2 Corriere di Como Martedì 9 Agosto 2011 Scienziato Il ...lariano - che invece prefe-riva ricercare...

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Corriere di Como Martedì 9 Agosto 2011 2 parole scritte oggi, non dodici anni fa». Nonostante tutto, però, l’Italia è rimasta ferma, culturalmente arretrata - «Siamo ancora all’Italia del Medioevo, come idee e concetti - aggiunge l’as- sessore leghista - Non ha saputo seguire le linee del- lo sviluppo istituzionale e politico indicate nei lavori dello scienziato del diritto comasco. Ancora una vol- ta la scienza è più avanti rispetto alla realtà». «Dobbiamo cambiare, e cambieremo. Con l’ultimo decreto approvato quindi- ci giorni fa la parte legi- slativa per la costruzione del federali- smo si è con- clusa», sotto- linea però Co- lombo. Ades- so spetta alla società, per- ché «le cose possono cam- biare solo in due modi: o il popolo stesso decide di cambiare, o chi comanda impone cam- biamenti». Gianfranco Miglio indi- cava la prima via – quella che passa dall’iniziati- va popolare – come strumento per im- porre cambiamenti e ri- forme. «La gente deve ca- pire che spetta a tutti noi, come popolo e come singo- li individui, attivarsi per cambiare le cose», conclu- de Colombo. Maria Paola Viviani Schlein e Gabriele Osti- nelli condividono questo giudizio. Oggi docente di Diritto pubblico compa- rato e preside della facoltà di Giurisprudenza dell’Università dell’Insu- bria, Viviani Schlein ha conosciuto Gianfranco Miglio da giovane, all’in- terno dell’“Istituto per la Scienza dell’Amministra- zione Pubblica” fondato, a Milano, dallo stesso poli- tologo comasco, del cui co- mitato scientifico oggi la studiosa è ancora mem- Uno scienziato della po- litica, un accademico e un intellettuale che è stato anche in Parlamento. So- no passati dieci anni dalla scomparsa di Gianfranco Miglio. Alcun saggi e le- zioni fondamentali del po- litologo sono stati riuniti in Lezioni di politica, volu- me in due tomi in uscita da Il Mulino, curato da Davi- de G. Bianchi e Alessandro Vitale. A ricordare la figu- ra dello studioso e il suo apporto alle scienze poli- tiche italiane sarà anche un convegno organizzato dall’amministrazione provinciale di Como e dal Comune di Domaso, a cui interverranno alcune del- le personalità accademi- che maggiormente legate a Miglio. Dal punto di vista scien- tifico, lo studioso comasco rappresenta l’alter ego di Giovanni Sartori: i due po- li della bilancia della scienza politica italiana, uno - il fiorentino - legato a una visione sociologica della politica, l’altro - il lariano - che invece prefe- riva ricercare nella storia le origini e le matrici della realtà d’oggi. I due, peraltro, hanno anche collaborato in quel- la che rappresenta una delle principali eredità che lo studioso comasco lascia all’Italia, la rifor- ma dello statuto della fa- coltà di Scienze politiche, avviata nel 1968. Ma cosa rimane, nel 2011, della figura di Miglio, e qual è il peso delle sue teo- rie politiche e istituziona- li? A queste do- mande cer- cherà di ri- spondere il convegno che Mario Colom- bo, assessore alla Cultura nella giunta provinciale guidata dal le- ghista Leo- nardo Cario- ni, e docente alla facoltà di Agraria dell’Universi- tà Statale di Milano, ha or- ganizzato a Domaso nel giorno stesso del decimo anniversario della scomparsa dello stu- dioso. Inizierà alle 11 a Vil- la Camilla, in via Garibal- di, e prevede contributi di Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università Cattolica, e dello studioso di Dottri- ne politiche Stefano Bru- no Galli. Colombo non nasconde di essere «grande estima- tore e ammiratore di Mi- glio, uno scienziato della politica che proiettava la sua visione dello Stato e della società a molti anni di distanza, in un futuro a cui non siamo ancora arri- vati». «I suoi libri sembra- no scritti appena ieri», ag- giunge Colombo. «Pren- diamo ad esempio il suo ultimo libro, L’asino di Bu- ridano, del 1999: la prefa- zione è a firma di Roberto Formigoni, ma sembrano Primo Piano Scienziato della politica Le parole di chi ha lavorato al suo fianco L’evento Domani alle 11 a Villa Camilla, in via Garibaldi a Domaso, il convegno promosso dall’amministrazione provinciale di Como Il libro Il Mulino si accinge a pubblicare due volumi di Lezioni di politica, raccolta di scritti e lezioni curata da Davide G. Bianchi e Alessandro Vitale Il Lario s’interroga sull’eredità di Gianfranco Miglio A dieci anni dalla morte un convegno a Domaso ricorderà domani la sua opera La vita L’ideale federalista Nato a Como l’11 gennaio 1918 e morto il 10 agosto 2001, Gianfranco Miglio nella sua attività di giurista, politologo e politico è stato sostenitore di ipotesi di trasformazione dello Stato italiano in senso federale o, addirittura, confederale. Tra gli anni Ottanta e i Novanta è stato considerato l'ideologo della Lega Nord, in rappresentanza della quale fu anche senatore, prima di rompere con il leader del Carroccio Umberto Bossi e dar vita alla breve stagione del Partito Federalista Il docente Miglio ha insegnato all’Università Cattolica di Milano, ove fu preside della facoltà di Scienze politiche dal 1959 al 1988. È stato allievo di Alessandro Passerin d’Entrèves e (f.c.) Como e Gianfranco Miglio. Una città e uno dei suoi figli di maggior rilie- vo nella storia recente. Una presenza a volte in- gombrante, almeno per al- cuni. Eppure, il ricordo dello studioso di scienza della politica e costituzio- nalista è vivo. «Ancora oggi capita spesso che qualcuno mi fermi per parlarmi di mio padre. Recentemente è ca- pitato anche durante un viaggio aereo», dice Leo Miglio, figlio del politolo- go lariano e docente all’Università Bicocca di Milano. Un ricordo radi- cato molto in profondità e positivo nella sua accezio- ne, che nel giugno 2010 ha portato anche a intitolare una piazza di Como al po- litologo in uno dei luo- ghi-simbolo della sua sto- ria, davanti al liceo classi- co “Volta” dove quello che sarebbe diventato uno dei maggiori pensatori politi- ci italiani passò i suoi anni di studente. Il decennale dalla scom- parsa di Miglio è anche l’occasione per mettere mano all’archivio dello studioso. Questo ha per- messo di realizzare, par- tendo dalle registrazioni magnetofoniche delle sue lezioni durante l’anno ac- cademico ’81-’82, due volu- mi che l’editrice Il Mulino di Bologna si appresta a pubblicare. Personaggio poliedrico, Gianfranco Miglio: stu- dioso di politica, docente universitario, riformatore della facoltà di Scienze politiche, parlamentare leghista, propugnatore di un movimento di rinnova- mento in senso federalista dell’Italia. Un lavoro che, secondo Leo Miglio, è tut- tora attualissimo, dal mo- mento che gran parte dei problemi che assillano il nostro Paese in questi an- ni difficili, di crisi politi- ca, istituzionale ed econo- mica, sono ancora quelli che lo studioso dei mecca- nismi della politica indi- cava nei suoi libri e nei suoi lavori. In anticipo di trenta, an- che quaranta anni. «Con il tempo, le sue idee hanno acquistato ancora più valore», ammette in- fatti il figlio Leo. Il convegno e la pubbli- cazione dal Mulino sono anche un modo per appro- fondire la conoscenza e la comprensione del Mi- glio-studioso e scienziato. E il Miglio-uomo? La- sciando da parte tutte le considerazioni sul docen- ipotesi più politiche che tecniche: il federalismo di cui si parla oggi in Italia è invece più una faccenda contabile, basata su tabel- le di costi standard per i diversi servizi dell’ammi- nistrazione pubblica, che di sostanza politica». All’epoca si parlava di macroregioni: Nord, Cen- tro e Sud. «Un modo per superare le Regioni», dice Ostinelli. Un’aspirazione completamente tradita dai successivi sviluppi del- la politica italiana: «È stata abbandonata la stra- da politica per prendere una strada economica, una scelta che ha di fatto congelato l’aspetto politi- co e istituzionale come è adesso». Franco Cavalleri Gianfranco Miglio, studioso e docente comasco morto nel 2001 a 83 anni Viviani Schlein Il suo federalismo era molto diverso da quella in voga oggi Ostinelli Pensava a ipotesi più politiche che tecniche bro. «Era fautore del fede- ralismo, ma in una versio- ne molto diversa da quella in voga oggi, almeno in Italia», dice. Nella sua esperienza di docente e di preside nelle facoltà uni- versitarie non ha mai vi- sto un accentramento «così accentuato come og- gi». Gabriele Ostinelli è stato, invece, parlamenta- re leghista negli anni ’90. Con il politologo comasco ha condiviso molte batta- glie politiche, fuori e den- tro le aule parlamentari. «Gianfranco pensava a Colombo I suoi libri sembrano scritti appena ieri Ricercatore “puro” La sua onestà e il suo disinteresse nei confronti delle cose materiali conquistavano tutti coloro che venivano in contatto con lui Se fosse vivo oggi Sarebbe soprattutto sconfortato: i cittadini comuni non sembrano ancora aver percepito lo stimolo a muoversi, a darsi da fare Leo Miglio, figlio del politologo e senatore lariano, e a sua volta docente universitario » Parla il figlio dello studioso Leo: «Con il passare del tempo ancora più valore alle sue idee» te e sul politologo, sull’uo- mo pubblico e politico, co- sa si può dire su Gianfran- co Miglio? «Mio padre era una per- sona sicuramente coin- volgente, ben oltre la di- mensione del personaggio pubblico. La sua onestà ed il suo disinteresse nei con- fronti delle cose materiali conquistavano tutti colo- ro che venivano in contat- to con lui, anche solo per pochi minuti», ricorda Leo. Fosse qui a vedere la si- tuazione politica naziona- le e locale dei nostri gior- ni, il senatore non rimar- rebbe stupito: i problemi di oggi sono figli e nipoti dei problemi di ieri, e sono gli stessi che vengono ben rappresentati e descritti nei suoi libri e nelle sue le- zioni. «Sarebbe soprattutto sconfortato», ammette Leo Miglio. Sconfortato dal fatto che quella «socie- tà civile» che il professore tanto amava, e che poneva al centro del suo pensiero scientifico e delle sue teo- rie sullo sviluppo della po- litica, delle istituzioni e della società, in Italia «an- cora è assente e solo ades- so comincia a muoversi, ma solo in alcune delle sue componenti. La classe media, i cittadini comuni, non sembrano ancora aver percepito lo stimolo a muoversi, a darsi da fare»., conclude Leo Miglio. A sinistra, Myriam Previero Miglio, vedova dello studioso, con la direttrice della biblioteca Chiara Milani in occasione della mostra del 2007 Giorgio Balladore Pallieri, sotto la cui docenza si è formato sui classici del pensiero giuridico e politologico Il politico Eletto al Senato come indipendente nelle liste della Lega, dal 1990 al 1994 Miglio lavorò per il partito con l'intento di farne un’autentica forza di cambiamento. Fu in tale periodo che elaborò un progetto di riforma federale fondato sul ruolo costituzionale assegnato all'autorità federale e a quella delle macroregioni o cantoni (del Nord o Padania, del Centro o Etruria, del Sud o Mediterranea, oltre alle cinque regioni a statuto speciale) L’amore per il Lario In otto anni, tra il 1951 e il 1959, Miglio diede vita con i suoi collaboratori a un’impresa monumentale. È l’antologia “Larius”, uno dei capisaldi editoriali che hanno celebrato il Lago di Como. A questa opera enciclopedica sulla storia, le tradizioni e l’iconografia delle terre lariane, “corpus” organico di tutte le antiche testimonianze estetiche e descrizioni del nostro territorio edito da Alfieri nel 1959, nel febbraio 2007 è stata dedicata nelle sale della Biblioteca civica di piazzetta Lucati a Como una mostra documentaria a cura di Guglielmo Invernizzi. L’antologia fu caratterizzata da attenzione certosina ai dettagli, testi dall’antichità all’800 raccolti da un’infinita serie di fonti con competenza erudita, cura filologica e amore enciclopedico e “pliniano” per il territorio, e grande passione - pionieristica, dato che fino agli anni ’50 a Como mancò un’opera simile - per l’iconografia. Che, specie nel Sette e nell’Ottocento, di fatto inaugurò il mito del “laghismo” con affascinanti stampe che riproducono scorci di particolare gusto romantico. Lo stesso Miglio, come testimoniarono i documenti in mostra in biblioteca, si occupò della grafica dell’opera, che venne promossa dalla Camera di Commercio e è oggi contesa dai bibliofili sul mercato antiquario a suon di centinaia di euro

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Corriere di Como Martedì 9 Agosto 20112

parole scritte oggi, nondodici anni fa».

Nonostante tutto, però,l’Italia è rimasta ferma,culturalmente arretrata -«Siamo ancora all’Italiadel Medioevo, come idee econcetti - aggiunge l’as -sessore leghista - Non hasaputo seguire le linee del-lo sviluppo istituzionale epolitico indicate nei lavoridello scienziato del dirittocomasco. Ancora una vol-ta la scienza è più avantirispetto alla realtà».«Dobbiamo cambiare, ecambieremo. Con l’ultimodecreto approvato quindi-ci giorni fa la parte legi-slativa per la costruzione

del federali-smo si è con-clusa», sotto-linea però Co-lombo. Ades-so spetta allasocietà, per-ché «le cosepossono cam-biare solo indue modi: o ilpopolo stessodecide dicambiare, ochi comandaimpone cam-biamenti».Gianfr ancoMiglio indi-cava la primavia – quellache passadall’iniziati -va popolare –

come strumento per im-porre cambiamenti e ri-forme. «La gente deve ca-pire che spetta a tutti noi,come popolo e come singo-li individui, attivarsi percambiare le cose», conclu-de Colombo.

Maria Paola VivianiSchlein e Gabriele Osti-nelli condividono questogiudizio. Oggi docente diDiritto pubblico compa-rato e preside della facoltàdi Giurisprudenzadell’Università dell’Insu -bria, Viviani Schlein haconosciuto GianfrancoMiglio da giovane, all’in -terno dell’“Istituto per laScienza dell’Amministra -zione Pubblica” fondato, aMilano, dallo stesso poli-tologo comasco, del cui co-mitato scientifico oggi lastudiosa è ancora mem-

Uno scienziato della po-litica, un accademico e unintellettuale che è statoanche in Parlamento. So-no passati dieci anni dallascomparsa di GianfrancoMiglio. Alcun saggi e le-zioni fondamentali del po-litologo sono stati riunitiin Lezioni di politica, volu-me in due tomi in uscita daIl Mulino, curato da Davi-de G. Bianchi e AlessandroVitale. A ricordare la figu-ra dello studioso e il suoapporto alle scienze poli-tiche italiane sarà ancheun convegno organizzatodall’amministr azioneprovinciale di Como e dalComune di Domaso, a cuiinterverranno alcune del-le personalità accademi-che maggiormente legatea Miglio.

Dal punto di vista scien-tifico, lo studioso comascorappresenta l’alter ego diGiovanni Sartori: i due po-li della bilancia dellascienza politica italiana,uno - il fiorentino - legatoa una visione sociologicadella politica, l’altro - illariano - che invece prefe-riva ricercare nella storiale origini e le matrici dellarealtà d’o ggi.

I due, peraltro, hannoanche collaborato in quel-la che rappresenta unadelle principali ereditàche lo studioso comascolascia all’Italia, la rifor-ma dello statuto della fa-coltà di Scienze politiche,avviata nel 1968.

Ma cosa rimane, nel 2011,della figura di Miglio, equal è il peso delle sue teo-rie politiche e istituziona-li?

A queste do-mande cer-cherà di ri-spondere ilconvegno cheMario Colom-bo, assessorealla Culturanella giuntap rov i n c i a l eguidata dal le-ghista Leo-nardo Cario-ni, e docentealla facoltà diAgr ariadell’Universi -tà Statale diMilano, ha or-ganizzato aDomaso nelgiorno stessodel decimoanniver sariodella scomparsa dello stu-dioso. Inizierà alle 11 a Vil-la Camilla, in via Garibal-di, e prevede contributi diLorenzo Ornaghi, rettoredell’Università Cattolica,e dello studioso di Dottri-ne politiche Stefano Bru-no Galli.

Colombo non nascondedi essere «grande estima-tore e ammiratore di Mi-glio, uno scienziato dellapolitica che proiettava lasua visione dello Stato edella società a molti annidi distanza, in un futuro acui non siamo ancora arri-vati». «I suoi libri sembra-no scritti appena ieri», ag-giunge Colombo. «Pren-diamo ad esempio il suoultimo libro, L’asino di Bu-ridano, del 1999: la prefa-zione è a firma di RobertoFormigoni, ma sembrano

Primo Piano

Scienziato della politica Le paroledi chi ha lavorato

al suo fianco

L’evento Domani alle 11 a Villa Camilla,in via Garibaldi a Domaso, il convegnopromosso dall’amministrazioneprovinciale di Como

Il libro Il Mulino si accinge a pubblicaredue volumi di Lezioni di politica, raccoltadi scritti e lezioni curata da DavideG. Bianchi e Alessandro Vitale

Il Lario s’interroga sull’eredità di Gianfranco MiglioA dieci anni dalla morte un convegno a Domaso ricorderà domani la sua opera

La vita

L’ideale federalistaNato a Como l’11 gennaio 1918 emorto il 10 agosto 2001, GianfrancoMiglio nella sua attività di giurista,politologo e politico è statosostenitore di ipotesi ditrasformazione dello Stato italianoin senso federale o, addirittura,confederale. Tra gli anni Ottanta e iNovanta è stato consideratol'ideologo della Lega Nord, inrappresentanza della quale fuanche senatore, prima di romperecon il leader del Carroccio UmbertoBossi e dar vita alla breve stagionedel Partito FederalistaIl docenteMiglio ha insegnato all’UniversitàCattolica di Milano, ove fu presidedella facoltà di Scienze politiche dal1959 al 1988. È stato allievo diAlessandro Passerin d’Entrèves e

( f. c. ) Como e GianfrancoMiglio. Una città e uno deisuoi figli di maggior rilie-vo nella storia recente.Una presenza a volte in-gombrante, almeno per al-cuni. Eppure, il ricordodello studioso di scienzadella politica e costituzio-nalista è vivo.

«Ancora oggi capitaspesso che qualcuno mifermi per parlarmi di miopadre. Recentemente è ca-pitato anche durante unviaggio aereo», dice LeoMiglio, figlio del politolo-go lariano e docenteall’Università Bicocca diMilano. Un ricordo radi-cato molto in profondità epositivo nella sua accezio-ne, che nel giugno 2010 haportato anche a intitolareuna piazza di Como al po-litologo in uno dei luo-ghi-simbolo della sua sto-ria, davanti al liceo classi-co “Vo l t a ” dove quello chesarebbe diventato uno deimaggiori pensatori politi-ci italiani passò i suoi annidi studente.

Il decennale dalla scom-parsa di Miglio è anchel’occasione per metteremano all’archivio dellostudioso. Questo ha per-messo di realizzare, par-tendo dalle registrazionimagnetofoniche delle suelezioni durante l’anno ac-cademico ’81-’82, due volu-mi che l’editrice Il Mulinodi Bologna si appresta ap u bbl i c a re.

Personaggio poliedrico,Gianfranco Miglio: stu-dioso di politica, docenteuniversitario, riformatoredella facoltà di Scienzepolitiche, parlamentareleghista, propugnatore diun movimento di rinnova-mento in senso federalistadell’Italia. Un lavoro che,secondo Leo Miglio, è tut-tora attualissimo, dal mo-mento che gran parte dei

problemi che assillano ilnostro Paese in questi an-ni difficili, di crisi politi-ca, istituzionale ed econo-mica, sono ancora quelliche lo studioso dei mecca-nismi della politica indi-cava nei suoi libri e neisuoi lavori.

In anticipo di trenta, an-che quaranta anni.

«Con il tempo, le sue idee

hanno acquistato ancorapiù valore», ammette in-fatti il figlio Leo.

Il convegno e la pubbli-cazione dal Mulino sonoanche un modo per appro-fondire la conoscenza e lacomprensione del Mi-glio-studioso e scienziato.E il Miglio-uomo? La-sciando da parte tutte leconsiderazioni sul docen-

ipotesi più politiche chetecniche: il federalismo dicui si parla oggi in Italia èinvece più una faccendacontabile, basata su tabel-le di costi standard per idiversi servizi dell’ammi -nistrazione pubblica, chedi sostanza politica».

All’epoca si parlava dimacroregioni: Nord, Cen-tro e Sud. «Un modo persuperare le Regioni», diceOstinelli. Un’aspir azionecompletamente traditadai successivi sviluppi del-la politica italiana: «Èstata abbandonata la stra-da politica per prendereuna strada economica,una scelta che ha di fattocongelato l’aspetto politi-co e istituzionale come èadesso».

Franco Cavalleri

Gianfranco Miglio, studioso e docente comasco morto nel 2001 a 83 anni

�Viviani SchleinIl suo federalismoera molto diverso daquella in voga oggi

�OstinelliPensava a ipotesipiù politicheche tecniche

bro. «Era fautore del fede-ralismo, ma in una versio-ne molto diversa da quellain voga oggi, almeno inItalia», dice. Nella suaesperienza di docente e dipreside nelle facoltà uni-versitarie non ha mai vi-sto un accentramento

«così accentuato come og-gi». Gabriele Ostinelli èstato, invece, parlamenta-re leghista negli anni ’90.Con il politologo comascoha condiviso molte batta-glie politiche, fuori e den-tro le aule parlamentari.«Gianfranco pensava a

�ColomboI suoi librisembrano scrittiappena ieri

�Ricercatore “puro” La suaonestà e il suo disinteresse neiconfronti delle cose materialiconquistavano tutti coloro chevenivano in contatto con lui

�Se fosse vivo oggi Sarebbesoprattutto sconfortato:i cittadini comuni non sembranoancora aver percepito lo stimoloa muoversi, a darsi da fare

Leo Miglio, figlio del politologo e senatore lariano, e a sua volta docente universitario

» Parla il figlio dello studioso

Leo: «Con il passare del tempoancora più valore alle sue idee»

te e sul politologo, sull’uo -mo pubblico e politico, co-sa si può dire su Gianfran-co Miglio?

«Mio padre era una per-sona sicuramente coin-volgente, ben oltre la di-mensione del personaggiopubblico. La sua onestà edil suo disinteresse nei con-fronti delle cose materialiconquistavano tutti colo-ro che venivano in contat-to con lui, anche solo perpochi minuti», ricordaL e o.

Fosse qui a vedere la si-tuazione politica naziona-le e locale dei nostri gior-ni, il senatore non rimar-rebbe stupito: i problemidi oggi sono figli e nipotidei problemi di ieri, e sonogli stessi che vengono benrappresentati e descrittinei suoi libri e nelle sue le-zioni.

«Sarebbe soprattuttosconfortato», ammetteLeo Miglio. Sconfortatodal fatto che quella «socie-tà civile» che il professoretanto amava, e che ponevaal centro del suo pensieroscientifico e delle sue teo-rie sullo sviluppo della po-litica, delle istituzioni edella società, in Italia «an-cora è assente e solo ades-so comincia a muoversi,ma solo in alcune delle suecomponenti. La classemedia, i cittadini comuni,non sembrano ancora averpercepito lo stimolo amuoversi, a darsi da fare».,conclude Leo Miglio.

A sinistra, Myriam Previero Miglio, vedova dello studioso, con la direttricedella biblioteca Chiara Milani in occasione della mostra del 2007

Giorgio Balladore Pallieri, sotto lacui docenza si è formato sui classicidel pensiero giuridico e politologicoIl politicoEletto al Senato come indipendentenelle liste della Lega, dal 1990 al1994 Miglio lavorò per il partito conl'intento di farne un’autentica forzadi cambiamento. Fu in tale periodoche elaborò un progetto di riformafederale fondato sul ruolocostituzionale assegnato all'autoritàfederale e a quella dellemacroregioni o cantoni (del Nord oPadania, del Centro o Etruria, delSud o Mediterranea, oltre allecinque regioni a statuto speciale)L’amore per il LarioIn otto anni, tra il 1951 e il 1959,Miglio diede vita con i suoicollaboratori a un’i m p re s amonumentale. È l’antologia“Larius”, uno dei capisaldi editorialiche hanno celebrato il Lago diComo. A questa operaenciclopedica sulla storia, letradizioni e l’iconografia delle terrelariane, “corpus” organico di tutte leantiche testimonianze estetiche edescrizioni del nostro territorio editoda Alfieri nel 1959, nel febbraio2007 è stata dedicata nelle saledella Biblioteca civica di piazzettaLucati a Como una mostradocumentaria a cura di GuglielmoInvernizzi. L’antologia fucaratterizzata da attenzionecertosina ai dettagli, testidall’antichità all’800 raccolti daun’infinita serie di fonti concompetenza erudita, cura filologicae amore enciclopedico e “pliniano”per il territorio, e grande passione -pionieristica, dato che fino agli anni’50 a Como mancò un’opera simile- per l’iconografia. Che, specie nelSette e nell’Ottocento, di fattoinaugurò il mito del “laghismo” conaffascinanti stampe cheriproducono scorci di particolaregusto romantico. Lo stesso Miglio,come testimoniarono i documenti inmostra in biblioteca, si occupò dellagrafica dell’opera, che vennepromossa dalla Cameradi Commercio e è oggi contesa daibibliofili sul mercato antiquario asuon di centinaia di euro