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futuro in movimento freepress di attualità e mondo del lavoro www.walkonjob.it «Se l'opportunità non bussa, costruisciti una porta» Milton Berle Guida pratica TUTTE LE FACCE DEL CV Dal modello classico al video: come farsi notare dalle aziende Professioni FINANZA E CONSULENZA I profili più ricercati e le possibilità di carriera Storie di successo FARCELA? SI PUÒ Da dipendente o in proprio con passione e talento NUMERO XVI CHE LAVORO FACCIO DOPO LA LAUREA? LE REALI OPPORTUNITÀ NEI VARI SETTORI CHE LAVORO FACCIO DOPO LA LAUREA? LE REALI OPPORTUNITÀ NEI VARI SETTORI www.formazione.ilsole24ore.com/bs FAI VALERE IL TUO TALENTO. Oltre 4.350 DIPLOMATI e 200 BORSE DI STUDIO per i Master full time 2013 della Business School a disposizione dei migliori candidati. FINANZIAMENTI AGEVOLATI con pagamento della prima rata dopo 6 mesi dalla fine del Master. Farai parte della business community del Gruppo 24 ORE. Brochure, domanda di ammissione e date di selezione www.formazione.ilsole24ore.com/bs

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http://www.walkonjob.it Che lavoro faccio dopo la laurea? Le reali opportunità nei vari settori

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futuro in movimentofreepress di attualità e mondo del lavoro

www.walkonjob.it

«Se l'opportunità non bussa, costruisciti una porta»

Milton Berle

Guida pratica

TUTTE LE FACCE DEL CVDal modello classico al video:come farsi notare dalle aziende

Professioni

FINANZA E CONSULENZAI profili più ricercatie le possibilità di carriera

Storie disuccesso

FARCELA? SI PUÒDa dipendente o in propriocon passione e talento

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CHE LAVORO FACCIO DOPO LA LAUREA?

LE REALI OPPORTUNITÀNEI VARI SETTORI

CHE LAVORO FACCIO DOPO LA LAUREA?

LE REALI OPPORTUNITÀNEI VARI SETTORI

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FAI VALERE IL TUO TALENTO.Oltre 4.350 DIPLOMATI e 200 BORSE DI STUDIO per i Master full time 2013 della Business School a disposizione dei migliori candidati. FINANZIAMENTI AGEVOLATI con pagamento della prima rata dopo 6 mesi dalla fi ne del Master. Farai parte della business community del Gruppo 24 ORE. Brochure, domanda di ammissione e date di selezione www.formazione.ilsole24ore.com/bs

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Sguardo sul futuroCOSA FARE DOPO LA LAUREALE POSSIBILITÀ DI LAVORO CONCRETEFACOLTÀ PER FACOLTÀ

Avere le idee chiare finita l'Università non è facile. Scoprire cosa offre davvero il mercato del lavoro e dove orientarsi richiede sforzo, e districarsi tra annunci, scelte da compiere e porte che non si aprono è spesso un’impresa. Che fare? Occorrono tanta determinazione e uno sguardo lucido su ciò che offre il mondo del lavoro, a caccia di sbocchi lavorativi reali, settore per settore, senza dimenticare le proprie inclinazioni.

Walk on job.itbimestrale freepress - www.walkonjob.it n° 16 - ottobre/novembre 2013Via Scarlatti, 26 - 20124 Milano I tel. 02 36643483testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano numero 257 del 3 maggio 2010

Direttore Responsabile Elisa Di [email protected]

In redazioneGiulia [email protected]

Progetto Grafico e impaginazione Jasmine Webster

Hanno collaborato a questo numero: Susanna BagnoliRaffaele Riccioli

PubblicitàRosanna [email protected]

Editore Jeia s.c.a.r.l. via Scarlatti, 26 - 20124 Milano P.IVA 09788390152

Stampa LITOSUDVia Aldo Moro 220160 Pessano Con Bornago (MI)

Paola Floriana RisoIlaria Romano

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WoJ

Inchiesta

sono i più ricercati dalle aziende: con oltre 17mila as-sunzioni previste per il 2013, pari al 29% di tutte quelle destinate ai laureati, i dottori in Economia superereb-bero persino i colleghi di Ingegneria elettronica e dell'informazione, ricercati nel 13% dei casi. In Adecco Italia le posizioni per gli economisti, per esem-pio, rappresentano circa il 15% del totale. Queste figure sono ricercate per vari ruoli: «dal controllo di gestione a quello del bilancio, arrivando alle mansioni in area finanziaria, bancaria e di aiuto contabile», riferisce Lo-renzo Biffi. E la tendenza non riguarda solo le grandi aziende: «Anche le piccole e medie imprese spesso puntano sui laureati in Economia in quanto il corso di studi dà una formazione ampia e “flessibile” apprezzata a più livelli», conferma Filomena Palumbo, consulente in risorse umane, recruiter, formatrice e coach per aziende ed enti di formazione pubblici e privati.

IL FUTURO DELLA COMUNICAZIONE È NEL DIGITALEChi l’ha detto che un laureato in Scienze della Comu-nicazione debba necessariamente diventare giornalista o lavorare nella pubblicità? In realtà, oggi, le prospet-tive sono altre: «I laureati in Comunicazione, rispetto ai colleghi ingegneri e ai laureati in Economia, hanno un po' meno opportunità», dice Biffi. C'è però una tendenza che fa presagire, per i prossimi anni, una crescita di op-portunità che fanno al caso loro: si tratta delle posizio-ni «legate al mondo digitale e alla comunicazione sui social media. Per esempio si ricercano profili di digital specialist o per attività connesse alla gestione dei so-cial network a livello di comunicazione e media mar-keting». Le aziende stanno investendo molto su queste aree e anche all'interno degli uffici marketing sta pren-dendo piede la specializzazione sul canale digitale. «Decisamente le società stanno puntando l’attenzione sul panorama digitale di tipo relazionale, che ha fatto un passo avanti nell'integrazione tra i siti corporate e le altre piattaforme. Un mondo social e soprattutto mobile», dice anche Simonetta Pattuglia, professore ag-gregato di Marketing e Comunicazione all'Università Tor Vergata di Roma, delegato nazionale Ferpi Univer-sità e curatrice della prima ricerca Ferpi (Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, www.ferpi.it) su Comunica-zione, Università, Giovani e Mercato del lavoro, presentata a inizio 2013. Dall’indagine, realizzata intervistando 130 manager di grandi aziende italiane e multinazionali, è risultato che le imprese destinano i candidati soprattut-to a comunicazione istituzionale (17%), comunicazione di prodotto (14%), relazioni pubbliche e organizzazione eventi (12% per ciascun campo), comunicazione digitale e social media/networks (11% per ambito). Da notare che nel 34% dei casi le imprese intervistate scelgono il comunicatore fra i laureati in Marketing/Economia, nel 19% fra i laureati in Comunicazione, nel 27% fra i “masterizzati” in Comunicazione e Marketing, e solo il 5% dei comunicatori è reclutato tra chi ha studiato Tecnologia e New Media.

NON SOLO LABORATORIO PER I BIOLOGIE i laureati in Biologia? Tra laboratori e aziende, «circa il 10% delle posizioni aperte riguarda loro: la richiesta di dottori in Biologia e in materie scientifiche è discreta»,

Abbiamo chiesto ad alcuni esperti quali sono le con-crete possibilità di impiego e i ruoli più richiesti in cui possono inserirsi i laureati in Comunicazione, Ingegne-ria, Economia, Biologia e Beni Culturali, i corsi in qual-che modo più versatili che al termine degli studi non prevedono un unico sbocco lavorativo, ma aprono po-tenzialmente a una rosa di opportunità.

LAUREATI È MEGLIOPrima di tutto, una buona notizia: studiare conviene. Lo dice il rapporto dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, www.oecd.it) Education at a glance 2013: in tutti i Paesi membri dell'Organizzazione, Italia compresa, i laureati gua-dagnano più dei diplomati e chi ha un titolo di studio postlaurea vanta uno stipendio più alto. Lo confermano i dati Almalaurea: l'app AlmaOrièntati, che serve a orientarsi nella scelta della facoltà universitaria, ha una sezione di informazioni generali sull'università e il mondo del lavoro italiani in cui si scopre, tra l'altro, che

un giovane laureato guadagna leggermente di più di un coetaneo diplomato. È vero però che ai timidi segnali di ripresa in al-cuni settori non fa seguito un aumento effettivo dei posti di lavoro: secondo le previsioni Manpower sull'occupazione in Italia nel quarto trimestre del 2013, infatti, solo il 5% dei datori di lavoro prevede di incre-mentare il proprio organico, mentre il 22% ipotizza un calo delle assunzioni e il 72% non ha in mente di ap-portare variazioni. Ad ogni modo sono i profili più spe-cializzati e qualificati ad avere più chance: secondo i dati del Sistema informativo Excelsior di Unionca-mere e Ministero del Lavoro, infatti, la crisi fa crescere la domanda di personale molto qualificato e le imprese del settore privato hanno previsto di inserire nel corso del 2013, a scopo assunzione, più di 58mila laureati, con un aumento dell’1,4% rispetto ai medesimi dati relativi al 2012.

INGEGNERIA ED ECONOMIA: TANTE PORTE APERTETra i titoli più spendibili in questo momento, quello in Ingegneria. «Gli ingegneri sono molto richiesti sul mercato: la domanda di risorse da parte delle aziende, infatti, è maggiore rispetto all’offerta di professionisti», spiega Lorenzo Biffi, Project Manager del Dipartimento Candidate Management di Adecco Italia. Ma quali sono le posizioni per le quali gli ingegneri sono più ricercati oggi? «Sono molto richiesti progettisti sia in ambito meccanico che elettronico, e forte è anche il settore legato all'automotive. Inoltre stiamo riscontrando una tendenza: questa figura professionale è sempre più ri-cercata sia per posizioni di vendita tecnica che negli acquisti, ad esempio come buyer nel settore chimico-farmaceutico». Per riassumere, precisa Biffi, «in questo momento il 50% delle posizioni aperte in Adecco è ri-volto a profili tecnici», e i corsi di laurea più gettonati sono quelli che preparano «ingegneri meccanici ed elettronici, chimici e biomedici».Fortunati anche i laureati in Economia. Secondo Excel-sior-Unioncamere, i laureati degli indirizzi economici

di Ilaria Romano*

carta riciclata 100%

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spiega Biffi commentando le ricerche attive in agenzia. Sono inseriti all'interno dei laboratori di analisi, come tecnici di laboratorio e per il controllo qualità. Ma gli sbocchi professionali non finiscono qui: «I settori di competenza della biologia sono in continua evoluzione», spiega Luciano Atzori, consigliere segretario dell'Ordine Nazionale dei Biologi (www.onb.it), «stanno diminuendo le opportunità nei laboratori di analisi e per gli informatori scientifici del farmaco, però crescono quelle legate alla tutela dell’ambiente e del territorio. Anche i tribunali cercano consulenti tecnici di ufficio (CTU), per le questioni am-bientali». Il settore della nutrizione «è in pieno boom e dà lavoro a circa un terzo dei biologi», prosegue Atzori. «Un altro terzo trova impiego nel campo dei sistemi di qualità e delle certificazioni nell'agroalimentare, e da non sottovalutare è la cosme-tologia, che insieme alla procreazione assistita è un settore emergente». Di nicchia, ma apprezzate, le com-petenze dei biologi specializzati in conservazione dei beni culturali che lavorano in tandem coi restauratori, mentre non sono pochi i professionisti che si occupano di sicurezza sul lavoro. Ma non finisce qui: «È in crescita esponenziale il settore della biologia forense, tanto che a novembre in collaborazione con l'Università di Tor Vergata faremo partire la prima Scuola permanente di alta formazione in questa materia», conclude Atzori.

BENI CULTURALI: PROMUOVERSI E FARE RETELa laurea in Beni Culturali – inutile nasconderlo – non offre oggi enormi garanzie di inserimento nel mercato del lavoro. Inoltre, «il settore in Italia è molto legato a incarichi pubblici», spiega Haidi Garulli dell'Ufficio Placement dell'Università di Trento, «e le opportunità spesso provengono dai concorsi». C'è anche la possi-bilità di curare eventi espositivi o di intrattenimento culturale per committenti pubblici e privati. Tuttavia si tratta di opportunità da libero professionisti o con contratti precari: è raro trovare veri e propri annunci di lavoro a cui rispondere, e anzi contano molto l'iniziativa personale e la capacità di proporre la propria profes-sionalità e i propri servizi a possibili clienti. Chi sceglie questa strada, insomma, deve sapere che «è molto im-portante il networking», spiega Garulli, cioè riuscire a stabilire e mantenere contatti con i potenziali ambienti lavorativi. In poche parole il messaggio per i laureati in Beni Culturali è: non aspettate l'offerta tagliata su

misura per voi e la vostra laurea, ma buttatevi.

FLESSIBILITÀ: CROCE O FURBIZIA?Oltre 46.400 contratti di lavoro e più di 5 milioni e 800 mila giornate di contratto per 12.351 persone, nei tre anni successivi alla laurea: sono questi i numeri della ricerca UNI.CO. realizzata dal sistema di placement

universitario SOUL dell'Università La Sa-pienza di Roma. L'indagine, sperimentale,

ha incrociato i dati delle comunicazioni obbligatorie relative ai rapporti di lavoro con quelli dell'archivio In-fostud, monitorando il percorso di coloro che hanno conseguito un ti-tolo universitario di primo o secondo

livello in ateneo fra il 2008 e il 2009 (in totale 21.782 laureati) e hanno avuto

almeno un contratto di lavoro dipendente o parasubordinato nei tre anni successivi alla laurea. Ne è emerso che i neolaureati non sono per niente choosy e accettano impieghi anche molto distanti dal loro am-bito di studi; hanno tanti contratti ma di breve durata (il 50% di quelli stipulati dai laureati di primo livello non superava i 7 giorni), e per il 92% sono precari: in sostanza la quasi totalità. «Non è sufficiente analiz-zare il mercato del lavoro distinguendo fra occupati e disoccupati», ammonisce il gruppo di lavoro di UNI.CO. nella sua relazione: «La "nuova" realtà, per i laureati, è quella di un sistema estremamente frammentato, dif-ferenziato e caratterizzato da una fortissima flessibilità confinante con la precarietà», che «genera un forte disa-gio occupazionale fra i giovani laureati e compromette un’efficace formazione “on the job”». In ogni caso, il can-didato “giusto” è quello che sa adattarsi ai mutamenti e adeguarsi al contesto economico e sociale rispondendo in modo flessibile e attivo alle incertezze e alla crisi.

NUOVI ORIZZONTIGli esperti intervistati concordano: è difficile dire con certezza come evolverà il mercato e quali saranno le lauree e le professionalità più richieste di qui a qualche anno. È possibile comunque ipotizzare delle tendenze: utile tenere d'occhio green economy, luxury, inter-nazionalizzazione delle imprese, mentre il settore cul-turale potrebbe apprezzare soluzioni per una gestione sempre più efficiente dei servizi, e i prodotti di qualità continueranno probabilmente a essere una cifra distinti-va della produzione italiana. Per fare solo qualche esempio, Altagamma-Consensus

Chi guadagna di più?

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Niente stipendi da capogiro. Ecco in media quanto prendono i laureati magistrali:

A 1 anno dalla laureaEconomia: 936 euroIngegneria: 1.101 euroBeni Culturali: 622 euroComunicazione: 1.259 euroGruppo geo-biologico: 756 euro

A 3 anni dalla laureaEconomia: 1.298 euroIngegneria: 1.475 euroBeni Culturali: 660 euroComunicazione: 1.036 euroGruppo geo-biologico: 1.061 euro

A 5 anni dalla laureaEconomia: 1.544 euroIngegneria: 1.720 euroBeni Culturali: 1.042 euroComunicazione: 1.292 euroGruppo geo-biologico: 1.261 euro (I.R.)(Fonte: Dati Almalaurea 2012)

ha previsto per il 2013 una crescita del mercato mon-diale dei beni di lusso pari al 4-5%. Quanto all'economia verde, Coldiretti pone l'accento sulle «opportunità per migliaia di giovani nelle campagne, anche per effetto delle nuove professioni» all'insegna di ricerca e qualità, spesso innovative e ispirate alla filosofia “chilometro zero”. Secondo il rapporto Greenitaly 2012 della Fon-dazione Symbola, l'economia verde sta rappresentando «una chiave straordinaria per rigenerare il made in Italy». «Oggi un quarto delle imprese italiane è green e le aziende che più reagiscono alla crisi sono quelle che hanno processi di innovazione verde, sia in termini di efficienza energetica che di individuazione di nuovi materiali. Ciò porta alla richiesta di nuove figure profes-sionali, o di figure tradizionali aggiornate con compe-tenze green», spiega Marco Gisotti, giornalista, divulga-tore e autore, con Tessa Gelisio, di Guida ai green jobs (Edizioni Ambiente). I lavori la cui attività è finalizzata a produzioni a basso impatto o al rispetto dell'ambiente reggono anche in tempi di crisi «e a trovare appli-cazione nel settore green sarà soprattutto la chimica», dice Gisotti.

UN PASSPARTOUT: LE COMPETENZE TRASVERSALIDa non sottovalutare, comunque e sempre, le soft skills, o competenze trasversali, che spesso rappresen-tano un elemento decisivo. Carlo Magni, coordinatore scientifico di SOUL, le definisce «aspetti caratteriali che appartengono a ciascun individuo indipendente-mente dal corso di studi frequentato e che riguardano, ad esempio, la capacità di lavorare in team, quella di relazionarsi in modo efficace con fornitori e clienti, la rapidità nell’apprendimento di nuove nozioni e di creare buone relazioni con i colleghi di lavoro, la pun-tualità e il rispetto delle regole aziendali». La carta vincente è infatti spesso la personalità del candidato, che dev’essere spiccata e positiva: «Recentemente ho presentato a un cliente tre candidate per una posizione di segretaria commerciale. A parità di titolo di studio è stata scelta quella con meno esperienza ma più solare e proattiva e per questo sembrava più adatta al ruolo», racconta Filomena Palumbo. In ogni caso, riprende Carlo Magni, le soft skills «si acquisiscono prevalentemente sul campo e soprattutto nel corso di tirocini, e più in generale grazie a esperienze on the job».

Il candidato “giusto” è quello che

sa adattarsi ai mutamenti e adeguarsi al contesto

economico e sociale rispondendo

in modo flessibile e attivo alle incertezze e

alla crisi.

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Il curriculum perfetto

QUALCHE DRITTAPER NON SBAGLIARE

VIDEO CV

CV INFOGRAFICO

CV TRADIZIONALEGuidapratica

Semplice, sintetico ma che sia in grado di farsi notare. Ecco come dev’essere il curriculum vitae perchè sia davvero efficace. Ma oltre al modello tradizionale a cui siamo abituati, è utile considerare anche delle “varianti” per un profilo più originale e congeniale alle proprie ambizioni.

di Redazione*

SÌ:Seguire, senza leggerlo, un canovaccio con i punti principali (capacità, esperienze, obiettivi).Farsi filmare da qualcuno che ponga quattro o cinque domande, come in un colloquio.Essere precisi sulla professione che si vuole svolgere e sui propri obiettivi professionali.Accompagnare il video da lettera di presentazione e CV.Scegliere una location neutra e silenziosa e un abbigliamento da colloquio.

NO:Non improvvisare.Non dilungarsi oltre il minuto e mezzo (massimo 2’, se una parte del video CV è in lingua straniera).Non usare un formato superiore a 10 MB.Non mandarlo al selezionatore via e-mail ma caricarlo su una piattaforma preposta (ad esempio: ilvideocv.it, catchawork.com, visualcv.com per carriere internazionali e inviare il link).Non caricarlo su YouTube: perde di professionalità e nei filmati correlati possono apparire video CV migliori.

SÌ:Indicare le esperienze lavorative e i corsi di studio partendo dai più recenti.Inserire la conoscenza delle lingue straniere precisando il livello raggiunto, eventuali attestati ottenuti ed esperienze all’estero.Specificare le conoscenze informatiche: sistemi operativi, programmi, linguaggi conosciuti.Motivare le capacità relazionali indicando le realtà in cui sono state sviluppate (ad esempio, non scrivere “Forte propensione al lavoro di squadra”, ma spiegare dove si è appreso a lavorare in team).Personalizzare la lettera di accompagnamento a seconda del destinatario a cui si invia il CV.

NO:Non superare le 2 pagine (al massimo 3 in caso di carriera davvero articolata). Evitare di inserire lavoretti secondari/estivi svolti ma non coerenti con la posizione ambita.Occhio a refusi ed errori ortografici: sono segnale di distrazione e sciatteria.Non scordare la foto. Che sia attuale, in abbigliamento e contesto formali (niente cocktail in mano né foto del mare).Non dimenticare i riferimenti per essere ricontattati: cellulare, e-mail ed eventuali profili social, blog e sito.

«Molti si chiedono: "Modello CV Europeo sì o no?”. L'importante è la chiarezza delle informazioni e la sintesi», spiega Rosanna Paiano, Employer Branding Specialist di People. «La struttura del modello europeo è valida, ma va alleggerita per mettere in risalto le proprie competenze».

COS’È?È un curriculum vitae che traduce esperienze, dati e skills in grafici, cioè in immagini e schemi di forte impatto visivo.PERCHÈ USARLO?Per non passare inosservati e distinguersi dalla massa, così è più facile attirare l’attenzione e rimanere impressi nella memoria del selezionatore.QUANDO USARLO?Quando, alle spalle, si ha un buon bagaglio di esperienze, collaborazioni e progetti.A CHI È CONSIGLIATO?A web designer, grafici, creativi, giornalisti. Ma si può adattare a qualsiasi profilo di lavoro.COME COSTRUIRLO?Ci sono molti siti internet che consentono di creare un efficace CV infografico personalizzato in poche mosse:- visualize.me- magic.piktochart.com - visual.ly- cvgram.me - re.vu- kinzaa.com

«Esprimetevi sempre in modo positivo, senza nascondere i vostri limiti. Un esempio? Invece di dire “Sono introverso”, preferire “Vorrei essere più estroverso”», consiglia Terenzio Traisci, psicologo del lavoro e ideatore del sito ilvideocv.it.

Il parere dell’esperto Francesca Parviero di LinkBeat, Official LinkedIn EMEA Talent Partner

«Esaustivo, veloce e pratico. È facile da leggere, in fase di selezione è semplice abbinare la faccia al CV perchè unico. E poi, non lo consiglierei solo per un ruolo professionale particolare dato che tutti i lavori hanno bisogno di creatività». Piergiuseppe Laera, coach e formatore di Trainco - persone in sviluppo.

LinkedIn

SÌ:La foto: seria e preferibilmente sorridente, con sfondo luminoso e non troppo informale, coerente con il messaggio che si vuole trasmettere.Il profilo: LinkedIn è il contenitore dove mettere in pratica la nostra strategia. Per questo occorre curarlo non solo quando si stanno cercando nuove opportunità. Aggiornare puntualmente la sezione esperienze professionali e formative.Il numero di collegamenti: sfruttare al meglio le proprie conoscenze e il proprio network (compagni di università, colleghi, amici, docenti).

NO:Inviare richieste di connessione senza personalizzare il messaggio.Spammare la rete con messaggi inadeguati o autopromozionali.Senso della misura: non abusare di raccomandazioni ed endorsement quando non si hanno reali competenze ed esperienze. Chi legge si accorge dell’incongruenza.Trascurare l’aggiornamento delle vostre info di contatto: il tasto "contact info" riporta ai vostri contatti di primo livello la vostra e-mail, il numero di cellulare, l'indirizzo Web, l’account Twitter. Teneteli aggiornati!

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Il settore del management consulting, in Italia, è un mercato composto da circa 17mila società di consulen-za, con 33mila addetti. I dati sono nel rapporto annuale, relativo al 2012, condotto da Assoconsult, l’associazione federativa delle imprese di consulenza, in collabora-zione con l’Università degli studi di Roma Tor Vergata. Il settore consulenza, nonostante la fase economica critica, è in ripresa e ha raggiunto la quota di 3,2 miliardi di euro di fatturato. «La consulenza in Italia resiste alla crisi e torna a crescere dopo due anni di con-trazione», dice Ezio Lattanzio, presidente di Assoconsult Confindustria. Ma di cosa si occupa un consulente che lavori per un’impresa specializzata e quale formazione deve avere? Lo abbiamo domandato ai responsabili re-cruiting di tre importanti aziende del settore consulting.

«Il consulente è una persona che utilizza le sue conoscenze, competenze, l’esperienza e

l’intuizione per semplificare situazioni complesse, analizzare un problema e scomporlo in parti più sem-plici in modo da poterlo risolvere», spiega Ilaria Lerro, responsabile recruiting e selezione di KPMG Advisory. «È un professionista che, di fronte a una richiesta del cliente, sa come apportare miglioramenti attraverso idee nuove, ma sa anche come utilizzare e valorizzare ciò che c’è già». KPMG è un’azienda network di imprese che offrono servizi professionali ad altre imprese ed è presente in Italia dalla fine degli anni ’50. Oggi ha circa 3mila professionisti e 28 sedi sul territorio nazio-nale. Le imprese si rivolgono alle società di consulenza perché al loro interno hanno situazioni complesse da gestire dal punto di vista legale, amministrativo, con-tabile e può capitare che non abbiano risorse umane adeguate a far fronte alla situazione. Ma possono es-serci anche altre esigenze, come spiega Lerro: «In tempi di crisi e di recessione come quelli che stiamo vivendo, ci sono aziende che hanno la necessità di contenere i costi, di esternalizzare servizi o di trovare strade al-ternative ai mercati locali. In tempi non di crisi invece la necessità è di accrescere il fatturato, le dimensioni, il business. Insomma, le richieste sono molteplici e il mercato delle consulenze difficilmente conosce battute d’arresto». Per entrare in KPMG sono privilegiate lau-ree di tipo economico o scientifico, e a farla da padrone sono Economia e Ingegneria. «Ci interessano percorsi di specializzazione in Finanza d’impresa, per i mercati e le assicurazioni, e quelli in Information Technology o Compliance. È ben vista un’esperienza all’estero in con-testi multiculturali e la conoscenza di una o più lingue», specifica la recruiter. Una volta entrati in azienda la formazione continua tramite un percorso “learning by doing” di formazione sul campo e un percorso in aula di formazione tecnica a cui viene affiancata la preparazione sulle soft skills. «Per i neolaureati con l’assunzione in apprendistato prevediamo un pacchetto di 200 ore in aula nei primi 2 anni», continua Lerro.

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Dalla contabilità all'informatica

LAVORARE NELLA CONSULENzALE prOprIE COMpEtEnzEA SERVIzIO DEL CLIENTE

è un’azienda di prodotti informatici, sistemi aziendali hardware e software e si rivolge alle imprese con i suoi prodotti ma anche all’implementazione dei pro-getti aziendali che si basano sulle soluzioni targate Oracle. Ed è qui che entra in gioco l’apporto del con-sulente. «Nella maggior parte dei casi, i neolaureati assunti hanno in precedenza svolto uno stage da noi», spiega Gabriela Bizzozero, direttore delle risorse umane dell’azienda. «Le lauree che cerchiamo sono quelle scien-tifiche, Ingegneria, Matematica, Fisica, Statistica. Ma anche laureati in Economia con competenze in ambito informatico. Chiediamo l’ottima conoscenza dell’inglese e la disponibilità a viaggiare in Italia e all’estero, anche per lunghi periodi».

Anche in Accenture l’inserimento dei neolaureati è con contratto di ap-prendistato professionalizzante, an-

che se «i candidati esperti vengono assunti a tempo in-determinato», spiega Monica Palma, recruiting director di Accenture. Le lauree più richieste sono in Ingegneria, Informatica ed Economia, e c’è posto anche per giovani professionisti con competenze funzionali e tecniche, ca-pacità di project management e abilità nell’interazione con i clienti. Nata in Italia nel 1957, Accenture Italia conta 9500 professionisti che, spiega Palma, «hanno il compito di fornire e attuare soluzioni tangibili a fa-vore del cliente, partendo dalla comprensione delle sue esigenze. Una delle caratteristiche della professione di consulente è la capacità di elaborare idee non conven-zionali e trasformarle in risultati concreti, tenuto conto del settore di business del cliente e delle tecnologie più all’avanguardia». Un mestiere che può portare lontano da casa, «perché la sede di lavoro è quella del cliente, quindi si viaggia e spesso si vive in trasferta», racconta la recruiting director di Accenture, «si impara a lavorare all’interno di team internazionali a fianco di colleghi con competenze diversificate». Ambito SAP, embed-ded software, networking, architetture e infrastrutture tecnologiche, risk management e ambito digital sono i settori che trainano: «In base alla nostra esperienza il settore consulenza è costantemente in crescita», conferma Palma. Anche in Accenture la formazione continua costantemente anche dopo l’assunzione; per i nuovi assunti sono previsti corsi di orientamento e formazione in aula. Con il progredire della carriera i professionisti continuano ad ampliare le loro cono-scenze con programmi focalizzati su specifici settori di mercato, una piattaforma di e-learning e un programma di tutoring personalizzato. Umberto Falco ha 30 anni e da tre e mezzo lavora in Accenture, dove è stato assunto dopo la laurea in Economia, un master in Bocconi e uno stage retribuito di sei mesi. Oggi si occupa di marketing di prodotto per le aziende del settore energia. «Sup-porto le aziende clienti di Accenture nell’identificare la strategia ottimale e gli elementi innovativi che possono generare nuove fonti di ricavo», racconta. «Il compito del consulente è creare valore aggiunto sia verso Accenture sia verso il cliente. Si tratta di portare un punto di vista differente verso il cliente, dare un contributo innovativo nel risolvere i suoi problemi così da migliorarne la per-formance. Per essere in grado di farlo servono elasticità mentale e sapersi adattare a contesti diversi fra loro. È importante sapersi relazionare con persone all’esterno e con modi di vedere diversi dai propri».

I percorsi professionali all’interno di Oracle, che fa consulenza specialistica su soluzioni e tecnologie gestionali in ambito IT, sono sostanzialmente due: enterprise architect e program-project manager. Entrambi i ruoli possono avere uno sbocco più “mana-geriale” oppure rivolto alla vendita dei servizi. Oracle

di Susanna Bagnoli*

Sono le principali società di consulenza al mondo e vengono chiamate Big Four. Si tratta di Deloitte, Ernst & Young, Kpmg, PricewaterhouseCoopers, aziende che si spartiscono il mercato mondiale di riferimento. La loro struttura è quella della rete di imprese gestite autonomamente, attraverso accordi sul territorio con altre imprese. Deloitte nasce in Italia nel 1923 e fa consulenza nel settore audit, tax, consulting, financial advisory, legal. Ernst & Young è specializzata in tax, assurance, transactions e advisory. PricewaterhouseCoopers ha uffici in tutta Italia, da Milano a Catania, ed è specializzata in revisione contabile, servizi per le transazioni e la finanza straordinaria, e poi ci sono i servizi fiscali e legali e i business recovery services. Il network Kpmg è leader nel campo della revisione e organizzazione contabile, consulenza manageriale, servizi fiscali, legali e amministrativi. (S.B.)

professione consulente, colui che mette la sua competenza al servizio di enti e imprese. può trattarsi di contabilità, amministrazione, assistenza per le infrastrutture informatiche. Se le risorse interne in azienda non bastano, entra in gioco il consulente.

Professioni

Dove lavorareFocus sulle Big Four

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di finanza pura», prosegue il referente Andaf, «conoscere le forme di finanziamento ulteriori rispetto al credito bancario e saper interloquire con le aziende». Una figura, tra l’altro, che può conoscere una rapida carriera: «Dal ruolo di chief financial officer», prosegue Guelmani, «si può ambire a quello di chief operating officer, ovvero di supervisore, salendo poi a quello di general manager e, nei casi più brillanti, di amministratore delegato». Una scalata che non richiede un tempo infinito: «Le previ-sioni oggi sono buone. E la carriera si può fare già in-torno ai 40 anni».

Ma con quale inquadramento si entra in azienda? «I credit analyst», aggiunge Di Barletta, «vengono preva-lentemente cercati come entry level, dunque neolau-reati o con al massimo due anni di esperienza». Le società di revisione e consulenza, invece, inseriscono i neolaureati prevalentemente come junior consultant e revisori, trampolino di lancio per una carriera in cresci-ta. La maggior parte dei selezionatori, infatti, conviene che iniziare con un paio di anni di lavoro in una grande società di consulenza sia il modo migliore per “farsi le ossa” e migliorare il proprio profilo, diventando decisa-mente appetibili per il settore bancario. Il tirocinio è solitamente il primo passo per l’ingresso in azienda: «Il percorso di carriera per profili junior», spiegano da Bor-sa Italiana, «inizia sempre con un’esperienza di stage, con formula orientata all’apprendimento, anche attra-verso le sinergie con il centro di formazione Academy. Il Graduate Programme costituisce poi il canale privile-giato per l’inserimento dei neolaureati, preferendo chi ha fatto già esperienza di tirocinio in Borsa Italiana». E tutto sommato, quella finanziaria resta una delle poche sfere professionali “dorate”: «Banche e assicura-zioni garantiscono, a parità di età, anni di lavoro e titolo di studio, opportunità economiche nettamente maggio-ri rispetto a qualsiasi altro settore, nonché una prospet-tiva di occupazione stabile», conclude Di Barletta.

Per lavorare nel settore è indispensabile, naturalmente, oltre alla conoscenza dell’inglese (ormai data per scon-tata) e alla laurea, una formazione ulteriore: «Un master in Finanza Aziendale e Controllo di Gestione è un per-corso professionalizzante e che consente al laureato di specializzarsi concretamente», spiega Nicola Dario, Business Unit Director di Ifaf – Scuola di Finanza. Dalla valutazione degli investimenti alla gestione del cash flow, dal business plan alla visione sui mercato inter-nazionali: una formazione post laurea può offrire una visione più ampia, utile per individuare numerose op-portunità di carriera. E l’estero? «Di sicuro è una carta in più da giocarsi», prosegue Nicola Dario, «che offre l’occasione per vivere dall’interno un contesto profes-sionale diverso e maturare una visione del mondo fi-nanziario più ampia e molto apprezzata dalle aziende».

Come ambito è in grado di offrire occasioni di carriera remunerative e tra banche e assicurazioni rappresenta, nonostante la crisi, l’eldorado dei laureati.Tra le aree in cui conviene specializzarsi ci sono quelle della gestione dei rischi: «Il tema principale del mondo finanziario attuale è il controllo», spiega Diego Di Bar-letta, direttore di Finance Hunters, agenzia specializzata nella ricerca e selezione di professionisti in ambito Fi-nancial services, Legal, Administration, Finance e Con-trol, «quindi i profili più ricercati soprattutto in banche e assicurazioni sono quelli legati al risk management, prevalentemente tra i laureati in Finanza o Statistica; poi servono molti compliance specialist, che devono avere sì competenze finanziarie, ma anche legali, per-ché si occupano di controllare che chi vende strumenti finanziari segua tutte le norme di controllo». In banche, assicurazioni e in generale nel capital market vanno an-cora forte gli intermediari finanziari che si occupano di studiare i bilanci delle aziende clienti, e non mancano ricerche aperte nel settore recupero crediti (o credit collection) che però non puntano necessariamente sui laureati in materie finanziarie, ma valutano volentieri profili legali. E se gli istituti di credito non sono l’unica opportunità per chi cerca lavoro, l’alternativa è rappre-sentata dalla consulenza per le aziende, accanto alle società di gestione dei fondi e alle assicurazioni. E se il settore è tradizionale, non è detto che le compe-tenze richieste da chi ambisce a lavorare in questo con-

testo debbano rimanere “ingessate”. Oggi chi assume preferisce profili con conoscenze eterogenee, come nel caso di Borsa Italiana, che oltre ai laureati in Economia è alla ricerca anche di dottori in Ingegneria gestionale e Ingegneria matematica con indirizzo Finance e In-formatica: «Si sono delineate nuove professioni che richiedono un mix di capacità», spiegano dall’azienda. «Si ricercano, infatti, figure con competenze trasver-sali in ambito economico e IT per ricoprire ruoli, come il business & functional analyst, a servizio delle aree capital markets e post-trade. È inoltre richiesto un background matematico-finanziario per cariche legate all’ambito del risk management e dell’internal auditing».

Non solo. A essere centrale nell’attuale contesto so-cio-economico che mostra forti difficoltà di accesso al credito e ai finanziamenti, inoltre, è anche un altro profilo professionale: quello del chief financial officer. «Una volta detto direttore amministrazione finanza e controllo», spiega Romano Guelmani, past president di Andaf (Associazione nazionale dei direttori am-ministrativi e finanziari), «oggi questa figura è stra-tegica in quanto rappresenta il crocevia dell’azienda. Tutto passa da lui: dai fondi ai finanziamenti, dai paga-menti ai fornitori fino ai piani per il futuro. È un ruolo indispensabile e con forti responsabilità, il numero due dopo l’amministratore delegato o l’imprenditore». L’importante è una formazione mirata: «Bisogna sapere

Obiettivo carrierarISCHI, COntrOLLO E SOLUzIOnI:LE NUOVE FRONTIERE DELLA FINANzA

di Giulia Cimpanelli ed Elisa Di Battista*

Professioni

Un settore tradizionale che ha sempre offerto opportunità e continua a farlo. Ma svecchiandosi. Oggi la finanza è fatta di professioni legate al rischio e al controllo e richiede competenze trasversali: dall'economia all'It, fino all'area legale.

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Pianeta HR

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Flessibile e pronto a partire

IL CANDIDATO IDEALESECONDO I RECRUITERDai corsi di laurea che offrono maggiori sbocchi lavorativi, alle competenze su cui puntare per fare buona impressione sul recruiter. I consigli di tre esperti selezionatori per non farsi cogliere impreparati prima e durante il colloquio.

* di Giulia Cimpanelli ed Elisa Di Battista

Manuela Adamoli

Arianna Cattarin

Giovanna Rappini

responsabile Human resources Market Operations & Organization Development Whirlpool EMEA

Direttore Ufficio Orientamento, Stage e placement Università Cà Foscari - Venezia

Amministratore unico di Aquerò SrL, Selezione, formazione e consulenza per il personale

Non solo inglese, francese e spagnolo. Occorre puntare su russo, arabo e lingue orientali per riuscire a trovare sbocchi nel settore commerciale estero. Parola di un ateneo che guarda oltre confine.

Il mercato del lavoro? Oggi assorbe laureati in Economia, Marketing, Ingegneria gestionale. Ma al colloquio bisogna andarci con le idee molto chiare.

Con che inquadramento inserite i neolaureati? «Contratto temporaneo o permanente nella sesta categoria metalmeccanico. Le possibilità di crescita

poi sono praticamente "infinite": se un dipendente è valido viene da subito considerato all'interno del processo di talent pool».

Whirpool punta sull'internazionalizzazione: quali i progetti in essere? «Per i neolaureati c’è il Fast Track Management, volto a trovare i futuri manager aziendali: un percorso di

30 mesi di cui i primi sei in Italia nella rete commerciale e in produzione, e gli altri 24 in due Paesi esteri con due differenti assignment. Tra gli altri candidati i migliori talenti vengono assegnati a progetti nelle sedi europee».

Qual è lo stipendio medio di un giovane neoassunto?«La nostra filosofia di compensation è di pagare un salario base e un bonus in linea con il mercato, e

soprattutto con le prestazioni e i risultati ottenuti».

Quali sono i profili più ricercati in Whirpool? «Laureati in Economia, Informatica, Ingegneria, Comunicazione digitale, HR per aree Finance,

Marketing, Servizi informatici, Engineering, Electronics, Hr & Communication. Ma soprattutto cerchiamo candidati con predisposizione al teamwork, potenziale di leadership, orientati al risultato, aperti al cambiamento. E che siano capaci di illustrare il proprio contributo portato in attività precedenti».

Cv e lettere di presentazione: con che criterio scegliete quali considerare? «I profili sono selezionati in base alle skills richieste dal ruolo aperto. Prestiamo

attenzione alle esperienze precedenti svolte dal candidato: uno stage fatto durante

il percorso di studi è un valore aggiunto, così come un periodo all’estero».

Come si svolge l’attività dell’Ufficio Stage e Placement?«Ci occupiamo di preselezione, perché la “vera” selezione è demandata all’azienda. Preselezioniamo in base ai requisiti che la società ci richiede, lavorando

prima sul database, estrapolando i nominativi dei possibili candidati e poi esaminando il curriculum vitae per arrivare al colloquio in azienda. A volte siamo noi a proporre alle imprese gli studenti più meritevoli, oppure i profili interessati a lavori di ricerca e di tesi».

Quali vantaggi offre un Ufficio Placement rispetto a un’agenzia per il lavoro? «Rispetto alle agenzie puntiamo maggiormente sull’aspetto dell’orientamento della persona. Non facciamo solo matching tra aziende e laureati, ma seguiamo

percorsi di accompagnamento al lavoro, tra attività e seminari per imparare a stendere il curriculum vitae e sostenere colloqui».

Quali sono i profili più ricercati?«Abbiamo spesso buone offerte di lavoro nelle aree amministrazione, finanza e controllo, oltre che nel settore del commerciale estero, in cui sono naturalmente

fondamentali le competenze linguistiche. Molto richiesti sono non solo l'inglese e le lingue europee: anche russo, cinese e arabo, su cui la nostra formazione punta con corsi dedicati».

Che contatti avete con le aziende oltre confine? «Abbiamo molti rapporti con le imprese all’estero proprio perché l’offerta formativa in area linguistica è, nel nostro ateneo, molto sviluppata. Oltre all’Erasmus

Placement e al programma Leonardo, abbiamo sviluppato da un anno il progetto Desk In The World, dislocando un nostro desk nelle Camere di Commercio nel mondo per fare da “ponte” tra l’ateneo e le aziende all’estero».

Quali sono attualmente i profili più ricercati dalle aziende?

«In primis quelli che escono dai corsi di laurea in Economia e Commercio, che vengono inseriti in diversi settori aziendali, dall’amministrazione alle vendite, fino al controllo di gestione. E poi i laureati in Marketing, a pari merito con gli Ingegneri gestionali».

Quali sono i requisiti più quotati? «Dal lato “tecnico”, contano il punteggio

di laurea e il tempo impiegato per laurearsi. Un neolaureato in Economia 26enne è valutato diversamente da un 30enne. Idem se ha un punteggio di 80/110, oppure superiore al 100, cosa che è molto più gradita. Poche, invece, le aziende che assumono solo laureati con 110. Dall’altro lato, contano molto la motivazione a mettersi in gioco e a investire su di sé».

Altri aspetti che fanno la differenza?«Meglio distinguersi con un’esperienza Erasmus,

un master, magari un corso a Londra, oppure una personalità molto smart. E poi occorre avere le idee chiare su ciò che si vuol fare, cosa che spesso manca a chi esce dall’università».

Che peso hanno le soft skills? «Non sono tanto soft, anzi, pesano al 50%.

Contano molto le competenze relazionali, che per esempio raramente si incontrano in laureati in Ingegneria meccanica o elettronica. Poi dipende dalla posizione ambita: se si punta a un ruolo di coordinamento e interfaccia, le soft skills sono davvero fondamentali».

Qualche dritta per un buon colloquio?«Indispensabile rendersi gradevoli, dimostrare

di essersi informati sull’azienda, cosa che spesso i neolaureati dimenticano di fare. Di sicuro le università non spendono molto tempo per formare i ragazzi su questo aspetto».

Scopri di più

sulle so

ft skills

Esperienze internazionali, predisposizione al lavoro di gruppo, capacità di leadership e adattabilità: ecco cosa cerca una multinazionale nei candidati.

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In collaborazione con Per candidarti agli annunci www.walkonjob.it nella sezione annunci di lavoro

eni è un’impresa italiana multinazionale e multicul-turale, presente in 90 paesi con circa 79.000 persone. E' un’impresa integrata nell’energia, impegnata a crescere nell’attività di ricerca, produzione, trasformazione, trading e commercializzazione di petrolio e gas naturale, nella chimica e ingegneria e costruzioni. Nei settori in cui opera vanta competenze di eccellenza e forti posizioni di mercato a livello internazionale.Si ricercano neolaureati 2° livello in Economia o Sta-tistica che verranno inseriti in ambito retail e si occu-peranno di fornire supporto ai responsabili commer-ciali dei punti vendita su tematiche inerenti la gestione commerciale e amministrativa dei contratti e l’analisi dei costi di manutenzione dei punti vendita di rete ordi-naria ed autostradale. Sede di lavoro: sedi eni in Italia.

STAgE IN AREA COMMERCIALE

Pirelli fondata nel 1872 è il quinto operatore mondiale del settore pneumatici, presente con 24 siti produttivi in quattro continenti e attivo in oltre 160 paesi in tutto il mondo. Pirelli si distingue per una lunga tradizione industriale coniugata con capacità di innovazione tecno-logica, qualità del prodotto e forza del brand. Il/la candidato/a supporterà il team di controlling nelle attività di reporting istituzionale per l'invio alla Corpo-rate delle informazioni economico finanziarie dell’unità operativa e supporterà il controller dell’area logistica nelle attività operative di caricamento dei dati nel tool gestionale di riferimento e nella preparazione del re-porting mensile dell’area in oggetto. Richiesta laurea specialistica in Economia, buona conoscenza della lin-gua inglese e ottima conoscenza MSOffice (in partico-lare Excel e Power Point). Capacità analitiche ed orga-nizzative e predisposizione all'analisi quantitativa sono requisiti indispensabili; la passione per il mondo auto-motive sarà invece considerato requisito preferenziale.

STAgE CONTROLLER ASSISTANT

Mazars, organizzazione internazionale, indipendente ed integrata, è uno dei principali attori internazionali nel settore dell’audit e della consulenza aziendale. Of-fre soluzioni su misura ai propri clienti, siano essi mul-tinazionali, società quotate in Borsa, organizzazioni del settore pubblico o PMI nazionali. In Italia, Mazars si col-loca al 5° posto tra le società di revisione e conta 10 sedi sul territorio. Ricerca un Junior Assistant che dopo tre settimane di formazione in aula, svolgerà, in team con colleghi più esperti, attività di revisione contabile presso i nostri clienti. È richiesta laurea specialistica in scienze economiche, buona conoscenza della lingua inglese e /o francese sia scritta sia parlata, capacità or-ganizzative, forte motivazione al lavoro di gruppo, buona predisposizione alle relazioni interpersonali. Sono previste trasferte nell’ambito regionale dell’ufficio di riferimento pertanto è preferibile essere domiciliati nella città sede dell’ufficio o nelle vicinanze.Sedi di lavoro: Milano, Genova, Torino, Bologna, Brescia, Padova, Firenze, Roma, Napoli.

JUNIOR ASSISTANT

Prometeia è il principale gruppo italiano di consulenza e ricerca economica e finanziaria attivo sull’intero ter-ritorio nazionale e in diverse piazze internazionali. La nostra attività è rivolta a primarie istituzioni finanziarie, investitori istituzionali, imprese industriali e istituzioni pubbliche. I candidati saranno inseriti in team di pro-getto e supporteranno i project manager nello sviluppo dei task operativi in uno dei seguenti ambiti: asset & liability management, market & liquidity risk, risk port-folio management, retail risk management. Ricerchiamo giovani con la laurea specialistica (105/110) in Econo-mia, Finanza, Statistica, Ingegneria gestionale e buone conoscenze economiche e statistico-matematiche. Flessibilità e disponibilità a frequenti trasferte sul ter-ritorio italiano e una buona conoscenza della lingua inglese.Sede di lavoro: Bologna o Milano.

JUNIOR CONSULTANT FINANCIAL RISK MANAgEMENT

Vodafone is one of the most recognizable companies in the world. With over 407 million clients, and presence in 29 countries Vodafone offers a wide range of career opportunities in a massive industry, that’s still growing. The world of mobile communications is always changing. That’s why we need to keep fresh, sharp and ahead of the competition. And why we'll always encourage you to come up with new ideas, new ways of doing things. An entrepreneurial spirit. A passion for innovation. The determination to succeed. That’s what it takes to work at Vodafone. We're looking for ambitious candidates, pas-sionate about joining Vodafone and changing lives of people all around the world. You need to hold a Bachelor or Master's degree with an outstanding academic record, be fluent in English and have no more than one year's work experience to apply. At Vodafone you’ll experience rotations across the business. Learning from the finest minds in their field, using cutting-edge technology and experiencing ongoing opportunities to progress your careers.

STAgE FOR NEW gRADUATES

Lidl è una realtà multinazionale operante nell’ambito della grande distribuzione appartenente al Gruppo Schwarz, fondato nel 1973. Dopo l’apertura negli anni Settanta dei primi negozi sul territorio tedesco Lidl ha avviato la sua espansione all’estero ed è presente oggi in oltre 25 Paesi europei. Presente da 21 anni in Ita-lia, può contare su oltre 560 punti vendita con più di 9.400 collaboratori e rappresenta una delle realtà della distribuzione più moderne e strutturate del Paese. Lidl ricerca giovani talenti in grado di intraprendere una brillante carriera nella Grande Distribuzione. Lidl offre la possibilità di partecipare ad un progetto formativo sviluppato in 24 mesi, che si svolgerà in parte in Ita-lia e in parte in Germania in 3 dei 5 ambiti aziendali scelti fra: Vendite, IT, Amministrazione / Risorse Umane, Logistica/ Acquisti Strumentali / Immobiliare, Acquisti. Contratto a tempo determinato della durata di 24 mesi.Richiesta laurea specialistica in Economia, Ingegneria o Architettura.

OPPORTUNITÀ PER NEO LAUREATI

Annuncidi lavoro

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Una carriera fulminante, un sogno realizzato, un cambiamento di rotta, una sfida alla burocrazia per raggiungere un obiettivo: sono ragazzi che hanno dedicato anima e corpo alla propria professione dimostrando che con impegno, rinunce e coraggio si può.

La parola a chi ce l'ha fatta

PASSIONE E IDEE PER UN FUTURO VINCENTE

Valentina Grispo, 32 anniEditore (Catania)

L’editoria era il suo sogno e la moda il suo pallino. Un’imprenditrice del Sud ha creato un network di blog e una freepress in rosa, con eventi legati ai brand del fashion.

L’agricoltura è foriera di opportunità: a soli 20 anni ha avviato un’azienda di colture macrobiotiche. grazie a idee originali è possibile rinnovare la tradizione.

Avere una casa editrice a 32 anni? È possibile. Valentina Grispo, giornalista catanese, ha fondato insieme alla sorella Sonia la web agency e società editrice MissMedia. Un progetto ambizioso di cui fanno parte Spray Magazine, una free press al femminile distribuita a Catania in 15mila copie, quattro blog di successo e un nuovo modo di fare comunicazione. «L'idea è nata nell’autunno del 2007, col fine di creare una rivista ed essere editori di noi stesse. Per questo ci serviva una società tutta nostra». Trasformare un desiderio in un progetto concreto, però, non è stato facile perché, ci racconta Valentina, «per far nascere MissMedia, considerate tutte le spese, da quelle notarili al versamento del capitale, dall’affitto della sede al personale tecnico e informatico, ho fatto un investimento di 30mila euro. Ma la difficoltà maggiore è stata fare i conti con le lungaggini burocratiche: il sistema non offre alcun supporto a chi decide di lanciarsi in un nuovo progetto, per fortuna siamo aiutate da un bravo commercialista». Lavorare nel mondo della moda, della bellezza e del lifestyle in Sicilia non è facile ma Valentina è riuscita a portare le imprese sul territorio, con il progetto blogger party. «Io e Sonia pensavamo da tempo di creare un ponte tra aziende e blogger siciliane, e ci stiamo riuscendo. Siamo stati i primi, con Desigual, ad organizzare un evento loro dedicato» e poi ne sono seguiti altri, apprezzati per la professionalità e l'estrema cura nei dettagli. Progetti futuri? «Un abbonamento annuale per Spray Magazine», rivela Valentina, «così da poterlo sfogliare in tutte le città d’Italia e, dati i riscontri, continuare con i blogger party». (P.F.R.)

Un mutuo e un’azienda in proprio a 20 anni: è la storia di Maria Letizia Gardoni, 24 anni di Osimo, provincia di Ancona, che ha iniziato giovanissima ma che imprenditrice si immaginava fin dall’infanzia: «Già da bambina mi vedevo titolare di un’azienda agricola, per questo appena ho potuto ho deciso di tentare». Quello che stranisce in un’Italia che troppe volte pecca di immobilismo nello slancio all’imprenditoria è che Maria Letizia è imprenditrice di prima generazione: nessuno, nella sua famiglia, lavorava in questo campo. Non solo: dai 21 anni è delegata regionale dei giovani della Coldiretti e nel 2011 è stata la più giovane ad accedere all’esecutivo nazionale dell’associazione. Laureata in Scienze e Tecnologie Agrarie e appassionata di colture macrobiotiche, ha acceso un mutuo per comprare i terreni e ha dato il via a un’azienda che oggi serve tutti i punti macrobiotici delle province di Ancona e Macerata e presto si espanderà per soddisfare le richieste e aprire un punto vendita diretto. Nessuna difficoltà? «Certo. Oltre a quelle economiche, ho fatto l’errore di non trascorrere un periodo di stage in un’azienda già avviata prima di aprire la mia: il successo sarebbe stato più rapido e indolore». Oggi il suo fatturato cresce costantemente e, oltre a reinvestire parte degli introiti, riesce a guadagnare abbastanza per vivere. Dunque la crisi non tarpa le ali a tutti: «Ho scelto un settore di nicchia in cui la concorrenza è limitata», conclude, «ma la campagna offre molte possibilità: dall’agricoltura per il sociale, agli agri asili, al campo della cosmesi e così via. Tantissime attività che garantiscono un’ottima redditività». (G.C.)

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Storie di successo

Silvia Zanella, 35 anniGlobal Social Media&Online Marketing Director, Gruppo Adecco, (Milano)

Ha sempre avuto grinta da vendere e passione per il mondo del lavoro e il digitale. Ecco come a 35 anni è possibile ricoprire un ruolo di spicco in una grande agenzia di risorse umane.Idee chiare, voglia di aggiornarsi continuamente, capacità di cogliere le opportunità che si presentano e un po’ di faccia tosta che non guasta. Sono queste le carte vincenti che hanno permesso a Silvia Zanella, 35 anni, di percorrere una carriera di successo e impegno nelle risorse umane e nel digitale, ricoprendo da giugno 2013 il ruolo di Global Social Media and Online Marketing Director per il Gruppo Adecco. Laureata in Scienze della Comunicazione a Bologna e con un master in Comunicazione del Lavoro alla Cattolica di Milano, dopo 4 anni come Marketing and Communication Manager in Adecco Italia, sarà ora riferimento per le strategie di marketing legate al Web e ai social media. Non solo: guiderà un team di esperti e agirà in un contesto internazionale. «Il progetto è ambizioso e il lavoro è da imparare strada facendo, ma per questo stimolante», spiega la Zanella. Arrivare a ricoprire questo ruolo, però, non è stata una passeggiata: dopo la prima esperienza, nel 2003, a JobPilot, è approdata a Monster come responsabile comunicazione e marketing fino al 2008. «Poi ho avvertito il richiamo dei social media, così ho lasciato un contratto a tempo indeterminato per buttarmi in Xing, business social network nato in Germania.

Dopo pochi mesi, però, è naufragato e mi sono trovata a piedi, in un contesto di grande crisi generale come l'autunno 2009». Senza perdere le speranze, Silvia ha attivato la sua rete di contatti e lavorato sulla reputazione, approdando così in Adecco. «Oggi», spiega, «è un’opportunità enorme lavorare con colleghi stranieri, in inglese, calibrando le scelte strategiche in relazione ai contesti socio-economici di Paesi diversi e al fine di innovare la cultura aziendale. Un’occasione che a 35 anni non speravo di avere». E invece… (E.D.B.)

Maria Letizia Gardoni, 24 anniImprenditrice agricola, (Osimo, prov. di Ancona)

Andrea Duse e Cristina Pozzi, 38 e 32 anniFondatori di Wish Days (Verona)

Hanno creato da zero una società di 120 dipendenti, tutti giovani. Perché la preparazione e l’entusiasmo dei 20-30enni sono ingredienti saporiti per cucinare il successo aziendale.Andrea Duse e Cristina Pozzi avevano 31 e 25 anni quando hanno lasciato il loro lavoro in una grande società di consulenza, per avviare Wish Days (www.wishdays.it) in un mercato agli albori, quello della vendita di esperienze, Lui, classe 1975, doppia laurea European Business Program ed esperienze professionali all’estero e in Italia; lei, classe 1981 e una laurea in Economia alla Bocconi. I due, colleghi fin da giovanissimi, hanno avuto un’idea brillante, ma non praticabile senza una base economica solida. Niente soldi in tasca ma molte conoscenze hanno comunque permesso loro di trovare finanziatori pronti a investire 50mila euro nella creazione di Wish Days: «All’inizio è stata dura: continuavamo a lavorare nella società di consulenza, e di notte e nei weekend ci dedicavamo alla nuova avventura». Nel settembre 2006, la svolta: Andrea e Cristina hanno lasciano il lavoro per dedicarsi a tempo pieno alla nuova “creatura”. «Per i primi otto mesi non abbiamo guadagnato e per tornare a uno stipendio come quello di prima ho dovuto aspettare fino all’anno scorso», quando Wish Days, grazie al lancio dei cofanetti Emozione3 dal 2009, ha raggiunto un giro d’affari di 43 milioni di euro e gli attuali 120 dipendenti. Un impero costruito in poco più di sei anni, anche per merito di un ambiente decisamente giovane: «L’età media del nostro team è di 29 anni e su 120 persone 108 sono laureati e 88 sono donne». Molto, Wish Days lo deve anche al talento dei suoi dipendenti e al loro entusiasmo: «Siamo sempre in cerca di nuove risorse e tra le persone con contratti a termine o stagionali, circa la metà le rinnoviamo a tempo indeterminato». (G.C.)

Leggi le storie di Walk on Job

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A spasso nella Rete

Tutto sul lavoro

ONLINE StOrIE, NOTIzIEE OPPORTUNITÀ Occasioni di stage, tirocini oltre confine, contest che stimolano la creatività. E poi approfondimenti e novità sul mondo del lavoro e annunci per laureandi e laureati. Ecco alcune pillole di ciò che trovate su www.walkonjob.it.

di Redazione*

Domanda e offerta di lavoro si incontrano... sui portali

Diventare prof senza concorsone.Come si fa?

Cerchi un impiego? Arriva Workcoffee, il bar che ti aiuta a trovarlo

Un lavoretto durante gli studi fa comodo. Soprattutto se aiuta a coprire le spese e pagare qualche sfizio senza togliere troppo tempo all’università. Ma trovarlo spesso non è facile. Ecco una serie di portali che mettono in contatto domanda e offerta. Volete fare la baby sitter? Amate gli animali e vi piacerebbe portare a spasso i cani degli altri? Cercate su Tatabase.com. Siete bravi a imbiancare o montare mobili e volete racimolare un gruzzoletto aiutando chi non ha tempo di farlo? Su Gliaffidabili.it potete creare il vostro profilo per offrire servizi. Su Tabbid.com chi ha bisogno di un servizio pubblica l’offerta, indica il budget che è disposto a investire e viene messo in contatto con chi è interessato a fare una controfferta. Ma attenzione, le stesse piattaforme permettono anche ai professionisti di proporsi. Se siete neo avvocati, designer, architetti, programmatori, perché non usare anche questa via per autopromuovervi? Scopri di più direttamente sul sito.

Insegnare è un’arte, una missione. E chi desidera diventare professore dovrebbe

avere anche l’opportunità di riuscirci. Ma in Italia, si sa, il turnover è bloccato e il settore in crisi. Chi è realmente motivato, oltre che preparato, però, ce la fa. Perché per insegnare non serve necessariamente vincere il concorsone ma, con competenze, dedizione e un po’ di faccia tosta, si può riempire il curriculum lavorando per scuole private o parificate o accettando supplenze più o meno lunghe. Come? Ce lo raccontano due giovani prof. su www.walkonjob.it.

Trovare un lavoro a colazione, davanti a cappuccino e brioche? O perché non sorseggiando uno spritz in orario aperitivo? WorkCoffee è la prima catena nazionale di bar che consente a chi cerca lavoro di farlo seduto al bancone. Non solo un’agenzia,

insomma, ma un vero punto di incontro in cui entrare in contatto con esperti e recruiter che, gratuitamente e in modo informale, offrono aiuto, consigli e spunti. In più i bar mettono a disposizione pc e internet per spulciare in rete annunci e offerte attive. Negli spazi dedicati vengono anche organizzati corsi di lingua, workshop,

incontri per imparare a stendere il curriculum vitae. Finora WorkCoffee esiste a Bergamo e a Tolmezzo (Udine). Leggi il QR code per scoprire i prossimi punti di apertura.

Travel blog:come trasformarlo in fonte di guadagno

Guadagnare viaggiando? È il sogno di tutti ma pochi ce la fanno. Sono i blogger di viaggio, che spesso vengono addirittura pagati da chi li invita a partecipare ai “blog tour”, ovvero viaggi organizzati per promuovere determinate destinazioni… attraverso le loro voci, pardon, le loro tastiere. Certo, i blog di viaggio sono tantissimi e a riuscire concretamente a guadagnarci sono in pochi: solitamente hanno iniziato per passione e ora vivono di pubblicità e di collaborazioni legate al blog. Ma essere travel blogger non significa soltanto viaggiare: l’impegno è costante e servono diverse competenze, dalla fotografia a un minimo di programmazione fino al social media marketing. Vuoi saperne di più su chi ce l’ha fatta? Apri il QR code.

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Dublino è molto tranquilla ma allo stesso tempo viva e piena di ragazzi in centro. Qui vivono principalmente giovani, studenti e stranieri, mentre la periferia brulica di piccole villette in stile anglosassone in cui risiedono gli autoctoni, famiglie per lo più. Al di fuori di Dublino l’Irlanda è verde. Seria-mente: é verde, solo verde. Niente case, se non qua e lá. Quando si inizia a lavorare, però, una cosa che si nota subito é la burocrazia snella: niente scartof-fie, niente «Vada all’ufficio accanto». C’è tanta gente? Nessun problema: premi un bottone per prenotare il tuo turno, lasci il tuo numero di telefono e quando tocca a te un sms ti informa che è tempo di ritornare. Tu, nel frattempo, vai a farti un giro. In generale invece la vita costa molto ma gli stipendi sono proporzionati e, anche se non hai un lavoro, un sopraffino sussidio di disoc-cupazione da 150 euro a settimana ti permette di vivere, non solo soprav-vivere. E chi diceva che l’Irlanda stava fallendo e l’Italia non doveva fare la stessa fine, beh, va smentito: l’Irlanda non stava fallendo, ma le banche sí. Le persone, e le aziende non hanno sentito la crisi, anzi si stanno trasferendo qui le principali multinazionali che operano in Europa. Qualche esempio? Google, Amazon, Ebay, IBM, Oracle, Groupon, Facebook e Twitter. Tutte attratte dal basso costo del lavoro e dalla burocrazia semplice. E l’Irlanda ringrazia.

Venezia, Berlino, Parigi, poi di nuovo Venezia, per approdare finalmente a Mo-naco di Baviera. Dopo quasi 5 anni di pellegrinaggio, come un cane randagio (parole di mio papà) o una zingara (parole di mia mamma), ho deciso di an-corarmi nella capitale bavarese grazie a una borsa post laurea con stage di 3 mesi. Dopo un mese e mezzo è arrivata la proposta di lavoro: valutando tra le scarse possibilità che avrei avuto in Italia, ho deciso di fermarmi qui qualche anno.Monaco è stupenda, sicura, piena di negozi, musei, mostre, concerti e soprat-tutto spazi verdi: il Giardino Inglese è addirittura più vasto del Central Park di New York. La qualità di vita è alta e i tedeschi più gentili, simpatici e disponibili di quello che si pensi (sarà per i tantissimi litri di birra che sgorgano in questa città). Gli unici aspetti negativi sono clima e cibo. Benché sia considerata dai tedeschi una della città più calde della Germania, per chi arriva dal Belpaese Monaco è fredda, con un inverno aspro e piogge infinite. Ma ci si adatta: le ferie si possono sempre passare in Italia. La cucina tedesca, invece, è grassa e piena di salse. Ma per fortuna di ristoranti italiani ce n’è in ogni quartiere, così come negozi in cui comprare prodotti made in Italy… da cucinare a casa.

MarcoQUI DUBLINO

IrinaQUI MOnACO

11WoJLa striscia di Raffaele Riccioli, http://minaantiuomo.blogspot.it/

Leggi l'inter

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