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testi e ricerche diMARCELLO ZANE

mostra a cura diGIACOMINA BOZZONI - ALER BRESCIA

IVAN ANGELO CIOCCHI - ALER BRESCIAMARCELLO ZANE - STORICO

realizzazione:BAMSphoto RODELLA - MONTICHIARI (BS)

fotografie:ARCHIVIO STORICO ALER BRESCIA

BAMSphoto RODELLA

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L’edilizia Socialea Brescia

Social housingin Brescia

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OTTANTACINQUE ANNI FRA STORIA E FUTURO

Il traguardo degli 85 anni di attività dell’Azienda che ho l’onore di presiedere – scandito dalle tappe della fondazione come Istituto comunale nel 1925, nell’allargamento all’intera provincia nel 1938 ed alla trasformazione da Iacp ad Aler nel 1996 – costituisce occasione di legittimo orgoglio, ma pure di nuove assunzioni di responsabilità. Orgoglio per una vicenda di grande importanza per il territorio bresciano e per le persone che lo hanno abitato nel corso del Novecento e vi risiedono ancora in questo nuovo secolo: le pagine di questo volume (e la mostra di cui costituisce prezioso catalogo) documentano le realizzazioni compiute, gli interventi propri di stagioni difficili - dal post crisi del Ventinove al dopoguerra, dal boom demografico alle nuove necessità urbane - così come l’impegno nel-la pratica della costante innovazione, nel ricercato raffronto europeo, nei percorsi compiuti sul fronte della socialità e delle aspettative delle famiglie e dei quartieri.Lo Iacp prima e l’Aler successivamente hanno inteso proporre modalità di regolazione della crescita edilizia e delle emergenze sociali grazie a sensibilità politiche e capacità tecnico-amministrative del proprio tempo, con sempre nuove attenzioni agli strumenti “del fare”, agevolando la soluzione di problemi concreti delle fasce più deboli nel difficile mercato della casa, per consentire a decine di migliaia di famiglie di raggiungere la desiderata meta di una casa. L’85° è pure occasione di assunzione di ulteriori responsabilità verso la cittadinanza, nella convinzione che la casa non solo è luogo dell’abitare, ma è una condizione dell’essere. La consapevolezza, cioè, che la casa rappresenti una esigenza fondamentale di socievolezza e di soddisfazione di bisogni primari ed elementari, e che dunque l’Aler debba ancora oggi agire con concretezza ed efficacia nel fornire risposte a sempre nuove esigenze della vita contem-poranea (diverse da quelle del passato) espresse da nuove famiglie, dal fenomeno migratorio, dalle necessità della popolazione universitaria o della terza età, dalla sostenibilità ambientale così come dalle nuove relazioni di quartiere e della convivenza associata. Un appuntamento con la storia e con il presente, dunque. Per non dissipare quanto abbia-mo ereditato dagli amministratori che ci hanno preceduto, i quali, con molta lungimiranza e molta preveggenza, hanno affrontato le sfide del loro tempo con intelligenza, lasciandoci un deposito di esperienze rispetto alle quali dobbiamo assumerci la responsabilità verso il

futuro che ci attende, continuando a contribuire al disegno della nostra contemporaneità.

EMIDIO ETTORE ISACCHINI Presidente ALER Brescia

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This is the 85th year of activity of the ALER, and it is with great pride that I preside over it. It is a true milestone, marking all the various stages: from its foundation as a municipal institution in 1925, then its expansion to include the entire province in 1938, and finally the transformation of the IACP into the ALER in 1996 – and it is a genuine occasion for pride, but also for new responsibilities.We are proud about an event of great importance to the community of Brescia and the people who have lived here throughout the 20th century and continue to live here: the pages of this volume (and the exhibition for which it is the precious catalog) document the works accomplished and the projects of difficult seasons - from the years after the 1929 crisis to the post-war period after World War II, from the baby boom to new urban needs and ongoing efforts to innovate, in a detailed comparison with Europe, the processes developed on the front of social relations and the hopes of families and neighborhoods.First the IACP then the ALER set out to propose ways for regulating urban sprawl and social exigencies thanks to the political sensitivity and technical-administrative capabilities of that time. It paid continuous and renewed attention to the instruments of “doing”; it facilitated the attainment of concrete solutions to the problems of the weaker members of society dealing with a difficult housing market so that tens of thousands of families could reach their cherished goal of home ownership.This 85th anniversary is also an opportunity to take further responsibility for our citizens, with the conviction that a home is not only a place to live but a condition of being. In other words, we maintain and spread the philosophy that a home is a basic requirement for sociality and it is a primary and basic human need. Therefore ALER must continue to act concretely and effectively by responding to the changing needs of contemporary life (different from those of the past) expressed by new families, immigrants, University populations, senior citizens, environmental sustainability and the new relationships between neighborhoods and associated cohabitation.Therefore this anniversary is an appointment with history and with the present and we vow to not dissipate what we inherited from the administrators who came before us, who had the foresight and wisdom to take on the challenges of their time with intelligence and leave us a repository of experiences. We must take responsibility for this legacy and for the future that awaits us, in this contemporary world.

EMIDIO ETTORE ISACCHINI President of ALER Brescia

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Le fondamenta e il tetto: paradigmi di una storia lunga 85 anni.Marcello Zane

La storia dell’Istituto Autonomo per le Case Popolari – di rilevanza solamente comunale sino al 1938 - ha sempre privilegiato il mantenimento di due precisi impegni verso la cittadinan za bresciana, sin dalla sua nascita avvenuta il 10 settembre 1925, ad opera del Comune di Brescia, della Camera di Commercio e di alcune grandi imprese cittadine. Innanzi tutto lo sforzo teso a fornire con crete e rapide risposte al bisogno della casa dei bresciani: esigenze che nel corso del periodo compreso fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta a Brescia si sono ri presentate spesso, fosse questa necessità dettata dai danni subiti dal patrimonio edilizio durante la guerra come dal progressivo inurbamento verificatosi negli anni Cinquanta, o ancora, sul territorio provinciale, resasi pres sante dall’espandersi dei centri comunali interessati dal boom demografico. Un impegno cui si è affiancata sempre la volontà di realizzare comunque abitazioni che, accanto alla doverosa economia ed in alcuni casi alla necessaria intensi vità, non perdessero mai di vista livelli di confort e di qualità accettabili. In più lo IACP ha cercato, sia all’interno del proprio Ufficio Tecnico che affidandosi a seri e importanti professionisti, di perseguire con continuità una ri cerca architetto-nica e tecnologica capace di contraddistin guere le proprie realizzazioni.

Le realizzazioni di via Chiusure rappresentano il primo vero intervento dello Iacp di Brescia, seguito alla realiz zazione di un solo fabbricato in via Diaz. Dopo l’acquisto dell’area di 22.000 mq avvenuta nel 1937 e la stesura di un progetto redatto dall’Ufficio Tecnico Comunale per “16 casette rurali”, i 32 allog-gi ricavati vengono con segnati nella primavera dell’anno 1939. Nei 128 vani alloggiarono inizialmente 180 inquilini, e ad ogni casetta bifamiliare viene dato un appezza mento di terreno di circa 250 mq nel convincimento che “l’operaio si sente più intimamente legato alla propria ca sa quando può dedicarsi nei momenti di riposo all’orto che darà un utile non indifferente all’economia famigliare”. La destinazione di questi primi alloggi alla classe operaia cittadina venne subito disattesa da una or-dinanza prefettizia che riservava i 32 alloggi ai reduci provenienti dalla regione francese. Fra il 1940 e il 1943 vengono completati il secondo (15 fabbricati per 29 alloggi) e terzo lotto (6 fabbricati per 11 alloggi), sempre su via Chiusure, con casette che saranno consegnate in pieno conflitto mondiale. Alla data del 1944 nei 68 alloggi di via Chiusure risiedeva no 372 inquilini, fra cui 67 bambini con meno di 5 anni di età. I residenti ultrasessantenni erano solamente due, ri mandando l’immagine di famiglie giovani e numerose, propria di quei tempi. L’erogazione di un mutuo di 1 milione di lire, delibe rata a favore dello Iacp di Brescia dalla Cassa Nazionale Depositi e Prestiti nel 1939, permette all’Istituto di dare il via alla progettazione di nuovi alloggi in un’area di proprietà in via Carducci. Il progetto iniziale prevedeva un solo fabbricato, per complessivi 38 alloggi e due esercizi commerciali, disposti su 136 vani: un primo stral cio che altri attesi finanziamenti dovevano poi completare con un secondo identico lotto, il cui progetto comples-sivo era già pronto nel 1939. Lo scoppio della guerra annulla ogni velleità costrut tiva e solamente un accordo con l’industria auto-mobilistica OM (che verserà 250.000 lire in cambio del diritto di as segnazione alle proprie maestran-ze) permette allo Iacp di portare a termine il primo fabbricato previsto, realizzato adottando criteri di risparmio esasperati. I 38 appartamenti vengono assegnati nel maggio del 1941: una tipologia intensiva, voluta col chiaro intento di “ottenere il massimo risparmio nel costo di ogni vano”, che permetterà di concludere i lavori del primo fabbricato con una spesa di 1.180.000 lire. Nell’imme-diato dopoguerra verranno realizzati altri 3 fabbricati per 80 alloggi ed una decina di negozi, cui si aggiungeranno negli anni 1958-1962 altri 3 corpi di fabbrica dando forma al quartiere attuale.La stipulazione di apposite convenzioni fra lo Iacp di Brescia ed alcune aziende bresciane permette la realizzazio ne -in pieno conflitto mondiale- di nuovi alloggi destinati ai lavoratori. È il caso del primo nucleo del quartiere di via Filzi, un fabbricato con 16 alloggi costruito nel 1944-1945 grazie ad un mutuo ottenuto dalla Cassa DD.PP. per 1 milione di lire, cui si aggiunsero 200.000 lire elar gite dalla Fabbrica Nazionale d’Armi di Brescia. La convenzione, stipulata nell’ottobre del 1942, preve deva da parte dell’azienda -oltre al contributo finanziario- la cessione dell’area su cui realizzare il fabbricato,

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in cambio della riserva di assegnazione degli alloggi ai propri dipendenti, assegnazioni che avverran-no a partire dal gen naio 1945. A questo primo fabbricato, nei disegni della mente dei progettisti, dovevano affiancarsi entro pochi mesi altri 7 fabbricati, due dei quali comprendenti negozi e centro so ciale, per un quartiere che al proprio interno prevedesse anche un giardino, il cortile con giochi e adeguati lotti di terreno per gli orti di famiglia. Il quartiere di via Filzi registrerà però nuove rea lizzazioni solamente a partire dal do-poguerra, completando il progetto originario solo nel 1948. Verranno costruiti i previsti 7 fabbricati per complessivi nuovi 112 alloggi e 180 vani. Infine negli anni 1951-1952 vengono realizzati altri 2 edifici, portando il quartiere Filzi a 10 fabbricati per complessivi 143 alloggi, cui si aggiungeranno 2 fabbricati con 32 alloggi realizzati ancora dallo Iacp per conto dell’Ina Casa (secondo settennio) e presto riscattati dai locatari.La convenzione stipulata nel gennaio del 1942 fra Iacp di Brescia e Società Elettrica ed Elettrochi-mica Caffaro permise la realizzazione di un primo fabbricato del nuovo quartiere di via Morosini. Il documento sottoscritto permet teva all’azienda cittadina l’acquisizione dei diritti di as segnazione alle proprie maestranze di 16 appartamenti, in cambio della cessione dell’area a fianco dell’opifi cio ed il contributo di 200.000 lire. Viceversa lo Iacp di Brescia si impegnava a realizzare il nuovo fabbricato, utilizzando apposito mutuo statale dell’importo di 950.000 lire, effettuando le assegnazioni degli alloggi su elenchi aziendali, avvenute nel dicembre del 1943. La disposizione delle stanze, nell’intento dei proget tisti, era stata studiata in modo da non precludere la pos sibilità futura di ricavare appartamenti con un maggior nu mero di vani, mediante la semplice apertura di nuove porte di comunicazione, mentre i materiali di costruzione erano rigorosamente autarchici, dallo stucco ai cementi, al marmo di Botticino. Par-ticolare attenzione, rimasta per la verità più sulla carta dei progetti, venne posta alla partizione dei cortili per la realizzazione degli indispensabili orti di guerra. Questo primo corpo di fabbrica verrà pesantemente dan neggiato dal bombardamento aereo del 5 aprile 1945, tanto da dover essere evacuato completamente. Altri tre identici fabbricati verranno rea-lizzati nel 1947 seguendo la disposizione già prevista un decennio prima, per nuovi 48 appartamenti con 120 vani, che porteran no gli alloggi del quartiere al numero attuale di 64.Nel 1939 lo IACP di Brescia, per mezzo del suo presi dente Roberto Ferrari, decide di acquistare una vasta area sita alla periferia sud di Brescia. Si tratta di quasi 29.000 mq (costo al mq: 8 lire) compresi fra via Codignola e via Lamarmora, su cui era intenzione dell’Istituto procedere con immedia tezza alla realizzazione di numerosi fabbricati, indirizzan do qui circa 6 milioni di lire promessi dallo Stato italia no. Il perdurare della guerra impedisce di concretizzare con rapidità quel desiderio e le decisioni post belliche di privilegiare il recupero del patrimonio abitativo danneggia to o già in fase di comple-tamento, rispetto al suo incre mento ex novo, fanno venire meno i finanziamenti attesi. Lo Iacp di Brescia, grazie ad un’abile manovra “di plomatica” della propria dirigenza, ottiene dalla Ammini strazione Militare Alleata un contributo di circa 11 milioni di lire, utilizzabili per la costru-zione di nuovi alloggi. Questo finanziamento viene invece indirizzato in buona parte per la sola rea-lizzazione degli scavi di fondamenta dei nuo vi edifici in via Lamarmora: in questo modo era possibile richiedere allo Stato nuovi finanziamenti (puntualmente ar rivati) per i fabbricati di Lamarmora, che grazie a questo sotterfugio potevano essere giudicati “in fase di completa mento”. Lo Iacp realizzerà inizialmente in via Perlasca, fra il 1946 e il 1948, 9 nuovi fabbricati per complessivi 393 alloggi e 1.798 vani, comprendenti anche un fabbricato “a pettine” destinato ad accogliere negozi e servizi di base, per un quartiere ancora molto distante dalla città. E’ il primo nucleo della città che si espande, risposta concreta -seppur priva di particolari attenzioni architettoniche- al crescente bisogno di alloggi. Qui sorgeranno negli anni Cin quanta e Sessanta numerosi nuovi edifici. Un quartiere, quello di Lamarmora, che una pubblicazio ne del 1959 definisce infatti “il prototipo delle esperienze edili zie del dopoguerra, quartiere popolare per antonomasia”, frutto di una sinergia instaurata fra Iacp, Comune di Bre scia, Ina-Casa e Stato, che alla sua conclusione, nei primi anni Sessanta, contava di 52 fabbricati per 1.038 alloggi più 24 negozi, il più vasto insediamento unitario nella storia cittadina.

Ci siamo soffermati su questi primi quartieri cittadini realizzati dallo Iacp bresciano poiché essi costi-tuiscono il disegno di un vero e proprio modus operandi che solo in parte verrà stravolto dalla intensa

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programmazione statale degli anni del secondo dopoguerra mediante i Piani Ina-casa o Gescal, ma verrà salvaguardato grazie ad accordi locali sperimentali, esperienze progettuali ed architettoniche d’avanguardia, non timorose presenze anche sul mercato privato. Aspetti che rappresentano l’avvio di un’attività – le “fondamenta”, per restare nella metafora del titolo – che nel secondo dopoguerra si dispiegherà con diverse modalità e geografie, come testimoniano le pagine di questo volume, cercan-do l’armonia fra esigenze abitative, economicità e disposizione urbanistica. Tappe scandite da sempre nuove realizzazioni in decine di Comuni della vasta provincia grazie al connubio fra provvidenze legislative e intelligenze locali, dalla singolare esperienza del quartiere San Polo di Brescia (primo caso in Italia di intervento sinergico fra pubblico e privato su così ampia scala), dalla pratica di innovazioni di progettazione di cantiere sperimentate, sin dagli anni Sessanta del Novecento, anche in Europa.Una storia pluridecennale – dal 1996 dipanatasi sotto il nome di Azienda Lombarda per l’Edilizia Residenziale di Brescia, Aler – i cui numeri ci dicono di un’Azienda che oggi ha in proprietà 6.968 alloggi (di cui 3.012 in città) e ne gestisce altri 3.877, operando in 115 diversi comuni. Una storia spesa nell’edificazione, come rammenta l’introduzione a queste pagine dell’attuale presidente, non solo di case ed alloggi, ma di luoghi dell’abitare, sempre più vicini e funzionali alle rinnovate esigenze della popolazione bresciana. Sino al compimento dell’ultima opera – il “tetto” della nostra metafora – che riassume in qualche misura il sunto delle competenze e degli obiettivi dell’Aler di oggi. Il progetto Bird (acronimo di Bioarchitettura, Inclusione, Residenza e Demotica), erede di questa lunga storia e sintesi fra risorse finanziarie disponibili, strumenti normativi vigenti, sostenibilità energetico-ambientale, applicazione di tecnologie avanzate, funzionalità e qualità architettonica del costruito.Una cinquantina di nuovi alloggi destinati in particolare a persone anziane, edificati utilizzando ma-teriali e tecniche a basso impatto ambientale e connotati da un elevato coefficiente di riuso e riciclo (con strutture in acciaio rivestite di profili in cartongesso, fibra minerale e fibra di legno dall’alto po-tere isolante), senza per questo rinunciare alla gradevolezza di un segno architettonico di pregevole fattura. Un progetto che ha visto applicare le tecniche della più avvertita bioedilizia e dell’architet-tura bioclimatica contemporanea, cui si uniscono pratiche ed impianti legati al risparmio energetico (come l’adozione del fotovoltaico e di sonde geotermiche per raffrescamento e riscaldamento). Con un collegamento a tre centraline geotermiche ed all’abbinamento con il fotovoltaico, si evita, ogni anno, l’immissione in atmosfera di 75 tonnellate di anidride carbonica. E del 75% saranno i risparmi energetici (calcolati in rapporto all’impiego di soluzioni tradizionali). Un progetto che grazie a queste applicazioni è stato segnalato con il Palmares 2009 di Federcasa quale “miglior progetto sostenibile”, ha ottenuto riconoscimenti quali Next Energy Awards e Green Economy di Legambiente nonché la certificazione KlimaHaus in Classe A+.Alloggi domotici, con collegamenti via Ethernet in ogni locale e strumenti di facilitazione elettronica applicati alla quotidianità dei residenti, per consentire di “abitare” la propria casa anche in condi-zioni di difficoltà nella disponibilità di sistemi di sicurezza e richiesta d’aiuto di facile ed immediata attivazione. Un grande vantaggio dunque, per chi ha problemi di mobilità, ma in generale per tutti coloro che vi abiteranno. Un’attenzione estesa anche all’esterno degli alloggi ed all’idea di potersi sentire inseriti in una rete protettiva, grazie ad una sorta di “portierato sociale” garantito dalla presenza di alcune famiglie con componenti attivi e di eventuale supporto agli stessi nuovi residenti. Una piccola città che registra la presenza di spazi ludici, di una palestra, di spazi verdi e percorsi pedonali.Il progetto Bird ha quindi inteso confrontarsi con il tema di nuove forme dell’abitare e della soste-nibilità ambientale degli insediamenti residenziali, valorizzando il ruolo dimostrativo dell’edilizia residenziale pubblica nel disegnare una porzione di città e la qualità dello spazio abitabile in relazio-ne alle nuove domande che emergono dalla struttura sociale presente sul territorio. Vi è la consape-volezza che le nuove esigenze non si limitano ad una generica richiesta di servizi collettivi e di aree verdi, ma sono sempre più orientate all’ottenimento di una maggiore qualità dell’ambiente domestico e quindi di una maggiore articolazione dell’offerta insediativa che allarghi lo spettro della possibilità di scelta tra quelli che potremmo definire i “differenti modi di abitare”. Un’attività edilizia sociale e sostenibile, per ridisegnare la funzione della convivenza nella Brescia del XXI secolo, dalle fondamenta della storia novecentesca al tetto che si apre al nuovo millennio.

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Brescia, quartiere Filzi in costruzione

Dalle origini alla guerra (1925-1946)

From the origins to the war (1925-1946)

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L’Istituto Fascista Autonomo Case Popolari di Brescia na-sce il 10 settembre del 1925, per un’intesa fra Comune di Brescia, Camera di Commercio, alcune banche ed impre-se cittadine, trasformandosi in ente provinciale nell’anno 1938: primo presidente del’Ente provinciale è l’industriale cotoniero Roberto Ferrari.I pochi alloggi realizzati nell’anteguerra e sino al 1945 ven-nero seriamente danneggiati durante i ripetuti bombarda-menti alleati. Si trattava dei primi edifici che, soprattutto grazie alle aziende Società Caffaro, OM e Fabbrica Nazio-nale d’Armi, costituiscono il primo abbozzo dei quartieri cittadini IACP di Morosini, Carducci e Filzi mentre, a sud della città storica, il progetto per il quartiere Lamarmora rimane sulla carta.

The Brescia Fascist Autonomous Public Housing Institute was created on 10 September 1925, by agreement between the Municipality of Brescia, the Chamber of Commerce and several banks and private enterprises, becoming a provincial entity in 1938: the first president of the provincial entity was the cotton industrialist, Roberto Ferrari.The few houses built before the war and up to 1945 were severely damaged in repeated Allied bombardments. These were the first buildings that, thanks mainly to the enterprises Caffaro, OM and Fabbrica Nazionale d’Armi, made up the first outline of the Autonomous Institute of Public Housing (IACP) neighborhoods of Morosini, Carducci and Filzi while, south of the city center, the project for the Lamarmora neighborhood remained on paper.

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Progetto del quartiere Filzi

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Progetto del quartiere Lamarmora

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Brescia, quartiere Lamarmora in costruzione

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Lo IACP di Brescia diviene attore importante nella rico-struzione di una città che durante il conflitto aveva visto danneggiati il 35% dei propri immobili, con oltre 6.000 famiglie sfollate e senza casa.A partire dall’autunno del 1945 l’Istituto è dunque forte-mente impegnato nel portare a termine i quartieri avviati nell’anteguerra, allestendo nel contempo, grazie agli aiu-ti del Piano Marshall, i primi cantieri per la realizzazione degli edifici di zona Lamarmora. Interventi provvidenzia-li, portatori di valori e soluzioni indiscutibili, legittimati quanto bastava dalla loro “quantità”.

The Brescia IACP became an important player in the reconstruction of a city that during the conflict witnessed the destruction of 35% of its buildings, with more than 6,000 families left homeless.Beginning in the fall of 1945 the Institute was therefore extremely busy with the business of completing the construction of the neighborhoods begun before the war and, at the same time, with the setting up of the first construction sites for buildings in the area of Lamarmora, with the aid of the Marshall Plan: works of providence, of indisputable value and necessity, legitimized merely by their “quantity”.

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Prospetto edificio quartiere Lamarmora 1941

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La ricostruzione e i Piani Casa (1946-1955)

Reconstruction and House Plans (1946-1955)

Brescia, quartiere Lamarmora

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Nel dopoguerra i quartieri dello IACP di Brescia costitu-iscono testa di ponte di una città che va sostituendo alla campagna le infrastrutture della nuova modernità. I quar-tieri Lamarmora, Badia, Chiusure ed altri, nelle diverse ti-pologie costruttive, seguono le direttive dei Piani Fanfani ed Ina Casa, di leggi e programmazioni di vari obiettivi e risultati.Alla fine del 1949 il patrimonio dello IACP di Brescia rag-giungeva i 663 alloggi di proprietà ed altri 140 in gestione per conto del Ministero dei Lavori Pubblici. Sono già 1.141 nell’anno 1952 e 1.887 alloggi nel 1955.

In post-war period Brescia IACP neighborhoods constituted the bridgehead of a city that set about changing the landscape with new and modern infrastructures. Lamarmora, Badia, Chiusure and other neighborhoods, with their different building types, follow the directives of the Fanfani and Ina Casa plans, with laws and designs of several objectives and results.At the end of 1949 Brescia IACP property assets amounted to 663 houses and 140 managed on behalf of the Ministry of Public Works. This was already 1,141 in 1952 and 1,887 houses in 1955.

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Brescia, quartieri Lamarmora e Perlasca

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Brescia , il Presidente Giovanni Gronchi in visita a Lamarmora (1957)

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Brescia, trasloco nelle nuove case del quartiere Chiusure

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Un’attività costruttiva frenetica, grazie a cui nascono i quar-tieri suburbani ed i vasti insediamenti di tipo estensivo ai margini del centro abitato, in cui viene non di rado privi-legiato l’aspetto quantitativo rispetto alla ricerca di nuovi standards qualitativi. Lo IACP di Brescia crea una Sezione autonoma esecuzione lavori, per allestire direttamente i cantieri, stipula nuove convenzioni con imprese bresciane (dalla Società Elettrica Bresciana alla Falk Vobarno, alla Beretta Armi e Redaelli di Gardone Valtrompia), per mantenere elevato il ritmo co-struttivo, all’interno di - si scrisse al tempo - “un’edilizia economica impropriamente chiamata popolare”.

A frenetic buildings construction activity, thanks to which suburban neighborhoods and large settlements were extensively created on the fringes of the center, in which, not infrequently, the quantitative aspect was valued more than the finding of new qualitative standards. The Brescia IACP created an autonomous work performance section, directly responsible for setting up construction sites, and stipulated new conventions with enterprises in Brescia (from the Società Elettrica Bresciana to Falk Vobarno, Beretta Armi and Redaelli in Gardone Valtrompia), in order to keep up the increased building pace, of - as was written at the time - “cheap building that is improperly called popular”.

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Cantiere a Calcinato (BS) 1952

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Brescia, quartiere Chiusure

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Dal boom economicoalla provincia (1956-1970)

From the economic boom to the province (1956-1970)

Valle Camonica

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In una provincia alle prese con un’inedita tensione demo-grafica, l’Istituto costruisce centinaia di alloggi seguendo le indicazioni delle varie amministrazioni locali, assillate dalla richiesta di nuove case. La presenza di alloggi IACP in 101 diverse municipalità bresciane segnalata nell’anno 1955 passa ad oltre 150 nel giro di un solo quindicennio.Il patrimonio dell’Istituto passa dai 1.535 alloggi di pro-prietà del 1962 a 2.593 alloggi nel 1969, oltre a 277 ap-partamenti frattanto riscattati dalle famiglie ed altri 1.166 alloggi amministrati per conto dello Stato.

In a province in the grips of a demographical tension never seen previously, the Institute built hundreds of houses following the instructions of various local administrations assailed by the demand for new houses. The presence of IACP houses in 101 different municipalities in the province of Brescia, recorded in 1955, grew to more than 150 in just fifteen years.Property assets of the Institute went from 1,535 houses in 1962 to 2,593 houses in 1969, in addition to 277 apartments redeemed in the meantime from families and another 1,166 houses managed on behalf of the State.

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Darfo Boario Terme

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Toscolano Maderno

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Brescia, quartiere Bornata

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Con la promulgazione della legge nazionale n.167, nel 1963 il Comune di Brescia procede alla individuazione di otto zone, per circa 2,5 milioni di mq da utilizzare per il 48% ad edilizia popolare (60% pubblica), 9% servizi socia-li, 23% viabilità e 20% verde pubblico. Lo Iacp, mediante il piano Gescal è incaricato dell’edifi-cazione di larghi comparti delle zone previste. Il concreto avvio avviene nel 1966: nei due trienni di pianificazione Gescal (1966-1972) lo IACP di Brescia realizza quasi 1.000 alloggi in città ed in oltre 50 comuni della provincia.

With the promulgation of national law nr.167, in 1963 the Municipality of Brescia proceeded to identify eight zones, totalling about 2.5 million sq. M. divided for use into 48% public housing (60% social), 9% social services, 23% roads and 20% public green areas. Through the Gescal Plan the IACP is placed in charge of the building of large parts of those zones. This becomes concrete in 1966: in the two three-year periods of Gescal planning (1966-1972) the Brescia IACP builds nearly 1,000 houses in the city and in more than 50 provincial municipalities.

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Brescia, quartiere Chiusure

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Brescia, quartiere Valotti

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Da Iacp ad Aler(1971-1996)

From Iacp to Aler(1971-1996)

Corvione di Gambara (BS)

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Con la legge nazionale n. 865 del 1971 e l’avvio delle Re-gioni, l’ambito di attività dello IACP conosce nuovo im-pulso, anche sul mercato privato (con la realizzazione del complesso denominato Europa70 e di alcuni blocchi del quartiere Casazza). Nel 1996 la Regione Lombardia proce-de alla trasformazione degli Iacp lombardi in Aler, Aziende Lombarde per l’Edilizia Residenziale, conferendo natura economica al nuovo organismo. L’Aler si distingue anche nel recupero a fini residenziali di preesistenti fabbricati, mediante interventi che vanno al di là della sola, seppur importante, nuova disponibilità di al-loggi, assumendo non di rado il significato di un importan-te contributo al rianimarsi di una contrada, alla sottrazione dalla probabile distruzione di edifici localmente ricchi di condivisi significati.

With national law nr. 865 in 1971 and the beginning of the Regions, the IACP’s area of activity gets new life, even on the private market (with the creation of the housing estate “Europa70” and several blocks in Casazza neighborhood). In 1996 Lombardy begins the transformation of the Lombard IACP into the Lombard Agency for Residential Building (ALER), conferring an economic nature upon the new entity. ALER also becomes known for the recovery of preexisting structures for residential use, through extraordinary and even important interventions for new available housing, taking on, not infrequently, the meaning of an important contribution for landscape renewal, and saving local buildings rich in shared meaning from their most probable destruction.

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S. Zeno Naviglio (BS)

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Brescia, quartiere S. Polo

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Esperienza del tutto straordinaria è per lo IACP di Bre-scia la partecipazione attiva alla realizzazione del nuovo quartiere S. Polo, previsto su un’area di circa 350 ettari per circa 20.000 nuovi residenti. Un’occasione irripetibile per confrontarsi e collaborare con una pluralità di attori, dal Comune alle Cooperative, a progettisti di varia formazio-ne, per elaborare un intervento in campo urbanistico come mai la città aveva conosciuto prima.L’Istituto realizzò inizialmente 318 alloggi nelle tipologie denominate casa-torre, casa a spina e casa a schiera, rag-giungendo nell’anno 1986 il numero di 406 unità abitati-ve, oltre il 21% del realizzato a quella data.

A completely extraordinary experience for Brescia IACP is its active participation in the creation of the new neighborhood S. Polo on an area of roughly 350 hectares for about 20,000 new residents. It is a singular occasion to work together with and measure itself against different entities, from the Municipality to Cooperatives as well as to planners from many different disciplines, in order to create an urban development such as the city had never seen before.The Institute initially built 318 houses of the so-called tower house style and terrace and row houses, reaching in 1986 the number of 406 habitation units, more than 21% of those built up to that time.

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Brescia, quartiere S. Polo

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Brescia, quartiere S. Polo

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Un’attività plurale(1997-2010)

Plural activities(1997-2010)

Brescia, quartiere Violino, cascina Falconi

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Lo IACP prima e l’Aler successivamente hanno realizzato nell’intera provincia, oltre 11.000 alloggi solamente nell’ul-timo mezzo secolo. Oggi l’Aler ha in proprietà 6968 alloggi (di cui 3012 in città) e ne gestisce altri 3877, operando quindi in 115 Comuni. Un’attività contraddistinta dalla costante ricerca di una possibile sintesi fra risorse finanzia-rie disponibili, strumenti normativi vigenti, funzionalità e qualità architettonica del costruito.Interventi oggi strettamente legati alle esigenze di famiglie interessate da alta mobilità, da problemi di carattere econo-mico, formate da giovani o da coppie che hanno raggiunto la terza età, da una popolazione studentesca accresciuta, ma pur sempre edifici capaci di inserirsi con pari attenzio-ne sia nel dibattito architettonico-urbanistico più avvertito, sia nei panorami della nostra quotidianità estetica.

First IACP and subsequently ALER have built more than 11,000 houses in the entire province in the last half-century alone. Today, ALER has assets of 6,968 houses (3,012 in the city) and manages a further 3,877, operating in 115 Municipalities. An activity marked by the constant research into a possible synthesis between available financial resources, current standard approaches and the functionality and architectural quality of the buildings.Today these operations are strictly associated with the demands of families which are upwardly mobile, have economic problems, are made up of young people or elderly couples and a growing student population, but are buildings nevertheless capable of being placed with an equal amount of attention into the most sensitive urban architectural context and the perspective of our daily aesthetic needs.

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Brescia, quartiere S. Bartolomeo

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Desenzano del Garda (BS)

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Negli ultimi anni l’Aler di Brescia ha inteso focalizzare la propria attenzione non più esclusivamente sulle politiche edilizie, bensì su quelle abitative e di accompagnamento delle trasformazioni territoriali, promuovendo, accanto alla necessaria realizzazione di nuovi alloggi, la riorganiz-zazione e riqualificazione di quelli esistenti, integrando so-luzioni logistiche e gestionali.L’Aler, oltre a soddisfare il bisogno di una casa, continua ad occuparsi di altre necessità, meno specifiche ed indivi-duali, ma certamente diffuse: il desiderio della funziona-lità e della bellezza architettonica dell’alloggio, il senso di appartenenza alla comunità locale, la possibilità di abitare piacevolmente.

In recent years Brescia ALER has decided to no longer focus its attention exclusively on building policies, but rather on housing and the fostering of territorial transformation. Promoting, alongside the necessary building of new houses, the reorganization and qualification of existing structures by integrating logistical and management solutions.ALER, beyond satisfying the need for a home, continues to concern itself with other needs, less specific and individual, but certainly widespread: the desire for the functionality and architectural beauty of the home, the sense of belonging to the local community, the possibility of living pleasantly.

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Recupero cascina a Travagliato

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Recuperi edifici rurali in Provincia e in Brescia

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L’attenzione alla socialitàAttention to social relations

Brescia, spaccio alimentare nel quartiere Lamarmora

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Le nuove realizzazioni dello IACP accolgono famiglie nu-merose. I quartieri di città e provincia prevedono spazi ed attrezzature per il gioco, anche se sono i portici, le panchi-ne e la strada a fungere da luoghi della socialità, per tutte le età e per più generazioni.Non mancano presenze di un pur elementare tessuto com-merciale – nel passaggio dallo spazio cooperativo al super-mercato – o la disponibilità di ampie strutture sportive e ricreative.

IACP’s newer buildings house numerous families. The neighborhoods of the city and the province offer spaces and facilities for recreation, even if it is the porticoes, benches and streets that serve as places for socialization, for people of all ages and generations.Basic commercial offerings are not missing either – ranging from cooperatives to supermarkets – or the availability of ample sports and recreational centers.

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Brescia, quartiere Casazza

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Brescia, via Collebeato

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Dove è possibile il rispetto di funzioni e materiali, spazi in-formali e minimi interventi facilitatori legati alla tradizione locale, rispettano le sedimentazioni del tempo, conciliando la piacevolezza del passato con la qualità del vivere con-temporaneo. Importanti si dimostrano, ancora, gli inter-venti per l’abbattimento delle barriere architettoniche, così come il sostegno alla vita di gruppi ed associazioni di quar-tiere nell’organizzazioni di incontri e manifestazioni.Così, per esempio, il recupero dell’ex Ospedale di Darfo ridona vitalità ad una vasta porzione del paese con la volu-ta presenza di spazi commerciali, con l’abbattimento delle barriere architettoniche, con spazi per i giochi: insomma, per rendere il sito un luogo piacevole, dove vivere in se-renità. A Pontevico il recupero di un edificio preesistente accanto alla costruzione di nuovi fabbricati, consente la realizzazione della rinnovata sede per la biblioteca civica con terrazza soleggiata, una piazza porticata con gradinata teatrale per spettacoli all’aperto.

Where it is possible to respect function and materials, informal spaces and minimal facilitating work connected to local traditions, they respect the subsidence of time, reconciling the pleasantness of the past with the quality of modern living. The measures for the breaking down of architectural barriers are still visibly important, as is the support for neighborhood groups and associations in the organization of meetings and social events.So, for example, the restoration of the old Darfo hospital brings life back to a large part of the town with the desired presence of commercial centers, the breaking down of architectural barriers and with recreational spaces: thus making it a pleasant place to live. In Pontevico the restoration of a preexisting structure alongside new buildings, allows for the creation of the new civic library with a sunny terrace and a portico lined square with theatre steps for open-air shows.

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Brescia, quartiere Casazza

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La ricerca dell’innovazioneResearch for Innovation

Roncadelle (BS)

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L’innovazione costituisce terreno fertile per le attività dello IACP di Brescia, attraverso sperimentazioni tecniche ed ur-banistiche, il varo di scambi internazionali, l’applicazione di innovazioni sociali e tecnologiche.Esperienze che passano attraverso l’indizione di bandi di concorso per giovani professionisti, la collaborazione in numerosi progetti internazionali di architettura o per la ri-qualificazione energetica dei fabbricati.Innovazione nei cantieri, come per le sperimentazioni compiute in ambito edilizio per la prefabbricazione e l’im-piantistica d’avanguardia, con l’Aler entrate a far parte del bagaglio quotidiano dell’Azienda unitamente alla speri-mentazione ed applicazione della tecnologia per il rispar-mio energetico, l’immediata informatizzazione degli uffici, la pratica del project financing, la garanzia assicurativa del-la qualità dell’alloggio.

Innovation provides fertile ground for the activities of the Brescia IACP through technical and urban experimentation, the launching of international exchanges and the application of technical and social innovations .Experiences that comes through competitive calls for young professionals, collaboration in numerous international architectural projects or the energy renovation of buildings.Innovation in construction sites, such as the experimentation done in the building areas of prefabrication and modern systems, have become part of ALER’s daily knowledge, together with the experimentation and application of energy saving technology, the rapid computerization of offices, the use of project financing, the insurance guarantee of the quality of the house.

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Prefabbricazione negli anni Settanta

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Mazzano, residenza classe A

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Brescia, Sanpolino, intervento sperimentale Bird

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Recentissima è la concreta realizzazione del Progetto BIRD, una vera e propria città del futuro: 52 nuovi alloggi desti-nati a persone anziane (ma pure ad alcune famiglie di sup-porto agli stessi nuovi residenti), costruiti utilizzando ma-teriali e tecniche a basso impatto ambientale, con elevato coefficiente di riuso e riciclo, secondo criteri di bioedilizia, architettura bioclimatica e per il risparmio energetico, di domotica applicata alla quotidianità. Il BIRD – premiato con il Palmares 2009 di Federcasa quale “miglior progetto sostenibile” e col riconoscimento del pre-mio nazionale Legambiente e di Classe A+ di Casa Clima – prevede inoltre collegamenti via Ethernet in ogni locale, il servizio di portierato sociale, di sistemi di sicurezza e ri-chiesta aiuto, la presenza di spazi ludici e di una palestra.

Very recent is the concrete realization of the BIRD project, a truly futuristic city: 52 new houses for the elderly (also for the families assisting the new residents), built using material and techniques with a low environmental impact and a large amount of recycled and reused material, according to the criteria of sustainable housing, bioclimatic architecture and energy savings, with home automation applications for daily living. The BIRD – awarded with Palmares 2009 by Federcasa as the “best sustainable project” and with the recognition of the national Legambiente award and an A+ classification from Casa Clima – also offers Ethernet connections in every building, community gatekeeper service, security and assistance systems and recreation and sports facilities.

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Brescia, Sanpolino, intervento sperimentale Bird

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Brescia in EuropaBrescia in Europe

Isle d’Abeau

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Le collaborazioni internazionali avviate da tempo hanno permesso all’Aler l’applicazione di tematiche innovative anche a Brescia. Frutto del primo Progetto internazio-nale Eurorex è l’edificio realizzato a San Polo da proget-tisti francesi, mentre progettisti dell’Aler hanno operato a loro volta in Francia, per la realizzazione di edifici a Isle d’Abeau (Dipartimento Rhone - Haute Alpes), a Marnaz (nei presi di Annecy) e Védène (Avignone).Si tratta di partnership proponenti di volta in volta spe-rimentazioni nel campo della qualità totale, nella elabo-razione di procedure standard europee, nella gestione di cantiere, nella applicazione di norme di sicurezza, nella certificazione della qualità.

The international collaboration efforts begun in the past have permitted ALER to brig innovative thematic applications to Brescia. The result of the first international Eurorex project is the building created by French designers in San Polo, while ALER designers in turn worked in France, creating buildings in Isle d’Abeau (Rhone Department - Haute Alpes), Marnaz (near Annecy) and Védène (Avignone).This is a partnership that at each opportunity offers experimentation in the field of total quality, elaboration of European standards, construction site management, application of safety standards and quality certification.

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Isle d’Abeau

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Bioedilizia in Isle d’Abeau

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Isle d’Abeau

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Numerosi sono stati i progetti internazionali cui IACP ed Aler di Brescia hanno partecipato: dai tre concorsi inter-nazionali per giovani progettisti denominati “Europan”, al Progetto Eurorex (in collaborazione con gli enti francesi Opac 38 di Grenoble, Provence Logis di Marsiglia, Ophlm di Vaucluse e Halpades di Annecy), i Programmi Horizon, Force e Thermie promossi dalla Comunità Europea.Progetti e collaborazioni che non solo hanno consenti-to utili scambi di informazioni, ma pure la possibilità di procedere verso una reale integrazione europea e, per Brescia, la presenza di edifici dalla straordinaria qualità architettonica.

The Brescia IACP and ALER have participated in numerous international projects: from the three international competitions for young designers called “Europan”, to the Eurorex project (in collaboration with the French companies Opac 38 of Grenoble, Provence Logis of Marseilles, Ophlm of Vaucluse and Halpades of Annecy), the Horizon, Force and Thermie programs promoted by the European Union.These projects and collaborative efforts have not only allowed for the useful exchange of information but also the possibility of moving towards a true European integration and, for Brescia, the presence of buildings of extraordinary architectural quality.

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Brescia, via Monache, villa Borghetti

Qui sopra e a destra, intervento francese nel quartiere San Polo di Brescia

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Brescia, quartiere Lamarmora

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Brescia, Bird Sanpolino

Brescia, quartiere San Polo

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Brescia, villaggio Badia

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Brescia, quartiere Casazza

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Stampato da Grafiche Tagliani per Acherdo - Calcinato / Bs

nel mese di Maggio 2010