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Claude Debussy 29-30 maggio Istituto Superiore di Studi Musicali Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara ingresso libero www.consno.it tel. 0321 31252 Conservatorio Guido Cantelli di Novara 1918 -2018

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Claude Debussy

29-30 maggio

Istituto Superiore di Studi Musicali Conservatorio “Guido Cantelli” di Novara

ingresso libero

www.consno.it tel. 0321 31252

Conservatorio Guido Cantelli di Novara

1918 -2018

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Manifestazione a cura di Attilio Piovano Grafica e impagnazione Cristina Mascherpa

Martedì 29 maggio 2018 ore 17Sala Musica

Presentazione editoriale Raffaele Mellace Il racconto della musica europea. Da Bach a Debussy, Roma, Carocci 2017, (Collana Sfere-127), pp. 560. conversa con l’autore Attilio Piovano

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Manuel de Falla (1876-1946) Homenaje pour le Tombeau de debussy Davide Depedro chitarra

Claude debussy (1862-1918) dalle six Épigraphes antiques:

n.1 Pour invoquer Pan, dieu du vent d’été (Modéré, dans le style d’une pastorale) n.3 Pour que la nuit soit propice (lent et expressif) n.6 Pour remercier la pluie au matin (Modérément animé)

Enrico Casagrande pianoforte

Chansons de bilitis Isabella Mancin flauto Maria Barattiero flauto Elisa Torretta arpa Davide Sbardellotto arpa Cecilia Crippa celesta Sara Piola voce recitante

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Martedì 29 maggio 2018 ore 21 Auditorium fratelli Olivieri

dal I libro dei Préludes: n.5 Très Modéré - Vif (...les collines d’anacapri) n.7 animé et tumultueux (...Ce qu’a vu le vent d’Ouest)

Matteo Monico pianoforte

dal II libro dei Préludes: n.5 Calme (...bruyères)

dalle Études (I libro): n.2 Pour les tierces alternées

Eleonora Bona pianoforte

da Pour le piano: Prélude

Sofia Ripoldi pianoforte

sonate pour violon et piano allegro vivo - Intermède. Fantastique et léger - Finale. Très animé

Eva Ghelardi violino Filippo Belotti pianoforte

dal II libro dei Préludes: n.6 dans le style et le mouvement d’un Cake-walk (...Général lavine, eccentric)

Martina Quaini pianoforte

l’isle Joyeuse Filippo Belotti pianoforte

Première arabesque - deuxième arabesque Greta Raciti pianoforte

en blanc et noir, suite per due pianoforti Cecilia Apostolo e Simone Locarni pianoforti

Trio per violino, violoncello e pianoforte andantino con moto allegroscherzo - Intermezzo. Moderato con allegro andante espressivo Finale. appassionato

Beatrice Spina violino Elena Lombardo violoncello Davide Rausi pianoforte

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SettimanaMusica Contemporanea 2018

Gentile pubblico,la settimana dedicata alla musica contemporanea prende avvio quest’anno con un concerto molto particolare, protagonista il coro a cappella, proposto all’interno della chiesa di san Michele che ci è sembrata la scelta migliore per l’esecuzione di un programma di musica corale sacra. le passate edizioni della Rassegna hanno ricevuto da parte vostra una risposta più che positiva e questa è stata per noi fonte di grande soddisfazione e di stimolo a proseguire il percorso intrapreso: non è in effetti per nulla scontato che questo repertorio venga accolto e seguito con l’entusiasmo e la curiosità che avete avuto nei confronti delle nostre proposte.la programmazione di questa edizione ha voluto dare un significativo risalto anche al novecento storico, oltre che all’avanguardia, per poter apprezzare il percorso che ci porta alle composizioni del presente.I concerti sono articolati in modo da dare spazio di volta in volta a una diversa tipologia di proposta musicale: il coro, il violoncello, il pianoforte, i programmi monografici. La presentazione di un volume dedicato alla musica del secolo scorso completa la programmazione.

Vi aspettiamo numerosi e attendiamo allo stesso tempo il vostro giudizio e, speriamo, gradimento.

Il direttoreRoberto Politi

Mercoledi 30 maggio 2018 ore 21 Auditorium fratelli Olivieridal Children’s Corner:

doctor Gradus ad Parnassum dal I libro dei Préludes:

n.12 nerveux et avec humour (...Minstrels ) Tosca Ghiani pianoforte

dal I libro dei Préludes: n.8 Très calme et doucement expressif (...La fille aux cheveux de lin)

Federica Zanardo pianoforte dalle Images, première série:

n. 1 Reflets dans l’eau dalle Études (II libro):

n.5 Pour les arpèges composées Eri Hamakawa pianoforte

dalle Images, deuxième série: n.1 Cloches à travers les feuilles n.3 Poissons d’or

Giulia Ventura pianoforte

sonata per violoncello e pianoforte Prologue. lent - sérénade. Modérément animé - Finale. animé

Giovanni Volpe violoncello Francesco De Giorgi pianoforte

dalla suite bergamasque: Prélude

Sonia Candellone pianoforte

Clair de lune Luca Mancusi pianoforte

da estampes: Pagodes

Francesco Parolo pianoforte

Première Rhapsodie per clarinetto e pianoforte Fulvio Otera clarinetto Camilla Marone Bianco pianoforte

Sonata per flauto, viola e arpa Pastorale. lento, dolce rubato Interlude. Tempo di Menuetto Finale. allegro moderato ma resoluto

Alessandra Aitini flauto Lorenzo Lombardo viola Federica Mancini arpa

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Achille-Claude: tra Impressionismo e modernità Un bel modo per rendere hommage a Claude Debussy, vero e proprio ‘padre’ della musica del ‘900, nel 100° della morte: affidando ad un nutri-to e scelto pool di allievi del nostro Conservatorio un succulento menu distribuito in tre appuntamenti, uno pomeridiano e due serali.E dunque ecco l’opportunità di ascoltare una ricca quanto variegata se-lezione antologica dalle più rilevanti composizioni debussyane: pianisti-che innanzitutto (e si sa quanto il pianoforte sia stato territorio di speri-mentazioni armonico-timbriche, oltre che formali e stilistiche), ma altresì sul versante cameristico; pagine che si può dire coprano l’intero iter bio-grafico e creativo dell’autore del Pelléas.Il nostro hommage a Claude prende in realtà le mosse dall’esplicito Home-naje tributatogli nel 1920, quasi a ridosso della morte, dal poco più giovane De Falla, che a Parigi aveva proficuamente soggiornato: toccante pagina per chitarra (poi orchestrata), striata di spleen e «ombrosa tristezza». Quindi entriamo in medias res. Di spicco, nel primo dei tre appuntamenti, le este-tizzanti e simboliste Chansons de Bilitis dal fascinoso organico, concepite nel 1900 quali musiche di ‘ambientazione’: interludi dalle sonorità delicate e dai colori tenui, volti ad intervallare la recitazione degli omonimi raffinati pastiches pseudoellenici di Pierre Louÿs; Debussy vi attinse poi allestendo nel 1914 le Six Épigraphes antiques per piano a 4 mani (se ne ascoltano tre, in versione per pianoforte solo), da cui la precisa liaison tra le due opere, molto opportunamente accostate. Il pianoforte - merita ribadirlo - la fa da padrone nel catalogo debussya-no. E la nostra rassegna, non a caso, quanto a pagine pianistiche, preve-de una ricca campionatura. Se le Deux Arabesques (1888-91) affascinano per la grazia un poco frale, salottiera e l’evanescente scorrevolezza (più amabile la prima, più capricciosamente energica la seconda), ad analo-ghi climi espressivi s’informa la coeva e assai celebre suite bergamasque (1890): il sonoro Preludio seduce per le screziature armoniche mentre Clair de lune è pagina assurta a universale celebrità. Al 1896 risale la raffinata suite Pour le piano. Debussy rivela qui il proprio interesse per un personalissimo repêchage di modi clavicembalistici: lo rivela l’iniziale Prélude, già fitto di scale esatonali, culminante in una sezione efflore-scente ad accordi, ibridata di smaglianti glissandi. Pagodes è il brano iniziale delle estampes (1903). Vi campeggiano scale pentafoniche e sonorità volte ad evocare il gamelan giavanese ascolta-to durante l’Esposizione Universale di Parigi del 1889: calco orientale di indubbia modernità linguistica e di ardita ricerca coloristica. Nei versi di Verlaine, negli acquerelli di Turner e nell’embarquement pour Cythère di Watteau risiedono le fonti ispirative dell’Isle joyeuse (1904), brano iride-scente dai vividi ritmi di danza. Dalla prima serie delle impressionistiche Images (1905) ascoltiamo l’iniziale Reflets dans l’eau dalla singolare ric-

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chezza timbrica che ha antecedenti nel pianismo di Liszt (les jeux d’eau à la Ville d’este) e dalla straordinaria saldezza formale, con sfumature di pedale e liquescenti sonorità intese a rendere i sortilegi dell’acqua. Con la seconda serie (1907-08) l’assunto simbolista va accentuandosi; se in Clo-ches à travers les feuilles Debussy crea effetti di vero e proprio illusioni-smo acustico con alonature, delicati rintocchi e attraenti effetti di flou pul-viscolare, in Poissons d’or la scrittura si fa capricciosa, fluida e soavemente volubile. Ancora una volta Debussy soggiace al fascino dell’acqua. Una curiosità: tra i motivi ispiratori di Poissons d’or vi sarebbe un pannello orien-tale in lacca nera, incrostato di decorazioni in madreperla, che Debussy teneva dinanzi al tavolo da lavoro. All’adorata figlioletta Chouchou Debussy dedicò il Children’s Corner (1906-08) divertente suite il cui brano d’esordio, strizzando idealmente l’occhio al serioso Clementi, è lo spassoso quanto caricaturale remake di un impe-gnativo studio (Doctor Gradus ad Parnassum). E siamo alla superba duplice raccolta dei Préludes: Debussy vi realizza il più emblematico ‘manifesto’ della propria arte coagulando, con ipersensibile raffinatezza e un gusto speciale per le sinestesie, una moltitudine di prodi-giose fantasmagorie, ora intorno ad allusive immagini, ora in ben più vaste strutture. Dal primo libro (1909-10) ci vengono proposti lo smagliante éclat delle Collines d’Anacapri, le spettrali stilizzazioni di un vento furioso (Ce qu’a vu le vent d’Ouest), la medievaleggiante tenerezza della Fille aux che-veux de lin dall’intimistica dolcezza e la chiassosa comicità dei grotteschi Minstrels, ritratti in un clima di scanzonata allegria, mentre al secondo libro (1910-13) appartengono Bruyères dalle inquietanti brume sonore e Général Lavine, dagli scarti improvvisi e dai mutevoli ritmi. Ironia, arguzia, divertisse-ment e dandismo ne sono il pigmento. Quanto al titolo si riferisce a un gioco-liere statunitense, ch’era solito esibirsi sugli Champs-Élysées. Si spiega così un che di circense, come di danza burlesca, le spacconate e certe piroette.Il culmine del pianismo debussyano nell’ascetica doppia raccolta delle Études (1915): punta avanzata di una protratta ricerca linguistica, dal quale prenderanno le mosse Messiaen e Boulez. Nello studio sulle Tierces al-ternées a prevalere è un’atmosfera dolcemente soffusa, languorosa e no-stalgica, mentre in Pour les arpèges composées il clima è quasi raveliano: figurazioni perlacee, cenni spagnoleggianti e carillons.Debussy è ormai mortalmente malato quando compone per due pianoforti En blanc et noir, tre capricci dedicati al direttore d’orchestra Koussevitzky, al luogotenente Jacques Charlot («ucciso dal nemico il 3 marzo 1915») e ad Igor Stravinskij. Poliritmia e politonalità insaporiscono il n. 1, dal prodigioso virtuosismo, laddove nel secondo, fantasmatico e visionario, predomina un clima sinistro e lugubre, mentre un’ironia lucida e acuminata contrassegna il terzo che stinge infine in una chiusa enigmatica, quesito senza risposta, tragicamente rivolto al mondo, trascinato nel baratro della Grande Guerra.

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Ed ora il côté cameristico: ed è nell’estrema propaggine della sua vita che Debussy compose tre capolavori assoluti. Già minato dal cancro, non fece in tempo a completare le progettate sei sonate destinate a dissimili strumenti, riuscendo a portarne a termine solo tre: le restan-ti avrebbero dovuto esplorare le potenzialità timbriche dei fiati. Quella per violoncello inaugurò la silloge nel 1915. Vero e proprio testamento spirituale, si caratterizza per un conciso Prologo di ieratica bellezza, dal colore brunito, cui seguono uno scarno tempo lento di assorta penso-sità, malgrado il titolo e un Finale dai fascinosi timbri in cui prevale un clima cupo, come di oscuro presagio, nonostante il cantabile e la verve ritmica. Poi venne la Sonata per flauto viola ed arpa dedicata alla consorte Emma (1915-17). Capolavoro assoluto dalla solida forma, nella sua me-lanconica e pur maestosa bellezza sortisce effetti di intensa emozione e affascina per il suo ricchissimo contenuto musicale: dissimulato dietro un’apparente semplicità; vi trovano spazio vaghe reminiscenze grego-riane e trobadoriche, ampi melismi e arabeschi circonfusi di arcaicizzanti immagini armoniche talora impregnate di esotismo. Da ultimo apparve la Sonata per violino terminata nel ‘17: opera charmante, assai avanzata sotto il profilo linguistico, si rivela miracolosamente «piena di vita, qua-si gioiosa» secondo le parole dell’autore ed è difficile smentirlo. Nella pregnanza dell’armonia, ora vaporosa, ora netta, si ammira la più signi-ficativa peculiarità di quest’ammaliante pagina. Se l’allegro alterna passi sferzanti a zone rarefatte, alla poesia del carezzevole Intermède succede l’animato Finale che seduce con lo sfarfallio d’un mulinello memore di Iberia. Quanto al timbro traslucido del clarinetto (che già aveva affascinato Mozart, Weber e Brahms), sedusse anche Debussy: vi dedicò espressa-mente la saporosa Première Rhapsodie nel biennio 1909-10 dedican-dola al virtuoso Prospère Mimart e poi orchestrandola nel 1911. Piace chiudere il nostro excursus con il giovanile Trio. È il 1880. Allievo anarcoide del parigino Conservatorie, il diciottenne Debussy ostenta in-sofferenza verso regole e accademismi, Per il ‘consumo’ musicale chez madame von Meck che lo ‘assume’ quale pianista accompagnatore per un’estate nasce il Trio in sol maggiore, rimasto a lungo inedito. Rivela l’influsso di Franck e del raffinato Massenet, ciò nonostante regala emo-zioni già nel luminoso andantino, così pure nello scherzo dai vivaci stac-cati e dai toni leggiadri. L’andante è un’amabile oasi lirica traboccante di charme mentre il Finale racchiude delicati passaggi accanto a incande-scenze, qualche ridondanza e un pizzico di enfasi, più che perdonabili a un adolescente di genio.Che sia di buon auspicio per i nostri giovani studenti del “Cantelli”.

attilio Piovano

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ISSM Conservatorio “Guido Cantelli” di Novaravia Collegio Gallarini, 1 0321 31252

www.consno.itConservatorio Guido Cantelli di Novara