16 LU N E D Ì 11 N OV E M B R E 2013 ECO DI BIELLA...

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16 ECO DI BIELLA LUNEDÌ 11 NOVEMBRE 2013 13,50 13,50 * bevande escluse Opinioni & Lettere L’AVVOCATO RISPONDE LE LETTERE LETTERE AL DIRETTORE Divorzi over 60: cosiddetti “divorzi grigi” L’EX ISOLA FELICE Lavoriamo uniti Forse ce la faremo! La notizia che la Regione Piemonte non investirà più risorse nella Sace, la società che gestisce l’aeropor to di Cerrione, decretandone de facto la fine, se da un lato rassicura le poco floride casse regionali dall’altro evidenzia, ancora di più, un aspetto estremamente negativo per il nostro territorio destinato a tornare in quell’isolamento totale e senza possibilità di contaminazioni, che una volta era anelato e che oggi invece sa di de profundis. La notizia, unita al definitivo fallimento dell’iter procedurale per l’autostrada e ai posti di lavoro che verranno a mancare di qui a poco (Coca Cola in primis) impongono una riflessione ma anche la proposta di un intervento. Una politica nazionale che non sa prevedere risorse e riforme, non solo elettorali ma anche economica, e una spesa pubblica e statale poco intaccata anche in questo periodo di crisi, sono elementi che concorrono a condannare la decadenza di quella che un tempo era un isola felice ed economicamente vantaggiosa. Certo, si potrà obiettare che forse lo scalo così com’era serviva a pochi, ma chiudendolo non sarà altro che l’ennesimo fallimento di un territorio. Se non si investe, se non si creano le occasioni, allora diventa veramente difficile intravedere un futuro. L’obiettivo del nostro territorio deve essere quello di fare fronte comune, di sfruttare tutte le opportunità e di ottimizzare le risorse strutturali per continuare ad essere legati con il resto dell’Italia; usiamo i soldi dell’autostrada per finire il collegamento fino a Ghemme, manteniamo e raddoppiamo i servizi con i treni, sfruttiamo le occasioni promozionali come il Giro d’Italia (a proposito un plauso a chi lo ha portato, è un’occasione unica e cerchiamo di utilizzarla nel modo giusto) e soprattutto cerchiamo di fare squadra tra tutti, non mi interessano le bandiere di partito (anche se io sono di centrosinistra) su un successo o un insuccesso locale io vorrei vedere il Biellese prosperare comunque e non abbandonato com’è adesso. l Giuseppe Rasolo CALCIO Allo stadio Pozzo la comica Junior La nuova società Junior Biellese continua a far ridere, o piangere a seconda dei punti di vista. I dirigenti non hanno alcun limite al pudore: oggi schierano come portiere di riserva il preparatore dei portieri alla bella età di 54 anni! Credo che al “Pozzo” oggi come oggi si possa solo andare per assistere alle comiche della premiata ditta...! l Vittorio Rey l Laura Gaetini segue dalla prima pagina Sette anni nei quali ho visto, come te Elena duplicarsi l’Inps, aumentare l’Iva, schiacciarci con tasse che mi toglievano il sonno la notte! E come te mi sono messa contro tutti perchè credevo in un sogno, perchè il mio negozio era la chiave di volta per esprimere la mia creatività, quella che altrimenti sarebbe rimasta inespressa! Anch’io come te ho sacrificato una parte della mia vita privata prendendo la decisione di rimanere aperta tutte le domeniche. Solo chi ha avuto un’attività e ha dovuto rinunciarvi riesce a comprendere fino in fondo cosa si prova... quel senso di fallimento che ti porti dentro nonostante tutti dicano... che non è colpa tua... che è il “momento” che non è favorevole. Ti senti sconfitto, ti senti come se avessi perso una parte di te, sono emozioni forti che a parole è difficile spiegare. Ma una cosa ho imparato dalle mie sconfitte, ogni singolo cliente che in quei sette anni è passato dalla “Dama Ysangarda” ha contribuito a formare la persona che sono oggi, perchè in un mondo dove tutti corrono, dove anche le casse dei supermercati stanno diventando automatiche per tagliare il personale, ci sono ancora cose che non si possono sostituire... il contatto con i clienti! Sono stati anni indimenticabili, perchè di una cosa sono convinta: nulla può sostituire l’emozione che si prova ad entrare in un negozio gestito da chi è “innamorato” del proprio lavoro, quindi una cosa mi sento di dirla, ora che non sono più “commerciante”... non lasciamo morire le piccole attività, sono ciò che ci rende speciali a dispetto di un mondo che diventa sempre più globalizzato! Non lasciamo morire Biella e l’Italia. Lo dico ora che vivo all'estero... perchè tutti qui vedono l’Italia come un Paese meraviglioso fatto di gente che ha un “gusto” innato che altri popoli non hanno... Non facciamoci schiacciare dalle multinazionali, torniamo ad essere quelli che eravamo! Non lasciamo che tutti “emigrino” alla ricerca di un lavoro... perché è vera la frase “per uccidere un uomo basta togliergli la dignità, quella di un lavoro!”. Io mi sono ritrovata a 35 anni, troppo vecchia! Così mi sono sentita rispondere ai 150 curriculum vitae inviati per un posto da commessa! Cosi ho fatto la valigia e come i nostri nonni 60 anni fa sono partita alla ricerca di una dignità che l’Italia mi ha negato! Ma sono ancora innamorata di Biella, delle mie radici e di un lavoro che spero un giorno di poter tornare a fare! Un’ultima cosa voglio dire a tutti i commercianti. Comunque vada sarà un successo! il mio, il nostro, il vostro personale! Perchè comunque vadano le cose, avrete avuto il coraggio di realizzare un sogno. Comunque vadano le cose, avrete lasciato una traccia indelebile di voi. l Francesca Chilà La Dama Ysangarda Francesca: «Ho sognato per 7 anni, poi ho gettato la spugna e adesso vivo e lavoro all’estero» Negli ultimi anni i cosiddetti “divorzi grigi” ovvero i divorzi tra persone che hanno superato i sessant’anni, sono no- tevolmente aumentati. I motivi di questo nuovo fenomeno so- no diversi; per prima cosa bisogna consi- derare che oggi si vive più a lungo e me- glio. Oggi a 60 anni si è ancora giovani, di conseguenza accontentarsi di un ma- trimonio finito e frustrante è più difficile: quando si hanno ancora 20/25 anni di possibilità di vita è normale cercare al- trove una realizzazione sentimentale. Altro aspetto che contribuisce all'au- mento dei divorzi grigi è il cambio di va- lori: autorealizzazione e individualismo hanno sostituito l'importanza della fami- glia e delle istituzioni, quindi se non ci si sente appagati si cerca altrove. Altre motivazioni che spingono a di- vorziare anche in età avanzata sono mol- teplici: la maggiore indipendenza fem- minile, la maggior longevità, i farmaci che contribuiscono a migliorare l'umore o la vita sessuale. La terza età non è più l’età della rasse- gnazione, ma l’età in cui spesso, rag- giunta la pensione e cresciuti i figli, si può dedicare un po’ di tempo a se stes- si. E proprio in questo periodo di ritrova- ta quiete molti scoprono che la persona con la quale vivono da molti anni si è ir- rimediabilmente allontanata. Una crisi di coppia, a qualunque età avvenga, è sempre di difficile gestione; la persona deve tornare a pensarsi ed a vi- vere come entità singola, deve gestire nuove abitudini e stile di vita. E se la crisi arriva in età matura la si- tuazione può diventare ancora più com- plicata perché, seppure in buona salute, possono iniziare i primi problemi di sa- lute che generano instabilità. Per questo è importante riflettere bene sulla propria scelta e optare per lo scio- glimento del matrimonio quando si è davvero convinti che non vi siano valide soluzioni alternative. l Scrivi all’avvocato: l [email protected] *** Quando ho deciso di aprire la discussione pubblicando lunedì scorso in prima pagina la lettera di Elena Marta non immaginavo che il caso avrebbe avuto la risonanza che ha. O meglio, ero quasi certo che il tradizionale silenzio biellese avrebbe circondato l’appello della giovane commerciante. Invece no e me ne rallegro. “Tengo duro, non mollo!” dice Elena Marta; “Ho tenuto duro sette anni, poi ho mollato e sono fuggita all’estero” scrive Francesca. Due facce della stessa medaglia, quella dell’Italia di oggi che non riesce a dare più un futuro ai suoi giovani. E Biella più che mai: qui - dicono le recenti statistiche - si registra un tasso di disoccupazione giovanile quasi meridionale (supera il 30%). Che dire? Che forse hanno ragione quei giovani che “rigettati” a 35 anni scelgono l’emigrazione. Prendo a prestito una frase scritta da Beppe Severgnini l’altro giorno, perché la penso proprio così: «Ogni 12 mesi scelgono di andare all’estero 60mila giovani italiani: non in fuga dalla miseria, come accadeva negli anni ’50, ma dalla gommosità di una società immobile». l Roberto Azzoni C O S S AT O Alberi tagliati senza senso Vorrei sottoporre una mia considerazione sul taglio di alberi presso una scuola di Cossato. Quando si dice “risolvere il problema alla radice”. Giovedì mattina 7 novembre, dopo aver avuto alcune avvisaglie sul fatto che volessero tagliare due piante malate alla scuola di Masseria frequentata da mia figlia e presso la cui classe sono rappresentante per i genitori, scopro una organizzata “macchina da guerra” per lavori di giardinaggio e pulizia boschiva all’interno del prato antistante al plesso scolastico. Già alle 8.30 del mattino erano stati fatti a pezzi un numero imprecisato di alberi. Ora, però, mi è sorto il dubbio atroce che tutto questo tagliare sia stato originato dal problema sollevato a maggio 2013, quando i rappresentanti del plesso materna chiesero quali adempimenti volesse prendere in considerazione l’assessore alla pubblica istruzione del comune di Cossato in merito al fogliame che ogni anno andava ad intasare le gronde dei tetti per lo scolo dell’acqua piovana e che creava infiltrazioni in alcuni punti del plesso. L’assessore stesso disse che il plesso aveva spesso necessità di manutenzioni anche perché si trovava nei pressi di un bosco. Forse togliere due piante se effettivamente malate ha senso, ma stranamente ho visto abbattute almeno altrettante piante senza preciso motivo. Eliminare esemplari di piante almeno ultra-trentennali che stanno intorno al plesso scolastico non è la soluzione nè per le foglie, nè per la manuntenzione. Non era forse meglio prima chiedere un parere alla direzione didattica e a cascata al plesso di Masseria che ha a disposizione un ampio prato ed un “piccolo polmone verde” che serve a rendere la scuola piacevole per i suoi alunni? Al prossimo inizio di anno scolastico si penserà magari di asfaltare il prato antistante per evitare che i bambini si sporchino le scarpine quando vorranno uscire per giocare? Qualcuno dirà che sollevo la questione perché sono un attivista politico di colore diverso da quello della giunta, ma quello che ho scritto è il pensiero di un padre che tiene caro l’ambiente per i propri figli. l Gian Luca Bordignon

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16 ECO DI BIELLALU N E D Ì 11 N OV E M B R E 2013

13 ,5013,50*€ bevande

escluse

Opinioni&

Le t t e r e

L’AVVOCATO RISPONDE

LE LETTERE

LETTERE AL DIRETTORE

Divorzi over 60:cosiddetti“divorzi grigi”

L’EX ISOLA FELICELavoriamo unitiForse ce la faremo!La notizia che la Regione Piemontenon investirà più risorse nella Sace,la società che gestisce l’aeropor todi Cerrione, decretandone de factola fine, se da un lato rassicura lepoco floride casse regionalidall’altro evidenzia, ancora di più,un aspetto estremamente negativoper il nostro territorio destinato atornare in quell’isolamento totale esenza possibilità di contaminazioni,che una volta era anelato e cheoggi invece sa di de profundis. Lanotizia, unita al definitivo fallimentodell’iter procedurale per l’autostradae ai posti di lavoro che verranno amancare di qui a poco (Coca Colain primis) impongono unariflessione ma anche la proposta diun intervento. Una politicanazionale che non sa prevedererisorse e riforme, non solo elettoralima anche economica, e una spesapubblica e statale poco intaccataanche in questo periodo di crisi,sono elementi che concorrono acondannare la decadenza di quellache un tempo era un isola felice edeconomicamente vantaggiosa.Certo, si potrà obiettare che forselo scalo così com’era serviva apochi, ma chiudendolo non saràaltro che l’ennesimo fallimento diun territorio. Se non si investe, senon si creano le occasioni, alloradiventa veramente difficileintravedere un futuro. L’obiettivo delnostro territorio deve essere quellodi fare fronte comune, di sfruttaretutte le opportunità e di ottimizzarele risorse strutturali per continuaread essere legati con il restodell’Italia; usiamo i soldidell’autostrada per finire ilcollegamento fino a Ghemme,manteniamo e raddoppiamo iservizi con i treni, sfruttiamo leoccasioni promozionali come ilGiro d’Italia (a proposito un plausoa chi lo ha portato, è un’occasioneunica e cerchiamo di utilizzarla nelmodo giusto) e soprattuttocerchiamo di fare squadra tra tutti,non mi interessano le bandiere dipartito (anche se io sono dicentrosinistra) su un successo oun insuccesso locale io vorreivedere il Biellese prosperarecomunque e non abbandonatocom’è adesso.

l Giuseppe Rasolo

CALCIOAllo stadio Pozzola comica JuniorLa nuova società Junior Biellesecontinua a far ridere, o piangere aseconda dei punti di vista. I dirigentinon hanno alcun limite al pudore:oggi schierano come portiere diriserva il preparatore dei portieri allabella età di 54 anni! Credo che al“Po z z o ” oggi come oggi si possasolo andare per assistere allecomiche della premiata ditta...!

l Vittorio Rey

l Laura Gaetini

segue dalla prima pagina

Sette anni nei quali ho visto,come te Elena duplicarsi l’Inps,aumentare l’Iva, schiacciarci contasse che mi toglievano il sonnola notte! E come te mi sonomessa contro tutti perchècredevo in un sogno, perchè ilmio negozio era la chiave di voltaper esprimere la mia creatività,quella che altrimenti sarebberimasta inespressa! Anch’io comete ho sacrificato una parte dellamia vita privata prendendo ladecisione di rimanere aperta tuttele domeniche.Solo chi ha avuto un’attività e hadovuto rinunciarvi riesce acomprendere fino in fondo cosasi prova... quel senso di fallimentoche ti porti dentro nonostante tuttidicano... che non è colpa tua...che è il “momento” che non èfavorevole. Ti senti sconfitto, tisenti come se avessi perso unaparte di te, sono emozioni fortiche a parole è difficile spiegare.Ma una cosa ho imparato dallemie sconfitte, ogni singolo clienteche in quei sette anni è passatodalla “Dama Ysangarda” hacontribuito a formare la personache sono oggi, perchè in unmondo dove tutti corrono, doveanche le casse dei supermercatistanno diventando automaticheper tagliare il personale, ci sonoancora cose che non si possonosostituire... il contatto con i clienti!Sono stati anni indimenticabili,perchè di una cosa sono

convinta: nulla può sostituirel’emozione che si prova adentrare in un negozio gestito dachi è “innamorato” del propriolavoro, quindi una cosa mi sentodi dirla, ora che non sono più“commerciante”... non lasciamomorire le piccole attività, sono ciòche ci rende speciali a dispetto diun mondo che diventa semprepiù globalizzato!Non lasciamo morire Biella el’Italia. Lo dico ora che vivoall'estero... perchè tutti qui vedonol’Italia come un Paesemeraviglioso fatto di gente che haun “gusto” innato che altri popolinon hanno... Non facciamocischiacciare dalle multinazionali,torniamo ad essere quelli cheeravamo!Non lasciamo che tutti “emigrino”alla ricerca di un lavoro... perchéè vera la frase “per uccidere unuomo basta togliergli la dignità,quella di un lavoro!”. Io mi sonoritrovata a 35 anni, troppovecchia! Così mi sono sentitarispondere ai 150 curriculum vitaeinviati per un posto dacommessa!Cosi ho fatto la valigia e come inostri nonni 60 anni fa sonopartita alla ricerca di una dignitàche l’Italia mi ha negato! Ma sono

ancora innamorata di Biella, dellemie radici e di un lavoro chespero un giorno di poter tornare afare!Un’ultima cosa voglio dire a tutti icommercianti. Comunque vadasarà un successo! il mio, ilnostro, il vostro personale! Perchècomunque vadano le cose, avreteavuto il coraggio di realizzare unsogno. Comunque vadano lecose, avrete lasciato una tracciaindelebile di voi.

l Francesca ChilàLa Dama Ysangarda

Francesca: «Ho sognato per 7 anni, poi ho gettatola spugna e adesso vivo e lavoro all’estero»

Negli ultimi anni i cosiddetti “d ivo r z ig rigi” ovvero i divorzi tra persone chehanno superato i sessant’anni, sono no-tevolmente aumentati.

I motivi di questo nuovo fenomeno so-no diversi; per prima cosa bisogna consi-derare che oggi si vive più a lungo e me-glio. Oggi a 60 anni si è ancora giovani,di conseguenza accontentarsi di un ma-trimonio finito e frustrante è più difficile:quando si hanno ancora 20/25 anni dipossibilità di vita è normale cercare al-trove una realizzazione sentimentale.

Altro aspetto che contribuisce all'au-mento dei divorzi grigi è il cambio di va-lori: autorealizzazione e individualismohanno sostituito l'importanza della fami-

glia e delle istituzioni, quindi se non ci sisente appagati si cerca altrove.

Altre motivazioni che spingono a di-vorziare anche in età avanzata sono mol-teplici: la maggiore indipendenza fem-minile, la maggior longevità, i farmaciche contribuiscono a migliorare l'umoreo la vita sessuale.

La terza età non è più l’età della rasse-gnazione, ma l’età in cui spesso, rag-giunta la pensione e cresciuti i figli, sipuò dedicare un po’ di tempo a se stes-si.

E proprio in questo periodo di ritrova-ta quiete molti scoprono che la personacon la quale vivono da molti anni si è ir-rimediabilmente allontanata.

Una crisi di coppia, a qualunque etàavvenga, è sempre di difficile gestione; lapersona deve tornare a pensarsi ed a vi-vere come entità singola, deve gestirenuove abitudini e stile di vita.

E se la crisi arriva in età matura la si-tuazione può diventare ancora più com-plicata perché, seppure in buona salute,possono iniziare i primi problemi di sa-lute che generano instabilità.

Per questo è importante riflettere benesulla propria scelta e optare per lo scio-glimento del matrimonio quando si èdavvero convinti che non vi siano validesoluzioni alternative.

l Scrivi all’avvocato:l [email protected]

* * *Quando ho deciso di aprire la

discussione pubblicando lunedìscorso in prima pagina la letteradi Elena Marta non immaginavoche il caso avrebbe avuto larisonanza che ha. O meglio, eroquasi certo che il tradizionalesilenzio biellese avrebbe circondatol’appello della giovanecommerciante. Invece no e me nerallegro. “Tengo duro, nonmollo!” dice Elena Marta; “Hotenuto duro sette anni, poi homollato e sono fuggita all’e s t e ro ”

scrive Francesca. Due facce dellastessa medaglia, quella dell’Italiadi oggi che non riesce a dare piùun futuro ai suoi giovani. EBiella più che mai: qui - dicono lerecenti statistiche - si registra untasso di disoccupazione giovanilequasi meridionale (supera il30%). Che dire? Che forse hannoragione quei giovani che“r i ge t t a t i ” a 35 anni scelgonol’emigrazione. Prendo a prestitouna frase scritta da BeppeSevergnini l’altro giorno, perchéla penso proprio così: «Ogni 12mesi scelgono di andare all’e s t e ro60mila giovani italiani: non infuga dalla miseria, comeaccadeva negli anni ’50, ma dallagommosità di una societàimmobile».

l Roberto Azzoni

C O S S AT OAlberi tagliatisenza sensoVorrei sottoporre una miaconsiderazione sul taglio di alberipresso una scuola di Cossato.Quando si dice “risolvere ilproblema alla radice”. Giovedìmattina 7 novembre, dopo averavuto alcune avvisaglie sul fattoche volessero tagliare due piantemalate alla scuola di Masseriafrequentata da mia figlia e pressola cui classe sono rappresentanteper i genitori, scopro unaorganizzata “macchina da guerra”per lavori di giardinaggio e puliziaboschiva all’interno del pratoantistante al plesso scolastico. Giàalle 8.30 del mattino erano statifatti a pezzi un numero imprecisatodi alberi. Ora, però, mi è sorto ildubbio atroce che tutto questotagliare sia stato originato dalproblema sollevato a maggio2013, quando i rappresentanti delplesso materna chiesero qualiadempimenti volesse prendere inconsiderazione l’assessore allapubblica istruzione del comune diCossato in merito al fogliame cheogni anno andava ad intasare legronde dei tetti per lo scolo

dell’acqua piovana e che creavainfiltrazioni in alcuni punti delplesso. L’assessore stesso disseche il plesso aveva spessonecessità di manutenzioni ancheperché si trovava nei pressi di unbosco. Forse togliere due piante seeffettivamente malate ha senso,ma stranamente ho visto abbattutealmeno altrettante piante senzapreciso motivo. Eliminareesemplari di piante almenoultra-trentennali che stanno intornoal plesso scolastico non è lasoluzione nè per le foglie, nè per lamanuntenzione. Non era forsemeglio prima chiedere un parerealla direzione didattica e a cascataal plesso di Masseria che ha adisposizione un ampio prato ed un“piccolo polmone verde” che servea rendere la scuola piacevole per isuoi alunni? Al prossimo inizio dianno scolastico si penserà magaridi asfaltare il prato antistante perevitare che i bambini si sporchinole scarpine quando vorranno uscireper giocare? Qualcuno dirà chesollevo la questione perché sonoun attivista politico di colorediverso da quello della giunta, maquello che ho scritto è il pensierodi un padre che tiene carol’ambiente per i propri figli.

l Gian Luca Bordignon