18gennaio2018 - Toscana Film Commission€¦ · Italia Oggi 18/01/2018 p. 18 Cinema, la scossa...

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

18gennaio2018

Pagina I

Si gira in Toscana

18/01/2018 p. 23 Il sopralluogo di MelQn 1

18/01/2018 p. 24 Il grande giallo del "Barlume" I fan insorgono: Timi, dove sei? Giovanni BoganiQn 2

Segnalazioni

18/01/2018 p. 18 Cinema, la scossa arriva dagli Usa Claudio PlazzottaItalia Oggi 4

18/01/2018 p. 80 L'importante è inquietare AntonellaPiperno

Panorama 6

18/01/2018 p. 30 Il viaggio di Virzì tra lacrima e sorrisoStampa 8

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P_:1.....

Il sopralluogo di Mel

Me[ Gibson ha chiesto unaccesso riservato in SantaCroce, location per il suoprossimo film: nel 2003 hafinanziato il restauro di uno dei22 dipinti della Tribuna del David

Si gira in Toscana Pagina 1

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I TELE-COMMENTI SUI SOCIAL

Il grande giallo del `Barlume"I fan insorgono: Timi, dove sei?

E ANDATO in onda l'altra sera "La battaglia na-vale", il secondo e ultimo episodio della serie2018 dei «Delitti del BarLume», i film tv prodot-ti da Sky e ambientati nell'immaginario, tosca-nissimo paesino di Pineta, nella realtà giratiall'isola d'Elba. Ottimi ascolti (785.151 spettato-

ri; per l'episodio di lunedì scorso 836.756),entusiasmo del pubblico per la serie tratta

dai gialli di Marco Malvaldi, che è imbe-vuta di commedia, alla fratelli Coen.Piacciono molto come sempre LuciaMascino-commissario Fusco, i "vec-chietti" (l'Emo di Alessandro Benve-nuti, l'immacabile Rimediotti) edEnrica Guidi-la "Tizzi". Piaccionoanche i nuovi arrivati CorradoGuzzanti (assicuratore logorroi-co e truffaldino) e Stefano Fresi,

lb, un Big Lebowski alla romanarivelatosi a sorpresa il fratella-stro di Massimo Viviani-Filip-po Timi

TUTTO BENE , dunque: maTimi non c'è. Il «barrista» Vi-

viani, protagonista nevroticoe amatissimo delle serie pre-cedenti - otto episodi anda-ti in onda dal 2013 al 2017-, non compare che per po-chissimo: qualche minutoall'inizio del primo episo-dio, pochissimi minuti allafine del secondo. Stando al-la sceneggiatura, è volatoin Argentina. E il web si è

"BUDELLO DANCE"Il tormentone di Bobo Rondelli

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scatenato. «La Fusco è sempre meglio ad ogni punta-ta; grande cast in generale... ma dove c... è Viviani?»sintetizza uno spettatore su Twitter. E un altro: AlBarLume senza Viviani che BarLume è?». C'è chi sisbilancia e si indigna: «Un anno di attesa, senza Vivia-ni-Timi e con una miriade di comparse. Un vero De-litto senza un Barlume di rispetto». C'è chi plaude afavore del nuovo: «Comunque a me questo BarLume"Fuscocentrico" mi garba abbestia!». C'è chi lancial'ashtag «#aridatece Filippo Timi». E c'è infine chisostiene che la presenza/assenza di Viviani sia «il col-paccio che ha ridato vita ai gialli di Malvaldi». Perchédi un giallo nel giallo si tratta. Che fine ha fatto Vivia-ni? Che fine ha fatto Filippo Timi? Tornerà o, comeha scritto qualche giornale, la serie si prepara a fare ameno di lui anche in futuro?Vediamo di risolvere il mistero. Lo chiediamo al regi-sta della serie, Roan Johnson: «Dobbiamo ancora scri-vere le sceneggiature delle due nuove puntate, quindi

PARLANO IL REGISTA E IL PRODUTTORENei due episodi andati in onda su Skyl'attore appare solo pochi minuti:«Nessun "divorzio": Viviani tornerà presto»

non possiamo ancora dire niente», sostiene Johnson.Ma perché Timi è sparito dalle ultime due puntate?C'è stata una divergenza fra voi e Timi? «No, assoluta-mente, su questo voglio essere chiarissimo», diceJohnson. «Nessuna divergenza, e con Filippo siamosempre stati in ottimi rapporti». E allora, che cosa èsuccesso? «Niente: abbiamo dato impulso un po' di-verso a una serie diventata, nel tempo, sempre più co-rale». E nel futuro? Roan Johnson non si sbilancia.

CERCHIAMO allora la voce di chi questa serie la pro-duce, e la sta portando al successo: Carlo Degli Espo-sti della Palomar. E finalmente, è lui a chiudere il mi-stero. «Niente paura: nel futuro ci saranno tutti i pro-tagonisti». Tutti tutti? «Tutti tutti. Compreso Filip-po Timi». Che per questi due episodi del "BarLume"2018 era forse troppo impegnato - anche emotiva-mente - con le riprese del suo film "Favola", che usci-rà a primavera, e che lo vede in scena, dimagritissi-mo, nel fortunato ruolo "en travesti" già portato a tea-tro. Non resta dunque che aspettare qualche mese. Emagari, nel frattempo, rivedere le puntate di una se-rie che, con la sua ironia, ha creato un nuovo modo diconcepire il genere. E che - grazie all'ultimo episodio- minaccia anche di lanciare già il tormentone musi-cale della prossima estate (oppure solo di questi me-si): la "Budello Dance" di Bobo Rondelli, anch'egli"new entry" nel cast nel ruolo di un cantante genialee alcolizzato. Con i fan che lo attendono di ritorno alBarLume. Ovviamente insieme a Timi.

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Parla il presidente delrAnica Rutelli: con Netflix&:co i fibra staranno rniraor, terrapo nei circuiti

Cinema, la scossa arriva dagli UsaIn futuro finanziati meno titoli italiani. La sala resta centrale

DI CLAUDIO PLAZZOTTA

analisi dell'industriacinematograficaitaliana, in genere,parte da basi molto

datate, quasi fossimo ancora«alla prima della Dolce Vita diFederico Fellini, in un mondopopolato dai Vittorio De Sicao Roberto Rossellini. Invece»,spiega Francesco Rutelli,presidente dell'Anita (Asso-ciazione nazionale industriecinematografiche, audiovisi-ve e multimediali), «sfuggeche il consumo e l'industriadel cinema sono cambiati inmodo profondo, e cambieran-no ancora più radicalmentenei prossimi anni. Già nelleprossime settimane avremodagli Stati Uniti integrazio-ni che provocheranno scossetelluriche pazzesche e inedi-te per l'industria del cinema:che faranno Amazon, Facebo-ok o Alphabet? Chi compreràNetflix?».

Domanda. E quindi, inItalia, che si può fare?

Risposta . Dovremo misu-rarci presto con le decisioniamericane che ridefinirannole finestre di uscita dei filmcon un accorciamento tem-porale della catena, e questoavrà enormi impatti, cosìcome quando al cinema si èaffiancata la tv, poi l'homevideo, e ora lo streaming. È

anche un cambiamento an-tropologico e sociale.

D. Ha ancora un sensoguardare al box office comeparametro per valutare lasalute del comparto, quan-do Netflix ormai produce edistribuisce decine di filmsaltando completamente ilpassaggio nelle sale cine-matografiche?

R. Ovviamente è necessarioche i passaggi dei film sullepiattaforme in streaming sia-no sempre remunerati. Questocomporterà delle criticità e del-le trasformazioni per le sale,con film che staranno menotempo nei circuiti cinemato-grafici...

D. Che poi anche nel 2017sono usciti in sala circa 200titoli italiani, e per la granparte il passaggio in salaera solo un atto dovuto,poiché il loro vero businessera la vendita dei diritti aibroadcaster televisivi o delweb...

R. È vero, i film italiani conuna vita reale in sala sono cir-ca 60. E secondo me, in futu-ro, verranno finanziati menofilm.

D. E la sala che fine fa?R. È comunque centrale ave-

re una lettura del comparto ci-nema imperniata sulla sala.Che rimane pure adesso illuogo perfetto dove di-stribuire e mostrare

prodotti video. Anche le serietv, ci ha fatto caso?, le lancianoal cinema. La sala di successosarà un luogo dove incontrar-si, mangiare, discutere. Nonavremo più il trionfo dei centricommerciali, soprattutto nellecittà medie. Le sale dovrannointegrarsi con varie funzioni.E in sala ci saranno i film, mapure i concerti, le prime dellaScala, le partite di calcio, i do-cumentari.

D. Il box office italiano ècalato tantissimo nel 2017.Ma l'industria del cinemacome sta?

R. L'industria italiana èmolto solida, e il film, comeprodotto audiovisivo, restafondamentale.

D. La legge Fran-ceschini che impat-ti avrà sul sistemacinema in Italia?

R. Il ministro Da-rio Franceschiniha il grande merito diavere realizzato unariforma di sistema,fino agli obblighi di in-vestimento e di

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L'Italia produ-ce contenuti, equindi la si-tuazione è ec-cellente. Poibisogna rico-noscere chenegli ultimianni c'è statauna certa fiac-ca di creatività

e innovazione alcinema. Tutto il

comparto, peraltro, aspettavache la legge Franceschini di-ventasse operativa, e quindinel 2017 in molti sono sta-ti un po' alla finestra. Devoperò ricordare che i bigliettivenduti al cinema in Italia,da soli, fanno più del totalebiglietti venduti per tutti glialtri spettacoli, dal teatro allalirica, dalle partite di calcio aiconcerti, le sale da ballo o le fe-ste di paese. Quindi il cinemain sala resta l'intrattenimen-to numero uno. E il film, comecontenuto, piace tantissimo.Pensi che il solo 1° gennaio2018 ci sono stati 32 milionidi italiani che hanno visto unfilm in tv. E da questa statisti-ca sono esclusi, ovviamente, ifilm piratati, o quelli su Netflixo Premium, che non sono rile-vati da Auditel. Quindi, comeprodotto, il film è veramenteegemone.

D. In estate , però, anco-ra nessuno va al cinemain Italia . Nel 2017 la Spa-gna nelle sale ha incassa-to 100 milioni di euro piùdell 'Italia durante i tremesi estivi...

R. Verissimo. Nei prossimigiorni i produttori, i distribu-tori e gli esercenti incontre-ranno il ministro Franceschinicui sottoporremo una serie di

proposte proprio su questotema.

© Riproduzione riservata-

programmazione. Mette a di-sposizione 400 milioni di eurodi finanziamenti all'anno, chepossono sembrare una cifraenorme. Ma sono la metà diquello che, per esempio, lo sta-to francese offre al solo Centronazionale di cinematografia.

D. E poi la Francia ha200 milioni di spettatorial cinema nel 2017, men-tre l 'Italia ne ha appena92 milioni . Ma è vero chei produttori italiani ormaipensano tutti alle serie tve poco ai film?

R. Di sicuro c'è una nuovadomanda che arriva da tante

nuove piattaforme.

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VERSO L'OSCAR

L ' IMPORI A NIE f INQUIEI A REDopo la statuetta del 2017il truccatore AlessandroBertolazzi punta al bis.Con creature deformateispirate alla realtà:«I mostri sono tra noi».

r

di Antonella Piperno

Schivo come pochi, quando un annofa ha vinto l'Oscar per il migliormake up (di Suicide squad) l'unicastatuetta finita in mani italiane, Ales-sandro Bertolazzi ha deciso di vio-

lentare la sua personalità, sottoponendosia selfie, foto, eventi e via socializzando:«Per me l'Oscar significa condivisione. Piùche vincere qualcosa, si diventa per unanno il testimonial di una categoria cherappresenta il cinema, con il dovere di farfelici le persone che lo amano». A forza diandare in giro è diventato pure presidentedel Festival Capri-Hollywood, con relativiconvegni e premiazioni sull'isola dove Pa-norama l'ha intervistato alla vigilia di unpossibile secondo giro di giostra. Perché altimido make up artist potrebbe toccare unaltro tour de force annuale di cinesocia-lizzazione: il suo make up per gli elfi e gliorchi di Bright, il film dello stesso registadi Suicide squad David Ayer, in uscita il 23gennaio, giorno di nomination, potrebbeentrare nella rosa dei tre candidati (ora

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A sinistra, il laboratorio di Alessandro Bertolazzi,59 anni (ritratto nella foto grande e, nell'altrapagina , al lavoro sui bozzetti). Qui sotto, un orcoe un elfo che vedremo in Bright. In basso, l'artistatrucca Margot Robbie per Suicide squad.

sono sette selezionati tra 300) da cui il 4marzo sarà scelto il vincitore dell'Oscar.Il timido ci sta prendendo gusto?Inizialmente, quando dall'Academy mihanno chiesto di inviare il materiale diBright ho risposto: «Veramente non misembra necessario». Vincere l'Oscar unavolta per me era sufficiente. Poi ho temutodi apparire spocchioso, e a questo puntoconfesso una gran voglia di entrare innomination.L'anno scorso qualcuno puòaver pensato che un italiano un po' pazzoaveva vinto un Oscar per caso, un secon-do sarebbe la conferma del talento...Come ha creato le creature fantastichedi Bright?Evitando le maschere. Mi piace tendere alsurreale, fino al limite che crea la magia.Superarlo condurrebbe al grottesco, chenon sopporto. Il lavoro preparatorio è du-rato due mesi: serviti a capire che gli elfidovevano avere le vene trasparenti, chei capelli non dovevano essere bianchitipo Il Signore degli Anelli, ma grigi. Coloracciaio, non grigio effetto nonna. Perottenere il punto di colore giusto sono ser-viti migliaia di test. I denti poi dovevanoavere una componente animalesca, chetrasmettesse inquietudine e non terrore.Il disturbo comunica più della paura.

Dove crea?Su ogni set chiedo uno studio con un tavo-lo quadrato al centro e pannelli intorno.Lì io e il mio team, capitanato dal miobraccio destro Marta Roggero, che ci mettetutti in riga, pensiamo e attacchiamo suipannelli disegni e spunti vari su cui ci con-frontiamo col regista. Poi usciamo a fare laspesa: piume, vernici, cenere, lana...Le sue fonti di ispirazione?Sul fronte dell'arte mi guidano FrancisBacon, Caravaggio e Egon Schiele: misono ispirato alla prostituta di un suoquadro per truccare Monica Bellucci nel-la scena di Malèna in cui viene pubblica-mente picchiata. Ma pesco anche moltodall'umanità: i mostri sono tra noi. PerBright ho trascinato Giorgio (Gregorini,l'hair stylist con cui ha condiviso l'Oscar,ndr) nei quartieri malfamati di LosAngeles, volevo immergermi in quell'at-mosfera degradata. Quando un gruppodi homeless è venuto incontro alla nostraauto Giorgio era terrorizzato, ma voleva-no solo dirci che eravamo contromano: imostri talvolta sono buoni e viceversa».È nato vicino Vercelli, ha cambiato trescuole, ha lavorato in teatro e ora vivetra Firenze e Londra. Quando ha capitodi avercela fatta?Non avevo una gran voglia di studiare e imiei mi avevano iscritto a ragioneria spe-rando che finissi in banca. Passando dallescenografie teatrali ho scoperto lentamen-te il mio talento e probabilmente ho fattoil grande salto con Malèna,

CINQUE IIAIIANI IN GARAInsieme a Bertolazzi anche altriquattro italiani potrebbero portarel'Oscar in Italia . II regista LucaGuadagnino , snobbato a sorpresaai Golden Globe il 23 gennaiopotrebbe ottenere cinquenomination (a partire da quella peril miglior film) per il suo Caiimebyyourname. Rincorrono l'Oscar ancheAlessandra Querzola , per gli arrediinterni di Blade Runner2O49, e DarioMarianelli (già Oscar nel 2013) eValerio Bonelli , rispettivamente perle musiche e il montaggio di Darkesthour. Che finiscano in nominationo no, la cinquina italica saràprotagonista a Los Angeles Italia,rassegna con cui dal 25 febbraioal 3 marzo al Teatro Cinesedi Hollywood, Pascal Vicedominicelebrerà il cinema nostrano.

nel 2000. La Bellucci, donna straordinaria,è stata il mio ponte verso le produzioniinternazionali.Ha anche lavorato a Vi presento Christo-pher Robin , sulla creazione di Winniethe Pooh . Dai mostri ai pupazzetti...In tanti mi hanno chiesto cosa andassi afare in un film Disney con gli orsacchiottidigitali, una sorta di Mary Poppins. Mail regista è Marc Forster, quello del filmsugli zombie World war Z, e sentivo cheda lui doveva uscire qualcosa di speciale.E infatti il film è una vera chicca con ca-ratterizzazioni garbate: nel film i colleghidi lavoro di Christopher-Ewan McGregorricordano i personaggi della foresta. Liabbiamo lievemente fatti somigliare adasini, o tigri. Non mi interessano trucchiestetici e maschere, ma ciò che fa emerge-re il personaggio.Il suo discorso del 2017 è stato inseritotra i migliori dieci degli Oscar . Non è cheha già cominciato a pensare al secondo?Il mio «Sono un immigrato, vengo dall'I-talia, lavoro in giro per il mondo e questopremio è per tutti gli immigrati» mi èvenuto d'istinto. Non preparo nulla e nonè solo scaramanzia. Di certo se ci fosseun secondo Oscar ringrazierei ancora miamoglie Giovanna, senza di lei non mi di-vertirei così tanto. È anche la mia criticapiù schietta: quando creo qualcosa, poiho il terrore di farglielo vedere. n

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Drammatico

Il viaggio cli Virzì tra lacrima e sorrisoUn'ultima avventura di vita, una cornice americana, gli incantevoli Mirren e Sutherland

ALESSANDRA LEVANTESI KEZICHN el romanzo ispiratore,The Leisure Leek di Mi-chael Zadoorian (edi-

to in Italia Marcos y Mar-cos), il viaggio degli anzianiconiugi protagonisti - Ella,malata di cancro , e John, sof-ferente di Alzheimer - si svol-ge a bordo del camper AnniSettanta del titolo lungo laRoute 66, dal Michigan allaCalifornia . Adattando il li-bro, il regista Paolo Virzì e ivalidi co-sceneggiatori Fran-cesca Archibugi, FrancescoPiccolo e Stephen Amidon,hanno trasportato l'ambien-tazione sulla Route 1, altret-tanto storica strada nazio-nale che dal confine canade-se conduce alla Florida.Esattamente a Key West,per cui la meta finale dellacoppia invece di essere Di-

sneyland diventa la «ErnestHemingway House».

E ci sono altri cambiamen-ti dovuti al passaggio dal rac-conto in prima persona (diElla) al racconto in oggetti-

Una coppiad'oroHelen Mirrene DonaldSutherland inuna scena di«Ella & John»di Paolo Virzì:la lorointerpreta-zionefarisuonarela corda deisentimenti

va, che ha imposto la neces-sità di puntare su dialoghi esituazioni atti a sottolinearele diverse personalità: quellapiù estroversa e prepotentedi Ella, quella più poetica e

gentile dell'ex professore diletteratura John. Ma resta iltema di fondo, un viaggio sulfilo della morte che è un'ulti-ma avventura di vita; e an-che un'ultima rivendicazio-ne di libertà di scelta. Cosache i giovani congiunti sten-tano a a capire.

Virzì impagina la storia inuna cornice americana rita-gliata con garbo intreccian-do intimità e buffi incontrifra lacrima e sorriso; e, purse qua e là il film indulge albozzetto, l'interpretazionedegli incantevoli Helen Mir-ren e Donald Sutherlandprovvede a far risuonare lacorda dei sentimenti sull'on-da lunga della memoria.

ELLA & JOH N -THE LEISURE SEEKERDi Paolo VirzìCon Helen Mirren, Donald Sutherland,Janel Moloney, Dick GregoryItalia 2017

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