19 Conf Plesso Solare 7gennaio2007

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Pg.1 24 19° conferenza 7 gennaio 2007 di Antonio Maglio relazione e testo Non sono i nostri piedi che hanno scelto la Via ma è la Via che ha scelto i nostri piedi Compendio 19°conferenza svolta il 7 Gennaio 2007 a Milano presso associazione PIMEdit onlus Via Mosè Bianchi, n°94 Palazzina tirocini e laboratori Università Cattolica del Sacro Cuore (sala rossa). Conferenza: Plesso solare ecc. ecc……….. Video, diapositive e videocamera permettono una dimostrazione pratica con esercitazione. Relatore Antonio Maglio 338 9519834 Indirizzo E-mail: [email protected] http://antoniomaglio.altervista.org (Vietata la diffusione se non per motivi didattici) (stampata in proprio) 1

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Pg.1 19 19° conferenza 7 gennaio 2007 di Antonio Maglio relazione e testo

Non sono i nostri piedi che hanno scelto la Via

ma è la Via che ha scelto i nostri piediCompendio 19°conferenza svolta il 7 Gennaio 2007 a Milano presso associazione PIMEdit onlus Via Mosè Bianchi, n°94 Palazzina tirocini e laboratori Università Cattolica del Sacro Cuore (sala

rossa).

Conferenza:

Plesso solare ecc. ecc………..Video, diapositive e videocamera permettono una dimostrazione pratica con

esercitazione.

Relatore Antonio Maglio 338 9519834Indirizzo E-mail: [email protected]               

 http://antoniomaglio.altervista.org(Vietata la diffusione se non per motivi didattici) (stampata in proprio)

Mai come oggi l'essere umano ha tante cose e tante possibilità e mai come oggi è tanto infelice! La percentuale sempre crescente di suicidi, di psicopatologie e comportamenti antisociali lo dimostrano in modo chiaro ed innegabile. Oggi le conoscenze, le tecniche e le possibilità di risvegliare la coscienza spirituale, di contattare il Sé e di realizzare stati di coscienza superiore, sono svelate, studiate e proposte da una letteratura sempre più ampia, così come da scuole e da "maestri" più o meno autentici e competenti. Mai come oggi la salute e la

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malattia, la vita e la morte, la speranza e la disperazione sono stati così vicini ed accessibili a tutti gli esseri umani.

Tutti noi, dall'inizio alla fine dei nostri studi scolastici, siamo stati posti in vari "pozzi del sapere" scavati da altri nei secoli. Ci è stato quindi chiesto di imparare una certa quantità di informazioni che si trovavano sulle loro pareti perché, qualora non lo avessimo fatto, non avremmo potuto superare gli esami. Alcuni, finiti il periodo scolastico (Università compresa), hanno continuato a studiare le informazioni fornite da uno o più "pozzi" di sapere, magari approfondendo le tematiche ivi trattate ed abbassando così la profondità del "pozzo" in cui erano. Questi sono i "pensatori verticali", quelli che conoscono benissimo alcune cose, le insegnano magari all'Università, ma non ne conoscono affatto tante altre che magari potrebbero facilitare la loro vita.

I pensatori "verticali", proprio per la loro costituzione, si accontentano di ciò che conoscono e rifiutano ciò che non conoscono qualificandolo come fantasia o sciocca superstizione. Altri, invece, finito il loro approfondimento culturale, fatto in uno o più "pozzi del sapere", si sono resi conto che quanto avevano imparato non era sufficiente a spiegare le varie problematiche che la natura e la vita propongono ogni giorno. La loro curiosità li ha spronati a cercare nuovi "pozzi di sapere" al fine di appagare la loro curiosità. Questi sono i "pensatori orizzontali". Oggi, nel mondo, si possono trovare moltissimi "pozzi del sapere", alcuni molto profondi, scavati nei millenni (si vedano al proposito la sacra Bibbia, la Medicina Ayurvedica, i poemi Indù, l'Agopuntura, ecc.), ed altri poco profondi il cui contenuto deve essere attentamente valutato prima di essere accettato. A proposito dei pensatori verticali così si espresse Herbert Spencer: "Vi è una cosa che rappresenta l'ostacolo principale incontrato da ogni nuova informazione: è la condanna emessa prima di ogni investigazione al proposito. Questa condanna non può fallire nel mantenere l'uomo nella sua presente ignoranza". Ogni volta che noi, in presenza di un concetto a noi sconosciuto , emettiamo un parere prima di aver investigato al proposito, ci condanniamo, come dice Spencer, ad una perenne ignoranza.

Perciò, nella lettura del materiale si dovrebbe fare quanto consigliato dalle Upanishad (poema Indù): "Accetta come verità solo ciò che fa appello al tuo cuore; lascia andare il resto, poiché a ciascuno spetta ciò che è suo ma nessuno può riceverlo fino a quando è pronto"; concetto, ripreso in modo diverso da San Paolo, quando dice: "Prova di tutto, ma tieniti saldo a ciò che è buono".

SoleCome astro del giorno, il Sole è naturalmente il più importante dei fenomeni celesti. Sono moltissime le religioni che associano all’idea della divinità che abita nel cielo anche l’idea del Sole; con nomi diversissimi si invoca il dio del Sole perché scacci le tenebre dell’oscurità Nei testi babilonesi si dice: «Colui che illumina il buio e rischiara il cielo, che in alto e in basso annienta il male [...]. Tutti i principi si rallegrano nel contemplarti tutti gli dei ti acclamano...»).Il culto solare del dio egizio Amon-Ra si trasformò durante il regno del faraone Amenofi IV (Ekhnaton, 1365-1348 a.C.), in un sistema monoteistico («così bello ti mostri nella zona luminosa del cielo, o Sole vivente, che per primo cominciasti a vivere...»).

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La nascita del disco solare pittura dalla Apollo arciere

come dio tomba di Ramesse IV a Tebe del Sole:incisione

del 1647.Soltanto nell’Antico Testamento, in netta opposizione al culto solare dei «pagani», il Sole è considerato semplicemente come uno dei due «lumi» che Dio pose nel firmamento. Nell’iconografia cristiana il Sole, che sempre risorge a Oriente, simboleggia l’immortalità e la risurrezione. Cristo stesso è paragonato a Elio, circondato dai suoi raggi e sul carro del Sole, oppure al Giudice universale, circondato da un’aureola simile a quella del Sole. Poiché Cristo è anche cronocratore (signore del tempo), soprattutto nell’arte romana viene di buon grado associato al Sole che fissa la durata del giorno.

          Dio pone nel firmamento il Sole e la Luna: affresco (sec. XI) nella chiesa abbaziale di Saint-Savin .

La più importante delle aree culturali in cui il Sole era venerato è senza dubbio quella del Perù arcaico; quivi il Sole era considerato l’antenato divino della stirpe Inca

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Nell’iconografia della Massoneria il Sole e la Luna sono «i due lumi fisici del mondo, l’immagine originaria del primo e del secondo capo o custode, (e) il loro significato risiede nel fatto che ogni giusto libero muratore e fratello deve cercare la luce della verità sia di giorno sia di notte, senza mai indugiare troppo a lungo nelle tenebre dei vizi e delle imperfezioni» (Baurnjòpel 1793).

Sistema nervoso vegetativo

E’ detto anche sistema nervoso della vita vegetativa o neurovegetativo, in quanto regola le funzioni che servono per il mantenimento in vita dell’animale e per la conservazione della specie (respirazione, circolazione, digestione, ecc.).L’osservazione che l’attività degli organi interni è regolata da una duplice e

antagonistica innervazione, rispettivamente stimolante e deprimente, ha portato alla suddivisione del sistema nervoso della vita vegetativa in due sezioni, l’ortosimpatico (o simpatico propriamente detto) e il parasimpatico, entrambe organizzate nella medesima maniera. Le conoscenze acquisite di recente in questo campo consentono oggi di affermare, superando il vecchio dualismo di Bichat che assegnava limiti di separazione anatomici e funzionali assai netti fra i due sistemi simpatico e cerebrospinale, che il sistema della vita vegetativa e il sistema della vita di relazione sono in intima connessione fra loro. Il sistema nervoso della vita vegetativa non è limitato ai due tronchi del simpatico, ai nervi simpatici, ai plessi nervosi intraviscerali ed extraviscerali, anzi anche nel sistema cerebrospinale si trovano parti con attribuzioni simpatiche, come ad esempio i nuclei vegetativi contenuti nel tronco encefalico e particolarmente all’ipotalamo e al rinencefalo. Il comportamento emozionale, con le sue ricche manifestazioni vegetative, è una chiara dimostrazione dell’interazione esistente fra i due sistemi.

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La via efferente (vale a dire quella che dal nevrasse va all’organo effettore) è costituita da due neuroni, la cui articolazione (sinapsi) avviene in un ganglio simpatico (vertebrale, prevertebrale o periferico). Il mediatore chimico di queste sinapsi, identico per l’ortosimpatico e il parasimpatico, è l’acetilcolina. In corrispondenza della terminazione dei neuroni postgangliari, il mediatore chimico è invece diverso: l’acetilcolina per il parasimpatico e la noradrenalina per l’ortosimpatico. L’equilibrio vegetativo è la risultante di un giusto reciproco adeguamento di questi due sistemi, le cui azioni sono nel complesso antagoniste.

Sistema nervoso simpatico Questa sezione del sistema nervoso della vita vegetativa è costituito da due

cordoni situati da ciascun lato della colonna vertebrale, i tronchi del simpatico o tronchi paravertebrali, lungo i quali sono scaglionati i gangli vertebrali che sono complessivamente circa 20. I tronchi del simpatico si estendono dalla base esterna del cranio sino al coccige, dove si riuniscono nel ganglio coccigeo che è un ganglio impari. I tratti interposti fra i gangli vertebrali si chiamano cordoni intermedi. Dai gangli o dai cordoni intermedi si staccano i rami periferici (o nervi del simpatico) costituiti prevalentemente da fibre a mieliniche. I due tronchi del simpatico sono uniti ai nervi spinali mediante rami comunicanti: generalmente si ha un ramo comunicante per ogni nervo spinale; nel caso se ne abbiano due, uno è detto ramo comunicante bianco (in quanto in lui sono contenute prevalentemente fibre mieliniche) e l’altro ramo comunicante grigio (costituito specialmente da fibre a mieliniche). Il ramo comunicante bianco è formato da fibre che dal sistema cerebrospinale vanno al sistema spinale, mentre viceversa l’andamento delle fibre del ramo comunicante grigio va dal sistema spinale al sistema cerebrospinale.Il neurone pregangliare ha la sua origine nel corno laterale del midollo spinale

(tratto intermedio). Le cellule d’origine dei diversi neuroni sono dislocate nel tratto del midollo compreso fra la VII vertebra cervicale e la IV vertebra lombare. Tali cellule mandano il neurite ventralmente, ed esso entra a far parte della radice anteriore del nervo spinale, dalla quale successivamente si allontana per entrare nella costituzione del ramo comunicante e terminare in un ganglio del tronco simpatico. Nell’ortosimpatico si distinguono diverse porzioni o sezioni: cervicale, toracica,

addominale e pelvica. La sezione cervicale si estende dalla base del cranio sino alla settima vertebra cervicale; comprende tre grossi gangli che sono il ganglio superiore, medio e inferiore. La sezione toracica, che si estende dalla I alla XII costa, comprende dieci o undici gangli, da cui si staccano numerosi rami per le arterie intercostali, per i corpi vertebrali, per l’esofago, per i bronchi, per i polmoni e per l’aorta toracica dove, intrecciandosi con il nervo vago, costituiscono alcuni plessi. Nascono inoltre dal simpatico toracico due lunghi nervi, il nervo grande splancnico e il nervo piccolo splancnico, che terminano nella cavità addominale. La sezione addominale si estende dal diaframma sino all’articolazione lombosacrale; contribuisce alla formazione del plesso celiaco (o plesso solare) dal quale derivano numerosi rami che formano plessi secondari tra cui il plesso frenico, il plesso epatico, il plesso mesenterico, il plesso renale, il plesso spermatico (nell’uomo) e utero ovarico (nella donna). La sezione pelvica, situata sulla faccia pelvica del sacro, invia rami che hanno un largo campo di distribuzione. Dal simpatico sacrale traggono origine il plesso

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sacrale medio e il plesso ipogastrico inferiore, dal quale nascono filamenti che si portano ai visceri del cavo pelvico.Organo appartenente al sistema ortosimpatico è la sostanza midollare del

surrene che è un paraganglio soprarenale di volume considerevole il quale produce una sostanza chimicamente definita come noradrenalina.Fisiologia. Le fibre postgangliari sono per la maggior parte adrenergiche: ciò

significa che il mediatore chimico fisiologico è una catecolamina, l’adrenalina o la noradrenalina. L’ortosimpatico ha un’azione dilatatrice sulla pupilla e sui bronchi, accelera il ritmo cardiaco, rallenta il transito intestinale e aumenta la glicemia. Queste azioni sono esercitate costantemente, ma in maniera moderata. Si dice in altre parole, che esiste un tono simpatico di base.

Sistema nervoso parasimpaticoQuesta sezione del sistema nervoso della vita vegetativa è rappresentata da

una porzione che ha origine nel mesencefalo (porzione mesencefalica), da una porzione che ha origine nel rombencefalo (porzione rombencefalica) e da una porzione che ha origine nel midollo sacrale (porzione sacrale). Il parasimpatico mesencefalico è costituito dal nucleo motore viscerale del nervo oculomotore e dalle fibre che nascono da questo nucleo.Il parasimpatico rombencefalico è formato dai nuclei e dalle fibre del nervo

intermedio, del nervo glossofaringeo e del nervo vago. Le fibre viscerali del nervo vago hanno un vastissimo campo di distribuzione in quanto raggiungono la quasi totalità dei visceri (esofago, cuore, bronchi, stomaco, intestino tenue, pancreas, reni). Dal nucleo di origine alcune fibre raggiungono gli effettori cefalici, decorrendo assieme ai nervi cranici.Il parasimpatico sacrale, originato da una breve colonna di cellule viscerali,

situate nella porzione sacrale del midollo spinale, innerva il colon, il retto e l’apparato urogenitale.L’articolazione (sinapsi) fra i neuroni pregangliari e quelli postgangliari avviene

nei gangli situati in prossimità dell’organo effettore (gangli ciliari, sfenopalatini, otici, sottomascellari, celiaci, mesenterici). Questo rappresenta un carattere differenziale rispetto all’ortosimpatico, il cui neurone pregangliare è corto.

In sintesiA Sistema nervoso autonomo nell'insieme

1 Suddivisione: Sistema simpatico e sistema parasimpatico2 Entrambi i compartimenti sono dotati di gangli, nervi e plessi formati da

neuroni del sistema autonomo; tutti i neuroni del SNA sono efferenti B Sistema simpatico (o toracolombare)1 La componente simpatica consta di una duplice catena di gangli (una a

ciascun lato della colonna vertebrale) e di fibre che connettono i gangli tra loro e coi segmenti toracolombari del midollo spinale; altre fibre si portano dai gangli del simpatico agli effettori viscerali. C Componente parasimpatica (o craniosacrale)1 Neuroni pregangliari parasimpatici - soma cellulare nei nuclei del tronco

cerebrale e nei segmenti sacrali del midollo; gli assoni dai nuclei del tronco cerebrale viaggiano attraverso il III paio di nervi cranici per terminare nel ganglio

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ciliare; dai nuclei del ponte passano attraverso il VII paio per terminare nei gangli sfenopalatino e sottomascellare; dai nuclei dell'oblongata si impegnano nel IX paio per raggiungere il ganglio otico e nel X e XI paio per portarsi ai gangli celiaco e cardiaco2 Neuroni parasimpatici postgangliari soma cellulare nei gangli entro o nei

pressi dei visceri innervati; assoni nei nervi, di solito molto brevi, che raggiungono gli effettori

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Plesso Solare (tratto da scritti di Omraam Mikhael Aivanhov)Il sistema simpatico si compone di centri che, partendo dal cervello, giungono

fino alla base del midollo spinale, le cui zone periferiche formano un insieme di nervi e di gangli uniti tra loro da reti di terminali nervosi chiamati plessi. Uno di loro è il plesso solare, situato al livello dello stomaco.I gangli del sistema simpatico sono distribuiti nel modo seguente:- 3 coppie di gangli intra-cranici, posti lungo il percorso del trigemino.- 3 coppie di gangli cervicali collegati al cuore.- 12 coppie di gangli dorsali collegati ai polmoni e al plesso solare.- 4 coppie di gangli lombari collegati al plesso solare e, tramite suo, allo

stomaco, all'intestino tenue, al fegato, al pancreas e ai reni.- 4 coppie di gangli sacrali in relazione con l'intestino retto, gli organi genitali e

la vescica.In tutto sono 26 coppie.

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Il numero 26 non è dovuto al caso. Un Kabbalista vi direbbe che è il numero delle quattro lettere che formano il nome di Dio ed è straordinario costatare che il nome di Dio è costruito secondo le stesse leggi che reggono la struttura del sistema simpatico.I 2 gruppi di 3 coppie di gangli intra-cranici e cervicali sono collegati al mondo

divino e corrispondono all'aspetto psicologico della natura. 2 volte 3 coppie Il 3 è il numero della Divinità. E’ pure il numero della Kabbala; la Kabbala ci rivela, infatti, i fattori e i principi che agiscono nell'universo. La Kabbala risponde alla domanda « Chi ? »: Chi ha creato ? Chi agisce ?

Le 12 coppie di gangli dorsali sono collegate al mondo spirituale e corrispondono all'aspetto fisiologico della natura Il 12 è il numero della Natura retta dagli altri; è il numero dell'astrologia (le 12 costellazioni) che studia le influenze dei corpi celesti e le funzioni degli organi del corpo cosmico. L'astrologia si collega alla circolazione e alla respirazione. L'astrologia risponde alla domanda « Quando ? »

I 2 gruppi di 4 coppie di gangli lombari e sacrali invece, sono in collegamento col mondo fisico e corrispondono all'aspetto anatomico della natura. Due volte 4 coppie di gangli lombari e sacrali: il 4 è il numero dell'alchimia, perché rappresenta i 4 stati della materia: terra, acqua, aria e fuoco. L'alchimia risponde alla domanda « Che cosa? »

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Per molto tempo si è creduto che non esistesse alcun rapporto tra il cervello e il sistema simpatico. Oggi invece si sa che tale rapporto esiste e che è perfino molto stretto. Il cervelloperò non può agire direttamente sugli organi, ma solo grazie a un conduttore, il

gran simpatico, di cui il plesso solare è il centro più importante. Fra gli stati psichici e quelli fisici esiste un legame. Per dare un esempio, la tristezza agisce sulle vie del sistema simpatico che,

avendo un ruolo vaso-costrittore, comincia a contrarre il sistema arterioso. Questa contrazione provocata dalla tristezza, ostacola la circolazione del sangue, influenzando di conseguenza anche la digestione, la respirazione, ecc... In quei casi ci si sente oppressi, sprovveduti e abbandonati. In realtà le cose non stanno esattamente così, ma tale è la sensazione che si avverte. Per mettere in movimento i nervi che favoriscono la dilatazione si deve fare appello alla gioia, all'amore e, ogni giorno, al proprio risveglio, sforzarsi di nutrire pensieri positivi

Il plesso solare è un centro estremamente importante e dovremmo evitare tutto ciò che lo potrebbe far contrarre. Ogni sua contrazione provoca la contrazione dei vasi sanguigni e dei vari canali dell'organismo. E quando il sangue e gli altri liquidi circolano con difficoltà, si formano dei depositi che nel tempo costituiscono l'origine dei più svariati disturbi.

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Ciò che turba maggiormente il plesso solare sono le manifestazioni disordinate del corpo astrale: la paura, la collera, la gelosia, I'amore passionale... E poiché il plesso solare è il serbatoio delle energie, una tale disarmonia porta alla totale smagnetizzazione.Quando udite un forte rumore o provate uno spavento, immediatamente vi

sentite privi di forze, le gambe non vi sostengono più, le mani tremano, la testa è vuota. Tutto questo significa che il vostro plesso solare ha esaurito le sue riserve di

energia.Il plesso solare può esaurirsi, ma anche ricaricarsi A tale scopo vi suggerirò

qualche metodo.Ogni albero è un serbatoio di energie emanate dal sole e dalla terra, serbatoio

al quale si può attingere. Scegliete un grande albero e appoggiatevi al suo tronco con la schiena, mettendo la mano sinistra dietro di voi col palmo a contatto del tronco dell'albero; al tempo stesso mettete il palmo della mano destra sul plesso solare.

Concentratevi quindi sull'albero, chiedendogli di donarvi una parte delle sue energie: la riceverete attraverso la sinistra e la riverserete nel plesso solare con la destra. Ciò che avviene è una specie di trasfusione di energie. Potrete rifornire il vostro

plesso solare anche guardando e ascoltando l'acqua scendere da una sorgente, da una cascata o da una fontana. Si tratta di metodi apparentemente insignificanti, che invece danno grandi risultati. L'acqua che scorre influenza il plesso solare Quando siete a casa vostra, provate a stendervi sul letto e a mettere le mani

sul plesso solare, immaginando di attingere ad energie dal cosmo intero. Potete anche immergere le mani nell'acqua, o ancor meglio i piedi é il metodo più potente. Quando vi sentite smagnetizzati, turbati o contratti, preparate dell'acqua calda, immergetevi consapevolmente i vostri piedi e cominciate a lavarli con molta attenzione. Si incontrano moltissime persone che hanno l'aria di essere stanche, sfinite ed esaurite. Se si trovano in quello stato, è segno che non sanno lavorare col plesso solare e si nota anche dal loro viso che non irradia nulla. Un viso spento e opaco rivela che il plesso solare non funziona

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correttamente.

Spesso si dice che sia il cuore a comprendere, perciò si parla dell'intelligenza del cuore... Anche i vangeli menzionano il cuore quale organo della comprensione, ma di quale cuore si tratta? Non di certo di quello fisico, cioè di quell'organo che provvede alla circolazione del sangue. Il vero cuore, è il plesso solare, cioè quello che sente, capisce e afferra le grandi verità intuisce tutto. Il cervello è capace soltanto di studiare, scrivere, parlare e soprattutto di

pavoneggiarsi, anche quando non ha ancora un'idea chiara dei fatti. Guardate come avvengono le cose nel nostro mondo attuale: si discute, si scrive, ma in realtà non si è capito ancora nulla, poiché solo col cervello è impossibile avere una comprensione corretta; si devono vivere le cose per capirle, viverle con tutto il proprio essere.Quando provate un certo sentimento, quando sentite in voi dell'apprensione,

dell'angoscia o dell'amore, ebbene, tutto ciò non deriva dal cervello e nemmeno dal cuore fisico, ma dal plesso solare Infatti, il cervello è una creazione del plesso solare, è suo figlio; ecco perché lo nutre, gli invia degli aiuti e, quando smette di farlo, I'uomo perde le sue facoltà: o è colto da sonnolenza o dal mal di testa, perciò non è più in grado di ragionare. Il cervello non è separato dal plesso solare, ma se non può sempre beneficiare del suo aiuto, è perché non è ancora capace di entrare in comunicazione con lui. Il plesso solare è un cervello, ma un cervello rovesciato poiché, mentre nel cervello la materia grigia è all'esterno e la materia bianca all'interno, nel plesso solare si osserva il contrario. La materia grigia, costituita dalle cellule nervose, permette di pensare, mentre quella bianca, costituita da fibre nervose, prolungamenti delle cellule, permette di provare delle sensazioni. Quindi, grazie alla sua materia bianca che è all'esterno, il plesso solare registra tutto ciò che accade nell'organismo, in tutte le cellule; ecco perché è sempre disposto a ristabilire l'equilibrio. Il cervello non sente assolutamente nulla, se non quando tutto va molto male, ma poi sa come porvi rimedio. Se il vostro cuore batte troppo velocemente o troppo lentamente, o se vi fa male lo stomaco, il cervello non è in grado di ovviarvi; d'altra parte non è nemmeno affare suo.

Esso possiede infatti una farmacopea straordinaria, e poiché è in relazione con tutti gli organi e con tutte le cellule, è in grado di intervenire nel giusto modo. Infatti, è equipaggiato a tale scopo molto meglio del cervello. In seguito allo sviluppo del cervello, I'uomo ha preso coscienza di sé, ed è grazie a tale evoluzione che si è formato la sua individualità. Il plesso solare invece, essendo la sede della subcoscienza, mette l'uomo in relazione con l'oceano della vita universale e lo unisce all'intero cosmo, il che non può avvenire tramite il cervello.

Perché gli antichi l'hanno chiamato «solare»? Perché è collegato al sole e il sole è il cuore del nostro universo.

Che cosa rappresentano il plesso solare e il cervello l'uno nei confronti dell'altro ? Rappresentano due poli: I'uno maschile, emissivo e l'altro femminile, ricettivo. Questa polarità si ritrova in tutta la natura. Il plesso solare e il cervello sono strettamente collegati l'uno all'altro, tanto da potersi reciprocamente aiutare, oppure anche danneggiare.

Per quanto riguarda i due cervelli—che sono il plesso solare e il cervello—è importante capire la loro polarità: maschile e femminile, come agiscono l'uno

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sull'altro e quali sono i loro poteri sulla materia.. Il cervello si manifesta, parla, ordina, provoca confusione, liti e atteggiamenti vari, ma chi gliene dà la possibilità ? E’ il plesso solare che gli invia le energie necessarie. Soltanto non si vede, ma c'è, nascosto, silenzioso, non si fa vedere e nessuno nemmeno ne sospetta l'esistenza... Quindi l'origine, la fonte, è sempre il plesso solare; il cervello è lo schermo che deve manifestare, esprimere e presentare le cose nella misura in cui il plesso solare gliene dà la possibilità. Le immagini che sono proiettate in alto sullo schermo del cervello, giungono dal plesso solare. Buone o cattive che siano, sono proiettate.

Si deve imparare a bilanciare l'attività fra cervello e plesso solare solo in tal modo il cervello potrà manifestare tutte le potenzialità accumulate nel plesso solare. Il plesso solare contiene, infatti, nei suoi archivi tutte le conoscenze, anche quelle del più lontano passato, ma è compito del cervello farle emergere ed esprimerle. Il cervello altro non è che uno strumento incaricato di portare alla luce le ricchezze sepolte nelle profondità del nostro essere. Un albero ha delle radici, un tronco e dei rami. Sono le radici che inviano le energie verso l'alto, affinché compaiano le foglie, i fiori e i frutti. Le radici non si vedono, ma se gli sono levate, I'albero non può più vivere. La parte visibile è sempre il risultato di qualcosa di invisibile che si tiene profondamente nascosto. In noi, il plesso solare rappresenta le radici, e il nostro tronco con le sue membra, il tronco e i rami dell'albero. L'uomo è come l'albero: ha radici, tronco, rami e, nel cervello fiori e frutti. Il plesso solare rappresenta le radici del cervello, ed è effettivamente più importante; le radici sono, infatti, sempre le più importanti poiché, se non sono sane, tutto il resto perisce.. Se tagliate le radici dell'albero, esso muore.***

La rivoluzionaria scoperta del cervello addominale: ricorda, ha nevrosi e domina il “collega” più nobile. Straordinaria scoperta degli scienziati “C’e’ un cervello nella pancia”

In tutte le culture, nei modi di dire, nel senso comune la pancia è tradizionalmente la sede principale (più del cervello) dei sentimenti e delle emozioni. Ma fino a oggi per gli scienziati era un semplice tubo governato da riflessi; e per la maggior parte dei cittadini del mondo occidentale solo la parte più prosaica, viscida e rumorosa del corpo umano. Finché a qualcuno non è venuto in mente di contare le fibre nervose dell’intestino. E ha così scoperto che i modi di dire si basavano su una realtà scientifica: nella pancia c’è un secondo cervello, quasi una copia di quello che abbiamo nella testa. Non serve solo alla digestione. Come il cervello

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della testa anche quello addominale produce sostanze psicoattive che influenzano gli stati d’animo, come la serotonina, la dopamina, ma anche oppiacei antidolorifici. Il cervello addominale, insomma, lavora in modo autonomo e invia più segnali al cervello “nella testa” di quanti non ne riceva da esso. Aiuta a fissare i ricordi legati alle emozioni. Può ammalarsi, soffrire di stress e sviluppare proprie nevrosi. Prova sensazioni, pensa e ricorda. E aiuta a prendere decisioni. Che bisogno c’era di due cervelli? «Nella scatola cranica tutto non ci stava» spiega Michael Schemann, docente di fisiologia alla facoltà di veterinaria di Hannover (Germania). «Per far passare i collegamenti col resto del corpo il collo avrebbe dovuto avere un diametro enorme. E poi, appena dopo la nascita, il neonato deve mangiare, bere e digerire: meglio che queste funzioni fondamentali siano autonome». Durante la formazione dell’embrione, quindi, una parte delle cellule nervose è inglobata nella testa, un’altra va nell’addome: i collegamenti fra i due sono tenuti dal midollo spinale e dal nervo vago. Al secondo cervello sono affidate le “decisioni viscerali”, cioè spontanee e inconsapevoli: ha quindi un ruolo importante nella gioia e nel dolore. Nella metà dell’800, Leopold Auerbach, un neurologo tedesco, che, osservando al microscopio l’intestino notò due strati sottilissimi di cellule nervose tra due strati di muscolo, scoprì che questa specie di calza a rete avvolge tutto il tratto digerente, fino al retto.

A che cosa servono? Si chiese Auerbach. Allora dell’intestino non si sapeva molto che estraeva l’energia dal cibo. Di qui, nell’arco di una vita, passano più di 30 tonnellate di alimenti e 50 mila litri di liquido. Il cuore, al confronto, è una pompa primitiva. Una volta masticato in bocca e intriso di succhi gastrici nello stomaco il boccone, divenuto chimo (cioè poltiglia), è compresso nel duodeno, il primo tratto dell’intestino lungo 30 cm. Qui affluiscono le secrezioni del pancreas e della cistifellea i cui enzimi scompongono il chimo in molecole piccolissime. Poi il chimo passa nell’intestino tenue, lungo fino a 5 metri, dove avviene la digestione. Il cibo sminuzzato, i grassi, i carboidrati e le proteine sono assorbiti nei vasi sanguigni e linfatici da miliardi di piccoli villi che tappezzano le pareti. Dopo l’intestino tenue, c’è il crasso, lungo 1,5 metri: serve a riassorbire i 9 litri di liquidi necessari alla digestione. Le pompe molecolari del crasso assorbono quest’acqua e la restituiscono all’organismo. Alla fine del viaggio i residui di cibo, le cellule morte e i microrganismi sono spinti verso l’uscita, l’ano, grazie a un robusto fascio muscolare.La rete di cellule nervose intravista da Auerbach è la centralina digestione e di controllo: non si limita ad analizzare la composizione del cibo e a coordinare i meccanismi di assorbimento e di escrezione. Comanda anche la velocità del transito e altre funzioni grazie all’equilibrio tra neurotrasmettitori inibitori ed eccitatori, ormoni stimolanti e secrezioni protettive.Quella che per noi è solo una bistecca, per il cervello addominale è una realtà fatta di milioni di sostanze chimiche da analizzare, per decidere se si tratta di elementi da assorbire, di un veleno o di un microrganismo da tenere a distanza. Perché il cervello dell’addome è anche l’organizzatore del fronte contro gli invasori. Il suo compito principale è sovrintendere alla superficie più grande del corpo umano in contatto con l’esterno.«All’interno siamo cavi» dice Michael a Gersho neuro scienziato della Columbia University di New York «il corpo viene a contatto con l’esterno non solo attraverso la pelle ma anche attraverso la parete dell’intestino. Un tunnel così

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ben costruito da consentire all’ambiente circostante di attraversarci senza farci alcun danno». Nell’intestino, infatti, abitano circa 500 specie di esseri potenzialmente letali. Addirittura metà delle feci è fatta di batteri morti. Per questo le pareti dell’intestino devono essere la difesa più efficiente dell’organismo. Così si spiega perché vi si trovano il 70% delle cellule del sistema immunitario. E se nell’addome penetrano veleni, il cervello addominale avverte il cervello della testa che reagisce con una strategia prestabilita: vomito, crampi e diarrea. Se il veleno è identificato precocemente è eliminato dall’alto, per la via più breve. Se invece è già a mezza strada, entra in gioco il riflesso peristaltico. E’ fatto di contrazioni ondulatorie della parete muscolare dell’intestino, che spingono il contenuto dalla bocca verso l’ano. Queste contrazioni sono sincronizzate dal cervello addominale, stimolato dalla pressione sulle sue pareti. Basta che un boccone di cibo dilati un segmento dell’intestino, che le cellule nervose iniziano a secernere neuromediatori, cioè proteine che sono il linguaggio chimico delle cellule nervose che inibiscono o eccitano le cellule muscolari responsabili del riflesso.Se predomina l’inibizione, l’intestino si ferma è la stitichezza cronica e le feci si fanno dure perché stando tanto tempo nel crasso sono disidratate. Se invece predomina l’eccitazione, il trasporto accelera fino alla diarrea, perché è tanto veloce da non dare tempo al crasso di riassorbire i liquidi. In genere più si penetra nell’apparato digerente, più debole diventa il controllo dei cervello nella testa. La bocca, parti dell’esofago e lo stomaco si lasciano ancora dire qualcosa da lassù. Dopo il piloro, la regia passa alla pancia. Gershon si innamorò del cervello addominale quando era studente, apprendendo che la serotonina, un neuromediatore, influiva sugli stati d’animo. Scopri poi che il 95% della serotonina è prodotta dalle cellule nervose dell’intestino .ed è responsabile anche del riflesso peristaltico. L’australiano Marcello Costa, nel 1981 dimostrò che le cellule nervose dell’intestino producono serotonina che nel frattempo si era rivelata uno dei tanti neuromediatori del sistema nervoso. Ma non è l’unica sostanza secreta dal cervello addominale che è un’enorme fabbrica chimica perché produce una quarantina di neuromediatori con i quali comunica attraverso il cervello della testa. Le cellule di entrambi i cervelli infatti parlano la stessa lingua chimica. E questo spiega perché spesso nei malati di Alzheimer e di Parkinson si riscontra lo stesso tipo di lesioni in entrambi i cervelli. E perché i farmaci psichiatrici agiscono anche sull’intestino e quelli gastroenterici anche sul cervello. Un ormone gastrico, la secretina, è sperimentato nella terapia dell’autismo, una malattia psichiatrica. Un anti-emicrania seda gli intestini iperattivi. Gli antidolorifici calmano alcune infiammazioni del tratto digerente. E alcuni antidepressivi agiscono sull’umore cerebrale ma anche sul cervello addominale causando diarrea o stitichezza.L’ultima terapia in sperimentazione contro il colon irritabile è frutto degli studi sul cervello addominale. Di colon irritabile soffre il 20% della popolazione: causa dolori all’addome,evacuazioni irregolari, accumulo d’aria nell’intestino. Non si sa perché il colon di questi pazienti funziona male il colpevole, secondo Schemann, è il cervello addominale. Oppure cervello alto e cervello basso non si intendono, e lo stesso avviene in una cinquantina di altre malattie. Gershon sostiene che il cervello addominale è soggetto a nevrosi, La comunicazione tra i due cervelli è comunque dominata da quello nella pancia. E da qui che parte diretto alla testa, il 90% dei

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messaggi. La maggior parte di questi messaggi sono inconsci, cioè avviene senza che noi ne prendiamo coscienza. Li percepiamo solo quando sono segnali di allarme che scatenano reazioni di malessere. Emeran Mayer, docente all’università della California ha scoperto che una parte dei messaggi del cervello addominale arriva nel sistema limbico, posto al centro del cervello della testa. Questa area ha il compito di elaborare i segnali negativi e reprimere le sensazioni spiacevoli. «E un po’ come il fenomeno del maglione che pizzica» spiega Mayer «dopo un po’ non si avverte più». Gli stimoli provenienti dall’intestino sono percepiti solo se superano una soglia piuttosto alta, mentre chi soffre di colon irritabile, secondo Mayer, avrebbe una soglia più bassa e avvertirebbe ogni movimento intestinale. «Anche i depressi e gli ansiosi hanno alterazioni simili» dice Mayer. Perché si abbassa la soglia? Forse per lo stress. Se il cervello della testa percepisce tensione e paura, chiama a raccolta le cellule dell’intestino che producono sostanze irritanti come l’istamina. Questa proteina a sua volta attiva le cellule nervose del tubo digerente che fanno contrarre le cellule muscolari: ecco spiegati crampi o diarrea. Il segnale d’allarme va poi al cervello della testa che lo ritrasmette verso il basso e cosi il via. Se l’ansia non cala, il cerchio si chiude e i sintomi si cronicizzano.

Il cervello addominale sarebbe addirittura dotato di memoria che per fissare i ricordi usa le stesse molecole del cervello della testa: gli stress del passato si stampigliano così nel cervello e nell’addome, dice Schemann, rendendo l’asse cervello-addome ipersensibile per tutta la vita. E questo spiega perché i bambini che soffrono di coliche nell’infanzia hanno in genere un rischio maggiore di diventare adulti sofferenti per il colon irritabile. Anche i topi esposti da neonati a situazioni stressanti sono adulti ipersensibili, con sintomi intestinali simili a quelli da colon irritabile. E il 40 per cento dei pazienti con colon irritabile soffre in genere anche d’ansia e depressione.Che malinconia e paura nascano allora nell’intestino? «I nostri risultati dicono che, così come la fame e la sazietà influiscono sull’umore, nel cervello addominale si può celare l’origine di altri stati d’animo, e tra questi anche la classica depressione» sostiene Mayer. Queste ricerche sono però ancora agli inizi. Ogni volta che l’intestino si contrae ed emette serotonina o altri neuromediatori le informazioni viaggiano lungo il nervo vago fino al cervello della testa. Dove sono tradotte in malessere o allegria, stanchezza o vitalità, umore buono o cattivo.

Anche la pancia sogna durante la fase rem del sonno «Possiamo perfino dire che il cervello addominale pensa» dice Schemann. «E organizzato in modo funzionale, lavora con una serie di circuiti, è in grado di registrare stati diversi e

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di reagire autonomamente: insomma possiede tutto ciò che serve a un sistema nervoso integrativo». Quello che è certo è che l’addome crea l’atmosfera per la testa. La testa è la “banca delle emozioni” che raccoglie tutte le reazioni e i dati, soprattutto nella corteccia anteriore, dietro la fronte, particolarmente legata all’addome. Il cervello dell’addome insomma racconta la sua versione al cervello della testa, crea il suo “profilo emotivo” e prepara un “letto di sensazioni”, anche per la notte. E infatti, durante la fase rem del sonno, quando produce onde dolci e si popola di sogni, anche le viscere iniziano a ondeggiare grazie alla serotonina. «E dopo un pasto pesante non si fanno forse brutti sogni?» si domanda Mayer. Con queste onde il cervello della testa fissa i ricordi con il loro carico di emozioni. Più saranno fissate le emozioni migliori saranno le decisioni della volta successiva. «Nei prossimi anni potremmo scoprire che il cervello dell’addome è la matrice biologica dell’inconscio. Una scoperta importante per gli uomini quanto quella di Copernico sul sistema solare» sostiene Gershon.***

Zone riflesse dei punti vegetativi

Tutto quello che viene detto è frutto di libera interpretazione presa da molteplici articoli,testi e lavori di diversi autori. Nulla è “farina del mio sacco” se non quello di essere ripetitore per insegnare cose antiche e ancora valide.Lo scritto, come supporto al parlato, richiesto dagli amici,associati e allievi, è copiatura del materiale usato come traccia per la conferenza

Antonio Maglio

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