16 agosto 2015 - Don Ambrogio Villa...2015/08/16  · LA DONNA NEMICA DI SATANA di Don Gabriele...

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COMUNITÀ PASTORALE MADONNA DELL’AIUTO G O R G O N Z O L A 16 agosto 2015 NOTIZIARIO della COMUNITÀ MARIA CI INSEGNA COME VINCERE IL MALE In questa, che è tra le più antiche e più belle feste celebrate dal popolo cristia- no, siamo invitati sollevare lo sguardo alla Vergine Maria, che al termine della sua giornata terrena entra in cielo con il suo corpo glorificato. Noi oggi guardiamo una volta ancora all'Assunta per ammirare la sua bellezza e per riconoscere la sublimità della sua sorte eccezionale: tra tutte le creature che il Creatore volle raggiunte, salvate e rinnovate dalla redenzione di Cristo, in lei l'intenzione divina è riuscita con perfezione assoluta. Era perciò ben giusto che le sue membra verginali, da cui trasse umana ori- gine il Figlio eterno di Dio, non conoscessero la corruzione del sepolcro. Ed è ben giusto che, come lei stessa aveva profeticamente annunciato, tutte le genera- zioni - e dunque anche la nostra, in questa tranquilla serata d'agosto - la dicano e la proclamino beata (cf Lc 1,48). Noi guardiamo una volta ancora all'Assunta, per raccoglierne una lezione di vita: in lei troviamo la rispo- sta chiara, concreta ed esauriente ai problemi dell'uomo, oggi più che mai angosciato dall'apparente non-senso della sua inquieta esistenza, dal deludente svanire delle sue azioni, dei suoi progetti, delle sue speranze, dall'enig- ma e dall'incertezza dei suoi ultimi destini. La cultura oggi dominante propone di inseguire la liberazione dal male attraverso il progresso della tecnica, la diffusione del benessere, la moltiplicazione degli agi. E sono traguardi legittimi e perfino encomiabili, ma non sono risolutivi; tanto è vero che non è mai stata così diffusa l'insoddisfazione e mai è stata così pun- gente come ai nostri tempi la disperazione di molti. Qualcuno propone addirittura di vincere il male delle ingiustizie attraverso la prepotenza, la violenza fisica sulle per- sone e la distruzione delle cose. E in questo modo non fa che estendere l'area del risentimento e della miseria: non elimina nessuna ingiustizia e aumenta la sofferenza. Ma, ci dice l'esempio della Madre di Dio - che è stata la «più liberata» tra tutti i membri della famiglia umana - il male che va sconfitto è prima di tutto il male interiore: cioè l'errore e l'ignoranza nelle questioni che contano; l'insignificanza del vivere, dell'affaticarsi, del penare; e soprattutto il peccato. E il bene da cui ci si deve lasciar conquistare è : la conoscenza della verità e l'adesione dell'animo alla sapiente volontà del Padre; per usare un nome eterno e sempre giovane, il vero bene dell'uomo è la santità che fiorisce dalla fede. Agli occhi degli uomini una persona è «promossa» se cresce in potere, in sapere, in avere; agli occhi del Signore dell'universo la promozione umana consiste essenzialmente nella santità, cioè nella partecipazione alla vita divina mediante la fede, la speranza e l'amore. Chiamandola a diventare la madre del Re, Dio non dotò la Vergine Maria di possedimenti e di beni economici: la la- sciò nella sua povertà; non la collocò tra coloro che sono socialmente importanti, ma tra coloro che servono; non la innal- zò nella considerazione e nella pubblica stima, ma preferì che si conservasse umile e vivesse tra gli umili. Per renderla davvero «grande», volle che rimanesse una di quei «piccoli», ai quali sono rivelati i misteri del Regno, secondo quel detto di Gesù, che è la parola più rivoluzionaria che sia mai stata proferita: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della ter- ra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli». Assunta al cielo, questa nostra madre carissima non è andata lontana. Anche se invisibile, è sempre con noi con la sua comprensione, con il suo affetto, con il suo soccorso efficace, con la sua inesauribile capacità di rianimare e di consolare i suoi figli. Card GIACOMO BIFFI

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COMUNITÀ

PASTORALE

MADONNA DELL’AIUTO

G O R G O N Z O L A

16 agosto 2015

NOTIZIARIO della COMUNITÀ

MARIA CI INSEGNA COME VINCERE IL MALE

In questa, che è tra le più antiche e più belle feste celebrate dal popolo cristia-

no, siamo invitati sollevare lo sguardo alla Vergine Maria, che al termine della

sua giornata terrena entra in cielo con il suo corpo glorificato.

Noi oggi guardiamo una volta ancora all'Assunta per ammirare la sua bellezza

e per riconoscere la sublimità della sua sorte eccezionale: tra tutte le creature che

il Creatore volle raggiunte, salvate e rinnovate dalla redenzione di Cristo, in lei

l'intenzione divina è riuscita con perfezione assoluta.

Era perciò ben giusto che le sue membra verginali, da cui trasse umana ori-

gine il Figlio eterno di Dio, non conoscessero la corruzione del sepolcro. Ed è

ben giusto che, come lei stessa aveva profeticamente annunciato, tutte le genera-

zioni - e dunque anche la nostra, in questa tranquilla serata d'agosto - la dicano e

la proclamino beata (cf Lc 1,48).

Noi guardiamo una volta ancora all'Assunta, per

raccoglierne una lezione di vita: in lei troviamo la rispo-

sta chiara, concreta ed esauriente ai problemi dell'uomo,

oggi più che mai angosciato dall'apparente non-senso

della sua inquieta esistenza, dal deludente svanire delle

sue azioni, dei suoi progetti, delle sue speranze, dall'enig-

ma e dall'incertezza dei suoi ultimi destini.

La cultura oggi dominante propone di inseguire la liberazione dal male attraverso

il progresso della tecnica, la diffusione del benessere, la moltiplicazione degli agi. E sono traguardi legittimi e perfino

encomiabili, ma non sono risolutivi; tanto è vero che non è mai stata così diffusa l'insoddisfazione e mai è stata così pun-

gente come ai nostri tempi la disperazione di molti.

Qualcuno propone addirittura di vincere il male delle ingiustizie attraverso la prepotenza, la violenza fisica sulle per-

sone e la distruzione delle cose. E in questo modo non fa che estendere l'area del risentimento e della miseria: non elimina

nessuna ingiustizia e aumenta la sofferenza.

Ma, ci dice l'esempio della Madre di Dio - che è stata la «più liberata» tra tutti i membri della famiglia umana - il

male che va sconfitto è prima di tutto il male interiore: cioè

l'errore e l'ignoranza nelle questioni che contano; l'insignificanza del vivere, dell'affaticarsi, del penare;

e soprattutto il peccato.

E il bene da cui ci si deve lasciar conquistare è : la conoscenza della verità e l'adesione dell'animo alla sapiente

volontà del Padre; per usare un nome eterno e sempre giovane, il vero bene dell'uomo è la santità che fiorisce dalla fede.

Agli occhi degli uomini una persona è «promossa» se cresce in potere, in sapere, in avere;

agli occhi del Signore dell'universo la promozione umana consiste essenzialmente nella santità,

cioè nella partecipazione alla vita divina mediante la fede, la speranza e l'amore.

Chiamandola a diventare la madre del Re, Dio non dotò la Vergine Maria di possedimenti e di beni economici: la la-

sciò nella sua povertà; non la collocò tra coloro che sono socialmente importanti, ma tra coloro che servono; non la innal-

zò nella considerazione e nella pubblica stima, ma preferì che si conservasse umile e vivesse tra gli umili. Per renderla

davvero «grande», volle che rimanesse una di quei «piccoli», ai quali sono rivelati i misteri del Regno, secondo quel detto

di Gesù, che è la parola più rivoluzionaria che sia mai stata proferita: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della ter-

ra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli».

Assunta al cielo, questa nostra madre carissima non è andata lontana. Anche se invisibile, è sempre con noi con la

sua comprensione, con il suo affetto, con il suo soccorso efficace, con la sua inesauribile capacità di rianimare e di

consolare i suoi figli.

Card GIACOMO BIFFI

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PREGHIERA A MARIA SANTISSIMA PER LE ANIME SANTE DEL PURGATORIO.

O Vergine Immacolata, tenera Madre nostra nelle prove della vita terrena, rivolgi il tuo benevolo sguardo alle anime del Purgatorio, che ti furono sempre devote, e rivela ad esse i preziosi effetti della tua materna bontà. Ricordati, o Maria, della fiducia che riposero in te e del loro amore per te; ricordati della tua promessa di soccorrere in vita, in morte e nel Purgatorio i tuoi figli. Intercedi, o Maria, per i tuoi meriti e per i meriti di Gesù affinché sia mitigato il loro patire. Il Sangue preziosissimo di Gesù purifichi le anime del Purgatorio e le renda degne dell'eterno abbraccio di Dio.

RICORDATI, O PIISSIMA VERGINE MARIA Ricordati, o piissima vergine Maria, che non si è mai udito che qualcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto, chiesto la tua protezione e sia stato abbandonato.

Animato da tale fiducia, a te ricorro, o Madre, o Vergine delle vergini, a te vengo e, peccatore pentito, mi prostro davanti a te.

O Madre di Gesù, non disprezzare le mie preghiere, ma benevolmente ascoltami ed esaudiscimi. Amen.

PREGHIERA A MARIA O Maria, Vergine potente, Tu, grande ed illustre presidio della Chiesa; Tu, aiuto meraviglioso dei Cristiani; Tu, terribile come esercito schierato a battaglia; Tu, che da sola hai distrutto ogni eresia in tutto il mondo; Tu nelle nostre angustie, nelle nostre lotte, nelle nostre strettezze difendici dal nemico.

E nell'ora della morte accogli l'anima nostra in Paradiso! Amen

(S. Giovanni Bosco)

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LA DONNA NEMICA DI SATANA di Don Gabriele Amorth

Con questo titolo, La Donna nemica di Satana, ho scritto per molti mesi una

rubrica sul mensile Eco di Medjugorje.

Lo spunto mi veniva offerto dai continui richiami che in quei messaggi rie-

cheggiavano con tanta insistenza. Ad esempio: «Satana è forte, è molto attivo, è sempre in agguato; agisce quando cala la preghiera, ci si mette nelle sue

mani senza riflettere, ci ostacola sulla via della santità; vuole distruggere i

piani di Dio, vuole mandare a monte i progetti di Maria, vuole prendere il pri-mo posto nella vita, vuole togliere la gioia; lo si vince con le preghiere e col

digiuno, con la vigilanza, con il Rosario;ovunque va la Madonna, con lei c'è Gesù e subito accorre anche Satana; è necessario non lasciarsi ingannare...».

Maria contro Satana. Perché Maria è così potente contro il demonio? Per-

ché il maligno trema di fronte alla Vergine? Dirò qualcosa di immediato, che

rispecchia l'esperienza di tutti gli esorcisti.

Incomincio proprio con l'apologia che il demonio stesso è stato costretto a

fare della Madonna. Costretto da Dio, ha parlato meglio di qualsiasi predicato-

re. Nel 1823, ad Ariano Irpino (Avellino), due celebri predicatori domenicani,

p. Cassiti e p. Pignataro, furono invitati a esorcizzare un ragazzo.

Allora si discuteva ancora tra i teologi sulla verità della Immacolata Concezio-

ne, che fu poi proclamata dogma di fede trentuno anni dopo, nel 1854.

Ebbene, i due frati imposero al demonio di dimostrare che Maria era Immaco-

lata; e per di più gli ingiunsero di farlo mediante un sonetto: una poesia di quattordici versi endecasillabi, a rima obbliga-

ta. Si noti che l'indemoniato era un fanciullo di dodici anni e analfabeta. Subito Satana pronunciò questi versi:

Vera Madre son io di un Dio che è Figlio e son figlia di Lui, benché sua Madre.

Ab aeterno nacqu'Egli ed è mio Figlio, nel tempo io nacqui, eppur gli sono Madre

- Egli è il mio Creator ed è mio Figlio;

son io sua creatura e Gli son Madre. Fu prodigio divin l'essere mio Figlio un Dio eterno, e me d'aver per Madre

L'essere quasi è comun fra Madre e Figlio perché l'esser dal Figlio ebbe la Madre e l'esser dalla Madre ebbe anche il Figlio.

Or, se l'esser dal Figlio ebbe la Madre, o s'ha da dir che fu macchiato il Figlio, o senza macchia s'ha

da dir la Madre.

Pio IX si commosse quando, dopo aver proclamato il dogma dell'Immacolata Concezione, lesse questo sonetto, che

gli fu presentato in quella occasione.

Anni addietro un mio amico bresciano, d. Faustino Negrini, che esercitava il ministero d'esorcista presso il piccolo

santuario della Stella, mi raccontava come costrinse il demonio a fargli l'apologia della Madonna. Gli chiese: «Perché

hai tanto terrore quando nomino la Vergine Maria?».

Si sentì rispondere, per mezzo dell'indemoniata: «Perché è la creatura più umile di tutte e io sono il più superbo; è la più obbediente e io sono il più ribelle (a Dio); è la più pura e io sono il più sozzo».

Ricordandomi questo episodio, nel 1991, mentre esorcizzavo un indemoniato, ho ripetuto al demonio le parole dette

in onore di Maria e gli ho ingiunto (senza avere la più pallida idea di quello che mi sarebbe stato risposto): «La Vergine Immacolata è stata elogiata per tre virtù. Tu ora mi devi dire quale è la quarta virtù, per cui tu ne hai tanta paura». Su-

bito mi sono sentito rispondere: «È la sola creatura che mi può vincere interamente, perché non è mai stata sfiorata dal-

la più piccola ombra di peccato».

Se in questo modo parla il demonio di Maria, che cosa mai dovrebbero dire gli esorcisti?

Mi limito all'esperienza che tutti abbiamo: si tocca con mano come Maria sia davvero la Mediatrice di grazie, perché

è sempre lei ad ottenere dal Figlio la liberazione dal demonio. Quando si incomincia ad esorcizzare un indemoniato, uno

di quelli che il diavolo ce lo ha dentro proprio davvero, ci si sente insultare, prendere in giro: «lo qui ci sto bene; io da qui non uscirò mai; tu contro di me non puoi fare niente; sei troppo debole, perdi il tuo tempo...».

Ma poco per volta entra in campo Maria e allora la musica cambia: «E lei che lo vuole,contro di lei non posso fare

niente; dille che la smetta di intercedere per questa persona; ama troppo questa creatura; così per me è finita...».

Mi è capitato anche varie volte di sentirmi rinfacciare subito l'intervento della Madonna, fin dal primo esorcismo:

«Stavo così bene qui, ma è lei che ti ha mandato; lo so perché sei venuto, perché è lei che lo ha voluto; se non fosse in-tervenuta lei, non ti avrei mai incontrato.. .».

S. Bernardo, cantore straordnario di Maria, sintentizzò in maniera eccelsa la su afede in Lei: «Maria è tutta la ragio-

ne della mia speranza».

È questa l'esperienza che tutti gli esorcisti toccano con mano, ogni volta.

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ORARI SEGRETERIE PARROCCHIALI SAN CARLO: ore 9.00 - 11.00 TEL: 029511415

PROTASO E GERVASO: 9.30 - 11.00 e 15.00 - 18.00 (escluso sabato pom. ) TEL 029513273 Questo NOTIZIARIO è leggibile anche sul sito parrocchiale: www.chiesadigorgonzola.it:

ORARI SS. MESSE : feriali - 9.00 - 18.30 (Venerdì ore 20.45): Protaso e Gervaso ---- 8.30 (San Carlo)

FESTIVE: - 9.30 - 11.30 - 18.30 (San Carlo) -- 8.00 - 10.00 - 11.30 - 18.00 (Protaso e Gervaso)

PREFESTIVE: 18.30 (Protaso e Gervaso) ---- 20.00 (San Carlo)

CONFESSIONI: San Carlo: sabato ore 14.30 - 18.00 -

Prepositurale: Sabato pomeriggio: 15.00 –18.00 + Messe feriali del mattino

La FESTA di SAN ROCCO quest’anno cade di Domenica; e, dal momento che la Domenica è la “memoria settimanale della Pasqua di Gesù” - le altre feste vengono posticipate; così abbiamo fatto - lo ricorderete - per i Santi Gioachino ed Anna, e la Festa dei Nonni.

Ci diamo dunque appuntamento alla CAPPELLA DI SAN ROCCO in Via Mattei a San Carlo, alle ore 20.00 di Lunedì 17 AGOSTO

per la Celebrazione della S. Messa, seguita, come è tradizione, e come è giusto per una FESTA, da squisiti dolci preparati da chi ben sappiamo….senza farle ulteriore pubblicità.

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Come evidenzia Papa Francesco nella Evangelii Gaudium «La Chiesa non pretende di arrestare il mirabile progresso delle scienze. Al contrario, si rallegra e perfino gode riconoscendo l’enorme potenziale che Dio ha dato alla mente u-mana. Quando il progresso delle scienze, mantenendosi con rigore accademico nel campo del loro specifico oggetto, rende evidente una determinata conclusione che la ragione non può negare, la fede non la contraddice. […] Però, in alcune occasioni, alcuni scienziati vanno oltre l’oggetto formale della loro disciplina e si sbilanciano con affermazioni o conclusioni che eccedono il campo propriamente scientifico. In tal caso, non è la ragione ciò che si propone, ma una determinata ideologia, che chiude la strada ad un dialogo autentico, pacifico e fruttuoso» (n. 243). «I santi... sono i veri riformatori... Solo dai santi, solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo del mondo. Nel secolo appena passato abbiamo vissuto le rivoluzioni, il cui programma comune era di non attendere più l'intervento di Dio, ma di prendere totalmente nelle proprie mani il destino del mondo. E abbiamo visto che, con ciò, sempre un punto di vista umano e parziale veniva preso come misura assoluta d'orientamento. L'assolutizzazione di ciò che non è assoluto ma relativo si chiama totalitarismo. Non libera l'uomo, ma gli toglie la sua dignità e lo schiavizza. Non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero. La rivoluzione vera consiste unicamente nel volger-si senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l'amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l'amore?». Benedetto XVI

403 Sulle orme di san Paolo la Chiesa ha sempre insegnato che l'immensa miseria che opprime gli uomini e

la loro inclinazione al male e alla morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo

e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati e che è "morte

dell'anima" [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1512]. Per questa certezza di fede, la Chiesa amministra il

Battesimo per la remissione dei peccati anche ai bambini che non hanno commesso peccati personali [Cf ibid.,

1514].

404 In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Tutto il genere uma-

no è in Adamo "sicut unum corpus unius hominis - come un unico corpo di un unico uomo" [San Tommaso d'A-

quino, Quaestiones disputatae de malo, 4, 1]. Per questa "unità del genere umano" tutti gli uomini sono coinvolti

nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. Tuttavia, la trasmissione del pecca-

to originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno. Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo

aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutta la natura umana: cedendo al ten-

tatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi

trasmettono in una condizione decaduta [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1511-1512]. Si tratta di un pec-

cato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata

della santità e della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato "peccato" in modo analogico: è

un peccato "contratto" e non "commesso", uno stato e non un atto.

[ Catechismo della CHIESA CATTOLICA]