1908-2008 · Musicologo Oscar Chilesotti, al Filosofo Tiberio Roberti ed allo Storico Ottone...

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SCUOLA MEDIA STATALE “GIUSTO BELLAVITIS” 1908-2008 Editrice Artistica Bassano

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SCUOLA MEDIA STATALE“GIUSTO BELLAVITIS”

1908-2008

Editrice Artistica Bassano

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100 anni di tradizione,esperienza e professionalità al servizio

dei cittadini di Bassano

Scuola Media Statale“Giusto Bellavitis”

1908-2008

Editrice Artistica Bassano

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Saluto e augurio dalle autorità della città di Bassano del Grappa

La storia della nostra città è millenaria e

ci racconta vicende di donne e di

uomini legate al proprio territorio e alla

propria comunità da sempre attenti ed

impegnati a costruire il futuro e ad eccelle-

re nelle arti, nell’imprenditoria, nello

sport, nell’impegno civico.

La scuola Bellavitis, con il suo secolo di vita,

è uno dei pilastri su cui si fonda la Bassano

che siamo oggi. Tra i suoi banchi si sono

sedute generazioni di allievi, che con impe-

gno e passione, seguiti da insegnati amati ed

apprezzati, hanno imparato a crescere, nello

studio e nella vita.

E’ quindi un onore, per me, rappresentare la

città nel momento del raggiungimento di

questo importante ed impegnativo traguar-

do ed esprimere, a nome mio personale e di

tutta l’Amministrazione comunale, il più

cordiale e sincero augurio che la strada per-

corsa fino ad oggi indichi la via da seguire

anche in futuro.

Gianpaolo Bizzotto

Sindaco di Bassano del Grappa

Dalla penna d’oca intinta nella boccetta

d’inchiostro al computer nell’aula mul-

timediale: è chiaro a tutti quanto la tecnologia

abbia, nell’arco di cento anni, completamente

modificato il modo di fare scuola ai ragazzi.

E’ cambiato lo stile didattico, è cambiata la

composizione delle classi, sono cambiate le

materie ed anche il numero degli insegnanti.

La scuola Bellavitis ha vissuto direttamente

tutti questi cambiamenti, dando alla Città di

Bassano generazioni di uomini e donne prepa-

rate ed attente alle esigenze della società dove

vivono e del territorio intero, ed è forse pro-

prio questo il segreto della sua longevità: la

qualità dell’insegnamento e la serietà dell’im-

pegno professionale trasmesso agli alunni che

anno dopo anno hanno frequentato la scuola.

L’augurio che come Assessore all’Istruzione

mi sento di formulare è allora quello di pro-

seguire lungo questa strada, cogliendo di

volta in volta le opportunità offerte dal

mondo che cambia e si evolve, mantenendo

però sempre intatti i valori e i principi edu-

cativi che hanno fatto della scuola Bellavitis

un riferimento scolastico ed educativo di

assoluta importanza nella nostra Città.

Stefano Giunta

Assessore alla Pubblica Istruzione

di Bassano del Grappa

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Ringraziamenti

Molta della documentazione reperita,

dei fatti riportati e delle vicende nar-

rate sui protagonisti della storia del

“Bellavitis” si debbono all’affetto e all’acco-

rato ricordo di quanti hanno studiato o lavo-

rato nella Scuola.

A tutti loro va il nostro più sentito ringrazia-

mento per aver consentito di scrivere questo

memoriale.

Si ringraziano in particolare

Carmine Abate

Teresa Bonometto

Celso Ceccon

Urbano Cerantola

Pietro Fabris

Andrea Gastner

Maria Luisa Greselin

Anna Maria Iannota

Luciana Marzola

Gabriella Rebesco

Tina Reginato

Carla Sartori

Anna Segalla

Maria Nives Stevan

Silvia Toffon

Barbara Zanchetta

Giorgina Zanin

Inoltre

- Ufficio di Segreteria ed Archivio S.M.S.

“G. Bellavitis”

- Museo Biblioteca Archivio di Bassano del

Grappa

- Uff. Tecnico del Comune di Bassano

- I.P.S.S.C.S.T. “G. A. Remondini”

- Uff. Stato Civile del Comune di Venezia

- Uff. Stato Civile del Comune di Valstagna

- Liceo Classico “Brocchi”

Un sincero ringraziamento va al Sindaco e

all’Amministrazione Comunale di Bassano del

Grappa che hanno sostenuto, insieme alla

Cassa di Risparmio del Veneto S.P.A. - Gruppo

Intesa S. Paolo e ai Comitati dei Genitori, le

iniziative del “Centenario” e hanno contribui-

to alla stampa di questo volume.

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Premessa

E’per me un grande onore dirigere la

scuola media “G. Bellavitis” nel 100°

anno dalla sua istituzione. E’ al tempo stesso

una grande responsabilità: continuare un

“cammino” che i tanti colleghi, che mi hanno

preceduto, hanno intrapreso e portato avanti

con grande impegno e professionalità.

Tutti i lettori che avranno il desiderio di

scoprire, attraverso la lettura di questo

memoriale, le vicende che hanno accom-

pagnato “il percorso” della scuola nel corso

degli anni, non potranno non notare

quante persone, con spirito di servizio

verso un’istituzione educativa, qual è la

scuola, si sono impegnate nel creare un

ambiente educativo per i ragazzi, al passo

con i tempi e pronto a rispondere ai cam-

biamenti storici e sociali.

E’ forte in me la consapevolezza della gran-

de importanza della Scuola oggi, nella socie-

tà del terzo millennio, della globalizzazione e

della conoscenza.

La formazione delle nuove generazioni che

vivranno in questa società è il “faro” che guida

la mia azione dirigenziale e che condivido con

tutti gli insegnanti e il personale della scuola.

Educare le ragazze e i ragazzi attraverso

l’istruzione , “dotarli” degli strumenti e delle

abilità per saper leggere la realtà in continua

evoluzione e per saper vivere in un mondo

complesso, “aiutarli” nel loro percorso di

crescita, come soggetti e come gruppo, è il

compito che “sentiamo” nostro e per il quale

ogni giorno ci impegniamo.

Desidero ringraziare per la sua competenza

professionale e le grandi doti umane il prof.

Aniello Abate che con impegno, con tenacia e

passione per la ricerca storica ha “ricostruito” i

100 anni della scuola media “G. Bellavitis”.

Un grazie di cuore va anche a tutta la

Commissione “Centenario” che ha reso pos-

sibile le tante iniziative programmate dando

grande visibilità all’impegno della Scuola sul

territorio.

Dott.ssa Anna Rita Marchetti

Dirigente Scolastico

della Scuola Media Statale “G. Bellavitis”

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La Scuola è dedicata all’illustre matematicoGiusto Bellavitisdi Aniello Abate

Tra i grandi intellettuali Bassanesi che hannofondato il carattere autentico della cultura dellacittà nell’ottocento, accanto al NaturalistaAlberto Parolini, al letterato Jacopo Ferrazzi, alMusicologo Oscar Chilesotti, al FilosofoTiberio Roberti ed allo Storico OttoneBrentari va posta la grande personalità delMatematico Giusto Bellavitis.Giusto nacque nella casa di famiglia, ilPalazzo Cerato di Via Verci, il 22 novembre1803. Era figlio del Conte Ernesto e diGiovanna Navarini. La nobile famiglia chevantava avi illustri (il nonno paterno Paoloaveva frequentato i regnanti di Russia,Polonia e Germania) si trovava al tempo in dif-ficoltà economiche, tanto che il Conte Ernestoaveva accettato un posto di Ragioniere inComune per sostenere la famiglia.Fu proprio il padre a curare l’educazione diGiusto trasferendogli assieme alla passioneper la matematica anche l’amore per il sape-re nella sua accezione più vasta e profonda.Giusto, da autodidatta apprese ed approfondìl’astronomia, la chimica, la mineralogia,l’idraulica, la geodesia e la filosofia. Sempre dasolo riuscì ad apprendere oltre alle lingue clas-siche, greco e latino, anche il francese, il tede-sco ed il russo. Non avendo grandi possibilitàfinanziarie trascrisse, per studiarli, decine edecine di testi, in più lingue, annotandoli ecommentandoli. Tra i libri preferiti quelli dimatematica e algebra moderna da Cartesio aRolle, quelli di Lagrange, Laplace e di Gauss.Non avendo alcun titolo di studio, fucostretto a trovare un’occupazione presso ilcomune di Bassano dove lavorò per annisenza un compenso come tirocinante. Soloall’età di 29 anni cominciò a percepire unamodesta retribuzione come “cancellista”. Gliimpegni di lavoro non lo distolsero mai dalla

sua grande passione: la sete diconoscenza, i numeri e lamatematica. Nel 1824 pub-blicò la sua prima opera sulGiornale di Treviso: “Cennisu alcuni mangiamenti dellemacchine a vapore”.La sua produzione raggiun-se le 212 opere pubblicate enel 1835 diede alle stampel’opera più importante:“Calcolo delle equipollenze”.Questo lavoro in cui esponevaun’originale metodologia di analisigeometrica lo rese famoso in tuttaEuropa e lo rende ancor oggi celebre ai cul-tori della matematica e della evoluzionedella storia del pensiero. Nel 1840 fondò aBassano insieme ad Alberto Parolini, suocarissimo amico, Giambattista Baseggio eJacopo Ferrazzi, la significativa iniziativaculturale del “Gabinetto di lettura”.Nel 1841 iniziò, prima come supplente e poicome docente titolare, la sua esperienza di

GIUSTO BELLAVITISNACQUE IN BASSANO 1803

AMORE PER LO STUDIO

E FORTUNATE CIRCOSTANZE

LO FECERO

PROFESSORE A VICENZA (1842)

A PADOVA (1845-1880)

E SENATORE DEL REGNO D’ITALIA (1866)

FU CONSIGLIERE COMUNALE (1866-1880)

SCRISSE DI MATEMATICA

INVENTÒ IL METODO DELLE EQUIPOLLENZE

MARITO E PADRE AFFETTUOSISSIMO

VISSE FELICE

Ritratto di Giusto Bellavitis.

Sotto, l’epitaffio preparatoper se stesso dall’illustrematematico.

Nella pagina a fianco,ritratto di Giusto Bellavitisdel 1834. Opera del pittorebassanese Angelo Balestra(1803-1881).

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insegnante presso l’Imperial RegioLiceo di Vicenza. Questa occupa-zione gli consentì una vita piùagiata permettendogli di dedi-carsi con più tranquillità aisuoi studi e soprattutto dan-dogli la possibilità di sposarsicon Maria Barbara CeciliaTavelli (figlia del benestanteFrancesco Tavelli).Il matrimonio non fù gradito alpadre e i dissapori continuaronoanche dopo la nascita del figlioErnesto (settembre 1843). Solo nel 1845,quando venne nominato pressol’Università di Padova docente diGeometria Descrittiva, si riconci-liò col severo genitore.Nel 1846 venne nominatodottore in matematica e filo-sofia e nel 1850 venne affilia-to alla prestigiosa accademianazionale della SocietàItaliana dei Quaranta: un evi-dente riconoscimento per unuomo che, spinto dall’irrefrena-bile desiderio dell’apprendere siera cimentato in modo vasto edapprofondito in moltissimi campi delloscibile. Il 3 novembre 1866 divenne RettoreMagnifico dell’Università di Padova e nellostesso anno venne anche nominato Senatoredel Regno in un Italia che aveva appenaannesso il Veneto. Questa nomina fu il giustoriconoscimento per il patriottismo e lo spiri-to liberale che sempre aveva manifestato.

Il 6 novembre 1880, dopo aver esami-nato diversi studenti, bocciandolitutti, fece ritorno da Padova coltreno serale. Scese, come sem-pre, a Rossano, dove lo attende-vano i famigliari, e tornò allasua abitazione a Stroppari(Tezze). Colto da malore, oforse scivolando sulla scala dicasa, si provocò una grave ferita

alla testa e morì. Terminava così,alle soglie dei 77 anni, in modo

improvviso, la bella esistenza di GiustoBellavitis. Un uomo che aveva vissuto congrande intensità la vita, assaporando ogni

attimo con un irrefrenabile desiderio diconoscenza, non venne colto impre-

parato dalla morte. Giusto avevada lungo tempo predisposto lastampa degli annunci mortuari,da spedire ai suoi amici, edaveva scritto il suo epitaffio nelquale si rendono evidenti gliautentici valori della sua vita:l’amore per lo studio, l’orgoglio

della propria instancabile deter-minazione e il grande affetto per i

suoi cari. Giusto Bellavitis è sepoltonel Cimitero monumentale di Padova e

sulla sua casa padovana è riportato il testo del-l’epitaffio da lui scritto. Bassano ha dedicato aquesto illustre cittadino la strada che corre afianco della casa natale, la Scuola ed una salaper convegni ricavata dalla vecchia palestradella sede di Via Beata Giovanna dopo laristrutturazione degli anni ’80 e ’90.

Ritratti fotograficidi Alberto Parolini (sopra)e Jacopo Ferrazzi (sotto).

Via Giusto Bellavitis.

Palazzo Cerato, casa nataledi Giusto Bellavitis.

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Storia della “Bellavitis”di Aniello Abate

Bassano agli inizi del ’900Mentre il governo del Regno veniva affidatoa Giovanni Giolitti, che ebbe il difficilecompito di rimettere in moto l’economiadopo la crisi di fine secolo e di stabilire unarinnovata relazione tra lo Stato ed il tessutodemocratico e sociale della nazione, si mani-festavano a Bassano notevoli cambiamentieconomici, politici, urbanistici e culturali.Nel decennio 1901 -1911 la popolazione diBassano subì un forte incremento passandoda 15.097 a 17.130 abitanti. I Bassanesidella periferia erano impegnati principal-mente in attività agricole organizzate in pic-coli e piccolissimi fondi, sul modello dellamezzadria, con proprietari poco intenziona-ti ad investire nel rinnovamento dell’attivitàe più concentrati a far rendere i propri capi-tali presso gli istituti di credito. I Bassanesidella città erano impegnati soprattutto inattività commerciali e nell’artigianato.Tra il 1907 ed il 1910 si sviluppò nel bassaneseuna discreta attività imprenditoriale che fecenascere nel territorio alcune piccole ed impor-tanti industrie. Si svilupparono allora fabbricheper la lavorazione di ceramica e terrecotte traNove e Bassano, per la lavorazione di laterizi(C.e G.Baggio, F. Favero) e del legno, i moliniper il grano (F. Facci Negrati), le cave dimarmo, la filanda di M. Stella, la cartiera di R.Sebellin a Rossano, le lavorazioni della paglianella pedemontana ed in particolare nel maro-sticano. Queste attività imprenditoriali fecerocrescere l’occupazione e determinarono lanascita del ceto operaio in città senza riuscireperaltro a creare completa occupazione e aridurre i flussi migratori verso soprattutto il SudAmerica ed in particolare verso il Brasile.Dalla periferia la popolazione, non più dedi-ta all’agricoltura, si spostò nel decennio gio-

littiano, verso il centro della città creando lanecessità di nuovi alloggi ed interrogando gliamministratori pubblici, non senza contra-sti, sullo sviluppo urbanistico di Bassano.Nacque così, ad opera dell’Ing. GiuseppeIndri nel 1907 durante l’amministrazionedel Sindaco Carlo Remondini, il quartiereoperaio a sud di Via Verci a fianco dell’areadestinata al nuovo duomo della città (suc-cessivamente diventato Tempio Ossario). Ilquartiere venne denominato “Bonaguro”,prendendo nome dall’ex sindaco morto nel1907 Antonio Bonaguro Giaconi.Contemporaneamente, per far fronte alle esi-genze di una borghesia sempre più importan-te costituita da artigiani, commercianti, pro-fessionisti ed imprenditori, la città si sviluppòanche verso est ad opera dell’agente immobi-liare Domenico Lucietto e dei capitali delConte Van Axel Castelli: l’8 agosto 1908 fuinaugurato il Viale Venezia ed il cavalcavia delviale. Inoltre nel 1910, nell’ampio spazio delForo Boario, nato a seguito dell’abbattimentodelle mura medioevali del 1887, vennero edi-ficate le scuole elementari “Mazzini” Il nuovo sviluppo economico fu supportatoda un notevole sviluppo delle comunicazio-ni. Per opera di privati nel 1906 Bassano e

Veduta del Pontee del Castello degli Ezzelinia Bassano, inizio ’900.

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Schio vennero collegati da un servizio auto-mobilistico, nello stesso anno Bassano-Marostica-Crosara-Asiago vennero uniti dalcorriere postale giornaliero, il 21 luglio del1908 si attivò il traffico ferroviario Bassano-Venezia, nello stesso anno iniziarono i lavoridella Bassano-Primolano. Nel 1908 venneinstallato anche il servizio telefonico checonterà nel 1922 oltre 100 abbonati. Il 13novembre 1910 una linea tranviaria, constazione appena al di là del Ponte Vecchio, inVia Angarano, unì Bassano a Vicenza pas-sando per Marostica.Il governo cittadino in questo periodo diforti trasformazioni sociali ed economichevide il progressivo declino delle forze libera-li a vantaggio del cattolicesimo politicosostenuto a gran voce dall’unico periodicoesistente al tempo in città: il “Prealpe”. Si avvicendarono quindi più giunte che, sep-pur prevalentemente di ispirazione liberale,

risentirono fortemente delle nuove tendenzecattoliche e di ispirazione moderata e cleri-cale. Tra i sindaci del periodo vanno ricorda-ti G. Bonaguro Antonio dal 1889 al 1903,Carlo Remondini che governò la città peruna parte del 1904 e nel 1907 eCompostella Niccolò che fu a capo di unagiunta fortemente conservatrice nel 1905.Il governo della città nel periodo giolittianonon fu semplice proprio a causa delle fortitrasformazioni economiche e sociali di cuisi è detto, delle varie questioni urbanisti-che, di scandali economici e vicissitudinipolitiche nazionali.In particolare nelle elezioni del 1909, nelparlamento nazionale, i Bassanesi preferiro-no al liberale Francesco Vendramini il catto-lico Giuseppe Roberti, chiaro sintomo di unconflitto ideologico molto forte e partecipa-to in città che rendeva molto difficile ilgoverno della cosa pubblica.

Via XX Settembre, 1917(ora Viale dei Martiri).

Piazza Vittorio Emanuele,1917 (ora Piazza Libertà).

Via Umberto I, 1917(ora Via Matteotti).

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L’istruzione a Bassano dall’Unità d’Italiaai primi del ’900La situazione scolastica a Bassano nel perio-do che seguì l’unità di Italia vide una note-vole diffusione di istituti pubblici e privatisia nell’ambito della scolarizzazione primariache secondaria. Tra il 1866 ed il 1884 lescuole elementari passarono da 6 a 12 ed ilnumero degli alunni salì da 664 a 1244.Nel 1877 la legge Coppino introdusse l’istru-zione obbligatoria nazionale relativa alla fre-quenza delle prime due classi di scuola ele-mentare e, a Bassano, su 1023 obbligati nel1899 risultavano presenti giornalmente pocopiù di seicento alunni: un chiaro segno delledifficoltà in cui versava una buona parte dellapopolazione delle zone rurali.Nell’educazione prescolastica va sicuramentelodato un importante esperimento di “giardi-no d’infanzia” ispirato ai modelli di FedericoFroebel e Adolfo Pick, fondato nel 1876 gra-zie alle generose donazioni di GiustinianoVanzo Mercante: questa iniziativa ebbe note-vole successo e divenne presto comunale.Nel 1902 si cercò anche di lanciare un espe-rimento di asilo notturno per le famiglieoperaie con lavoratori in turnazione serale:l’iniziativa, decisamente all’avanguardia peril tempo, non ebbe successo.Nell’ambito dell’istruzione secondaria esiste-va a Bassano fin dal 1819 il ginnasio comuna-le “G.B.Brocchi”, diventato nel 1910 regioginnasio, presso il quale insegnarono illustriprofessori come Giovanni Spagnolo, LorenzoChini, Ottone Brentari ed altri ancora.Importante fu anche l’esperienza di una

scuola comunale di disegno, attiva fin dal1810, nella quale si coltivavano ancheapprendimenti tecnici relativi alle attivitàindustriali e artigianali del territorio. Questascuola poteva essere frequentata in orarioserale e nei giorni festivi ed ebbe un notevo-le ulteriore sviluppo all’inizio del ’900.Nell’ambito dell’educazione privata bisognasicuramente ricordare il diffondersi dinumerose iniziative di collegi femminili findal 1881: Istituto Canossiano (1841), i col-legi Morosini, Malgarini (di ispirazione laicanato nel 1862), Guizzetti, l’istituto dellefiglie del Sacro Cuore fondato da Mons.

Scuola Elementare“Umberto I” poi diventata“Giuseppe Mazzini”, 1917.

Stazione Ferroviaria in unafoto degli inizi del 1900.

Quartiere operaio“Bonaguro”, inizi del 1900.

Viale Venezia, 1911.

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Gobbi nel 1897, il collegio-convitto diSebastiano Gasparotto fondato nel 1898,l’educatorio Zonta per la formazione dellemaestre del 1892. Si trattava di scuole fre-quentate dalle figlie dell’alta borghesia e deinobili in cui si realizzava una educazione dicostume studiando un po’ di tutto.Nel 1903 il sacerdote Antonio Grazianifondò, con l’aiuto del Vecovo Mons.Rodolfi, l’omonimo Collegio Vescovile conlo scopo di realizzare oltre alla scuola religio-sa anche una risposta per le esigenze di for-mazione dei ragazzi della città.Nel 1892 Luigi Vinanti fondò, presso lo sto-rico palazzo di Via J. Da Ponte, una delleiniziative scolastiche private più importantidel Veneto e famosa anche nel regno: ilCollegio convitto “Vinanti”.L’istituto, di forte ispirazione laica, nonaveva volutamente religiosi per insegnanti edera frequentato da giovani della borghesiaprovenienti non solo dal Veneto. Il Convittopoteva provvedere all’istruzione primaria,all’istruzione tecnica e a quella ginnasiale. Presso questo istituto, insegnarono valentidocenti condivisi con il ginnasio “Brocchi”come Giovanni Spagnolo (che ne fu anchedirettore), i fratelli Domenico e GiovanniVaccari, Giuseppe Lorenzoni, OttoneBrentari ed altri. Nel collegio, che vantavaanche una propria orchestra, veniva stampa-to un importante giornale, curato dalla figlia

di Vinanti Claudina:“La palestra educativa”.La pubblicazione si inseriva con merito neldibattito pedagogico nazionale.Per alterne vicende, seppur parificato, nel1934 l’istituto cessò la sua attività. Nel primo decennio del 1900 si ebbe unforte incremento della scolarizzazione ele-mentare che superò i 1500 alunni nell’ambi-to pubblico e arrivò a circa 500 bambini perle scuole private, con una media di 56 alun-ni/classe per maestro elementare.Nel 1910 per rispondere a questa crescentedomanda di istruzione nascerà nel ForoBoario la scuola elementare “ Umberto I”poi diventata “G. Mazzini”.Tutti i collegi e i convitti ebbero notevoleimpulso all’inizio del secolo, forte fu lo svilup-po dell’istituto “Graziani”, del “Sacro Cuore”,del collegio “Gasparotto” e del “Vinanti”.Notevole fu il rinnovamento e l’aumentodegli iscritti presso il ginnasio “Brocchi” chediventerà regio liceo ginnasio nel 1935.

La nascita della scuola tecnica comunale“G. Bellavitis”Per rispondere al rinnovamento economicodel bassanese della fine dell’800 e dei primianni del ’900, fin dal 1872 si cercò di svilup-pare una istruzione pubblica anche di tipo tec-nico che affiancasse le numerose iniziative pri-vate. Proprio abbinata al ginnasio “Brocchi”nacque la prima esperienza di scuola tecnicacomunale che durò per soli tre anni.Nella Bassano delle nuove industrie, dellanuova urbanizzazione e delle nuove vie dicomunicazione era forte l’esigenza di unapreparazione tecnica dei giovani bassanesi.Nel 1908 con proposta della GiuntaComunale presieduta da Carlo Remondini,il Consiglio Comunale, nelle riunioni del 5e 26 agosto, istituiva una Scuola TecnicaComunale comune, cioè per maschi e fem-mine, assegnandole alcuni locali presi inaffitto in Via Orazio Marinali.I locali vennero ceduti dal CollegioGasparotto e gli arredi furono prestati anchedal Collegio Spagnolo e Graziani.

Via Jacopo da Ponte,Palazzo Vinanti sededell’omonimo collegio.

Educatorio FemminileZonta. Poi sede dal 1903dell’Istituto Graziani.

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Il primo ottobre 1908 ebbe iniziò l’attivitàdidattica della scuola.Nel 1911 la scuola venne collocata in una sedeopportunamente studiata per dare ambientiadeguati allo svolgimento delle particolari atti-vità didattiche che vi si insegnavano. Ad operadell’Ing. Gian Battista De Besi venne riammo-dernata ed opportunamente ristrutturata lacaserma “Fontico” collocata all’interno dellemura del castello degli Ezzelini.L’11 novembre 1911, alla presenza delSindaco, Eugenio Antonibon, dell’Assessoreall’Istruzione Vettore Pavan, di tutte le autori-tà civili, militari ed ecclesiastiche veniva inau-gurata la nuova sede della scuola intitolandolaal celebre matematico Giusto Bellavitis.L’inaugurazione ufficiale seguì la delibera delConsiglio Comunale del 30 agosto 1911nella quale all’unanimità i consiglieri votaro-no la proposta della giunta, letta dal Pavan,per intitolare all’illustre bassanese la scuola.Nello stesso anno, con decorrenza 1/10/1911,la scuola ottenne, grazie all’opera politica diGiuseppe Roberti, il pareggiamento con lescuole del regno.La direzione della scuola venne affidata alDott. Arturo Trotter, uomo di cultura eattento educatore di origine veneziana.Viene di seguito riportata la descrizione chelo stesso direttore fa dell’edificio scolasticonel suo scritto “La scuola tecnica (ora com-plementare) di Bassano attraverso le suevicende - 1908-1927”- Ed. Fontana 1927.

“Il fabbricato scolastico sorge nel punto più altodella Città in luogo del tutto appartato e tran-quillo sui ruderi del nefasto maniero degliEzzelini. Semplice, severa e decorosa la facciata,ampio l’atrio, comodo lo scalone d’accesso alpiano superiore. Otto aule spaziose, ridenti diluce e di aria, un sala di convegno per i profes-sori, una per la direzione, un’altra per le signo-rine, una sala per l’insegnamento del disegno,una per il gabinetto scientifico, una camera peril bidello e l’appartamento del custode. La stan-za della direzione occupa la parte centrale delprimo piano, il posto d’onore ed il più opportu-

no per la vigilanza… un complesso insommache risponde alle esigenze didattiche… di unistituto moderno di educazione”.

La scuola cominciò il suo servizio nell’annoscolastico 1908/1909 con 243 alunni, 220maschi e 23 femmine e raggiunse nell’anno1922/23, prima della riforma Gentile, ilnumero di 445 alunni ( 322 maschi e 123femmine). Il servizio scolastico, come conce-pito dagli Amministratori dell’inizio secolo,era indirizzato agli alunni provenienti dallevarie scuole elementari del territorio e dura-va tre anni. I ragazzi della Scuola Tecnicaavrebbero dovuto avere un’età compresaquindi tra gli 11 e i 14 anni.I Registri Generali dei Voti dell’archivio sto-rico della “Bellavitis” raccontano una situa-zione un po’ diversa. I ragazzi che si iscrive-vano in prima avevano mediamente 12/13anni e terminavano il loro ciclo di studimediamente a 15 anni. Considerato i tempierano tutti nel complesso regolari (oggi sidirebbe così!). Le classi in cui studiavanoerano piuttosto affollate: contenevano spes-so oltre quaranta alunni.La forte motivazione dei ragazzi e una ferreadisciplina, imposta talvolta con metodi“poco ortodossi”, rendeva comunque possi-bile l’insegnamento.Come tutte le scuole italiane, la ScuolaTecnica “Bellavitis” venne riformata dal

La Caserma “Fontico”trasformata nella ScuolaTecnica Comunale“G. Bellavitis”. Foto degliinizi del 1900 donatadal Prof. Celso Ceccon.

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Ministro Giovanni Gentile e a partire dal-l’a.s. 1923/24, diede origine alla ScuolaComplementare e all’Istituto TecnicoInferiore che trovò spazio nei locali del fab-bricato di cui si riferisce sopra.Preside per le due scuole venne incaricatosempre il Trotter, mentre i docenti eranodistinti per i due tipi di scuola. La scuola Complementare svolse a Bassano,come nel resto d’Italia, un notevole compitodi scolarizzazione per le classi meno abbientie preparò al lavoro diverse generazioni di stu-denti in un paese in continua trasformazione.Vista la situazione del bassanese, in quest’areasvolse un importante compito di supportoallo sviluppo economico di cui si è parlato.

Il Preside Trotter così parla della propria scuola:“La scuola Complementare egregiamente provve-de alle necessità di coloro che, non potendo per-correre un lungo, costoso, difficile corso di studi,s’accontentano di quella sufficiente istruzione cheapra loro una carriera più che remunerativa,proporzionalmente agli studi percorsi”.

La riforma “Gentile” e lascuola Complementare aBassanoIl 3 dicembre del 1923ad opera di GiovanniGentile venne messoordine nel sistema scola-stico Italiano.

Il Ministro concepì una scuola che presenta-va queste principali novità:- 5 anni di scuola elementare.- L’obbligo scolastico fino a 14 anni.- Dopo la scuola elementare, uguale pertutti, l’allievo poteva scegliere, il Ginnasio-Liceo Classico, l’Istituto Tecnico inferiore(quadriennale) e l’Istituto Magistrale infe-riore (quadriennale) oppure andare in unascuola Complementare.- Il Liceo Scientifico, di nuova istituzione,poteva essere frequentato a partire dai 14 anni.- L’istituto Magistrale superiore (triennale) el’Istituto Tecnico superiore (quadriennale)

seguivano i rispettivi gradi inferiori.- Insegnamento obbligatorio della religionenella scuola elementare.- Istituzione di speciali scuole per gli alunniportatori di handicap.- L’accesso all’università, per chi frequentavagli Istituti tecnici era molto ridotto, era limi-tato ad alcune facoltà scientifiche per glialunni dei Licei Scientifici e completamentelibero per gli allievi del Liceo Classico.

La riforma Gentile, che ebbe il merito di innal-zare l’obbligo scolastico al 14° anno di età(anche se tale obbiettivo non venne raggiunto),favorì il mantenimento ed il rafforzamentodella divisione sociale nel paese. Infatti, mentrele classi operaie e contadine potevano indiriz-zarsi solamente alla scuola Complementare,che consentiva esclusivamente l’ingresso nelmondo del lavoro, le classi più abbienti pote-vano frequentare, al termine della scuola ele-mentare, i licei (ginnasio e scientifico), gli isti-tuti tecnici o percorrere l’istruzione magistraledi nuova creazione. Da questi istituti superiori, i figli delle“buone famiglie” italiane, quelle più abbienti,andavano, dopo il percorso universitario, a

Il MinistroGiovanni Gentile.

Esercizio di bellacalligrafia sul quaderno

di francese, 1934.

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ricoprire i ruoli più importanti nel paese stac-candosi sempre più dall’Italia operaia e conta-dina sulle cui spalle poggiava l’economia.Questo modello scolastico, che tendeva a favo-rire la cultura umanistica (anche nella scuolacomplementare si studiava il latino) e l’istru-zione liceale e che selezionava fortemente inbase al censo, influenzò moltissimo la classedirigente italiana e pose le basi del forte squili-brio che ancor oggi esiste tra la cultura tecnico-scientifica e quella umanistica in Italia.

Anche il Preside Trotter, influenzato dal-l’ideologia fascista del tempo scrive:“ … Se gli altri tipi di scuole medie ci prepa-rano la classe dirigente della società, è dovero-so ricordare che la classe degli operosi e silen-ziosi cittadini, cui sono riservati i modestiuffici dell’impiego, nel commercio e nell’indu-stria, vengono tutti preparati e plasmati dallaScuola Complementare”

Nella scuola complementare si studiava un po’di tutto e in particolare erano materie di inse-gnamento teorico l’Italiano, la Matematica, ilFrancese, la Geografia, la Storia della Nazione,i Diritti e Doveri e le Scienze Naturali. Le

discipline operative erano rappresentate daEducazione Fisica, Calligrafia, Computisteriae il Disegno. Successivamente vennero intro-dotte dal Fascismo la Religione, il Canto cora-le e la Cultura Fascista.Il primo anno di scuola complementare,1923/24, si rivelò un vero fallimento.L’incertezza creata dalla novità ed il fatto chetutto terminasse con la scuola complementaredeterminò un tracollo delle iscrizioni: ci furonoin tutta Italia 83.000 iscritti contro i 141.000della scuola tecnica dell’anno precedente.Anche a Bassano si registrò un calo significati-vo delle iscrizioni che durò per alcuni anni. Nel 1924 il Ministro Gentile si dimise e dal1925, oltre al processo graduale di militarizza-zione della scuola, iniziò una nuova stagionedi riforme che culminò in una serie di provve-dimenti giuridici negli anni 1929, 1930 e’31.Così la scuola Complementare divenne“Scuola Secondaria di Avviamento al Lavoro”.

La Scuola Secondaria di Avviamento alLavoro di Tipo CommercialeL’anno scolastico 1929/30 fu per la“Bellavitis” un anno di grandi trasformazioni.Nel 1928 il Comune aveva acquistato il

Quaderni del 1934.

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palazzo Cortellotti-Remondini-Vittorelli,sito circa a metà di Via Beata Giovanna. Lostabile, riadattato, venne destinato allanostra Scuola. Il trasferimento avvenne pro-prio nell’estate del 1929. Nello stesso annoandò a termine il legame con l’IstitutoTecnico Inferiore ed iniziò l’esperienza della

Scuola Secondaria di Avviamento al lavoro. Il nuovo modello scolastico assunse assettodidattico ed organizzativo definitivo graziead una serie di leggi varate dal 1929 al 1931.Si diffusero in tutta Italia i vari indirizzi dellanuova scuola: quello commerciale, nel qualesi specializzò anche la “Bellavitis” a Bassano,

Libro di testo di Canto Corale.Libreria di Stato, 1929.

Quaderno di computisteriacon una pagina di esercizio

di “Partita Semplice”gentilmente concesso da

Giorgina Zanin, ex alunnadella scuola (classe 1922).

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quello agrario, quello industriale e artigiana-le più presenti in altre realtà.Furono questi gli anni in cui la scuola iniziòun rapido e deciso processo di trasformazionead opera di convinti ideologi fascisti come idue ministri dell’Educazione NazionaleCesare Maria De Vecchi e Giuseppe Bottai.Nel 1929 il De Vecchi introdusse il libro ditesto unico nelle scuole elementari, nel 1936lo stesso ministro sollevò dall’incarico moltiinsegnanti non iscritti al partito, nel 1939Bottai fece approvare al Gran Consiglio delFascismo la “Carta della Scuola”.Il documento stabilì ordinamenti, insegna-menti e orari di tutto il sistema scolasticofascista e definì in modo molto chiarol’obiettivo primario della scuola: formare la“coscienza umana e politica delle nuovegenerazioni”. Vennero avviati quindi proces-si di militarizzazione della scuola secondariae furono varate le vergognose disposizioniantisemite e di difesa della razza (testo unicodel 15 novembre 1938). I provvedimenti portarono alla espulsionedei docenti ebrei, alla proibizione di iscriver-si degli studenti semiti e alla creazione diuna scuola elementare separata.La carta Bottai istituì anche la scuola mediae si consentì ai ragazzi che frequentavanol’avviamento di proseguire gli studi attra-verso una procedura che prevedeva, al ter-mine del terzo anno, un esame di ammis-sione alla scuola media e successivamentel’esame di terza media.Nella Scuola di Avviamento al Lavoro di tipocommerciale, come la “Bellavitis”, assieme

alle discipline di cultura generale (Religione,Italiano, Storia, Geografia, Matematica,Scienze, Igiene) e a discipline molto ispiratenei programmi alla cultura fascista(Educazione Fisica e Canto Corale), si studia-vano materie specifiche per la preparazionedell’inserimento dei giovani nelle piccole emedie imprese e nel settore commerciale. Non si può non ricordare che circa il 30%della popolazione attiva, negli anni ’30, eraimpegnata nel commercio e stava crescendol’importanza della grande industria (laSmalteria Metallurgia Veneta, fondata nel1924 dall’Ingegnere di origine cecoslovaccaNicolò Leszl, contava già dal 1929 più di milledipendenti) e delle banche (ad opera di G.Sturm, G. Colbacchini, F. Tattara ed altri nac-que anche la Banca Bassanese di Credito eCambio). Vi era quindi la necessità che nellaScuola di avviamento si studiasse anche:Disegno, Computisteria, Ragioneria, PraticaCommerciale, Stenografia, Dattilografia eCalligrafia. La Calligrafia, molto importanteagli inizi del secolo a causa della poca diffusio-ne della macchina da scrivere (invenzione ita-liana del 1846 - Giuseppe Ravizza), rimasefino all’ultimo nel piano di studi della scuoladi avviamento: si riteneva importante che iragazzi sapessero scrivere in bella grafia soprat-tutto ai fini della gestione dei libri contabili.I grandi cambiamenti che trasformarono la“Bellavitis” da Scuola Tecnica a Comple-mentare ed infine a scuola di Avviamento alLavoro ebbero come protagonista sempre ilProf. Arturo Trotter eccellente docente diMatematica, dirigente capace ed educatore

A.S. 1935/36 classe 3aC.Al centro il Preside G.Zanazzo, al tempo docente diLettere. Seduta alla sua destravi è Giorgina Zanin che ci hadonato questa splendida foto.

Classe 3aB a.s. 1943/44.Al centro il Preside PietroBonometto.

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attento. Egli guidò la scuola finoall’a.s.1940/41 dedicandosi in modo com-pleto ed appassionato all’istituzione. Gli anni della Seconda guerra mondialevidero l’attento impegno di tre Direttori: G.Battista Zanazzo, Pietro Bonometto eAntonio Baggetto.La scuola dal 1908 svolse sempre il proprioservizio senza mai fermarsi, fatta eccezioneper il breve periodo che va dal 21 dicembre1917 al 30 settembre del 1918.Per la cronaca, nel pomeriggio del 21 dicem-bre 1917, mentre gli alunni erano intentialle consuete attività, una bomba d’aereopassò sibilando sopra il Castello degliEzzelini ed il Trotter mandò a casa gli alun-ni. Il 26 dicembre dello stesso anno ilSindaco Eugenio Antonibon ordinò losgombero della città: Bassano era diventataprima linea e sul Grappa si scrivevano alcu-ne delle pagine più drammatiche della Primaguerra mondiale.Nel dopoguerra, per circa un decennio(1946/47-1954/55), le sorti della scuola furo-no legate alla grande professionalità di Pietro

Bonometto che univa alla passione per l’inse-gnamento doti umane non comuni. Seguirono le direzioni di Umberto Meropiali,Ruggero Lazzarotto e Giulio Greselin.

Nascita ed evoluzione della Scuola Media“Giusto Bellavitis”Nell’anno Scolastico 1961/62, durante il 2°Governo presieduto da Amintore Fanfani,venne varata in forma sperimentale lanuova Scuola Media Unificata e successiva-mente il Parlamento, con la Legge 31dicembre 1962 N° 1859, decretò la nasci-ta, l’organizzazione istituzionale e l’ordina-mento della Scuola Media Statale.All’ottimo Preside Umberto Meropialivenne affidato il compito di iniziare la speri-mentazione nel suo ultimo anno di serviziopresso la “Bellavitis” (1961/62).Fu invece ingrato compito del PresideRuggero Lazzarotto portare a termine l’affer-mata ed importante esperienza della Scuoladi Avviamento al Lavoro.Nel giugno del 1964 con una grande festa,in cui i ragazzi esposero tutti i loro lavori, si

Saggio ginnico del Giugno1962. Viene salutato il

Preside Umberto Meropiali.A sinistra il Sindaco PietroRoversi e alla sua destra conil cappello bianco vi è la Sig.

Adelia Cerato Roversi.

Le Ragazze dellaProf. Maria Orio.

Saggio Ginnico di fine anno.

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chiuse definitivamente l’esperienza dellascuola di avviamento.Quell’anno il saggio ginnico, che era entratonella tradizione della scuola per le scelte peda-gogiche del “ventennio”, mise in evidenzatutto l’originale ed appassionato lavoro diMaria Orio, docente di Ed. Fisica, e del com-pianto Giuseppe Bassi, Maestro di CantoCorale. Insieme all’entusiasmo per la nuovascuola si lesse sui volti di tutti, anche delSindaco Pietro Roversi, presente come sem-pre, la tristezza per la fine di una scuola amatada tutti ma soprattutto amata dai tanti ragaz-zi di Bassano che avevano formato il propriofuturo nei banchi della “Bellavitis”.In Via Beata Giovanna non si udì più il pic-chiettare dei tasti delle macchine da scrivere. All’apprezzabile operato del PresideLazzarotto, seguì per un anno, la stimatadirigenza del noto docente di Lettere e col-laboratore dell’Istituto Treccani, GiulioGreselin, e poi quella dell’illustre IngegnerGiuseppe Montanari.La Scuola Media “Bellavitis” costruita dalrigoroso, intelligente, attento e competenteimpegno professionale di GiuseppeMontanari diventò negli anni ’60 e ’70 ungrande ed evoluto modello formativo epedagogico in tutta la provincia di Vicenza. Il Provveditore del tempo, Giulio Fox, avevain grandissima considerazione la Scuola edimostrava sincera ammirazione per il lavo-ro di Montanari. Sentimenti di stima legava-no Montanari anche al Preside Guzzo chestava operando con professionalità e compe-tenza presso la Scuola Media “Vittorelli”.

Nell’a.s. 1966/67, primo anno della dirigenzaMontanari, vennero staccate dalla scuola lesezioni degli “Scalabrini”, dell’OrfanotrofioMaschile “Don Cremona” e la succursaleA.C.L.I. Questi plessi scolastici andarono aformare la S.M.S. “Alessandro Manzoni” chediventò presto importante polo formativoper tutti i ragazzi della destra Brenta.Al di là del Ponte Vecchio si distingueval’impegno della Preside Gertrude VidichRusso, di origine ungherese, del Prof.Angelo Ingala e la decennale dirigenza delReverendo Don Dino Sudiro.Il primo ottobre 1979 Giuseppe Montanaripassò il testimone al giovane Egidio Bizzottoche mise in attuazione i nuovi programmivarati dal Ministro Pedini con il decreto del 9febbraio 1979. Seguì il decennio della rigoro-sa dirigenza di Irene Panizzon che ebbe ildispiacere di trasferire la Scuola dopo 59anni, da Via Beata Giovanna alla sede provvi-soria del Patronato Parrocchiale di S. Croce.Il 26 ottobre del ’92 fu il Preside UrbanoCerantola a trasferire la scuola nella attualesede di Via Leoncavallo. Seguì la presidenzadel Prof. Romualdo Guccione e nell’a.s.1997/98, a seguito di un dimensionamentoscolastico nazionale, si determinò la fusionetra la “Bellavitis” e la “Manzoni”. La guidadella nuova scuola fu affidata al Prof. MassimoCaneva che ebbe il gravoso compito di inte-grare le due realtà scolastiche nel rispetto dellereciproche tradizioni ed identità.Le grandi ricchezze umane e professionalicamminarono nuovamente insieme dopocirca 30 anni di separazione.

Preside Ruggero Lazzarottocon i Ragazzi della Borsadi studio, anni ’60.

Il Maestro Giuseppe Bassi.

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Il compito del Prof. Caneva non fu semplice enon si esaurì al termine della sua presidenza.Dopo di lui continuarono i dirigentiCerantola, Dal Cero e Guiotto raggiungendol’obbiettivo di creare la nuova identità dellascuola ed un rinnovato senso di appartenenza.

Tutti sanno che cento anni di storia dellaScuola hanno avuto come protagonisti centi-naia di insegnati, uomini e donne, che lavo-rando con spirito di servizio, professionalitàed amore per l’insegnamento, hanno datogrande valore a questa Istituzione fondandoun passato di cui andiamo fieri ed orgogliosi.

Accanto a loro hanno lavorato, con ugualimpegno e dedizione, molte persone in ambi-to amministrativo ed al servizio degli alunni. Non è possibile nominare tutti i protagoni-sti, né basterebbero mille copie di questomemoriale per raccontare del grande contri-buto umano e professionale che ciascuno hadato alla “Bellavitis”.A loro, a tutti loro, va il nostro più accoratoringraziamento per aver fatto grande il pas-sato della “Bellavitis” e a noi, docenti dioggi, resta l’impegno di raccogliere la sfidadi mantenere alto e importante il valoredella Scuola nel presente e per il futuro.

Saggio Ginnico 1962.A destra del Preside Meropiali,vi è la Sig. Roversi e la Prof.

Gertrude Vidich Russo.Seguono nell’ordine la Prof.Maria Fausta Roversi, figliadel Sindaco, il Prof. RuggeroLazzarotto e il Maestro G. Bassi.

In questa foto degli anni ’60,fatta nel cortile della sede di

Via Beata Giovanna, si distin-guono a sinistra, nell’ordine, ilRagionier Basso ed il Prof.Sita e sulla destra con gli

occhiali il Prof. Angelo Ingalache assunse la Presidenza della

S.M.S. Manzoni.

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Cronologia dei principali avvenimentidi Aniello Abate

19085 agosto. Istituzione della Scuola TecnicaComunale con sede in Via Orazio Marinali inlocali presi in affitto dal Collegio Gasparotto.1 ottobre: Primo giorno di scuola.

19106 aprile 1910. Il Consiglio Comunale deli-bera la proposta di pareggiamento alle RegieScuole della Scuola Tecnica Comunale.

191130 agosto. Il Consiglio Comunale dedica laScuola a Giusto Bellavitis.1 ottobre. La scuola tecnica comunale vienepareggiata.1 ottobre. Alla Scuola viene assegnata comesede la “Caserma Fontico” nel Castello degliEzzelini”.11 novembre. La Scuola viene inaugurata edintitolata al Matematico Giusto Bellavitiscon cerimonia pubblica.

191711 dicembre. Sul Monte Grappa muoreMarco Sasso.21 dicembre. Sospensione delle lezioni acausa degli avvenimenti bellici.26 dicembre. Il Sindaco Eugenio Antonibonordina l’evacuazione dei civili

192117 gennaio. Viene istituita la Cassa Scolastica

1923Riforma della Scuola di Giovanni Gentile(R.D. 06.05.1923 N.1054). Dall’anno scola-stico 1923/24 la Scuola Tecnica pareggiataviene trasformata in Scuola ComplementarePareggiata e annesso Istituto Tecnico Inferiore

(con ciclo di studi di 4 anni) con lo stessonome di Giusto Bellavitis.

1924Istituzione del Consiglio di Amministra-zione della Cassa Scolastica in ottemperanzaal R.D. 30 aprile 1924 N.965.5 dicembre. Il Consiglio di Amministrazionededica la Cassa Scolastica a Marco Sasso.

1926Con R.D. 29 luglio 1926 N. 1516 la CassaScolastica della Scuola Complementare“Giusto Bellavitis” viene eretta ad Ente Morale.

1929La Scuola viene trasformata in ScuolaSecondaria di Avviamento Professionale di tipoCommerciale. Nell’estate del 1929 vengo ria-dattati i locali del Palazzo “Cortellotti -Remondini - Vittorelli” di via Beata Giovanna.1 ottobre. la Scuola inizia la propria attivitàin Via Beata Giovanna, è il Direttore A.Trotter a sovrintendere al trasferimento ditutte le dotazioni.A.S.1929/30. Parte la prima classe diAvviamento Professionale e termina l’abbi-namento con l’istituto Tecnico Inferiore.

1930A.S. 1930/31.Termina il Ciclo di Studi dellaScuola Complementare; le classi Terze fun-zionano ancora con il vecchio modello sco-lastico mentre prime e seconde sono diAvviamento Professionale.

1960A.S.1960/61. Alla scuola vengono affidate lesezioni staccate di Avviamento di Tipo Com-merciale di Romano d’Ezzelino e Mussolente.

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1961A.S.1961/62. Inizia nelle Classi Prime laScuola Unificata Sperimentale. Si parte con9 sezioni, 271 alunni, con una media di 30alunni classe.

1962A.S.1962/63. Le sezioni staccate di Romanod’Ezzelino e Mussolente diventano ScuoleAutonome ed alla “Bellavitis” viene assegna-ta come sez. staccata la Succursale A.C.L.I.La legge 1859 del 31 dicembre 1962 istitui-sce la Nuova Scuola Media Nazionale.

1963A.S. 1963/64. 1 ottobre 1963 Le classiprime iniziano con il nuovo modello diScuola Media. Le classi seconde continuanocon la sperimentazione e le due classi terzeportano a completamento l’ultimo corso diScuola di Avviamento.

1964Giugno. Il Prof. Ruggero Lazzarotto salutagli ultimi alunni dell’Avviamento in unagrande festa in cui oltre al saggio ginnicovengono esposti tutti i lavori dei ragazzi.

1964A.S. 1964/65. Alla scuola, oltre alla succur-sale A.C.L.I., viene affidata a partire dal 1ottobre la sezione staccata dell’OrfanotrofioMaschile “Don Cremona” con la classe terzache risulta ancora di Avviamento Industriale

1965A.S. 1965/66. Alla scuola, viene affidataanche la sezione staccata dell’Istituto“Scalabrini”. In tutte le classi è attiva laNuova Scuola Media della L.1859/62

1966A.S. 1966/67 - 1 ottobre. Nasce la terzaScuola Media partendo dalla fusione sottouna unica entità amministrativa della sezio-ne “Scalabrini”, dalla succursale A.C.L.I. edall’Istituto “Don Cremona”. La nuova

Scuola con sede in Via Colombare vieneaffidata alla direzione della PresideGeltrude Vidich Russo. 8 novembre. La Dirigente Russo riunisce perla prima volta il Collegio degli Insegnanti.1 ottobre. Inizia in Via Beata Giovanna lalunga ed importante direzione dell’Ing.Giuseppe Montanari.

1967A.S. 1966/67 - 18 febbraio. Con una proce-dura articolata in 5 votazioni successive, ilCollegio degli Insegnanti intitola la TerzaScuola Media di Bassano ad AlessandroManzoni. Presiede il Collegio dei Docenti laProf. Geltrude Vidich Russo.

1971Viene inaugurata dal Sindaco Pietro Fabrisla Palestra Comunale che chiude a Est il cor-tile della scuola. La Scuola ha finalmenteuno spazio adeguato per le attività diEducazione Fisica e per diventare protagoni-sta di una lunga serie di successi sportivi.

1975A.S. 1974/75 - 18 maggio. Su disposto mini-steriale il Preside G. Montanari dichiara lachiusura della Cassa Scolastica con un bilan-cio attivo di 1.978.590 lire.

1988A.S. 1988/89 - 1 ottobre. Su decreto dell’am-ministrazione, presieduta dal SindacoGiovanni Tasca, la Scuola, dopo 59 anni,lascia la sede storica di Via Beata Giovanna eviene trasferita provvisoriamente presso ilocali del Patronato Parrocchiale di S. Croceed in parte nel seminterrato della ScuolaElementare “A. Canova”. È la rigorosaPreside Irene Panizzon che sovrintende altrasferimento.

1989A.S. 1988/89 - 15 luglio. La Presidenza, laSegreteria e parte dell’archivio trovano siste-mazione in Via delle Scuole, 5.

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1990A.S.1990/91. Il Preside Urbano Cerantolasubentra alla Prof. Irene Panizzon

1991A.S.1991/92. Viene trasferito l’archivio stori-co della Scuola da Via Beata Giovanna allostabile di Proprietà Brunello (attualmentesede della “Brunello Salumi”) di ViaCapitelvecchio. Il trasferimento avviene senzapreavviso per la Dirigenza ed andrà persa unaparte della documentazione. Il PresideCerantola informa l’Archivio di Stato e laProcura della Repubblica della cosa.

1992A.S. 1992/93 - 26 ottobre. La Scuola vienetrasferita nei locali ristrutturati dell’ex Quin-quennio Unico Sperimentale “Brocchi” coningresso degli uffici in Via Travettore n.75 econ accesso di Docenti e alunni da ViaLeoncavallo 22.Il freddo e la precarietà della sede delPatronato ha forzato la mano agli ammini-stratori, la buona volontà di tutto ilPersonale Scolastico, dei Genitori e degliAlunni ha fatto il resto. Al tempo è SindacoGiovanni Tasca. Partono presso la sede diVia Leoncavallo i Corsi Serali per lavoratori.Si formano due classi di licenza media con24 alunni in totale.

1993A.S. 1993/94 - 1 settembre. Al Preside UrbanoCerantola subentra il Preside RomualdoGruccione.

1995A.S. 1995/96. Vengono ridotti gli ambientidisponibili per la scuola. L’ala Sud-Ovestviene destinata dalla Giunta Comunale allasez. staccata dell’I.P.S.I.A. “Scotton”.

1996A.S. 1996/97 - 1 settembre. La Scuola pren-de in carico anche la Scuola Media diRossano Veneto.

1997A.S. 1997/98 - 1 settembre. Per effetto di unprovvedimento di dimensionamento nazio-nale la Scuola viene fusa con la ScuolaMedia “A. Manzoni”. La dirigenza è affidataal Preside della “A. Manzoni” Prof. MassimoCaneva. La scuola è formata da due sedi:quella di Via Colombare con 5 corsi,Presidenza ed uffici e quella di ViaLeoncavallo con 4 corsi.

1998A.S. 1997/98 - 9 gennaio. Sotto la Presidenzadella Signora Crisculo Riccarda, il Consigliodi Istituto, con 7 voti di astensione e 11 afavore, intitola la scuola a “Giusto Bellavitis”ritenendo importante conservare la memo-ria dell’illustre bassanese. Il Prof. CiroFruncillo realizza il sito internet della scuola.21 maggio: Sotto la guida del Prof. AngeloSpagnolo, presso l’Istituto D’Arte di Nove,l’allieva Silvia Toffon (ex alunna della“Bellavitis”) realizza il Logo della Scuola.

1998A.S.1998/99 - 1 settembre. Nell’ala Sud-Ovest di Via Leoncavallo all’Ist. “Scotton”subentra il “Remondini”.

2000A.S. 2000/01 - 1 settembre. Al Preside Caneva,chiamato a dirigere I.P.S.A. “A. Parolini”,subentra il Preside Urbano Cerantola.Viene riorganizzato il Centro TerritorialePermanente Educazione Degli Adulti che hasede in Via Leoncavallo. I Corsi Serali perLavoratori diventano Centro TerritorialePermanente di Educazione degli Adulti.Oltre alla Licenza Media Serale si attivanomolteplici altre attività: alfabetizzazione perstranieri, collaborazioni esterne con Centridi Assistenza per Diversamente Abili, corsidi informatica e lingua straniera.

2004A.S. 2004/05 - 1 settembre. La PresideSilvana Dal Cero subentra al Prof. Urbano

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Cerantola ed avvia la Riforma ScolasticaL.53/2003 e D.Lgs.19 febbraio 2004 n°59

2006A.S. 2006/07 - 1 settembre. La Dirigente scola-stica Laura Guiotto porta al termine il primociclo scolastico della scuola media riformata.

2008A.S. 2007/08 - 17 giugno. La Scuola parteci-pa alla prima valutazione nazionale ottenen-do buoni risultati: per Italiano i ragazzihanno risolto la prova classificandosi sul

riferimento nazionale; per matematica i can-didati hanno risolto il 61% della prova con-tro il 54% del risultato nel Paese.A seguito di un concorso letterario coordina-to dalla Prof. Silvia Lovisetto nella classe 2G,l’Archivio Celeste assegna il nome di S.M.S.“G. Bellavitis” alla Stella Tycho 6401-1191-1nella Costellazione dell’Acquario.

2008A.S. 2008/09 - 1 settembre. La DirigenteScolastica Anna Rita Marchetti subentra allaProf. Laura Guiotto e avvia il Centesimoanno di attività della Scuola con il collegiodel 3 settembre 2008.15 settembre. Primo giorno di scuola, peravviare l’anno scolastico è presente nelle duesedi L’Assessore all’Istruzione. 20 settembre. Apertura ufficiale dell’annoscolastico alla presenza dell’Assessoreall’Istruzione, Ing. Stefano Giunta, e delProvveditore agli Studi Dott. PasqualePalumbo. Viene apposta una targa comme-morativa dell’evento.

20 settembre 2008,l’ Assessore S. Giunta

(a sinistra) ed il Provveditoreagli Studi, dott. P. Palumbo(sulla destra) scoprono latarga commemorativa.

Il testo della targacommemorativa.

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Elenco e cronologia dei Presididella “Giusto Bellavitis”

Dal 1908/09 al 1940/41Direttore Prof. Trotter ArturoLaurea in Matematica

Nel 1941/42Direttore Prof. Zanazzo G. BattistaLaurea in Lettere

Dal 1942/43 al 1943/44Direttore Prof. Bonometto PietroLaurea in Scienze Economiche e Commerciali

Nel 1944/45Direttore Prof. Baggetto AntonioDiploma Accademia Belle Arti

Nel 1945/46Direttore Prof. Zanazzo G. Battista

Dal 1946/47 al 1954/55Direttore Prof. Bonometto Pietro

Nel 1955/56Direttore Prof. Zanazzo G. Battista

Dal 1956/57 al 1961/62Direttore Prof. Meropiali UmbertoLaurea in Lettere

Dal 1962/63 al 1964/65Direttore Prof. Lazzarotto RuggeroLaurea in Scienze Agrarie

Nel 1965/66Direttore Prof. Greselin GiulioLaurea in Lettere

Dal 1966/67 al 1978/79Preside Prof. Montanari GiuseppeLaurea in Ingegneria Civile

Nel 1979/80Preside Prof. Bizzotto EgidioLaurea in Lettere

Dal 1980/81 al 1989/90Preside Prof.ssa Panizzon IreneLaurea in Matematica

Dal 1990/91 al 1992/93Preside Prof. Cerantola UrbanoLaurea in Lettere

Dal 1993/94 al 1996/97Preside Prof. Guccione RomualdoLaurea in Scienze Politiche

Dal 1997/98 al 1999/2000Dirigente Scolastico Prof. Caneva MassimoLaurea in Lettere

Dal 2000/01 al 2003/04Dirigente Scolastico Prof. CerantolaUrbano

Dal 2004/05 al 2005/06Dirigente Scolastico Prof.ssa Dal Cero SilvanaLaurea in Matematica

Dal 2006/07 al 2007/08Dirigente Scolastico Prof.ssa Guiotto LauraLaurea in Lettere

Dal 2008/09Dirigente Scolastico Dott.ssa MarchettiAnna RitaLaurea in Sociologia

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I Presidi della Scuola dal 1908 al 1978di Aniello Abate

Arturo TrotterArturo Trotter nacque a Venezia, in S.Marco, il 26 dicembre 1875, figlio diCaterina Berlin, di buona famiglia, e delProf. Luigi Trotter docente di Computisteriaa Fiera di Primiero.In famiglia apprese l’amore per gli studi mate-matici e l’amore per la cultura. Laureato inMatematica a Padova il 28 novembre 1898divenne socio dell’Accademia ScientificaVeneto-Tridentina. Dal 1901 al 1903 insegnòMatematica e Scienze presso il CollegioMilitare “Aristide Gobetti” di Udine e succes-sivamente fino al 1908 nei Collegi di Possagnoe Crespano. Fu incaricato a dirigere la ScuolaTecnica Comunale dal Sindaco CarloRemondini il 18 dicembre 1908 e presso lascuola insegnò matematica. Con delibera con-

sigliare del maggio 1922 divenne Direttoreeffettivo della scuola e nel 1923, a seguito dellariforma Gentile, diventò anche Presidedell’Istituto Tecnico Inferiore “G.Bellavitis”.Amò profondamente il proprio lavoro e dedi-cò tutta la sua vita alla scuola. La vide nasceree la fece crescere insegnandovi e dirigendoladall’anno scolastico 1908/1909 al 1940/41. Era un uomo riservato amante dello studio edella matematica. Viveva accudito da unagovernante in Via Barbieri ed era solitoritornare a Venezia per coltivare gli affettifamigliari. Molto stimato dai Colleghi e daiBassanesi non fece mai mancare il suo forteimpegno per la scuola. Solo grazie ad un suoscritto del 1927, “La Scuola Tecnica (oraComplementare) di Bassano attraverso lesue Vicende”, si sono potute ricostruire le

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vicende più significative legate all’originedella scuola e ai suoi primi anni di vita.In questa pubblicazione, esistente attual-mente in due copie (una patrimonio dellabiblioteca della scuola e l’altra depositatapresso il Museo Civico), è evidente che ilTrotter aveva al centro della sua vita la scuo-la e faceva della scuola la sua vita. Diverse sono le notazioni riportate nel testoche mettono in evidenza l’amore che ilProfessore nutriva per la propria “ creatura”.Forte appare il suo dispiacere nel dover inter-rompere le lezioni il 21 dicembre del 1917 acausa della guerra, grande è l’orgoglio per l’in-cremento della popolazione scolastica neglianni della sua direzione, ampia è la propriaammirazione per l’edificio scolastico e le suemoderne dotazioni, ampia è la soddisfazionepersonale per le risorse della Cassa Scolastica“Marco Sasso”. Ogni pagina della breve pub-blicazione fa trasparire il grande amore chelegava Trotter alla “Bellavitis”.Venne collocato a riposo il giorno 1 ottobre1941 per raggiunti limiti di età, rimase aBassano fino all’estate 1944 potendo vederealla guida della Scuola prima l’ottimo Prof.Giovanni Battista Zanazzo e poi un altroveneziano il Prof. Pietro Bonometto.Ritornò quindi a Venezia dove morì celibe il9 aprile 1950 all’età di 74 anni.Non siamo riusciti a trovare un’immaginedel Prof. Trotter che era persona di aspettoelegante e severo, rotondo nelle forme,amante di cappelli a larghe tese e del sigaro.Ci piace immaginare che probabilmente è lapersona che si trova sugli scalini della Scuolanella foto del 1915 donataci dal Prof. CelsoCeccon e riportata in questa pubblicazione. Il Preside Urbano Cerantola, agli inizi deglianni ’90, propose all’amministrazione comu-nale di intitolare la piazzetta collocata ad estdella sede di Via Leoncavallo ad ArturoTrotter. La cosa non ebbe seguito inComune, ma da allora tutto il personalechiama lo spazio di cui si è detto PiazzettaTrotter: un chiaro segno di grande affetto peril ricordo del primo Preside della “Bellavitis”.

Giovanni Battista ZanazzoNato a Mason Vicentinoil 29 dicembre 1888 dafamiglia agiata, venneavviato agli studi classici esi laureò in Lettere aPadova con il massimodei voti e la lode il 9novembre 1911. InsegnòItaliano, Storia, Geografia e Diritti e Doveripresso la Scuola fin dal 1912. Fu docenteapprezzato dagli alunni e dai Colleghi e stabi-lì un importante sodalizio pedagogico insezione C negli anni 40 con il Prof. CorradoGabriotti docente di Matematica.Sposò la nota docente di matematica delLiceo Brocchi, Eleonora Sangiorgi, di Imola,e visse con lei una vita felice tra le colline diviti e ciliegi di Mason, allietata dalle due figlieMaria Caterina e Maria e dalla forte amiciziacon il più giovane collega Pietro Bonometto.Si rese protagonista di un gesto di grandeumanità verso la famiglia del Bonometto, ungesto che al tempo aveva il sapore dell’attoeroico ma che egli compì solo nel nome delforte affetto che nutriva per l’Amico. Diedeospitalità nel 1944 alla Signora AlbaBonometto, ebrea, dandole la possibilità diportare a termine la propria gravidanza (siveda quanto riportato nella storia del Prof.Bonometto più avanti). A causa probabil-mente anche di altri gesti di grande valore

A.s. 1934 /35, sulla sinistradella foto vi è il Prof. CorradoGabriotti - classe 2a C.

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umano come quello riferito, venne persegui-tato dai fascisti del tempo che una sera deglianni ’40 lo picchiarono selvaggiamentelasciandolo in fin di vita sul sagrato dellachiesa di Mason. Braccio destro di ArturoTrotter, negli ultimi anni di servizio di que-st’ultimo diresse la scuola nell’anno 1941/42e nel 1945/46. Venne collocato in pensioneil 1° ottobre 1959. Riposa nel cimitero diMason dal 1968.

Antonio BaggettoNato a Bassano il 7 luglio1882, figlio di GiuseppeBaggetto e Angela Rizzo,dimostrò fin da giovanela passione per l’arte el’architettura. Si diplomòpresso l’Accademia delleBelle Arti a Venezia il 28febbraio 1910. Insegnò disegno presso la“Bellavitis” dal 26 novembre 1912 e nellostesso anno venne nominato Regio IspettoreOnorario per i Monumenti, l’Arte el’Architettura per il distretto di Asolo eTreviso. Ricoprì tale importante ruolo pub-blico per nove anni. Ufficiale del “Genio” sidistinse in varie operazioni militari durante la“Grande Guerra”. Fu direttore ed insegnate della Scuola diDisegno Applicato alla Ceramica e allaPlastica di Nove (precedentemente direttada Giovanni Lorenzoni). Per migliorarel’istruzione professionale nella Bassano deglianni ’20 si fece promotore della Scuolad’Arte e Mestieri e ne divenne direttore finoal 1924 (questa istituzione operò diversianni presso il Palazzo Cerato). Ricoprì il ruolo, dal 1919 al 1925, di SegretarioGenerale del Comitato Nazionale per l’erezio-ne del Monumento-Ossario del Grappa rice-vendo per questo un encomio solenne dalMaresciallo d’Italia Gaetano Giardino. Diresse in nostro Istituto nell’anno scolasti-co 1944/45 come incaricato. Amò molto ilproprio lavoro e divenne il più attento con-servatore dei gessi della scuola di disegno

della “Bellavitis” che sono oggi collocatinella sede di Via Leoncavallo e che, proba-bilmente, sono eredità della scuola di dise-gno del Ginnasio Brocchi del 1872.Pittore acclamato, abitò nella casa che fuanche di Giambattista Brocchi, in ViaMuseo, ed amò molto la sua Bassano condi-videndo le proprie passioni per l’arte e la sto-ria con il poeta Giovanni Vaccari e il notoricercatore Plinio Fraccaro. Venne collocatoa riposo il 1 ottobre 1952 dopo aver inse-gnato in modo molto competente e profes-sionale per 43 anni. Con una semplice ceri-monia, il 15 dicembre del 1952, nella sedestorica di Via Beata Giovanna, il DirettorePietro Bonometto ed il Prof. GiovanniBattista Zanazzo salutarono con grandeaffetto il Collega Baggetto mettendone inevidenza l’amore per la Scuola e per gli allie-vi che aveva sempre preparato per lo studio,ma soprattutto per la vita.Il 2 giugno 1955, a coronamento di una esi-stenza così intensa, gli venne conferita l’ono-rificenza di Cavaliere della RepubblicaItaliana. Ci ha lasciati il 21 luglio 1962.Riposa nel Cimitero di S. Croce di Bassano.

Pietro BonomettoDue veneziani sono protagonisti del primomezzo secolo di vita della Bellavitis: ArturoTrotter e Pietro Bonometto. Il Bonomettonacque a Venezia il 6 aprile 1907, frequentòl’Istituto Tecnico e si laureò a Venezia inScienze Economiche e Commerciali il 10luglio 1931. Insegnò presso la nostra ScuolaComputisteria e fu docente di Ragioneria eTecnica Commerciale presso l’IstitutoTecnico Inferiore annesso. Diresse la scuoladal 1942/43 al 1943/44 e nel dopoguerra pernove anni a partire dall’anno scolastico1946/47. Era un grande professionista,uomo dallo sguardo dolce e dal portamentoelegante era molto ammirato dai propri allie-vi e riscuoteva grande stima ed affetto pressoi propri insegnanti ed il personale. Viveva lasua professione come una missione svolta alservizio degli altri e soprattutto dei ragazzi.

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Trascorreva le sue giornate alla “Bellavitis”utilizzando quasi tutte le mattine per parlarecon le classi e dedicava il pomeriggio agliaspetti amministrativi. Chi ha avuto la fortu-na di conoscerlo ricorda sempre la profondi-tà dei suoi discorsi e dei suoi insegnamenti.Quelli di Bonometto furono gli anni difficilidella Seconda guerra mondiale che egli vissecon grande trepidazione per se stesso e per lapropria famiglia, anche perché aveva sposatonel 1937 una colta ragazza ebrea, nata adAlessandria D’Egitto, conosciuta all’universi-tà: Alba Piperno. Per proteggere i suoi cari,nel 1943, chiese aiuto all’amico e collegaProf. Giovanni Battista Zanazzo. Con l’inte-ressamento di Zanazzo allontanò la moglie eil piccolo figlio Silvio di appena 4 anni daVenezia e li nascose a Bassano. Al tempo, laSignora Alba era incinta ed aveva sicuramen-te molto bisogno di essere accudita e di esse-re difesa dalle paure che tormentavano gliebrei veneziani e gli altri. Trovò nella famigliadel Prof. Zanazzo e della Signorina ElisettaZanin un aiuto fraterno e disinteressato eduna vera grande amicizia.Presso la riva sinistra del Brenta, non lonta-no dal Ponte Nuovo, vi era una fabbrica dighiaccio e poco distante da questa, nascostatra la vegetazione, si trovava una casa coloni-ca in disponibilità della famiglia Zanazzo.

Pietro Bonometto e la sua famiglia trovaro-no ospitalità in questa casa e vennero aiutatidagli Zanin. Nacquero così, l’8 luglio 1944,le due gemelle Teresa e Lina. Grande fu latrepidazione del Prof. Bonometto quandodivenne testimone degli atroci avvenimentiche portarono al martirio i partigiani delGrappa nel settembre del 1944.Trascorse due anni lontani da Bassano eritornò a dirigere la Scuola dall’a.s. 1946/47avendo a fianco l’impeccabile e bravissimaSegretaria Elisetta Zanin. Coltivò molto lerelazioni tra i Colleghi facendo crescere inloro il senso di appartenenza e l’orgoglio diessere docenti della “Bellavitis”. Diversefurono le occasioni per ritrovarsi insieme percoltivare amicizie ed affetti in un periododifficile, ma pieno di speranze, come ildopoguerra. L’ospitale Villa di Travettoredella Baronessa Barbara Zanchetta, docentedi Lettere della Scuola, divenne non pochevolte luogo di ritrovo per questi momenti diindimenticabili relazioni umane. La salda amicizia che lo legava alla famigliaZanazzo e agli Zanin durò tutta la vita.Il 1° ottobre 1955 prese servizio presso la S. diAvviamento “Rosalba Carriera” di Veneziadove terminò il proprio stimato ed impeccabi-le servizio negli anni ’70. Riposa nel Cimiterodi S. Michele a Venezia dal 16 ottobre 1980.

Elisetta Zanin ed il PresidePietro Bonometto nellaPresidenza del PalazzoCortellotti 1949.

Caffè “Italia”, 1952. A sinistra della foto, appog-giata alla sedia di ElisettaZanin, vi è la Prof. BarbaraZanchetta.

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Umberto MeropialiNacque a Treviso dabuona famiglia il 25agosto 1893. Frequentògli studi classici e si lau-reò a Padova nel 1920.Pose al centro della suavita l’educazione e la for-mazione dei giovani eseppe intuire con grande intelligenza lenecessità del tempo dando forte slancio erinnovamento alla “Bellavitis” ed al sistemadi istruzione non solo bassanese.Fu Preside di varie scuole nazionali Comple-mentari e di Avviamento Commerciale:Lovere 1926, Legnano 1927-30, Tortona1930-35, Castiglione Delle Stiviere 1935-37, Padova 1937-38, Milano 1945-55,Olgiate Comasco 1955. Diresse ed organizzòcon grande successo diverse scuole per italia-ni all’estero: Casablanca, Cairo, Bucarest.Era persona molto colta e lavorò con grandepassione e determinazione perseguendo l’ob-biettivo di aumentare la frequenza scolastica,di aiutare i giovani in difficoltà e di assicura-re loro un servizio moderno, efficiente edefficace. Fece in modo che alla “Bellavitis” cifosse un ambiente educativo all’avanguardiain cui i ragazzi potessero avere ottimi inse-gnanti insieme alle più moderne attrezzature.Fu aiutato nel suo operare da una competen-te segreteria diretta da Mario Caberlonaffiancato da Piergiorgio Rebesco e dai fratel-li Maria Nives e Piergiorgio Stevan.Gli anni in cui Meropiali diresse la Scuola DiAvviamento Commerciale (dal 1956/57 al1961/62) videro un forte incremento dellapopolazione scolastica e furono per Bassanoanni di grande sviluppo economico. Scuolaed Amministrazione Comunale, diretta daPietro Roversi, si ritrovarono concordi nel-l’operare a favore di un’economia in rapidacrescita. Si sentì il bisogno di uno sviluppodella Scuola di Avviamento e Meropiali ebbeil merito di promuovere la nascita dell’istru-zione secondaria di tipo professionale com-merciale a Bassano. Fondò e diresse nel 1957

l’Istituto Professionale Consorziale per ilCommercio, nel 1958 il Centro diAddestramento per impiegati dell’Industria enel 1961 l’Istituto Professionale di Stato per ilCommercio (con sede presso la FondazioneColbacchini della SS. Trinità) poi intitolato aGiovanni Antonio Remondini con sede defi-nitiva presso il Centro Studi.Per merito del Prof. Meropiali, come riferisceil suo braccio destro Prof. Ruggero Lazzarotto,la scuola raddoppiò il numero degli alunni e sidotò di moderne attrezzature anche grazieall’ampliamento dei fondi della cassa scolasti-ca raccolti con varie iniziative oltre che con ilcontributo delle famiglie. Con i fondi della cassa scolastica aiutò nonpochi alunni indigenti, comprando libri ditesto e dotazioni personali, ed inventò unsistema per ridurre la dispersione scolasticadovuta agli esami di riparazione a settembre.Gli alunni rinviati a settembre spesso non sipresentavano agli esami ed abbandonavanola scuola. Umberto Meropiali utilizzò i fondidella cassa scolastica per finanziare corsi esti-vi di riparazione a cui gli alunni potevanopartecipare a costi ridotti o gratuitamente.Dopo aver lasciato la scuola non mancaronooccasioni in cui il Prof. Meropiali dimostròamore per la “Bellavitis” e grande stima per iColleghi che vi operavano. Nel 1963, in par-ticolare, donò alla cassa scolastica (Verbale n°7 del 16 settembre 1963) un milione in titolidi stato per l’istituzione di una borsa di studioannuale di 50.000 lire all’alunno che si fossesegnalato per bontà e gentilezza d’animo. Laborsa di studio fu, per desiderio di Meropiali,intitolata al figlio Giuliano tragicamentescomparso nel Piave all’età di 14 anni e rima-se attiva fino alla chiusura ministeriale dellaCassa Scolastica (18 maggio 1975).Di Umberto Meropiali non si può non segna-lare l’impegno come pubblicista su vari gior-nali e negli Annali della Scuola Media e l’im-pegno in ambito militare (Maggiore degliAlpini venne insignito di 3 croci di guerra edi encomio solenne prestando servizio dacombattente con sei campagne di guerra

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Giulio GreselinNato ad Arsiero il 22marzo 1910, si laureò inLettere a Padova diventan-do prima Ufficiale delGenio e poi docente diLettere. Insegnante digrande valore umano eprofessionale fu strettocollaboratore del Preside Meropiali con qualecondivise diverse passioni culturali. La figlia delprofessore, Maria Luisa, racconta che il padrecollaborò con l’istituto Treccani e con altre caseeditoriali. Insegnò in sezione A insieme alla sti-mata docente di matematica GiuseppinaMontanari. Diresse la scuola nell’anno scolasti-co 1965/66 passando il testimone all’IngegnerGiuseppe Montanari. Riposa nel cimitero diBreganze dal 22 dicembre 1985.

Giuseppe MontanariGiuseppe Montanari nac-que a Bassano il 24dicembre 1922, figlio diVittorio e Maria Manghi,visse in una famiglia incui veniva coltivato insie-me all’amore per lo studioe la passione per l’insegna-mento anche la disponibilità verso gli altri.Il padre, grazie alla propria ditta di autotraspor-ti con diramazioni anche all’estero (Marocco eLibia), avviò tutti i figli allo studio, dando aBassano quattro stimati e valenti docenti:Ernesta, maestra elementare morta ad appena25 anni, Pierina docente di matematica al LiceoScientifico J. Da Ponte, Giuseppina, eGiuseppe. Giuseppe frequentò il Liceo Classico“Brocchi” e successivamente l’Università diPadova laureandosi in Ingegneria Civile il 18marzo 1948. Si preparò in modo moto metico-loso al concorso per Direttore di Sc. DiAvviamento indetto con D.M. del 22 maggiodel 1953. Superò il concorso a pieni voti diven-tando, nel 1955, il Preside più giovane d’Italia.Iniziò la propria carriera di Capo di Istituto aMontebelluna e si impegnò, nel bassanese,

1915-16-17-18-1942-43). Per i suoi altimeriti gli venne assegnata l’onorificenzanazionale di Commendatore della Coronad’Italia e venne proposto dal Preside RuggeroLazzarotto il 23 ottobre 1963 per gli onori diGrande Ufficiale al Merito della Repubblica.Si spense a Bassano il 23 dicembre 1977.Riposa nel Cimitero di Angarano.

Ruggero LazzarottoIl Direttore RuggeroLazzarotto nacque aValstagna il 23 aprile1914, si laureò in ScienzeAgrarie a Bologna neglianni ’30 con riconosci-mento del titolo profes-sionale di Agronomodatato 20 giugno 1963. Eccellente docente diMatematica e Scienze, divenne presto il piùstretto collaboratore del Preside UmbertoMeropiali. Subentrò alla direzione della scuo-la a quest’ultimo guidandola per tre anni apartire dall’anno scolastico 1962/63. Ruggero Lazzarotto è il Preside della trasfor-mazione infatti, a seguito della legge 1859 del31 dicembre 1962, a partire dal 1° ottobre1963 le classi prime iniziarono il nuovomodello di Scuola Media Unificata Nazionale.Nel giugno del 1964 fu proprio questo presi-de a salutare gli ultimi alunni della Scuola diAvviamento Commerciale: la “Bellavitis”diventò definitivamente Scuola Media Statale.Ruggero Lazzarotto era persona riservata emolto seria nel proprio lavoro. Grande esti-matore dell’opera e della figura delMeropiali, si adoperò per continuare il suoimpegno a favore dei ragazzi in difficoltàattraverso un uso molto oculato delle risorsedella Cassa Scolastica.Molto attratto dalla propria preparazioneprofessionale, si trasferì a Cremona assu-mendo dal 1° ottobre 1965 la direzionedell’Istituto Professionale di Stato perl’Agricoltura. Dopo una lunga ed impecca-bile carriera si ritirò a vita privata a Thienedove si è spento il 1° settembre del 2003. 31

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come docente di pratica professionale in corsiper adulti avviati al mestiere di operai edili. Assunse servizio come Dirigente della“Bellavitis” il 1° ottobre 1966 subentrando aGiulio Greselin. Lavorò con forte passione,senza risparmiarsi, con grande spirito di servizioe dedizione al lavoro, dimostrando notevoli dotiorganizzative, alta competenza ed elevata prepa-razione professionale. Fu circondato da ottimidocenti ed ebbe la collaborazione della stimataed efficiente Segretaria Gabriella Rebesco.Come il Meropiali ebbe portato all’apice laScuola di Avviamento Commerciale cosìMontanari portò a grandi livelli la ScuolaMedia “Bellavitis” riformata. Guidò la scuolaper 13 anni facendo crescere nei Bassanesi lastima per la nostra istituzione. Stabilizzò intor-no alle 600 unità il numero degli alunni distri-buiti su 23/24 classi, rinnovando ed aggiornan-do per loro dotazioni ed attrezzature secondo ilnuovo modello di istruzione. Dall’aspetto serioe severo era molto esigente verso se stesso primache con i propri insegnanti ed alunni. Avevauno sguardo molto profondo e parlava con gliocchi: i ragazzi sapevano ben interpretare la sua

occhiata di disapprovazione. Sapeva esseremolto comprensivo e generoso con tutti, ma lofaceva sempre con molta discrezione e riserva-tezza. Dove non poté arrivare con la CassaScolastica spesso intervenne personalmente enon furono pochi gli alunni ad essere aiutati.Primo a giungere a scuola fu sempre l’ultimoad andare a casa. La scuola fu la sua vita edantepose il proprio dovere professionale a qual-siasi altra cosa conservando un atteggiamentodi grande umiltà e riverenza nei confrontidell’Istituzione. Fu molto stimato da tutti ed inparticolare ebbe il grande apprezzamento el’ammirazione del Provveditore Agli StudiGiulio Fox. Il Dirigente Provinciale ricono-scendone gli alti meriti umani e professionalilo propose per l’Onorificenza di Cavalieredell’Ordine di Merito della Repubblica. IlPresidente della Repubblica, Giovanni Leone,con decreto 16486 del 2 giugno 1975 lo insi-gnì dell’Onorificenza. Non lo seppe mai nessu-no. Solo grazie all’autorizzazione della affettuo-sa Moglie Carla Sartori, stimata docente dimatematica della Scuola, il Prof. Abate ha rive-lato in forma pubblica il 20 settembre 2008tale prestigioso riconoscimento. Dotato di grande umiltà, anche a fine carriera,1° ottobre 1979, dimostrò il proprio grandeattaccamento al servizio dichiarando in piùoccasioni di “aver fatto solamente il propriodovere”. Si ritirò a vita privata coltivando i pro-pri affetti fino al termine della sua vita giuntadopo una dolorosa malattia il 1° giugno 1992.Riposa nel Cimitero di S. Croce a Bassano. LaCommissione per il Centenario e lo Staff diDirigenza, in occasione dell’Apertura Ufficialedel 100° anno di attività della scuola, il 20 set-tembre 2008, hanno assegnato alla memoriadell’amato Preside la Pergamena commemora-tiva del Centenario. Il Consiglio di Istituto, il 6aprile 2009, ha deliberato all’unanimità di inti-tolare l’aula magna di via Colombare aGiuseppe Montanari. Alla presenza delleAutorità, della Moglie e della cittadinanza, ilgiorno 23 aprile 2009 (inaugurazione della“Mostra del Centenario”) è stata scoperta latarga di intitolazione.

L’Ing. Giuseppe Montanarie la sorella Giuseppina,

insegnante di matematica,in una foto del 1971.

L’Ing. Montanari eil Prof. Carlo Favero con laclasse 3a E a.s. 1971/72.

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I Presidi della Scuola dal 1979 ad oggidi Aniello Abate

Egidio BizzottoNato a Cassola il 6 otto-bre 1941, ha compiutostudi classici laureandosiin Lettere a Padova il 14novembre 1968. Valentedocente di lettere hacurato l’insegnamentodal 1965 al 1979. Haraccolto il testimone dal Preside Montanariavviando nell’anno della sua dirigenza alla“Bellavitis”, 1979/80, i nuovi programmidella scuola media riformata. Ha successiva-mente diretto la Scuola Media di Romanod’Ezzelino svolgendo poi la maggior parte delsuo servizio da preside presso la Scuola Mediadi Cassola. Ha terminato la carriera con note-voli manifestazioni di stima ed apprezzamen-to da parte di tutti. E’ in pensione dal 1° set-tembre 2001 e si dedica completamente allafamiglia. E’ stato consigliere comunale aCassola evidenziando spirito di servizio edimpegno civile non comune.

Irene PanizzonNata a Saonara l’11novembre 1922, si appas-sionò allo studio dellamatematica acquisendo lamaturità scientifica e lau-reandosi in questa discipli-na a Padova nel 1949. Ha insegnato per 26 annicon grande amore per la professione diven-tando Capo di Istituto nel 1975. Preside dialcune scuole del padovano (Cittadella, Villadel Conte, S. Martino di Lupari) è divenutaDirigente della “Bellavitis” dall’a.s. 1980/81guidandola fino al 1989/90.Furono questi gli anni in cui la popolazione

scolastica cominciò a diminuire a causa deldecremento delle nascite, della diversa distri-buzione del bacino d’utenza delle scuolemedie bassanesi e della rapida evoluzioneurbanistica che spingeva in modo centrifugola popolazione dal centro verso la periferia.Le condizioni di invecchiamento dell’edificioscolastico di Via Beata Giovanna, la presenzadi una popolazione scolastica prevalentemen-te collocata a Sud di Bassano e l’uso promi-scuo degli spazi a Nord con i fruitori dellaPalestra Comunale indussero Irene Panizzon afarsi promotrice dello spostamento dellaScuola nella zona del Centro Studi. Trovònell’Amministrazione Comunale, guidata dalSindaco Giovanni Tasca, un valido alleato e laScuola dal 1° ottobre 1988 venne trasferita neilocali del Patronato Parrocchiale di S. Croce,in attesa di una nuova sistemazione.Dall’anno scolastico 1990/91 ha diretto laS.M.S. “Vittorelli” terminando con moltemanifestazioni di stima la lunga e onoratacarriera il 31 agosto 1993. Ritirata a vitaprivata, coltiva i propri affetti e collaborapresso la Chiesa di Romano alla educazionereligiosa dei ragazzi.

Urbano CerantolaNato a Rosà il 5 gennaio1943 ha frequentato ilLiceo Brocchi laureando-si in Lettere a Padova nel1969. Ha insegnato per10 anni con grande pas-sione la propria discipli-na diventando Capo diIstituto nel 1979. Ha diretto varie scuolemedie del territorio (Camisano, Thiene,Marostica, Cartigliano, Asiago e “Vittorelli”)portandosi alla guida della “Bellavitis” nel-

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l’anno 1990/91. Il Preside Cerantola fu stre-nuo difensore del patrimonio storico e delladocumentazione della “Bellavitis”. Il trasferi-mento dell’archivio storico da Via BeataGiovanna ai magazzini “Brunello” avvenutonel 1991 lo preoccupò molto. Fu grazie alsuo meticoloso operato che molta della storiadella nostra scuola si è conservata. Il Prof.Cerantola ha guidato la Scuola nel suo trasfe-rimento dal Patronato Parrocchiale all’attua-le sede di Via Leoncavallo avvenuto il 26ottobre del 1992.Questo dirigente ha visto nascere nella“Bellavitis” i Corsi per Lavoratori ed ha ope-rato dando grande autonomia ai propri inse-gnanti. Urbano Cerantola ha pubblicatoinsieme a A. Garlini un apprezzato studiosul comune di Cassola (InformatuttoCassola), ha scritto sul Prealpe e su IlGazzettino. È stato membro del Consigliodi Amministrazione dell’ Unità Locale SocioSanitaria per due mandati.Ha terminato la propria lunga ed onoratacarriera il 31 agosto del 2007 dirigendonegli ultimi tre anni, con grandi soddisfazio-ni personali e manifestazioni di stima, ilLiceo Scientifico “J. Da Ponte”.

Romualdo Guccione Nato ad Alia, l’8 febbraio1942, ha frequentato ilLiceo Classico laurean-dosi successivamente aPalermo in ScienzePolitiche il 3 luglio 1967.Ha insegnato Franceseper quindici anni, congrandi soddisfazioni professionali, prima didiventare Preside. Oltre alla “Bellavitis” hadiretto le scuole medie di Rossano Veneto,Mussolente e Romano D’Ezzelino conclu-dendo l’apprezzato lavoro di dirigente scola-stico il 1° settembre 2005 dopo aver guida-to per otto anni quest’ultimo istituto. Hadiretto la “Bellavitis” dall’anno scolastico1993/94 all’anno 1996/97 traghettandolaverso il dimensionamento che le avrebbe

dato l’assetto attuale. Venne attratto dallenuove tecnologie ed è stato suo il merito diaver avviato il processo di informatizzazionedella scuola nella sede di Via Leoncavallo. Ritirato a vita privata, dopo un’impeccabilecarriera, coltiva tuttora la passione per l’in-formatica gestendo due siti per ricercheinterculturali.

Massimo CanevaNato a Asiago il 5 maggio1944, ha studiato presso ilLiceo “Brocchi” laurean-dosi successivamente aPadova in Lettere classi-che l’11 luglio 1970. Hainsegnato Lettere congrande amore per la pro-fessione dal 1966 fino all’anno scolastico1981/82. Diventato Capo di Istituto ha diret-to la S.M.S “Fraccaro” (riassorbita dal 1° set-tembre 1999 dalla “Vittorelli) prima e succes-sivamente la S.M.S. “Manzoni”. MassimoCaneva ha dato forte spinta al processo di rin-novamento della “Manzoni” dirigendola per14 anni a partire dall’anno scolastico 1983/84.Ha creato un clima di grande collaborazionetra i docenti facendo crescere in loro l’orgogliodi insegnare nella propria scuola. Ha avviato ilprocesso di informatizzazione nella sede di ViaColombare ed ha guidato la Scuola nel diffici-le e sofferto passaggio di unificazione con la“Bellavitis” avvenuto il 1° settembre 1997. Hadiretto la nuova “Bellavitis” cercando di creareuna rinnovata identità ed un condiviso sensodi appartenenza. Nel Consiglio di Istituto del9 gennaio 1998, ove si deliberò l’intitolazionedella scuola unificata, intervenne a favore dellaconservazione del nome del Bellavitis antepo-nendo la storia della Città alla storia della scuo-la che aveva operato con ampio successo, com-petenza e professionalità sulla destra Brenta.Dall’anno scolastico 2001/2002 ha assunto lapresidenza dell’I.P.S. Per L’Agricoltura “A.Parolini” terminando con notevoli apprezza-menti il proprio servizio il 31 agosto 2006.Scrive articoli su vari giornali coltivando le

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proprie passioni di astronomia e botanica, èmembro dell’associazione “Amici di MerlinCocai” e presiede il direttivo degli “Amici delGiardino Parolini”. Ha presieduto dal 1991 al1994 il Consiglio di Amministrazione dellaFondazione “Don Cremona”.

Silvana Dal CeroNata a Montecchia diCrosara il 21 giugno1949, ha acquisito lamaturità scientifica laure-andosi in Matematica aPadova il 23 gennaio1973. Si è dedicata congrande attaccamento alproprio lavoro di docente lavorando sia pres-so la S. Media “Manzoni” che presso il LiceoSc. “Da Ponte”. Ha insegnato la Matematicaponendo al centro del proprio operare la for-mazione dei ragazzi che le sono stati affidati.Ha anteposto alla soluzione dei problemi coni numeri il problema di far crescere come per-sone gli alunni. Dopo trent’anni di apprezza-to insegnamento è diventata dirigente della“Bellavitis” nell’anno scolastico 2004/2005avviando la Riforma Scolastica del MinistroMoratti, L.53/2003. Il 31 agosto 2006 ha ter-minato con notevoli manifestazioni di stimail proprio servizio ritirandosi a vita privata.Coltiva la propria passione per il canto, èmembro dell’associazione “Amici delGiardino Parolini”, è responsabile per il setto-re cultura del movimento “I Veneti” e curanel web un sito sulla cultura veneta.

Laura GuiottoNata a San Donà di Piaveil 23 giugno 1956 ha fre-quentato il Liceo Classicolaureandosi successiva-mente a Padova in LettereClassiche nel 1980. Hainsegnato, con grandeamore per la professione,Materie Letterarie nella scuola media per ven-ticinque anni, prevalentemente a Valstagna.

Ha collaborato con il Centro di FormazioneTerritoriale. Ha diretto la Scuola Media diChiampo prima di portarsi alla guida delnostro Istituto (a.s. 2006/2007) ed è attual-mente Dirigente della Scuola Media “NataleDalle Laste” di Marostica. Ha portato a termi-ne presso la nostra scuola il primo ciclo di clas-si della Riforma Moratti, ha molto creduto nelCentro EDA ed ha lavorato consolidando lanuova immagine della scuola e rinnovando intutti il senso di appartenenza e l’orgoglio diinsegnare presso la “Bellavitis”. Ha salutato laScuola il 31 agosto 2008, per assumere ilnuovo incarico, ricevendo notevoli manifesta-zioni di stima ed affetto da tutti.

Anna Rita MarchettiNata a Osimo il 26novembre 1961, ha acqui-sito la maturità magistrale,si è laureata in Sociologiaad Urbino il 29 giugno del1987 ed ha conseguito nel1990 il Diploma diSpecializzazione poliva-lente per l’Insegnamento agli Alunni Portatoridi Handicap. Ha insegnato, con grande passio-ne per quattordici anni nella Scuola Primaria,prevalentemente nel bassanese, ricevendo note-voli note di apprezzamento. Ha ricoperto, conpieno riconoscimento, diversi incarichi per laformazione per conto dell’Ufficio ScolasticoProvinciale e del Ministero anche pressol’Invalsi. E’ stata Capo di Istituto delComprensivo di Cornedo Vicentino (a.s.2005/06 e 2006/07), della S. Media diAsiago (a.s. 2007/08) ed ha collaborato condiverse testate giornalistiche. Dirige dal 100°anno di attività la nostra Scuola sentendoforte la responsabilità che la prestigiosa ere-dità del passato va amministrata nel presen-te per proiettare la scuola nel futuro.Il Collegio dei Docenti, stimandone le altedoti professionali, augura a questa Dirigentedi trovare alla “Bellavitis” piena soddisfazio-ne personale e ampie occasioni per il prose-guimento della carriera.

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Elenco e cronologia dei Presididella S.M.S. “Alessandro Manzoni”di Aniello Abate

Dal 1966/67 al 1977/78Preside Prof.ssa Geltrude Vidich RussoLaurea in Lettere

Nel 1978/79Preside Prof. Angelo Ingala Laurea in Lingue

Dal 1979/80 al 1982/83Preside Prof. Don Dino Sudiro Laurea in Lettere

Dal 1983/84 al 1996/97Preside Prof. Massimo Caneva Laurea in Lettere

18 febbraio 1996, la ScuolaMedia Manzoni partecipaal Carnevale di Bassano.

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I presidi della Scuola Media Statale“Alessandro Manzoni”di Aniello Abate

Geltrude Vidich RussoNata il 6 novembre del1919 a Nagykanizsa(Ungheria) laureata aPadova, insegnò Letteree diresse la “Manzoni”dal momento della suafondazione, a.s. 1966/67fino al 1977/78.Organizzò la nuova scuola con capacità e sensodel dovere affrontando non poche difficoltà.Elegante e ricercata nell’abbigliamento, laProf. Russo era molto attenta e scrupolosanel proprio lavoro. Apprezzata docente, haterminato il proprio servizio di Capo diIstituto con molte manifestazioni di stimada parte di tutti. Si è spenta il 17 ottobre1997. Riposa nel Cimitero di Angarano.

Angelo Ingala Nato il 6 marzo 1921 aSan Cono, Catania, silaureò in Lingue aMessina il 18 dicembre1949, si trasferì aBassano ed insegnò alla“Bellavitis” diretta daPietro Bonometto giànei primi anni ’50. Insegnò Francese al“Brocchi” e diresse la Scuola “Manzoni”nell’a.s. 1978/79. Divenne successivamentePreside a Cartigliano. Fu un ottimo inse-gnante ed affrontò il ruolo di dirigente conspirito di servizio e passione. Ci ha lasciatoil 28 febbraio 2007. Riposa nel Cimitero diS. Zeno di Cassola.

Don Dino Sudiro Nato a Montiers, Francia,il 24 dicembre 1925 daemigrati italiani, ha fre-quentato il seminarioacquisendo anche lamaturità classica. Si è lau-reato in lettere a Padoval’11 marzo 1957. Apprezzato docente di Italiano ha insegnatoper dieci anni prima di diventare preside. Hadiretto, con grande impegno e dedizione, la“Manzoni” dal 1979/80 al 1982/83 avvian-do i nuovi programmi della Scuola Media.Ha terminato il proprio servizio, con notevo-li manifestazioni di affetto e di stima, il 1°settembre 1998 come capo di istituto dellaS.M.S. di Valstagna. Assolve tuttora la propria missione pastoralepresso le Suore Sacramentine di Bassano. Ha curato per questo Istituto religiosoun’approfondita ricerca storica che ha pub-blicato nel 2001: “Centenario delle SuoreSacramentine in Bassano”

Massimo CanevaQuesto Preside è stato anche DirigenteScolastico della Bellavitis: si veda la biografiariportata nella sezione specifica.

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Un alunno speciale: Marco Sassodi Aniello Abate

Il 2008 è stato un anno importante per lastoria di Bassano. Il Sindaco, GianpaoloBizzotto, ne ha parlato in più occasionicome dell’anno della memoria. Bassano ed il Monte Grappa conservano unaforte eredità storica legata ai momenti piùdrammatici della Grande Guerra.Nel 2008, 90° anniversario dell’ultimo annodi guerra, a Bassano si sono tenute diversemanifestazioni che hanno coinvolto leAutorità Civili e Militari, le Scuole e l’interaCittadinanza. Le manifestazioni, iniziate nelnovembre del 2007 con la commemorazio-ne della Battaglia d’Arresto, hanno avutogrande risalto attraverso l’81a AdunataNazionale degli Alpini di maggio, sono con-tinuate a giugno con il ricordo dellaBattaglia del Solstizio e hanno avuto termi-ne il 4 novembre con l’omonima ricorrenza.In questo anno così storicamente significativoriteniamo giusto onorare la memoria di unalunno speciale: il Tenente degli AlpiniMarco Sasso. Marco nacque ad Oliero il 5aprile 1896. I genitori, Bortolo e MargheritaGheno, modesti coltivatori di tabacco e gran-di lavoratori, avevano pensato ad una vita

diversa per il figlio.Con tanti sacrifici fecero stu-diare Marco. Il ragazzo fre-quentò la scuola elementare epoi la Scuola TecnicaComunale “Bellavitis” nellasezione A. Si iscrisse presso ilnostro istituto nell’anno1910, a 14 anni, ed iniziò unpercorso non privo di difficol-tà terminando gli studi a 18anni con gli esami del Luglio1914. Lavorare e studiareanche allora non era semplice

ed essere poveri era una difficoltà in più. Più bravo in orale che in scritto, Marco pri-vilegiava la Geografia e la Storia Nazionalein cui aveva 9 e “Diritti e Doveri” in cuiaveva 8. Nel comportamento era un model-lo per tutti. Il ragazzo si impegnava molto ascuola ma al tempo stesso aiutava genitori.Spinto dal grande desiderio di dare soddisfa-zione ai numerosi sacrifici che facevano perlui Bortolo e Margherita, percorreva a piedi,ogni giorno, i dodici chilometri che separa-vano la sua modesta casa dalla scuola .Partito nella buia notte della Vallata, Marco,raggiungeva la Scuola dopo circa due ore,spesso arrivando fradicio e già stanco. Al ter-mine delle lezioni pomeridiane, in inverno,raggiungeva casa camminando per lunghitratti da solo e nella più totale oscurità. Neltragitto gli tenevano compagnia i semplicipensieri che ha ogni ragazzo della sua età edil sogno di un futuro migliore. Fu licenziato con 83 punti su 120 corrispon-denti ad una media di 6.98 su 10 comerisulta dal Registro Generale Dei Voti del-l’anno scolastico 1913/14. Finita la Scuola Tecnica si iscrisse all’IstitutoTecnico di Padova per conseguire il diplomada ragioniere. Non poté continuare gli studia causa degli eventi belliciScoppiata la guerra, frequentò il Corso diAllievi Ufficiali di Complemento a Modenanel 1915 e col grado di Sottotenente venneassegnato al Battaglione Monte Pavione del 7°Reggimento Alpini. Con il proprio repartooperò da prima in Trentino e poi sul Grappa.Divenne Tenente nel febbraio del ’17.Fortemente motivato dai valori di patria, diunità nazionale e amore per l’Italia, cheaveva appreso alla “Bellavitis”, rafforzò inmodo determinante la propria volontà di

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combattente venendo a sapere che nelnovembre del 1917 i Genitori avevanodovuto lasciare la Valle del Brenta per anda-re profughi a Tricase (Lecce).A novembre dello stesso anno gliAustroungarici stavano tentando di sfondareil fronte Italiano sul Grappa. L’esercito italiano oppose una forte resisten-za sul Massiccio e durante le drammatichefasi della “Battaglia d’Arresto” Marco, unragazzo come tanti, donò sul MonteFontanel, la propria vita per salvare i compa-gni che venivano falcidiati da una mitraglia-trice austriaca. Era l’11 dicembre 1917.Marco diventava così, a ventun’anni, unodegli eroi del Grappa. Grande fu il dolore di Bortolo e Margheritae dei tanti che lo avevano conosciuto. Lamedaglia d’oro al valor militare, di cui venneinsignito, sicuramente non consolò maiquella madre che lo sognava ragioniere néprobabilmente la ripagò dell’affetto cheaveva perso per sempre.Il Tenente degli Alpini Marco Sasso riposainsieme ad altri 19 compagni di scuola e atanti altri ragazzi nel Tempio Ossario.In questa pubblicazione ricordiamo chemolte notizie e documenti su Marco sonoreperibili presso il Museo degli Alpini delPonte Vecchio. Nella Storia della BellavitisSasso e i diciannove ragazzi caduti sulGrappa sono stati ricordati da una lapideposta nella sede del Castello degli Ezzelini.Il 24 maggio 1923, alla presenza dell’interascolaresca, di tutti gli insegnanti e delDirettore Trotter, il Commissario PrefettizioLuigi Guadagnini scoprì la lapide descriven-do le gesta dell’eroe, delle sette medaglied’argento della “Bellavitis” ed il sacrificio ditutti gli altri che avevano combattuto laGrande Guerra formando l’Italia. Questa lapide è stata successivamente trasferi-ta nella sede di Via Beata Giovanna ove sitrova attualmente mescolata a quelle delLiceo Brocchi. Per onorare la memoria diMarco nel 1926 la Cassa Scolastica, una isti-tuzione fondata nel 1921 per aiutare i ragazzi

con difficoltà economiche e la Scuola, venneintitolata all’eroe ed eretta a Ente Morale.Nella cassa scolastica confluivano le offertedi cittadini, di istituti di credito ed i ricavatidi varie iniziative di cui si fecero promotoriil Trotter e gli insegnanti della scuola perquasi cinquanta anni.Il prestigio che vantava al tempo la“Bellavitis” non fece mai venir meno i con-tributi per tale istituzione benefica. La CassaScolastica terminò il suo operato il 1975.A Marco Sasso è dedicata una via della Cittàsulla destra Brenta non lontana dalla SedeCentrale della Scuola.Anche il Comune di Vicenza nel 1959 hadedicato una strada nel “Quartiere delleMedaglie d’Oro” all’Ufficiale degli Alpini.

Via Beata Giovanna,Palazzo Cortellotti. Lapidededicata agli Alunni cadutinella Grande Guerra, 24maggio 1923. Inizialmentela lapide era posta nella sededel Castello degli Ezzelini.

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Le sedi della Scuoladi Aniello Abate

Come si è detto, nel 1908 la scuola iniziò la suaattività presso alcuni locali in disponibilità delCollegio Gasparotto in Via Orazio Marinali (lasede principale di questo collegio era collocataove ora sorge il pensionato “Sturm”).Dal 1911 al 1928 le attività didattiche sisvolsero nella riadattata Caserma “Fontico”del Castello degli Ezzelini mentre a partiredal 1° ottobre 1929 le lezioni si tennero nelprestigioso palazzo Cortellotti oggi sede delLiceo “Brocchi”.Il palazzo Cortellotti realizzato tra il 1587 edil 1590 ospitò nei secoli varie famiglie patri-zie bassanesi ed in particolare i Carrara, iRemondini, i Ferrari ed infine i Vittorelli.Di gusto tipicamente bassanese apparemolto essenziale e serio nella decorazioneesterna. La facciata di Via Beata Giovanna simostra di aspetto simmetrico con dueimportanti elementi decorativi centrali: ilportone d’ingresso e la balaustra, in originepiù ridotta, riferibile agli inizi del 1700. Gliinterni sono strutturati secondo il gusto bas-sanese di analoghi palazzi del ’500.Ad est della costruzione vi era un grandegiardino che arrivava fino a Via Raspa, inesso venne ricavata l’area per i famosi saggiginnici della scuola e per la costruzioni dialtre aule per i ragazzi negli anni ’50 e ’60.

Il palazzo ha una pregiata decorazione inter-na, di stile neoclassico, eseguita tra il 1810ed il 1820 da Sebastiano Santi (1789-1866)e Francesco Bagnara (1784-1866).Nel 1928 il palazzo venne ceduto daiVittorelli al Comune di Bassano e dal 1929divenne sede della “Bellavitis”.Nel 1988 la Preside Irene Panizzon si feceparte attiva nel chiedere all’AmministrazioneComunale, guidata da Giovanni Tasca, il tra-sferimento della scuola, che aveva ormai biso-gno di una ristrutturazione, in locali più ido-nei nella zona di S.Croce.La Prof. Panizzon ritenne importante in talmodo agevolare l’utenza della scuola che siera concentrata a sud di Bassano a seguitodella nascita delle Medie“ Manzoni” (1966)e “Fraccaro” (1973). Quindi dopo 59 anni

Via Beata Giovanna, PalazzoCortellotti 1587-1590

Cortile interno del PalazzoCortellotti, sulla destravi è il nuovo edificiodel Liceo “Brocchi”.

Patronato Parrocchialedi S.Croce, sede della Scuola

dal 1988 al 1992.

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di attività in Via Beata Giovanna, la“Bellavitis” venne spostata nell’area concepi-ta negli anni ’70 come Centro Studi.Non essendoci ancora disponibili locali ido-nei, la scuola venne momentaneamente allo-cata presso il Patronato Parrocchiale di S.Croce ed in parte nel seminterrato dellascuola elementare “Canova”.Dal 26 ottobre del 1992, la stessaAmministrazione Comunale individuòcome sede più appropriata per la Scuola ilocali lasciati liberi dal Liceo “Brocchi”situati in Via Leoncavallo, 22.Si tratta di una costruzione realizzata in pre-fabbricato, tutta sviluppata a piano terra, edin origine utilizzata come centro di riabili-tazione dell’Azienda Sanitaria Locale.L’edifico è datato 1974 e venne costruito gra-zie all’attivo interessamento del Sindaco Pietro

Fabris che ottenne il finanziamento governati-vo attivando il Senatore Antonio Bisaglia.Con la fusione con la S. Media “Manzoni”,dal 1° settembre 1997 gli uffici e laPresidenza passarono in Via Colombaredove vi sono oggi quattro delle sette sezionidella Scuola. L’edificio sulla destra Brenta èstato costruito su progetto dell’UfficioTecnico Comunale diretto dall’Ing. PrimoRosson, con posa della prima pietra datata30 giugno 1972.Si tratta di una costruzione con ampi spaziinterni ed esterni concepita secondo il gustodel tempo. L’edificazione venne deliberatasempre dall’Amministrazione diretta daPietro Fabris. Sia l’edificio di ViaLeoncavallo che quello di Via Colombaresono dotati di palestre autonome che sonoutilizzate da numerose associazioni sportive.

La sede di Via Leoncavallo.

La sede di Via Colombare.

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Buon compleanno Bellavitis!Dal diario di una professoressadi Silvia Lovisetto

29 giugno 2008C’è voglia di vacanze nell’aria, siamo stanchiper gli esami appena conclusi, un po’ soffe-renti per il caldo. C’è un po’ di malinconiaper i colleghi che vanno in pensione, un po’di commozione per l’anno scolastico che fini-sce… accompagnata dalla soddisfazione dellavoro svolto. Ci sono volti di studenti cheriempiono la memoria e il cuore, si va colpensiero un po’ indietro, un po’ avanti…quando ad un certo punto tutta la nostraattenzione viene catalizzata da una notiziasensazionale: la Scuola Media Statale “G.Bellavitis” il 1 ottobre 2008 inizierà il cente-simo anno di attività! Il professor Abate lodice con emozione, riuscendo forse ad intuirecosa significano 100 anni di attività didattica:storie, persone, esperienze, sentimenti, talen-ti, percorsi di crescita e maturazione. Non sipuò lasciar scivolare un simile traguardo biso-gna organizzare una festa… a sorpresa!Ognuno di noi propone la sua sorpresa: ilprof. Calamosca pensa ad un concerto, il prof.Ferrazzi ad una festa di gala, il prof. Abate sug-gerisce un memoriale, la prof.ssa Di Stasi unamanifestazione sportiva di tutta la scuola… epoi una mostra storica di foto e documenti,una cerimonia ufficiale con studenti ed ex stu-denti, docenti presenti, passati, in pensione,dirigenti succedutisi nella storia: insommaquest’estate si prevede davvero calda!

7 luglio Il bello di andare a scuola nei mesi estivi èche non sai mai quale dei tuoi colleghiincontrerai, ma sai per certo che qualcuno lotroverai, ed oggi è ancora più bello andarci,perché oltre ad incontrare la prof.ssaSimonetto e la prof.ssa Spagnolo, ancoramolto operativa, in segreteria trovo un pacco

che mi aspetta… si era parlato di sorprese,no? Ecco la prima: Dixan per la scuola cimanda il diploma del concorso vinto dallaclasse 2a G e unitamente alle congratulazio-ni per il lavoro svolto ci comunica di averacquistato dall’Archivio celeste una stella edi averla intitolata alla nostra scuola… inu-tile dire che siamo tutti al settimo cielo!!!

10 luglioIl nostro amico Andrea Gastner viene a tro-varci e ci propone un racconto per l’occasio-ne dei 100 anni. Sarà un regalo speciale diun ex-studente alla sua scuola. Le sorpresecontinuano…

24 luglioIl sindaco riceve il prof. Abate. Si dichiarafelice del traguardo che stiamo per raggiun-gere e anche orgoglioso per la città diBassano, viene fissata la data per la cerimo-nia solenne con la cittadinanza: il 20 settem-bre 2008. Comincia il conto alla rovescia!

3 agosto Atmosfera macabra… vengo a sapere chenelle sue preziose e oculate ricerche storicheil prof. Abate si aggira da giorni nei cimiteridi Bassano del Grappa… sta cercando unatomba! Quella del preside Trotter. Insommasembra che nessuno sappia se è veramentemorto, quando e dove. Questo centenario sitinge di giallo. Proponiamo di dedicareall’argomento il laboratorio di storia dell’an-no prossimo, di organizzare una ricostruzio-ne partendo dalle fonti. Immaginiamo frot-te di ragazzini che si aggirano nei cimiteri,perlustrando lapidi, ma… il prof. Abate cispegne la fantasia alzando la cornetta e chia-mando l’ufficio anagrafe. Nessuna notizia,

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ma proveranno gli ufficiali dell’anagrafe acercare chiedendo direttamente a Venezia,sua ultima dimora. Aspettiamo.

12 agosto Prepariamo gli inviti alla festa, cominciamo astilare l’elenco degli invitati… troppo lungo,non li raggiungeremo mai tutti! Chiediamoaiuto alla stampa e alla televisione, serve unappello in grande stile, 100 anni di alunni,docenti, personale tecnico e amministrativo,operatori scolastici, dirigenti, genitori sonoun numero infinito di persone, impossibileriuscire a contattarli tutti altrimenti! E poiconfidiamo nel tam tam della giungla, nelpassaparola, nei messaggi di fumo, insommaqualsiasi mezzo riesca a contagiare tutti quel-li che hanno scritto una pagina, un capitolo,anche solo qualche riga della nostra storia.

18 agostoCominciamo a studiare il testo per la perga-mena, intanto il prof. Fruncillo ha messo apunto al computer lo stemma per il centena-rio. Magico Ciro!

3 settembrePrimo collegio docenti. Conosciamo lanuova dirigente: Anna Rita Marchetti. Cisaluta con una poesia e poi lascia la parolaal prof. Abate per aprire ufficialmente conuna breve prolusione storica il centesimoanno di attività didattica della ScuolaMedia “G. Bellavitis”! L’emozione è gran-de. Ci sentiamo dentro la storia, vivi, incomunicazione con un passato che ci halasciato una grande eredità ed un testimo-ne importante. Vogliamo a nostra voltacontinuare a seminare perché questo semedivenuto pianta possa continuare a pro-durre frutti e fiori.

9 settembreMeno dieci. Sono pronte le pergamene cele-brative. La prof.ssa Bassetti ha studiato lacornice insieme alla prof.ssa Gecele, poi ilprof. Abate e il prof. Fruncillo hanno invasola presidenza per impaginare il testo e stam-parla, operazione che è durata due giorniinteri, ma alla fine il risultato ha valso la fati-ca. Volete sapere cosa abbiamo scritto?

La Pergamena del Centenarioconferita alla memoria delPreside Giuseppe Montanari.Testo di Silvia Lovisetto.

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10 settembreMeno nove. Ogni giorno è un nuovo giorno!Fervono i preparativi per la cerimonia uffi-ciale. Il provveditore agli Studi di VicenzaDott. Pasquale Palumbo, ha comunicato lasua partecipazione. Ci è sembrato un grandeabbraccio del territorio e dell’Istituzione!

11 settembreMeno otto. Dalla segreteria del Sindaco arri-va la funesta ipotesi che il nostro primo cit-tadino nel giorno del nostro centesimo com-pleanno debba essere a Latina con gli alpini.E questa notizia ci spezza il cuore…

12 settembreMeno sette! Arrivano le magliette della scuo-la! Sono di un blu elegante come si addice aimomenti solenni ed hanno stampato in oro ilsimbolo dei cento anni: comunicano solo avederle il valore prezioso di questo traguardo!

15 settembreRicomincia la scuola! Il primo giorno è sem-pre un po’ speciale. I ragazzi si incontranodopo le vacanze, si rivedono con i compagni,hanno voglia di raccontarsi e di scatenareancora l’energia dell’estate, delle belle giorna-te, dei giochi protratti fino a tarda sera; sifanno ancora cullare dalla magia delle nuoverelazioni che hanno stretto, dalle amicizieparticolari che hanno scoperto. Oggi, però,

c’è uno strano fermento nell’aria. Stiamo pervivere un momento importante e per scrivereuna pagina intensa di storia. E’ un’esperienzache ci coinvolge. Prima nella sede di viaColombare, poi in quella di via Leoncavallo iragazzi vengono raccolti tutti insieme e ladirigente scolastica insieme all’assessore allaPubblica Istruzione, dott. Stefano Giunta,apre ufficialmente l’anno scolastico. Poi ilprof. Abate mostra le foto storiche che ha rac-colto (a proposito: da Venezia ci hanno poicomunicato la data e il luogo di morte delpreside Trotter. Insomma giallo risolto! Latomba è a Venezia). Racconta di 100 anni fae lentamente di anno in anno si avvicina anoi. Scopriamo da dove vengono i busti chesono in biblioteca e quando è stata fatta lacopia del gladiatore che abbiamo in atrio.Sentiamo quante persone ci hanno precedu-to, desiderose di imparare e di crescere. Cicolpiscono le foto di quei saggi ginnici chefacevano più di 50 anni fa e quei cori diragazzi, talmente numerosi che era necessarioun palchetto mobile per riuscire a dirigerli.Guardiamo quelle foto in bianco e nero, diragazzi sorridenti e un po’ ci viene la curiosi-tà di sapere se venivano a scuola davverovolentieri, più volentieri di noi… Caspita non abbiamo più undici, dodici otredici anni: oggi ne abbiamo cento! Eppuredentro sentiamo una grande vitalità. Si puòavere cento anni e sentirsi ancora adolescen-ti? Con la vita in mano? Perché è così cheviviamo questo traguardo, con la voglia diandare avanti e di continuare a costruire e acredere che in ognuno di noi c’è un grandetalento e che la scuola ci aiuterà a scoprirlo ea tirarlo fuori per metterlo, come MarcoSasso, a servizio degli altri.Ah, dimenticavo: meno cinque!

19 settembreMeno uno. Questa giornata è piena di poe-sia, sembra “Il sabato del villaggio”. Ci tro-viamo in aula magna nel pomeriggio per farele prove. Alcuni studenti… compagni dell’etàpiù bella, stanno in un angolo a ripetere la

15 settembre 2008.L’Assessore all’ Istruzione,

Ing. Stefano Giunta, incontrale classi nel primo giorno di

scuola del 100° anno.

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poesia che dovranno recitare l’indomani.Sono tutti in jeans e sul loro abbigliamentosportivo risalta la maglietta della scuola. Ibidelli stanno ultimando la sistemazionedell’aula: sedie, tavolo, impianto audio. E’stata scelta una tovaglia per il tavolo delleautorità e la segretaria ha fatto comprare ifiori... un mazzolin di rose e viole, onde, sicco-me suole, ornare ella si appresta dimani, al dìdi festa… Il prof. Abate, il prof. Fruncillo ela dirigente stanno discutendo sul postomigliore dove appendere lo striscione deicento anni. Massimo Gheno sta sopra lascala a misurare i centimetri e a spostare lostriscione a seconda delle indicazioni... e s’af-fretta e s’adopra di fornir l’opra. Come nellemigliori famiglie ognuno lo vorrebbe in unposto diverso, si vorrebbe che tutto fosseperfetto, la tensione comincia a farsi sentire.Si fanno mille prove, finché cede persino ilmuro: è arrivato il momento di arrendersi.Basta preoccuparsi!Cominciamo a goderci il momento... tornaazzurro il sereno. Facciamo le prove con l’in-no nazionale e riempiamo la stanza di solen-nità. Questo suono importante, solenne dàsegno della festa che viene; e a quel suon dire-sti che il cor si riconforta. Vengono regolati imicrofoni, decise le posizioni, è un continuoscambio di sguardi d’intesa, un momento digrande complicità, si ripetono alcune azionipiù per rendersi conto di essere dentro lastoria, che per correggere errori. E’ come ungiorno d’allegrezza pieno, giorno chiaro, sere-no, che precorre alla festa…

20 settembreBuon compleanno Scuola Media “G.Bellavitis”! La festa inizia alle 11.00, ma giàdalle 8.00 c’è grande fermento nei corridoi,nelle classi, persino in segreteria. I telefonisquillano, sono persone che chiedono, chia-mano, salutano, lasciano il loro augurio.Cominciamo ad aprire le lettere di ringrazia-mento di chi non potrà essere fisicamente connoi, ma ha voluto esserci col pensiero.Arrivano telegrammi e fax. Suona la campa-

nella, i ragazzi si riversano nei corridoi, poi incortile, poi in strada e un pensiero vola a 100anni fa quando la campanella certamente nonera elettrica ma il chiassoso e allegro vociaredegli studenti probabilmente era lo stesso. Citrasferiamo tutti in sede centrale. L’arrivo è uncaldo abbraccio. Si è accolti da visi amici, sor-risi che riscaldano il cuore: sono presenti lepersone che questa scuola l’hanno fatta gran-de vivendola quotidianamente, con passionee dedizione. Ci sono insegnanti di tante gene-razioni e studenti di altrettante, tutti gli ulti-mi presidi e tanti collaboratori scolastici eimpiegati di segreteria ormai in pensione osemplicemente trasferiti, perché si sa la scuo-la è come un grande porto dove arrivano eripartono infinite navi che solcano poi leacque più diverse. Le file di sedie si riempio-no lentamente. La gente è festosa. Si incon-trano persone che non si vedono da tempo,ma con le quali il rapporto è rimasto propriolì dove lo si era lasciato l’ultima volta, si riat-tivano dialoghi interrotti dal tempo e dalladistanza e ci si riscopre capaci di sfidarlo, que-sto tempo, con il sentimento. Fra un saluto el’altro si cominciano a riconoscere le autorità:è già arrivato l’assessore Giunta, dietro di luiil comandante dei carabinieri AntonioBellanova, il rappresentante della Cassa diRisparmio del Veneto S.P.A. - Gruppo IntesaS. Paolo, e nientepopodimeno che ilProvveditore agli Studi di Vicenza, Dott.

20 settembre 2008.I Dirigenti Scolasticialla Cerimonia Inauguraledel 100° anno scolastico.

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Pasquale Palumbo, eppoi entrano AndreaGastner con la baronessa Zanchetta. Tutti vicini in prima fila ci sono i presidi chehanno guidato questa scuola negli anni.Semplicemente guardandoli con un unicocolpo d’occhio si ha l’immagine di una staf-fetta. E’ un testimone prezioso quello che, dimano in mano, si sono passati, e il traguar-do che l’ultimo staffettista sta tagliando ora,certo è legato allo sforzo e alla fede di tuttiquelli che l’hanno preceduto. Viaggia lamente sull’onda dei pensieri e va, di anno inanno, di volto in volto, si confonde, si com-muove, poi viene avvinta dal silenzio e siposa su quei cinque ragazzi che accompa-gnano la bandiera della scuola sulle notedell’Inno di Mameli. Avanza il futuro, quel-la speranza che abbiamo seminato, sono loroche renderanno testimonianza e ragione diquesti 100 anni. Francesca, Barbara,Lorenzo, Livia, Davide hanno stampato infaccia l’orgoglio di appartenere a questascuola… è una bella soddisfazione e unagrande responsabilità. Sono loro il 100 comedicono a più voci: “cento e cento studenti,cento e cento docenti, cento e centomomenti sempre presenti in molti cuori!” La dirigente Guiotto consegna il vessillo allanuova dirigente Anna Rita Marchetti edentrambe nei loro discorsi ricordano l’im-portanza dell’essere scuola oggi, qui aBassano del Grappa e ribadiscono che la

scuola come ogni istituzione è fatta anzitut-to dalle persone che la compongono. E dinuovo lo sguardo torna a loro: i nostri stu-denti! Poi il dott. Palumbo sottolinea comeogni scuola sia unica e irripetibile, la nostraper esempio è l’unica che gli ha regalato, neisuoi anni di Provveditore, la gioia di un tra-guardo tanto significativo: cento anni diattività didattica! Infine l’assessore Giuntaapre ufficialmente il 100° anno scolastico.Spetta a lui questo onore, perché qui rappre-senta la città di Bassano del Grappa, primadestinataria della nostra missione. Molto significativi e toccanti anche gli inter-venti dei genitori: raccontano pezzi del cam-mino fatto insieme a noi e sanno caricarel’esperienza vissuta di una metafora moltopoetica. Ci fanno capire insomma, che al dilà del rapporto istituzionale è nato anche unrapporto di stima e di affetto. E’ un po’ come dirci, finalmente, che civogliamo bene. Viene voglia di stringersi, diabbracciarsi…Ripercorriamo la storia trascorsa chiamandoad uno ad uno i dirigenti e consegnandoloro una pergamena ricordo. La diamo aloro fisicamente, ma è indirizzata a tutta lascuola che loro hanno rappresentato e diret-to: insegnanti, impiegati, collaboratori.Ciascuno ha una parola nel cuore e la portaalle labbra, poi la consegna a noi, che siamopresenti, perché la facciamo nostra.Abbiamo già raggiunto vette molto alte disentimento, ma arriviamo alla poesia puracon le parole di Andrea Gastner. Anche lui èstato seduto nei banchi di questa scuola econ lui, oggi, c’è proprio la sua insegnante dilettere, la prof. Barbara Zanchetta. Di lei, oforse solo di lui, parla anche il racconto checi dedica, la grande sfida educativa fra unostudente un po’ svogliato e un insegnantedavvero appassionato. Ci sono quattro sta-gioni nella vita, sarebbe davvero un peccatogettare la primavera, perdere proprio la fasedella semina… E’ la voce di AnnaBranciforti, cara amica della nostra scuola eanche lei ex - studentessa, ad animare le

20 settembre 2008.La Dirigente Scolastica, Dott.Anna Rita Marchetti, regalala Maglietta del Centenarioall’Assessore Stefano Giunta.

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parole: una prova tangibile di come centoanni di attività abbiano di fatto piantatomolti semi che poi sono sbocciati e hannocontinuato a crescere fuori di qui…Il pubblico è rapito dalla voce di Anna, fac-ciamo un patto narrativo con l’autoreAndrea Gastner ed entriamo anche noi inaula per comprendere che la scuola è unascelta che ti cambia la vita, a ciascuno di noidecidere in che modo. Il tricolore riprende il cammino. Viene por-tato dai ragazzi in atrio, dove il Provveditoreagli Studi dott. Palumbo e l’assessore Giuntascoprono una targa.

9 ottobre mattinoE’ stata una mattinata molto intensa. Duelunghi serpentoni di studenti hanno invasole strade della città. Erano euforici, allegra-mente chiassosi, vivi. Si sono incontrati inpiazzale Cadorna e si sono mescolati flui-damente. In un attimo hanno riempito ilteatro Jacopo da Ponte e insieme allo spa-zio anche l’atmosfera. Un gruppo rock li hascatenati. Quel qualcosa dentro di loro chenon riesce a trattenere il movimento nean-che durante la più seria delle lezioni, hacominciato a farsi vivo. Prima è stato unsemplice tamburellare di dita, poi unarmonico ondeggiare della testa, a seguireil battito dei piedi sul pavimento e infine ildinamismo ha preso vita. E’ voglia di dire“io ci sono!” “Io sono vivo!” “Io, sono qui!Guardatemi!” “Ehi, cari posteri, chissà sefra cento anni avrete notizia di noi, se viricorderete di Andrea, Luisa, Marco, Elisa,Sofia, Leonardo, Lucia, Vanessa, Martina,Matteo, Giovanni, Claudio, Anna, Filippo,Sara, Davide…, non importa, questo noncambia il fatto che noi ci siamo stati, oggie qui!” Difficile riconoscere i primi adalzarsi - Andrè e Laura se ne attribuirannoil merito a festa finita - in ogni caso inpochi minuti è un’esplosione di vita, èadrenalina allo stato puro, gioia inconteni-bile, è il centenario!!!!!

9 ottobre seraForse l’abito non fa il monaco, ma quelli distasera non sembrano nemmeno gli stessiragazzi del mattino. Vestono sempre lamaglietta della scuola, ma stavolta soprahanno delle giacche eleganti, qualcuno per-sino la cravatta. Le ragazze hanno abbinatola T-Shirt del Centenario con gonne scicco-se e pantaloni bianchi… Si vede solo a guar-darli che quella di stasera è una cerimonia digala, un concerto, qualcosa di grande. Nelteatro si spengono le luci, si apre un’imma-gine a tutto campo e ci ricorda chi siamo: laScuola Media “G. Bellavitis” e che oraabbiamo un posto anche nel cielo, nellacostellazione dell’Acquario. Grazie 2a G!Poi il palco si affolla. Viene recitata la poe-sia del Centenario, ma stavolta il prof.Calamosca ha composto una musica disottofondo. E’ una tale emozione, la musi-ca davvero trasforma le parole ed esalta isentimenti. Ed ecco, non si fa in tempo alasciar andare il respiro che le classi primeinsieme alle gemelline Zonta, Sofia eMaila, ci regalano un’altra grande emozio-ne cantando il girotondo dell’Amicizia.Certo che per non essere professionisti inostri sono davvero bravi. Dobbiamoriconoscerlo anche a Patrick e ManuelBertelle, a Francesca e Filippo Michelin,Virginia Fabris, Mattia e Lisa Calamosca,Matteo Tessarollo, Luca Bonato, Matteo

20 settembre 2008.Dirigente Scolastica, Prof.Ciro Fruncillo e Prof. AnielloAbate con gli alunni dellaBorsa di Studio.

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Gasparotto, e Marco Perin. Quanti talentipuò scoprire la scuola! D’altro canto non èforse il suo compito? Riconoscere lepotenzialità di ciascuno e aiutare ad espri-merle… e poiché nella vita non c’è solo lascuola, ma ci sono anche e prima di tuttola famiglia e la volontà del singolo, poteteimmaginare che cosa può nascere? Paroladi quattro lettere… avete indovinato:l’Arte! Perché ce lo dimostrano questiragazzi la musica si sente fuori ma nascedentro, viene cullata e modellata all’inter-no e poi esplode ed è un dono. E’ per tuttinoi! E quale grande regalo ci hanno fattoquesti studenti ed ex-studenti! Ah… Dimenticavo… anzi non lo stavodimenticando, ma volevo tenerlo per lafine, perché il proverbio dice “dulcis infundo” e quello che sto per dirvi è propriodolce: è venuto il sindaco! Si è scusato peraver perso l’inaugurazione ufficiale, ci hadetto che quel 20 settembre ci ha portato aLatina con lui e con il pensiero è rimasto aBassano… Stasera, finalmente siamo tuttiqui, insieme!

29 novembreLa Prof.ssa Segalla viene a raccontarci la sto-ria di Giusto Bellavitis! Le classi prime sicimentano insieme al prof. Abate in esercizimatematici per capire come mai quest’uomonemmeno diplomato abbia poi in realtàottenuto una laurea. E’ un divertimento, eanche un impegno. Poi la dottoressa Segallaè proprio interessante, riesce a rendere que-st’uomo vicino a noi. E’ davvero bello che lanostra scuola sia intitolata a lui!

23 aprile 2009Si apre ufficialmente la mostra storica dellascuola. Sono stati riuniti nell’aula magna divia Colombare tutti i documenti storici, glioggetti che raccontano il passato. Noi chestiamo davanti a questi oggetti stiamocostruendo un ponte. Dal passato al pre-sente. Non abbiamo voglia di fermarci.Vogliamo costruire anche una strada apertae libera verso il futuro. Passa sempre dallastessa scuola, mai dallo stesso indirizzo,viste le numerose variazioni di sede.Cambierà ancora se è vero che la sede di via

L’inaugurazione della“Mostra del Centenario”.

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Leoncavallo sarà trasferita in un edificionuovo. Mi nasce un pensiero nel cuore, chevola proprio sopra le teste di questi 22 ado-lescenti che sto accompagnando allamostra: tutti questi cambiamenti di luogodanno l’idea della precarietà o quella deldinamismo? Chi conosce questa scuola daldi dentro ha sicuramente focalizzato l’im-magine del movimento. Movimento che èanzitutto un andare verso… in questamostra capisco che l’origine di questa ten-sione è genetica, storica, è un passato cheha scavato e scolpito un’eredità che giornodopo giorno siamo chiamati a vivere.

5 giugnoSogno in grande e tratteggio in punta dipiedi, sperando che poi tutto si avveri!Dunque, dunque ci vuole un po’ di magia…credo che ci sia qualcosa che fa al caso nostronel laboratorio di scienze. Prendiamo qual-che polverina e qualche ingrediente strano emescoliamo il tutto in un calderone, perfarne una bella pozione … prima che il prof.Abate se ne accorga! Ci serve un luogo adat-to, vediamo… www.googleearth.com....eccolo qua: il palazzetto dello sport! Poi

aggiungiamo della buona musica, in fin deiconti, una colonna sonora è tutto quandodevi creare l’atmosfera. Adesso ci serve unpalco gigantesco, un buon impianto audio evideo… beh, non mancate che voi… Ecco la lista delle cose necessarie per lapozione dell’immortalità:- 1 dirigente - 1 direttore dei servizi generali amministrativi- 4 assistenti amministrativi- 70 insegnanti- 528 studenti- 1042 genitori- 11 collaboratori scolasticiSì, lo so, sto dando i numeri… ma Centoanni possono anche dare alla testa!

Poesia per il Centenario(questa poesia è stata recitata dai ragazzinella cerimonia del 20 settembre 2008)

Cento!Cento può sembrare solo un numero,ma lo si può riempire di significatodi sognidi vita.E’ fatto da un uno e da due zeri:ci ricorda che una sola personapuò dare valore a ciò che non è,basta che si metta davantia quello che sembra nientee lo trasformi!Ci vuole tempo, fiducia,ma soprattutto ci vuole anima.

Cento!Sembra un grande numeroMa non è capace di contenerci.Sembra un punto d’arrivoMa è una ripartenza.Cento è la misura della nostra storia,cento e cento studenticento e cento docenticento e cento momentisempre presenti in molti cuori.Abbiamo passato due guerre,abbiamo visto monarchia e Repubblicaabbiamo attraversato il secolo e il millenniodi anno in anno uno, due, dieci, venti fino a cento. Noi siamo il cento!Che la scuola ci aiuti a essere sempre al 100 per cento!

9 ottobre 2008.Il prof. Giuseppe Calamoscaed il Coro della Bellavitis.

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Ricordo di Scuola Media1987/1988.

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Omaggio a Gregorio Vedovatodi Aniello Abate

Il Consiglio di Istituto, nella seduta del 6 aprile2009 ha deciso all’unanimità, nell’ambito dellemanifestazioni del “Centenario”, di onorare lamemoria del Prof. Gregorio Vedovato intitolan-do all’llustre musicista, ma soprattutto all’ap-passionato insegnante, il nuovo laboratorioMusicale della sede di Via Colombare. GregorioVedovato è nato a Cologna Veneta (VR) il 17marzo 1925 ed ha maturato la sua passione perla Musica vivendo in una famiglia in cui quasitutti erano musicisti. Giambattista Vinco DaSesso dice di lui “…appassionato docente diEducazione Musicale, eccezionale pianista, stra-ordinario concertista, brillante compositore”(“L’Illustre bassanese” n°79, 2002). Bassaneseadottivo, Vedovato ha insegnato nella nostrascuola dall’anno 1959/60 fino al 1989/90vivendo molte delle vicende narrate in questomemoriale. Ha dedicato la maggior parte deisuoi 35 anni di stimato lavoro ai nostri ragazzidistinguendosi per grande competenza, notevo-li capacità comunicative e forte amore per l’in-

segnamento. Queste doti, non comuni, ricono-sciute dai ragazzi e dai Colleghi lo hanno addi-tato a tutti come esempio di grandi virtù umanee pedagogiche. Per questo motivo, si è volutoonorare la figura del compianto insegnante,durante la cerimonia di inaugurazione della“Mostra del Centenario” scoprendo una targa,alla presenza delle Autorità e della famiglia,presso il Nuovo Laboratorio di Musica (23 apri-le 2009). Il Maestro Vedovato ci ha lasciati il 12dicembre 1990.

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La “Giusto Bellavitis” del 2008di Silvia Lovisetto

Dopo cento anni, in occasione di un anni-versario e anche di un traguardo così impor-tante viene voglia di tracciare un bilancio, diguardarsi allo specchio. La nostra scuola haalle spalle una lunga tradizione educativache sentiamo come una grande responsabili-tà e una grande ricchezza. Due sono gliaspetti che da sempre ci hanno contraddi-stinto e a cui teniamo molto ancora oggi ilcontatto con il territorio e l’attenzione allapersona. In questo senso è andata anche lariforma dell’Istituzione Scolastica che si èaperta all’autonomia delle singole scuole eha disegnato un impianto pedagogico sem-pre più alunno - centrico. Nel rispetto dellanormativa dunque, ma anche in risposta adun’“atavica” vocazione la Scuola MediaStatale “G. Bellavitis” è attenta alla realtàlocale, sensibile alle iniziative del territorio etesa alla sua valorizzazione.Collabora con l’Amministrazione comuna-le, siede al tavolo della Preadolescenza gui-dato dalla Fondazione Pirani Cremona, faparte del Comitato di Educazione alla let-tura del Comune di Bassano del Grappa,aderisce al Social day; nell’ambito dell’edu-cazione alla solidarietà collabora conl’AIDO, i reparti dei donatori di Sangue, evarie associazioni umanitarie che operano

anche a livello internazionale; per la pre-venzione e l’educazione alla salute si avvaledel supporto dell’ A.S.L Guida gli alunnialla conoscenza del proprio territorio conuscite e visite mirate a siti e musei locali eaccompagnando i ragazzi di prima media inuna passeggiata socializzante alla scopertadi percorsi naturalistici “fuori porta”. Hapartecipato al concorso di idee per la riqua-lificazione del sito ambientale di viaMacello, promosso all’interno del tavolodella Preadolescenza. I docenti, supportati e sostenuti dalle famigliee dai Comitati dei genitori si impegnano acostruire un ambiente educativo sereno edaccogliente che permetta al ragazzo di espri-mersi liberamente e di compiere un percorsodi apprendimento e di crescita personale. Per gli alunni di classe prima viene attivatonelle prime settimane di scuola il progettoAccoglienza. E’ stato istituito uno sportellodi Spazio Ascolto con cadenza quindicinalee a supporto dell’attività dei docenti vengo-no proposti nelle classi specifici percorsi dieducazione alle emozioni, all’affettività e allasessualità condotti da esperti.L’impegno della scuola si distribuisce inmodo intenso, professionale e partecipato atutti gli ambiti educazionali (Ed. alla

Michele Alberton premiato al“Progetto Narciso”, 2007.

Studenti e alunni si cimentanoin videoriprese e programmidi montaggio.

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- aula di Arte-Immagine, corredate di tavoliampi, di lavabo e di armadi, per riporre ilmateriale

- sala audiovisivi dotata di videoregistratore,lavagna luminosa, proiettore per diapositi-ve e videoproiettore per attività multimediali

- palestra- biblioteca (quella di via Leoncavallo serve

anche come Aula Magna)- Una grande Aula Magna, multifunzio-

nale, con palco sopraelevato, presso lasede centrale, con struttura adatta permanifestazioni varie.

Da non dimenticare…Nell’anno scolastico 2006/2007 MicheleAlberton con una relazione sulla visita all’azien-da metalmeccanica OMV di Marchesane vinceil primo premio del Progetto Narciso promos-so dall’Associazione Artigiani di Vicenza.

2006/2007. Docenti ed insegnanti si cimen-tano con telecamera e programmi di mon-taggio per realizzare due puntate del primoTGBellavitis. E’ un grande successo a con-clusione del quale, ormai pratici di strumen-tazioni multimediali le classi si cimentanocon corti e lungometraggi.

2007/2008. Per la giornata internazionaledel libro Andrea Gastner incontra gli stu-denti della scuola. E’ un vero colpo di fulmi-ne fra studenti ed autore.

Nell’anno scolastico 2007/2008 la squadradi Pallavolo femminile si classifica al primoposto nel Campionato Regionale, guada-gnando così l’onore e la responsabilità dirappresentare il Veneto nella fase Nazionale,dove si classificherà sesta.

L’attività sportiva è sempre stata molto impor-tante nella nostra Scuola. Nella pagina a fian-co si può vedere un’immagine della fase d’isti-tuto della Campestre. Fino all’anno scorsopotevamo vantarci di avere con noi la campio-nessa regionale della resistenza, Elisabetta

Andrea Gastner incontrai ragazzi nella “Giornatainternazionale del libro”.

Cittadinanza, Ed. alla Pace a alla Solidarietà,Ed. Ambientale, Ed. alla Salute, Ed. Stradaleecc.) senza mai trascurare l’apprendimentocurricolare. Viene in questa maniera perse-guita la finalità fondante della nostra istitu-zione: formare i cittadini di domani.

Laboratori e aule specialiLa scuola ha nel tempo arricchito le propriedotazioni e i propri spazi per farsi più accoglien-te e rimanere al passo con il grande sviluppodella tecnologia, cui i ragazzi sono molto sensi-bili. Dispone quindi in ogni sede di:- laboratorio di informatica ben attrezza-

to con apparecchiature aggiornate conunità multimediali, collegate in rete e conaccesso ad Internet (ogni laboratorio èintegrato da 2 videocamere, due fotocame-re, alcuni programmi per il montaggio difilm e 2 computer portatili);

- laboratorio di scienze fornito di attrezzatureadeguate alle attività sperimentali program-mate con dotazioni che si arricchiscono,anno dopo anno, mediante nuovi acquisti;

- aula di educazione musicale con pianofor-te, strumenti, impianti HF;

- laboratorio di Tecnologia, con strumenta-zioni e arredi adeguati; in Via Leoncavallo,al servizio di tutta la scuola, vi è un localeattrezzato con forno per la ceramica;

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Baggio… adesso il podio è libero per altritalenti che le prof.sse Di Stasi, Pattanaro eStrappazzon non mancheranno di riempire.I talenti dei nostri alunni sono molti, fraquesti quello teatrale. Lo scorso anno scola-stico sono stati messi in scena:- “Cappuccetto rosso: conformismo e anti-

conformismo” scritto e interpretato dallaclasse 3a E

- “AAA. Principe azzurro cercasi” scritto einterpretato dalla classe 1a D

- “Canto di Natale” di C. Dickens, interpre-tato dalla classe 2a E

Quest’anno scolastico abbiamo assistito allaLibera interpretazione della Divina Commedia

ad opera della “ 2a G, a “Come è nato BabboNatale” fiaba scritta ed interpretata dalla clas-se 1a G. Attualmente stiamo aspettando le“Baruffe Chiozzotte” dalla classe 3a E.

Le classi seconde si cimentano in un laborato-rio di lettura espressiva con Anna Branciforti.Dalla lettura all’interpretazione… per espri-mere sempre di più noi stessi…

Studiare la storia direttamente con chi l’havissuta. I ragazzi della scuola incontranoogni anno alcuni importanti testimoni: ilsig. Rossi, reduce della Seconda GuerraMondiale, il sig. Pasinato reduce della ritira-ta di Russia e il figlio di Giorgio Perlasca.

Laboratorio di letturaespressiva.

Il Sig. Angelo Pasinatoin una foto del 1942.

Campestre 2007.

“AAA Principe azzurrocercasi”, 1a D.

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Il logo della Scuoladi Aniello Abate

Molte istituzioni si sono dota-te di segni che ne identifichi-no con facilità la documenta-zione e ne caratterizzino la

presenza in manifestazionipubbliche. Nell’anno scolastico

1997/1998, incaricata dal PresideMassimo Caneva, la Prof. Maria

Fabris coinvolse il marito, Prof.Angelo Spagnolo e l’IstitutoD’Arte di Nove nella realiz-zazione del logo della“Bellavitis”. Sotto la guidadel noto grafico lavorarono

diversi gli alunni della 2a D del“De Fabris”. Tra le tante opere

realizzate venne scelta, il 21 maggio1998, dallo staff di dirigenza e dai docenti diScienze Motorie quella di Silvia Toffon cheera anche stata alunna della “Bellavitis” nellasezione B. Nel logo compaiono stilizzati, glielementi più significativi di Bassano: ilPonte, il Brenta, la veduta medioevale dal

Ponte Nuovo. Gli ele-menti architettonici sonoriportati in gradazioni digrigio mentre il motoondoso del Brenta è rea-lizzato con bande azzur-re e blu. In colore rossocampeggia nella parteinferiore la scritta “Bellavitis”. Il coloreazzurro dominante viene dall’araldica diAngarano, il bianco mette in risalto la scrit-ta rossa. Lo stendardo, che è stato utilizzatodurante la cerimonia di inaugurazione uffi-ciale del 100° anno, è in seta dorata e ripor-ta il logo in gradazioni di grigio sotto allostemma del comune di Bassano. In occasio-ne del Centenario il Prof. Ciro Fruncillo,Vicepreside della Scuola ed esperto diinformatica, ha modificato il logo comeriportato a destra. Questa nuova versionecompare su tutti i documenti della scuolaed è stata utilizzata per griffare le magliet-te per l’attività sportiva del 2008/09.

Sopra, il logo originale,anno scolastico 1997/1998e il logo modificato, annoscolastico 2008/2009.

In alto a destra, Silvia Toffon,autrice del logo.

Qui a lato, 20 settembre2008, il Prof. Ciro Fruncillointroduce in sala lo stendardoe la bandiera della Scuola.

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Le nuove tecnologie ed il sito della Scuoladi Aniello Abate

In entrambe le sedi, grazie alla sensibilità deipresidi Caneva e Guccione e dei loro succes-sori, ma anche per il forte interessamentodel Prof. Ciro Fruncillo, appassionato diinformatica e delle nuove tecnologie, e dinumerosi altri docenti dotati di forte sensi-bilità per questi supporti per l’insegnamen-to, si è andato consolidando nel tempo unvasto patrimonio di strumentazione multi-mediale assieme ad una pratica pedagogicarinnovata e sempre più operativa.La presenza di aule di informatica, nelledue sedi, ciascuna dotata di 25 unità dilavoro, i computer in tutte le aule di alun-ni diversamente abili, l’uso di portatili perl’aiuto agli alunni deboli o dislessici, l’usopervasivo delle nuove tecnologie in tutte lematerie, l’attività di ricerca giornaliera in

internet, i notevoli investimenti in pro-grammi a supporto della didattica, l’incre-mento delle videoproiezioni e la grandepartecipazione ai corsi serali per adulti delCentro Eda, rendono evidente che laScuola ha accettato la sfida di rinnovamen-to portata dalle nuove tecnologie lancian-dosi in una operazione di grande e riuscitatrasformazione pedagogica.Per mantenersi sempre al passo con i tempi,per migliorare i rapporti con l’utenza el’esterno e per rendere tangibili i caratteri ditrasparenza ed efficienza dell’amministrazio-ne della Scuola, su iniziativa del PresideCaneva e del Prof. Fruncillo è nato nell’an-no scolastico 1997/98 anche il sito della“Bellavitis” che invitiamo tutti a visitare:http://xoomer.virgilio.it/mascanev/

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La formazione degli adulti: Centro E.d.A.di Aniello Abate

Presso la sede di Via Leoncavallo del nostroistituto è attiva dall’anno scolastico 1992/93la formazione degli adulti.Nel 92/93 frequentarono il corso serale diLicenza Media con pieno successo 24 alunnie numerosi furono gli iscritti anche negli annisuccessivi. Dal 1997, le trasformazioni intro-dotte dall’O.M. 445 che istituirono i CentriTerritoriali Permanenti e Centri di

I docenti del Centro E.d.A.

Educazione degli Adulti, determinarononotevoli cambiamenti nell’assetto e negliobiettivi dell’attività dedicata a questo settoredell’educazione. Dall’a.s. 2000/2001, in par-ticolare, si svilupparono varie iniziative teseall’alfabetizzazione primaria in lingua Italianaper gli stranieri, all’acquisizione ed al consoli-damento di competenze sui nuovi saperi e inuovi linguaggi, a favorire il processo di rio-rientamento lavorativo ed infine per orienta-re e sostenere adulti diversamente abili.Il Centro organizza Corsi di Licenza Media,corsi di Italiano per stranieri con certifica-zione rilasciata dall’Università di Siena (cer-tificazione CILS), corsi di alfabetizzazionein italiano, corsi di lingua straniera, infor-matica e per il tempo libero. Le attività sisvolgono prevalentemente in orario serale.Circa un migliaio all’anno sono le persone chefruiscono dei servizi del Centro e notevolisono le diramazioni sul territorio che miranoa coinvolgere l’utenza più disagiata, le donnestraniere e i disabili. Per questi ultimi è attivada diversi anni una convenzione con laCooperativa S. Matteo di Asiago e l’ANFFASdi Nove finalizzata all’accoglienza e all’integra-zione degli adulti in situazione di handicap.

Logo del Centro ideatonel 2008 dalla Dott.ssa

Santina Mureddu,incaricata dalla Dirigentea coordinare le attività.

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Il Comitato dei Genitoridi Aniello Abate

Il 1974 è anche per la “Bellavitis” un perio-do importante per la partecipazione attivadei genitori alla vita scolastica. I decreti dele-gati varati in quell’anno, ed in particolare ilD.P.R 416 (art.1,Titolo I), che introdusse ilconcetto di “comunità scolastica”, chiaveinterpretativa dell’intera normativa, cambia-rono in modo molto radicale la vita dellascuola ed il ruolo che i genitori svolgevanoin essa. Gli organi collegiali che il decretoistituì, sia riordinati sia completamentenuovi, diventarono il mezzo per poter realiz-zare una scuola moderna, democratica e par-tecipata nel rispetto delle reciproche compe-tenze di tutti gli attori dell’istituzione.Il rinnovamento introdotto non trovòimpreparata la “Bellavitis” né il PresideGiuseppe Montanari che riconosceva l’im-portanza della condivisione degli intenti for-mativi della scuola.I genitori, che il Direttore Meropiali negli anni’60 doveva convincere dell’importanza del-l’istruzione per i propri figli, ricoprirono neglianni ’70 un importante ruolo attivo nel solle-citare e collaborare alla proposta formativa. La grande partecipazione dei genitori diallora è andata riducendosi nel tempo, manon è mai venuta meno la forte condivisio-ne del progetto della Scuola. Mai i genitorihanno fatto mancare il proprio affetto e lastima per l’azione educativa svolta dal nostroistituto e dai docenti che vi operano.Moltissime e frequenti sono state le occasio-ni negli anni in cui si è manifestato, conazioni concrete, questo sentimento di pro-fondo rispetto dei genitori in tutti gli organicollegiali partecipati.

I Comitati dei Genitori che operano sulledue sedi scolastiche, sulla base di uno statu-to datato 23 marzo 1998, sono la testimo-nianza reale di un’attenzione continua al ser-vizio scolastico.L’impegno di queste associazioni, fondato suun volontariato estremamente operoso, con-vinto e disinteressato si traduce in moltepliciazioni di supporto ed ampliamento dell’offer-ta formativa. Tra queste vanno sicuramentemenzionate: le sottoscrizioni a premi per laraccolta di fondi a favore dell’istituzione; loscambio dei libri usati per l’abbattimento deicosti scolastici; i finanziamenti per le attivitàdi educazione all’affettività; l’aiuto all’azioneeducativa genitoriale attraverso esperti psico-logi (“Sportello Spazio Ascolto”); l’istituzionedi corsi serali per orientare gli adulti nel gui-dare i ragazzi nell’uso delle nuove tecnologie;l’impegno tangibile per rilegare e riordinaregli oltre 5000 libri delle biblioteche scolasti-che; le iniziative a favore dell’educazione allalettura ( “Un libro per le vacanze”); i numero-si acquisti di televisioni, videoregistratori,arredo dei laboratori scientifici e le tantedonazioni (mobili, pianoforti, computer,impianti di microfonia , ecc.).La Scuola è estremamente riconoscenteverso i Comitati e si sente fortementeappoggiata dalla loro continua vicinanza cheha reso possibile anche molte delle iniziativedel “Centenario”.Nel 100° anno di vita della “Bellavitis” ilComitato Genitori di Via Colombare è pre-sieduto dalla Sig.ra Paola Breseghello mentrequello di Via Leoncavallo è coordinato dalSig. Paolo Riccadonna.

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La tradizione sportivadi Antonietta Di Stasi

L’educazione motoria, fisica e sportiva hasempre rappresentato uno strumento comu-nicativo-formativo di primaria importanzanella storia della nostra Scuola.L’acquisizione ed il consolidamento dellacompetenza motoria, intesa quale capacitàdi gestire consapevolmente ed armoniosa-mente il proprio corpo, con i difetti ed ipregi , i limiti e le potenzialità, hanno aiuta-to e aiutano tuttora i nostri ragazzi a con-frontarsi con la dimensione del successo edell’insuccesso inserendola all’interno diun’equilibrata esperienza di vita fondatasulla sperimentazione serena e partecipe delproprio sé in interazione con gli altri sé.La valorizzazione ed il sostegno di una cultu-ra improntata sulla correttezza e sulla sporti-vità è sempre stato un elemento prioritario e

caratterizzante della nostra realtà scolastica.Prima della fusione, entrambe le Scuolehanno sempre partecipato ai Giochi dellaGioventù in varie specialità riportando risul-tati lusinghieri.Come non ricordare gli anni settanta quandole squadre di calcio della Scuola Media“Manzoni” guidate dal Prof. Ernesto Toso equelle di Pallavolo Femminile della ScuolaMedia “Bellavitis” guidate dai Proff. FerronatoSilvio e Di Stasi M. Antonietta dominavano lefasi Provinciali dei Giochi.E le fasi Regionali ,possibili trampolini dilancio per le Fasi Nazionali, dove la Scuola“Bellavitis” è stata presente nelle specialità diOrientiring, Sci Alpino e Fondo, PentathlonModerno, Nuoto.E’ però dall’unione delle due Scuole che ilnome “Bellavitis” viene conosciuto non soloa livello provinciale e regionale, ma al benpiù ambito, livello nazionale.1998: Fase Nazionale di Ginnastica Artisticadi Siracusa: Squadra Maschile Allenata dalProf. Gottardi Gianfranco, Terza classificatacon: Piccoli Giuseppe - Dalla Gassa Enzo -Lanzarini Filippo - Galvan Francesco.

1999: Fase Nazionale di Corsa Campestre diFiuggi: per la prima volta una ScuolaBassanese si classifica Terza con ZilioRaffaella, Spigarolo Anna Chiara, Zen Enricoe Fiorese Alberto. Grande è stato l’entusiasmodel Preside Massimo Caneva, degli insegnan-ti di Educazione Fisica, StrappazzonAlessandra, Gottardi Gianfranco, Di StasiM. Antonietta e di tutta la Scuola.2001: Anno d’Oro: Fase Nazionale di CorsaCampestre di Udine: per la prima volta unaScuola veneta partecipa alla fase Nazionalecon due squadre:maschile e Femminile.

Fase Nazionale di GinnasticaArtistica di Siracusa, 1998.

Anno d’Oro, fase Nazionaledi Corsa Campestredi Udine, 2001.

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Medaglia D’oro: squadra Maschile: ZenAndrea - Battistella Massimo - Battilana FabioMedaglia d’Argento: Squadra Femminile:Piotto Chiara - Sinigaglia Laura - RaccanelloElisa. Alla stazione di Bassano ad accogliere inostri medagliati la Bandiera e la banda dellaScuola, l’Assessore allo Sport della Città, IlPresidente del Coni Provinciale e una rappre-sentanza degli alunni :nessuna Scuola avevamai vinto tanto in una sola fase Nazionale!

2001: Anno d’Oro: Fase Nazionale di CorsaCampestre di Udine.2001: Fase Nazionale di Atletica Leggera diLignano: la nostra saltatrice in lungo MarconIva si classifica seconda con un salto di m. 5,022002: Fase Nazionale di Corsa Campestre diFollonica: Squadra Femminile composta daFiorese Elisa - Sinigaglia Laura - RaccanelloElisa si classifica al 8° posto.2004: Fase Nazionale di Atletica Leggera diRiccione: è la prima volta che una ScuolaBassanese partecipa con la Squadra diAtletica al completo ad una finale nazionale.Lealunne: Bonato Giulia, m.80 p.in 11”02 -Cecchin Sabrina, m. 80 Hs in 12”4 -Bizzotto Katiuscia, Salto in Lungo m.4.43 -Bellò Angela, Salto in Alto m. 1,40 - MilaniGiulia, m.1000 in 3’14” - Fusina Francesca,getto del Peso m. 10,31. Si classificano al 4°posto per pochissimi punti.

2008: Fase Nazionale di Pallavolo di Latina:con grande sorpresa dopo la vittoria alla fase

Provinciale di Vicenza, quella alla faseRegionale di Rovigo, la Squadra Femminileapproda, la prima volta per la nostra Scuolae per Bassano, ad una finale nazionale deiGiochi Sportivi Studenteschi a squadre.Le Atlete: Alessio Anna - Piovesan Gaia -Salmaso Giorgia - Chiomento Elessandra -Ferronato Giusy - Festa Valeria - BernardiEmma - Dalla Rizza Giordana - VisentinGiulia - Fantinato Alessia - Simioni Sofia -Cremona Alessia. Guidate dalle Proff.sse Pattanaro Ada eStrappazzon Alessandra dopo partite com-battutissime, chiudono al 6° posto.

2008: Fase Nazionale di Atletica Leggera diFormia: la nostra mezzofondista BaggioElisabetta, campionessa Provinciale e Regionale,con un miglioramento incredibile del suo pri-mato personale. si classifica al 5°posto nei m.1000 in pista con il tempo di 3’09.

L’albo d’Oro delle Finali Nazionali, espostoa scuola, è per tutti gli alunni motivo diorgoglio e di rafforzamento del senso diappartenenza alla nostra istituzione ed unostimolo sempre presente per impegnarsi emigliorarsi in ogni ambito scolastico.Tutto questo è stato ed è possibile anche conla collaborazione di tutte le componentidella scuola che attribuiscono all’AttivitàSportiva un ruolo fondamentale nel renderecompleto ed armonico lo sviluppo persona-le e sociale dei ragazzi.

Fase Nazionale di AtleticaLeggera di Riccione, 2004.

Fase Nazionale di Pallavolodi Latina, 2008.

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Le stagioni della vitadi Andrea Gastner

Questo racconto è stato scritto dall’autore inoccasione dell’apertura ufficiale del 100° annodi attività della Scuola avvenuta il 20 settem-bre 2008. Il racconto è stato letto dall’attriceAnna Branciforti. Il noto scrittore A. Gastner el’attrice Anna Branciforti sono ex alunni della“Bellavitis”. La Scuola ringrazia vivamente loscrittore per tutta la collaborazione offertadurante le attività del Centenario assieme allaSig.ra Anna Branciforti.La “Bellavitis” gli è sentitamente riconoscenteper aver concesso la pubblicazione del raccontoche ha donato a tutti grandi emozioni.

Il professoreTornare con parecchi anni di guerra sullespalle e altri trascorsi in un campo di concen-tramento, la morte come compagna di tutti igiorni, non era certo il migliore biglietto davisita per un professore d’italiano che inten-deva riprendere contatto con la realtà. Nelmio caso la “realtà” era rappresentata dai voltidei ragazzi di prima, seconda e terza media.Mi avevano insegnato che tutto passa; tuttoscorre, meglio. I Greci erano bravi con leparole. Ad ogni situazione una massima, adogni evento un consiglio. Forse sottovalutava-no il fattore umano, chi insegna, a volte,dovrebbe mettersi nei panni di chi ascolta.Non succede quasi mai, si dimentica troppospesso con chi si ha a che fare. Nei primi gior-ni di scuola salta agli occhi l’ambiente. Senzaun perché, dopo un po’ di tempo si è classifi-cati. E’ un buon professore, d’accordo, ma èduro, troppo duro. Oppure é debole, con“quello” i ragazzi fanno quello che vogliono.Senza contare i giudizi del preside che predi-ca ordine, disciplina e profitto. L’ordine e ladisciplina si impongono. I metodi variano,dipende dal professore e dagli alunni.L’intelligenza che determina il profitto, quel-

la non la si può imporre. O ce l’hai o non cel’hai; e, badate bene, non è che a un alunnointelligente corrisponda anche un alto profit-to. Dipende molto dalla volontà. La volontàfa miracoli, a volte. Ho ricominciato a inse-gnare, erano i primi anni cinquanta, è statadura, il tempo passava, non riuscivo a dimen-ticare. Avevo ancora la trincea in testa, dove-vo smaltire i ricordi. Lampi nell’oscurità dellamente, grida d’aiuto, bocche spalancate dimoribondi che chiamavano una madre chenon c’era e un Dio che sembrava lontano,molto lontano… Poi, silenzi improvvisi: lamorte ha un suo rito particolare, ti svuota, tifa sentire il nulla che sei e che diverrai. Turesti e l’amico se ne va, si trasforma in unricordo da raccontare agli amici, la sera, conun bicchiere di vino tra le labbra e le lacrimeche sfumano tra le dita. Sono proprio i ricor-di che mi perseguitano che, nonostante iltempo che passa, non mi danno pace. Ho cer-cato di dimenticare, mi sono gettato anima ecorpo nell’insegnamento, italiano, storia egeografia sono le materie che mi hannoaccompagnato nei dieci anni a seguire: non èservito a molto. Qualche notte non dormo,ripenso e ricordo. Recentemente sono statotrasferito in una nuova scuola media in unacittadina ai piedi del Grappa. Ho le “prime”,sono ragazzi che vengono dalle elementari,ragazzi da prendere per mano e indirizzareverso la strada giusta. Non sono molto entu-siasta della nuova sistemazione, però. Civuole pazienza e costanza, mi sono detto. Ilprimo giorno di scuola me li sono studiati, liho lasciati fare. I ragazzi non sono tutti ugua-li: “sembrano”, ma non lo sono. Il primoanno di scuola ho seminato poco o niente:patteggiando giorno dopo giorno con i mieirimpianti, ho visto passare il tempo. Nonricordo di quei mesi nessun alunno in parti-

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colare, nessun episodio significativo: l’annoscolastico poteva finire, per me, anche ilsecondo giorno di scuola. Alla consegna dellepagelle, genitori soddisfatti: tutti promossi,bravi i professori, bravi gli studenti. Ma nontutti erano d’accordo. Un alunno tra i piùdiligenti, uno di quelli senza peli sulla lingua,mi rifilò la battuta in un testa a testa lungo lastrada di casa, io con la bici tra le mani e ilragazzo dai calzoni corti con una certa fatica,al passo. Disse che la promozione uno se ladoveva guadagnare, specialmente in italiano,e che i regali si facevano a Natale o a Pasqua.Aggiunse che altrimenti non aveva senso stu-diare. Tanto... Mi sono fermato e l’ho guarda-to di traverso. Gli ho detto che l’anno prossi-mo avremmo cambiato posto, lui in cattedrae io nel suo banco. E’ diventato rosso comeun pomodoro, ha chiesto scusa, non sapevapiù cosa dire. A quel punto mi sono ricorda-to che, nonostante il tempo passato, ero anco-ra in trincea, ma il “nemico” non era più lostesso. La fantasia non mi è mai mancata, laparola neppure, così ho inventato una storiel-la, rallentando volutamente l’andatura: vole-vo convincere due persone del mio operato.Lui e il “suo” insegnante d’italiano. Ne aveva-no bisogno entrambi, specialmente il secondo.“Ti sarai chiesto perché ho dato la sufficienzaa tutti quanti, vero? Certi zucconi non lomeritavano: più di qualcuno ha veramentescaldato il banco, quest’anno. Qualche altroha trovato anche il tempo di disturbare chiinvece si è impegnato sul serio. Ci sono dellesituazioni particolari, te ne sarai accorto. Perun alunno che aiuta il padre a lavorare icampi, per esempio, la scuola è una perdita ditempo. A questa età basta poco per chiuderecon la carta, la penna e il calamaio. Ho pen-sato di lasciare aperto uno spiraglio. Forsecerti ragazzi hanno bisogno di tempo, ancoraun po’ di tempo per pensare. Bocciandoli liavrei persi definitivamente. Ora ho lacoscienza a posto. Ho fatto il possibile. Hodato un’altra possibilità: a loro e anche al tuoprofessore. Non mi sembra poco, ti pare?”Il ragazzo mi ha guardato: sorrideva. Avevacompreso la prima parte. La seconda, quella

che riguardava il suo insegnante che gli stavaa fianco con la bici tra le mani, quella nonl’aveva capita. L’ho lasciato che scantonavadentro un vicolo di periferia. Prima di andar-sene mi ha stretto la mano dicendo che spera-va di rivedermi, che lui non sarebbe mancatoall’appuntamento. Lui, a scuola, ci volevaandare a tutti i costi. Le vacanze passarono inun lampo, l’autunno riportò vecchi e nuoviproblemi, nuovi e vecchi alunni. Rivederecerte facce e certe espressioni, i più audaci giàin forma, pronti a dar battaglia, mi riportaro-no alla mente un alunno con cui avevodiscusso di coscienza e di giustizia. Anche sela prima disturbava notevolmente il procede-re della seconda, era giunto il momento discindere le due cose: regali più a nessuno.Quando i ragazzi entrarono in classe se neaccorsero immediatamente: il professore eracambiato, non era più quello dell’anno scor-so. Adesso, in “trincea”, si faceva a modo mio,si faceva sul serio. Quando spiegavo volevosilenzio e attenzione, sia quando li guardavoin faccia, sia quando voltavo loro la schiena.Un’ora dopo il primo rompiscatole stava giàdietro la lavagna: ci rimase anche per l’orasuccessiva. Se ne fece un baffo, stava bene lì ebasta. Il giorno dopo, spiegavo la geografia: ioalla geografia ci tengo. Uno deve sapere sem-pre dov’è e dove stanno “gli altri”. E’ impor-tante perché stimola la curiosità, riempiel’aria di “perché” e chi ha buona memoria fabella figura. Ma c’è sempre uno, in questicasi, che fa il furbo. Ho la canna in mano, stoindicando alcune regioni d’Italia, perché pro-vocarmi? Una sviolinata sulla coppa: é unavvertimento. Ma quello non demorde, misento addosso gli occhi del ragazzo col qualeho fatto la strada insieme qualche mese addie-tro. Stavolta picchio sulle mani, ci metto unpo’ di cattiveria, voglio fargli capire che facciosul serio. Mi giro, spiego per qualche minutonel più assoluto silenzio, poi qualcuno ride.E’ il solito rompiballe. Gli chiedo cosa stavospiegando. Non ride più, mi guarda e tace.Sorride solo quando esce di classe: sistemarlodietro la lavagna non ha più senso.Eppure non è uno stupido, è questo che mi fa

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arrabbiare! Perché si comporta in quel modo,allora? mi sono chiesto. Il bidello ogni tantospiffera la sua opinione, visto che il ragazzo èpiù in corridoio che in classe. Quello noncambierà mai, dice: E’ bacato. Una mela mar-cia si butta, lasciarla in mezzo alle altre fa solodanni. Ho mandato a chiamare suo padre: larisposta? Se lo lasciavo a casa gli facevo unpiacere. Aveva bisogno di braccia, il frumen-to e il granoturco non si tagliavano da soli,quindi... Quindi, niente da fare! Il ragazzorimane a scuola: il frumento e il granoturcopossono aspettare, gli ho detto. Erano anniche facevo quel mestiere..., sì, c’era stata laguerra di mezzo e con tutte le sue conseguen-ze, ma non ero uno sprovveduto. Ormai sitrattava di una questione personale tra me e ilragazzo. Usai le cattive, poi, visto che nonottenevo grossi risultati e lui pensava già diavermi in pugno, continuai per la stessa stra-da. I suoi compagni andavano a ricreazione?Lui no. Lui e io no. Gli rispiegavo la lezioneguardandolo dritto negli occhi: li avesseabbassati almeno una volta! Mi ricordo diaver fatto poche ricreazioni assieme ai ragaz-zi, fuori in cortile. Mi mancavano. Li sentivogridare e correre attorno al grande ciliegio,avrei voluto essere in mezzo a loro… Il restodella classe mi seguiva con attenzione, eranopochi quelli che non ci “arrivavano”, sopperi-vano con la volontà dove non arrivava latesta. Con le lezioni per casa non scherzavo,ognuno doveva fare la sua parte. “Lui” lofaceva apposta: una volta se le scordava a casa,una seconda aveva perso il foglio, una terza...,insomma ogni scusa era quella buona permettersi in mostra, uno che non si piega anessun costo. Non mi conosceva bene, ilragazzo. Le lezioni erano finite, la classe anda-va a casa? Lui no. Io e lui, no. Indicavo unpunto sulla carta geografica e volevo unnome: niente nome? Mani tese, guai se lespostava di un centimetro! Non fiatava, eraorgoglioso; ricordo di non averlo mai sentitolamentarsi. La sua pagella del primo trimestrefu un disastro: italiano, storia e geografiaquattro meno meno. Non potevo aiutare unragazzo che faceva di tutto per dimostrare la

sua avversione per tre materie così importan-ti. Ad un certo punto giunsi alla conclusioneche forse ero io la causa di tutto. Ero il pro-fessore sbagliato per un alunno sbagliato. Ilpadre del ragazzo firmò la pagella a occhichiusi, una croce che fu per me come unapugnalata allo stomaco. Un giorno, uno deitanti che i ragazzi passavano all’aperto mentrenoi invece, eravamo tra i banchi ripassandouna lezione che uno dei due nemmeno ascol-tava, gli dissi cosa pensavo di lui. Pane al panee vino al vino. Gli chiesi cosa volesse fare dellasua vita. Non mi rispose. Aggiunsi che la suavita era solo sua e di nessun altro. Ne hai unasoltanto, gli spiegai, buttarla via che senso ha?Tuo padre ha siglato la pagella senza saperecosa firmava. Una croce che non ha senso:vuol dire soltanto che tuo padre non sa legge-re e scrivere. Vuoi diventare come lui? Gliparlai chiaro, quella volta. La vita ha le suestagioni, stai buttando al vento la tua prima-vera, dissi. Fu l’unica volta che lo vidi abbas-sare lo sguardo, gli occhi puntati sul pavi-mento dell’aula. Tu non fai niente per cam-biare direzione, rifiuti la scuola solo per pun-tiglio. Avevo fatto l’impossibile. Continuareancora per quella strada non aveva senso. Ionon ero votato al sacrificio; in poche parole,non mi sentivo un martire. E poi c’erano glialtri, tutti gli altri ragazzi da seguire. IlVangelo era una cosa, il programma scolasti-co un’altra. Io andavo avanti, non potevo fer-marmi a raccogliere chi, pur con gambebuone, stava seduto a guardare. Non lo sbat-tei più dietro alla lavagna o fuori dalla porta;qualsiasi cosa facesse per me andava bene lostesso. Voleva “scaldare” il banco tutto l’anno?Benissimo! Voleva rimanere a casa? Padronedi farlo. Le cose cominciarono a cambiare daquel momento. Me ne accorsi subito. Orataceva e ascoltava. Poi cominciò a risponderea qualche domanda. Non so come, ma diven-ne amico per la pelle del più bravo della clas-se: si odiavano cordialmente, prima. Ricordola rabbia nel suo volto quando gli fu conse-gnata la pagella del secondo trimestre, ancoracon troppe insufficienze. Anche se dentro dime il cuore quasi mi scoppiava, rimasi impas-

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sibile. Anzi, gli propinai un sorriso quasi discherno, come a dire: ma cosa ci si può aspet-tare da uno come te? Ricordo che non michiese mai niente, ricordo matite mangiuc-chiate mentre tentava di impostare un tema,ricordo sguardi rivolti al soffitto, cercandol’ispirazione giusta per una frase che non gliveniva. Ricordo il suo viso alla consegna dellapagella, terzo e ultimo trimestre. Aveva unostrano sorriso tra le labbra guardando tuttaquella lunga fila di sei. Aveva vinto. Ci strin-gemmo la mano e ci guardammo a lungo.Nessuno dei due abbassò gli occhi, quellavolta. Le strade della vita separano e ricon-giungono. Ho cambiato ancora sede scolasti-ca. Quel ragazzo non l’ho più rivisto. Chissà,forse si è dimenticato di me. Una scuola valel’altra, un professore vale l’altro: in fondo, eroun professore come tanti. Lui, invece, mi èrimasto dentro. Uno dei pochi…

L’alunnoRicordo il mio primo giorno di scuola allemedie: la prima ora con il prof. di italianol’ho passata a chiacchierare, la seconda dietrola lavagna. Diciamo che io e la lavagna siamodiventati amici da subito. Non che mi spia-cesse tanto. In fondo ho sempre avuto unapassione: quella di farmi notare a tutti i costi.Anche a casa la stessa solfa. Con quattro fra-telli più vecchi di me che mi passavano divolta in volta calzoni, maglie, scarpe e qualchegiacchetta, io cercavo di non farmi mettere“sotto”. Sì, dico la verità: sono sempre statoun ribelle per natura. Non mi piaceva leggereed ero negato per la scrittura. (Con le altrematerie non andava tutto a gonfie vele, natu-ralmente! Ma, in qualche modo, me la cava-vo) Devo dire che io e l’italiano non eravamofatti l’uno per l’altro, questo è certo. A scuolail professore non scherzava. Lui faceva il suolavoro e non voleva rompiscatole tra i piedi.Se uno distraeva i compagni quando spiegavala geografia, per esempio, non perdevatempo. Allungava la canna e giù un colpettosulla coppa: primo avviso! Il secondo finivasulle mani allungate sopra il banco: guai aritirarle! Ne prendevi il doppio! Alla terza

“passata” io non ci arrivavo mai perchè ero giàfuori dalla classe da un pezzo. Dopo la lava-gna, ho conosciuto il corridoio della scuola.Ricordo che il tempo non passava mai.Passava invece ogni tanto il bidello, con quelsorriso “da pedate sui denti”: scuoteva la testacome a dire “sei sempre il solito, non cambimai”. Che razza di ragionamenti! Io ero sem-pre io, non potevo essere un altro. I miei cifacevano un baffo alle note che portavo acasa. Avevano altro per la testa, loro, altro chestudiare! C’erano i campi, c’erano le bestie,c’era sempre da lavorare, il tempo non basta-va mai, l’alba arrivava troppo tardi e il tra-monto troppo presto. Mio padre parlò solouna volta col professore di italiano. Dissequello che c’era da dire e poi tornò a casa. Sela scuola non voleva suo figlio, nessun proble-ma! C’era bisogno di un paio di braccia inpiù, nei campi: gli facevano quasi un piacerese lo mandavano via. Il professore s’impuntò.Per lui era diventata una questione personale.In tanti anni che faceva quel mestiere, primae dopo la guerra, disse che non gli era maitoccata una cosa simile e non intendevacominciare il nuovo anno scolastico con quel-la che lui chiamava “una sconfitta”. Usò lecattive, continuando a usarle con perseveran-za per parecchie settimane. Quando gli altriandavano fuori per la ricreazione, io rimane-vo in aula col professore che rispiegava lalezione. Ci guardavamo in faccia. Non ricor-do di aver mai abbassato lo sguardo e nem-meno lui. Ricordo anche di non aver maifatto ricreazione in quel primo trimestre.Quando ci dava le lezioni per casa, mi chiede-va se avevo capito bene. Non ero uno stupi-do, solo mi seccava quel tono di voce damenarrosto: per chi mi aveva preso? Così, unavolta fuori dalla scuola, facevo apposta adimenticarmi quello che aveva appena spiega-to. Sapendo che mi sarei presentato con lemani in mano, il prof. mi aspettava al varco.Quando il resto dei miei compagni andava acasa, io rimanevo al mio posto. Duro io eduro lui. Dovevo svolgere le lezioni che “nonavevo avuto voglia” di fare a casa. Lui ci tene-va in particolare alla geografia: la lunga canna

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che indicava ogni tanto un punto sulla cartageografica a cui io dovevo dare un nome, nonserviva soltanto a indicare una città o unaregione. Se sbagliavo, la canna si spostavadalla mia parte. Io non fiatavo, naturalmen-te... Anche per non dargli la soddisfazione divedermi umiliato. Erano tempi in cui le manisi coloravano di un rosso vivo e non solo peril freddo: ricordo però di non aver mai detto“ahi”! Dopo il primo trimestre, per arrivarealla media degli altri compagni di scuola,dovevo sommare i miei voti almeno tre volte.Mio padre firmò la pagella senza neancheguardarla: una bella croce di traverso, io chelo fissavo senza parlare. Il maestro, un giornoche gli altri erano fuori a giocare, mi chiesecosa volevo fare della mia vita. Io non seppicosa rispondere: non lo sapevo proprio. Luiaggiunse subito che era una domanda impor-tante, che dovevo pensarci perché la mia vitaera solo mia. Ne avevo una e la stavo sprecan-do per puntiglio. Tu lo sai che è vero, lo sai enon fai niente per cambiare direzione. Poi miparlò anche delle stagioni. Disse che ne stavosprecando una, forse la più importante, quel-la in cui si semina. “Stai buttando via la tuaprimavera...”, disse più o meno così. Parlò chiaro, quella volta. Fu la sola volta incui abbassai gli occhi. Rimasero parole sospe-se per aria, dimenticate con l’andar deltempo. Io continuai a fare il fesso, il maestrosmise di fare il duro. Forse si era arreso. Forseaveva capito che con me non c’era niente dafare. Ero un caso senza speranza, uno che nonavrebbe mai combinato niente di buono nellavita. Smise anche di guardarmi negli occhi:evidentemente non c’era più niente da scopri-re. Non vidi più il retro della lavagna e nem-meno il bidello fuori dalla porta. Il dorsodelle mie mani non si colorò più di rosso, labacchetta, adesso, era sempre tesa verso lagrande carta geografica appesa al muro. Erouno che stava in classe per scaldare il banco,mi aveva detto. Un “nessuno” tra i tanti“qualcuno” che, in un modo o nell’altro,avrebbero superato lo scoglio della seconda.Una cosa mi seccò, a quel punto. Non ero piùal centro dell’attenzione, il prof. mi aveva

messo da parte e questo non mi andava giù.Prima cominciai a stare attento a quello chespiegava l’insegnante, poi a farmi un amicoparticolare: il “secchione” della classe. Erauno che viveva di antipatie, difficile entrarenelle sue “grazie”. Ci riuscii dopo innumere-voli tentativi. Fu in occasione di una disputatra alunni: volarono parole grosse, qualchespintone di troppo e giù a menar le mani. Iopresi le sue difese, quella volta, anche se nonaveva proprio ragione: da quel giorno comin-ciò a darmi una mano. Alla fine del secondotrimestre la mia pagella migliorò. Di poco,ma migliorò. Il prof. non fece commenti.Continuò a ignorarmi. La strada era ancoralunga, poteva succedere di tutto. Il terzo tri-mestre fu come salire una scala con un saccodi patate sulla schiena, una sfida vera e pro-pria. Avevo poco tempo a disposizione; sco-prii che si poteva studiare anche di notte, sco-prii quale maledizione fosse il sonno. Nonfurono le sole scoperte che feci. Mi accorsiche ci tenevo a una primavera che mi stavasfuggendo di mano. Non volevo, come miopadre, “vedere qualcosa che non capivo”.Volevo scrivere con chiarezza il mio nome ecognome per intero, non due segni in croce.Volevo poter scrivere anche i miei pensieri.Ora sapevo cosa fare della mia vita: volevocon tutte le mie forze andare in terza media. Non so come, ma alla fine la spuntai…Sono passati degli anni, adesso ho una “certaetà”. Ogni tanto i miei nipoti guardano lemie mani: sono mani grezze, da piccone epala per intenderci, ma sanno anche teneretra le dita una penna, sanno scrivere quelloche ho in mente e di più. A volte i ragazzi mifanno delle domande alle quali non so sempredare una risposta. Allora invento qualcosa deimiei tempi, non li lascio mai a bocca asciutta.Penso anche ad un professore d’italiano ditanti anni fa, alle sue domande sulla vita. Orache saprei cosa rispondere, lui non c’è più. Sen’è andato da tempo: a una “certa età” capitaanche di dover morire. Chissà se ha mai pen-sato a me qualche volta. In fondo, chi ero io?Solo uno dei tanti. Lui, invece, è stato per me uno dei pochi...

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1943/44 classe 3a BAvviamento Commerciale,Direttore Pietro Bonometto.

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L’album dei ricordi

1933/34 classe 1a CAvviamento Commerciale conil Prof. Corrado Gabriotti.

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1952, classe 1a BAvviamento Commerciale conil Prof. Antonio Baggetto.

1959, classe 2a AAvviamento Commercialecon il Direttore Umberto

Meropiali e la Prof.Giuseppina Montanari.

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1958. Direttore Meropiali,Segretario Mario Caberlon,Applicata Maria NivesStevan e i Bidelli Lago,Tanesco, Maria Citton,Emilia e Luisa.

Il Collegio dei Docentidel 1956-1957 festeggia,a scuola, la fine dell’annoscolastico.

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Il Maestro Giuseppe Bassidirige l’Inno Nazionalein uno dei saggi ginnici

degli anni ’60.

Volteggio al cavallo e allacavallina in un saggio ginnico

degli inizi anni ’60.

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Prof. Jolanda Brotto, lezionedi Dattilografia, 1964.

1973/74. Preside GiuseppeMontanari e Prof. MarioBenetti.

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Anni ’70. Prof. AnicettaAndreatta e Preside Giuseppe

Montanari.

1974. Prof.ssa Passuelloe Preside Montanari.

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I documenti

Delibera di istituzione dellaScuola Tecnica Comunaledel 5 agosto 1908 - pag. 1.

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Delibera di istituzione dellaScuola Tecnica Comunaledel 5 agosto 1908 - pag. 2.

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Delibera di istituzione dellaScuola Tecnica Comunaledel 5 agosto 1908 - pag. 3.

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Delibera di Intitolazionedella Scuola Tecnica

Comunale a Giusto Bellavitisdel 30 agosto 1911 - pag. 1.

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Delibera di Intitolazionedella Scuola TecnicaComunale a Giusto Bellavitisdel 30 agosto 1911 - pag. 2.

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Delibera di Intitolazionedella Scuola Tecnica

Comunale a Giusto Bellavitisdel 30 agosto 1911 - pag. 3.

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Elenco docenti A.S. 2008/2009e personale A.T.A.

Dirigente ScolasticaMarchetti Anna Rita

DocentiAbate Aniello Sc. MatematicheAmbroso Chiara LettereArtuso Sonia Ed. MusicaleBaggio Emanuela LettereBassetti M. Riccarda Ed. ArtisticaBenedetti Gian Paolo LettereBenetti Tito Fiorenzo Ed. MusicaleBianchin Stefano SostegnoBolcati Daria SostegnoBonato Lorella LettereBorgo Elena Ed. ArtisticaCaccavale Fiorella LettereCacciola Agata Daniela Sc. MatematicheCalamosca Giuseppe Ed. MusicaleCapovilla Mariangela IngleseCarli Cristina LettereCarotti Matteo Sc. MatematicheCasarotto Valentina TedescoChecchia Annamaria SostegnoChemin Fiorella LettereCirillo Enrica Anna Sc. MatematicheConiglio Emanuela IngleseCorrias Francesca LettereD’Arpa Angelo LettereD’Errico Pablo Guillermo SostegnoDal Soglio Giovanna SostegnoDi Michele Marcella SostegnoDi Stasi M. Antonietta Ed. FisicaFabris Francesca Maria Sc. MatematicheFabris Nadia Paola Ed. ArtisticaFerrazzi Claudio SostegnoFruncillo Ciro TecnologiaGazzola Florindo Sc. MatematicheGecele Luciana TecnologiaGeremia Giuseppe ReligioneGuidolin Elisabetta Lettere

Lacedelli Giovanna FranceseLazzarotto Patrizia LettereLeggio Ferdinando TecnologiaLobbia Gianluca SostegnoLoro Luigina ReligioneLovisetto Silvia LettereMarchesini Michela TedescoMarcucci Raffaella LettereMartini Adelina Sc. MatematicheMazzoran Stefania IngleseMoro Ugo SostegnoMozzanega Loretta LettereMusto Francesca LetterePassarin Sandro SostegnoPattanaro Ada Ed. FisicaPuoti Dionisia LettereRizzato M. Giovanna SostegnoSatta Norma TecnologiaSignorini Daniela IngleseSimonetto Federica LettereStrappazzon Alessandra Ed. FisicaTessarolo Maria Teresa FranceseTrevisan Sabrina SostegnoVigne Laura LettereZanini Giovanni SostegnoZiche Valentina SostegnoZilio Roberto Sc. Matematiche

Centro E.d.A.Barina Paola Sc. MatematicheFavero Maria Teresa IngleseFiorini Marigrazia DocenteLotano Giovanni LettereMureddu Santina DocentePeruzzo Luigi TecnologiaValerio Marilisa Docente

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30 marzo 2009, sede diVia Leoncavallo.

Collegio dei Docenti ePersonale della Scuola.

Il personale della segreteria.

Direttore S.G.A.Comacchio Tiziana

Assistenti AmministrativiBordignon LuciaPanico SaverioPiovesan Maria Sambugaro Michela

Collaboratori ScolasticiBonamigo MichelaCeccon DanielaGheno MassimoPasqualini ChiaraPerin GiancarloPezzin PaolaPiotto Maria ChettiPiva JenisPizzato CarmenTellatin Anna Maria Giudici Nicoletta (E.d.A.)

La locandina del Concertoideata dal Prof. Ciro Fruncillo.

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Le classi del 100° anno

Classe 1a ABagarollo EdoardoBencharnia LeilaBertocco AndreaChemin DavideGiordano AnnaGiordano GiuliaGrego AlessandroGuazzo Dora LisaJasarovski ErvinLeder RiccardoMarin AriannaMion ElisabettaMoro AlessandroMoro IreneMoro IsabelleNeuba Adjo Anna MariaPoli RiccardoScaggiari Fabio AlbertoSebbar KawtarSguario EmanueleTasca AlessandroToffano SimoneTumolero AnnaVidale Giorgia

Classe 2a AAbate SofiaAvitabile Giovanna Baù LaraBordignon NicolettaCarraro AlbertoCavicchiolo FedericoGancear AndreiGrego MarcoGuderzo AndreaLalam OuissalLazzarotto MarziaLuboya M. M. JonathanMaddalozzo MarcoMarchioro Jasmine AndreaMilani MattiaNastic AndjelaPerin BarbaraProietti Peparelli AliceTalpo ShonTasca LeonardoTurcan TrofimasZaccarelli UmbertoZanella AlessandraZonta Maila

Classe 3a ABaggio GiovanniBertelle ManuelBonaldi Anita

Coroian ElenaCorradin KettyDalla Zuanna EdoardoFaccio MartinaFiorese GiuliaGancear AnastasiaMaddalozzo MatteoMarcolin ClaudiaMerlo ElisabettaMoro ElenaMoro Mauretto GiacomoPeralta Jowy AlfredoPicone JohnnySanna DavideTopal NataliaTrevisan FedericaTumolero AliceYamoul MoniaZonta AlviseZonta Emilio

Classe 1a BBasso SofiaBonato FrancescaCarinato SerenaDalla Pellegrina AngelaDannoun NadiaGheno MarcoLago ValentinaLopresti Manuel GiuseppeMoro BenedettaNaclerio MartinaNovello FrancescaPiccinni MattiaPizzato AndreaPizzato AlbertoPolimeni SaraScalcon AndreaSettin GloriaTommasi MartinaTosin RiccardoZampierin LucaZanchetta Erika

Classe 2a BAru MartinaBerti MatteoBonato LauraCampagnolo ChiaraCampesan MatteoCrecca LauraDisegna DavideGarioni ElisaGheno StevenLuca VeronicaMarsilio Magda

Miotto OttaviaPan AndreaPan Francesco BrunoParis MirkoPolo LeonardoRuzzante RobertaSalomon AndreaScalco EdoardoStrappazzon MichelaTosin MartinaValle AndreaXiong MargheritaZampierin DanieleZonta Ludovica

Classe 3a BBonato ManuelBrianese DavideBrocchi Colonna GiuliaCaldana GiacomoCoracin VeronicaDe Antoni LiviaGastaldello GiovanniGiacobbo DeborahGuazzo AlessandroLucato GiovanniLuisetto RebeccaMaiorana ChiaraMalajka Syndi NikolMarcadella GiulioPierobon GiovanniRizzollo FrancescaSabbadin LuciaSartore AlessandroSettin GiuliaTosin AnnaZanetti MattiaZen FilippoZen Giorgia

Classe 1a CConte FrancoCosta GiacomoDal Ponte LudovicoDalla Zanna FilippoEl Barami SihamFranzella Ghisla GiuliaGhebrehiwet MeronGnozzi AndreaLazzarotto AndreaLunardon EdoardoLunardon LucaMarcadella MatildeMenene AssetouPizzato EnricoTomsig Saliman

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Vettori AliceZonta ClaudiaZonta GiacomoZonta Aurora

Classe 2a CAbate ChiaraBara Abdoul KarimBlagojevic GordanaCavalli ElenaCavallin VanessaCerantola AnnaCortese ChiaraFiorese MattiaIlie Andrei LucianKostic NikolaMaida MichaelMarcolin AlessandroMenegon ClaudiaMezzalira DavideMoro StefanoMuratouska RaminaSalmaso ElenaSvizzera ValentinaSerraiotto RiccardoTemperato EdoardoVivian RiccardoZilio LeonardoZonta Sofia

Classe 3a CAraujo Izquierdo Naury YamileBao GiuliaBertelle PatrickBuratta ElenaCampagnolo FilippoCampagnolo IlariaCampana MatteoChemin LucaCondrache CiprianFaccio FilippoGrigoletto CesareKura ErisMarcato RiccardoMora Maria KatarinaNaclerio AndreaPilo di Capaci MartinaPison LucaScomazzon ClaudiaTalpo OmarTessarolo StefanoTrusgnich Alessia

Classe 1a DAglietti GiacomoAlban BenedettaBakic TeodoraBittante SimoneBlin Motchian SerafinoBonan SofiaBonato SamueleBranchi BeatriceDal ben BeatriceFiorese ChiaraFlorio NicolòFrancescato Nicola

Garlini AnnaGiandesin AlbertoLuzon JeffryRuperti LorenzoSartori ChiaraStevanin EmmaTomatis EmmaZampierin Alberto

Classe 2a DAbba OssamaBaggio GiacomoBernardi SaraBianchin IlariaDalla Palma DanielDi Tillo AliceGnesotto NicolòLancerin GretaMocellin MichelaNori LauraPizzato LorenzoPontarollo GiorgiaPreve NicolòRas OmarScaggiari Giacomo PietroSchirato PaoloScotton LucaSegato MarcoSerraiotto AriannaSouibri FahdSpanò AndreaTosin SimoneZanin Roberto

Classe 3a DAudisio VeronicaBusatta FrancescaCharrafi YounessChemin GiorgiaDa Re GiorgiaDalla Rizza ElenaDorigatti ValentinaGnesotto LauraLyamouni BrahimMerlo DarioMichielin FrancescaNori AndreaPeruzzo AlbertoPolo AlbertoPrimon FedericaRas AminaRas Ivan NabilScremin MarcoXiong Melania

Classe 1a EAlberton LauraBarbagallo NiccolòBazzotto AndreaBorso EdoardoBravo AngelaCivaro CarmineDahir YoussefFloriani CarolinFuga GiovanniGirardi Giulia

Grego VittoriaLunardon GianpaoloMenon FilippoRomanin LucreziaSica Angela PiaSilvestrini GiacomoSimonetto Youri BenitoZen CarloZolin LeonardoZonta Davide

Classe 2a EAyachi GhofranBaggio FrancescoBresolin LorisCastoldi DanieleCortese FaustoFerraro BeatriceFesta FrancescaFusina BeatriceGarimanno GiadaGusella GuglielmoLissiotto FedericaMenon GiorgiaNaamane El Mouatassim BillahNervo GionaPozzato RobertaReinuaba Ballestero G. MarcelloScanagatta ElisaScodro SilviaTchanile Abdoul MoubarakTimis Roxana NicolettaZarpellon AlbertoZilio AlessandroZilio BeatriceZilio Matthia

Classe 3a EAmarelli DianaAmatuzio PaoloBaccin DimitrjBertoncello JacopoBertoncello VeronicaBizzotto ClaudioBizzotto JonathanFacco LorenzoFantinato NoemiFietta AnnaFietta ValentinaFrezza ManuelaGrego VeronicaLaforteza Kelvin ClydeMariotto FilippoMelchiori AriannaMoretto DanielNicolini GiorgiaPieragnolo AlessiaRossi LauraScotti MattiaSimonetto MirkoSperanza GiuliaSraija MohamedTorresan AlessiaZilio Andrea

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Classe 1a FAmarelli IsaccoAndretta ChiaraBabassana Ruth MartineBaggio ValentinaBaron AlexBertuzzo TobiaBonazzo MatteoErrandi Arevalo AlessandroFantinato RiccardoFantinato SaraFioravanzo JasmineOsmani SaraReato ErikaRustem EmserSimonetto IlariaTeramo SaraZilio Roberto

Classe 2a FAlberti RossellaAlessio JacopoAlessio JasmineAmirata AntonioDos santos EmanuelyEl Moutawakil HindKabashi BesnikLunardon ErosMagalini MarinaMarin Andrea SofiaMasin MichaelMattarucco LisaMindrican Elena FlorentinaMoro GiorgiaOro AlessiaPacurar CristianPellizzari BjornPiotto GiacomoRahmoun KamalScalco FilippoScuccato AndreaValenti Melissa

Classe 3a FBaccin CarlottaBertoncello Mathias DiegoBertozzo AnnaCarollo MartaCecchetti DivinaD’Agnolo MicheleDe Momi ChristopherFantinato ChristianFietta AlessandroFrighetto AntonioFuga AlessiaGastaldello PaolaLazzarotto MatteoMignoli MartinoMocellin LuciaMoletta AlbertoOrlando CristianoPolloniato GiorgiaPontecorvi EdoardoSimonetto BeatriceTasinazzo BrunoTasinazzo EleonoraToso Giovanni

Zahrouni SaraZilio AlbertoZilio Vanessa

Classe 1a GBellò SofiaBonamin DavideCecchin MartinaCortese MatteoFloriani HellisonFrighetto FrancescaIzeiri SeherzadaMarin ElisaMarsilia GuglielmoMezzalira FrancescaNadeem ArbazNdegue Francina TeresaParisotto AndreaPasinato DavidePasinato FedericoPiovesan MatteoPozzato AmerigoSchiavone MatteoSpezzati FrancescoTognon FedericoTosin AlessandroZarpellon Simone

Classe 2a GAlessio GiacomoBaggio TeresaBenacchio EmilyBonato IlariaBrunello MattiaCarlesso SilviaCarta EmilyCerantola NicolaDalla Palma LorenzoDeri ChiaraDiaz Leonardo GabrieleFantinato IlariaFantinato NicolaFietta LucaIandolo MarcoMarostica FilippoMinati LindaParisi AndreaParolin FrancescaRiccadonna MarcoScramoncin SofiaScremin CarlottaVanzetto MaryVisentin FrancescoZanovello GiacomoZarpellon Fabio

Classe 3a GAlessi GiorgiaAuguadro JacopoBaggio FedericaBizzotto MoiraBoin MatteoBonato VeronicaBresolin MartinaBusacca SofiaCampesan Daniele

Charrak AsmaaFantinelli Andrè TimothyFrighetto LucaGrigoletto LauraLazzarotto FilippoLazzarotto MonicaLu Lin LinMarsilia MassimilianoNdegue Gianni PietroPace AlessandroRossi AnithaTasca JuryUrraro RobertoVisentin AndreaWohlers AndreaZen ElisaZilio Laura

Classe 1a HArtuso AlessandroAverna NicolaBaggio DanieleBertoncello GiorgiaBianchin MatteoCavestro ChiaraCosta LucaDimetto SimoneFrighetto ThomasGastaldello LauraGirotto MattiaGubiolo MattiaGuidolin SaraNdoni AnxheloNdoni EnxhiPasinato AlbertoPolizzotti ThomasVenzo ValentinaVisentin GabrieleZen Riccardo

Classe 1a IAdusah TheresaBaggio ElisaCampagnolo AnnaCampagnolo GiovanniCimberle LeonardoFaoro GianmarcoFerro ValentinaFoletto SaraLanaro IlariaLazzarotto LucaLolato CesareMarcolin RobertoMoro DenisPatarnello LucaSabbadin AliceSoffritti BeatriceStefani SofiaStevanin Giorgia Tessarolo FrancescoTorre Gian fabrizioToso Leonardo

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Classe 1a A

Classe 1a B

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L’album dell’A.S. 2008/2009

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Classe 1a C

Classe 1a D

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Classe 1a E

Classe 1a F

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Classe 1a G

Classe 1a H

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Classe 2a A

Classe 2a B

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Classe 2a C

Classe 2a D

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Classe 2a E

Classe 2a F

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Classe 2a G

Classe 3a A

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Classe 3a B

Classe 3a C

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Classe 3a D

Classe 3a E

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Classe 3a F

Classe 3a G

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Classe 3a I

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Indice

La Scuola è dedicata all’illustre matematico Giusto Bellavitis . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 7

Storia della “Bellavitis” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 9

Cronologia dei principali avvenimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 21

Elenco e cronologia dei Presidi della “Giusto Bellavitis” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 25

I Presidi della Scuola dal 1908 al 1978 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 26

I Presidi della Scuola dal 1979 ad oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 33

Elenco e cronologia dei Presidi della S.M.S. “Alessandro Manzoni” . . . . . . . . . . . . . p. 36

I presidi della Scuola Media Statale “Alessandro Manzoni” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 37

Un alunno speciale: Marco Sasso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 38

Le sedi della Scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 40

Buon compleanno Bellavitis! Dal diario di una professoressa . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 42

Omaggio a Gregorio Vedovato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 50

La “Giusto Bellavitis” del 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 51

Il logo della Scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 54

Le nuove tecnologie ed il sito della Scuola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 55

La formazione degli adulti: Centro E.d.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 56

Il Comitato dei Genitori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 57

La tradizione sportiva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 58

Le stagioni della vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 60

L’album dei ricordi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 65

I documenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 71

Elenco docenti A.S. 2008/2009 e personale A.T.A. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 77

Le classi del 100° anno . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 79

L’album dell’A.S. 2008/2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . p. 82

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Finito di stampare nel mese di maggio 2009

Bibliografia essenziale

Archivio Storico e dei Documenti della Scuola Media Statale “G. Bellavitis” sede diVia Colombare e di Via Leoncavallo.

Abate C., Gasparotto M. ,Stappazzon G., Tommasi L., Tosin S. - Bassano 1877 -1954. Immagini di/per una città - Grafiche Tassotti, Bassano del Grappa 1983.

Berti G. - Storia di Bassano - Ed. Il Poligrafo, Padova 1993.

Borin R., Ceccon S. - C’era una volta L’orfanotrofio - Ed. Tipografia Soso, BolzanoVic. 1994.

L’Illustre bassanese - N°19 (1992), N° 32 (1994) - Editrice Artistica Bassano.

Maddalozzo A., Segalla A. - Giusto Bellavitis. Vita e genio di un illustre matematico- Editrice Artistica Bassano, Bassano del Grappa 2003.

Signori F. - Toponomastica storica bassanese - Ed. Bertoncello Artigrafiche, Cittadella 1998.

Trotter A. - La Scuola Tecnica (ora Complementare) di Bassano attraverso le sueVicende - Tipografia V. Fontana, Bassano del Grappa 1927.

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