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18-10-22 RASSEGNA STAMPA 18-10-19 NOTIZIE DA AGRAPRESS 18-10-19 GIAN MARCO CENTINAIO. DOBBIAMO CONSENTIRE AI GIOVANI DI POTER ACCEDERE A TERRA E CREDITO SEMPLIFICATI Agrapress 18-10-21 A CIASCUNO LA SUA PAC RisoItaliano 18-10-21 TAGLI PAC VS REGIONI EUROPEE Agronotizie 18-10-22 INVESTIRE IN MODO VIRTUOSO, SFIDA ALLO SVILUPPO VERDE Affari e finanza 18-10-22 2,5 MILIARDI DI CONSUMATORI CHE SARANNO RAGGIUNTI FACILMENTE DALLE IMPRESE ITALIANE CON IL VIA LIBERA A SEI TRATTATI COMMERCIALI Affari e finanza 18-10-22 BOLSONARO ANTI-AMBIENTALISTA GIURA GUERRA A INDIOS E FORESTA Corriere della Sera 18.10.22 L’IRRIGAZIONE? SI FA COL GPS L’Economia del Corriere della Sera 18-10-22 CHI INVESTE SUL PIANETA CRESCE PIU VELOCEMENTE L’Economia del Corriere della era

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18-10-19

BONAFEDE, CENTINAIO, FONTANA, ERMINI APRONO A CERNOBBIO!PRIMA SESSIONE FORUM INTERNAZIONALE COLDIRETTI 6215 - cernobbio, (agra press) - e’ iniziata, con l’intervento del presidente della lombardia attilio FONTANA (https://goo.gl/VeWS8g) e del vicepresidente del csm david ERMINI, la prima sessione di lavori del XVII forum internazionale dell’agricoltura coldiretti-ambrosetti. il ministro di giustizia alfonso BONAFEDE ha svolto una prolusione di carattere giuridico sulle questioni che riguardano a vario titolo l’agricoltura. in particolare il ministro di giustizia ha reso noto che nell’ambito della riforma del diritto fallimentare si terra’ conto dell’eccezione rappresentata dalle imprese agricole, pur nel rispetto dei principi giuridici cardine. il ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo gian marco CENTINAIO, ha posto l’accento sull’ottimo rapporto con enti del ministero, con agea e con ismea. “abbiamo stanziato per i giovani agricoltori 70 milioni di euro; da quanto non si vedeva una cosa del genere…”, ha indicato. il ministro ha ricordato le norme sul vino; la richiesta di aumento delle quote tonno. per il made in italy va fatta promozione diversa, fatta come sistema….., ha aggiunto. per quanto riguarda lo zucchero CENTINAIO ha ricordato i tentativi in corso per il settore, con le sue proposte “accolte da molti paesi”. MONCALVO ha rilanciato proponendo al ministro di accogliere la proposta di coldiretti di incentivare sul piano fiscale le aziende italiane che utilizzano solo prodotto italiano. il ministro CENTINAIO ha annunciato che con il suo arrivo e grazie allo sforzo mipaaf-agea sono stati pagati 343 milioni del programma nazionale e 102 dell’ocm vino relativi al periodo 2015-2018. a margine della sessione il ministro ha risposto positivamente alla sollecitazione del presidente della coldiretti roberto MONCALVO sulla necessita’ che il governo italiano si attivi affinche’ la direttiva sulle pratiche sleali sia approvata dal parlamento europeo nel testo del relatore comagri paolo DE CASTRO. il ministro ha anche tenuto a battesimo un accordo coldiretti-inalca-aia-mcdonald’s per la sostenibilita’ della carne che dovrebbe coinvolgere 4000 aziende agricole. il presidente dell’aia roberto NOCENTINI e l’ad inalca pio SCORDAMAGLIA hanno evidenziato gli aspetti salienti dell’accordo. dettagli su https://goo.gl/S9Ccho. 19:10:18/17:10 CENTINAIO, ROLFI E TOTI CONSEGNANO GLI OSCAR GREEN!IN OCCASIONE DELLA XVII EDIZIONE FORUM COLDIRETTI 6216 - cernobbio, (agra press) - la consegna degli oscar green 2018 ha aperto il 17º forum agro alimentare coldiretti-ambrosetti di cernobbio. il ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo gian marco CENTINAIO ha consegnato

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l'ambito riconoscimento ai vincitori delle diverse sezioni, tutti giovani agricoltori impegnati su vari fronti dell'innovazione, della creativita' e della ricerca scientifica. dettagli su https://goo.gl/fAMGqf. il direttore dell'ismea raffaele BORRIELLO ha indicato alcuni interessanti dati relativi alle performance delle aziende condotte da imprenditori under 40 e da annunciato lo sblocco, grazie al ministro CENTINAIO, di un decreto con 70 milioni di euro a disposizione dei giovani agricoltori. dettagli su https://goo.gl/1tnfGX. il ministro delle politiche agricole ha sottolineato il ruolo propositivo sia dell'ismea sia del crea e ha ringraziato BORRIELLO. "CENTINAIO che si mette a disposizione di raffaele e raffaele che si mette a disposizione di CENTINAIO" e' il modo di lavorare di questo ministero, ha spiegato. che l'agricoltura sia un mestiere attrattivo e' dimostrato dal fatto, sottolinea censis nella tradizionale ricerca che viene presentata ogni anno al forum, dettagli su https://goo.gl/ykRhCj, che l'85% dei genitori (compreso il ministro dell'agricoltura per sua stessa ammissione) sarebbe felice se un figlio lavorasse in agricoltura. i giovani hanno bisogno di terra e la sottrazione di suolo agricolo va fermata, hanno sottolineato sia BORRIELLO sia l'assessore all'agricoltura della lombardia fabio ROLFI. dettagli su https://goo.gl/SFtWNR. quest'ultimo ha indicato nell'attivita' di rigenerazione urbana una peculiarita' della sua amministrazione. l'interconnessione tra cibo, turismo, territori presente in molti dei progetti premiati con l'oscar green e' l'obiettivo che secondo il presidente della liguria giovanni TOTI un paese come l'italia deve perseguire per consolidare le imprese agricole che pero', come tutte le altre d'altra parte, ha aggiunto, avrebbero bisogno di sostegno reale sia delle banche sia delle altre istituzioni come le camere di commercio. la voglia di personalizzare la propria scelta imprenditoriale e' l'aspetto che secondo il ministro CENTINAIO caratterizza maggiormente le aziende premiate con gli oscar green. CENTINAIO ha insistito sulla necessita' che, in attesa che l'europa accetti le proposte italiane, siano le aziende italiane, nell'ambito di un patto virtuoso, ad etichettare il made in italy. e, a proposito dell'europa, il ministro ha enfatizzato, nel segno di una vocazione trasversalista della politica agricola italiana, gli ottimi rapporti, in difesa della lobby del made in, con alcuni omologhi europei, ed in particolare il francese (ora sostituito), "anche quando MACRON e CONTE litigavano". "siamo obbligati a fare questo mestiere difficile perche' mentre il mondo andava altrove noi abbiamo mantenuto il punto" ha detto ai giovani presenti il presidente della coldiretti roberto MONCALVO sottolineando ancora una volta il ruolo propulsivo che la sua organizzazione ha scelto di rivestire. 19:10:18/14:00 COMMISSIONE UE PUBBLICA RAPPORTO!SU ECONOMIA AGRARIA 2014-2015 6217 - bruxelles, (agra press) - la commissione ue ha pubblicato l'ultimo rapporto sull'economia agraria, relativo al biennio 2014-2015 e disponibile su https://goo.gl/MP4NbK, dal quale emerge che i redditi nel settore agricolo sono cresciuti nel lasso di tempo preso in esame, invertendo la tendenza del 2013. In particolare - spiega la commissione - l'aumento piu' significativo ha riguardato nel settore dell'orticultura, del vino e delle colture permanenti, mentre i redditi nel settore lattiero sono invece diminuiti. "i pagamenti diretti della pac continuano a rappresentare un sostegno significativo agli agricoltori europei, costituendo nel 2015 una media del 30% del valore delle aziende agricole", evidenzia la commissione. maggiori dettagli su https://goo.gl/4Vmy2U. 19:10:18/15:20

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FRANCIA: DIDIER GUILLAUME!MINISTRO DELL'AGRICOLTURA 6218 - parigi, (agra press) - didier GUILLAUME e' il nuovo ministro dell'agricoltura, scelto dal presidente emmanuel MACRON nell'ambito di un ampio rimpasto di governo. GUILLAUME, che prende il posto di stephane TRAVERT, e' stato per undici anni presidente del consiglio generale della drome e per oltre nove anni sindaco di bourg-de-peage, un comune di 10.000 abitanti. questa conoscenza del territorio gli e' valsa per quattro anni un posto di consigliere di jean GLAVANY, ministro dell'agricoltura con lionel JOSPIN. nel 2008, e' stato eletto senatore e ha presieduto il gruppo socialista dal 2014 fino al gennaio scorso. 19:10:18/12:00

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ANNO LVI - N. 283 venerdi' 19 ottobre 2018

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NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 18:25

GIAN MARCO CENTINAIO, DOBBIAMO CONSENTIRE AI GIOVANI DI POTER ACCEDERE A TERRA E CREDITO SEMPLIFICATI

di Letizia Martirano In queste ore il ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo Gian Marco Centinaio e' impegnato come i suoi colleghi nella messa a punto della manovra per il 2019. In questa intervista risponde ad alcune sollecitazioni sul tema dei giovani e dell'accesso alla terra. Cosa puo' fare per i giovani un governo come quello in carica attraverso il suo Ministero?

I giovani sono il futuro del nostro Paese, guardare al futuro significa ridare valore alla nostra terra. Lo scorso 3 ottobre, in merito alla vendita di 7.700 ettari della Banca nazionale delle Terre Agricole, istituita presso l'ISMEA, e distribuiti in tutta Italia, abbiamo pensato proprio ai giovani, garantendo in modo semplice e trasparente nuove opportunita' professionali. Non e' un caso che il 61% di questi terreni si trovi al Sud, Sicilia e Basilicata in primis. Non lasciamo indietro nessuno. L'agricoltura e l'agroalimentare italiani sono piu' vivi che mai. E' tempo di investire e promuovere, puntando su innovazione e ricambio generazionale, attraverso misure specifiche e mutui agevolati. La Banca delle Terre ha a suo giudizio una funzione trainante per la formazione di una moderna e giovane azienda agricola? Si, la 'Banca delle Terre agricole' puo' rappresentare uno strumento fondamentale per la formazione di una moderna e giovane azienda agricola. Dobbiamo stimolare in ogni modo la crescita delle nostre produzioni, consentendo soprattutto ai giovani di poter avere un accesso alla terra e al credito semplificati.

fondatore: giovanni martirano direttore responsabile: letizia martirano agenzia quotidiana di informazioni agra press editrice cooperativa OUTSIDER Via in Lucina 15 - 00186 ROMA Tariffa ROC: "Poste italiane spa - Spedizione in a.p. - DL 353/2003 (convertito in legge 27/02/2004 n. 46 ) art. 1 comma 1 DCB ROMA"

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(ap) - n. 283 2./.. Nella manovra ci sono misure ad hoc? La manovra contiene una serie di azioni pensate per le imprese e articolate in misure per il lavoro e misure per lo sviluppo economico. Noi stiamo cercando di portare avanti tutto quello che e' sinonimo di innovazione in agricoltura. Nello specifico, abbiamo chiesto al Ministro dell'Economia e delle Finanze Tria e al Presidente del Consiglio Conte, attraverso la manovra, di poter trasformare l'agricoltura Italiana, che e' un'agricoltura di tradizione, importante e di qualita', in un'agricoltura moderna.

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18-10-21

A CIASCUNO LA SUA PAC La proposta in discussione permetterà agli Stati di personalizzare i loro programmi

Nella seduta seduta pubblica del 15 ottobre la Commissione Agricoltura, composta dai ministri dell’Agricoltura europei, ha discusso una relazione sullo stato dei lavori preparatori sulla proposta di regolamento della Commissione riguardo i piani strategici della Pac (Politica agricola comune), che sono la pietra angolare del pacchetto di riforme. I ministri hanno inoltre proceduto a uno scambio di opinioni sui temi della semplificazione e della flessibilità per gli Stati membri contenuti nella proposta, nonché sulla nuova architettura ecologica proposta dalla Commissione, sulla proporzionalità e sull’adeguatezza degli strumenti presentati. Il tema delle strategie di greening interessa direttamente il settore risicolo.

Durante il dibattito, molti ministri hanno accolto con favore il passaggio a una Pac basata sui risultati, ma hanno ritenuto che il nuovo modello potrebbe aumentare la complessità e la burocrazia. Mentre molte delegazioni hanno chiesto semplificazione e flessibilità, anche nella selezione degli obiettivi e dell’attuazione delle politiche, altri hanno sottolineato la necessità di mantenere la natura comune della politica agricola europea. La nuova architettura del greening è stata accolta con favore, ma molti ministri hanno ritenuto di essere in linea con il bilancio della Pac proposto e che dovrebbero essere attuate nuove misure. Il pacchetto di riforme proposto ha un valore di 365 miliardi di euro, e comprende tre proposte, ovvero un regolamento sul finanziamento, la gestione e il monitoraggio della Pac; un regolamento relativo ad un’organizzazione comune di mercato dei prodotti agricoli (9556/18) e una valutazione d’impatto. Le proposte della Commissione introducono un nuovo modello per il quale gli stati membri saranno in grado di personalizzare i loro programmi. Un unico insieme di 9 obiettivi economici, sociali e ambientali sarà individuato a livello di Unione Europea, poi i singoli Stati dovranno varare un piano strategico, che coprirà l’intero periodo di programmazione, definendo come intendono raggiungere tali obiettivi, utilizzando sia i pagamenti diretti che la leva dello sviluppo rurale. La Commissione approverà ciascun piano per garantire la coerenza e la protezione del mercato unico e monitorerà i progressi verso gli obiettivi utilizzando una serie di indicatori di risultato concordati a livello centrale. La Commissione approverà ciascun piano per raggiungere la coerenza e la protezione del mercato unico.

Le proposte della Commissione definiscono inoltre nuovi obblighi e incentivi per gli agricoltori sul fronte dell’ambiente e dell’azione per il clima. I pagamenti diretti saranno subordinati a requisiti ambientali e climatici rafforzati e gli Stati membri dovranno offrire regimi ecologici per sostenere gli agricoltori nell’andare oltre i requisiti obbligatori, finanziati con una quota delle dotazioni dei pagamenti diretti nazionali.Inoltre, la nuova Pac punterà di più sui piccoli imprenditori agricoli e sui giovani agricoltori, facilitando così il ricambio generazionale, tentando di promuovere un maggiore uso della conoscenza e dell’innovazione. La Commissione ha inoltre discusso il Consiglio sui risultati dell’ultima riunione del G20 che si è tenuta a Buenos Aires il 27-28 luglio 2018. L’Unione europea ha partecipato a questa riunione sulla base degli orientamenti comuni, preparati e approvati dal Consiglio nel giugno 2018.

L’esito dell’incontro del G20 si è basato sulla gestione globale e responsabile dei suoli. La dichiarazione contiene varie misure volte a combinare una maggiore produttività con la sostenibilità in agricoltura, riducendo l’inquinamento del suolo e proteggendo la biodiversità. È stato inoltre raggiunto un accordo congiunto sull’azione per il clima, sottolineando la particolare responsabilità del settore agricolo. E’ stato inoltre individuato un unico candidato per l’Unione europea alle elezioni del 2019 per individuare il prossimo direttore generale della FAO – Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura. Catherine Geslain-Lanéelle, ex Segretario di Stato francese ed ex direttore esecutivo dell’EFSA, è emersa come candidato unico dell’UE. La sua candidatura è stata ampiamente accolta dai ministri.

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18-10-21

Tagli Pac Vs regioni europee Le  Agriregions,  tra  cui  Emilia  Romagna  e  Toscana,  sono  preoccupate  e  chiedono  un  budget  adeguato  per  lo  sviluppo  rurale.  La  videointervista  all'eurodeputato  Paolo  De  Castro  

di Alessio Pisanò

Pac 2021-2027, le preoccupazioni delle regioni europee. A Strasburgo le 'Agriregions' - tra cui Toscana ed Emilia Romagna - chiedono alla Commissione europea budget adeguato per lo sviluppo rurale. Per l'Italia previsti oltre 4 miliardi di tagli. De Castro: "Rischio rinazionalizzazione". Remaschi (Toscana) e Caselli (Emilia Romagna): "No ai tagli".

Tagli Pac: la preoccupazione delle regioni europee

Le Agriregions - undici regioni europee, tra cui Toscana ed Emilia Romagna - dietro iniziativa della Regione Bretagna, la più forte dal punto di vista agricolo e agroalimentare, si sono unite per chiedere all'Unione europea il rafforzamento dello sviluppo rurale, rivendicando il loro ruolo centrale nel sostegno della Politica agricola comune. L'ipotesi di riduzione dei fondi avrebbe un impatto negativo sui redditi degli agricoltori, impegnati a garantire i migliori standard di qualità e benessere alimentare. Mantenere un budget adeguato per lo sviluppo rurale, secondo le Agriregions, permetterebbe di affrontare le sfide più importanti legate alla politica agricola e favorirebbe i territori rurali attraverso la crescita delle imprese, l'aumento della competitività, lo sviluppo del turismo e la salvaguarda delle risorse naturali del territorio: sfide e obiettivi difficili da raggiungere senza le risorse adeguate.

Pac: la situazione italiana 2021-2027

Dei 365 miliardi proposti, 36,3 miliardi di euro secondo la proposta della Commissione, saranno destinati all'Italia, rispetto ai 41 miliardi della Pac previsti per il sessennio 2014-2020. In particolare, di questi 36,3 miliardi 24,9 miliardi in pagamenti diretti, 8,9 miliardi per lo sviluppo rurale e 2,5 miliardi per le misure di mercato. Tra i paesi dell'Unione europea l'Italia sarebbe il quarto beneficiario dei fondi, dopo Francia, Spagna e Germania.

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Pac 2021-2027: i numeri

La Commissione europea ha proposto un budget di 365 miliardi di euro per la Politica agricola comune per il prossimo periodo 2021-2027, circa il 28% del bilancio complessivo dell'Unione europea. Rispetto all'attuale bilancio, secondi i calcoli del Parlamento europeo, si prevede un taglio pari al 15%. A subirne maggiormente le conseguenze sarà il Feasr, Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale.

De Castro: "Rischio di rinazionalizzare la Pac"

"Sarà ancora comune la politica agricola? Sarà davvero garantito il ruolo delle istituzioni europee? O ci sarà una vera e propria rinazionalizzazione, con un decisivo ruolo degli Stati membri?" Sono questi i quesiti, e le preoccupazioni, posti dall'europarlamentare Paolo De Castro sul futuro della Pac. "L'altra preoccupazione - prosegue De Castro - riguarda una possibile ricentralizzazione: si toglie alle regioni per centralizzare allo Stato". De Castro sottolinea la necessità di cooperare tra paesi dell'Unione europea, "basterebbe portare la contribuzione degli Stati membri dall'1% all'1,3%: questo garantirebbe nessun taglio né alla Pac, né alla politica di coesione". "I risultati raggiunti a livello europeo beneficiano per tutti gli Stati membri, anche per l'Italia che è stata per trenta anni beneficiaria netta".

Remaschi (Toscana): "Necessario mantenere budget per sviluppo Pac"

"È necessario orientare tutti gli sforzi possibili per valorizzare, salvaguardare, rafforzare la produzione primaria e ridare agli agricoltori forza e centralità nell'azione amministrativa: per fare questo è fondamentale mantenere un budget adeguato per lo sviluppo rurale", afferma Marco Remaschi, assessore all'Agricoltura della Regione Toscana. "Si deve far agricoltura - prosegue Remaschi - perché ci sia un reddito, perché ci sia la possibilità che questi territori vengano abitati, perché sia un motore di sviluppo per il turismo, per l'agriturismo e per lo sviluppo rurale in generale".

Caselli (Emilia-Romagna): "Preoccupazione per i tagli alla Pac"

"Il sistema con cui si pensa di organizzare la Politica agricola comune taglia fuori completamente le regioni, le quali non potrebbero più allocare le risorse sui tipi di agricoltura presenti sul territorio" afferma Simona Caselli, assessore all'Agricoltura della Regione Emilia Romagna. Il rischio che si corre, secondo la Caselli, in un paese come l'Italia, è quello di vedere unificati i sistemi regionali agricoli, completamente diversi per produzioni, conformazione del territorio e caratteristiche: una uniformità ingestibile che non porterebbe a nessuna semplificazione per gli agricoltori. "La prospettiva di tagliare il budget del 15% è tremenda, vorrebbe dire 180 milioni di euro in meno e vuole dire mettere in difficoltà elementi puri dello sviluppo rurale, come la parte dedicata alle zone più svantaggiose e la parte dedicata ai giovani" conclude l'assessore.

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Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Data 22/10/2018

Pagina 78

Foglio 1

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Federico Testa presidente dell’Enea, Ente per le nuove tecnologie, l’energia e l’ambiente

Il personaggio Agenda 2030 delle Na-zioni Unite per lo svilup-po sostenibile e l’accor-do di Parigi sui cambia-

menti climatici, entrambi adottati nel 2015, dicono che la transizione verso un modello economico vir-tuoso deve creare reddito e profit-to, ma anche progresso sociale e salvaguardia dell’ambiente. Que-sto modello ha un nome: econo-mia circolare. Perseguirlo non è fa-cile, perché è necessario da parte di chi fa impresa un radicale cam-bio di paradigma basato su nuovi modelli di business in grado di tra-sformare quello che oggi viene con-siderato inutile, cioè i rifiuti, in ri-sorse ad alto valore aggiunto.

Un fattore determinante, per da-re impulso alla transizione, è rap-presentato dalla tecnologia che già oggi rende possibili ed efficien-ti produzioni più sostenibili e circo-lari. Produzioni che nei prossimi anni dovranno giocoforza affran-carsi dall’utilizzo massiccio di com-bustibili fossili, a partire dal carbo-ne, che sono i principali responsa-bili dell’attuale crisi climatica. A vantaggio di fonti energetiche rin-novabili, che rappresentano poi il cuore dell’economia circolare.

Sono queste le premesse con si

aprirà la 7° edizione degli Stati ge-nerali della Green Economy, che ri-tornano dal 6 al 7 novembre ad Eco-mondo e Key Energy (Fiera di Rimi-ni), promossi dal Consiglio genera-le della Green Economy in sinergia con il ministero dell’Ambiente, per far il punto su quanto è stato fatto fino ad oggi, in Italia e in Europa, e quanto resta da fare nell’immedia-to futuro. I numeri dell’Unep, l’or-ganizzazione internazionale delle Nazioni Unite per l’ambiente, ri-portano che la green economy è un “generatore netto” di posti di la-voro. A maggior ragione dopo la re-cessione economica globale inne-scata dalla crisi finanziaria mon-diale del 2008-2009 che ha dato luogo a numerose proposte di sti-moli fiscali green proprio per pro-muovere l’occupazione.

«Sulla necessità che gli investi-menti, pubblici e privati, dovrebbe-ro aumentare c’è in genere un am-pio consenso, in Italia e in Europa. Minore è invece la riflessione, il di-battito pubblico, su quali debbano essere gli investimenti» premette Edo Ronchi, presidente della Fon-dazione per lo sviluppo sostenibile che aprirà i lavori della due giorni degli Stati generali presentando Fo

cusa

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1 In primo piano il motore di una turbina eolica

vito de ceglia, milano

Sono dieci le misure su cui puntareper garantire il bene del nostro Paese

EDO RONCHI PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Lo scenario

Edo Ronchi: “Non basta spendere. Bisogna farlo in modo che l’impegno finanziario persegua tre vantaggi: ridurre l’inquinamento, provocare un effetto moltiplicatore delle risorse impiegate dal pubblico e dal privato, utilizzare e promuovere innovazione”

Investire in modo virtuososfida allo sviluppo verde

+5,3%GLI OCCUPATI

Nel 2017 l’industria delle energie rinnovabili ha impiegato 10,3 miloni di persone, con un aumento del 5,3% rispetto al 2016

L’

L’opinione

I numeri

78Lunedì

22 ottobre2018

economia circolarein Italia è già realtà.Esempi concreti arri-vano da alcune im-

portanti filiere del settore tessi-le-moda, automotive, edile,packaging ed elettronica che sistanno muovendo nella dire-zione giusta attraverso una ge-stione più efficiente delle risor-se e l’adozione di nuove tecno-logie. Ma per fare decollare ve-ramente l’economia circolareoccorre rimuovere subito alcu-ni ostacoli, soprattutto di natu-ra normativa, che ne rallenta-no la diffusione».

Parte da qui Fabio Fava: do-cente alla Scuola di Ingegneriadell’Università di Bologna, rap-presentante italiano per la bio-economia presso i comitati del-la Commissione europea e dal2013 presidente del Comitatotecnico-scientifico di Ecomon-do. È in questa veste che Favaparla, a poche settimane di di-stanza dall’apertura della 22esi-ma edizione del più grande ex-po europeo sull’economia ver-de e circolare (6-9 novembre),organizzato da Italian Exhibi-tion Group alla Fiera di Rimini.L’evento, come ogni anno, sitiene da 12 anni in contempora-nea con Key Energy, il salonededicato a tutti i settori delleenergie rinnovabili e dell’effi-cienza energetica.

Due manifestazioni che sisvilupperanno su 129 mila mqdi superficie espositiva prontiad ospitare oltre 1.300 impre-se. Ricco e qualificato il pro-gramma degli appuntamenticurati dai comitati tecni-co-scientifici di Ecomondo eKey Energy, in stretto contattocon i protagonisti dei vari setto-ri: da quello del recupero e va-lorizzazione dei rifiuti alla filie-ra della bioeconomia, delleenergie rinnovabili e dell’effi-cienza energetica, passandodalla rigenerazione urbana edalle smart cities. «Quest’annosarà centrale il tema della bioe-conomia circolare, molto senti-to da parte dell’Ocse. L’organi-smo internazionale intervienecon l’evento “Circular Bioeco-nomy: National Case Studies ofInnovation Ecosystems”. Attra-verso la partecipazione di altiesponenti dei rispettivi Paesi,saranno messi a confronto i ca-si di Giappone, Usa, Francia,Finlandia, Norvegia, Svezia,Belgio e naturalmente Italia».

In collaborazione con asso-ciazioni industriali, ministeri,enti di ricerca, Ue e Ocse saran-no poi esaminate le principalinovità, criticità ed opportunitànell’ambito del riuso e valoriz-zazione dei principali rifiutitecnici e biologici, le materieprime alternative, la bonifica ela riqualificazione delle areecontaminate. In questo senso,risulta funzionale la presenzadella commissione Ue per pro-muovere la partecipazione aiprogrammi ricerca e innovazio-ne europei, che assegnano cre-diti formativi ufficiali. Iniziati-ve dirette a favorire la coopera-zione internazionale: «Nel 2017abbiamo avuto 116 mila delega-ti da oltre 50 Paesi diversi».

L’edizione 2018, che si svol-ge di nuovo insieme agli Stati

generali della green economy,darà molto spazio all’industria4.0 applicata alla gestione e uti-lizzo dei rifiuti. E alla tutela, re-cupero e riuso della risorsa idri-ca. Gli eventi internazionalidella rassegna coinvolgeranno una schiera di relatori sia italia-ni sia stranieri specializzati i va-ri ambiti. Come quello dellaplastica: «In Europa ne produ-ciamo 25,8 milioni di tonnella-te ogni anno, meno del 40% vie-ne riciclato». A Ecomondo saràpresentato il progetto eCircu-lar che indicherà le azioni perridurre il peso ambientale del-la plastica.

Connessa con questo argo-mento, la problematica dei ri-fiuti marini verrà ripropostaper il 3° anno consecutivo, in-sieme a Legambiente e adEnea, con una conferenza sullaprevenzione e gestione dei ri-fiuti marini. A cui si aggiungeuna serie di eventi sulla valoriz-zazione delle risorse biologi-che del mediterraneo e dellapromozione della crescita blunell’area.

Altro tema caldo è quello del-le bioraffinerie: il decreto inter-ministeriale dello scorso mar-zo (il cosiddetto decreto bis,4,7 milioni di incentivi sul piat-to) ha posto infatti le basi per fa-vorire l’utilizzo delle fonti rin-novabili (biocarburanti) nel set-tore dei trasporti. Aprendo difatto una nuova fase di investi-menti che si calcola porterà,grazie al potenziale di gas rin-novabile producibile al 2030,ad un giro di affari complessi-vo di circa 85,8 miliardi di euroe 21 mila nuovi posti di lavoro.— v.d.c.

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un relazione sui risultati fin qui ot-tenuti dalla green economy, le suepotenzialità e le criticità che pur-troppo ne rallentano la crescita. «Ilprimo vantaggio economico diquesti investimenti è proprio quel-lo dei costi evitati dell’inquinamen-to e di altri rilevanti impatti am-bientali — aggiunge Ronchi — Il se-condo vantaggio economico è la ca-pacità di queste scelte green di atti-vare, con investimenti pubblici, ef-fetti moltiplicatori rilevanti anche di quelli privati. Il terzo sta nella ca-pacità di utilizzare e promuovereinnovazione».

In Italia le misure green su cuiinvestire, fa notare Ronchi, sono-dieci: rilanciare le fonti energeti-che rinnovabili; rendere più incisi-vi gli interventi di riqualificazioneenergetica di abitazioni, scuole euffici; realizzare un programma na-zionale di rigenerazione urbana;sviluppare le diverse filiere del riu-tilizzo e del riciclo dei rifiuti; rilan-ciare la spesa per la ricerca in mate-ria ambientale; riqualificare il siste-ma idrico nazionale; realizzare unprogramma di interventi per la ri-duzione del rischio idrogeologico; rafforzare l’agricoltura biologica e sostenibile; completare le bonifi-che dei siti contaminati di interes-se nazionale; e puntare sulla mobi-lità sostenibile.

Sul primo punto, lo sviluppo del-le rinnovabili, l’Italia non è messamale. Anzi: il nostro Paese è statouno dei primi in Europa ad aver su-perato il tetto del 17% del consumodi energia coperto da fonti greenprevisto entro il 2020. Un risultatoche ha messo in moto 4,8 miliardidi euro di investimenti e dato lavo-ro a 130 mila persone. Secondo laStrategia energetica nazionale(Sen), approvata a fine 2017, nel2030 le fonti rinnovabili dovrebbe-ro coprire il 28% del consumo fina-le di energia. «Questo significa chein poco più di un decennio per co-prire il 55% del consumo di energiacon fonti rinnovabili, la produzio-ne eolica dovrebbe raddoppiare eil fotovoltaico triplicare».

È il punto di non ritorno. Lo spar-tiacque verso un modello economi-co circolare. Per accelerare questatransizione, un contributo arrivaanche da Enea, che di recente halanciato la prima piattaforma ita-liana per l’economia circolare (Ice-sp). Piattaforma che l’ente, presie-duto da Federico Testa, guida inqualità di rappresentante del mon-do della ricerca e unico membroitaliano nel gruppo di coordina-mento della piattaforma europeaEcesp (European circular econo-my stakeholder platform). «Tuttiparlano di economia circolare, pe-rò poi è sempre difficile passare da-gli slogan ai fatti — osserva Testa —L’obiettivo della piattaforma è pro-prio questo: attirare chi ci vuole la-vorare davvero. Siamo aperti a tut-ti coloro che vogliono fare parte diquesta piattaforma. Come Eneamettiamo a disposizione la nostrapresenza a livello Ue perché le real-tà italiane possano avere ascoltoanche in Europa».

Fabio FavapresidenteComitatoscientifico diEcomondo

L’evento

La bioeconomia circolarenel cuore del confrontoDal 6 al 7 novembre la settima edizione degli Stati generali della greeneconomy nell’ambito di Ecomondo e Key Energy alla Fiera di Rimini

rinnovabiliLa quota di energia alternativaprodotta in italia (eurostat)

Stati generaliLa green Economy protagonista alla Fiera di Riminidal 6 al 7 novembre con Ecomondo, il più grande Expoeuropeo sull’economia verde che, insieme a KeyEnergy è pronto a ospitare più di 1.300 imprese

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I numeri

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Focus

79Lunedì

22 ottobre2018

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Data 22/10/2018

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Foglio 1

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Federico Testapresidente dell’Enea, Ente per lenuove tecnologie, l’energia el’ambiente

Il personaggio Agenda 2030 delle Na-zioni Unite per lo svilup-po sostenibile e l’accor-do di Parigi sui cambia-

menti climatici, entrambi adottatinel 2015, dicono che la transizione verso un modello economico vir-tuoso deve creare reddito e profit-to, ma anche progresso sociale esalvaguardia dell’ambiente. Que-sto modello ha un nome: econo-mia circolare. Perseguirlo non è fa-cile, perché è necessario da partedi chi fa impresa un radicale cam-bio di paradigma basato su nuovimodelli di business in grado di tra-sformare quello che oggi viene con-siderato inutile, cioè i rifiuti, in ri-sorse ad alto valore aggiunto.

Un fattore determinante, per da-re impulso alla transizione, è rap-presentato dalla tecnologia chegià oggi rende possibili ed efficien-ti produzioni più sostenibili e circo-lari. Produzioni che nei prossimianni dovranno giocoforza affran-carsi dall’utilizzo massiccio di com-bustibili fossili, a partire dal carbo-ne, che sono i principali responsa-bili dell’attuale crisi climatica. Avantaggio di fonti energetiche rin-novabili, che rappresentano poi ilcuore dell’economia circolare.

Sono queste le premesse con si

aprirà la 7° edizione degli Stati ge-nerali della Green Economy, che ri-tornano dal 6 al 7 novembre ad Eco-mondo e Key Energy (Fiera di Rimi-ni), promossi dal Consiglio genera-le della Green Economy in sinergiacon il ministero dell’Ambiente, perfar il punto su quanto è stato fattofino ad oggi, in Italia e in Europa, equanto resta da fare nell’immedia-to futuro. I numeri dell’Unep, l’or-ganizzazione internazionale delleNazioni Unite per l’ambiente, ri-portano che la green economy èun “generatore netto” di posti di la-voro. A maggior ragione dopo la re-cessione economica globale inne-scata dalla crisi finanziaria mon-diale del 2008-2009 che ha datoluogo a numerose proposte di sti-moli fiscali green proprio per pro-muovere l’occupazione.

«Sulla necessità che gli investi-menti, pubblici e privati, dovrebbe-ro aumentare c’è in genere un am-pio consenso, in Italia e in Europa. Minore è invece la riflessione, il di-battito pubblico, su quali debbanoessere gli investimenti» premetteEdo Ronchi, presidente della Fon-dazione per lo sviluppo sostenibileche aprirà i lavori della due giornidegli Stati generali presentandoFo

cusa

mbi

ente

1 In primo piano il motoredi una turbina eolica

vito de ceglia, milano

Sono dieci le misuresu cui puntareper garantire il benedel nostro Paese

EDO RONCHIPRESIDENTE DELLA FONDAZIONEPER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Lo scenario

Edo Ronchi: “Non basta spendere. Bisogna farlo in modo che l’impegno finanziario perseguatre vantaggi: ridurre l’inquinamento, provocare un effetto moltiplicatore delle risorse impiegatedal pubblico e dal privato, utilizzare e promuovere innovazione”

Investire in modo virtuososfida allo sviluppo verde

+5,3%GLI OCCUPATI

Nel 2017 l’industria delle energierinnovabili ha impiegato 10,3miloni di persone, con unaumento del 5,3% rispettoal 2016

L’

L’opinione

I numeri

78Lunedì

22 ottobre2018

economia circolare in Italia è già realtà. Esempi concreti arri-vano da alcune im-

portanti filiere del settore tessi-le-moda, automotive, edile, packaging ed elettronica che si stanno muovendo nella dire-zione giusta attraverso una ge-stione più efficiente delle risor-se e l’adozione di nuove tecno-logie. Ma per fare decollare ve-ramente l’economia circolare occorre rimuovere subito alcu-ni ostacoli, soprattutto di natu-ra normativa, che ne rallenta-no la diffusione».

Parte da qui Fabio Fava: do-cente alla Scuola di Ingegneria dell’Università di Bologna, rap-presentante italiano per la bio-economia presso i comitati del-la Commissione europea e dal 2013 presidente del Comitato tecnico-scientifico di Ecomon-do. È in questa veste che Fava parla, a poche settimane di di-stanza dall’apertura della 22esi-ma edizione del più grande ex-po europeo sull’economia ver-de e circolare (6-9 novembre), organizzato da Italian Exhibi-tion Group alla Fiera di Rimini. L’evento, come ogni anno, si tiene da 12 anni in contempora-nea con Key Energy, il salone dedicato a tutti i settori delle energie rinnovabili e dell’effi-cienza energetica.

Due manifestazioni che si svilupperanno su 129 mila mq di superficie espositiva pronti ad ospitare oltre 1.300 impre-se. Ricco e qualificato il pro-gramma degli appuntamenti curati dai comitati tecni-co-scientifici di Ecomondo e Key Energy, in stretto contatto con i protagonisti dei vari setto-ri: da quello del recupero e va-lorizzazione dei rifiuti alla filie-ra della bioeconomia, delle energie rinnovabili e dell’effi-cienza energetica, passando dalla rigenerazione urbana e dalle smart cities. «Quest’anno sarà centrale il tema della bioe-conomia circolare, molto senti-to da parte dell’Ocse. L’organi-smo internazionale interviene con l’evento “Circular Bioeco-nomy: National Case Studies of Innovation Ecosystems”. Attra-verso la partecipazione di alti esponenti dei rispettivi Paesi, saranno messi a confronto i ca-si di Giappone, Usa, Francia, Finlandia, Norvegia, Svezia, Belgio e naturalmente Italia».

In collaborazione con asso-ciazioni industriali, ministeri, enti di ricerca, Ue e Ocse saran-no poi esaminate le principali novità, criticità ed opportunità nell’ambito del riuso e valoriz-zazione dei principali rifiuti tecnici e biologici, le materie prime alternative, la bonifica e la riqualificazione delle aree contaminate. In questo senso, risulta funzionale la presenza della commissione Ue per pro-muovere la partecipazione ai programmi ricerca e innovazio-ne europei, che assegnano cre-diti formativi ufficiali. Iniziati-ve dirette a favorire la coopera-zione internazionale: «Nel 2017 abbiamo avuto 116 mila delega-ti da oltre 50 Paesi diversi».

L’edizione 2018, che si svol-ge di nuovo insieme agli Stati

generali della green economy, darà molto spazio all’industria 4.0 applicata alla gestione e uti-lizzo dei rifiuti. E alla tutela, re-cupero e riuso della risorsa idri-ca. Gli eventi internazionali della rassegna coinvolgeranno una schiera di relatori sia italia-ni sia stranieri specializzati i va-ri ambiti. Come quello della plastica: «In Europa ne produ-ciamo 25,8 milioni di tonnella-te ogni anno, meno del 40% vie-ne riciclato». A Ecomondo sarà presentato il progetto eCircu-lar che indicherà le azioni per ridurre il peso ambientale del-la plastica.

Connessa con questo argo-mento, la problematica dei ri-fiuti marini verrà riproposta per il 3° anno consecutivo, in-sieme a Legambiente e ad Enea, con una conferenza sulla prevenzione e gestione dei ri-fiuti marini. A cui si aggiunge una serie di eventi sulla valoriz-zazione delle risorse biologi-che del mediterraneo e della promozione della crescita blu nell’area.

Altro tema caldo è quello del-le bioraffinerie: il decreto inter-ministeriale dello scorso mar-zo (il cosiddetto decreto bis, 4,7 milioni di incentivi sul piat-to) ha posto infatti le basi per fa-vorire l’utilizzo delle fonti rin-novabili (biocarburanti) nel set-tore dei trasporti. Aprendo di fatto una nuova fase di investi-menti che si calcola porterà, grazie al potenziale di gas rin-novabile producibile al 2030, ad un giro di affari complessi-vo di circa 85,8 miliardi di euro e 21 mila nuovi posti di lavoro. — v.d.c.

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un relazione sui risultati fin qui ot-tenuti dalla green economy, le sue potenzialità e le criticità che pur-troppo ne rallentano la crescita. «Il primo vantaggio economico di questi investimenti è proprio quel-lo dei costi evitati dell’inquinamen-to e di altri rilevanti impatti am-bientali — aggiunge Ronchi — Il se-condo vantaggio economico è la ca-pacità di queste scelte green di atti-vare, con investimenti pubblici, ef-fetti moltiplicatori rilevanti anche di quelli privati. Il terzo sta nella ca-pacità di utilizzare e promuovere innovazione».

In Italia le misure green su cui investire, fa notare Ronchi, sono-dieci: rilanciare le fonti energeti-che rinnovabili; rendere più incisi-vi gli interventi di riqualificazione energetica di abitazioni, scuole e uffici; realizzare un programma na-zionale di rigenerazione urbana; sviluppare le diverse filiere del riu-tilizzo e del riciclo dei rifiuti; rilan-ciare la spesa per la ricerca in mate-ria ambientale; riqualificare il siste-ma idrico nazionale; realizzare un programma di interventi per la ri-duzione del rischio idrogeologico; rafforzare l’agricoltura biologica e sostenibile; completare le bonifi-che dei siti contaminati di interes-se nazionale; e puntare sulla mobi-lità sostenibile.

Sul primo punto, lo sviluppo del-le rinnovabili, l’Italia non è messa male. Anzi: il nostro Paese è stato uno dei primi in Europa ad aver su-perato il tetto del 17% del consumo di energia coperto da fonti green previsto entro il 2020. Un risultato che ha messo in moto 4,8 miliardi di euro di investimenti e dato lavo-ro a 130 mila persone. Secondo la Strategia energetica nazionale (Sen), approvata a fine 2017, nel 2030 le fonti rinnovabili dovrebbe-ro coprire il 28% del consumo fina-le di energia. «Questo significa che in poco più di un decennio per co-prire il 55% del consumo di energia con fonti rinnovabili, la produzio-ne eolica dovrebbe raddoppiare e il fotovoltaico triplicare».

È il punto di non ritorno. Lo spar-tiacque verso un modello economi-co circolare. Per accelerare questa transizione, un contributo arriva anche da Enea, che di recente ha lanciato la prima piattaforma ita-liana per l’economia circolare (Ice-sp). Piattaforma che l’ente, presie-duto da Federico Testa, guida in qualità di rappresentante del mon-do della ricerca e unico membro italiano nel gruppo di coordina-mento della piattaforma europea Ecesp (European circular econo-my stakeholder platform). «Tutti parlano di economia circolare, pe-rò poi è sempre difficile passare da-gli slogan ai fatti — osserva Testa — L’obiettivo della piattaforma è pro-prio questo: attirare chi ci vuole la-vorare davvero. Siamo aperti a tut-ti coloro che vogliono fare parte di questa piattaforma. Come Enea mettiamo a disposizione la nostra presenza a livello Ue perché le real-tà italiane possano avere ascolto anche in Europa».

Fabio Fava presidente Comitato scientifico di Ecomondo

L’evento

La bioeconomia circolarenel cuore del confrontoDal 6 al 7 novembre la settima edizione degli Stati generali della greeneconomy nell’ambito di Ecomondo e Key Energy alla Fiera di Rimini

rinnovabiliLa quota di energia alternativa prodotta in italia (eurostat)

Stati generaliLa green Economy protagonista alla Fiera di Rimini dal 6 al 7 novembre con Ecomondo, il più grande Expo europeo sull’economia verde che, insieme a Key Energy è pronto a ospitare più di 1.300 imprese

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I numeri

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Focus

79Lunedì

22 ottobre2018

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Data 22/10/2018

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e per magia diventasse-ro operativi domani gli accordi commercialiche l’Europa sta trattan-

do per le imprese italiane sarebbe una manna. Di colpo si aprirebbe un mercato globale di 2,5 miliardi di consumatori. E la nostra bilan-cia commerciale avrebbe una ulte-riore spinta dal flusso di acquisti provenienti dai quattro angoli del globo.

Bruxelles ha aperto diversi fron-ti e in molti casi l’intesa è stata rag-giunta anche se le complicate pro-cedure di ratifica stanno rallentan-do le approvazioni. Il Ceta, il tratta-to di libero scambio con il Canada, è un tipico esempio. Entrato in vi-gore, in via provvisoria, per essere pienamente operativo deve atten-de il via libera dai parlamenti dei 28 Stati membri dell’Unione. Iter lunghissimo che ha indotto il com-missario Ue agli Affari Economici, Pierre Moscovici, a cercare una scorciatoie: se l’ok non arriva il trattato rimarrà in vigore, pur re-stando provvisorio (quindi con qualche limitazione), dando per buono il sì della Commissione.

Procedono piano anche gli ac-cordi con l’Asean, Mercosur, Giap-pone, Messico e India. Proprio l’In-dia secondo l’ultimo Rapporto Ex-port di Sace, fa parte delle quindi-ci geografie “irrinunciabili” per il Made in Italy che nel 2017 hanno contribuito per 95 miliardi all’ex-port totale italiano. Rafforzare il commercio con l’India significa af-fari per le imprese dell’automoti-ve, della meccanica strumentale, della trasformazione alimentare, dell’energia e delle telecomunica-zioni. Tutti settori appetibili an-che nei sette Paesi dell’alleanza asiatica (Singapore, Malesia, Viet-nam, Thailandia, Indonesia, Filip-pine e Myanmar) con cui l’Euro-pa sta trattando singolarmente. E Bruxelles sta anche negoziando con i quattro Paesi dell’alleanza sud americana (Argentina, Brasi-le, Paraguay e Uruguay).

Con un colpo di acceleratore nelle trattative le imprese dei Pae-si più industrializzati d’Europa avrebbero vantaggi enormi e an-che per il made in Italy sarebbe una svolta. Sempre che a soffiare contro non ci siano i venti di nazio-nalismo e la voglia di dazi e frontie-re che agli scambi fanno sempre male.

Miliardi di consumatori che saranno raggiunti facilmente dalle imprese italianecon il via libera a sei trattati commerciali

on s’era detto di non aprire la porta agli sconosciuti? Per una classe particolare di

venditori che ti arrivano in casa con l’aspirapolvere da provare o i robot da cucina, non c’è porta che resiste. Il settore è in salute, fronteggia l’e-commerce e vince le ansie di sicurezza. Un esercito di 74 milioni di venditori incaricati nel mondo, capaci di gestire un fatturato globale da 177 miliardi di dollari, secondo Avedisco, l’associazione che tutela la professionalità di chi vende a domicilio e i diritti dei consumatori. Oltre 14 milioni gli addetti in Europa, con un business che sfiora i 30 miliardi di euro. L’Italia, con oltre 3 miliardi è al quarto posto dopo Germania, Francia e Gran Bretagna. Door to door selling, venditori porta a porta, addestrati con ben 2636 corsi nel 2017, curati da Univendita, l’associazione di categoria. Delle merci che riescono a piazzano sanno tutto, siano esse scope elettriche, pentole, contenitori da frigo, lenzuola, surgelati. Provare per credere. Fanno del passaparola uno strumento di marketing e di garanzia contro le truffe. Lavoro duro: chi più vende più guadagna e vince pure l’Oscar, l’ultima edizione in questi giorni: è una idea di Univendita, come l’e-book di riferimento, “Storie di vendita vissuta”. Per le aziende associate, 8 anni di crescita, 1,66 miliardi di fatturato, 12 milioni di ordini, 4,5 milioni di clienti serviti. E un ventaglio di offerte che arriva fino ai pacchetti-viaggio. Il venditore -tipo ha meno di 34 anni, il 70% è donna. Berlusconi pensò di candidarne una con Forza Italia: Vorwerk l’aveva premiata per aver venduto 1510 Folletto in un anno.

I num

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Prim

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ano

6.745IMPRESE INNOVATIVE

Le nuove imprese orientate all’innovazione continuano a crescere. Sono 6.745 le startup hi-tech e rappresentano lo 0,42% del milione e mezzo di società attive in Italia. Il numero è ancora ridotto ma la tendenza è positiva: a giugno erano lo 0,38% e a settembre lo 0,40%.

angelo lupoli, roma

La pagina è realizzata con la collaborazione di Sace (gruppo Cdp) e della finanziaria Amundi

Asean, Mercosur, India,Giappone, Messico discutono con l’Europal’apertura delle frontiereper le merci. Ma i tempisono lunghi e la vogliadi frontiere e dazi rallenta le firme. Con il Canada non si aspetteràl’ok dei Parlamenti Ue

Selena polidori

Door to door74 milionidi piazzisti

Oltre i numeri

N

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2,5+5,1%Le esportazioni italiane continuano ad andare bene nonostante i dazi e le difficoltà delle economie emergenti. Ad agosto la cresciuta è stata del 5,1% in termini tendenziali. Il risultato porta la media dei primi 8 mesi al +4,3%, il che conferma l’ottimo trend dello scorso anno

Cifre

1,3MILIARDI DI EURO

Gli investimenti nella digitalizzazione per la salute sono ancora limitati: l’anno scorso sono arrivati a 1,3 miliardi anche se continua a crescere la domanda da parte degli utenti. Un segnale viene dalle farmacie: in 700 sono state autorizzate ai servizi online dal ministero della Salute

60MILIONI DI CHILOGRAMMI

L’Italia è il terzo utilizzatore europeo, secondo Eurostat, di pesticidi in agricoltura con 60 milioni di chilogrammi. Al primo posto in Europa si piazza la Spagna seguita dalla Francia. Quarta è la Germania. I principali consumatori di pesticidi sono anche ai primi posti per produzione agricola

14Lunedì

22 ottobre2018

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Corriere della Sera Lunedì 22 Ottobre 2018 ESTERI 15

Bolsonaro anti-ambientalistagiura guerra a indios e forestaIlleaderdell’ultradestrafavorevoleallosfruttamentodell’Amazzonia

Il voto in Brasile

da Rio de JaneiroRocco Cotroneo

Polmone verde

B R A S I L E

L’Amazzonia brasilianasupera i 4 milioni di km².Il Brasile è il Paese con la maggioresuperficie di verde del mondo

Amazzonia

Acre

Mato GrossoRondonia Tocantins

MaranhaoPará

AmapáRoraima

Manaus

PortoVelho

Belem

Macapá

RioBranco

0

São Luis

VENEZUELA

OCEANOATLANTICO

COLOMBIA

PERÙBOLIVIA

zona aridao savana

foresta

areadeforestata

Brasilia

Boa Vista

aree dovevivonogli indigeni

Palmas

Cuiabá

legendaPolmone verde

B R A S I L EB R A S I L E

L’Amazzonia brasilianasupera i 4 milioni di km².Il Brasile è il Paese con la maggioresuperficie di verde del mondo COLOMBIACOLOMBIA

zona aridao savana

foresta

areadeforestata

Brasilia

aree dovevivonogli indigeni

legenda

L’Ego

Jair Bolsonaro, 63 anni,candidato dell’ultradestraalle presidenziali in Brasile

Basta con la protezio-ne eccessiva degli in-dios, meno ostacolial l ’agricoltura inAmazzonia, fuori il

Brasile dagli accordi interna-zionali sul clima. Se Jair Bol-sonaro realizzasse solo unaparte delle promesse elettora-li, accusano i suoi avversari, ilBrasile farebbe davvero unpasso indietro di mezzo seco-lo, tornando a quegli anni«dorati» della dittatura mili-tare che l’ex capitano del-l’esercito non nega di rim-piangere.È un nemico dichiarato del-

l’ambiente e non solo, sostie-ne il vasto schieramento con ilquale Bolsonaro promettesenza mezzi termini di «farlafinita». Come quando, ancorapochi giorni fa in una confe-renza stampa, ha detto chevuole porre termine a tutte leforme di «attivismo» in Brasi-le, volendo dire cioè ambien-te, minoranze, orientamentisessuali, lotte per la terra.Se a una parte delle posizio-

ni di Bolsonaro si può fare latara della retorica da campa-gna elettorale, o da deputatoestremista di nicchia quale èstato per 30 anni, per altre c’èil nero su bianco del program-ma elettorale. Il «progetto Fe-nix» per la rinascita del Paese,«il Brasile prima di tutto, Diosopra a tutti», propone peresempio di abolire il ministe-ro dell’Ambiente e incorpo-rarlo a quello dell’Agricoltura.Poiché quest’ultimo finiràcertamente nelle mani diqualcuno che rappresenta gliinteressi dei produttori (nelCongresso di Brasilia ci sonoalmeno 200 parlamentari, ditutti i partiti, che fanno partedella lobby), è facile pensareche i fazendeiros grandi e pic-coli possono già mettere lebottiglie di champagne in fri-go.Bolsonaro non parla ovvia-

mente di tornare a disboscareliberamente le foreste come siè fatto fino a qualche decen-nio fa, ma promette di allen-tare i controlli e le multe. Ilche è sostanzialmente la stes-sa cosa, perché già adesso inAmazzonia la capacità di con-trollo su territori grandi comeinteri Stati europei è piuttostolimitata.Bolsonaro ripete spesso

che in agricoltura il Brasiledovrebbe prendere esempioda Israele, dove «si coltiva consuccesso il deserto» e creareuna forma di cooperazionespeciale con quel Paese. Magli addetti ai lavori gli rispon-

dono che come terzo produt-tore del mondo e quello chepiù ha investito per ampliarele colture nei climi tropicali, èil Brasile a poter dare lezioniagli altri.Sempre in campo ambien-

tale, c’è la proposta di ridurrea tre mesi i termini per le au-torizzazioni di impatto. La de-stra vuole che si riaprano icantieri per le centrali idroe-lettriche, le quali sfruttando ifiumi amazzonici e le terre

circostanti, sono sempre aforte rischio per l’ecosistema.Gli iter di autorizzazione sonodunque lunghi, e alcune sonostate scartate. Bolsonaro vuo-le però anche rilanciarel’energia solare e eolica.Sul destino che attendono

gli storici movimenti brasilia-ni per aprire i grandi latifondiincolti ai contadini «sem ter-ra» e la protezione oggi ga-rantita alle comunità indige-ne, le parole bellicose di Bol-

sonaro («Finirla con tuttaquella roba lì», è lo sloganpreferito) non trovano riscon-tri chiari nel programma digoverno, ma sono forti i timo-ri di regolamenti privati diconti nei campi e nelle fore-ste, dove gli squadroni dellamorte già esistono e l’impuni-tà per chi fa fuori attivisti è giàaltissima.«Nemmeno un centimetro

quadrato in più agli indios», èuna delle promesse di Bolso-

naro, il quale sostiene che leriserve sono già troppo ampiein Brasile (non è il solo a pen-sarla così, a dire il vero). Nes-sun margine invece per i mo-vimenti dei senza terra, consi-derati da Bolsonaro eserciticlandestini comunisti, al ser-vizio del Pt di Lula. L’audaceteoria enunciata nel program-ma di Bolsonaro è che «la vio-lenza in Brasile è esplosa, fa-cendo oltre un milione dimorti ammazzati, a partiredalla prima riunione del Forodi San Paolo», avvenuta nel1990. Si tratta dell’associazio-ne di partiti emovimenti dellasinistra latinoamericana volu-ta dal giovane Lula e Fidel Ca-stro, che si limita ad una o dueinutili riunioni all’anno, ma èun’ossessione per Bolsonaro ela prova della minaccia rossasul Continente.

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di Davide Frattini

La Giordaniachiede a Israelele sue terre

● Il caso

Q uei dieci chilometriquadrati al confinecon Israele servono

al re per riguadagnareterreno politico. Abdallahha dovuto affrontare negliscorsi mesi le proteste deigiordani contro il pianodel governo di alzare letasse e contro le misure diausterità imposte dal Fmi.Chiedere indietro agliisraeliani le zone diBaqura (a Nord sul fiumeGiordano) e di Ghumar(verso Aqaba) lo aiuta adimostrare di poter essereduro non solo quando cisono i dimostranti dadisperdere. Che le terrepotessero tornare allaGiordania dopo 25 annista scritto nelle appendiciall’accordo firmato da suopadre Hussein e l’allorapremier Rabin. Eppure gliisraeliani erano convintiche Abdallah avrebbeprorogato l’intesasull’affitto. Nelle stesse oredell’annuncio stavanocommemorandol’uccisione del primoministro, ammazzato nel‘95 da un fanatico ebreoper aver perseguito la pacecon gli arabi. AdessoNetanyahu spera di poternegoziare con il re: èimportante per il suogoverno che il patto con ilregno hashemita nontraballi.

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● Lo slogan

ACABAR COMTUDO

«Acabar com tudo queestá aí», ovvero «farlafinita con tutta quella robalì», è la frase che JairBolsonero ripete spesso incampagna elettorale perindicare la svolta, larottura del suoprogramma rispetto allepolitiche perseguite daigoverni precedenti, ainiziare dalla protezionedell’ambiente: tempi duriper attivisti, contadini«sem terra» e comunitàindigene

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Data 22/10/2018

Pagina VI

Foglio 1

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AgricolturaIL FENOMENO

L’irrigazione? Si fa con il Gps(è il seme dell’innovazione)Robot, droni e mappe del suolo: la digitalizzazione promette di cambiare le campagne,

creando nuovi posti di lavoro. Ma solo due aziende su cento la sfruttano davvero

D al contadino che zappa laterra al giovane laureato chesemina con l’iPad. Nel mon-

do agricolo, l’avvento dei paradigmidell’Industria 4.0 si è tradotto inunarivoluzione che, sotto il nome di«agricoltura di precisione», pro-mette di cambiare il volto delle no-stre campagne.Comeaccadepergli altri settori tra-volti dalla corsa alla tecnologia, ilmotore del rinnovamento è la for-mazione di nuove figure professio-nali e la benzina necessaria è il ri-cambio generazionale che lasci aigiovani mano libera nel sostituirevecchie pratiche con nuovi metoditecnologici in grado di aumentareproduttività e qualità. La stagionedel cambiamentonel settoreagrico-

lo è ancora piuttosto lunga, se è veroche soltanto il 2-3% delle aziendeitaliane sfrutta a pieno le opportu-nità offerte dalle nuove tecnologie,ma è proprio ora che Università,aziende, istituzioni e hub agroindu-striali stanno spargendo il seme cheporterà nei prossimi anni a racco-gliere frutti in termini di avanza-mento tecnologico e sostenibilitàdelle colture. Ilministero dello Poli-tiche agricole ha promosso unapartnership pubblico-privata perfavorire la diffusione delle innova-zioni nelle piccole e medie impresecon l’obiettivo di toccare quota 20%

entro il 2023.«Con l’agricoltura di precisione –spiegaMarcoVieri, professoredi In-gegneria agraria all’Università di Fi-renze— serviranno agronomi sem-pre più specializzati, e figure comel’agroinformatico, l’agroelettronicoe l’agroanalista. Le Università— ag-giunge— si stanno attrezzando percreare le competenze necessarie al-la digitalizzazione delle attività, cheè già realtà, e alla robotica che arri-verà nei prossimi anni».Tuttavia tagliaerba robotizzati,trattori autonomi, droni, sensoriper il monitoraggio della resa emacchine per il dosaggio variabilesono strumenti già messi in campoper ottenere ilmiglior risultato pos-sibile. «In Olanda — spiega il pro-fessore — sono molto avanti anchenell’allevamento, hanno già robotper la mungitura e l’alimentazionedel bestiame, mentre noi abbiamo

Biondi Santi, Poggio Antico e Cec-chi. «Nella viticoltura di precisione— spiega Annalisa Morelli — lamappatura del suolo serve nellaprogettazione di un nuovo impian-to: se un’azienda compra 20 ettari diterreno fa la caratterizzazione delsuolo per capire qual è il vitigno piùadatto. Mentre su quelli esistenti latecnologia migliora la qualità delprodotto». Altro discorso per l’agri-coltura estensiva dove l’obiettivo èaumentare la quantità di raccolto.«Noi realizziamo le cartedi prescri-zione per la semina, la concimazio-ne e l’irrigazione del suolo che ven-gonomontate sumacchine autono-me che, grazie al Gps, sanno cosamettere e in che quantità in ogniporzione di terreno». Ma oltre alle

tecnologie servono le competenzeper leggere e comprendere i datiraccolti e, in base a questi, adattarele strategiedi lavoro.«Inquestomo-mento — dice Morelli — è fonda-mentale il ricambio generazionaleperché dobbiamo vincere la sfidu-cia delle vecchie generazioni neiconfronti della tecnologia. Le ri-chieste per i nostri servizi sono increscita, ma il processo di cambia-mento sarà comunque lento perchéci vuoleunnetto cambiodimentali-tà».

M.P.© RIPRODUZIONE RISERVATA

ancora la vecchia concezionedi stal-la». Anche l’Italia, però, ha aziendepioniere dell’Agricoltura 4.0: Boni-fiche Ferraresi è il primo gruppoagroalimentare del Paese, l’unicoquotato a Piazza Affari, con oltre 6mila ettari coltivati, 45 milioni difatturato nel 2017 e forti interessi in

Toscana, a Cortona, dove ha inaugu-rato un centro direzionale all’avan-guardia.«Bonifiche Ferraresi— spiega Vie-ri— può contare su grandi capacitàdi investimento, mentre le piccoleaziende familiari devono unirsi inconsorzi e rivolgersi alle aziendecontoterziste in grado di offrire loroservizi tecnologici. Per le pmi agri-cole, dunque, ci vorrà più tempo eun sistema più adeguato».Ma anche su questo fronte, la To-scana vanta esempi di eccellenza.L’idea di applicare le tecniche geofi-siche all’agricoltura è venuta nel2008 alla livornese Annalisa Morel-li, fondatricediAgrisoing, societàdiservizi integrati di caratterizzazionedel suolo con clienti di prim’ordinecome Bonifiche Ferraresi, la tenutatoscana Rocca diMontemassi di Zo-nin, il gruppoMonsanto Italia, la so-cietà vinicola di Bolgheri Ornellaia,

● L’agricoltura di precisioneè una strategia di gestioneaziendale che usa l‘informationtechnology per acquisire datinecessari alle decisioni sullaproduzione agricola. Si tratta ditener conto delle esigenze colturali edelle caratteristiche biochimichee fisiche del suolo per migliorare laproduzione, minimizzare i danniambientali ed elevare la qualità

Servirannofigure semprepiù specializzate:l’agroelettronico,l’agroanalista...In Italia pionieraè la «BonificheFerraresi»

È fondamentaleil ricambiogenerazionaleper vincerela sfiduciadelle vecchiegenerazioninella tecnologia

VICORRIERE FIORENTINO LUNEDÌ 22.10.2018

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Data 22/10/2018

Pagina 36

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CHI INVESTE SULPIANETACRESCE PIÙ VELOCEMENTE

Un rapporto dell’Ocse invita i governi dei Paesi sviluppati a riflettere. Con riforme, fiscali e strutturali,associate a una politica climatica coerente, il Pil può crescere da qui al 2050, fino al 2,8% in più. Come?

Si comincia a piccoli passi. Lo dimostrano le storie (made in Italy) raccolte nell’Atlante di economia circolare

di Francesca Gambarini

D ecrescita felice? Piuttosto unacrescita «buona», di qualità.Che coniughi l’incremento del

Pil con infrastrutture accessibili eavanzate, meno disuguaglianze,un’agricoltura più sostenibile, la de-carbonizzazione, il contenimento delriscaldamentoglobale, lo stop alla de-forestazione e la disponibilità di ac-qua.È possibile? Economisti e scienziatipensanodi sì. Lo spiega, per esempio,uno studio dell’Ocse presentato ai Pa-esi del G20 riuniti a discutere sul cli-ma. Il titolo è emblematico: «Inve-sting in climate, investing ingrowth».Il succo è questo: «Le azioni messe incampo dai governi per stimolare la

crescitaeconomica,migliorare lapro-duttività e ridurre le disuguaglianze,non devono necessariamente con-dannare il mondo a un futuro ad alteemissioni», si legge nel rapporto.Come si vede dai grafici estratti dallostudio, un pacchetto di misure com-patibili con la salvaguardia del piane-ta, da qui al 2050 può accrescere inmedia la ricchezza dei Paesi del G20fino al 2,8% in più, rispetto a uno sce-nario di continuità con le politiche at-tuali.Prosegue il rapporto: «Nel prossimodecennio gli investimenti in infra-strutturemoderne, intelligenti e puli-te saranno un fattore cruciale per unacrescita economica sostenibile, in

particolare tenendocontodella croni-cità di sotto-investimenti che ha col-pito il settore sin dal periodo prece-dente la crisi finanziaria». Così, nellaseconda metà del grafico, mostriamocome servirebbero investimenti ag-giuntivi di «soli»0,6 trilioni annui, trail 2016 e il 2030, per rendere lo svilup-po delle infrastrutture climate frien-dly, amicodell’ambiente.Unaumentoche l’Ocse stima «relativamente limi-tato», e che verosimilmente «potreb-be essere nel tempo compensato dairisparmi in combustibili tradizionaliderivanti dall’introduzione di tecno-logie e infrastrutture a basse emissio-ni».Ma se questa è la teoria, nella pratica

dadovesi comincia?Nonserveandarelontano. Per esempio, ci si può affac-ciare sul Lago Trasimeno, dove l’asso-ciazione Panta Rei ha realizzato unecovillaggio al 100% sostenibile utiliz-zando legno, terra cruda, sughero,pa-glia, pietra e canna di lago. Oppure aPisa, doveBioxplosion e converte il le-tame di cavallo in vermicompost; aPrato: qui Rifò produce capi e acces-sori di qualità, realizzati con fibre tes-sili 100% rigenerate. Ancora: a Roma,nel cuore del Testaccio, nella Falegna-meria K_alma il legnodi scarto è lavo-rato e affidato a nuova vita, con la pos-sibilità, per i richiedenti asilo, di im-parare le basi della falegnameria.Sono alcune delle storie selezionate

dal Concorso «Storie di economia cir-colare», mappate grazie all’AtlanteItaliano di economia circolare, unesprimento promosso da Ecodom,Consorzio per il recupero dei rifiutielettrici ed elettronici e da Cdca, ilCentro di documentazione sui con-flitti ambientali in Italia. La premia-zione sarà l’11 dicembre, a Roma, a unanno dalla nascita dell’Atlante. Lapiattaforma web interattiva ha inizia-to nel 2017 a recensire, da Torino a Ca-tanzaro, da Trieste a Trapani, realtàpiccole e grandi impegnate nella «cir-colarità». Perché, come spiegato nelsito, «per scegliere esperienze virtuo-se occorre anzitutto conoscerle».

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Il mix vincente

La rete oggi…

In media, nel 2050, un pacchetto di misure e incentivi rispettosi del clima può far salire il Pil di Paesi del G20 fino al 2,8%

Qualità delle infrastrutture e accesso ai servizi base nei paesi del G20, divisi per reddito…e il 10% in più che serve domaniTra il 2016 e il 2030 saranno necessari 6,3 trilioni di dollari all’anno di investimenti nelle infrastrutture per garantirnelo sviluppo. Per renderle compatibili con le politiche climatiche, servirebbero solo 0,6 trilioni in più nello stesso periodo.

Fonte: Investing in Climate, investing in Growth, OECD; WEF e World Bank

0,07 0,1

1,3

-0,4 10.7

0.9

-0.9

2,1

2.8

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5

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2

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5

*Scenario che prevede il 50% di possibilità di contenere il riscaldamento sotto i 2°

Decarbonizzazione Riformafiscale

Innovazioneverde

Costo dell’energiae politicheregolatorie

Crescitanettasul Pil

Decarbonizzazione Riformafiscale

Innovazioneverde

Costo dell’energiae politicheregolatorie

Crescitanettasul Pil

Crescita nettasul Pil combinato

ad azioni voltea evitare

danni climatici

AnnoAnno 2021202120212021** AnnoAnno 2050205020502050**

Qualità generale

Qualità della rete elettrica

Qualità delle strade

Qualità delle ferrovie

Qualità dei porti

Qualità del trasporto aereo

Accesso all’elettricità(% della popolazione)

Acesso alla sanità(% della popolazione)

Accessoa una fonte di acqua

(% della popolazione)

Utenti del web(% della popolazione)

Reddito alto Reddito medio alto Reddito medio basso

0

20

40

60

80

100

Oggi Scenario in cuiil riscaldamento globale

è contenuto sotto i 2°

Oggi Scenario in cuiil riscaldamento globale

è contenuto sotto i 2°

investimenti nelle infrastrutture in trilioni di dollari

Spese per i carburanti fossiliin trilioni di dollari

Domanda di energia

Telecomunicazioni

Trasmissione di energia

Trasporti

Distribuzione di energia

Acqua e sanità

(% di investimenti, media dei paesi del G20)

L’EconomiaDEL FUTURO

36CORRIERE DELLA SERA LUNEDÌ 22.10.2018

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LUNEDÌ 22 OTTOBRE 2018 LA STAMPA 13PRIMO PIANO

L’ITALIA VINCENTE

Nei primi 8 mesi del 2018 vendite per 28 miliardi, cifra mai raggiunta prima. Quasi due terzi dei prodotti sono richiesti dal mercato dell’Ue

Dalla frutta alla pastail Made in Italysupera se stesso:export da record

F rutta, vino, salumi epasta. Il Made in Italyinvade le tavole este-re, facendo segnare

un record senza precedenti. Per la prima volta nella storiale esportazioni dei nostri pro-dotti superano 28 miliardi di euro. Il valore registrato neiprimi otto mesi del 2018 equi-vale a un incremento del 3,4%rispetto allo scorso anno. Un primato certificato dall’analisidi Coldiretti, che vede frutta everdura in testa alla classifica:quasi 4,7 miliardi di esporta-zioni. Al secondo posto c’è il vi-no (quasi 3,5 miliardi di euro),con uno storico sorpasso del-l’estero: il valore delle bottiglieesportate supera quello delle vendite in Italia. L’unica ecce-zione è il prosecco, in calo perla prima volta dopo dieci annidi boom. La top five dell’exportè poi completata da carni e sa-lumi (1,64 miliardi), formaggi(1,5) e pasta (1,4).

Il principale mercato è anco-ra l’Unione europea, che assor-be quasi i due terzi dei nostri prodotti. La Germania è il part-ner principale (aumento del4,9%), ma l’incremento mag-giore è verso la Francia: Oltral-pe finiscono il 7,4% di cibi ita-liani in più rispetto al 2017.

Frenata verso gli UsaL’onda lunga della Brexit rovinasolo in parte la festa: l’export verso il Regno Unito aumenta,ma solo dell’1,3%. A frenare i nostri prodotti, a livello globa-le, sono anche le nuove posizio-

ni nazionalistiche adottate fuo-ri dal Vecchio Continente. Per questo il mercato statunitense,il principale al di fuori dai con-fini comunitari, frena: l’aumen-to è solo dell’1,5%. L’embargo della Russia ad alcuni prodotti,invece, non colpisce i prodotti italiani: l’export verso Mosca cresce del 6%.

Tutto rosa, dunque? In real-tà potrebbe andare meglio,molto meglio. Specie se nei su-permercati all’estero sparisse-ro i prodotti taroccati. Il falsoMade in Italy, che sfrutta im-propriamente parole italiane,il nostro tricolore e immaginidel Belpaese, vale complessi-vamente oltre 100 miliardi di

FILIPPO FEMIATORINO

Il nemico dell’export agroalimentare made in Italy sono i prodotti “taroccati”

IL CASO

euro. Per questo il presidente di Coldiretti, Roberto Moncal-vo, chiede una maggiore tutelacontro l’agropirateria interna-zionale.

Il boomerang dei bolliniA preoccupare i produttori ita-liani ci sono anche i «bollini ne-ri» messi su numerosi prodottiin Sudamerica: il Cile, peresempio, ha iniziato a marchia-re, sconsigliandone di fattol’acquisto, prodotti come il par-migiano, il gorgonzola, il pro-sciutto e, addirittura, gli gnoc-chi. In Europa, invece, c’è il ca-so dell’etichetta a semaforo,adottata in Gran Bretagna: fi-nisce per escludere nella dieta

alimenti come formaggi e salu-mi italiani. Una situazione chenon va giù a Roberto Moncal-vo: «Vengono promossi con ilsemaforo verde cibi spazzaturacon edulcoranti al posto dellozucchero e bocciati elisir dilunga vita come l’olio extraver-gine di oliva, il simbolo della dieta mediterranea».

Un altro allarme arriva dal cli-ma. Il caldo anomalo di settem-bre e il brusco calo delle tempera-ture, previsto nei prossimi giorni,metterà a rischio le colture. È la stessa Coldiretti ad annunciarlo.La speranza è che il meteo, negliultimi quattro mesi dell’anno, non freni il primato. —

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La top five (dati Coldiretti-Istat)

1. OrtofruttaL’ortofrutta fresca e trasformata è al primo posto, con un valore pari a 4.660.000.000 euro

2. VinoLa vendita all’estero ha superato quella in Italia: il valore dell’exportè di 3.476.000.000 euro

3. Carni e salumiÈ di 1.640.000.000 euroil valore dell’esportazionenel settore, prestazioneche vale il terzo posto

4. FormaggiNemmeno l’embargo russo frena i formaggi: ne sono stati venduti per 1.581.000.000 euro

5. PastaQuinto posto a uno dei prodotti tipici italiani: la pasta finita in piatti stranieri ha un valore di 1.410.000.000 euro

PIO CESARE Lo storico produttore: grandi etichette da Nord a Sud

“Molta scelta e alta qualitàcosì i nostri vini si impongono ”

qualità e lo stile dei vini diLanga, a partire dal Barolo edal Barbaresco. «Ma non èsempre stato così» dice PioBoffa, 67 anni, oggi alla gui-da dell’azienda.Com’era la situazione,quando lei ha iniziato a oc-cuparsi della cantina? «Nei primi Anni 70, quandoho cominciato ad affiancaremio padre, le esportazioninon superavano il 10%. Il

INTERVISTA

ROBERTO FIORIALBA (CUNEO)

mercato dei nostri vini eranazionale, con una grossaquota regionale. Poi abbiamoiniziato ad allargare i confini,sulla scia del successo del Ba-rolo e dei vini di Langa. Oggiviviamo un momento straor-dinario e in poco più di 40 an-ni la situazione si è capovol-ta: i nostri vini si bevono qua-si tutti all’estero. In Italiavendiamo sempre meno».Per Coldiretti questo suc-

«Prendiamo ad esempio il Ba-rolo. L’esclusività, l’esseredifferente dai “soliti” Caber-net e Merlot internazionali èsenza dubbio un vantaggio: iconsumatori amano la nostrastoria e iniziano solo oggi adapprezzarci. D’altra parte,questa unicità ha un prezzomedio che è più alto di molticompetitor e la produzione li-mitata non ci consente di ave-re una forza d’urto adeguata.Ma non ci sono alternative:abbiamo fatto una scelta dinicchia e l’unica strada è pun-tare su qualità e prestigio».Chi recepisce meglio questenostre caratteristiche?«Soprattutto gli Usa, doveesportiamo il 20% dell’interaproduzione. Poi c’è l’Asia, cheinizia a conoscerci e che con-tinuerà a crescere. Il Nord

Europa va molto bene, men-tre i Paesi europei più tradi-zionali sono stagnanti. LaGermania è diventata moltoattenta al prezzo, mentre inSvizzera la produzione di vi-no locale è cresciuta al puntoda sottrarre spazio e lo stessovale anche per altre zone do-ve fino a 30 anni fa non si col-tivava neanche un grappolo».La frammentazione del vinoitaliano non rischia di esse-re controproducente?«Non credo. Una fisionomiaitaliana c’è ed emerge abba-stanza chiaramente, nono-stante i tanti errori e il perso-nalismo che spesso ci caratte-rizza. Sarebbe auspicabile fa-re sistema, ma non è faciletrovare una sintesi di fronte atanta varietà». —

c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

cesso riguarda un po’ tuttii vini italiani: come lospiega?«Per il consumatore attentosiamo una scoperta conti-nua: dall’Alto Adige a Pantel-leria, offriamo una scelta in-credibile, con una qualitàmedia senza eguali. Il feno-meno Prosecco fa impressio-ne e lo stesso si può dire per ilPinot Grigio. Ma poi ci sonol’Amarone e il Brunello, i vinidell’Etna, l’Aglianico e decinedi altri. C’è la grande e la pic-cola produzione: sembra unastrategia studiata a tavolinoe invece è semplicementefrutto della nostra storia edella nostra cultura. Non c’èalcun accordo. Anzi, proprioin ciò sta la nostra forza e lanostra debolezza».Ovvero?

P oco meno di 500milabottiglie prodotte euna quota di exportche ha raggiunto

l’80%. Sono i numeri dellaPio Cesare, storica cantina diAlba che da cinque genera-zioni porta nel mondo la

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