19 storie per un futuro migliore - Ambiente Sarim...dotate di senso civico finché un giorno…...

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19 storie per un futuro migliore

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    19 storieper un futuromigliore

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    Alfredino e i banditi del Pulito

    istituto comprensivo “g. romano”classe prima A Anche in un paesino che non vi dico, abbelli-to con casette colorate, vialetti alberati e una scuola tinteggiata color del cielo, finalmente si fa la raccolta differenziata. I cittadini, ogni sera, versano negli appositi contenitori l’umi-do, il secco, la plastica, la carta e il vetro. Un bel mattino, con grande meraviglia, tutte le vie del paese si trovano imbrattate dall’immondi-zia tolta dai cassonetti e sparsa di qua e di là. Il Sindaco, pensando alla reazione di qualche cit-tadino fa affiggere un manifesto minacciando con una multa chiunque si fosse reso colpevole di tale atto. Durante la notte, tutti i manifesti vengono stracciati e l’immondizia viene sparsa per le vie del paese. Del fatto ne parlano anche le insegnanti nelle rispettive classi, visto che gli alunni erano stati abituati a gettare la carta, i rifiuti delle merendine e le bucce della frutta, in appositi cestini.

    Alfredino, bambino molto interessato alla raccolta differenziata, disse: «Bisogna fare qualcosa, adesso partiremo all’attacco. Forme-remo una squadra di banditi e sconfiggeremo il malfattore». Chi era il malfattore? Mu’ nezz, un cittadino che viveva da solo, vestito con stracci e sempre sporco, barba lunga, capel-li arruffati e unti sempre pronto a rovistare nell’immondizia, perciò contro la differen-

    ziata. Non amava vedere il paese pulito e per reazione ogni notte ne sporcava le vie svuotan-do i contenitori. Bisognava necessariamente fermarlo. Parte così il piano di Alfredino con tutta la sua squadra. Per far paura a Mu’ nezz bisognava attrezzarsi con costumi da bandi-ti e pistole finte. Fu così che tutti i bambini cominciarono a rovistare in vecchi bauli alla ricerca di costumi e pistole e, per nascondere il viso, il rossetto della mamma.

    Tutto era pronto i bambini si erano travestiti e nascosti, bisognava aspettare che Mu’ nezz si avvicinasse ai cassonetti situati nella piazza del paese. È quasi mezzanotte, la squadra con in testa Alfredino è pronta all’attacco, si aspettava il segnale convenuto: un fischio di Alfredino. Pian piano un’ombra, sicura di non essere vista, si avvicina ai cassonetti, ma al segnale convenuto i banditi lasciano il nascondiglio e circondano Mu’ nezz. Mu’ nezz è atterrito e spaventato, alza le mani in alto in segno di resa. Lo schiamazzo sveglia i cittadini che si affacciano ai balconi e lo prendono in giro.C’è anche il Sindaco, Mu’ nezz vistosi sco-perto e deriso prova vergogna e con le pistole finte puntate sul viso, giura che non svuoterà più i cassonetti.Fu così che il paese che non vi dico fu insigni-to di una medaglia e di una pergamena con su scritto: comune ecologist

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    C’era una volta Alfredino

    istituto berniero lauriaclassi prima A e prima B C’era una volta un super-eroe fortissimo “Alfredino” che combatteva contro l’uomo spazzatura “Mu’ nezza”. Il super-eroe controlla i cassonetti ma si accorge che, ogni giorno, la spazzatura è a terra e per strada. Un giorno decide di sfidare l’uomo spazzatura, il quale per sfuggire ad Alfredino scivola su una buccia di banana. Alfredino in fretta lo acchiappa e lo consegna ai Carabinieri che lo rinchiudono in una stanza senza finestre, ma con una porta di ferro che ha un piccolo foro per l’aria.Purtroppo “Mu’ nezza” scappa dalla cella rim-picciolendosi e passando dal foro della porta.Alfredino aiutato dall’amica Taiga, unendo i loro super-poteri, spediscono l’uomo spazzatu-ra su un altro pianeta. Finalmente “Mu’ nezza” non darà più fastidio agli abitanti della terra perché, infatti, quel pianeta si chiama “asteroi-de 010101 solo andata”.Alfredino e la sua amica Taiga, felici, prepara-no uno striscione con la scritta: «Abitanti di tutto il mondo cercate di riciclare il più possi-bile e di ridurre i Fumi dannosi».

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    C’era una volta Alfredino

    istituto berniero lauriaclasse seconda A C’era una volta Alfredino un super-eroe che viveva in una bella città di nome Eboli e che aiutava tutta la popolazione a fare la raccolta differenziata. Un giorno Mu’ nezz, l’acerrimo nemico di Alfredino, si sposò con Malefica Discarica. Insieme diventarono potentissimi e decisero di distruggere l’ambiente e la natura, il loro piano era quello di impedire la raccolta differenziata in tal modo sarebbero riusciti a conquistare la città di Eboli. Per prima cosa rapirono il sindaco e lo sostituirono con un robot. Il falso sindaco fece fare dei manifesti in cui si invitava la popolazione a non fare più la raccolta differenziata emanando una legge che stabiliva di buttare tutti i tipi di rifiuti in una super-discarica vicino al fiume Sele. Così Mu’ nezz e la sua sposa Malefica Discarica intende-vano inquinare le falde acquifere e distruggere tutto l’ambiente. Malefica Discarica giorno dopo giorno, si nutriva dei rifiuti e più cresce-va e più inquinava la natura. A questo punto entrarono in azione Alfredino e la sua nuova

    amica Super-Differenziata, insieme smasche-rarono il sindaco-robot e liberarono il vero sindaco, poi con l’aiuto di tutti i bambini di Eboli furono fatti manifesti e informazioni per fare nuovamente la raccolta differenziata, ma questa volta in modo ancora più preciso e ap-propriato. I genitori e tutte le persone adulte cominciarono a stare molto attenti comprando prodotti con meno imballaggi e meno plastica, facendo, inoltre, un’eccellente raccolta diffe-renziata. Più cresceva la raccolta differenziata più Malefica Discarica si rimpiccioliva, finché scomparve per sempre grazie all’intervento di Alfredino e della sua amica eroina Super-Differenziata!!

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    C’era una volta Alfredino

    istituto virgilio plesso ciofficlasse seconda A

    C’era una volta un supereroe, Alfredino che riuscì a distruggere il suo nemico Mu’ nezz. Siamo nel 2030. È il 21 marzo, nella città di Eboli c’è grande allegria: si balla, si canta, si ci scambiano doni, fiori e dolci… È la giornata della pace. Anche nella scuola di Cioffi le maestre distribuiscono dolci e cioccolate, libri e doni. I ragazzi sono così felici che lo studio sembra un gioco.«Maestra, è fantastica questa giornata, ma com’è nata?» «Ve la racconto volentieri per-ché senza questo giorno, non saremmo qui!» rispose la maestra. «Dovete sapere che tanto tempo fa la Terra è stata molto malata per colpa delle persone incivili che inquinavano e il Signor Mu’ nezz era dovunque, coi sacchetti di plastica s’intrufolava persino nello stomaco dei delfini e delle balene. Insomma c’era il caos, la Madre Terra Gea si ammalò e smise di girare per il peso della spazzatura. Ma i rifiuti aumentavano… finché un giorno qualcuno inventò le discariche in cui Mu’ nezz la fa-ceva da padrone… Però si sentiva una puzza tremenda, l’aria era irrespirabile, tutti i liquidi inquinavano i fiumi e i mari. Allora pensarono che fosse meglio bruciare i rifiuti…»«No, vi prego il fuoco no!» supplicava Mu’ nezz. Si costruirono gli Inceneritori, ma si in-quinava l’aria con una sostanza tossica. I danni sulla salute erano tanti e rischiavano di morire uomini, donne, bambini e anche la Madre Terra. «E cosa fecero?» chiedevano preoccupati i bambini. «Alcune persone pensarono che la migliore soluzione fosse la “raccolta differen-ziata”.» «Figurati, la gente non vuole perdere tempo. Sarò sempre io il vincitore: Mu’ nezz l’indifferenziato!» gridava Mu’ nezz. «Allora si risolse il problema?» esclamarono ansiosi i bambini. «Purtroppo no! Mu’ nezz aveva ragione! Infatti dopo qualche tempo i risultati

    non erano visibili perché poche persone erano dotate di senso civico finché un giorno… Alfredino con i suoi amici, mentre organizza-vano una caccia al tesoro nel prato della scuo-la, videro rifiuti qua e là alla rinfusa. Allora Alfredino esclamò: Qui bisogna fare qualcosa!» «Anche nel mio quartiere ci sono i rifiuti per terra, Mu’ nezz se la spassa dovunque» esordì un altro «Ma cosa possiamo fare?». «Organiz-ziamo una raccolta di rifiuti, cominciando dalla nostra scuola. Porteremo degli scatoloni dove metteremo i rifiuti, costruiremo una compostiera dove metteremo gli avanzi del cibo e tutto ciò che è biodegradabile. Inoltre pubblicizzeremo la “catena della conoscenza”.» E così fecero. «Sono ridicoli questi bambini, ah ah ah!» rideva divertito Mu’ nezz.«Infatti erano in pochi e il mondo è tanto grande!» sospiravano i bambini.«È sorprendente quello che possono fare poche persone quando uniscono i loro sforzi. Alfredino cercò di insegnare a tutti come era importante la raccolta differenziata e prima in pochi… poi in tanti si dedicarono a un’im-presa enorme ma che avrebbe potuto salvare il mondo.» «Non ce la faccio più, mi stanno dif-ferenziando, mi mancano le forze! Aiutooo!» si lamentava Mu’ nezz. «E ce la fece davvero Alfredino?» «Sì, ce la fece perché le idee hanno una grande forza e Alfredino ci riuscì perché aveva usato il suo cuore, la sua intelligenza e la sua voce. Organizzò dei cortei sui cui cartelli c’era scritto “io voglio vivere”. “tutti i bambini vogliono vivere”. “non lasciate che degli irre-sponsabili uccidano il nostro mondo”.Tutti furono attratti dalle parole di Alfredino. E da allora, eravamo nel 2013, la gente capì quanto fosse importante la raccolta diffe-renziata e si celebrò la Giornata della pace e dell’amore, la pace tra gli uomini e la Terra.»

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    C’era una volta Alfredino

    istituto generale gonzagaclasse seconda B

    bambino: «eboli, che bella città! che grande e importante storia». bambina: «ma che c’è su quel marciapiede? quanta spazzatura! ma che ci fa quella busta piena di vetro lì a terra? e guardate questo bidoncino dell’umido! è pie-no! ma sono le 16,30! e che succede in quella casa?». bambino: «ma quello è mu’ nezz!». mu’ nezz: «signora ma chi ve lo fa fare? metta quella lattina nella busta che le è più vicina. sì, quella del grigio, e non ci pensi due volte. ecco brava!». bambino: «ehi ragazzi ma anche nell’altro appartamento succede! e anche lì e lì! ma… oggi che giorno è?».bambina: «è venerdì! e che ora è?». bambino: «sono le 18,30! quindi?». bambina: «guarda il signor ugo! ha la busta dell’umido in mano!».bambino: «sì, oggi si butta l’umido!». bambi-na: «ma non a quest’ora! qui c’è lo zampino di mu’ nezz!». bambino: «chiamiamo alfredino, forse ci potrà aiutare». alfredino: «taratatatata’! eccomi! adesso tutti insieme pensiamo cosa fare! tic tac… tic tac…». alfredino: «allora, abbiamo visto che sono tante le persone che rispettano l’ambiente e altre però ancora si lasciano tentare da mu’ nezz».bambina: «la signora rosa, anche sapendo l’im-portanza della raccolta differenziata si è lascia-ta convincere e ha messo la lattina nel sacchet-to del grigio». bambino: «e poi il signor ugo, pur conoscendo bene l’orologio ha portato giù l’umido molto prima delle 21,00». alfredino: «dobbiamo fare qualcosa e intervenire subito. adesso ci sono! ho una possibile soluzione.allora… nella nostra bellissima città ci sono tante chiese…».bambino: «e questo che c’en-tra con la raccolta differenziata?». alfredino: «…e ci sono, quindi tanti campanili!». bam-bino: «sì! e allora?!». alfredino: «noi abbiamo sensibilizzato tutti i cittadini, ma quest’azione non è bastata, perché mu’ nezz, purtroppo è

    molto convincente e le persone continuano a essere tentate da lui». bambino: «e quindi? le chiese, le campane… io non capisco che relazione possa esserci». alfredino: «voi siete poco attenti!». bambino: «che vuoi dire?». alfredino: «ogni giorno, più volte al giorno si sentono i rintocchi delle campane. al mattino presto, durante la mattinata, di pomeriggio, di sera…». bambino: «e allora?». alfredino: «basta dire a tutti i cittadini che i nostri bei campanili, da oggi, suoneranno anche per ricordare il rispetto di ciò che ci circonda, la nostra bella piazza, le nostre strade e i nostri momenti!». campane: «signora rosa! attenta! non farti convincere da mu’ nezz! signor ugo, guarda l’orologio e ascolta che dolce suono c’è. questo suono vuole invitarti a rispettare l’am-biente. lascia stare mu’ nezz. che ne pensate cari bambini?!». bambini: «è un’idea stupen-da!». campane: «ebolitani ignorate mu’ nezz! anzi, dimostriamogli come rispettare ed amare la nostra bella eboli!». bambini: «la nostra città è stupenda, ha una storia straordinaria si trova in una posizione geografica davvero specia-le: mare, colline e montagne…». alfredino: «quando le campane suoneranno, ogni mu’ nezz capirà che la catena della conoscenza e il rispetto dell’ambiente ci permetteranno di vivere felici e contenti.allora sì che potremmo dire: eboli, la nostra grande città ha saputo sconfiggere mu’ nezz con una speciale e formidabile arma: l’amore per se stessi e per tutto ciò che ci circonda.

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    C’era una volta Alfredino…un supereroe che amavatenere la città pulita e rispettava la natura

    istituto berniero lauriaclasse seconda B

    Un giorno Alfredino passeggiava nel parco della sua città, Eboli, quando, all’improvviso, vide il suo arcinemico Mu’ nezz che gettava una bottiglia di plastica nel laghetto del parco.Alfredino, furioso, si avvicinò a Mu’ nezz per rimproverarlo, ma lui appena lo vide scappò. Correva, correva sempre più veloce e Alfredino faceva fatica a raggiungerlo. Dopo un po’ lo vide sparire tra i sentieri del parco. Disperato tornò al laghetto per recuperare la bottiglia, ma appena svoltò per riprendere la strada, notò due bambini che avevano fatto un pic-nic sul prato e avevano lasciato a terra tova-glioli, bicchieri di plastica, lattine di coca-cola. Alfredino si sentì ribollire, si avvicinò ai due bambini e disse: “Ripulite subito il prato!”. I bambini gli risposero: “E perché dovremmo pulire il prato?”. Alfredino con gran calma spiegò: “L’erba, l’acqua, gli alberi, i fiori e tutta la natura che ci circonda, sono un dono per tutti gli uomini, un dono che va rispettato perché è nostro! Se voi rispetterete l’ambiente

    potrete vivere in un mondo più sano perché più pulito”. Con queste semplici parole Alfre-dino convinse i due bambini a ripulire il prato e, proprio mentre stava andando via, si accorse che Mu’ nezz aveva ascoltato le sue parole ed era andato a raccogliere la bottiglia che prima aveva gettato nel laghetto. Alfredino allora gli si avvicinò sorridente e gli disse: “Sono feli-ce che anche tu abbia imparato la lezione. Il mondo è nostro e lo dobbiamo rispettare!”. Così dicendo si allontanò soddisfatto di aver fatto capire al suo arcinemico l’importanza dell’ambiente.

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    Alfredino e gli scolarettiimpertinenti

    istituto vincenzo giudiceclasse terza A

    C’era una volta Alfredino, l’eroe ecologico che non si stancava mai di insegnare alla gente ad amare e a rispettare la natura e i suoi ambienti, faceva capire quanto fosse bello il profumo dei fiori nei prati, la frescura degli alberi, l’acqua limpida, il canto degli uccelli, la presenza degli animali e l’ordine degli ambienti in cui si vive.Un giorno Alfredino fu chiamato dalle mae-stre di una scuola. Esse erano disperate perché i bambini sporcavano le aule, i corridoi e i bagni della scuola. La colpa era di Mu’ nezz che si era impossessato delle loro anime. Le aule sembravano porcili: briciole di pane, di biscotti, pezzetti di companatico vario sparsi sui pavimenti, i cestini poi straboccavano di cartacce unte, bicchieri di plastica e trucioletti di colori. Nei bagni alcuni bambini buttavano i pacchetti di fazzoletti nei water e li ottura-vano, si divertivano a scrivere sulle porte e sui muri, lasciavano i rubinetti aperti e allagavano i pavimenti. Era un vero disastro! Mu’ nezz era felicissimo di ciò che riusciva a fare, i bambi-ni ormai erano suoi schiavi e i richiami delle maestre non servivano a nulla.Nel giro di poco tempo nelle aule sporche pro-speravano pidocchi e formichine che si infila-vano dappertutto procurando pruriti e fastidi di vario genere. Alfredino si recò in quella scuola e grazie al suo grande potere di comu-

    nicare con i bambini, parlò con loro, spiegò l’importanza di vivere in ambienti ordinati e li aiutò a pulire le aule con una scopa magica che aveva portato con sé. Catturati dai movi-menti della scopa magica, saltellando e bal-lando insieme ad essa, i bambini iniziarono a riordinare, spolverare e verniciarono perfino di bianco le pareti, così la scuola ritornò pulita. Mu’ nezz li tentava, non voleva che mettessero tutto in ordine, essi però si impegnarono a mantenere la promessa che avevano fatto ad Alfredino: consumavano la loro merendina senza far cadere briciole, accartocciavano bene le carte prima di buttarle nel cestino, chiude-vano bene i rubinetti dei bagni per non bagna-re i pavimenti e addirittura non correvano più nei corridoi. Mu’ nezz era proprio arrabbiato, i bambini non lo assecondavano più, prefe-rivano seguire i consigli di Alfredino, così il perfido signore della sporcizia raccolse tutte le formichine e i pidocchi in un sacco e se ne scappò altrove. Era stato sconfitto ancora una volta. Le maestre erano felici ed orgogliose dei propri alunni. Ogni volta che gettiamo un rifiuto a terra facciamo vincere Mu’ nezz, ma Alfredino è sempre pronto ad intervenire con i suoi insegnamenti, ad entrare nel nostro cuore educandoci all’amore e al rispetto dell’ambien-te in cui viviamo.

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    C’era una volta Alfredino

    istituto generale gonzagaclasse terza A

    nello spazio, a destra della luna, da sette mesi, è ferma lì un’enorme supposta di colore verde e bianco. da una minuscola fessura il topino max osserva con interesse il pianeta terra, pre-cisamente la città di eboli. i suoi occhietti sono spalancati, il suo nasino nero, nero è schiac-ciato contro la fessura e i suoi baffetti sono un po’ all’insù. max è intrappolato insieme al papà, alla mamma, alla sorellina, c’è anche la nonna materna, compari, zie, zii e cuginetti; tutti, proprio tutti, chiusi nella supposta con il divieto do scendere sulla terra. max non si rassegna: vorrebbe vivere ad eboli. lui vuole scorrazzare tra i campi fioriti, i giardini ben curati, vuole scivolare sulle panchine della piazza, vuole fare il fighetto sul viale amendola e magari farsi una doccetta fresca, fresca sotto le fontanelle, ma non si può! la nonna giusep-pina non vuole più vedere max soffrire perciò decide di raccontargli tutta la verità: «tesorino della nonna, devi sapere che sette mesi fa, quando tu non eri ancora nato, a noi, poveri topi, è capitata una tragedia. noi eravamo i “dominatori” di eboli, grazie alla potenza puz-zolente del compare mu’ nezz. mangiavamo a “scoppiapancia” perché gli ebolitani gettavano rifiuti dappertutto, il sole riscaldava tutto il nostro cibo che divoravamo caldo, caldo. per digerire un po’, mu’ nezz ci faceva fare footing sul viale, poi schiacciavamo un pisolino sotto

    l’ombra dei platani. entravamo nelle case per rosicchiare qualcosina, poi di notte facevamo festa, spaventando i gatti. la gente, stanca, chiamò l’imbattibile supereroe alfredino, che arrivò in un battibaleno. cosi, caro max, fu la nostra fine. mu’ nezz non seppe difenderci, tuo nonno perse la vita e noi tutti fummo catturati e rinchiusi in questa grande supposta e lanciati nello spazio. da quel giorno tutti gli ebolitani rispettano le regole per fare una corretta raccolta differenziata, mentre, noi, ahimè!, siamo fermi qui, nello spazio, a destra della luna». sul musetto di max scivola una lacrimuccia di malinconia, ma in fondo al suo cuore c’è la speranza che alfredino possa, un giorno, concedere a tutti i topolini, questa volta senza mu’ nezz, di vivere in campagna, a patto che rispettino la natura e l’uomo che la custodisce.

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    La banda delle 3 R

    istituto giacinto romanoplesso molinelloclasse terza A

    c’erano una volta tre bambini: riccardo, rober-to e renata, meglio conosciuti come la banda delle 3 r, dall’iniziale dei loro nomi erano soliti giocare nel giardinetto pubblico della loro cit-tadina. un pomeriggio, però, mentre si recava-no ai giardinetti sentirono un odore sgradevole e nauseante e videro che tutto il parco giochi era sommerso da rifiuti: bicchieri di plastica, scatolette e lattine di alluminio, bottiglie di plastica e bottiglie di vetro, carta, vestiti, scar-pe, borse e rifiuti organici: pasta, bucce….- da questi rifiuti uscì un omone brutto e maleodo-rante di nome sterminetor, il distruttore della salute, che con le sue lunghe braccia tirava spazzatura da tutte le parti. i tre bambini a vedere tutto questo si riunirono, decisero di chiamare in soccorso amici e parenti; formaro-no tre gruppi, si divisero i compiti e divennero tre super-operatori ecologici, attenti alla salute delle persone e dell’ambiente. il gruppo di riccardo si interessò del riutilizzo dei rifiuti, infatti, tante scatole di scarpe, rivestite con carta adesiva floreale, sarebbero potute diven-tare contenitori di fotografie o documenti. roberto, con il suo gruppo, si occupò di recu-perare vestiti, scarpe, borse ancora in buono stato da poterli donare ai bisognosi. renata si impegnò, con il suo gruppo, a separa-re i rifiuti pericolosi da quelli non pericolosi e

    a fare, quindi, la raccolta differenziata. raccol-sero tutta la carta in un grande bidone bian-co, pensando a quanti quaderni si sarebbero potuti produrre riciclando tutta quella carta; raccolsero tutti i rifiuti di plastica in un bi-done blu, pensando “chissà quante panchine, sedie, tavoli, maglioni si possono ottenere rici-clando tutta questa plastica”. alla fine, il parco era tutto pulito. sterminetor ne rimase sbalor-dito e si arrabbiò tanto, perché lui era abituato a vivere nella spazzatura e respirare aria pulita lo portò alla morte. la bella avventura finì con l’entusiasmo dei bambini, che dal quel giorno, vennero ricordati come la banda delle 3 r, per-ché si erano interessati del riutilizzo, recupero e riciclo dei rifiuti e avevano salvato la salute delle persone e dell’ambiente.

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    Alfredino e il laghetto incantato

    istituto vincenzo giudiceclasse terza B

    c’era una volta alfredino, il super eroe che amava tanto la natura e ne proteggeva tutte le creature. era solito trascorrere un po’ del suo tempo vicino ad un laghetto che gli era particolarmente caro. nelle acque limpide e cristalline nuotavano tanti pesciolini colorati, il sole lo rendeva ancora più splendido quando al tramonto vi si specchiava e lo dipingeva con i suoi caldi colori. l’aria era pulita, gli alberi verdi e rigogliosi lussureggiavano sulle colline intorno, gli uccellini cinguettavano e volavano allegri. ciò che piaceva più di tutto ad alfre-dino erano i bambini che giocavano felici e si divertivano a fare tuffi e salti. a guardarli gli si riempiva il cuore di gioia. era super felice per quell’armonia che si era creata tra uomini e natura. si era impegnato tanto per insegnare e far capire a tutti quanto fosse importante rispettare l’ambiente. un giorno alfredino do-vette allontanarsi poiché in un paese lontano avevano bisogno del suo aiuto, così raccoman-

    dò i bambini di stare bene in guardia e partì. durante la sua assenza un mostro orribile e dall’odore sgradevole, chiamato mu’ nezz si impadronì del lago, versò in esso liquidi vele-nosi, neri e appiccicosi, inquinandolo. in poco tempo il lago divenne una macchia nera, i pe-sciolini erano in pericolo, non riuscivano più a nuotare e a respirare, i fiori appassirono e gli uccelli si allontanarono. i bambini allora, pre-occupati si presero tutti per mano, formarono un girotondo intorno al lago, con tutte le loro forze e in unico coro chiamarono alfredino. l’eroe ecologico arrivò con il suo grosso man-tello munito di tubi e filtri magici, volò sulle acque inquinate e risucchiò tutto quel liqua-me. mu’ nezz cercò di resistere ma fu aspirato dal tubo e disintegrato. alfredino ancora una volta ce l’aveva fatta! con l’aiuto dei bambini aveva risanato il lago, tutto era ritornato come prima, la vita aveva di nuovo trionfato. e poi, che emozione sentire i bambini gridare:

    “proteggiamo la natura! la natura è vita!”.

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    C’era una volta Alfredino

    istituto generale gonzagaclasse terza B

    c’era una volta alfredino, il supereroe ecolo-gista della città di eboli. lui indossava sempre una maschera verde, simbolo del riciclaggio e aveva anche un mantello rosso fuoco che gli permetteva di volare con eleganza sulla città. il supereroe era un bel fusto: alto, forte, mu-scoloso, con i capelli biondi e gli occhi azzurri.era proprio come un principe: il “principe della pulizia!”. proprio per questo tutti gli ebo-litani, quando avevano bisogno del supereroe, lo invocavano urlando il suo soprannome: «pp vieni in nostro aiuto?». la prima “p” per indi-care il principe, mentre la seconda la pulizia! un giorno, mentre alfredino perlustrava eboli, vide per le strade tante cartacce, lattine, botti-glie di vetro, cartoni ecc… sparsi dappertutto: eboli era sommersa dai rifiuti! alzò lo sguardo e riconobbe la “mu’ nezz car” la macchina di mu’ nezz, il suo arcinemico nemico: “il signo-re indifferenziato della spazzatura”. lo spor-caccione in macchina non era solo, con lui c’era tutta la sua famiglia: il papà mu’ nezzone ed il suo fratellino sporcaman. tutti e tre ama-vano sporcare la città: mangiavano un panino e lanciavano dai finestrini i resti, bevevano una bibita e lanciavano dai finestrini le lattine, si soffiavano il naso e lanciavano dai finestrini i fazzoletti, fumavano le sigarette e lanciavano dai finestrini le cicche, insomma erano pro-prio l’incubo di pp “il principe della pulizia!” alfredino vedendoli andò su tutte le furie, così decise di chiamare i soccorsi per poter sconfig-gere una volta per tutte i suoi nemici. arrivaro-no in tutta velocità i suoi aiutanti: il supereroe megaman e la super girl “alfredina”; quest’ul-tima aveva un’arma formidabile “il cristallo

    magico della conoscenza”. alfredino prese il cristallo dalle mani della ragazza e lo indirizzò sui rifiuti che magicamente volarono ognuno in un bidone, che proprio il supereroe aveva, giorni prima, posizionato per le vie della città, per permettere ai cittadini di non sporcare.magicamente, tutta la plastica che si trovava per terra andò in un bidone, tutto il vetro finì in un altro bidone, così fece la carta ecc… i tre supereroi velocissimi, presero una catapulta la posizionarono sotto la mu’ nezz car e con il super potere della pulizia catapultarono i tre “sporcaccioni” nello spazio, che a contatto con l’atmosfera spaziale si disintegrarono. tutti i cittadini furono felici perché, una volta per tutte, il loro supereroe aveva finalmente sconfitto il signore indifferenziato della spaz-zatura. gli abitanti furono sorpresi del potere del cristallo della conoscenza e così chiesero ai salvatori: «perché i rifiuti sono andati per genere, ognuno in un bidone diverso?». alfre-dino rispose: «questo che ho usato oggi per sconfiggere mu’ nezz, miei cari ebolitani, è il potere della conoscenza, perché solo conoscen-do si può salvare il nostro ambiente! è molto importante riciclare i rifiuti nel modo giusto, perché i rifiuti possono essere la vostra ric-chezza! da essi si possono creare nuove cose, si può dare vita a nuovi oggetti, lo sapevate che dalla plastica potete creare dei maglioni di pile che vi possono scaldare per tutto l’inverno?». gli ebolitani da quel giorno capirono che fare la raccolta differenziata avrebbe aiutato loro e protetto l’ambiente, così per ringraziare i loro salvatori, fecero tutti insieme una “mega” festa urlando in coro “bravo pp tu sì, che sei il vero principe della pulizia!”. finalmente tutti insie-me da quel giorno, vissero felici e differenzian-do contenti!

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    Alfredino il Supereroe

    istituto giacinto romanoclasse terza B

    una notte, mentre tutti gli abitanti di eboli dormivano, mu’nnez si era divertito a spargere i rifiuti che aveva preso di nascosto davanti ai portoni dei palazzi di tutto il paese. alfredino, quella notte, non riusciva a dormire; all’im-provviso vide volare, davanti ai vetri della sua finestra, una busta di plastica che, mossa dal vento, svolazzava senza una meta. incuriosi-to si alzò e decise di seguirla. fuori c’era un fortissimo temporale, indossò la sua tuta con il suo mantello magico e corse dietro la bu-sta. la busta di plastica e tutti i rifiuti sparsi, mossi dalle correnti della pioggia, andarono a finire sull’isola della plastica: un’isola situata nell’oceano pacifico (una grande chiazza di immondizia che esiste veramente e galleggia nell’oceano pacifico “il pacific trash votex”) dove moltissimi altri rifiuti galleggiavano insieme a rottami tra le onde e la schiuma del mare. la plastica, non potendo biodegradarsi, si foto degradava, disintegrandosi in particelle che assomigliavano a zooplancton, ingannan-do così le meduse che se ne cibavano, fino a

    morirne. alfredino, basito, escogitò un piano incredibile: decise di dare vita a quella grande chiazza di immondizia del pacifico! mosse il suo mantello magico con grande velocità, e, piano piano, quegli oggetti galleggianti si trasformarono in creature divertenti: gran-chi, spugne e ghirlande che cominciarono a cantare e a suonare; le bottiglie di plastica si trasformarono in grandi palme e i sacchetti di rifiuti in flora e fauna. divenne così l’isola dei sogni! con il tempo fu meta di molti turisti e a prendere le prenotazioni c’era proprio lui, mu’nnez, che, per il bene dell’isola, non solo cambiò nome in ecologic ma ne divenne anche il governatore in nome delle regole che proteggono l’ambiente. alfredino prima di andarsene, salutò tutti e si complimentò con mu’nnez. felice di aver dato vita a quell’isola ecologica, ritornò a casa e tutti gli abitanti di eboli lo premiarono per il suo gesto eroico.

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    C’era una volta Alfredino

    istituto comprensivo matteo ripaclasse terza

    ad eboli è sorto un nuovo quartiere; costruzio-ni nuove, moderne, scintillanti nella luce del mattino. abbassando lo sguardo, però, si nota-no pezzi di ferro, calcinacci, attrezzi e bidoni arrugginiti: i residui del cantiere allestito per la costruzione dei palazzi. «lasciamo tutto così, per quale ragione dovrei sprecare i miei soldi per smaltire questi rifiuti?» queste le parole del costruttore che non si è preoccupato né dell’ambiente né delle persone che sarebbero andate a vivere in quel posto. molte famiglie con figli si trasferiscono, per vivere in quegli appartamenti. inizialmente, i ragazzi sono felici. tutti pensano cha sia solo una questione di tempo, che presto lo spazio sarà ripulito e reso utilizzabile. trascorrono molte settimane, ma niente cambia. gli adulti, presto, si abitua-no alla situazione. i ragazzi trascorrono interi pomeriggi davanti alla tivù ed ai videogiochi, si trasformano: diventano chiusi e solitari.ma un altro problema è in agguato: la ciccia! non potendo correre e giocare, essi finiscono per ingrassare! un giorno, a causa di un gua-sto, manca l’energia elettrica. non funziona-no gli ascensori, né i televisori, tanto meno i videogiochi. i ragazzi devono salire le scale; ma fanno fatica, poiché in sovrappeso. nel pomeriggio, scendono nel cortile e notano che il posto è ancora inquinato. provano ad organizzare un gioco, ma si stancano subito: non sono più abituati a correre; inoltre il peso accumulato li ostacola nei movimenti. una voce emerge dal gruppo: «è colpa nostra; ci siamo lasciati contagiare dalla rassegnazio-ne, invece di lottare per cambiare le cose!». «chi potrebbe aiutarci?» si chiedono i ragazzi. «alfredino… alfredino… dacci una mano!» un coro si solleva con la richiesta di aiuto. «chi ha

    bisogno di me?… come mai tanto inquina-mento?» chiede allibito. «non sappiamo per-ché, ma ad un certo punto non abbiamo più fatto caso alla sporcizia che ci circondava!» si giustificano i ragazzi. io so bene chi è il col-pevole! lui inquina i pensieri ed addormenta le coscienze. quando c’è lui in giro, il mondo diventa sporco e triste; dove arriva porta la sporcizia e la cattiveria. «mu’ nezz, vieni fuori! cosa credi di fare? il tuo tempo è finito!». «hihihi… sono qui nella mente e nei pensieri delle persone; non immagini nemmeno quan-to sia facile intrufolarsi e convincere alcuni a commettere abusi ed altri che non sia possibile contrastare quegli abusi. solo i bambini op-pongono maggiore resistenza; con loro è tutto più difficile, perché non riesco a farli smettere di sognare». «bambini! ora sapete come annul-lare la sua influenza. non dovete credere che le cose non possano cambiare. pensate a come vorreste che fosse la realtà che vi circonda e non smettete mai di lottare. è il vostro mondo, vale la pena spendersi per renderlo un posto in cui sia degno vivere! siate ogni giorno attivi nella “catena della conoscenza”: spiegate a tutti cosa è giusto fare per non inquinare, senza paura degli ostacoli che incontrerete; suggeri-te ai grandi quanto sia necessario impegnarsi individualmente, perché ogni quartiere, ogni paese sia un posto bello nel quale trascorrere momenti sereni e piacevoli». come va a finire la storia? il costruttore, liberatosi dall’influenza di mu’ nezz, provvede a far smaltire nel giusto modo quei rifiuti speciali. i genitori sono tran-quilli, perché i loro figli crescono in un luogo salubre. i ragazzi, con il cortile a disposizione, ritornano a giocare, a correre ed a scherzare. in questo modo viene smaltito anche un altro rifiuto speciale: la ciccia che fa tanto male!

  • 15

    Il supereroe Alfredinosalva dall’immondizia e dona un Ambiente sano

    istituto giacinto romanoclasse terza C

    c’era una volta alfredino, un ragazzo-supereroe rispettoso dell’ordine e amante dell’ambiente. egli viveva in una città di nome cristalwhite, e, con alcuni suoi amici, aveva fondato il club dei bambini ecologisti. alfredi-no e i suoi amici invitavano tutti gli abitanti a impegnarsi a mantenere la città pulita e a dedicarsi alla raccolta differenziata. il club degli ecologisti, però, aveva un grosso nemico: il club amici di mu’ nezz, signore indiffe-renziato della spazzatura, che era formato da giovinastri impegnati a sporcare l’ambiente, a rovesciare i cassonetti per le strade, a mischiare i rifiuti e a creare disordine e confusione. super alfredino e i suoi amici spesso giravano per la città a raccogliere, in appositi cestini, di colori diversi, l’immondizia gettata in modo indiffe-renziato da mu’ nezz e i suoi amici. alfredino, però, non poteva più sopportare che la sua bella città venisse sporcata conti-nuamente e pensò, allora, di riunire tutti gli abitanti di cristalwhite per trovare insieme un modo per fermare mu’ nezz e i suoi amici. si giunse alla decisione di cacciare mu’ nezz e i suoi amici dalla città. mu’ nezz e i suoi amici

    agivano di notte e così il supereroe alfredino pensò di organizzare dei turni di vigilanza notturna: gli abitanti vennero divisi in gruppi e, a turno, si vigilava per le strade. nel frattem-po alfredino chiese al suo amico giò, dotato di poteri soprannaturali, di aiutarlo e giò pensò di dargli un aspiratutto gigante, che raccoglie-va ogni cosa che incontrava davanti. una notte, proprio durante il turno di vigilan-za del nostro supereroe, mu’ nezz e compagni cominciarono a sporcare la città con immon-dizia puzzolente e pericolosa. il supereroe al-fredino bloccò mu’ nezz e i suoi amici, azionò l’aspiratutto gigante e risucchiò mu’ nezz e i cattivi ragazzi, che cominciarono a urlare per lo spavento e per la rabbia di essere stati cat-turati. il giorno dopo, mu’ nezz e i suoi amici cattivi furono cacciati da cristalwhite, furono portati su un’isola deserta, piena di rifiuti, e costretti a rimanere lì, per sempre, a ripulire l’isola dall’immondizia buttata dai cittadini, che non osservavano la raccolta differenziata.il supereroe alfredino e i suoi amici, invece, furono ringraziati dalla popolazione di cri-stalwhite e furono premiati con una medaglia d’oro per aver contribuito a catturare mu’ nezz e per avere reso la città più pulita e ordinata.

  • 16

    Alfredino alla riscossanella Piana di Eboli

    istituto virgilio plesso cioffi classe terza

    alfredino supereroe ecologista, ormai quasi stremato dalle continue cattiverie di mu’ nezz decide di dover trovare una soluzione efficace. pensa e ripensa, volando sulla città di eboli, a trovare un piano per sistemare una volta per tutte la situazione “rifiuti”, ad esempio avreb-be potuto fargli seguire lezioni di educazione ambientale… mentre volava pensieroso sulla bellissima piana del sele, guardando verso il mare, la marina di eboli, sente risate e grida. «chissà da dove provengono?». si chiede alfre-dino. ad un tratto, si accorge che la pineta e la spiaggia sono sporchissime, piene di rifiuti di ogni specie. e, a ballare tra i rifiuti ci sono mu’ nezz, suo cugino rif (rifiuto) e un altro amico, spazzas. avevano creato un terribile mostro-spazzatura che si aggirava tra le strade, gli alberi, nella spiaggia, perfino vicino alle case. i bambini non potevano più giocare e andare al mare, tutti erano diventati tristi e il cielo era grigio: sembrava fosse inverno per sempre, per tutta la vita! allora alfredino si ricordò di una cosa importantissima: “l’unione fa la forza”;

    così con grande forza volò sempre più in alto, toccò i paesi del mondo: il marocco, con le sue case bianche e colorate, sembravano un arcobaleno; poi, passò su tutti gli altri paesi e raccolse con sé tutti i bambini, e poi le per-sone, e gli alberi e… via… via tutto il mon-do… tutto il pianeta!!! i bambini si davano la mano, si stringevano forte e si aiutavano. poi, alfredino rinchiuse il pianeta in un’astrona-ve che chiamò l’astronave terra. mu’ nezz, rif e spazzas cercarono di sabotare l’astronave, spingendola sempre più giù… giù…giù! nella navicella tutto finiva sottosopra: case, fiumi, laghi e mari, e poi, fiori, rifiuti pericolosi e di ogni genere. allora tutte le persone della terra capirono finalmente che per “tenere in ordine il pianeta” ognuno doveva fare la sua parte, perché la terra è di tutti, così formarono una grande catena umana. rif, mu’ nezz e spazzas capirono la lezione e collaborarono per sempre con il capitano dell’astronave terra, alfredino supereroe! tutto bene, l’astronave terra è salva!

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    Le avventuredi Super Alfredino

    istituto generale gonzaga classe quarta A

    ciao ragazzi, come state? io sono alfredino, il super eroe che difende la natura e come tutti i super eroi anch’io ho un acerrimo nemico “mu’nnezz”. beh! oggi, vorrei raccontarvi la mia ultima avventura. e allora… siete pronti? allacciate le cinture e… via!era una bella giornata di primavera e stavo go-dendomi il mio meritato riposo dopo aver sal-vato la città di eboli dal mio nemico, quando, improvvisamente, la quiete venne interrotta da una gran confusione. mi affacciai alla finestra vi vidi una lunga scia di cartacce, lattine e de-gli strani massi di spazzatura maleodoranti che si muovevano: erano cittadini intrappolati. vo-lai giù e, guardando verso la stazione, vidi altri massi sui binari e la gente sul treno nel panico totale. in fondo alla piazza notai il mio nemico “mu’nnezz” in compagnia di un omino dai capelli verdi per la sporcizia e le unghie lunghe

    e nere come quelle delle streghe, era “sporcac-cino” suo fratello minore, che trasformava in spazzatura tutto ciò che toccava.ahimè! dovevo fare qualcosa. ma cosa? mi nascosi dietro un albero per catturarlo ma “mu’nnezz” se ne accorse e mi sparò con il suo superball facendomi prigioniero. la sua feli-cità era tanta che cominciò a gridare e saltare dicendo: «ho catturato super alfredino». era la parola-chiave per aprire la bolla; così fu e… saltai fuori e lo spinsi nella superbolla sporca. poi, con l’aiuto degli spazzini liberai la gente dai massi e la città dalla spazzatura e tutti in-sieme portammo “mu’nnezz” e “sporcaccino” all’isola ecologica, condannati a differenziare la spazzatura. da quel giorno, per la vergogna, nessuno li ha più visti.

  • 18

    C’era una volta AlfredinoSupereroe ecologista,il suo hobby preferitoera tenere pulita la sua città: Eboli

    Istituto Generale Gonzagaclasse quarta B

    cuna mattina alfredino puliva la sua città, senza lasciare una briciola di sporcizia, come faceva di solito, quando all’improvviso sentì un fragore provenire dal parco verde adiacente al pala sele. si precipitò sul posto per con-trollare e trovò dei bambini che piangevano perché un uomo aveva disseminato spazzatura nel luogo dove stavano giocando. quest’uomo era il suo acerrimo nemico detto mu’ nezz, signore indifferenziato della spazzatura che si divertiva, incurante delle regole della raccolta differenziata, a disseminare per il paese rifiuti di qua e di là. il suo obiettivo era quello di tra-sformare eboli in una discarica a cielo aperto e in un rifugio per gli zozzi come lui.tutto questo rappresentava un pericolo per le piante, gli animali, gli abitanti e le falde acqui-fere che sarebbero presto diventate vittime di percolatus il migliore amico di mu’ nezz.allora alfredino decise che ci voleva un piano per sconfiggere mu’ nezz una volta per tutte e tenerlo lontano dal suo paese.per realizzare il piano che aveva in mente doveva coinvolgere tutti gli ebolitani, donne, uomini, vecchi e bambini. allora, un giorno, volò sul paese lanciando volantini con su scrit-to questo messaggio: «cari amici, so che avete

    a cuore la vostra salute e quella del paese, per questo vi chiedo di aiutarmi a cacciare via mu’ nezz. come? vi chiederete!!! beh! semplice…, dovrete sempre fare la raccolta differenziata, in tutti i luoghi, non solo a casa vostra. non la-sciate mai in giro sacchetti o spazzatura varia. non gettate cicche di sigarette per strada o gomme da masticare. piantate, lì dove potete, fiori e piante. se renderemo questo paese pu-lito, diventerà invivibile per mu’ nezz, perco-latus non sarà più una minaccia per la nostra salute e i bambini potranno giocare in un am-biente sano e pulito». dopo aver letto il mes-saggio tutta la gente, soprattutto i bambini, senza nessuna esitazione, fecero tutto quello che aveva chiesto alfredino. quando mu’ nezz arrivò ad eboli per disseminare la spazzatura e rendere il paese un habitat fetido e puzzolente, come piaceva a lui e ai i suoi amici, trovò una situazione per lui davvero insostenibile, nel paese non si trovava più nemmeno un piccolo sacchetto di spazzatura neanche nell’angolo più remoto. le strade erano state tirate a lustro e ovunque c’erano fiori, l’aria era pulita e i bambini scorazzavano felici e senza paura. quell’ambiente, diventato ormai eco-sosteni-bile, non faceva per lui, allora mu’ nezz scap-pò via a gambe levate con la benedizione di alfredino che gli rovesciò addosso un secchio di acqua e sapone che per mu’ nezz era pro-prio come “il diavolo e l’ acqua santa”. la gente di eboli per ringraziare alfredino lo premiò con “un’ eco-cuore” pieno d’amore e lui, per ringraziare loro della collaborazione, continuò a tenere pulita la città di eboli e a mantenere lontani i pericolosi nemici dell’ambiente: mu’ nezz e percolatus. e fu così che tutti vissero felici e contenti con la raccolta differenziata.

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    C’era una volta Alfredino

    scuola primaria borgoclasse quarta C

    alfredino era un ragazzo che aveva scelto di portare avanti una missione importante: organizzare e risolvere i problemi di una casa chiamata “mondo”. lui voleva che tutto fosse pulito e ordinato e per questo doveva com-battere contro il suo nemico “mu’ nezz”. ogni giorno andava in giro a raccogliere rifiuti e a convincere la gente a non sporcare e a non inquinare l’ambiente. la sua attività diventava ogni giorno sempre più difficile, perché “mu’ nezz” era ovunque. alfredino non dormiva più e una mattina si svegliò con un’idea geniale: chiedere aiuto ai bambini e organizzare con loro la catena della conoscenza con un’attività di informazione. alfredino insieme al suo staff di bambini iniziò a divulgare a tutta la gente e in tutti i posti le parole dell’educazione am-bientale e pian piano “mu’ nezz” fu sconfitto perché la gente capì l’importanza di vivere in un mondo pulito e non inquinato.saggio tutta la gente, soprattutto i bambini, senza nessuna esitazione, fecero tutto quello che aveva chie-sto alfredino. quando mu’ nezz arrivò ad eboli

    per disseminare la spazzatura e rendere il paese un habitat fetido e puzzolente, come piaceva a lui e ai i suoi amici, trovò una situazione per lui davvero insostenibile, nel paese non si trovava più nemmeno un piccolo sacchetto di spazzatura neanche nell’angolo più remoto. le strade erano state tirate a lustro e ovunque c’erano fiori, l’aria era pulita e i bambini sco-razzavano felici e senza paura. quell’ambiente, diventato ormai eco-sostenibile, non faceva per lui, allora mu’ nezz scappò via a gambe levate con la benedizione di alfredino che gli rovesciò addosso un secchio di acqua e sapone che per mu’ nezz era proprio come “il diavolo e l’ acqua santa”. la gente di eboli per ringra-ziare alfredino lo premiò con “un’ eco-cuore” pieno d’amore e lui, per ringraziare loro della collaborazione, continuò a tenere pulita la città di eboli e a mantenere lontani i pericolosi nemici dell’ambiente: mu’ nezz e percolatus. e fu così che tutti vissero felici e contenti con la raccolta differenziata.

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    Alfredino: eroe dell’ambiente

    istituto c/da casarsaclasse quinta

    c’era una volta alfredino, un supereroe eco-logista, che viveva in una bella, tranquilla e pulita cittadina in provincia di salerno, eboli. un giorno, da molto lontano, arrivò un uomo sporco e cattivo di nome mu’ nezz che decise di sporcare e, quindi, imbruttire questa città.con il suo potere iniziò a farsi molti alleati tra la popolazione e, in breve tempo, tutte le strade e gli spazi verdi divennero pieni di spazzatura e di plastica. questo accadde perché tutti i cittadini non rispettavano più gli orari e i giorni stabiliti in cui   poter depositare la spazzatura. così i cani e i gatti randagi si diver-tivano ogni giorno a sparpagliare tutti i rifiuti per la città. alfredino, il nostro supereroe, con l’aiuto di tanti bambini desiderosi di salvare eboli, cercò di trovare una soluzione a questo grave problema. situazione ardua e alfredino con tutto il suo impegno non sapeva che pesci prendere. un giorno stava quasi per arrender-si quando seppe la notizia che nella foresta amazzonica   avevano scoperto un fungo in grado di decomporre in pochi istanti la plasti-ca e altri rifiuti che avrebbero, invece, impie-gato diversi decenni per degradarsi.senza pensarci un attimo, alfredino e i bambi-ni partirono per un lungo viaggio.

    arrivati sul posto si avventurarono nelle fitte vegetazioni pluviali della foresta amazzonica, si divisero in squadre composte da quattro persone e iniziarono le ricerche del “fungo miracoloso”. queste ricerche durarono mol-to tempo perché nessuno conosceva il luogo esatto dove trovarlo. solo con l’arrivo di uno scienziato del posto, il signor smith, si riuscì a capire che il fungo si trovava nella parte centrale della foresta amazzonica. una volta individuato, alfredino e il signor smith capi-rono che il fungo in questione sarebbe stato in grado di sopravvivere nutrendosi esclusiva-mente di rifiuti. essi, allora, raccolsero alcune radici di questi funghi con l’aiuto dei bambini e ritornarono ad eboli dove piantarono questi funghi per tutta la cittadina che in breve tem-po venne ripulita e tutto tornò alla normalità.il sindaco felice e, soprattutto, orgoglioso dei suoi piccoli concittadini per questa grande scoperta, decise di sostituire le discariche con grandi campi di funghi “mangia rifiuti”.a questo punto mu’ nezz capì di essere stato sconfitto e si ritirò nel covo da dove era ar-rivato. alfredino e i bambini di eboli furono festeggiati da tutti i cittadini con una grande festa e ottennero un premio per il loro corag-gio e spirito di sacrificio.

  • 21

    c’era una volta Alfredino…e il ritorno del danno

    tanto tempo fa, ma ancora oggi nella piazza di eboli tra i leoni del monumento e l’ombra dei pini passeggiava tranquillo il supereroe alfredino. lo seguiva il suo chiwawa veloce e lesto under dog. alfredino ad un tratto, sopra i cieli azzurri, vide volteggiare come un aquilo-ne il suo arcinemico mu’ nezz e il suo mastino napoletano, spazzaturadog. l’arcinemico mu’ nezz dapprima con l’aiuto del suo mastino cerca di oscurare il cielo e poi cerca di atterrare al centro di piazza della repubblica lì tutte le persone spaventate e incredule disperatamente corsero alla ricerca di un riparo. improvvisa-mente la piazza si trasformò in una discarica infatti mu’ nezz sparge come se fossero semi sacchetti di rifiuti e da quel preciso momento dalle fontane della piazza iniziò a zampillare acqua di fogna e contemporaneamente anche dal mare, dalle colline, dal fiume, dalla campa-

    gna si levò un puzzo fatiscente e tutto si anne-rì. dopo aver osservato tutto questo alfredino e il suo caro amico si diedero da fare. alfredino sferrando un pugno nello stomaco di mu’ nezz lo divide in due ma così facendo l’arcinemico si moltiplicò. dopo l’attacco alfredino svenne per la troppa spazzatura accumulatasi mentre mu’ nezz stava per finire il supereroe compare un esercito di bambini armati di spruzzino chiamati ad intervenire da under dog. tut-ti i bambini puntarono gli spruzzini contro l’arcinemico e il suo mastino. mu’ nezz affon-da nelle pozzanghere e le sue ultime parole furono: «mi vendicherò» mentre il cane per la paura scappò a gambe levate. da quel giorno eboli diventò una città pulita e vivibile e tutti capirono che l’ambiente va sempre rispettato perché è un bene prezioso… e noi bambini dobbiamo essere d’esempio per i grandi.

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    www.comune.eboli.sa.it / www.sarimambiente.it