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52 2. Contro la dispersione scolastica: progetti e interventi in Brescia e provincia* 1. Le politiche europee ed italiane contro la dispe rsione scolastica Riferimenti legislativi e linee di indirizzo Il fenomeno della dispersione scolastica, intesa come fuoriuscita anticipata dal DDIF – diritto dovere istruzione e formazione – continua ad essere una realtà che desta ancora qualche preoccupazione nonostante il decremento avvenuto nelle scuole secondarie di secondo grado 1 e la quasi scomparsa nella scuola Primaria e nella secondaria inferiore. I dati relativi alla provincia di Brescia mostrano che il tasso di partecipazione scolastica dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni, per l’anno scolastico 2005-06, è stato del 78,4% con uno scarto del – 5,6% rispetto alla media nazionale 2 ; totalmente diversa è invece la situazione universitaria, dove, nonostante l’aumento delle immatricolazioni dovute per lo più agli effetti della riforma universitaria avvenuta nell’a.a. 2001-02, il tasso di laurea nei cicli brevi è ancora molto basso (18,1%) e nettamente inferiore sia a quello lombardo (23,2%) che a quello nazionale (21,3%) 3 . Nonostante questi dati, che per essere compresi a fondo andrebbero posti in relazione a variabili strutturali quali l’età, il genere, l’appartenenze etnica ecc… l’elevato numero di studenti che lascia la scuola superiore, e sopratutto l’Università, ha posto l’esigenza di riflettere, da un lato, sulle motivazioni che spingono i giovani ad abbandonare il sistema di istruzione/formazione e, dall’altro, ad indicare delle buone pratiche che aiutino le due istituzioni a far fronte al problema indicando strategie efficaci e linee guida per la costruzione di progetti e iniziative valide a contrastarne il fenomeno. * Di Donatella Langialonga. 1 Secondo un rapporto Ocse 2003, che lancia un nuovo allarme dispersione, uno studente quindicenne su 4 dimostrerebbe scarso interesse e basso senso di appartenenza verso l’istituzione scolastica. Le cause di questi atteggiamenti sono da ricercarsi, da un lato, nelle relazioni sociali con compagni e docenti, spesso vissute in modo insoddisfacente da questi ragazzi, e dall’altro lato la convinzione che la scuola serva a ben poco per il futuro. 2 Per ulteriori approfondimenti si rimanda al capitolo primo. 3 Una situazione analoga si registra anche per i corsi di laurea a cicli lunghi. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al capitolo primo.

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2. Contro la dispersione scolastica: progetti e interventi in Brescia e provincia* 1. Le politiche europee ed italiane contro la dispersione scolastica Riferimenti legislativi e linee di indirizzo

Il fenomeno della dispersione scolastica, intesa come fuoriuscita anticipata dal DDIF – diritto dovere istruzione e formazione – continua ad essere una realtà che desta ancora qualche preoccupazione nonostante il decremento avvenuto nelle scuole secondarie di secondo grado1 e la quasi scomparsa nella scuola Primaria e nella secondaria inferiore.

I dati relativi alla provincia di Brescia mostrano che il tasso di partecipazione scolastica dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni, per l’anno scolastico 2005-06, è stato del 78,4% con uno scarto del – 5,6% rispetto alla media nazionale 2; totalmente diversa è invece la situazione universitaria, dove, nonostante l’aumento delle immatricolazioni dovute per lo più agli effetti della riforma universitaria avvenuta nell’a.a. 2001-02, il tasso di laurea nei cicli brevi è ancora molto basso (18,1%) e nettamente inferiore sia a quello lombardo (23,2%) che a quello nazionale (21,3%)3.

Nonostante questi dati, che per essere compresi a fondo andrebbero posti in relazione a variabili strutturali quali l’età, il genere, l’appartenenze etnica ecc… l’elevato numero di studenti che lascia la scuola superiore, e sopratutto l’Università, ha posto l’esigenza di riflettere, da un lato, sulle motivazioni che spingono i giovani ad abbandonare il sistema di istruzione/formazione e, dall’altro, ad indicare delle buone pratiche che aiutino le due istituzioni a far fronte al problema indicando strategie efficaci e linee guida per la costruzione di progetti e iniziative valide a contrastarne il fenomeno.

* Di Donatella Langialonga. 1 Secondo un rapporto Ocse 2003, che lancia un nuovo allarme dispersione, uno studente quindicenne su 4 dimostrerebbe scarso interesse e basso senso di appartenenza verso l’istituzione scolastica. Le cause di questi atteggiamenti sono da ricercarsi, da un lato, nelle relazioni sociali con compagni e docenti, spesso vissute in modo insoddisfacente da questi ragazzi, e dall’altro lato la convinzione che la scuola serva a ben poco per il futuro. 2 Per ulteriori approfondimenti si rimanda al capitolo primo. 3 Una situazione analoga si registra anche per i corsi di laurea a cicli lunghi. Per ulteriori approfondimenti si rimanda al capitolo primo.

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In particolare, dal rapporto Eurydice4 del 1997, quarta sezione, ci si è domandato se questi interventi avrebbero dovuto assumere caratteristiche preventive o di seconda chance, e, ancora, se le suddette misure avrebbero dovuto avere come obiettivo primario l’integrazione sociale o lo sviluppo di competenze e abilità qualificanti per il lavoro. A rispondere a questo quesito è stato il Consiglio europeo straordinario, riunitosi a Lussemburgo il 20-21 novembre 1997. In questa sede, infatti, gli stati partecipanti hanno deliberato sulla necessità di agevolare il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, incentivando la realizzazione di sistemi di apprendistato che promuovessero nei giovani l’acquisizione di capacità maggiormente spendibili in un mondo tecnologico e sempre più scosso dai mutamenti economici, in quanto ritenuti strumenti utili per invogliare i ragazzi nella prosecuzione degli studi. Ai fini della prevenzione e del contrasto all’abbandono, tuttavia, questa strategia non è sufficiente: non basta semplicemente ribadire l’importanza dell’istruzione e della formazione perchè questi concetti vengano assimilati, è fondamentale interrogarsi sulle strategie e su quali pratiche adottare per coinvolgere maggiormente gli studenti nelle attività scolastiche in modo da incentivarne la motivazione e la partecipazione attiva5.

L’abbandono scolastico non è un qualcosa di “fisiologico” che assume delle caratteristiche di normalità; può essere considerato, caso mai, un fenomeno patologico che va adeguatamente risolto. In sostanza, non è normale che la scuola perda quegli studenti che lungo il percorso formativo risultano essere incapaci di soddisfare le richieste in termini di riuscita e prestazioni (Besozzi, 1993); è più normale che l’istituzione scuola incentivi e attui le indicazioni europee. Se infatti il compito della scuola, così come indicato dalla Commissione europea e degli Stati membri riunitasi a Lussemburgo nel 1997, è la formazione permanente e ogni attività di apprendimento è finalizzata a migliorare le conoscenze, le qualifiche e le competenze degli studenti, allora è fondamentale che la Scuola si faccia carico degli stessi, specie quelli più deboli, predisponendo diverse strategie indirizzate, ad esempio, a favorire percorsi didattici personalizzati, a prevedere corsi di recupero e progetti di sostegno per coloro che sono in difficoltà, ma anche a considerare complementari gli apprendimenti formali e

4 Eurydice è una rete istituzionale, fondata nel 1980 dalla Commissione europea e dagli Stati membri, al fine di raccogliere, aggiornare, analizzare e diffondere informazioni attendibili e comparabili sulle politiche e i sistemi educativi attraverso l’Europa. Per maggiori informazioni consultare il sito www.eurydice.org. 5 Un rapporto Ocse del 2000 sull’importanza della motivazione nel rapporto educativo si è soffermato nell’analisi delle seguenti problematiche: in primo luogo la natura della motivazione, in secondo luogo l’analisi dei metodi e dei sistemi per promuovere la motivazione e in terzo luogo le iniziative per incrementare la motivazione negli studenti. Ocse, Motivating Students for Lifelong Learning, Paris, 2000.

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quelli non formali6. Quest’ultimo elemento, in particolare, costituisce non solo una riserva considerevole di sapere, dal momento che si basa sulle esperienze vissute dai soggetti, ma anche una fonte di innovazione nei metodi e nelle tecniche di insegnamento-apprendimento in quanto permette l’utilizzo di metodologie alternative quali l’educazione tra pari, il progetto di lavoro, i progetti di mobilità ecc.

Queste posizioni sono state ulteriormente rafforzate dal Consiglio europeo riunitosi a Lisbona il 23-24 marzo 2000 con il compito di disciplinare le tematiche del rinnovamento economico, sociale e ambientale; in quell’occasione il Consiglio si è proposto di arrivare, entro il 2010, a fare dell’Europa un punto di riferimento mondiale in tutti gli ambiti, compreso quello culturale e renderla maggiormente competitiva. Nelle conclusioni del vertice, i capi di Stato e di governo hanno infatti riconosciuto l’importanza dell’istruzione e della formazione per la crescita e lo sviluppo economico, esortando così il consiglio “Istruzione” ad avviare una riflessione e a proporre degli obiettivi concreti da esporre al successivo consiglio 7, riunitosi a Stoccolma nel 2001. In questa sede sono state esposte 3 precise finalità: aumentare la qualità e l’efficacia dei sistemi di istruzione e di formazione nell’Unione europea; facilitare l’accesso ai sistemi di istruzione e di formazione; aprire i sistemi di istruzione e formazione al mondo esterno (GU della Comunità europea C142 del 14 giugno 2002) 8.

In seguito, partendo da questi presupposti, e su richiesta del Consiglio europeo di Stoccolma, il Consiglio dei Ministri, riunitosi il 5-6 maggio del 2003, ha elaborato un piano di intervento comprendente 5 aree specifiche, tre delle quali strettamente connesse al tema dell’abbandono/dispersione

6 Per apprendimento formale si fa riferimento a quello ricevuto in istituti di istruzione o di formazione finalizzato all’acquisizione di diplomi o attestati riconosciuti; l’apprendimento non formale, invece (da non confondere con quello informale caratterizzato da spontaneità e da una non sempre consapevolezza) si distingue per la pianificazione da parte dell’educatore/formatore o dell’insegnante che offre aiuto e sostegno per tutto il periodo di apprendimento. Per questo motivo l’istruzione non formale può essere sintetizzata nella formula “learning by doing”, ovvero imparare direttamente sul campo. (Benoit Mida-Briot, 2003). 7 Ogni anno la Commissione presenta un rapporto (Rapporto di Primavera) al Consiglio europeo nel quale vengono verificati in dettaglio i progressi compiuti e i successivi obiettivi in vista del raggiungimento delle finalità prefissate dal Consiglio di Lisbona. 8 Per ogni punto strategico sono state individuati 13 sotto-obiettivi volti ad affrontare questioni specifiche. In particolare rispetto al punto uno sono stati selezionati i seguenti fini: migliorare l’istruzione e la formazione per insegnanti e formatori, sviluppare le competenze per la società della conoscenza, garantire l’accesso alle tic per tutti, attrarre più studenti agli studi scientifici e tecnici, sfruttare meglio le risorse; rispetto al secondo punto: creare un ambiente aperto per l’apprendimento, rendere l’apprendimento più attraente, sostenere la cittadinanza attiva, le pari opportunità e la coesione sociale; rispetto, infine, al terzo punto, gli intenti sono: rafforzare i legami con il mondo del lavoro e della ricerca e con la società in generale, sviluppare le competenze per lo spirito imprenditoriale, migliorare l’apprendimento delle lingue straniere. Cfr. il sito www.pubblica.istruzione.it/buongiorno_europa

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scolastica: diminuzione degli abbandoni precoci, la cui media non deve essere superiore al 10%; aumento dei laureati in matematica, scienze e tecnologia di almeno 15%; raggiungimento di una parità tra i sessi; aumento dei giovani che completano gli studi superiori (almeno l’85% della popolazione ventiduenne); diminuzione dei quindicenni che presentano scarse capacità di lettura con una riduzione nell’U.E di almeno il 20% rispetto al 2000; incremento di almeno il 12,5% della popolazione in età lavorativa (25-64 anni) che partecipa al lifelong learning9.

Il 25-26 marzo 2004 viene presentata a Bruxelles una relazione intermedia del Consiglio e della Commissione dal titolo “Istruzione e formazione 2010. L’urgenza delle riforme per la riuscita della strategia di Lisbona” rispetto alle 5 aree di intervento individuate dal Consiglio dei ministri.

Nonostante la preoccupazione espressa dagli Stati membri relativamente al raggiungimento degli obiettivi di Lisbona10, numerosi passi avanti sono stati compiuti in tal senso, imprimendo un nuovo slancio e una nuova cooperazione tra le nazioni partecipanti al fine di migliorare la qualità e la mobilità dell’istruzione e della formazione. Quest’ultimo punto in particolare, tuttavia e nonostante i progressi compiuti, continua a presentare numerose limitazioni di natura amministrativa e giuridica: spesso infatti la partecipazione a programmi di studio o a corsi di formazione all’estero non viene riconosciuta dall’ente di riferimento che disincentiva così le adesioni di chi invece vorrebbe parteciparvi.

Per far fronte a questa situazione, i rappresentanti di Stato e di governo hanno perciò deciso di incrementare la spesa per lo sviluppo di capitale umano in quanto elemento utile a promuovere la crescita futura dell’U.E. e la coesione sociale, portando all’individuazione di due fondamentali ambiti di applicazione, comunitario e nazionale, caratterizzati da specifici interventi. Mentre a livello comunitario l’obiettivo stabilito dal Consiglio prevede genericamente la destinazione di fondi per favorire la crescita di capitale umano, a livello nazionale vengono individuate due azioni cardine:

• investimenti pubblici in determinati settori chiave con una ridistribuzione dei fondi economici nel settore istruzione/formazione;

• maggiori contributi dal settore privato per quel che concerne lo sviluppo e l’acquisizione di nuove competenze.

9 Letteralmente “apprendimento per tutta la vita”. Il lifelong learning indica la volontà di aggiornare e integrare le proprie competenze e conoscenze nel corso di tutta la vita in modo da massimizzare le proprie capacità e migliorare il proprio ruolo nel mercato del lavoro. 10 Dal rapporto emerge che il numero di abbandoni scolastici rimane ancora elevato e che quasi il 20% dei giovani non possiede le competenze ritenute minime per accedere al mondo del lavoro.

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Il primo punto prevede importanti risvolti di natura professionale per tutti coloro che si dedicano alle attività di insegnante o formatore. Secondo quanto stabilito dal Consiglio di Bruxelles è fondamentale, infatti, che tutti gli Stati appartenenti all’U.E. mettano in atto provvedimenti tesi a “rafforzare l’attrattiva della professione di insegnante o formatore, prendendo iniziative per attirare i talenti migliori verso tale professione e trattenerli con l’introduzione di buone condizioni di lavoro e un’adeguata struttura ed evoluzione di carriere” (Consiglio dell’Unione Europea, Risultati dei lavori, 2004:24). Per attuare tale obiettivo è però indispensabile la creazione di ambienti di lavoro piacevoli e accessibili a tutti e che prevedano, oltre alla possibilità per insegnanti e formatori di adeguare i propri metodi di insegnamento all’evoluzione dei ruoli e dei tempi, anche e soprattutto un miglioramento qualitativo dei servizi di informazione e orientamento in modo da sostenere l’apprendimento non solo cognitivo, ma in tutti gli ambiti educativi, compresi quindi quelli affettivo-motivazionale e relazionale, in quanto elementi imprescindibili nel processo di crescita e di auto-affermazione di sé (Tuè, 2003). Tale elemento, del resto, era già stato messo in evidenza dal rapporto Eurydice del 1997, dove tra le pratiche tese al contrasto della dispersione erano annoverate l’attivazione di opportuni servizi di orientamento, una specifica formazione degli insegnanti, la creazione di partnership tra scuola ed extra scuola e soprattutto il coinvolgimento attivo delle famiglie nei programmi e nell’attività scolastica.

Che la famiglia costituisca un fattore determinante nella scelta della scuola superiore, ed eventualmente nell’intraprendere un percorso universitario o di avviamento al lavoro, è cosa risaputa e certa (Facchini, 2001), così come è noto che fattori economici e culturali influenzano la suddetta scelta (Gambetta, 1990). Valutando queste due ricerche si può tranquillamente affermare che: le famiglie altolocate tendenzialmente tramuteranno il capitale economico in capitale culturale facendo sì che i figli scelgano percorsi scolastici lunghi in modo da riconvertire il sapere in ulteriori profitti economici; i ragazzi appartenenti ad uno status socio-economico medio-basso, invece, saranno più propens i ad iscriversi a percorsi scolastici meno qualificanti o verso percorsi formativi in cui non potranno essere adeguatamente supportati dalle famiglie, e dove, quindi, sarà più facile andare incontro al fallimento e perciò potenzialmente all’abbandono. Per questo motivo è fondamentale coinvolgere direttamente la famiglia nei programmi scolastici e nelle attività curricolari in quanto “ la famiglia e il contesto sociale in generale si pongono (….) nel caso di adeguato reperimento e messa in gioco di risorse (…) elemento di protezione dal rischio” (Scabini, 2001:172).

In base a quanto affermato sinora, è possibile delineare un quadro complessivo e conclusivo che, partendo dai diversi aspetti affrontati dai vari Consigli europei rispetto alla tematica trattata in questa sede, metta in relazione tra loro alcuni elementi chiave per portare a compimento gli

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obiettivi stabiliti dal Consiglio di Lisbona 2000; tali elementi sono individuabili nei seguenti fattori: le risorse impiegate per contrastare il fenomeno dell’abbandono e della dispersione, gli scopi specifici e le metodologie per concretizzarli.

Relativamente al primo punto, ovvero le risorse, due sono le iniziative che sembrano emergere dai vari Consigli: sviluppare il capitale umano e sociale dei ragazzi all’ interno dei contesti sociali in cui essi si muovono e valorizzare il ruolo degli insegnanti e dei formatori nell’ambito scolastico-educativo.

Rispetto al secondo punto, gli scopi, essi sono: la realizzazione di una partnership tra famiglia -scuola-extrascuola, intendendo per extrascuola non solo le varie agenzie educative come i Centri di aggregazione giovanile, i Doposcuola, le Associazioni ecc…, ma anche le Imprese, le Amministrazioni locali, gli Informagiovani, i Centri per l’impiego ecc…; la realizzazione di un ambiente di lavoro stimolante ed economicamente soddisfacente e una rivalorizzazione della dimensione motivazionale di docenti e studenti quale elemento centrale nella relazione educativa.

Rispetto infine al terzo punto, le metodologie, è possibile individuare le seguenti azioni: lo sviluppo di strategie di orientamento tese all’informazione e alla formazione dei ragazzi e delle famiglie rispetto alla scelta scolastica; l’incentivazione ai percorsi didattici individualizzati e, da ultimo, maggiori finanziamenti pubblici e privati.

La concreta messa in atto delle iniziative sin qui presentate, dovrebbe effettivamente portare, entro il 2010, alla realizzazione di tutti gli obiettivi stabiliti a Lisbona; diversamente, l’Europa continuerà ad essere un continente sottoposto all’egemonia di altre realtà come l’America o il Giappone.

I principali motivi di abbandono

Il problema della dispersione e dell’abbandono scolastico, pur essendo stato considerato da diversi punti di vista, psicologico, pedagogico, sociologico, continua a rimanere un fenomeno altamente complesso, soprattutto in relazione alle cause che determinano la fuoriuscita dei ragazzi dai percorsi scolastici.

In questo paragrafo, si tenterà, perciò, di illustrate i principali motivi che spingono gli studenti a lasciare il sistema di istruzione/formazione o l’Università, assumendo come punto di partenza le ricerche condotte sui drop-out in diverse città italiane con lo scopo di stendere una sorta di carta di identità dell’ “abbandonante”.

Dal momento che la dispersione scolastica si delinea come un fenomeno multidimensionale che “richiama dinamiche relazionali e comunicative, e rimanda ad un problema riguardante sia la società nel suo complesso che i singoli al suo interno” (Tuè, 2003: 31), si può presumere che uno dei

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principali motivi che spingono i ragazzi ad allontanarsi dalla scuola sia legato ad un disagio relazionale con i docenti, e talvolta anche con i compagni di classe, laddove si verifichino casi di emarginazione e/o isolamento. Questo elemento, che era stato rilevato da una ricerca condotta nel 1996 a Clusone in provincia di Bergamo (Torrese, 1996), è stato riconfermato anche da indagini successive in altri contesti socio-scolastici (Brophy, 1999, Gentile 2000, Tuè, 2003).

Leggendo attentamente queste ricerche emergono, inoltre, altre cause di abbandono dei percorsi formativi: elementi socio-economici (Gambetta, 1990); carenze nel rendimento/prestazioni che danno luogo a ripetenze, insufficienze nei voti, scarsa motivazione allo studio (Besozzi 1993, Draghicchio 1996, Tuè 2003); infine, ma non da ultimo, un orientamento sbagliato che si traduce, nella maggioranza dei casi, in una scelta sbagliata e quindi in un disagio scolastico tout court che, il più delle volte, si converte in un cambio se non addirittura in un abbandono ( Draghicchio, 1996).

Volendo, quindi, stilare una “carta di identità” di chi abbandona la scuola secondaria di secondo grado o cambia indirizzo, si possono individuare le seguenti tipologie:

- soggetti con alle spalle un basso status socio-economico; - soggetti con difficoltà cognitive e socio-relazionali, - soggetti con un basso rendimento scolastico; - soggetti che hanno alle spalle percorsi formativi irregolari; - soggetti con scarsa motivazione; - soggetti che hanno ricevuto uno scarso orientamento o un

orientamento sbagliato. 11

Finora è stato analizzato il tema dell’abbandono/dispersione in relazione agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado; tale fenomeno,

11 L’orientamento deficitario o sbagliato insieme alle difficoltà di carattere relazionale, vengono indicati come le principali causa di abbandono, ritiro, o cambio di percorso nella realtà scolastica di Brescia e provincia, come si vede dalle interviste a testimoni privilegiati effettuate nel 2007. Per ragioni di privacy si è deciso di non riportare per esteso i nominativi dei testimoni privilegiati, ma di identificarli con un codice alfa-numerico. Di seguito sono riportati alcuni stralci di tali interviste: MdSc. 1: “Quello che ci ha stupito sono state proprio le motivazioni che questi giovani hanno portato rispetto al loro abbandono della scuola, in quanto pochissimi di loro hanno dichiarato di aver abbandonato per motivi economici, (…) questi ragazzi [hanno abbandonato per] le difficoltà subentrate a causa di una scelta inadeguata della scuola, quindi orientamento sbagliato, quindi (…) perché la Scuola Superiore che stavano frequentando non era la scuola più adatta per loro…”. MdSc. 2“Stiamo molto attenti, soprattutto in Prima alla verifica della scelta e a un eventuale ri-orientamento nel caso in cui si manifesti in modo esplicito (…) questo errore nella scelta dell’istituto…” MdOrient. 3 “Nell’abbandono delle Scuole Superiori [prevalgono] l’ambiente, i compagni di classe, come si è accolti dalla scuola e quindi il rapporto con l’insegnante…” Per ulteriori approfondimenti consultare il capitolo terzo.

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tuttavia, non riguarda solo la scuola superiore, ma anche l’Università, e questo nonostante l’incremento di iscrizioni avvenute a seguito della riforma12.

Per dispersione universitaria si intende “una situazione caratterizzata da un curriculum accademico irregolare (presenze discontinue, fatica nella preparazione degli esami, nel loro superamento e votazioni basse) che mette in luce una situazione di difficoltà” (Felice-Attanasio, 2005:31). Partendo da questa definizione è facile constatare come il fenomeno della dispersione universitaria sia una realtà complessa determinata da una molteplicità di cause, quali, ad esempio, difficoltà nel sostenere il ritmo di studio che quindi va a incidere negativamente sul rendimento, piani di studio troppo rigidi, scelte sbagliate, difficoltà economiche, ecc.

È possibile individuare alcune macro-cause che stanno alla base dell’abbandono/ritiro o di un cambio di facoltà:

• cause di natura accademica: strutture, piani di studio e metodologia didattica inadeguata;

• cause di natura familiare: situazioni socio-economiche disagiate, incapacità di fondo da parte dei genitori di accompagnare i figli che scelgono un percorso accademico piuttosto che lavorativo;

• cause territoriali: mancanza di strutture e servizi come alloggi, mezzi pubblici e spazi aggregativi;

• cause soggettive: iter di studi, difficoltà nel reggere i ritmi di studio troppo intensi, scelte sbagliate, problemi di natura relazionale, scarsa motivazione. (Felice-Attanasio, 2005; Romano, 2006)

Ora, posto che la dispersione universitaria sia differente da quella della

scuola secondaria, in quanto diverso è il target di riferimento, l’analisi delle motivazioni che determinano l’abbandono/interruzione scolastica e universitaria mette in evidenza quanto esse hanno in comune: in entrambi i casi l’abbandono è dato da una sinergia di cause che coinvolgono, per lo più, fattori soggettivi, familiari e ambientali; per entrambe le situazioni questi fattori devono essere attentamente valutati e considerati laddove si intende intervenire per proporre attività e progetti di orientamento e/o tutoring, la cui specific ità consiste nel promuovere una maggiore consapevolezza rispetto alle decisioni da compiere attraverso una riflessione sulla motivazione alla base della proprie scelte, e mediante la promozione, l’acquisizione e/o il consolidamento di abilità nuove e non. 12 Un’indagine ISFOL condotta nel 2005 conferma che nell’a.a. 2003-04 si sono immatricolati 352.689 studenti con un incremento del 19,3% rispetto all’a.a. 2000-01 e del 7% rispetto al 2001-02. Inoltre un’indagine ISTAT del 2003 ha rilevato un aumento dei laureati nei tempi previsti pari al 31% in più rispetto al 2001, dato questo riconfermato nel 2004 da uno studio di AlmaLaurea.

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Come si noterà nel paragrafo successivo, sono proprio queste le linee portanti che sostengono i progetti proposti dalla varie istituzioni presenti sul territorio bresciano, e questo a prescindere dalla specificità di ogni singola iniziativa. Inoltre, in quasi tutti i progetti, viene sottolineato il ruolo chiave della famiglia in quanto elemento di supporto, e non di sostituzione, nelle scelte compiute dal ragazzo. A questo proposito significative sono la parole del seguente intervistato MdSc 1 “Noi puntiamo prima di tutto ad avere una condivisione maggiore nelle scelte (…). Ovviamente in questo processo coinvolgiamo la famiglia, tuttavia non bisogna dimenticare che il vero protagonista è il ragazzo, nel senso che è il ragazzo che fa un percorso di auto-orientamento supportato dalla scuola e dalla famiglia…” (Intervista in data 9 luglio 2007).

2. Dispersione scolastica e tecniche di contrasto in Brescia e

provincia

In questo paragrafo verrà affrontata la tematica della dispersione/abbandono scolastico e universitario in relazione alle pratiche di contrasto proposte e adottate dalle istituzioni scolastiche ed extrascolastiche di Brescia e provincia.

Prima di passare in rassegna i singoli progetti raccolti e di effettuarne un’analisi comparata, è opportuno chiarire la dimensione teorica e concettuale in base alla quale le singole iniziative e le istituzioni saranno mappate e quindi analizzate.

2.1 Approccio teorico alle azioni di contrasto e principali metodologie di intervento

Soffermandosi brevemente sulla tipologia di strutture che sono state contattate per la raccolta delle iniziative e sulle linee teoriche utili per la loro analisi e mappatura, si può dire che le istituzioni contattate sono riconducibili alle seguenti categorie:

- strutture informative; - strutture formative; - strutture di coordinamento.

Nella prima tipologia rientrano tutte quelle istituzioni che intendono

fornire agli studenti di scuola secondaria di primo e secondo grado e delle Università delle informazioni utili a comprendere contenuti formativi, didattici e aspetti rilevanti dei percorsi lavorativi. In sostanza ciò si traduce nella “presentazione dell’offerta formativa, delle strutture, e dei servizi (…) al fine di favorire scelte più consapevoli” (Romano, 2006:10).

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La seconda focalizza l’attenzione sullo sviluppo di capacità decisionali autonome da parte dei soggetti interessati, in modo da evitare sentimenti di frustrazione e insoddisfazione rispetto ai percorsi formativi scelti (Felice-Attanasio, 2005, Romano 2006).

Nella terza, rientrano tutte quelle istituzioni che hanno compiti di coordinamento rispetto a progetti e iniziative presentate dai vari enti.

Entrando nello specifico della ricerca, e in particolar modo considerando le strutture contattate per la raccolta dei progetti, emerge il seguente quadro: (cfr. la tab. 1).

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Tab. 1 – Analisi incrociata Enti/tipologia strutturale Tipologia di strutture

Enti contattati

Informative formative Coordinamento

Scuole Superiori • • Università • •

CFP • • Assessorato alle Politiche Giovanili

Comune di Brescia

AIB - Associazione Imprenditori Bresciani

CPI - Centri per l’impiego

Informagiovani •

Come si evince dalla tabella 1, le scuole secondarie di secondo grado, le

Università e il CFP svolgono attività di tipo informativo-formativo, dando origine in tal modo a una categoria che si potrebbe definire “mista”. Analizzando le iniziative promosse da queste ultime si nota, infatti, una significativa diversità di interventi che vanno ad esempio dalla cosiddetta “Scuola aperta” o “Open day” presso le Università, dove vengono distribuiti opuscoli informativi relativamente all’offerta formativa, alle caratteristiche strutturali della Scuola/Università ecc…, ad attività più propriamente psico-attitudinali, come colloqui con psicologi, sportello help, tutorato ecc.

Gli Informagiovani, i Centri per l’Impiego a l’AIB si collocano invece, in tutte e 3 le categorie e si potrebbe definirli “strutture complete”. Così, ad esempio, relativamente all’informazione si trovano pubblicazioni di bollettini settimanali che segnalano, a chi è in cerca di lavoro, le varie offerte e i requisiti per accedervi, si organizzano seminari mensili sulle tecniche di ricerca del lavoro nei quali vengono illustrati i requisiti di base per costituire un’impresa o una cooperativa ecc. Rispetto agli interventi formativi, una delle principali attività organizzate consiste in incontri tesi a sviluppare nei soggetti capacità di auto-valutazione delle competenze mettendoli in grado di coniugare le proprie competenze e professionalità con le aspirazioni e desideri. Riguardo, inf ine, agli interventi di coordinamento, vanno sottolineate le attività “Orientando Junior” e “Orientando Senior” proposte e coordinate dal Servizio Polit iche Giovanili, in collaborazione con Infomragiovani, Provincia e Commissione Orientando. Nonostante queste due manifestazioni abbiamo come interfaccia la scuola, diverso è il target di utenza: mentre “Orientando Junior” è rivolto a studenti di 3^ media che, quindi, devono scegliere quale Istituto Superiore o CFP frequentare, “Orientando Senior” è

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rivolto agli studenti di 5^ superiore che devono scegliere tra il percorso universitario o l’inserimento nel mondo del lavoro.

L’AIB, inoltre, accanto ai vari seminari informativi per far conoscere il mondo delle imprese agli studenti di scuola secondaria inferiore e superiore, propone per le classi quarte di scuola superiore il “Management game”, un’attività di simulazione nella quale i ragazzi sono chiamati a gestire, seppur virtualmente, un’impresa; promuove inoltre e organizza stage non solo rivolti agli studenti, ma anche, e in questo sta la peculiarità dell’intervento, ai docenti dei vari istituti con l’obiettivo di avvicinare la scuola al mondo delle imprese e viceversa ecc...

Gli Informagiovani e i CPI svolgono, a diverso titolo, attività analoghe tra loro, facendo incontrare richiesta e offerta di lavoro e di informazione attraverso la gestione di progetti e di attività.

Dopo aver analizzato la tipologia di strutture a cui ci si è rivolti per raccogliere i progetti destinati alla mappatura, è importante esaminare le linee teoriche di riferimento entro le quali verranno ricondotte tali iniziative e le metodologie di azione. La letteratura scientifica, estremamente ampia e ricca, ci presenta impostazioni teoriche (Grimaldi-Avallone 2004, Romano, 2006, Terenzi, 2006) particolarmente significative per la loro completezza e portata innovativa cui si farà riferimento nell’analisi dei progetti riguardanti le tecniche di contrasto della dispersione/abbandono scolastico in Brescia e provincia.

A livello prettamente teorico è possibile individuare 5 approcci fondamentali:

• approccio psicometrico/attitudinale; • approccio cognitivo-comportamentale; • approccio supportivo-educativo; • approccio psicologico-sociale; • approccio di rete (Grimaldi, Avallone 2004:47)

Nel primo approccio (psicometrico/attitudinale) generalmente l’attenzione è posta a “misurare delle attitudini, degli atteggiamenti correlati con il rendimento lavorativo o idoneo a prevedere il rendimento di livello lavorativo” (Sartori, Ruminati, 2005:1). Volendo applicare tale definizione al mondo della scuola, l’obiettivo che questa metodologia si pone è quella di individuare una sinergia ottimale tra le attitudini dell’individuo (rilevabili mediante test psico-attitudinali) e i requisiti professionali richiesti per portare a termine con successo un determinato percorso formativo (Marchesini-Vidotto, 2000). Data, quindi, la peculiarità di questo approccio ne derivano

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interventi fortemente specifici e finalizzati a rilevare le abilità e propensioni dei soggetti rispetto a determinati percorsi formativi e lavorativi13.

Nel secondo approccio (cognitivo-comportamentale), l’attenzione è posta sulle fasi del processo decisiona le che porteranno alla scelta14 e per questo motivo, l’interesse è prevalentemente di tipo informativo: spesso si ricorre all’ausilio di materiale cartaceo e/o informatico-telematico che spiega quanto si troverà nel percorso formativo o lavorativo selezionato, in altri casi invece si preferiscono visite guidate presso l’ente o l’istituto che si vorrebbe scegliere o frequentare. Oltre a questo aspetto è possibile individuare anche un altro elemento che ha lo scopo di sollecitare il soggetto a riflettere e a valutare le varie possibilità di scelta mediante logiche di pensiero di tipo convergente e/o divergente15.

Nel terzo approccio (supportivo/educativo), l’elemento principale è costituito dal sostegno psicologico che consulenti e operatori offrono agli utenti con l’obiettivo di migliorare la loro autostima, in modo da favorire il passaggio da posizioni passive e subordinate ad autonome e dinamiche. Alla base di questo metodo vi è una valutazione della persona secondo una prospettiva olistica, per cui il soggetto viene considerato “nella sua globalità biologica, psicologica e sociale” (Vivoli V., Albanesi C., Bertocchi A., Migani C., 2004:75), e il momento della scelta si configura come una fase imprescindibilmente legata a fattori socio-culturali e di crescita personale.

Anche nel quarto approccio (psicologico-sociale) prevale l’aspetto psicologico; diversamente dal precedente, in cui l’attenzione era posta sulla dimensione di sostegno e supporto a soggetti ritenuti “deboli”, qui l’elemento centrale ruota intorno all’attribuzione di significato che le persone sviluppano rispetto ai ruoli sociali che intendono ricoprire, alle aspettative, alle norme e ai valori vigenti nella società. Per questo motivo tali interventi hanno come obiettivi: la costruzione di nuove identità professionali, funzionali rispetto ai 13 Sull’argomento cfr Mancinelli M.R., I test in orientamento: metodo e uso dei test psicologici in orientamento scolastico e professionale, Vita e Pensiero, Milano, 1998; Mancinelli M.R., Il colloquio in orientamento, Vita e Pensiero, Milano, 2000; Marchesini C. e Vidotto G., La realizzazione professionale. Risorse personali e processi decisionali per l’orientamento scolastico-professionale, Franco Angeli, Milano, 2000. 14 Secondo Grimaldi A. e Avallone F. il processo decisionale si compone di 3 momenti fondamentali: la strutturazione del problema, in cui il soggetto si rende pienamente consapevole della scelta che deve compiere, la valutazione delle opzioni, in cui il soggetto prende in considerazione le varie alternative che gli vengono proposte, e infine il momento della scelta vero e proprio in cui il soggetto decide che cosa fare. Isfol, Percorsi di orientamento. Indagine nazionale sulle buone partiche, Roma, 2004. 15 Le pratiche di orientamento che sottendono questo tipo di approccio, valutano l’utente come una persona autonoma alla quale mancano solo alcune informazioni per poter prendere una decisione efficace. Sull’argomento cfr Di Fabio A., Psicologia dell’orientamento: problemi, metodi e strumenti, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 1998; Nota I. e Soresi S., Autoefficacia nelle scelte: la visione socio-cognitiva dell’orientamento, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2000.

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ruoli che si decidono di assumere, l’individuazione di metodi per far fronte alle varie realtà sociali e di mezzi per promuovere efficacemente se stessi (Grimaldi-Avallone, 2004).

L’ultimo approccio (quello di rete) si caratterizza per la dimensione sistemica degli interventi che permette di considerare i fenomeni nelle loro molteplici connessioni, in quanto implica “un’azione congiunta verso un fine condiviso (…) che raccoglie la pluralità delle azioni a fronte del compito” (Folgheraiter, 2002: 429). Alla base dell’azione vi è, dunque, una condivisione di esperienze e competenze, proprie dei diversi soggetti istituzionali coinvolti, o dei diversi operatori, e i cui obiettivi sono, da un lato, quello di porsi come punto di forza nella realtà territoriale e, dall’altro, quello di offrire agli utenti “percorsi più ricchi e flessibili (…) attraverso un’integrazione di sistema, che promuova lo sviluppo locale attraverso la propria azione” (Grimaldi- Avallone, 2004: 51).

Le metodologie di intervento che è possibile individuare nelle varie iniziative che verranno descritte, sono riconducibili a 6 principali aree:

- area della raccolta, diffusione e trasmissione delle informazioni; - area del bilancio delle competenze; - area delle metodologie didattiche attive e di animazione; - area di counseling e di colloqui individuali; - area dell’orientamento - area delle esperienze indirette; - area delle esperienze dirette. (Grimaldi-Avallone, 2004)

Nella prima area metodologica rientrano tutte quelle attività che

presuppongono, come caratteristica principale, la divulgazione di informazioni mediante la distribuzione di materiale cartaceo, telematico, o più genericamente attraverso l’indicazione delle fonti divulgative (ad esempio biblioteche, giornali, riviste, banche dati ecc…). Questa metodologia è tipica di diversi approcci, come quello psicometrico/attitudinale o quello cognitivo-comportamentale.

Nella seconda area di intervento l’interesse è posto sull’analisi e sull’implementazione delle competenze possedute dal soggetto a fronte dell’esperienza formativa intrapresa. Questo strumento è utilizzato soprattutto dagli approcci supportivo-educativo, psicologico-sociale e di rete.

Nella terza area metodologica l’attenzione è rivolta all’importanza del “mettersi in gioco” da parte dei soggetti coinvolti. La particolarità di questo strumento è dato dal forte coinvolgimento emotivo delle persone che partecipano alle iniziative 16. Questo tecnica è utilizzata maggiormente dall’approccio psicometrico/attitudinale e psicologico-sociale. 16 L’elemento centrale di questa metodologia è dato dal game, cioè gioco, che spesso si declina in role playing, ovvero gioco di ruolo, e che consiste nella simulazione di attività di tipo imprenditoriale o di altro tipo.

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Il quarto tipo di intervento privilegia la relazione con il singolo individuo17 in vista della sua realizzazione professionale o di successo formativo. Anche questa tecnica è prevalentemente utilizzata dagli approcci supportivo-educativo e psicologico-sociale.

Nella quinta metodologia rientrano tutte quelle attività (visite, incontri con esperti del mondo del lavoro, imprenditori ecc…) basate sull’osservazione intesa come strumento per l’apprendimento. Questa caratteristica dà modo agli utenti di confrontarsi e interloquire direttamente con le realtà professionali in modo da ampliare il proprio bagaglio di conoscenze, e quindi poter scegliere con maggiore sicurezza il proprio percorso lavorativo. Questa metodologia è utilizzata per lo più dall’approccio psicologico-sociale.

Nell’ultima metodologia, infine, l’elemento centrale è dato dalla possibilità per gli utenti di mettersi alla prova in un’esperienza formativa all’interno di un contesto produttivo. Per questo motivo i pr incipali strumenti riscontrabili sono i tirocini, gli stages e gli inserimenti lavorativi accompagnati. Questa tecnica viene usata in modo particolare dagli approcci psicologico-sociale e di rete.

2.2 Descrizione analitica dei progetti

In questo paragrafo verrà data una descrizione dettagliata dei progetti raccolti18, secondo i parametri già utilizzati in altre ricerche (Terenzi 2006, Isfol 2004, Gentile 2000) e costituiti da: titolo del progetto; ente promotore; eventuali partners; obiettivo perseguito; destinatari; azione prevista; eventuali figure referenti. 1. Progetto “Orientamento al lavoro” ENTE PROMOTORE: AIB – Ufficio Formazione e Gruppo Giovani Imprenditori (sede Brescia). OBIETTIVO: Incontri di orientamento al lavoro svolti da imprenditori presso le scuole richiedenti al fine di presentare il tessuto economico bresciano e le richieste di personale nelle imprese. 17 In questo caso tutta l’attenzione è posta sulle dinamiche di analisi e rielaborazione delle motivazioni portate dal soggetto rispetto alla scelta del percorso formativo o professionale compiuto o da compiere. Compito dell’operatore è quello di supportare il soggetto in questa fase di consapevolezza e valutazione delle scelte e di affiancarlo nel processo decisionale. Per maggiori informazioni vedere Pombeni M.L., Il colloquio di orientamento, Carocci, Roma, 1998, Mancinelli M.R., Il colloquio in orientamento, Vita e Pensiero, Milano, 2000, Chapman E. N., Knowdell R., Aiuutare gli altri a capire e risolvere i problemi. Guida al counseling per professionisti, consulenti, manager, insegnanti, tutor, operatori speciali, Franco Angeli, Milano, 2001. 18 I progetti, raccolti da scrive nel periodo maggio-ottobre 2007, fanno riferimento all’a.s. 2006-07.

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DESTINATARI: Studenti frequentanti gli ultimi anni delle scuole secondarie superiori e inferiori. AZIONE: L’attività intende portare la testimonianza degli imprenditori e illustrare agli studenti i fabbisogni professionali dell’impresa bresciana. 2. Progetto “Lauree scientifiche” ENTE PROMOTORE: AIB – Ufficio Formazione (sede Brescia). PARTNERS: Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università Cattolica di Brescia. OBIETTIVO: In linea con quanto proposto da Confindustria, il progetto, che si sviluppa nell’arco di 3 anni, intende far fronte alla crisi di “vocazione” per le aree scientifiche in atto in tutti i paesi industrializzati. DESTINATARI: Studenti e docenti della scuola secondaria superiore. AZIONE: Rispetto agli insegnanti: organizzazione di corsi di aggiornamento in cui vengono dibattute le tematiche della ricerca sia applicativa che di base; rispetto agli studenti: coinvolgimento nell’organizzazione e partecipazione a laboratori di fisica e chimica; possibilità di accedere a stages e tirocini formativi; opportunità di ottenere borse di studio triennali per i più meritevoli. Le aziende bresciane collaborano mettendo a disposizione personale specializzato e laboratori. 3. Progetto “Management Game”19 ENTE PROMOTORE: AIB – Gruppo Giovani Imprenditori (sede Brescia). OBIETTIVO: Simulare la gestione di un’azienda attraverso un torneo “virtuale”. DESTINATARI: Studenti degli ultimi anni della classe IV delle scuole secondarie superiori. AZIONE: A tutti i partecipanti viene data la descrizione di un’impresa comprendente: un certo numero di prodotti in listino, determinate politiche di prezzo, un sistema di risorse umane a livello commerciale, produttivo e amministrativo, una nota di crediti e debiti di acquisto e un inquadramento socio-economico generale in cui si muoverà l’azienda. Partendo dalle proprie conoscenze riguardo il settore, gli studenti dovranno elaborare un progetto teso a rilanciare la società sul mercato. Alla squadra vincitrice verrà assegnato per premio un personal computer per ogni membro partecipante. 4. Progetto “La bussola” ENTE PROMOTORE: AIB – Gruppo Giovani Imprenditori (sede Brescia).

19 Il progetto, ideato nel 1997, ha visto nel 2007 la partecipazione di 24 istituti presenti sul territorio bresciano, per un totale di 198 squadre e di 792 studenti.

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OBIETTIVO: Fornire agli studenti l’opportunità di approfondire la conoscenza di se stessi e delle proprie potenzialità in un’ottica di orientamento alle scelte future di carattere universitario e professionale. DESTINATARI: Studenti delle scuole secondarie superiori. AZIONE: Il sito www.labussola -ggi.it offre ai giovani un aiuto mirato a supportare la scelta del percorso formativo mediante un’analisi completa delle variabili che entrano in gioco al momento della scelta. Attraverso dei tag interattivi gli studenti hanno modo di inserire diverse informazioni riguardanti i propri obiettivi scolastici e professionali, le motivazioni, gli interessi, in modo da elaborare un profilo che, partendo dalla loro storia personale, li aiuti nel processo decisionale. Inoltre, al fine di rendere più facile il confronto tra i vari percorsi formativi selezionati dall’utente, il sito ha definito alcune costanti (il nome del corso, il titolo fornito, il contenuto didattico e la metodologia, i requisiti di accesso e le modalità di selezione, i possibili sbocchi professionali, l’organizzazione degli esami, la frequenza e la durata) che è opportuno valutare quando si decide di iscriversi a un percorso di istruzione universitario. 5. Progetto “Masters” ENTE PROMOTORE: Consorzio Università & Impresa costituito da: AIB, Università degli Studi di Brescia, Camera di Commercio, ISFOR2000 (sede Brescia). PARTNERS: l’Unione Europea; il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali; la Regione Lombardia; il Fondo Sociale Europeo. OBIETTIVO: Progettare e realizzare itinerari formativi di eccellenza, volti a potenziare il contributo delle nuove generazioni di imprenditori e a costituire un serbatoio di professionisti in grado di alimentare costantemente il fabbisogno di ricambio manageriale per la gestione e l’internazionalizzazione delle PMI (Piccole e Medie Imprese). DESTINATARI: Studenti laureati di età compresa tra i 22 e i 29 anni. AZIONE: Realizzazione di 2 Masters a partecipazione gratutita. Un Master di 1° livello in “Gestione dei Processi Commerciali”, partito nel giugno 2007, durata 24 mesi e aperto a 18 laureati in possesso di laurea triennale, specialistica o magistrale (vecchio ordinamento) preferibilmente in discipline economiche, giuridiche e ingegneristiche. Il Master è collegato all’attivazione del Contratto di apprendistato che prevede l’assunzione del giovane in azienda e la formazione presso la suddetta. Un Master di 2° livello in “Gestione dei Progetti di Internazionalizzazione Produttiva”, avviato nel marzo 2006, durata 30 mesi e aperto a 15 laureati anch’essi in possesso di laurea specialistica o magistrale (meglio se in discipline economiche o ingegneristiche). Anche in questo caso il Master è collegato all’attivazione del Contratto di apprendistato il quale prevede l’attività lavorativa e l’apprendimento in azienda.

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6. Progetto “Stages” ENTE PROMOTORE: AIB – Ufficio Formazione (sede Brescia). PARTNERS: Istituti Secondari Superiori di Brescia e provincia; Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia; Università degli Studi di Brescia. OBIETTIVO: Riconoscere l’impresa quale sede autorevole e attrezzata per l’apprendimento e la formazione; favorire l’interazione tra il sapere formativo/accademico con quello pragmatico; facilitare l’inserimento dei giovani presso le varie aziende. DESTINATARI: Studenti frequentanti istituti superiori e Università; docenti di vari Istituti. AZIONE: Costruzione di un piano integrato di stages riguardante gli istituti superiori della provincia, i CFP e le due Università, fino ai corsi di IFTS, ai corsi di Isfor2000, al Master in economia per PMI e, infine, ai dottorati di ricerca. Il progetto prevede la possibilità anche per i docenti di partecipare in prima persona agli stages. 7. Progetto “Verso il futuro: scuola e territorio per il successo formativo” ENTE PROMOTORE: CSA di Brescia e Istituto Comprensivo di Passirano. REFERENTE: Prof. Giuseppe Colosio, dirigente CSA, prof,ssa Morena Modenini, dirigente IC. PARTNERS: Rete di scuole della Franciacorta. OBIETTIVO: Ridurre il fenomeno della dispersione scolastica partendo dalla Scuola Media e in collaborazione con i servizi del territorio (comuni, amministrazioni, ecc…). DESTINATARI: Studenti frequentanti la Scuola Media; Scuola Superiore; genitori. AZIONE: A seconda del tipo di scuola sono state previste azioni diversificate. Relativamente alle Scuole Medie, l’iniziativa individuata è la costruzione condivisa di un progetto riguardante la valutazione attitudinale e oggettiva delle competenze mediante colloqui e somministrazione di questionari con restituzione di un consiglio di orientamento; è fondamentale la distribuzione di un “quaderno operativo” contenente varie prove stimolo per approfondire la conoscenza di sé, tabelle e grafici sui quali riportare i risultati scolastici e attitudinali, pagine per i genitori, il verbale dell’orientamento e alcune informazioni di uso pratico; sono previsti orientatori esterni che, oltre a svolgere l’attività di orientamento, hanno anche la funzione di coordinare tutta la rete di scuole che partecipano all’iniziativa. Per ciascun alunno viene compilato un fascicolo informativo che sarà poi inviato alla scuola superiore scelta dallo stesso all’atto delle pre-iscrizione. Rispetto alla Scuole Superiori, e in particolar modo per gli studenti frequentanti il primo anno, l’attività specifica prevede di ricontattare gli studenti, a conclusione dell’anno scolastico, per un colloquio di verif ica sull’esperienza vissuta; in questo

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modo, laddove la situazione lo richiede, si avviano processi di ri-orientamento al fine di evitare i fenomeni di abbandono. 8. Progetto “Laboratorio Attention Training” ENTE PROMOTORE: Istituto Comprensivo di Passirano. REFERENTE: Prof.ssa Morena Modenini, dirigente IC. OBIETTIVO: Potenziare negli alunni le competenze di cui risultano carenti. DESTINATARI: Studenti frequentanti Istituti Tecnici o Professionali di età compresa tra i 16 e i 17 anni. AZIONE: Realizzazione di percorsi per il potenziamento delle competenze scolastiche trasversali (in particolare quelle di lettura), avviamento di laboratori sperimentali per il consolidamento delle abilità di attenzione, concentrazione e studio, in quanto fattori essenziali per l’apprendimento e per il successo formativo. 9. Progetto “Orientamento in uscita” ENTE PROMOTORE: Istituto di Istruzione Superiore “Blaise Pascal”, sezione associata ITC “Primo Mazzolari” (sede Verolanuova). REFERENTE: Prof. Olivari Tinti. PARTNERS: Cooperativa Tempo Libero, Agenzia per il Lavoro “Générale Industrielle”. OBIETTIVO: Promuovere negli studenti una riflessione finalizzata alla presa di coscienza delle proprie attitudini e abilità; favorire l’acquisizione di una panoramica informativa ad ampio raggio rispetto alle scelte post-diploma. DESTINATARI: Studenti frequentanti le classi 4^ e 5^. AZIONE: Il progetto prevede 5 diverse azioni. Adesione al progetto di Orientamento Universitario promosso dall’Università degli Studi di Brescia , in questo contesto le opportunità offerte ai ragazzi sono: la possibilità di svolgere on line un test attitudinale di orientamento pre-universitario, richiedere un colloquio individuale di orientamento con un formatore scelto dall’Università di Brescia, visitare gli atenei di Medicina, Economia e Commercio, Giurisprudenza. Programmazione di una serie di interventi di esperti che presentino gli aspetti salienti della normativa sul lavoro, del funzionamento del mercato del lavoro e delle opportunità offerte ai giovani, e le tecniche di ricerca attiva di un’occupazione, nonché informazioni utili per la scelta consapevole della facoltà universitaria. Partecipazione alle manifestazioni fieristiche di orientamento universitario e al lavoro. Adesione al progetto Campus di orientamento al lavoro, evento che si articola in due fasi: somministrazione, da parte di una psicologa, di test attitudinali, restituzione degli esiti del test e successivo colloqui individuale 20. Affissione

20 L’iniziativa è finanziata dalla Comunità economica europea, la quale ha richiesto come pre-requisito l’iscrizione degli studenti partecipanti all’iniziativa al Cento per l’Impiego di competenza territoriale.

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in un’apposita bacheca dell’Istituto o comunicazione diretta agli studenti delle iniziative/attività.

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10. Progetto “Scuola aperta” ENTE PROMOTORE: ITCG “Luigi Einaudi” (sede Chiari). REFERENTE: Prof.ssa Maria Angela Zafferri. OBIETTIVO: Favorire la comunicazione tra l’Istituto, le famiglie e gli studenti frequentanti la classe 3^ della Scuola Media, affinché prendano conoscenza dell’offerta formativa dell’ITCG (caratteristiche degli indirizzi operativi, profili professionali in uscita, sbocchi professionali, strutture e servizi, attività curriculolari ed extra curriculolari) nel periodo che precede l’iscrizione alla Scuola Superiore. DESTINATARI: Genitori e alunni di 3^ Media. AZIONE: Sono previsti due incontri pomeridiani della durata di 3 ore ciascuno nei mesi di dicembre e gennaio. 11. Progetto “Test Orientamento Ministero” ENTE PROMOTORE: ITCG “Luigi Einaudi” (sede Chiari). REFERENTE: Prof. Fabio Antonietti. PARTNER: MPI Ministero Pubblica Istruzione (sede Roma). OBIETTIVO: Orientare gli studenti frequentanti la classe 5^ ad una scelta ragionata e consapevole sia per il proseguimento agli studi, sia per l’inserimento nel mondo del lavoro. DESTINATARI: Alunni delle classi 5 .̂ AZIONE: Somministrazione di un test curricolare proposto agli studenti in forma cartacea o digitale, in base al supporto fornito alla scuola dal Ministero. 12. Progetto “C.A.S.CO: coordinamento azioni per il successo formativo

contro la dispersione scolastica” ENTE PROMOTORE: CFP dell’Associazione Industriale Bresciana, (capofila dell’accordo di rete sede Ome). PARTNERS: CFP “Zanardelli” (sede Clusane), CFP “Zanardelli” (sede Chiari), IIS “Falcone” (sede Palazzolo S/O), IIS “Marzoli” (sede Palazzolo S/O), IIS “Einaudi” (sede Chiari), IIS “Gigli” (sede Rovato), IC di Castegnato, SM di Gussago, SM di Cellatica, IC di Paratico, IC di Iseo, IC di Ome, IC di Ponticelli Brusati, IC di Passirano, IC di Paderno Franciacorta, IC di Rodengo Saiano. OBIETTIVO: Creazione di una rete operativa, rappresentativa dei contesti pubblico-privato e scolastico-formativo, tesa al coordinamento delle fasi di programmazione, pianificazione e realizzazione di iniziative di orientamento di gruppo in base alla domanda dell’utenza; costruzione di una proposta integrata di servizi formativi rivolta ad utenti che richiedono azioni di supporto nella fasi di transizione del percorso scolastico-formativo e di costruzione del progetto personale; incremento de lle possibilità di accesso a servizi informativi in grado di offrire dati e indicazioni puntuali e aggiornati che supportino i destinatari durante il processo di scelta.

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DESTINATARI: Studenti e allievi a rischio di abbandono, giovani non frequentanti. AZIONE: Costituendosi come progetto di rete, ciascun Istituto coinvolto ha approfondito una o più delle azioni previste, diversificandole in base all’utenza. Per gli studenti a rischio di abbandono, l’attività di Orientamento si è declinata in: passerelle guidate e monitorate, LARSA (Laboratori di recupero e sostegno degli apprendimenti), alternanza scuola -lavoro. Entrando nel dettaglio: l’azione “passerella”, non solo vuole accompagnare lo studente verso indirizzi scolastici maggiormente conformi alle attitudini e agli interessi di ciascun individuo, ma anche guidarlo verso percorsi di studio più impegnativi (raggiungimento di un diploma quinquennale e possibilità di proseguimento negli studi universitari) e soprattutto far sì che tutti concludano almeno un percorso di formazione nel sistema dell’istruzione. I LARSA sono distinti in LARSA di apprendimenti, finalizzati ad attività di recupero dei debiti scolastici, e LARSA trasversali, nei quali sono stati attivati percorsi riguardanti le capacità di attenzione e di studio, e le difficoltà emotive e relazionali; in entrambi i casi sono state previste prove in ingresso e finali per la verifica dei progressi. L’alternanza scuola -lavoro prevede, come del resto suggerisce il termine stesso, momenti di normale frequenza scolastica a cui si alternano attività in azienda, e/o presso laboratori dei CFP del territorio, al fine di far sperimentare ai ragazzi, in un contesto sicuro, esperienze professionali concrete. L’iniziativa è comune sia a coloro che non intendono completare il percorso di istruzione/formazione21 sia a giovani non frequentanti per i quali è proposto anche l’azione di accompagnamento all’inserimento in percorsi di Istruzione e Formazione finalizzato alla preparazione in vista di un reinserimento in percorsi scolastici. 22 13. Progetto “Successo formativo e lotta alla dispersione-BS Ambito 3” ENTE PROMOTORE: AFGP Associazione Formazione Giovanni Piamarta (capofila dell’accordo di rete sede Milano). REFERENTE: Dott. Natale Cattaneo. PARTNERS: CFP “Giuseppe Zanardelli” (sede Verolanuova), IIS “Bonsignori” (sede Remedello), IIS “Vincenzo Capirola” (sede Leno), IIS “Grazio Cossali” (sede Orzinuovi), IIS “Don Milani” (sede Montichiari), IIS “Blaise Pascal” (sede Manerbio), ENAC Lombardia CFP “Canossa” (sede Bagnolo Mella), SAEF S.r.l (sede Brescia), IPAA “Vincenzo Dandolo” (sede Bargnano di Corzano), Centro Culturale e Formativo “Don Arcangelo Tadini” – Ente Ecclesiastico (sede Brescia). 21 In questo caso, e in particolare per gli studenti frequentanti il secondo anno, l’attività ha come obiettivo l’acquisizione di crediti sufficienti per passare al terzo anno di un percorso di formazione. 22 Tutte le attività sono precedute da un incontro di formazione e concluse con un incontro di verifica con i responsabili del progetto.

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OBIETTIVO: Promuovere il successo formativo al fine di far permanere i giovani all’interno del sistema di istruzione/formazione; integrare le conoscenze e le competenze degli studenti secondo una prospettiva personale, civica, sociale e occupazionale; promuovere la formazione degli operatori che si occupano di disagio scolastico. DESTINATARI: Studenti, operatori e insegnanti delle scuole secondarie. AZIONE: Costituendosi come progetto di rete, ciascun Ente/Istituto ha approfondito una o più delle azioni previste per la suddetta iniziativa, scegliendo tra: percorsi di prevenzione; percorsi di ri-orientamento, laboratori volti a incrementare la motivazione allo studio, la riflessione sulla formazione quale strumento di investimento per il futuro, l’acquisizione di competenze trasversali oltre che dei contenuti curricolari, il potenziamento delle risorse personali. 14. Progetto “LARSA” ENTE PROMOTORE: CFP Zanardelli (sede Verolanuova). REFERENTE: Prof. Antonio Botta, dirigente scolastico CFP. OBIETTIVO: Ridurre gli insuccessi scolastici nelle materie scientifiche; ridurre gli insuccessi scolastici degli studenti stranieri aumentando la loro capacità di comprensione linguistica. DESTINATARI: Studenti iscritti al secondo anno; studenti stranieri. AZIONE: Laboratori di recupero nelle discipline matematiche e statistiche (le attività previste sono esercitazione nelle proporzioni, risoluzione di equazioni di 1° grado, elaborazione di diagrammi e istrogrammi, confronto e distribuzioni di dati statistici ecc...). Laboratori di alfabetizzazione linguistica per studenti extracomunitari (le attività previste sono: esercizi grammaticali e lessicali, di pronuncia e conversazione, di lettura e comprensione, produzione di articoli di giornali, testi narrativi e professionali ecc…). 15. Progetto “Zattera” ENTE PROMOTORE: Liceo scientifico Leonardo (capofila dell’accordo di rete, sede Brescia). PARTNERS: Liceo” Bagatta” (sede Desenzano d/G), Liceo scientifico “Copernico” (sede Brescia), IIS “Gambara” (sede Brescia), I.P.S.S.C.S. “Sraffa” (sede Brescia),ITCG “Einaudi” (sede Chiari), ITCG “Tartaglia” (sede Brescia), Università Statale di Brescia, Università Cattolica del Sacro Cuore (sede di Brescia), Assessorato alla Pubblica Istruzione e Politiche Giovanili (sede di Brescia), Assessorato alla Pubblica Istruzione e alla Formazione (sede di Brescia), Ufficio dell’Educazione alla Salute e alle problematiche studentesche CSA di Brescia, IAL-CESMOG (Centro studi del mondo giovanile) c/o Ial Lombiarda (sede Brescia). OBIETTIVO: Individuazione delle cause della dispersione nei primi anni di Università; riduzione dell’incidenza degli insuccessi e facilitazione del

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percorso universitario degli studenti; individuazione delle difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro e facilitazione dello stesso; integrazione delle risorse e collaborazione efficace fra Enti territoriali, Scuole Superiori, Università e la formazione di secondo livello (post diploma e formazione professionale); valutazione dell’attività di orientamento realizzata dalle scuole medie superiori in collaborazione con la Provincia, il Comune, il CSA di Brescia, l’Università degli studi di Brescia. DESTINATARI: Ex studenti di scuola superiore. AZIONE: Costruire un Osservatorio dei percorsi di studio e di lavoro dopo il diploma di scuola media superiore; monitorare le scelte di studio all’uscita dalla Scuola Secondaria; le modalità di frequenza dei corsi universitari; l’impegno richiesto negli studi; le difficoltà incontrate e l’eventuale interruzione di frequenza; le scelte e le opportunità di inserimento nel mondo del lavoro e le condizioni di lavoro; la congruenza tra le competenze acquisite durante la scuola superiore e quelle richieste dai sistemi di sbocco; l’efficacia delle attività di orientamento promosse dai soggetti dell’accordo di rete. Gli obiettivi sono stati misurati mediante un questionario inviato da ciascuna scuola, aderente al progetto, a tutti gli ex studenti ad un anno e mezzo dal conseguimento del diploma di Scuola Superiore. 16. Progetto “Percorso di preparazione agli Studi di Ingegneria” ENTE PROMOTORE: Università degli Studi di Brescia – Facoltà di Ingegneria (sede di Brescia). REFERENTE: Prof. Aldo Zenoni. OBIETTIVO: Prevenire il fenomeno della dispersione. DESTINATARI: Studenti che, nella prova di accesso, hanno conseguito un voto inferiore alla soglia prestabilita e che per questo risultano a rischio di abbandono o di serie difficoltà negli studi. AZIONE: Istituzione di due moduli didattici. Nel primo modulo sono erogati alcuni Insegnamenti di Preparazione riguardanti le materie di base dell’Ingegneria (matematica, fisica, chimica) per il soddisfacimento degli Obblighi Formativi Aggiuntivi; in questa fase è previsto un obbligo di frequenza pari al 70% delle lezioni23, al termine del quale gli studenti dovranno sostenere una prova di verifica per ciascun insegnamento per accedere alla fase successiva del programma 24. Nel secondo modulo lo studente ha modo di frequentare alcuni insegnamenti curricolari (Analisi

23 La frequenza obbligatoria consente di selezionare immediatamente gli studenti che possiedono effettivamente le motivazioni e la volontà di proseguire. Cfr il sito www.unicatt.it , sezione Stati Generali Azione Bandiera 1, risultati del workshop tenutosi presso la sede di Brescia della Regione Lombardia in data 8 maggio 2007, relazione ad opera del prof. Aldo Zenoni. 24 In caso di giudizio negativo lo studente potrà ripetere il test d’ingresso solo l’anno successivo.

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Matematica A e B, Algebra e Geometria, Fisica Sperimentale A, Chimica, nonchè la prova di lingua straniera) comuni a tutti gli indirizzi di Ingegneria, al fine di un inserimento efficace nei percorsi regolari degli studi. 17. Progetto “Attività di tutorato” ENTE PROMOTORE: Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia. OBIETTIVO: Sostenere e accompagnare gli studenti durante tutto il percorso di studi. DESTINATARI: Studenti al primo ingresso in Università; studenti giunti al conseguimento della laurea triennale; studenti giunti al conseguimento della laurea specialistica; studenti lavoratori; studenti a rischio di abbandono/dispersione scolastica. AZIONE: Attività informative riguardanti la facoltà, i corsi di laurea (e curricola), le modalità di svolgimento degli esami di profitto, l’orientamento tra i diversi servizi di Ateneo dedicati agli studenti; incontri sul metodo di studio, sulla pianificazione degli esami, nonché sulle modalità di compilazione del suddetto; supporto nel reperimento degli appunti delle lezioni, con incontri ad hoc per gli studenti lavoratori, assistenza durante lo svolgimento della prova finale/tesi di laurea; svolgimento di attività di orientamento relativamente alla scelta del percorso di laurea specialistica o di ingresso nel mondo del lavoro; recupero degli studenti in difficoltà mediante monitoraggio/contatto/ricevimento; atività di feed-back sul lavoro effettuato e sui risultati conseguiti tramite l’elaborazione di report. 18. Progetto “Orientando Junior” ENTE PROMOTORE: Servizio per le Politiche Giovanili di Brescia. PARTNERS: Provincia, Commissione Orientando, ACB (Associazione Comuni Bresciani), Istituti Superiori Cittadini. OBIETTIVO: Aiutare i ragazzi nella scelta del percorso formativo superiore. DESTINATARI: Alunni delle classi 3^ media di città e provincia. AZIONE: Allestimento di una manifestazione della durata di 3 giorni nel mese di novembre durante la quale i ragazzi, accompagnati dai propri insegnanti, possono visitare gli stand degli istituti superiori cittadini, nonché della formazione professionale, al fine di raccogliere materiale informativo rispetto al piano di studi, ai programmi, ai progetti realizzati, agli sbocchi scolastici e professionali ecc…, parlando con i docenti di riferimento25. 19. Progetto “Orientando Senior” 25 Ogni anno il Servizio Politiche Giovanili, in collaborazione con il Comune di Brescia, la Provincia e l’ ACB (associazione comuni bresciani), pubblica una guida dal titolo “Orientando Junior: scegliere la scuola – costruire il proprio futuro” che raccoglie l’offerta formativa di tutto il territorio cittadino e provinciale. È possibile reperire gratuitamente la guida recandosi presso gli uffici del Servizio Politiche Giovanili a Brescia, p.zza Repubblica, n. 1.

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ENTE PROMOTORE: Servizio per le Politiche Giovanili di Brescia. PARTNERS: Provincia, Commissione Orientando, ACB (associazione comuni bresciani), Istituiti Superiori Cittadini. OBIETTIVO: Aiutare gli studenti nella scelta del percorso post-diploma. DESTINATARI: Studenti delle classi quinte degli istituti superiori di città e provincia. AZIONE: Allestimento di una manifestazione della durata di 3 giorni nel mese di febbraio durante la quale i giovani, accompagnati dai propri insegnanti, hanno modo di ricercare, non solo, l’Università o il corso post-diploma che maggiormente corrisponde agli interessi, attitudini e competenze possedute, valutando le varie proposte formative presentate dai docenti di riferimento, ma anche di prendere coscienza delle offerte e professioni legate al mondo del lavoro grazie alla presenza di rappresentanti degli Ordini professionali (artigiani, commercialisti, infermieri ecc..)26. 20. Progetto “Dopo il diploma… è tempo di scegliere, anche per gli ultimi

indecisi” ENTE PROMOTORE: Servizio per le Politiche Giovanili di Brescia. OBIETTIVO: Sostenere il percorso di scelta post-diploma in relazione alle motivazioni che orientano verso l’università o verso alternative formative; facilitare il reperimento di informazioni e strumenti utili per individuare e valutare le opportunità in relazione al personale percorso. DESTINATARI: Giovani che desiderano un supporto nella scelta del percorso universitario o di altri percorso formativi. AZIONE: Organizzazione di seminari che, sfruttando la metodologia del piccolo gruppo (max 10 persone), intendono sollecitare i partecipanti ad esprimere dubbi o perplessità al fine di raggiungere una maggior consapevolezza nella scelta. Durante il seminario sono toccati alcuni argomenti chiave come la motivazione, i percorsi alternativi all’Università, gli strumenti per la valutazione del piano di studi, il confronto con altre università e la preparazione ai test di ingresso27. 21. Progetto “Pe rcorso orientativo. Consulenza dell’Informagiovani della

Fondazione Galignani di Palazzolo S/O per la Scuola Media Statale” ENTE PROMOTORE: Fondazione “Giuseppe Antonio Galignani” (sede Palazzolo S/O).

26 Anche in questo caso è possibile reperire presso gli uffici del Servizio Politiche Giovanili la guida “VolereVolare. Orientando Senior: impieghi – professioni – formazione”, p.zza Repubblica, 1. 27 La partecipazione ai seminari è gratuita, previa iscrizione presso l’Informagiovani per la formazione dei gruppi, è inoltre richiesta la compilazione di una scheda informativa presso il suddetto servizio.

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OBIETTIVO: Potenziare la capacità di riflessione su se stessi e sull’esterno al fine di implementare il processo decisionale nelle scelte scolastiche. Questo obiettivo generale si declina conseguentemente nel: far acquisire ai preadolescenti una maggior conoscenza si sé evidenziando gli interessi, incrementando la stima ed esplorando la motivazione e la tematica dei valori. DESTINATARI: Studenti delle classi 2^ media. AZIONE: Organizzazione di 4 incontri della durata di 2 ore ciascuno durante l’orario scolastico. Il primo incontro e il secondo incontro sono dedicati all’auto-conoscenza dal punto di vista di se stessi, “Come mi vedo” e da quello degli altri “Come mi vedono gli altri”; nel corso del terzo incontro vengono affrontate le tematiche relative agli interessi/hobbies, “Cosa mi piace”, e alla stima di sé, “Quanto mi voglio bene”; infine nell’ultimo incontro è presa in considerazione la tematica della motivazione e dei valori dal titolo “Quanto mi interessa e perché”. In tutti e 4 gli incontri è previsto l’uso di schede, giochi e momenti di discussione libera. 22. Progetto “Percorso orientativo. Consulenza dell’Informagiovani della

Fondazione Galignani di Palazzolo S/O per la scuola secondaria di primo grado”

ENTE PROMOTORE: Fondazione “Giuseppe Antonio Galignani” (sede Palazzolo S/O). OBIETTIVO: Condurre l’allievo ad auto-orientarsi nella scelta della Scuola Superiore o del lavoro in vista di una professione futura; avviare la ricerca di identità; abilitare ad una molteplicità di scelte. A questi 3 obiettivi generali ne corrispondono 3 specifici: far acquisire ai preadolescenti la consapevolezza di sé, delle capacità, degli interessi personali e delle proprie attitudini attraverso il processo di auto-valutazione; favorire negli alunni la formazione di una conoscenza critica nei confronti dell’ambiente circostante; far esplorare ed analizzare il mondo del lavoro e della scuola, aiutando il ragazzo/a a passare dallo stadio della fanciullezza a quello dell’adolescenza. DESTINATARI: Alunni e insegnanti delle classi 3^ media. AZIONE: Il progetto prevede azioni diversificate a seconda dei destinatari. Per gli insegnanti sono previsti incontri al fine di acquisire informazioni sul rendimento scolastico degli alunni, e per creare un momento di collegamento tra l’attività didattica e quella orientativa. Per gli alunni il programma prevede due fasi: una informativa e una formativa. Nel modulo informativo viene presentato il mondo del lavoro e quello della scuola, e vengono fornite informazioni relative alla necessità di adattamento e flessibilità, in quanto abilità richieste dalla società attuale. Nel modulo formativo si affronta il tema dell’acquisizione della consapevolezza di sé, si sviluppano riflessioni sul concetto di “controllo degli avvenimenti” e verifica delle aspettative verso il lavoro e in generale il futuro, si promuove l’autonomia di scelta incentivando una progettualità consapevole. Gli strumenti utilizzati sono test attitudinali,

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questionari per la rilevazione di interessi professionali o di studio, materiale cartaceo e momenti di discussione libera. 23. Progetto “La motivazione allo studio: desiderio e autorealizzazione.

Quale ruolo per il genitore?” ENTE PROMOTORE: Fondazione “Giuseppe Antonio Galignani” (sede Palazzolo S/O). OBIETTIVO: Aiutare i genitori a promuovere l’interesse per lo studio. DESTINATARI: Genitori. AZIONE: Offrire ai genitori uno spazio di confronto con esperti e di riflessione sulle tematiche di crescita, auto-realizzazione e motivazione allo studio dei figli. 24. Progetto “Attività di orientamento dei CPI” (Centri per l’Impiego) ENTE PROMOTORE: CPI (http://sintesi.provincia.brescia.it/portale). OBIETTIVO: Favorire nei soggetti una maggiore conoscenza delle proprie risorse. DESTINATARI: Soggetti che cercano lavoro o che desiderano cambiarlo, soggetti che desiderano intraprendere un percorso di studi. AZIONE: A seconda delle specifiche esigenze del soggetto sono previste le seguenti attività: colloqui e/o corsi di orientamento, stages, corsi individuali di supporto nella ricerca del lavoro e corsi, in gruppo, di accompagnamento e supporto nella ricerca attiva del lavoro. Prima di accedere ad una qualunque delle iniziative proposte, è fondamentale che il soggetto effettui un colloquio di accoglienza al fine di individuare i percorsi e le soluzioni che maggiormente corrispondono alle sue esigenze. 25. Progetto “Donna e Scienza” ENTE PROMOTORE: Direzione Scolastica Regionale e Istituto IARD “Franco Brambilla” (sede Milano). PARTNERS: Microsoft. OBIETTIVO: Avviare le studentesse verso le facoltà scientifiche. DESTINATARI: Studentesse di classe 4^ e 5^ appartenenti a diversi Istituti: licei, tecnici e professionali. AZIONE: Somministrazione di test e colloqui individuali per incentivare le ragazze ad iscriversi alle facoltà scientifiche. 26. Progetto “Bassa… che grande” ENTE PROMOTORE: Assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune di Leno in collaborazione con la Scuola secondaria di 1° grado. PARTNERS: CFP “Zanardelli” (sede Verolanuova), CFP “Bonsignori” (sede Remedello), CFP “Canossa” (sede Bagnolo Mella), IIS “Vincenzo Capirola”

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(sede Leno), IIS “Don Milani” (sede Montichiari), IIS “Blaise 28Pascal” (sede Manerbio), IPAA “Vincenzo Dandolo” (sede Bargnano di Corzano). OBIETTIVO: Aiutare i ragazzi nella scelta del percorso formativo superiore. DESTINATARI: Alunni delle classi 3^ media e i loro genitori AZIONE: Organizzazione di una manifestazione della durata di 2 giorni nel mese di novembre, durante la quale le famiglie e gli alunni possono incontrare i Dirigenti scolastici e prendere informazioni relativamente ai vari istituti e al piano dell’offerta formativa. 27. Progetto “Conosciamoci” ENTE PROMOTORE: Agenzia Formativa “Don Angelo Tedoldi” (sede Lumezzane). REFERENTE: Flavio Bonardi. PARTNERS: IIS “Beretta” (sede Gardone Val Trompia), IIS “Primo Levi” (sede Sarezzo), IIS “Moretti” (sede Lumezzane), Ente di Formazione Laser Soc. Coop. OBIETTIVO: Costruzione di un sistema integrato di competenze/abilità al fine di prevenire il fenomeno della dispersione scolastica con particolare attenzione agli aspetti relazionali e motivazionali. DESTINATARI: Studenti della scuola secondaria superiore. AZIONE: LARSA (Laboratori di Recupero e Sviluppo degli Apprendimenti), distinti in: LARSA di apprendimenti, finalizzati alle attività di recupero dei debiti scolastici, e LARSA trasversali, nei quali sono stati attivati percorsi di conoscenza di sé, di orientamento alle scelte future, di scoperta e miglioramento dei canali comunicativi (verbali e non verbali), di progettazione di percorsi significativi sui piani della motivazione e del consolidamento delle identità e infine di consapevolezza/accettazione di sé e dell’altro29. 2.3 Analisi comparata dei progetti

I progetti raccolti si differenziano non solo per i diversi approcci e la metodologia utilizzata, ma anche per i moventi che hanno determinato la loro nascita e per i destinatari a cui sono rivolti.

28 L’iniziativa è stata finanziata dal Fondo Sociale Europeo. 29 Per tutti i LARSA è stata prevista una scheda nella quale vengono specificati: gli utenti, gli obiettivi formativi, i compiti e i prodotti, gli obiettivi specifici di apprendimento, il personale coinvolto, gli strumenti, tempi e metodi per la realizzazione dei Laboratori, e infine i criteri e le modalità di valutazione. Il progetto è stato finanziato dal Fondo Sociale Europeo. Per ulteriori approfondimenti consultare gli Atti del progetto pubblicati a cura dell’Agenzia Formativa “Don Angelo Tedoldi”, via Rosmini 14, Lumezzane, BS, o il sito internet www.agenziaformativa.editarea.com.

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Se si considera la suddivisione di tali iniziative in base agli approcci30, emerge il seguente quadro: (cfr tabella 2) Tab. 2 - Analisi dei progetti secondo l’approccio teorico di riferimento

Approcci Progetti Psic./att. Cogn/comp. Supp./ed. Psic./soc. Rete

1 • 2 • • • 3 • 4 • • 5 • • 6 • • 7 • • • 8 • 9 • • • • 10 • 11 • 12 • • • • 13 • • • • 14 • 15 • • • 16 • 17 • • • 18 • • 19 • • 20 • • 21 • • 22 • • • • 23 • • 24 • • • 25 • • 26 • • 27 • • •

Dal punto di vista strutturale la maggior parte dei progetti ricorre a più approcci contemporaneamente (20 su 27), in quanto molteplici sono le finalità perseguite all’interno delle iniziative e diversi i destinatari, in relazione ai quali è possibile individuare le seguenti tipologie: studenti dei vari ordini di scuola (Scuole Medie, Superiori e Università), studenti a rischio di

30 Cfr il paragrafo 2.1 Approccio teorico alle azioni di contrasto e principali metodologie di intervento, pag. 11.

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abbandono, giovani non più frequentanti, genitori, insegnanti, operatori nel settore della scuola.

Come era prevedibile la maggior parte dei progetti ha come destinatari gli studenti, ma non mancano quelli che coinvolgono i genitori; in questi ultimi, tuttavia, va notato un loro coinvolgimento marginale: per lo più i genitori vengono chiamati in causa nel passaggio dalla scuola Media a quella Superiore31 e solo per questioni informative; considerando tutte le azioni, solo una presenta un programma “dedicato” esclusivamente a loro e avente come oggetto il delicato problema della motivazione allo studio 32. Anche gli insegnanti, laddove non ne sono promotori, vengono relegati al ruolo marginale di “accompagnatori” 33, e solo in due casi34 sono chiamati in prima persona ad affrontare la tematica della dispersione/abbandono scolastico partecipando a corsi di aggiornamento e/o approfondimento sull’argomento e a relazionarsi direttamente col mondo delle imprese mediante la partecipazione a stages in aziende.

Per quel che concerne gli operatori coinvolti, oltre ai docenti, che spesso assumono la figura di referente delle iniziative35, molti progetti ricorrono alla consulenza di psicologi, educatori, formatori e tutor. Quest’ultima figura risulta, però, essere poco approfondita ed è presente in un solo progetto36.

Oltre che per gli aspetti costitutivi, fin qui analizzati, le iniziative raccolte si differenziano anche per gli obiettivi perseguiti, e soprattutto per le specifiche azioni promosse. Rispetto agli obiettivi, questi possono essere così riassunti37:

- diffondere informazioni38; - promuovere nuove competenze o consolidare quelle pre-

esistenti39; - favorire momenti di counseling, colloqui, confronto, condivisione

rispetto alle scelte40; - incentivare una maggiore consapevolezza rispetto a se stessi e al

proprio futuro41;

31 Cfr. i progetti n. 10 e 26. 32 Cfr. il progetto n. 23. Sull’argomento si veda anche Gatti R., Saper sapere. La motivazione come obiettivo educativo, NIS Nuova Italia Scientifica, Urbino, 1992. 33 Si considerino i progetti n. 18 e 19. 34 Crf i progetti n. 2 e 6. 35 In questo caso i progetti rientrano a pieno titolo nei Pof (Piani di Offerta Formativa). 36 Cfr progetto n. 17. In quest’unico caso, il tutor è una persona laureata che accede alla carica mediante un concorso. Una volta nominato, egli svolge tutte le attività di accompagnamento/ sostegno/consulenza all’interno dell’Università. 37 Poiché i progetti, spesso, perseguono più finalità, è possibile trovare la stessa iniziativa ripetuta più volte nei vari obiettivi considerati. 38 Cfr i progetti n. 1, 9, 10, 17, 18, 19, 22 , 26. 39 Cfr i progetti n. 6, 7, 3, 8 , 12, 13, 14, 16, 24, 27. 40 Cfr i progetti n. 7, 9, 11, 12, 13, 17, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 27.

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- sollecitare percorsi a medio-lungo termine 42; - monitorare i percorsi di vita degli studenti dopo il conseguimento

del diploma 43.

È importante sottolineare che tutti questi intenti, pur nella loro specificità, hanno come finalità ultime la promozione del successo formativo e l’accompagnamento alla scelta , quale momento cruciale del percorso scolastico/professionale dell’adolescente e del giovane e predittore di regolarità/irregolarità del percorso. Da questo punto di vista le in iziative danno grande importanza alla tematica dell’orientamento (o ri-orientamento) come phronesis orientativa (saggezza), e non soltanto come téchne orientativa (mezzo); volendo con ciò evidenziare che esso “non è più soltanto un problema di razionalità tecnica, ma di razionalità pratica, quella morale, che coinvolge la volontà, la libertà e la responsabilità di ciascuno” (Bertagna, 2002:15).

Una nota a parte va riservata a quei progetti che intendono perseguire, quale obiettivo, il rientro formativo dei soggetti non più frequentanti44 e/o di quelli fortemente a rischio di abbandono. In entrambi i casi le iniziative promosse vanno dall’accompagnamento allo studio, come strategia supportiva per il recupero o per il reinserimento, all’alternanza scuola -lavoro, quale strumento per far sperimentare agli studenti attività professionali in contesti sicuri e monitorati.

Per quel che riguarda, infine, le azioni, anche in questo caso è possibile delineare un quadro di riferimento che, tenendo in considerazione i due obiettivi chiave (successo formativo e accompagnamento alla scelta), si compone delle seguenti iniziative: aiuto nello studio, continuità educativa, testimonianze da parte di testimoni privilegiati, offerta di spazi di ascolto, sostegno economico, orientamento e tutorato.

A conclusione di questa sezione si intende proporre una tabella riassuntiva che, partendo dai vari elementi considerati nell’analizzare i progetti, offra un quadro sintetico delle azioni considerate in relazione alle variabili precedentemente descritte.

41 Cfr i progetti n. 4, 13, 17, 20, 21, 22, 27. 42 Cfr i progetti n. 2, 5, 12, 25. 43 Cfr il progetto n. 15. 44 Cfr il progetto n. 12.

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Tab. 3 - Classificazione riepi logativa dei progetti analizzati Destinatari Obiettivi Azioni

Progetti

Stu

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St.

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Gio

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i

Gen

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Do

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Asc

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Ori

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m.

Tuto

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Sim

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Agg

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am.

Fin

anz.

1 • • • • 2 • • • • • • 3 • • • 4 • • • • 5 • • • • • 6 • • • • • • 7 • • • • • • • 8 • • • • 9 • • • • • •

10 • • • • 11 • • • 12 • • • • • • • • • • • 13 • • • • • • • 14 • • • • 15 • • • • • 16 • • • 17 • • • • • • • • • 18 • • • • • 19 • • • • • 20 • • • • • • 21 • • • • •

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Destinatari Obiettivi Azioni

Progetti

Stu

den

ti

St.

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schi

o

Gio

van

i

Gen

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Agg

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am.

Fin

anz.

22 • • • • • • • • 23 • • • 24 • • • • • • 25 • • • 26 • • • • • 27 • • • • • •

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3. Orientamento e Tutorato: due strategie di contrasto all’abbandono/dispersione scolastica

In questo paragrafo verranno affrontati l’orientamento e il tutorato come

strategie efficaci di contrasto al fenomeno dell’abbandono/dispersione scolastica, dando risalto al fatto che mentre la pratica dell’orientamento è una metodologia prevalentemente utilizzata in ambito di Scuola Media Inferiore e Superiore, il tutorato è, invece, maggiormente usato in ambito accademico/universitario.

3.1 Definizione di Orientamento

L’attuale dibattito sull’orientamento ha posto in evidenza il carattere educativo e continuativo di questa azione, che ha lo scopo di avviare il soggetto al raggiungimento dell’auto-promozione sociale e personale in vista della piena realizzazione di sé.

In base a questa premessa si può tranquillamente affermare che: l’orientamento è un compito complesso e delicato che investe non solo insegnanti e formatori, ma anche genitori, in quanto soggetti che direttamente influenzano il progetto esistenziale del figlio (Girotti, 2006); tale azione non può, quindi, essere lasciata al caso, ma deve essere contestualizzata in un processo articolato che, tenendo conto delle esigenze, nonché degli elementi ansiogeni legati alla scelta, preveda azioni di accompagnamento e prevenzione delle forme di disagio e disadattamento e aiuti il soggetto nell’auto-compimento del proprio progetto di vita.

In quanto azione sociale e intenzionale, l’orientamento può essere definito in base alle seguenti dimensioni:

• personale; • integrale; • permanente. (Girotti, 2006:165)

Nel primo punto si intende sottolineare la centralità del soggetto in quanto

persona che è in grado di auto-formarsi; in questo senso il soggetto è visto come un unicum la cui emotività e razionalità sono protese al conseguimento di uno stato di benessere raggiungibile solo mediante “la definizione e il perseguimento di un progetto di vita che consenta l’autorealizzazione, il riconoscimento sociale, la sopravvivenza materiale [e] la soddisfazione dell’affettività” (Capone, 2003:35).

La seconda caratteristica parte dal presupposto che l’orientamento, per essere considerato azione educativa, deve essere rivolto alla persona

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considerata nella sua interezza e globalità, e non soltanto in base ad alcuni aspetti come gli interessi, le attitudini o le competenze perché, se così fosse, l’azione orientativa perderebbe il suo significato, divenendo una semplice attività informativa o, al massimo, di accompagnamento.

Con la terza dimensione, infine, si sottolinea l’aspetto continuativo dell’orientamento che, pertanto, deve essere previsto lungo tutto l’arco di vita del soggetto; una tale concezione implica non solo il fatto di adeguare gli interventi a seconda dell’utenza (bambini, adolescenti, giovani, adulti e perfino anziani), ma anche la possibilità, per ciascun individuo, di trovare il proprio percorso e di farlo più volte nella vita. Per questo motivo è fondamentale che l’orientamento venga assunto dalle politiche formative come “aspetto dell’educazione permanente, poiché questa è esigenza connaturale alla sua preminente dimensione educativa” (Girotti, 2006:166), tanto più se si considera che ogni individuo sarà chiamato, nel corso della sua esistenza, ad affrontare più volte periodi di istruzione, formazione, lavoro e finanche la disoccupazione, per poi cominciare nuovamente il ciclo.

Alla luce di queste considerazioni si evince, in conclusione, che la dimensione che oggi si vuole dare all’orientamento è quella di un processo globale che, considerando parimenti la formazione, l’istruzione e l’avviamento al lavoro, istituisca un orientamento unico45 e continuo che, essendo capace di coniugare gli aspetti personali (le caratteristiche individuali), sociali (il contesto socio-culturale) e strutturali (la situazione economica), sia in grado di affrontare le nuove sfide imposte dalla società divenendo il “fondamentale strumento di supporto nelle diverse fasi di transizione” (Capone, 2003:39); esso, insieme al tutorato, rappresenta l’elemento chiave del processo di scelta formativo e/o professionale per ciascun individuo.

3.2 Definizione di Tutorato

Il tutorato, in quanto pratica educativa46 impiegata soprattutto nelle Università47, è una metodologia finalizzata “ad orientare ed assistere gli

45 Tale dimensione di unicità è sottolineata anche dalla legislazione italiana: art. 39 del D.P.R n. 616 del 24 luglio 1977, art. 35 del D.P.R 616 sempre del 1977. 46 Inizialmente questa funzione era di tipo assistenziale e indicava la cura data ai soggetti ritenuti socialmente deboli come le donne, i bambini e i malati. Fu solo in un secondo momento (1890) che si iniziò a legare questo termine a situazioni formative (si pensi ad esempio ai tutor inglesi che avevano il compito di seguire uno di più bambini insegnando loro le diverse discipline scolastiche) e giungendo così a definire il tutorato una prassi educativa basata sul rapporto individuale (o al massimo in piccolo gruppo) e incentrata a soddisfare le richieste di supporto in varie discipline. Sull’argomento si veda anche Scandella O., Alla scoperta del tutor, in Cisem/Informazioni, nn. 5/6/7/8, 1 marzo-15 aprile, 1995.

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studenti lungo tutto il corso degli studi, a renderli effettivamente partecipi del processo formativo, a rimuovere gli ostacoli ad una proficua frequenza dei corsi, anche attraverso iniziative rapportate alle necessità, alle attitudini ed alle esigenze dei singoli” (art. 13 della Legge 341 del 1990), al fine di promuovere una realizzazione formativo/scolastica e professionale soddisfacente.

Dal punto di vista teorico, le attività di tutorato possono essere distinte in 4 tipologie principali:

• tutorato in ingresso; • tutorato relazionale; • tutorato didattico • tutorato professionalizzante (Romano, 2006, Torre, 2006).

Nel primo punto rientrano tutte quelle attività aventi come destinatari i

soggetti che per la prima volta si approcciano a un percorso formativo48. Nel secondo punto l’attenzione è volta a prestare sostegno per contenere

eventuali disagi e favorire un più efficace inserimento, cercando di rispondere alle eventuali richieste o problemi che si possono incontrare durante il percorso. Questa tipologia prevede nell’Università l’assegnazione, a ciascun iscritto, di una figura di riferimento alla quale rivolgersi in caso di necessità o difficoltà e che lo seguirà durante tutto il corso di studi, soprattutto nei primi mesi successivi all’iscrizione49.

Nel terzo punto rientrano tutte quelle attività che, nonostante la diversità di azioni, sono accomunate dal medesimo obiettivo di “migliorare le competenze di base [o] colmare lacune in discipline specifiche” (Romano, 2006:17) In questo senso, il compito è quello di aiutare il soggetto a “sviluppare competenze metacognitive [favorendo] la costruzione di competenze nelle singole discipline o in una specifica professione” (Torre, 2006:14). 47 Essa non costituisce, però, l’unico contesto di applicazione; altri ambiti sono: la scuola, dove il tutorato coincide con l’attribuzione ai docenti di alcune funzioni, definite funzioni-obiettivo o strumentali e riguardanti 3 aree: la gestione dei POF, il sostegno ai colleghi, la progettazione e realizzazione di progetti formativi per gli studenti; la Formazione Professionale dove il tutorato assume prevalentemente una caratteristica di coordinamento e mediazione tra l’attività didattica e lo svolgimento di stages; la Formazione in azienda dove il ruolo del tutor è volto a facilitare l’inserimento del soggetto nel nuovo contesto lavorativo; la Formazione a distanza dove il tutor ha il compito di supportare lo studente nel suo percorso di apprendimento istituendo forum, chat ecc… Per ulteriori approfondimenti confrontare Piccardo C., Benozzo A. (a cura di), Tutor all’opera: ruolo, competenze e percorsi formativi, Guerini Associati, Milano, 2002; Biolghini D., Cenarle M. (a cura di), Net learning: imparare insieme attraverso la rete, ETAS, Milano, 2000. 48 In questo ambito possono essere annoverate tutte quelle azioni indirizzate alle matricole per aiutarle ad inserirsi, al momento dell’ingresso, nell’ambiente universitario e/o a fornire loro informazioni riguardanti le metodologie di studio e le discipline che dovranno affrontare. 49 In questo specifico caso il tutor può essere un docente della facoltà, oppure un ex studente che ricopre tale incarico.

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L’ultimo punto, infine, raggruppa tutte quelle azioni che hanno come obiettivo l’accompagnamento dei soggetti, siano essi studenti (dei diversi ordini e gradi di scuola ) o lavoratori, che si trovano a dover affrontare esperienze di tirocinio o stages50.

Una nota a parte va riservata all’azione di tutorato nella formazione professionale dell’insegnante51: a fronte della sempre maggior professionalità richiesta ai docenti neo-assunti si è imposta la necessità di istituire delle figure di coordinamento (tutor) con il compito di aiutare il nuovo insegnante a raccordare le proprie conoscenze accademiche con le azioni pratiche svolte sul campo, al fine di sviluppare un’azione didattica completa ed efficace.

3.3 Ricaduta delle azioni di orientamento e tutorato nelle strategie di contrasto all’ abbandono in Brescia e provincia

Nella lotta all’abbandono/dispersione scolastica, le azioni di orientamento e tutorato costituiscono, come già detto, due valide strategie di contrasto in quanto l’obiettivo primario che esse si pongono è quello di sostenere il soggetto nel processo di “autoaffermazione (…) e consolidamento del progetto di sé” (Girotti, 2006:178).

In quest’ottica, e attraverso la messa in pratica di azioni concrete volte a supportare l’individuo nel processo di scelta, è possibile evitare inutili dispersioni di energie (psicologiche, economiche ecc…) che altro non farebbero se non generare continui sentimenti di frustrazione e inadeguatezza rispetto al percorso formativo intrapreso e dare origine o a continui cambiamenti di indirizzi (ritardando così l’entrata nel mondo del lavoro) o al contrario alla fuoriuscita anticipata dal sistema di istruzione e formazione.

Nella tabella , riportata di seguito, si intende evidenziare le azioni concrete di Orientamento e di Tutorato, presenti nei progetti considerati, attraverso cui si intende prevenire il fenomeno dell’abbandono/dispersione scolastica.

50 Nel caso della scuola questa particolare attività tutoriale è affidata a operatori direttamente coinvolti nella possibile, e futura, scelta professionale da parte dell’individuo. 51 A questo proposito si veda anche il D.M del 26 maggio 1998 (G.U. del 3 luglio 1998, n. 153), nel quale sono riportate tutte le abilità che l’individuo, che si appresta a diventare insegnante, dovrà possedere al termine del periodo di formazione. Per ulteriori approfondimenti cfr. Torre E. M., Il tutor: teorie e pratiche educative, Carocci, Roma, 2006, p. 34.

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Tab. 4 - L’Orientamento e il Tutorato nelle azioni di contrasto alla dispersione Tipologia di intervento Azioni

Orientamento

Informazioni sulle offerte formative dei vari istituti scolastici, CFP, formazione universitaria; Informazioni riguardanti le attività professionali; Somministrazione di test/questionari di autovalutazione precedenti l’iscrizione all’istituto superiore o all’Università; Attività di counseling per promuovere una maggiore consapevolezza e responsabil ità rispetto alla scelta; Colloqui di valutazione al termine del primo anno di scuola superiore per verificare il percorso compiuto; Riprogettazione assistita del proprio percorso formativo in presenza di disagio, malessere, difficoltà.

Tutorato

Informazioni sulla facoltà scelta e sui servizi di ateneo; Supporto nella pianificazione del piano di studi; Supporto per l’acquisizione di un corretto metodo di studio; Supporto nella scelta tra laurea specialistica o inserimento nel mondo del lavoro; Assistenza nella stesura della prova finale/tesi di laurea; Sostengo agli studenti lavoratori; Sostengo agli studenti in difficoltà per il superamento degli ostacoli cognitvi e relazionali.

4. Conclusioni

Volendo, brevemente, tirare le somme di quanto illustrato, vanno fatte alcune considerazioni che riguardano due ambiti tra loro differenziati: il richiamo ad alcuni aspetti significativi relativamente ai progetti; la presentazione di qua lche elemento di riflessione critica.

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Sul primo punto la sottolineatura più evidente riguarda la volontà delle diverse istituzioni bresciane (scolastiche, politiche ed economiche), di allestire un’offerta formativa, orientativa e di sostegno a largo spettro, sia per i diversi gradi di scuola, sia per la ricchezza delle azioni previste e degli operatori coinvolti. Altrettanto significativa è l’aderenza di tali progetti alle direttive europee evidenziate dalle varie Commissioni, a partire dal Consiglio di Lisbona del 2000, e tese alla promozione della continuità educativa, all’incremento delle iscrizioni nei percorsi formativi superiori nelle discipline scientifiche (Università e Masters) e all’accompagnamento degli studenti universitari per rendere più efficace e proficuo il percorso di studi, nonché mantenere la durata degli stessi entro i limiti previsti. La volontà di perseguire questi obiettivi è ben presente nelle iniziative raccolte che, da un lato, a livello universitario, offrono la possibilità di iscriversi gratuitamente o usufruire di borse di studio per Masters e corsi di livello superiore nelle materie scientifiche; dall’altro predispongono, a livello di scuola secondaria di secondo grado, percorsi tesi a promuovere una scelta consapevole in tutti gli studenti, e ad incentivare le iscrizioni femminili.

Una seconda importante indicazione riguarda la presenza di “progetti di rete” e “progetti con partnership”; i primi rimarcano positivamente la volontà delle scuole di uno stesso bacino di utenza di cooperare allo scopo di non disperdere le forze e/o sovrapporsi, ed attuare un tentativo di monitoraggio in verticale tra scuola secondaria di primo e secondo grado ed Università rispetto alle scelte fatte dagli alunni in 3^ media e in 5^ Superiore. In questo senso, appare lodevole l’azione promossa dal CFP Zanardelli52 di monitorare il sistema di Istruzione e Formazione Professionale mediante l’implementazione del sistema formativo per la raccolta, la gestione e l’elaborazione dei dati degli studenti attraverso la definizione di una Anagrafe Regionale. Tale banca dati, infatti, liberamente consultabile, offre informazioni e servizi differenziati a seconda della tipologia d’utenza (regione, comune, genitore ecc…) e del ruolo istituzionale rivestito (dirigente scolastico, docente, assessore ecc…) e si pone come obiettivo la misurazione di alcuni fenomeni rilevanti quali: le scelte e i percorsi scolastici e/o formativi, la dispersione scolastica53, l’integrazione degli alunni stranieri e diversamente abili, la mobilità territoriale e infine le differenze di genere.

La presenza di partnership, d’altra parte, evidenzia lo sforzo di attuare sinergie tra agenzie educative, formative e informative diverse tra loro, ma

52 Il progetto, intitolato "Sistema integrato di monitoraggio dei percorsi scolastici e formativi degli studenti”, ha come referente la dott.ssa Marina De Vito ed è coordinato dal dott. Comincini. Data la peculiarità del progetto, si è optato di inserirlo fuori dalla mappatura proposta. 53 La misura della dispersione viene effettuata mediante l’elaborazione di alcuni “indicatori sintetici di dispersione”, conseguiti dalla combinazione di dati qualitativi sintetici, ottenibili dall’Anagrafe, e di indicatori riferiti ad una singola causa di dispersione.

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accomunate dall’obiettivo di favorire la realizzazione e il successo dei giovani che rappresentano il serbatoio delle energie e delle progettualità mentali, professionali e dirigenziali del futuro.

Non è da trascurare, infine, la peculiarità di due progetti: “La motivazione allo studio: desiderarlo e autorealizzazione. Quale ruolo per il genitore?” e “Attività di tutorato” indirizzati, in un caso, ai soli genitori e, nell’altro, all’approfondimento delle figura del tutor come risorsa per gli studenti universitari, promosso dall’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Sul secondo punto, si può dire che la ricchezza di progetti della realtà bresciana e gli sforzi lodevoli delle istituzioni si scontrano con scollature, indecisioni, genericità che richiedono un lavoro di controllo e di analisi più attenta e oculata, nonché un ulteriore sforzo di coordinamento con l’obiettivo di organizzare, con maggior precisione, la scansione delle attività, la circolazione delle informazioni e soprattutto la costruzione di un Osservatorio al fine di monitorare i risultati delle azioni promosse e realizzate.

Va inoltre sottolineata una carenza che riguarda l’attività di tutorato: essa è trascurata nei confronti degli studenti delle scuole superiori; è poco evidenziata per i percorsi di alternanza scuola -lavoro, stages e tirocini; è presente, come progetto, in una sola Università. Quest’ultimo punto ci fa capire che siamo ancora piuttosto lontani dai modelli europei (se consideriamo la letteratura in proposito) ma che con fatica tentiamo di avvicinarci ad essi.

Un’ulteriore considerazione, infine, va fatta su un settore che, ancora oggi, si presenta abbastanza scoperto: quello dei progetti per i genitori. Data l’importanza che riveste l’opinione dei genitori come fattore vincolante, coinvolgere più attivamente la famiglia nelle scelte dei figli è, infatti, elemento fondamentale e non trascurabile perchè supportare i genitori, renderli più consapevoli della loro responsabilità o della giusta distanza da mantenere rispetto alle aspirazioni dei figli. produce una ricaduta positiva proprio sui figli. Più progetti per i genitori, legati e coordinati a quelli per i figli, può dunque rappresentare un compito ineludibile nella progettazione futura della scuola e delle altre istituzioni.

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Mappa della collocazione territoriale dell’azione di contrasto