1.SANPAOLESI (1904-1980): NOTE BIOGRAFICHE all’allestimento...

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1.SANPAOLESI (1904-1980): NOTE BIOGRAFICHE •Liceo classico •1929: laurea in ingegneria a Pisa •Entra nella Soprintendenza delle Belle arti della Toscana •1933: esperienze di restauro di manoscritti settecenteschi su carta pergamena dell’Archivio di Stato di Firenze bruciati dagli inchiostri acidi •1934: collaborazione su incarico del Soprintendente Giovanni Poggi, all’allestimento del laboratorio di restauro annesso alla fiorentina Galleria degli Uffizi •1935: dirige le opere di restauro e pulitura dei dipinti esposti alla mostra dell’arte italiana al Petit Palais di Parigi. Utilizzo dell’ esame radiografico sui dipinti: “l’autore è stato fra i primi a valersi di questo importante mezzo di indagine sui dipinti antichi ed ha eseguito fin dal 1932 numerosissimi esami di dipinti della Galleria degli Uffizi e della Galleria Palatina” (Curriculum Vitae, 1959) 2. LE PRIME ESPERIENZE DI RESTAURO DELL’ARCHITETTURA •1934: “Restauro di ripristino e liberazione” della chiesa di S. Pietro in Scheraggio incorporata nel vecchio atrio della galleria degli Uffizi dove “ricostruisce tutti gli elementi della chiesa romanica (…) e rinviene al di sotto di essa i resti di un precedente edificio del X sec. Riviene altresì le decorazioni pittoriche della chiesa romanica” (Curriculum Vitae, 1959) •“Restauro di ripristino e liberazione” della Badia a Settimo (Firenze) •1936: laurea in architettura: “L’insegnamento quasi del tutto assente era quello storico. Nell’ambito dei docenti doveva essere considerata la più inutile delle materie di insegnamento. Analoga posizione era riservata al restauro” (Scritti vari, 1977) •1937: vince il concorso per entrare come architetto nella Soprintendenza di Firenze •1941: libera docenza in “Caratteri stilistici e costruttivi degli edifici”

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1.SANPAOLESI (1904-1980): NOTE BIOGRAFICHE

•Liceo classico

•1929: laurea in ingegneria a Pisa

•Entra nella Soprintendenza delle Belle arti della Toscana

•1933: esperienze di restauro di manoscritti settecenteschi su carta

pergamena dell’Archivio di Stato di Firenze bruciati dagli inchiostri acidi

•1934: collaborazione su incarico del Soprintendente Giovanni Poggi,

all’allestimento del laboratorio di restauro annesso alla fiorentina

Galleria degli Uffizi

•1935: dirige le opere di restauro e pulitura dei dipinti esposti alla mostra

dell’arte italiana al Petit Palais di Parigi. Utilizzo dell’esame radiografico sui

dipinti: “l’autore è stato fra i primi a valersi di questo importante mezzo di

indagine sui dipinti antichi ed ha eseguito fin dal 1932 numerosissimi esami

di dipinti della Galleria degli Uffizi e della Galleria Palatina” (Curriculum

Vitae, 1959)

2. LE PRIME ESPERIENZE DI RESTAURO

DELL’ARCHITETTURA

•1934: “Restauro di ripristino e liberazione” della chiesa di S. Pietro in

Scheraggio incorporata nel vecchio atrio della galleria degli Uffizi dove

“ricostruisce tutti gli elementi della chiesa romanica (…) e rinviene al di sotto di

essa i resti di un precedente edificio del X sec. Riviene altresì le decorazioni

pittoriche della chiesa romanica” (Curriculum Vitae, 1959)

•“Restauro di ripristino e liberazione” della Badia a Settimo (Firenze)

•1936: laurea in architettura: “L’insegnamento quasi del tutto assente era

quello storico. Nell’ambito dei docenti doveva essere considerata la più inutile

delle materie di insegnamento. Analoga posizione era riservata al restauro”

(Scritti vari, 1977)

•1937: vince il concorso per entrare come architetto nella Soprintendenza di

Firenze

•1941: libera docenza in “Caratteri stilistici e costruttivi degli edifici”

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3. IL RESTAURO DELLA LANTERNA DELLA SACRESTIA

VECCHIA DI SAN LORENZO (1941)

“E’ stato in questi giorni constatato il deperimento estremo della lanterna alla

sommità della cupola della sacrestia vecchia di San Lorenzo (Brunelleschi)

con pericolo di crollo della stessa per lo sgretolamento incredibilmente

avanzato delle otto colonne che ne sorreggono il pesantissimo cupolino in

pietra. Ho quindi dovuto prendere la decisione di iniziare il restauro per

evitare (…) il rischio di un grave cedimento degli elementi portanti con

gravissime conseguenze per la pubblica incolumità. (…) dovendosi

provvedere alla sostituzione di tutto il pietrame delle otto colonne e del

cupolino nonché della balaustra circostante al piano praticabile”

(Lettera di Calzecchi Onesti al Ministero dell’Educazione Nazionale, 2 giugno

1941)

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• Applicazione preventiva del metodo di

indurimento delle pietre:

“trattamento (…) provvidenziale perché

oggi esse mostrano dopo oltre

venticinque anni una condizione

assolutamente identica a quella che

avevano quando furono messe in opera,

come se questi venticinque anni non

fossero passati”

4. SANPAOLESI E LA STORIA: LA CUPOLA DI SANTA

MARIA DEL FIORE

“La lettura speculativa (…) di fondo letterario (…) non era capace di

contenere per intero nella sua intelaiatura i problemi (ma erano già

problemi?) della storia e dell’architettura nella sua generalità e nella sua

vastità”

“La occasione del convegno tenuto nel quinto centenario della chiusura

della cupola di S. Maria del Fiore nel 1936 le varie sintesi di studiosi più

affermati che mi venivano nelle mani si rivelavano alla fine insoddisfacenti

(...). Ne trassi l’esperienza che in generale era necessario darsi da fare per

conoscere i singoli edifici che (...) per diretta esperienza erano tutti da

studiare. Così poiché nessuno dei convenuti al centenario della chiusura

della cupola di S. Maria del Fiore aveva saputo dirmi come era fatta (e a

me importava poco che fosse gotica o romanica o classica) mi feci un

dovere di studiarla”

(Scritti vari, 1977)

“I progetti di restauro (…) sono o

dovrebbero essere preceduti (…) da

una integrale esplorazione esterna e

interna dell’edificio la quale oltre che dal

rilievo particolareggiato sia

accompagnata e completata da

relazioni informative dello stato delle

singole parti del monumento, del terreno

su cui è fondato fino alla copertura ,

penetrando nei punti solitamente

inaccessibili e nei quali possono essere

avvenuti mutamenti imprevedibili”

“Si deve pure confermare (…) l’assoluta

necessità di rilievi preventivi e di

accertamenti tecnologici; e questi,

accompagnati a una completa

conoscenza delle fonti e delle notizie

storiche remote e recenti, guidano il

restauratore a una conoscenza del

monumento che giustifichi la sua

capacità a intervenire”

(Discorso, 1973)

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5. LE ANALOGIE TRA LA CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE

E QUELLA DEL MAUSOLEO DI SOLTANIEH (1971)

“L’incarico di accertare le condizioni di conservazione di alcune architetture

medioevali persiane mi portato , fra l’altro, ad indagare e misurare

sistematicamente (…) il gran mausoleo dell’imperatore mongolo Ulgiaitu

Khudambadah” (1304-1312)

“Allora poiché la cupola di Soltanieh è la prima , che io conosca, formata di

due gusci paralleli e in mattoni, uno portante interno e una protettivo

esterno, collegati tra loro da costole intermedie, e quello di S. Maria del

Fiore è il primo esempio che io pure conosca, di cupola doppia in muratura

di mattoni, sembrano annullati i quattromila kilometri di mari e di terre e di

deserti che separano questi due grandi monumenti dell’architettura

mediterranea”

(Scritti vari, 1977)

Mausoleo di Ulgiaitu a Soltanieh (Azebairgian)

Pisa, Duomo, fasi di rilievo della facciata

6. SANPAOLESI E LA GUERRA: L’OPERA DI PREVENZIONE

BELLICA A FIRENZE E PISA

“dovette metter mano al penoso compito delle protezione dei monumenti

dalle offese belliche. (…) Tutti gli edifici di una certa importanza furono

esaminati e convenientemente protetti. Tutte le sculture, le fontane, i

monumenti equestri furono rimossi e rifugiati al sicuro. (…) Questo lavoro,

penoso come una triste odissea fu da lui compiuto in circa otto mesi di

attività febbrile che non chiedeva e non ebbe la gratitudine di nessuno”

(Curriculum Vitae, 1959)