17-05-22 scheda tecnica INTEST FLORA+ Botrytis · dieta ad eliminazione specifica per la lotta ai...
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Test INTEST FLORA +
SCHEDA TECNICA TEST INTEST FLORA +
IntroduzionePatogenesi
Descrizione Disbiosi IntestinaleClinica
DiagnosiTerapia
Bibliografia
DISBIOSI INTESTINALE
FLORA BATTERICA
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DIAGNOSTICA DI ECCELLENZA
La reattività immunomediata verso i microrganismi e la disbiosi intestinale.
INTRODUZIONE
La presenza di microrganismi nell'organismo umano è pressoché costante e
non sempre causa di squilibrio e di patologie. Lo sviluppo di microrganismi
verso forme patogene viene favorito da condizioni legate alla civiltà attuale
ed agli stili di vita dei singoli individui (inquinamento dell'aria, conservanti,
coloranti, concimi artificiali, eccesso di farmaci ecc.), ponendo comunque al
primo posto l'errato modo di alimentarsi, in quanto si tende generalmente a
privilegiare nella nostra alimentazione un'alta percentuale di zuccheri e
proteine, i quali rappresentano l'ideale terreno di sviluppo dei
microrganismi.
L'equilibrio fra il nostro corpo ed i microrganismi non può assolutamente
prescindere dalle condizioni igienico-alimentari ed ambientali in cui ci si
trova. La normale flora batterica intestinale tende ad essere distrutta
completamente dallo sviluppo esponenziale delle forme micotiche che,
proporzionalmente alla loro evoluzione, producono quantità enormi di
micotossine, le quali rallentano il metabolismo ed abbassano la reattività
del sistema immunitario, sovraccaricando il sistema linfatico ed il
mesenchima. Dal punto di vista della terapia è perciò fondamentale
intervenire sulla loro crescita, riportando l'organismo in uno stato di
cosiddetta eubiosi. I microrganismi sono da considerare, peraltro, degli
indicatori di terreno e possono di conseguenza svolgere un preziosissimo
ruolo nel facilitare la comprensione della situazione in cui si trova il
paziente. È consequenziale a quanto esposto precedentemente che un
eccessivo sviluppo di funghi e batteri sia da considerarsi come uno stato di
disbiosi da correggere assieme alle cause che l'hanno creata. Tra le reazioni
non tossiche immunomediate verso tali microrganismi è possibile
individuare reazioni non IgE-mediate il cui meccanismo immunologico è di
tipo IgG-mediato.
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«QUANDO SI INTENDE IL
COINVOLGIMENTO DEL SISTEMA
IMMUNITARIO IN UNA REAZIONE
AVVERSA DI TIPO NON ALLERGICO È
PIU' CORRETTO PARLARE DI
REATTIVITA' IMMUNOMEDIATA CON
COINVOLGIMENTO DI IgG
SPECIFICHE ALLERGOLOGICHE
(CON CONSEGUENTE FORMAZIONE
DI IMMUNOCOMPLESSI)»
METODICA ANALITICA CERTIFICATA
REFERTO CHIARO E LEGGIBILE
BREVI TEMPI DI REFERTAZIONE
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PATOGENESI
Il punto focale di questa risposta
immunomediata verso i microrganismi va
ricercato a livello dell'apparato digerente.
Oltre alla basilare funzione digestiva,
l'apparato digerente svolge una funzione
di barriera fondamentale. L'intestino
funziona come una porta d'ingresso per
una vasta gamma di antigeni estranei
assunti dall'individuo dall'ambiente
esterno, soprattutto tramite la dieta. Il
sistema immunitario, da una parte deve
impedire una risposta forte contro gli
ant igeni t ip ic i dei microrganismi
naturalmente present i a l l ' interno
de l l 'o rgan i smo, e da l l 'a l t ra deve
riconoscere ed eliminare i patogeni in
grado di entrare attraverso l'intestino.
L'equilibrio di tutti i fattori che entrano in
gioco in questo effetto barriera è di vitale
importanza.
In determinate condizioni l'effetto barriera
viene a mancare e gli antigeni caratteristici
d e l l e s u p e r fi c i c e l l u l a r i d i t a l i
microrganismi, normalmente percepiti
come innocui dall'organismo, permeano
fino ai capillari dei villi intestinali e, una
volta in circolo, attivano una risposta
infiammatoria, sia locale che generalizzata.
L ' a c c u m u l o p r o g r e s s i v o d i
immunoglobuline di classe G specifiche
verso determinat i ant igeni por ta
gradualmente al lo svi luppo del la
sintomatologia.
L'insorgenza dei sintomi necessita di un
tempo di latenza che corrisponde
a l l ' a c c u m u l o i n c i r c o l o d e g l i
immunocomplessi antigene micotico-
an t i co rpo spec ifico ( IgG ) , fino a l
s u p e r a m e n t o d e l l i v e l l o s o g l i a ,
esattamente come fosse una sorta di
intossicazione.
D'altro canto occorre prendere in
considerazione l'atro grande effetto
c a u s a t o d a l l a p r e s e n z a e d a l l a
proliferazione di questa popolazione
m i c o t i c a , o v v e r o l ' a l t e r a z i o n e
dell'equilibrio inizialmente posseduto
dalla flora microbica intestinale, portando
l'individuo ad uno stato di disbiosi.
LA DISBIOSI INTESTINALE
Parlando di disbiosi intestinale è
b e n e s o f f e r m a r s i s u l l a
definizione delle caratteristiche
delle due principali forme di
disbiosi alle quali può andare
incontro il nostro organismo: la
disbiosi “fermentativa” e la
disbiosi “putrefattiva”.
È opportuno definire il termine
“disbiosi” come uno squilibrio
qualitativo/quantitativo di
microrganismi che sovvertono il
normale equilibrio della flora
intestinale. Questo equilibrio può
alterarsi, con la produzione di
metaboliti attraverso processi di
fermentazione o di putrefazione,
provocando disturbi quali stipsi,
diarrea, malassorbimento dei
nutrienti, meteorismo, dolori
addominali, infezioni delle vie
urinarie, prostatiti, cefalee, foruncolosi, dermatiti, vertigini e capogiri, colon irritabile, ecc.
Se i microrganismi che sostengono questa disbiosi sono “saccarolitici” (ad esempio in una dieta
ricca di dolciumi o in generale di carboidrati complessi) si presenterà una “disbiosi
fermentativa”, con proliferazione di microrganismi soprattutto a livello dell'intestino tenue, e
problemi di meteorismo addominale, flatulenza, feci a carattere acido, ecc.
Al contrario, se la dieta è prevalentemente a base di carne o di grassi animali, e scarsa di fibre,
si potrebbe presentare una “disbiosi putrefattiva”, con un pH fecale più basico di quello
fisiologico e con una ricca popolazione di batteri disbiotici situati nel tratto dell'intestino
crasso, in grado di portare problemi quali foruncolosi, alitosi, cefalea, malessere, stanchezza
cronica, insonnia, cardiopatie e stipsi.
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APPARATO NEUROLOGICO
Cefalea, emicrania,
sbalzi d’umore, insonnia,
astenia,
attacchi di panico...
APPARATO GASTROENTERICO
-
Dolori addominali, nausea,
pirosi gastrica,
stipsi o diarrea, meteorismo,
alitosi, colite...
CLINICA
Le condizioni sintomatologiche correlate alla reattività immunomediata verso microrganismi, ed il conseguente stato disbiotico, coinvolgono
principalmente l'apparato gastroenterico, con un indiretto interessamento del sistema neurologico, esclusivamente coinvolto a livello di cefalee ed
emicranie, seguite da fisiologici sbalzi d'umore ed astenia. Si può immaginare la fase di accumulo come una fase di latenza in cui le immunoglobuline
di tipo G innescano uno stato infiammatorio che può raggiungere e colpire anche i bersagli meno facilmente riconducibili a problematiche alimentari.
Molti pazienti lamentano sintomi che non sono in grado di risolvere completamente per via farmacologica o, in certi casi, insorgono disturbi refrattari
alle terapie. Sicuramente, i disturbi gastroenterici sono frequenti: colon irritabile, meteorismo, costipazione, diarrea, nausea, vomito, ecc. Molti sintomi
sono spesso “mascherati”, cioè risultano comuni, quali cefalea, nevralgia, astenia cronica, labilità d'umore, insonnia, ecc. La difficoltà di ricollegare
questi sintomi a problematiche relative alla presenza di microrganismi è ulteriormente aggravata dal fatto che la risposta immunomediata è soggettiva,
in quanto non tutti i soggetti reagiscono allo stesso modo.
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DIAGNOSI
Il test INTEST FLORA + si divide in due
principali finestre di analisi: la prima consente di
i n d i v i d u a r e l 'eve n t u a l e p r e s e n z a d i
immunoglobuline di classe G nel siero del
paziente, immunoglobuline generate dalla
reazione leucocitaria avvenuta a livello della
barriera intestinale verso antigeni di natura
fungina. La seconda finestra di analisi è relativa
a l l ' i dent ificaz ione de l l a na tu ra , e d i
conseguenza della causa, del tipo di eventuale
disbiosi in atto.
La quantificazione della risposta IgG-mediata
verso i microrganismi consiste nel dosaggio dei
livelli anticorpali mediante metodica ELISA
(Enzyme-Linked ImmunoSorbert Assay) su
piastre su cui sono stati fatti adsorbire
precedentemente estratti antigenici di specifici
ceppi fungini. Questa tecnica si basa sull'utilizzo
di anticorpi marcati con un enzima. Il
r iconoscimento dell 'antigene da par te
dell'anticorpo forma un complesso stabile che
può essere evidenziato con un substrato
opportuno. Il substrato, reagendo con l'enzima,
p roduce una co lo raz ione f a c i lmen te
quantificabile. La metodica ELISA rappresenta
al giorno d'oggi la soluzione qualitativamente
più valida, con la garanzia di ottenere ottimi
risultati in termini di sensibilità e ripetibilità.
È difficile discernere in base ai soli sintomi quale
m i c r o r g a n i s m o d i s t u r b a l 'o m eo s t a s i
dell'organismo, a causa della lunga fase di
latenza ed a causa dei sintomi spesso analoghi.
Per questo motivo, nel test INTEST FLORA +
vengono testati gli antigeni dei seguenti 12
microrganismi:
Ÿ Aspergillus niger
Ÿ Aspergillus fumigatus
Ÿ Penicillum notatum
Ÿ Mix di Penicillum
Ÿ Mucor racemosus
Ÿ Mix di Mucor
Ÿ Rhizopus nigricans
Ÿ Lievito naturale
Ÿ Saccharomyces cerevisiae
Ÿ Saccharomyces pastorianus
Ÿ Candida albicans
Ÿ Botrytis cinerea
Il test viene effettuato con il siero del paziente: occorre perciò servirsi di un prelievo di
sangue venoso o capillare. Non è necessario il digiuno.
Per quanto riguarda invece la seconda area di screening del test, esistono due parametri che
possono essere analizzati ed indicare se si è in presenza di disbiosi fermentativa o di
disbiosi putrefattiva, informazione fondamentale per andare poi a decidere quale percorso
terapeutico sia il più opportuno da seguire. Tali parametri sono ottenuti attraverso la
misurazione di due metaboliti, ovvero l'indacano e lo scatolo, che vengono rilevati in un
campione di urina, e che derivano dai processi batterici di trasformazione di uno specifico
aminoacido assunto con la nostra dieta, il triptofano. Ne deriva che una percentuale elevata
di indacano è in grado di esprimere la presenza di una disbiosi fermentativa a carico
dell'intestino tenue. Viceversa, un alto valore di scatolo segnala la presenza di una disbiosi
di tipo putrefattivo a carico dell'intestino crasso.
TERAPIE
Le strategie terapeutiche da attuare in casi di positività al test sono varie e possono essere
attuate in sinergia, senza necessariamente essere esclusive l'una con l'altra:
- Esistono precise indicazioni relative a diete ad eliminazione più o meno stringenti, create
appositamente per contrastare uno specifico microrganismo fungino (come ad esempio una
dieta ad eliminazione specifica per la lotta ai miceti del genere Candida).
- Un'ottima pratica preventiva consiste nel lavaggio accurato di tutta la frutta e la verdura,
integrato dall'aggiunta di principi attivi o semplicemente composti chimici (es. amuchina,
bicarbonato, ecc.).
- L'assunzione di particolari probiotici, utili a riequilibrare la flora intestinale minacciata
dalla presenza di microrganismi micotici. L'analisi dei parametri relativi ai livelli di indacano
e scatolo è utile proprio in questi casi, andando a discriminare l'utilità di una
somministrazione di bifidobatteri in caso di disbiosi putrefattiva, mentre si preferisce far
riferimento all'utilizzo di lattobacilli per quanto riguarda invece i casi di disbiosi
fermentativa, essendo questi ultimi i più adatti a svolgere la loro attività metabolica
all'interno dell'intestino tenue.
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