1997 - Riempire il vuoto

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  • 8/6/2019 1997 - Riempire il vuoto

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    RIEMPIRE IL VUOTO

    La difficolt pi grande che incontra la famiglia oggi nasce dal fattoche viviamo tutti in una societ nella quale molte certezze sono

    venute meno, soprattutto dopo la caduta delle ideologie politiche: nonci appelliamo, pi, in sostanza, ad una visione della realt, ad unavisione del mondo con la quale spiegare tutto. Abbiamo rinunciato aspiegare tutto. Lindividuo non sa tutto del mondo. Crede per che sidebba saper tutto, per poter guidare i figli.

    Il genitore disorientato, in mezzo alla selva dei simboli dellacultura moderna, perch la variet e la ricchezza dellinformazione edelle occasioni culturali generano lillusione che a tutti sia concessa lapartecipazione e garantita una qualche forma di protagonismo.

    In realt, tutti facciamo lesperienza del VUOTO, che accompagnata da un senso di spaesamento e di paura.

    Siamo smarriti, perch avvertiamo che le cose tendono a perderesenso, se non provvediamo noi costantemente a dargliene uno.

    Ci di cui tutti facciamo esperienza la paura del vuoto di senso, losmarrimento per una perdita di significato della vita.

    Il nostro compito quello di fornire alla famiglia una risposta breve,spendibile immediatamente, perch i genitori hanno bisogno dirisposte che abbiano un senso precostituito, gratificante, acquietantee disangosciante (una fermata pronta e comoda, cio la possibilitdi chiudere subito langoscia).

    Occorre partire cos, per poterli portare successivamente ad

    affrontare il viaggio pi lungo, dentro il quale non tapperemo subitolangoscia, perch emerga un senso ulteriore, una potenzialit dellacoscienza inesplorata: non si tratter di interpretare, ma di ascoltare,per vedere emergere spontaneamente un nuovo senso proprioattraverso lesperienza dellangoscia e del non senso.

    La completezza a cui aspiriamo non c mai stata e non ci sar mai.Si tratta di capirlo e di imparare a convivere con questo aspettoineludibile e ineliminabile della condizione umana.

    Lazione educativa della famiglia, perch giunga alla possibilitdella proposizione di valori, ha bisogno di incontrare il negativo che

    nel ragazzo.I genitori, per, debbono comprendere quello che c di comune a

    tutti noi in quel negativo (la paura del vuoto), perch il vuoto, lamancanza di senso pu tradursi in azioni distruttive e autodistruttive.Per impedire che si manifestino quelle energie negative,bisognerebbe arrivare a calmare langoscia da cui esse nascono.

    Lazione educativa culturale, nel senso che si traduce nellacreazione di uno spazio linguistico, nella proposta di azioni dotate disenso, e per questo gratificanti, immediatamente remunerative per ilragazzo.

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    In sostanza, occorre facilitare il rapporto con la realt, altrimentiprevarr lazione del negativo che nel soggetto.

    Fare questo RIEMPIRE IL VUOTO CHE E NEI RAGAZZI.

    Ma questo non ancora un fare concreto. E piuttosto una presa dicoscienza teorica della nostra comune condizione. A partire da essa,occorre riempire il vuoto di cui parlavamo, insegnando a riconoscerenel fondo della loro coscienza le mancanze, le debolezze, la fragilit,linsufficienza, lincompletezza che sono in noi, prima ancora che inloro. Se riusciremo a far capire loro che let adulta non un portosicuro, che non finita la battaglia per la chiarezza, che lequilibrioraggiunto pu essere insidiato quotidianamente dallincertezza dellecose che ci circondano, perch non tutto dipende da noi, e che spettaad ognuno di noi adulti continuare a lottare per dare senso alleproprie azioni, per far emergere con chiarezza la seriet delleintenzioni, perch il senso delle azioni sia riconoscibile e riconosciuto.

    Riempire il vuoto dei ragazzi significa insegnare loro il significatodella vita e della morte, dellamicizia e dellamore; la differenza tramaschio e femmina, il valore della fedelt a se stessi, il piacere digodere di quello che si ha, il senso del tempo, i diritti degli altri.

    Riempire il vuoto dei ragazzi significa aiutarli a comprendere chelamore non solo un sentimento ed un sentimento solo. Dentrolesperienza dellamore risaltano i nostri pregi e i nostri difetti.

    Entrano in gioco tutte le nostre sensibilit. Oltre linnamoramento elidillio, affiorano le capacit di comprensione e di rispetto, la pazienzae la misura, la forza e il coraggio.

    Riempire il vuoto dei ragazzi significa saper riconoscere i momentiin cui sono contenti ed essere contenti assieme a loro, saperriconoscere i momenti in cui sono tristi e riuscire a capire perch etrovare le parole per stare vicino alla loro tristezza senzasottovalutarla e senza esagerarla: arriver il momento in cui siapriranno a noi, se saremo stati vicino a loro nel momento della gioiacome nel momento del dolore.

    Riempire il vuoto dei ragazzi significa capire anche se essi nonparlano, riconoscere da pochi segni i loro stati danimo e i lorosentimenti, le loro intenzioni come quello che li paralizza e impedisceloro di agire.

    Riempire il vuoto dei ragazzi significa aiutarli

    a non affogare nella noia e nellinazione, nellinerzia e nella pigrizia

    a non inacidirsi nel rancore e nel risentimento, nelle vane attese enelle recriminazioni

    a non confondersi e a non identificarsi troppo con gli altri

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    a non allontanarsi, presumendo che siano gli altri che debbonocercare noi

    a non dimenticare mai che pi importante capire che esserecapiti

    a mettere al centro sempre gli altri, perch cos facendo il mondoimparer a riconoscere la loro umanit e a ripagarli della lorogenerosit

    a sperare sempre, perch la disperazione sterile e vana, e perchsolo il bene, in ultima istanza, degno di considerazione.

    Se dimostreremo ai ragazzi di essere in grado di riempire il vuotodella loro vita, si affideranno a noi, ci cercheranno sempre, siaspetteranno parole di incoraggiamento e di conforto. Sar possibileindicare un VALORE, il significato alto di ci che non ha prezzo, perch

    da solo e di per s riempie la nostra vita, ripagandoci di tutte lemancanze e di tutte le perdite.

    [dal PROGETTO EDUCATIVO di LIBERA MENTE: LAZIONE DELVOLONTARIATO CON LE FAMIGLIE E LA FORMAZIONE DEI GRUPPI DI

    AUTO-AIUTO, a cura di Maria Grazia Facchini]