all'esperienza, posponendo l'analisi della possibilit e delle eventuali modalit di rapporto con gli oggetti della metafisica da parte della conoscenza umana.

12. 2. I giudizi sinteticia priori .

  • La conoscenza umana ha a che fare con la sensibilit, ovvero con i dati materiali offerti dalle impressioni, ricevute dal mondo esterno attraverso gli organi di senso. Ma questi apporti vengono mediati alla coscienza dall'attivit della facolt immaginativa ed intellettiva. Questa infatti opera la costruzione di un quadro e di un orizzonte scientifico di relazioni predeterminate (universali) e determinanti (necessarie) dal punto di vista formale (relazione causa-effetto; relazione temporale fra i fenomeni), capaci di edificare una sorta di infrastruttura logica umana al successivo accorpamento ed ordinamento dei dati sensibili offerti dall'esperienza sensibile. Queste relazioni ampliano la conoscenza umana intorno ai possibili suoi oggetti, prima della loro stessa eventuale esperienza (giudizi sinteticia priori ). Vi sono altre relazioni che paiono svilupparsi come determinazioni all'interno degli oggetti stessi (giudizi analiticia priori ), oppure che aggiungono il proprio predicato relativamente all'esperienza (giudizi sinteticia posteriori ).

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  • Kant quindi intende oscillare fra l'estremo della conoscenza di tradizione aristotelica (razionalismo deduttivista) e l'estremo della conoscenza di tradizione empirista (induttivismo esperienziale), per trovare una soluzione media, che prenda qualcosa dal primo e qualcosa dal secondo, combinandoli insieme. I giudizi sintetici aprioriche la scienza mette in campo godono infatti della stessa priorit (universalit e necessit) dei giudizi analiticia priorie della stessa fecondit dal punto di vista dell'ampliamento possibile delle conoscenze dei giudizi sintetici aposteriori . La stessa considerazione della metafisica come scienza le richiede di essere poi formulata secondo questi stessi principi (p.es. applicando il principio di causalit). Non diventa a questo punto allora indifferente per Kant ricercare l'origine di questi stessi principi, ritenuti comunque come inderivabili dall'esperienza.

14. 3.Larivoluzione copernicana .

  • Nei giudizi particolari della scienza compare l'unione fra un aspetto formale ed uno materiale: mentre il contributo dell'attivit sensoriale dato dalla pura e caotica molteplicit sensibile, l'effetto pratico dell'attivit della mente umana dato dall'applicazione di particolari forme soggettivamente universali e necessarie, i concetti dell'intelletto e gli schemi dell'immaginazione. Cos l'elemento materiale viene avvertito quindi introdotto nella mente del soggetto e da esso interpretato ed ordinato secondo principi formali immodificabili e prioritari. L'applicazione di questi principi quindi subordina e fa ruotare il mondo esterno la conoscibilit del mondo esterno attorno al soggetto ed alla sua mente: in ci consiste la rivoluzione copernicana della riflessione gnoseologica kantiana. Se la mente quindi conosce ci che riconosce grazie all'applicazione interiore delle formea priori( fenomeno ), essa pu solo ipostatizzare all'esterno di se stessa l'esistenza della sorgente delle proprie conoscenze ( la cosa in s ).

15. 4. Le facolt della conoscenza.La partizione dellaCritica della Ragion pura .

  • La relazione fra passivit ed attivit nella e della conoscenza fa s che Kant articoli le facolt conoscitive umane suddividendole nellasensibilit , nell' intellettoe nellaragione . La sensibilit recepisce l'immagine sensoriale degli oggetti esterni attraverso l'ordinamento a priori dato dalle intuizioni pure dello spazio e del tempo alla materialit altrimenti caotica, molteplice, confusa e possibilmente anche contraddittoria del dato sensoriale. L'intelletto applica i concetti puri delle categorie alla materia della sensibilit, per ordinarla, comprenderla ed utilizzarla. La finalizzazione del conosciuto viene congiunta a tre idee fondamentali, ordinate dalla ragione: l'anima dell'uomo, il mondo esterno e Dio. Secondo questa tripartizione Kant dovr quindi prima analizzare la presenza degli elementia priori(dottrina degli elementi), poi dovr analizzarne la reciproca funzione (dottrina del metodo).

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  • La dottrina degli elementi dovr poi analizzare per prima la parte dedicata alla conoscenza sensibile ( estetica trascendentale , intuizioni pure di spazio e tempo, fondazione della possibilit della matematica), quindi la parte dedicata all'attivit dell'intelletto ( logica trascendentale ), riguardante sia l'applicazione delle categorie ( analitica trascendentale , fondazione della fisica), sia il riferimento delle determinazioni risultanti dall'attivit dell'intelletto alle tre indicate idee di ragione ( dialettica trascendentale , possibilit della metafisica ). Tutte le forme apriorianalizzate o trascendentali vengono quindi considerate nella loro necessaria priorit e funzione di accompagnamento e determinazione strutturale, rispetto alla materialit offerta dalla sensazione esterna. Come formea prioriesse daranno quindi luogo sia alla conoscenza umana nella sua effettivit e realt, che alle determinazioni della ragione alla ricerca della sua identit operativa.

17. 18. 5. L'estetica trascendentale.

  • La sensibilit esterna od interna riceve i propri contenuti di conoscenza dando loro forma attraverso le intuizioni pure dello spazio e del tempo. Passiva ed attiva la sensibilit organizza il materiale conoscitivo attraverso le proprie forme pure apriori : attraverso la forma (intuizione) pura dello spazio organizza il materiale portato dalla sensazione esterna e coordina la reciproca collocazione degli oggetti; attraverso la forma (intuizione) pura del tempo dispone la successione degli stati interni del soggetto. La forma dello spazio poi rivolta all'uso da parte di quella del tempo, forma di tutti i fenomeni in generale. Contro l'empirismo Kant sostiene che spazio e tempo non derivano dall'esperienza, mentre criticando l'ipotesi oggettivistica ritiene che le forme pure dell'esperienza siano conficcate nell'attivit prioritaria del soggetto avvertente (la realt empirica) ed unificante (sintetizzante).

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  • Egli pone, infatti, immediatamente in opera le proprie rappresentazioni unitarie dello spazio (degli spazi, gli uni collegati e contigui agli altri) e del tempo (la successione degli stati interni del soggetto), con necessit ed universalit. Mentre la geometria si serve della formaa prioridello spazio, l'aritmetica si serve della forma pura del tempo: entrambe incrementano le proprie conoscenze, giustificandole poi per via deduttiva (indipendente dall'esperienza). Esse sono quindi delle scienze sintetichea priori . Ma allora come avviene l'accostamento e la composizione con la realt esterna materiale (natura)? Essa avviene tramite l'applicazione immediata e necessaria delle forme a priori, che inglobano necessariamente secondo le strutturazioni imposte da queste forme tutti i portati della sensazione (interna ed esterna). Cos ogni anticipazione e verificazione sta nell'apparato teorico e strumentale preparato (capacit sintetica delle teorie).

20. 6. L'analitica trascendentale.

  • Il rapporto fra portato della realt esterna e pensiero viene strutturato da Kant nellalogica trascendentale . Essa infatti ha come scopo e struttura propria l'autosvelamento dell'oggettivit che l'intelletto costruisce ed applica all'apparenza dei fenomeni ( analitica trascendentale ), appoggiandosi alle idee terminali della ragione ( dialettica trascendentale : analisi delle idee di Dio, mondo ed anima). Nell' analitica dei concettiKant sottolinea la natura funzionale ed operativa, relazionale e sintetica, deiconcetti dell'intelletto . Essi possono essereempirici , quando unificano il materiale molteplice portato dall'esperienza sensibile, oppurepuri (categorie) , quando stannoa priorinell'intelletto come forme di strutturazione universale dell'esperienza stessa. Le categorie vengono applicate come predicati nei giudizi. Seguendo poi il filo conduttore della tipologia possibile dei giudizi in generale, Kant classifica le categorie secondo

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  • il tipo dellaquantit , dellaqualit , dellarelazionee dellamodalit .

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  • Dopo avere concluso la classificazione completa delle categorie, Kant procede alla loro giustificazione di diritto e d'uso ( deduzione trascendentale ). In questo tragitto il pensatore di K nigsberg trover la possibilit e la necessit che le categorie dell'intelletto vengano applicate ai fenomeni dell'apparenza sensibile, cos come essi vengono portati dal mondo esterno alla coscienza. La relazione fondamentale infatti del mondo esterno con il soggetto che lo intuisce e pensa costituita sul fondamento necessario dell' io-penso , oappercezione trascendentale , fonte sintetica di tutte le rappresentazioni sensibili e mentali del soggetto umano. L'io-penso usa i giudizi, quindi le singole categorie.

23. 24.

  • L'io-penso kantiano risulta quindi come il fondamento necessario affinch l'inconosciuta e permanente realt esterna (la cosa in s) possa apparire (fenomeno) ed essere determinata oggettivamente, ossia universalmente e necessariamente, dall'applicazione dei suoi giudizi e quindi implicitamente delle sue categorie. La realt esterna preesiste al fenomeno, che risulta dall'applicazione di una doppia e complementare attivit/passivit: quella dell'ambiente esterno sul soggetto e quella del soggetto sull'ambiente esterno. La riflessione del sensibile sull'io-penso e sulla sua produttivit intellettuale richiama quindi la necessit di pensare insieme ed in maniera disgiunta l'esteriorit e l'interiorit, evitando sia una fondazione della soggettivit assoluta (Cartesio), sia una sua esplicitazione egualmente assoluta (Berkeley). La cosa in s permane come funzione e finzione della sua sistemazione conoscitiva.

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  • La necessaria mediazione soggettiva nell'operazione della conoscenza e la necessaria permanenza della relazione fra esteriorit ed interiorit costringe Kant a dare valore d'uso e di diritto alla funzione che principalmente costituisce la realizzazione concreta deltrait d'unionfra l'io pensante e il mondo esterno (applicazione dei concetti puri) e, reciprocamente, fra il mondo esterno e l'io pensante (sussunzione delle intuizioni ai concetti): l' immaginazione . Cos nella parte dedicata all' Analitica dei principiil filosofo prussiano costruisce unadottrina dello schematismo trascendentale ,capace di mostrare il reciproco accordo fra intelletto ed intuizione sensibile. I concetti dell'intelletto possono infatti essere applicati alle intuizioni sensibili attraverso iltempo , forma in generale dei fenomeni, prodotto dellafacolt immaginativa(legata da un lato all'intelletto e dall'altro alla sensazione).

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  • L'immaginazione produce infatti leimmagini schematicheche possono essere adattate ai concetti puri, perch questi poi possano essere convogliati opportunamente sulla forma generale del tempo, che organizza la successione degli stati del soggetto e mostra la possibilit appunto dell'intervento delle categorie superiori. Loschemapermette quindi la rappresentazione del concetto sotto le vesti dell'intuizione in generale. Cos per lecategorie di relazionelo schema del concetto di sostanza sar la permanenza nel tempo, lo schema del rapporto causa-effetto sar invece la successione, mentre lo schema dell'azione reciproca sar la simultaneit. Per lecategorie di modalitlo schema del concetto puro di possibilit sar l'esistenza in un tempo qualsiasi, mentre lo schema del concetto puro di realt sar l'esistenza in un determinato tempo, quando invece lo schema del concetto puro di necessit sar l'esistenza in ogni tempo. Per lecategorie di quantitlo schema dei

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  • concetti puri di universalit, particolarit e singolarit sar l'addizione continua nel tempo degli enti omogenei. Per lecategorie di qualitlo schema dei concetti puri di affermazione, negazione ed infinito sar la cosalit (come presenza, assenza, intensit dei fenomeni nel tempo).

28. L'attivit dell'intelletto naturalmente regolata. Vi sono dei principi, che l'intelletto puro segue nell'applicazione delle singole categorie all'apparenza dei fenomeni, obbedendo ad una analoga classificazione. Vi sono cos i principi delle categorie di quantit oassiomi dell'intuizione . Essi assumono i fenomeni intuiti come somma e successione delle loro parti (matematizzazione dell'esperienza). Vi sono poi i principi regolatori delle categorie di qualit o quantit intensiva: leanticipazioni della percezione . Esse assumono i fenomeni intuiti come soggetti ad un grado di intensit indefinitamente divisibile. 29.

  • Le categorie di relazione obbediscono invece alleanalogie dell'esperienza . Esse definiscono l'intera esperienza come una trama di rapporti necessari. Per la sostanza vi il permanere di un suoquantuminvariato; per la trasformazione fra gli eventi vi l'applicazione del principio di causalit; per la compresenza simultanea nello spazio delle sostanze vi l'applicazione del principio dell'azione reciproca. Infine le categorie di modalit seguono ipostulati del pensiero empirico in generale . Questi affermano che gli oggetti dell'esperienza che seguono le condizionia priorisono possibili, quelli che vengono determinati dalla materialit della sensazione sono reali, quelli infine che risultano connessi con l'affermazione delle idee di ragione hanno un'esistenza necessaria.

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  • La combinazione delle categorie di quantit e di qualit, la loro modulazione ed il loro svolgimento definibile nel tempo, la loro determinazione sulla base delle categorie di relazione: tutto questo costituisce l'ordinamento dei fenomeni stabilito dall'io-penso per se stesso e per le proprie capacit di comprensione (l'io come legislatore della natura in generale). In questo modo l'io-penso kantiano ed il suo ordinamento vengono a costituire la giustificazione prima e definitiva della scienza fisica galileiano-newtoniana, che nell'esperienza percorre le strade della ricerca empirica verificabile (leggi empiriche particolari).

31. Se quindi la mente filosofica umana la mente nella sua operativit, svelata dall'autocritica della ragione - depone la propria origine nel rapporto che si istituisce fra l'infinito e la finitezza dell'ideale razionale, la sua parte teoretica e pratica si concretizza realmente nel limite di possibilit stabilito dal rapporto con ilnoumenoocosa in s . 32.

  • Il limite di possibilit della conoscenza razionale ed intellettuale umana dunque il rapporto che si istituisce con il noumeno o cosa in s. Esso deve restare come termine rispetto al quale far originare tutte le molteplici manifestazioni fenomeniche e materiali della sensazione, che colgono un primo coordinamento grazie all'intervento delle intuizioni pure dello spazio e del tempo, per poi trovare definizione e determinazione grazie all'applicazione nei giudizi delle categorie dell'intelletto. Queste senza di quelle restano vuote e prive di contenuto, mente quelle senza di queste non hanno guida, definizione e determinazione. Prima del fenomeno e della sua categorizzazione sta ed quindi presupposto il noumeno: esso costituisce il postulato immanente del discorso gnoseologico kantiano. Come termine del pensiero, esso consente la relazione conoscitiva. Ma ne resta al di fuori, appunto come termine limite iniziale.

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  • Che esso sia poi il risultato del rapporto fra l'infinito e l'ideale razionale di finitezza umano confermato dal fatto che Kant stesso lo definisce come immediatamente conosciuto dall'infinito intelletto divino (intuizione intellettuale divina). Posto al di l delle conoscenze umane e quale origine delle stesse, esso vale come costante e continuo richiamo per il pensiero, che per non pu definire e determinare, stante la sua finitezza. In questo senso nessuna metafisica potr avere le pretese o l'arroganza di presentarsi e qualificarsi come scienza, visto che le strutture della conoscenza umana restano valide solamente al di qua delle colonne d'Ercole della finitezza. La finitezza stabilita dunque dal noumeno definisce e determina il campo d'esistenza, di operazione e di svolgimento dell'esperienza umana. Questa resta ingabbiata ed imprigionata dai e nei materiali portati dalla sensibilit, anche se tende ad integrare la molteplicit infinita degli enti singolari empirici in una totalit complessiva (sistematizzazione scientifica), che intende in qualche modo sostituire la mancata acquisizione della totalit complessiva della metafisica.

34. 7. La dialettica trascendentale.

  • L'orizzonte della totalit complessiva, ordinato secondo la propria necessit universale, la propria legislativit valida su tutto e riconosciuta da tutti i soggetti dotati di intelletto e ragione, costituisce l'ideale perseguito dall'opera della conoscenza metafisica di ogni tempo, secondo l'opinione kantiana, largamente influenzata dal proprio sentimento pietista della Legge divina (neostoicismo). Nel quadro di questo contesto il tentativo kantiano di definire e determinare l'orizzonte d'uso e di validit della ragione umana - la sua possibilit ed i suoi limiti reali ed ideali sembra rappresentare la volont di chiarire l'eventuale sovrapponibilit del secondo orizzonte al primo: pu la ragione umana cogliere, attingere e spiegare a se stessa quell'ordine e quella necessit? Dal punto di vista teoretico e puramente conoscitivo Kant addiverr a delle soluzioni che nonsoddisfarannoquesta tensione.

35.

  • Per questo motivo egli proceder ad un primo tentativo di adeguamento tramite laCritica della Ragion pratica che aprir verso possibilit inaspettate ( Critica del Giudizio ), ulteriormente sviluppate dai filosofi idealisti tedeschi successivi (Fichte, Schelling). Intanto nellaCritica della Ragion puraKant ricorda che l'uso trascendente della ragione (preposto all'intelletto) ed il suo uso immanente (affiancato all'intelletto) possono venire a coincidere, quando l'aspirazione naturale della ragione umana per l'infinito e per l'orizzonte della totalit complessiva dispone e si arresta consapevolmente alla serie delle tre idee regolative dell'anima (unit del senso interno), del mondo (unit del senso esterno) e di Dio (unit di entrambi). Quando l'intelletto quindi procede per via della sua spontaneit costitutiva a costruire gli oggetti pu procedere ad un'operazione di sistematizzazione progressiva e continua degli enti singolari empirici obbedendo alla precedente funzione regolativa permessa dalle idee della ragione.

36.

  • Quando invece l'intelletto, spinto dal desiderio razionale verso l'infinito e la totalit complessiva, accompagna questo impulso con la propria volont costitutiva e costruttiva dell'oggetto, allora esso ricade in forme illegittime ed infondate di conoscenza, inficiate dalla pi profonda contrapposizione ed indecidibilit. Nella sua volont di rendere reali le apparenze costituite l'intelletto dogmatico costruisce l'equivoco fondamentale della psicologia razionale, le antinomie della cosmologia razionale e le prove contraddittorie dell'esistenza o non esistenza di Dio.

37. L'equivoco fondamentale dellapsicologia razionale la sostanzializzazione dell'io-penso, la sua trasformazione in sostanza permanente (attraverso l'applicazione della relativa categoria dell'intelletto). In questo modo l'io-penso diventa un'entit spirituale, incorruttibile ed immortale, immateriale. 38.

  • Lacosmologia razionalepresenta invece un conflitto indirimibile fra due posizioni, offrendo cos lo spettacolo di rappresentazioni complessive totalmente antinomiche (antinomie della ragione: tesi e antitesi). Per la prima posizione (tesi) il mondo chiuso nello spazio e finito nel tempo, risulta scomponibile nei suoi elementi semplici, viene assoggettato alla causalit lineare ed alla forza della libert, essendo ordinato necessariamente. L'altra posizione all'opposto (antitesi) considera il mondo infinito, complesso, necessitante, ma possibile.

39.

  • Nellateologia razionale e naturaleDio viene considerato come il termine perfetto al quale deve essere riportata ogni altra totalit, naturale ed umana. Nei suoi confronti l'intelletto vuole dimostrarne l'esistenza attraverso l'essenza ( prova ontologica ). In questa tipologia di prova l'asserzione circa la sua terminalit perfetta sembra far scaturire necessariamente il suo attributo d'esistenza. Kant per evidenzia come il concetto di Dio non possa preammetterne l'esistenza in modo trascendente, perch questo sarebbe un salto rispetto a quanto portato dall'apparenza logica. Inoltre l'esistenza una propriet empirica e non intellettuale. Da ci l'impossibilit o la contraddittoriet della prova ontologica. Oltre alla prova ontologica l'intelletto crede di esperire un'altra via per l'esistenza di Dio, per il tramite del rapporto necessario del creato (contingente) con il suo creatore (necessario) ( via cosmologica ). Ma istituire un rapporto fra la serie causale dei contingenti e l'essere primo e necessario (poi ulteriormente identificato con la perfezione divina) egualmente un salto logico, dato dal cattivo uso della categoria di causa, che resta legata al solo piano immanente (non trascendente).

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  • Dalla finalit apparentemente interna all'idea di Dio, che pare costringere l'intelletto a formare il concetto oggettivo di Dio stesso, per poi preammetterne l'esistenza, Kant passa ad esaminare la modalit attraverso la quale l'apparenza di una finalit esterna presente nel mondo in generale spinga sempre l'intelletto a preammettere la presenza di un agente finalizzatore, appunto Dio stesso (con la sua infinita provvidenza) ( prova fisico-teologica o teleologica ). Anche in questo caso per l'intelletto non pu non ritrovare se non ci che apparentemente preammette, sempre con un medesimo salto logico. La finalit esterna della natura potrebbe infatti trovare causa nella natura stessa, senza dover rovesciare la fonte della stessa in una causa trascendente, che renda interno a s ci che appare come esterno a noi. Tramutandolo in tal modo prima in ente necessario (prova cosmologica) e poi in signore creatore (prova ontologica). Inoltre la prova teleologica pare accostare l'infinito divino (creatore ed ordinatore perfetto) al finito (naturale ed umano), con un'aperta incongruenza e contraddizione fra il fine finito ed indefinito e la causa infinita e perfetta.

41.

  • Nel passaggio progressivo dalla prova ontologica, a quella cosmologica ed infine a quella teleologica si assiste quasi storicamente - al passaggio ed alla costruzione di una nuova concezione teologica: dal Dio completamente trascendente della concezione antica e medievale si passa apparentemente ad un Dio compresente all'Universo, che certamente lo crea, ma che anche lo ordina e lo amministra in modo puntale ed organizzato, anche se apparentemente dall'esterno, appunto come un orologiaio fa con il suo orologio. Un Dio cos maggiormente umanizzato, che dar facilmente esca alle successive critiche della sinistra hegeliana (cfr. L. Feuerbach, K. Marx).

42. La critica all'uso costitutivo delle idee di ragione si accompagna quindi alla valutazione positiva del loro giustificato uso empirico. Il loro uso empirico permetter infatti l'incremento sistematico delle conoscenze. L'idea psicologica spinger a cercare i 43.

  • legami tra tutti i fenomeni del senso interno e a rintracciare in essi una sempre maggiore unit, proprio come se fossero manifestazioni di un'unica sostanza semplice. L'idea cosmologica spinger a passare incessantemente da un fenomeno naturale all'altro, dall'effetto alla causa e alla causa di questa causa e via all'infinito, proprio come se la totalit dei fenomeni costituisse un unico mondo. L'idea teologica infine additer all'intera esperienza un ideale di perfetta organizzazione sistematica, che essa non raggiunger mai, ma che perseguir sempre, proprio come se tutto dipendesse da un unico Creatore.

44. Contro quindi la tradizionale metafisica dogmatica dei razionalisti o degli empiristi la proposta kantiana si rivolger alla possibilit di un impianto critico delle conoscenze rivolte al soggetto naturale ed al soggetto umano (metafisica critica o scienza dei principia prioridel conoscere o dell'agire). In questo modo sar lo stesso Kant ad aprire la fonte originaria di un'immaginazione razionale sistematica ( Prolegomeni ad ogni metafisica futura ,Fondazione della metafisica dei costumi ,Principi metafisici della scienza della natura ). 45. Immanuel Kant Critica della Ragion pura 46. Kritik der Reinen Vernunft(A, 1781) Kritik der Reinen Vernunft(B, 1787) 47. Prolegomena (1783) Grundlegung der Sitten(1785) 48.

  • DallaEnciclopedia multimediale delle Scienze filosofichedella Rai italiana una serie di interviste e presentazioni filosofiche relative alla figura ed al pensiero di I. Kant.

Vittorio Hoesle - Kant (1) Vittorio Hoesle - Kant (2) Vittorio Hoesle - Kant (3) Principi metafisici della scienza della natura(1786)