19.00 Roma 25 marzo 1379, fatta in astrazione.

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  • Roma 25 marzo 1379, fatta in astrazione
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  • O Maria, Maria tempio della Trinit! O Maria portatrice del fuoco! Maria porgitrice di misericordia. Maria germinatrice del frutto, Maria ricompratrice dell'umana generazione, perch sostenendo la carne tua nel Verbo fu ricomprato il mondo: Cristo ricompr con la sua passione e tu col dolore del corpo e della mente.
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  • O Maria mare pacifico, Maria donatrice di pace, Maria terra fruttifera. Tu, Maria, sei quella pianta novella della quale abbiamo il fiore odorifero del Verbo unigenito Figliuolo di Dio, per che in te, terra fruttifera, fu seminato questo Verbo. Tu sei la terra e sei la pianta.
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  • Con questo lume e fuoco della tua carit e con l'olio della tua umilt traesti tu e inchinasti la divinit sua a venire in te, bench prima fu tratto da l'ardentissimo fuoco della sua inestimabile carit a venire a noi.
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  • O Maria, perch tu avesti questo lume, per non fosti stolta ma prudente, onde con prudenza volesti investigare dall'angelo come fosse possibile quello che t'annunciava. E non sapevi tu che questo era possibile all'onnipotente Dio? Certo s, senza veruna dubitazione.
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  • Dunque perch dicevi quoniam virum non cognosco perch non conosco uomo? Non perch tu mancassi in fede, ma per la tua profonda umilt, considerando la indegnit tua; ma non che tu dubitassi che questo fosse possibile appresso Dio.
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  • Maria, fosti tu conturbata nella parola dell'angelo per paura? Non pare, se io riguardo nel lume, che per paura tu fossi conturbata, bench tu mostrassi alcun atto d'ammirazione ed alcuna conturbazione.
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  • Adunque, di che ti meravigli? Della grande bont di Dio la quale tu vedevi; e considerando te medesima, quanto tu ti conoscevi indegna a tanta grazia eri stupefatta; dunque nella considerazione della indegnit e infermit tua e della ineffabile grazia di Dio diventasti ammirata e stupefatta.
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  • Ci scrisse la sapienza del Padre, cio il Verbo; ci ha scritto la potenza, per che fu potente a fare questo grande mistero; e ci ha scritto la clemenza dello Spirito santo, che solo per grazia e clemenza divina fu ordinato e compito tanto mistero.
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  • Se io considero il grande consiglio tuo, Trinit eterna, veggo che nel lume tuo vedesti la dignit e nobilt dell'umana generazione; onde, s come l'amore ti costrinse a trarre l'uomo di te, cos quel medesimo amore ti costrinse a ricomprarlo, essendo perduto.
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  • Ben dimostrasti che tu amasti l'uomo prima che egli fosse, quando tu lo volesti trarre di te solo per amore; ma maggiore amore gli mostrasti dando te medesimo, rinchiudendoti oggi nel vile saccuccio della sua umanit. E che pi gli potevi dare, che dare te medesimo? Onde veramente tu gli puoi dire: Che t'ho io dovuto o potuto fare che io non l'abbi fatto?
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  • Cos veggo che ci che la sapienza tua vide in quel grande ed eterno consiglio che fosse da fare per la salute dell'uomo, la clemenza tua volle e la potenza tua l'ha oggi adempito, s che nella salute nostra s'accord in quel consiglio la potenza, la sapienza e la clemenza tua, o Trinit eterna;
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  • in quel consiglio la grande misericordia tua voleva fare misericordia alla fattura tua, e tu, Trinit eterna, volevi compire in lei la verit tua di darle vita eterna, che per questo l'avevi creata, acciocch partecipasse e godesse di te.
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  • Ma a questo la giustizia tua contraddiceva, allegando nel grande consiglio che, s come la misericordia t' propria, cos la giustizia, la quale giustizia tua permane in eterno; onde, perch la tua giustizia non lascia nessun male impunito, s come nessun bene non remunerato, non si poteva salvare perch non poteva soddisfare a te della colpa sua.
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  • Che modo trovasti, Trinit eterna, acciocch s'adempisse la tua verit e facessi misericordia all'uomo, e che fosse soddisfatto alla giustizia tua? Che rimedio ci hai dato? O ecco fatto rimedio: tu disponesti di darci il Verbo dell'unigenito tuo Figliuolo,
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  • e che pigliasse la massa della carne nostra che t'aveva offeso acciocch, sostenendo egli in essa umanit, fosse soddisfatto alla tua giustizia, non in virt dell'umanit, ma in virt della deit unita in essa. E cos fu fatto e fu adempita la verit tua e saziata la giustizia e la misericordia.
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  • O Maria, io veggo questo Verbo dato a te essere in te, e non di meno non separato dal Padre, s come la parola che l'uomo ha nella mente che, bench ella sia profferta di fuori e comunicata ad altri, non si parte per n separata dal cuore. In queste cose si dimostra la dignit dell'uomo, per cui Dio ha operate tante e s grandi cose.
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  • In te ancora, o Maria, si dimostra oggi la fortezza e libert dell'uomo, perch, dopo la deliberazione di tanto e s grande consiglio, mandato a te l'angelo ad annunciarti il mistero del consiglio divino e cercare la volont tua, e non discese nel ventre tuo il Figliuolo di Dio prima che tu lo consentissi con la volont tua.
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  • Dunque manifestamente si dimostra la fortezza e libert della volont, che n bene n male veruno si pu fare senza la volont; e non demonio n creatura che possa costringerla a colpa di peccato mortale se ella non vuole, n ancora pu essere costretta ad adoperare verun bene pi che ella si voglia, s che la volont dell'uomo libera, che nessuno la pu costringere a male n a bene se ella non vuole.
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  • Picchiava, o Maria, alla porta tua la deit eterna, ma se tu non avessi aperto l'uscio della volont tua non sarebbe Dio incarnato in te. Vergognati, anima mia, vedendo che Dio oggi ha fatto parentado con te in Maria. Oggi t' mostrato che bench tu sia fatta senza te non sarai salvata senza te; onde, come detto , oggi bussa Dio alla porta della volont di Maria e aspetta che ella gli apra.
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  • ma subito che egli fu concepito in te gli fu innestato ed annesso il desiderio di morire per la salute dell'uomo, per la quale si era incarnato; onde grande croce gli fu a portare tanto tempo quel desiderio il quale egli avrebbe voluto che subito si fosse adempito.
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  • A te ricorro, Maria, e a te offro la petizione mia per la dolce sposa di Cristo dolcissimo tuo figliuolo e per il vicario suo in terra, che gli sia dato lume s che con discrezione tenga il modo debito atto per la riformazione della santa chiesa.
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  • Si unisca ancora il popolo insieme, e si conformi il cuore del popolo col suo, s che mai non si levi contro il capo suo. Pare a me che tu, Dio eterno, abbi fatto di lui una incudine, che ognuno lo percuote con la lingua e con le opere quanto pu.
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  • Anco ti prego per quelli che tu hai messi nel desiderio mio con singolare amore, che tu arda i cuori loro s che siano carboni non spenti ma accesi ed affocati nella carit tua e del prossimo, s che nel tempo del bisogno essi abbino le navicelle loro ben fornite per loro e per altrui.
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  • Io ti prego per quelli e quali tu m'hai dati, bench io non sia loro cagione di verun bene, ma sempre di male, perch io non sono loro specchio di virt ma di molta ignoranza e di negligenza.
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  • O Maria, benedetta sia tu tra tutte le femmine in seculum seculi per tutti i secoli, che oggi tu ci hai dato della farina tua. Oggi la deit unita ed impastata con l'umanit nostra s fortemente che mai non si pot separare, n per morte n per nostra ingratitudine, questa unione;
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  • anco sempre fu unita la deit, eziandio col corpo nel sepolcro e con l'anima nel limbo, e insieme con l'anima e con il corpo in Cristo. Per s fatto modo fu contratto e congiunto questo parentado, che s come mai non fu diviso, cos in perpetuo mai non si discioglier. Amen.
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