150 anni di Unità d’Italia - Associazione Nazionale Alpini ......150 anni di Unità d’Italia La...

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Anno XXXI LUGLIO 2011 Reg. Trib. di Treviso n. 468/81 del 09/02/1981 POSTE ITALIANE SPA - Sp. Ab. PT DCB TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 c.2 - TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE 150 anni di Unità d’Italia La più bella bandiera stampata sull’azzurro cielo d’Italia dalla pattuglia acrobatica “Frecce Tricolori” PERIODICO DELLA SEZIONE ALPINI DI VALDOBBIADENE

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011L’Alpin del Piave N. 1 - Luglio 2011 1Anno XXXILUGLIO 2011

Reg. Trib. di Treviso n. 468/81 del 09/02/1981 POSTE ITALIANE SPA - Sp. Ab. PT DCB TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 c.2 - TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE

150 anni di Unità d’Italia

La più bella bandierastampata sull’azzurro cielo d’Italia

dalla pattuglia acrobatica“Frecce Tricolori”

28

AUGURI

A

TUTTI

150

PASQUE

ITALIANE

1861 - 2011

L’Alpin del Piave N. 1 - Luglio 2011 PERIODICO DELLA SEZIONE ALPINI DI VALDOBBIADENE

ALP_2011_1_A3 15-07-2011, 19:201

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L’Alpin del Piave2 N. 1 - Luglio 2011

PENSIERI E PAROLE DEL PRESIDENTECari Alpini ed Amici, domenica 30 gennaio u.s.

si è tenuta l’annuale Assemblea Sezionale che,quest’anno, prevedeva anche il rinnovo delle ca-riche sociali, al termine della quale mi avete no-minato vostro nuovo Presidente. Paolo Vanzin,dopo nove anni, ha deciso, come ha detto lui “diporre lo zaino a terra”, di prendersi un un po’ direspiro e di dedicare qualche ora in più a se stes-so ed alla famiglia. Anche attraverso il nostro gior-nale, a nome di tutta la Sezione, rinnovo a Lui e aiConsiglieri uscenti il più sincero ringraziamento perquanto hanno fatto.

Finora io non avevo mai operato all’interno dellavita associativa della nostra Sezione e in questi primi quattro mesi di presi-denza mi sono reso conto che l’eredità ricevuta da lui e dai suoi predecessoriè molto impegnativa. Dopo aver concluso spontaneamente una esperienzaamministrativa durata trent’anni non avevo preventivato di prendermi altriimpegni a breve termine. Quando, successivamente ad alcuni mesi di “ripo-so” mi è stato chiesto da parte di alcuni Consiglieri uscenti e Capigruppo ladisponibilità a candidarmi per la presidenza della Sezione, vista la volontà difermarsi di Paolo Vanzin, non ho accettato subito perchè ho sempre avutomolteplici interessi anche fuori dall’ambito politico e sociale. Dopo un perio-do di riflessione personale e familiare ho deciso di accettare mettendo a di-sposizione dell’associazione le esperienze maturate in altri ambiti, auguran-domi che esse possano essere di aiuto a tutti noi. In questo breve periodo hoappurato quanto complessa e variegata sia la vita della Sezione e dei Gruppi;la sospensione della leva obbligatoria rende ancora più difficile la nostra atti-vità in quanto il numero delle nuove leve volontarie è molto limitato e la ruotainstancabile ed inesorabile del tempo fa sì che gli “effettivi” invecchino e “va-dano avanti”.

E’ anche per questo che a livello nazionale si è aperto un dibattito sulnostro futuro associativo che il Presidente Corrado Perona si sta sforzando ditracciare prima di terminare il suo mandato, confrontandosi con tutte le se-zioni.

In una società sempre più complessa, che corre sempre più veloce, dovesiamo sempre più dei numeri e non degli esseri umani, noi possiamo avere unruolo ancora più importante che in passato perché, nonostante l’esplosionedella tecnologia, l’essere umano rimane sempre lo stesso, con i suoi pregi e isuoi difetti, le sue virtù e le sue debolezze, una psiche che, fortunatamente,non è diventata anch’essa un freddo strumento e continua a vivere di rapportie confronti con il prossimo.

Importante continuerà a essere il nostro ruolo nel ricordare il passato nona fini nostalgici o retorici ma per capire da dove veniamo, per trarre da essogli insegnamenti positivi e a non ripeterne gli errori; dovremo sempre di piùsforzarci di creare iniziative che vadano a interessare e coinvolgere tutta lapopolazione e servano a diffondere la cultura alpina: disponibilità, onestà,lealtà, coerenza.

Se vogliamo essere credibili, dovremo però essere noi stessi coerenti, ri-cordarci sempre di essere cittadini-alpini che hanno sulle spalle una nobileeredità che non può essere tradita.

La nostra società non si risolleverà se non ci sarà una forte ripresa delsenso civico e morale; dovremo tutti capire e far capire che siamo come unalveare: diversi sono i ruoli e i compiti che ognuno di noi svolge ma per il buonfunzionamento c’è la necessità dell’apporto di tutti.

Per contribuire al miglioramento del futuro nostro e di chi verrà dopo di noichiedo pertanto la collaborazione ed il sostegno di tutti Voi: nessuno puòpermettersi il lusso di rimare indifferente.

A tutti un caloroso Saluto Alpino.Marino Fuson

A PROPOSITO DIBANDIERE

Nel corso di una vita, se ne vedonodi tutti i colori. Non mi riferisco, però, aguerre, lutti, tragedie, cataclismi dellanatura, carestìe, voli interplanetari, con-quiste della Luna, chiacchiericci di la-vandaie, stupri, borseggi, rapimenti, se-questri e quanto altro fornito in ... so-vrabbondanza dal gossip quotidiano.

Mi limito soltanto ai sacri colori dellabandiera italiana, nostra bandiera nellabuona e cattiva sorte da quel lontano17 marzo 1861: verde, bianco e ros-so; e al modo errato (solo da alcuni, perfortuna) di esporla, portarla, esibirla, far-ne addobbi, tappezzare pareti, ornaresuperfici e quanto altro la fantasia sug-gerisce di realizzare. Coccarde compre-se.

Non sarà tempo sprecato sintetizza-re forma, dimensioni e disposizione deicolori. Il vessillo tricolore, da quadratoche era prima del 1861, con la costitu-

Nell’ assemblea del 30 gennaio, oltre all’elezione del nuovo Presidente, si è svoltaanche l’ elezione del nuovo ConsiglioSezionale. Questa è la composizione delnuovo consiglio:

Vicepresidenti:VALENTINO BARONBRUNO BORTOLOTTIFRANCESCO MIOTTOFLAVIO ANDREOLA

Consiglieri:LINO BELLOPAOLO MENINPAOLO GUERRAENRICO MOROGIULIANO ADAMILORENZO GUIZZOMARCO SPEANZONFRANCO MIOTTO

Revisori dei Conti:ENRICO BARATTOLUIGI DAMINRENATO CANELLO

A tutti un caloroso augurio di buon lavoro!

NUOVA COMPOSIZIONEDEL CONSIGLIO SEZIONALE

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 3zione del “Regno d’Italia” diventa ret-tangolare (rapporto 2:3), bande verticaliparallele all’asta, di uguale “campitu-ra”, partendo dal verde e, in succes-sione, il bianco con al centro lo Stem-ma e Corona dei Savoia, ed il rosso.

Durerà così fino al 25 Ottobre 1947(D.C.P.S. n° 1157), data in cui viene de-cretata la rimozione delle insegne Sa-baude.

L’ Art. 12 della “CARTA COSTITU-ZIONALE” 27 Dicembre 1947 ne sta-bilisce, tra l’altro, tipologia, formato etonalità (*) dei colori, così come, oggi,si possono ammirare.

E veniamo al dunque: cioè al mal dipancia e crampi allo stomaco che ti col-gono alla vista di tricolori malamenteesposti, o esibiti, per ignoranza o pigri-zia, con risultati poco edificanti d’im-magine. Se la bandiera è completa diasta e la facciata munita di portaban-diera, l’esposizione è un gioco da ra-gazzi, salvo, ovviamente, riuscire a ...centrare il buco in tempi ragionevoli edeffetuare qualche legaccio di sicurezzaperché il vento non te la porti via.

Ma con i tricolori senz’asta, fissatiin qualche modo alle pareti, o spesso,ai parapetti dei ballatoi delle case, comela mettiamo? Il verde deve sempre ap-parire sulla sinistra, ma non visto da chili espone, bensì da chi guarda! Cioè ilpassante.

Discorso diverso per bandiere apenzoloni da finestre e corrimano di rin-ghiere su terrazzi, solarium, e simili. Ipo-tizzando lo spigolo dei davanzali, o deicorrimano, come asta della bandiera,và da sé che il verde deve osservarsi inalto con, a seguire, il bianco e il rosso.La faccenda, però, cambia se trattasidi bandieroni a “bande” longitudinali;nel qual caso bisogna fare in modo cheil verde si trovi, come già detto, a sini-stra di chi guarda: dalla via o dalla piaz-za.

Tutto questo, naturalmente, validoper bandiere “fisse”, non in movimen-to, tranne il naturale gioioso sventolìo.Non trasportate, trainate o sorrettequindi. Ma, al giorno d’oggi, occorreanche tenere conto della modernità eoriginalità di certi “supporti” quali, adesempio, parapendio, deltaplani e altriaeromobili predisposti al traino. In par-ticolare:a) Se bandierone a bande tradizionali,

il verde va sempre attaccato all’ap-parato di traino, con tutto il restosvolazzante dietro.

b) Se bandierone a nastro con bandelongitudinali, il verde sempre in alto. Alberico Oregna

La dovuta attenzione va ancheposta per addobbo e traino di bandie-re su automezzi e motomezzi quali: cor-riere, camion, furgoni, motocarri, cam-per, caravans, trabiccoli ecc. Per tuttoquanto è stato sopra detto, avuto ri-guardo ad ogni spigolo e struttura ver-ticali, od orizzontali, assimilabili ad“aste” fittizie, va da sé che il verde deitricolori deve sempre essere addossa-to ad esse.

Parliamo ora di bandiere in movi-mento su percorsi pedonali, raduni, sfi-late, parate. Che è la cosa che ci inte-ressa da vicino.

Non sarà ripetitivo precisare che iltricolore deve essere osservato “giusto”da chi osserva, cioè: Autorità e ospitidelle tribune, telecamere e operatori diripresa, fotografi, cronisti ecc., nonché,ovviamente, il folto pubblico assiepatoai lati del corteo in marcia e i gruppifestanti di persone affacciate alle fine-stre e ai balconi delle abitazioni lungo ilpercorso. In particolare:a) Bandiere, stendardi, gonfaloni, ves-

silli, gagliardetti e simili, tutti rego-larmente muniti di propria asta di so-stegno debitamente infilata nella ta-sca rinforzata del “porta-asta” in-dossato dall’alfiere di turno prepo-sto.

b) Bandieroni sorretti a mano da grup-pi: se a “bande usuali”, il verde sem-pre davanti. Nel senso di marcia. Sea “bande longitudinali” (striscioni),con il verde rivolto alla tribuna delleAutorità.Le quali Autorità, esse stesse indos-

sando sciarpe e fascie in vita, sono te-nute a rispettare semplici, induttive nor-me. E cioè:a) Sciarpa tricolore a tracolla, dalla

spalla destra al fianco sinistro, conil verde a ridosso, appunto, del col-lo.

b) Fascia al giro vita, con il verde so-pra.

Un riverente pensiero va ancherivolto all’addobbo di “bare” duranteveglie funebri, funzioni religiose e fune-rali: la bandiera che avvolge il feretrova sempre posta col verde dal lato del-la testa.

Discorso diverso invece, perquanto riguarda le “coccarde”. Indiffe-rente, infatti, se con il verde al centro e,a seguire, bianco e rosso, oppure l’esat-to contrario: verde all’esterno, bianco,e rosso all’interno.

Repubblica Sociale Italiana(1944)

Repubblica Italiana(Dal 1945)

Tricolore conferito ai patrioti lombardida Napoleone Bonaparte il 6/11/1796a Milano.

Repubblica Cispadana(Reggio Emilia, 7/01/1797)

Repubblica Cisalpina(1797)

Repubblica Italiana(1802 - 1805)

Regno Italico(1805 - 1814)

Governo provvisorio lombardo(1848)

Esercito Sardo(dal 23/03/1848 al 1860)

Regno d’Italia(1861 - 1945)

EvoluzionedelTricolore

Logo ufficiale del 150º Anniversariodell’Unità d’Italia

Le tonalità del Tricolore (*)Scala Cromatica PantoneV=(17-6153) B=(11-0601) R=(18-1662)CMYK (per stampa tipografica)V=(86-18-100-4) B=(0-0-0-0) R=(13-97-85-3)RGB (monitor video)V=(0-146-70) B=(225-255-255) R=(203-43-55)

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L’Alpin del Piave4 N. 1 - Luglio 2011

GLI ALPINI DEL 7º TORNANO A CASA

Venerdì 18 marzo, in piazza Martiri a Belluno, il 7° ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città

Dopo aver compiuto laloro missione in terra afga-na, gli alpini del 7° reggimen-to di stanza a Belluno lascia-no il campo ai paracadutistidel 186° reggimento di Sie-na.

Grande accoglienza, me-ritatissima tra l’altro, venerdì18 marzo u.s. in piazza Mar-tiri a Belluno dove il 7° ha ri-cevuto la cittadinanza ono-raria della città quale suggel-lo di unione, amicizia, rico-noscenza dei cittadini neiconfronti degli alpini che dasempre hanno popolatoquesta splendida città.

Ad accoglierli anche nu-merosi alpini ed il LabaroNazionale dell’Associazionea testimonianza che alpini incongedo e alpini in armi sonodue facce della stessa me-daglia che racchiude, con-serva e diffonde gli ideali dicui le penne nere ne vannoorgogliose e chiamano “Alpi-nità”. Nell’anfiteatro di que-sta piazza, i reparti schieratirendono, pur nella semplici-tà, maestosa questa cerimo-nia.

Nel prendere la parola ilcol. Paolo Sfarra, coman-dante il 7°, afferma di essereorgoglioso dei suoi ragazzi,dei suoi compagni per l’altaprofessionalità dimostratasia nella preparazione allamissione, sia in missione.Una professionalità non di-sgiunta da tanta umanità chegli alpini hanno dimostrato eche il popolo afgano ha ap-prezzato.

L’opera meritoria del 7°alpini si è concretizzata conun impegno finanziario diduecentomila euro e con ilcontributo delle sezioni

A.N.A di Belluno, Cadore,Feltre, Valdobbiadene e Vi-cenza.

Nelle aree del GULISTANe di BAKWA sono state ripri-stinate scuole e piazze, co-struito pozzi per l’approvvi-gionamento idrico oltre al-l’assistenza medica ambula-toriale per oltre tremila inter-venti.

Il comandante Sfarra nonpoteva non sottolineare l’al-to prezzo umano pagato dal7° alpini in questa missione.Il ricordo di Gianmarco, Mar-co, Sebastiano, Francesco,Matteo,è stato accolto da unreligioso silenzio seguito daun lunghissimo applausocome a prolungare nel tem-po l’abbraccio a questi gio-vani soldati e loro famigliari.Ho visto in questo frangenteun ufficiale schierato versa-re copiose lacrime. Non esi-stono differenze di gradi difronte alla morte e non a

caso il collo nello Sfarra li hadefiniti “i miei compagni”.

Qui mi torna in mente unpasso della lettera che l’al-pino Matteo Miotto scrissepoco prima di morire:“..Mi ricordo quando miononno mi parlava della guer-ra, “brutta cosa bocia, beatoti che no te la vedarè mai”.Ed eccomi qui valle del Guli-stan, Afganistan centrale, intesta quello strano coprica-po con la penna che per noialpini è sacro. Se potessiascoltarmi ti direi visto, non-no, che ti te si sbaia.”

Il comandante le truppealpine, Gen. C. A. AlbertoPrimicery, ringrazia le auto-rità presenti, le varie Asso-ciazioni d’arma con partico-lare riguardo l’AssociazioneNazionale Alpini sempre afianco degli alpini in armi. Ungrazie tutto speciale spettaai suoi alpini per l’alta pro-fessionalità e per lo spirito

con cui hanno affrontato eoperato in missione, tanto daricevere rispetto e ammira-zione dalle altre forze ope-ranti in campo.

Per il governo è interve-nuto il sotto segretario alladifesa On. Giuseppe Cossi-ga che, in un ambiente cosìalpino, personalmente mi èsembrato un po’ un pescefuori acqua.

Il Sindaco della città diBelluno ha consegnato nellemani del comandante protempore il 7° Rgt. Alpini Col.Sfarra, l’attestato di cittadi-nanza conferito al reggimen-to accompagnandolo conparole di alta stima verso glialpini in generale sempreprotagonisti nel territorio edin particolare quelli del 7° dasempre integrati e stimatidalla popolazione locale e daoggi a pieno titolo cittadini diquesta meravigliosa città.

Onorio Miotto

RISPDIRE QUALITAMIGIORE

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 5

Un giovane alpino, un Bocia, è andato avantiMATTEO MIOTTO

Alpino alpiere Caporal maggiore Matteo Miotto, da Thie-ne, 28 anni, Caduto in missione in Afghanistan.

Voglio ringraziare a nome mio, ma soprat-tutto a nome di tutti noi militari in missione,chi ci vuole ascoltare e non ci degna del suopensiero solo in tristi occasioni come quandoil tricolore avvolge quattro alpini morti facen-do il loro dovere.

Corrono giorni in cui identità e valori sem-brano superati, soffocati da una realtà che cinega il tempo per pensare a cosa siamo, dadove veniamo, a cosa apparteniamo...

Questi popoli di terre sventurate, dove spa-droneggia la corruzione, dove a comandarenon sono solo i governanti ma anche ancora i capi clan, questi popolihanno saputo conservare le loro radici dopo che i migliori eserciti, le piùgrosse armate hanno marciato sulle loro case: invano. L’essenza delpopolo afghano è viva, le loro tradizioni si ripetono immutate, possiamoritenerle sbagliate, arcaiche, ma da migliaia di anni sono rimaste immu-tate. Gente che nasce, vive e muore per amore delle proprie radici, dellapropria terra e di essa si nutre. Allora riesci a capire che questo stranopopolo dalle usanze a volte anche stravaganti ha qualcosa da insegnareanche a noi.

Come ogni giorno partiamo per una pattuglia. Avvicinandoci ai nostrimezzi Lince, prima di uscire, sguardi bassi, qualche gesto di rito scara-mantico, segni della croce... Nel mezzo blindo, all’interno, non una pa-rola. Solo la radio che ci aggiorna su possibili insurgents avvistati, supossibili zone per imboscate, nient’altro nell’aria... Consapevoli che ilsuolo afghano è cosparso di ordigni artigianali pronti ad esplodere alpassaggio delle sei tonnellate del nostro Lince.

Siamo il primo mezzo della colonna, ogni metro potrebbe essere l’ul-timo, ma non ci pensi. La testa è troppo impegnata a scorgere nel terre-no qualcosa di anomalo, finalmente siamo alle porte del villaggio...

Veniamo accolti dai bambini che da dieci diventano venti, trenta, sia-mo circondati, si portano una mano alla bocca ormai sappiamo cosavogliono: hanno fame...

Li guardi: sono scalzi, con addosso qualche straccio che a occhio hagià vestito più di qualche fratello o sorella... Dei loro padri e delle loromadri neanche l’ombra, il villaggio, il nostro villaggio, è un via vai di bam-bini che hanno tutta l’aria di non essere lì per giocare...

Non sono lì a caso, hanno quattro, cinque anni, i più grandi massimodieci e con loro un mucchio di sterpaglie. Poi guardi bene, sotto le ster-paglie c’è un asinello, stracarico, porta con sé il raccolto, stanno lavo-rando... e i fratelli maggiori , si intenda non più che quattordicenni, conun gregge che lascia sbigottiti anche i nostri alpini sardi, gente che dicapre e pecore ne sa qualcosa...

31 dicembre 2010.Una giornata di fine anno come tante in

cui molte persone, specie giovani, si prepa-rano a salutare un vecchio anno che se neva e aspettano speranzose quello nuovo,certe in cuor loro che certamente sarà mi-gliore dell’altro.

Anch’io sono in casa e dalla televisioneaccesa esce una notizia speciale: “ ..un sol-dato italiano operante in Afganistan nella valledel Gulistan è stato colpito a morte”.

Il sangue mi si raggela, un brutto presen-timento mi passa per la testa ed un pensierofisso si fa strada nel mio cervello. Il collega-mento Afganistan – Gulistan mi porta in au-tomatico agli alpini del 7° che là operano,non posso resistere, telefono immediatamen-te ad Arrigo, presidente della sezione A.N.A.Belluno, di casa alla caserma Salsa sede del7° Reggimento alpini.

Prima ancora di formulare la domanda ar-riva laconica la risposta: “Si è uno dei no-stri!”. Non si sa ancora chi sia ma quasi su-bito mi telefona mio figlio e mi dice: “Hannoucciso Matteo”.

Una fatalità: Matteo Miotto è mio figlio eMatteo Miotto da Tiene è l’alpino alpiere giàcompagno di plotone e di stanza a Bellunoquando anche mio figlio ha prestato serviziovolontario VFP1. Il tam tam tra ex commili-toni è stato più veloce delle notizie ufficiali.

Successivamente parlando con mio figliosono riuscito a cogliere altre informazioni sul-la personalità speciale dell’alpino Matteo cheha sacrificato la sua giovane vita sull’altaredella Pace.

La testimonianza più vera di rispetto e so-lidarietà alla famiglia si è avvertita il giornodel funerale a Tiene dove senza nessun av-viso, senza nessun obbligo ma spontanea-mente, migliaia di alpini hanno voluto rende-re omaggio speciale ad una persona specia-le.

Al di là delle successive polemiche per-venute dal più alto prelato della diocesi diPadova a cui peraltro il nostro presidente na-zionale Corrado Perona ha risposto in modogarbato ma deciso, Matteo Miotto, alpino al-piere da Thiene, deve essere preso ad esem-pio da tutti, ed in particolare dai suoi coeta-nei.

E’ andato avanti un alpino ma dal Paradi-so di Cantore c’è una stella che brilla di più econ la sua luce trasmette amicizia, solidarie-tà, servizio verso i più deboli per contribuirea formare un mondo migliore.

Onorio Miotto

Per meglio sottolineare ecomprendere chi era vera-mente il Caporal MaggioreMATTEO MIOTTO ritengogiusto pubblicare la sua let-tera. Dalle sue parole si puòcapire che anche ai nostrigiorni ci sono ancora giovanidella meglio gioventù. Ognicommento è superfluo.

(continua a pagina seguente)

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L’Alpin del Piave6 N. 1 - Luglio 2011(Segue da pag. 5)

PresidenteMARINO FUSON

Direttore responsabileGIAMPAOLO SASSOComitato di Redazione

Guido Bollotto - EnricoMello - Onorio Miotto -

Gianluca MolinAlberico Oregna

POSTE ITALIANE SPA - Sp. Ab. PT DCB TV • D.L. 353/03 cv L.46/04 art.1 c.2/TASSA PAGATA / TAXE PERÇUE - Tiratura 2.400 copie - Chiuso il 13/07/2011

Periodico della Sezione Alpini Valdobbiadene

RegistrazioneTribunale di Treviso

n. 468/81 del 9/02/1981

Fotolito e composizione:Editronic Cornuda

tel. 0423.839655 [email protected]:

Grafiche Segusino StampaSegusino (TV) Tel.0423.979361

Stessa compagnia, stessa camerata, stesso plotone, stesso nome e cognomestessa voglia di essere alpini, amore per la montagna, le tradizioni, la natura, la compagnia, la nostra Italia, la vita …

Dietro le finestre dellecapanne di fango e fieno unadulto ci guarda, dalla bar-ba gli daresti sessanta set-tanta anni poi scopri che neha massimo trenta... Delledonne neanche l’ombra,quelle poche che tardano arientrare al nostro arrivo alvillaggio indossano il burqaintegrale: ci saranno qua-ranta gradi all’ombra...

Quel poco che abbiamocon noi lo lasciamo qui.Ognuno prima di uscire peruna pattuglia sa che deveriempire bene le proprie ta-sche e il mezzo con acquae viveri: non serviranno cer-to a noi... Che dicano poiche noi alpini siamo cam-biati...

Mi ricordo quando miononno mi parlava dellaguerra: “brutta cosa bocia,beato ti che non te la ve-darè mai...” Ed eccomi qua,valle del Gulistan, Afghani-stan centrale, in testa quel-lo strano copricapo con lapenna che per noi alpini èsacro.

Se potessi ascoltarmi, tidirei “visto, nonno, che tete si sbaià...”.

Cap. Mag.

Matteo Miotto7° Reggimento Alpini

Valle del Gulistan,novembre 2010

È il 31 dicembre 2010,sono appena rientrato nell’al-bergo in cui soggiorno a Romaper qualche giorno, a cavallodell’ultimo giorno dell’anno,sono sdraiato sul letto per ri-posarmi dopo una giornatapassata a visitare monumen-ti, palazzi e quant’altro insie-me ad amici, ci stiamo lenta-mente preparando per poiuscire ad attendere il nuovoanno.

Il cellulare suona, rispon-do, e la notizia è una di quelleche non avrei mai voluto sen-tire, esclamo subito “Ma staischerzando? È uno scherzo?”ma dall’altra parte del telefo-no mi dicono che non stannoscherzando, ringrazio di aver-mi avvisato e chiudo la con-versazione.

No non è possibile, anco-ra non ho realizzato, non cicredo, chiedo subito ai mieiamici di accendere la televisio-ne, giro in modo ossessivotutti i canali ma non riesco adavere conferma, allora chiamoClaudio, mi risponde pronta-mente, ci capiamo al volo, saperché lo chiamo e gli chiedosolamente “È vero quello cheè successo?”, “Si” mi rispon-de “disgraziatamente l’hannopreso”. Lo saluto, lui questavolta non è partito, è rimastoa Belluno gli dico soltanto“Grazie”. Altre parole sarebbe-ro superflue perché questanotizia è piombata come unabomba su di noi e ci ha colpititutti. Chiamo Andrea, ma non

è raggiungibile, poi mi mandaun sms, anche lui ha capitoperché lo ho cercato.

Per qualche minuto riman-go sul letto e ancora non rie-sco a realizzare quanto è suc-cesso, poi pian piano mi con-vinco che è tutto vero, già,purtroppo è maledettamentevera quella notizia.

Ecco Matteo, questo è ilmodo in cui ho saputo che iltuo sangue ha bagnato la pol-vere della valle del Gulistan,l’ultimo tuo respiro in quellaterra e purtroppo l’ultimo tuorespiro in questa vita terrena.

Ti ricordi quella volta quan-do sei arrivato in caserma aBelluno? Io ero arrivato dapoco più di un mese dopoaver fatto l’addestramento aChieti, te invece eri arrivatodirettamente al reparto perchèil tuo blocco era in ritardo conle partenze, in camerata sisente un grido provenire dallafureria chiamare “Miotto!”,accorro, mi trovo di fianco adun ragazzo alto come me, dal-l’aspetto semplice e come sidice da noi “un bonaccione”,“comandi!” rispondo, “co-mandi!” sento rispondere an-che da lui.

Allora il furiere dice “Miot-to Matteo”, “comandi” dicoma contemporaneamentesento rispondere lo stesso daquel ragazzo.

Così ci siamo conosciutiper la prima volta Matteo, cosìper caso o forse per destino,Miotto Matteo tu e MiottoMatteo io, ci siamo ritrovatinella stessa compagnia, nellastessa camerata e nello stes-so plotone, ci dividevano unanno di età e qualche decinadi chilometri di distanza tra inostri luoghi d’origine ci acco-munava il fatto di aver sceltovolontariamente, fuori da ogniobbligo di voler essere alpini,l’amore per la montagna, perle tradizioni, per la natura e lacompagnia, per la nostra Ita-lia, l’amore per la vita in ognisua sfumatura.

Col passare dei giorni ab-biamo cominciato a scambiar-ci qualche opinione, a cono-scerci; mi sono subito accor-

to che anche te portavi den-tro dei valori profondi di attac-camento alla bandiera, alla pa-tria, orgoglioso di essere ita-liano e così ho preso coscien-za che per fortuna non tutta lanostra generazione è allosbando, ma c’è ancora qual-che albero che cresce dritto,prosperoso in un terreno con-cimato con grandi valori e col-tivato con grande passione eamore.

Ogni giorno ci mettevisempre più passione in ognitua azione, anche la più bana-le, e sempre eri pronto ad aiu-tare chiunque ne avesse biso-gno, che fosse un commilito-ne o una persona bisognosaqualsiasi.

Sai, quando ho appreso latragica notizia, mi sono pas-sati per la mente i flash di tuttii momenti passati insieme, inogni flash c’era la tua facciasempre con il sorriso stampa-to sulla bocca e il tuo modo difare sempre “alla buona” mamolto efficace e preciso, per-ché tu eri così, sempre prontoa dar una mano, sempre pre-sente con il cuore e con lamente in qualsiasi cosa ti ve-nisse chiesto di fare o che tudecidessi di fare.

Ho sempre pensato chefino a quando ci sono dei ra-gazzi come te, beh c’è sem-pre una speranza per il futuro,che valori come Bandiera,Patria, Aiuto al prossimo,Amore e Senso Civico nonpotranno mai andare perdutie resisteranno a qualsiasi so-pruso, a qualsiasi tentativo dibanalizzazione del loro signi-ficato e del loro valore.

A chi non ti conosceva hodetto di ricordarti così “unALPINO VERO, uno di quelliche il cappello lo porta primanel cuore e poi sulla testa, unuomo che amava pensare aglialtri prima di pensare a se stes-so”.

Come sai, molti pensanoche comunque in quella valleafghana molti nostri coetaneici vanno solo per un tornacon-to economico, siamo in unpaese democratico e ogni cit-tadino è libero di avere le pro-

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 7

I BAMBINI DI HUSHE

Mi piace iniziare la lettura dell’Alpino aprendolo completamente sul-la copertina e l’ultima pagina. Individui subito l’argomento dal titolo adestra e lo spirito alpino dalla foto di sinistra, sempre una montagna atema. Novembre riportava il Bernina a sinistra e “Una mano al futurodell’Afganistan” in copertina. Quel bambino in ciabatte e vestito del suo“shalwar” mi ha toccato e ricordato, più con il cuore che con la mente, lasensibilità “alpina” e per questo ho pensato di raccontare di un’espe-rienza che ho avuto la fortuna di vivere.

Mi sono aggregato l’estate scorsa ad una spedizione alpinistica chetentava la cima del K2. Per me solo l’obiettivo di raggiungerne il campobase. Partenza il 7 di giugno: volo Milano, Dha (Qatar), Islamabad (Paki-stan).

Qui, a distanza di 12 ore di volo, il mondo è un altro. I pochi alberghi“occidentali” sono dotati di chek point all’entrata, guardia armata, metaldetector per entrare nella hall. Sulle strade della capitale (città di recentecostruzione) dritte ed ampie, continui posti di blocco con sacchi di sab-bia e militari, poi un andirivieni confuso di vecchie auto, per lo più core-ane e giapponesi, furgoncini carichi all’inverosimile di persone, motoriniHonda con 2, 3 persone a bordo, vigili o comunque funzionari del trafficoagli incroci senza semaforo che fischiano in continuazione, senza darespecifiche direttive.

Ottenuti i permessi per la scalata, e pagato il dovuto, si parte sotto laguida di Alì, un giovane organizzatore di trekking e ascensioni agli otto-mila del Karakorum. Lui, pakistano, orfano da piccolo, laureato, ha vis-suto anche in Cina, Giappone, è stato negli USA e parla 4 lingue, oltreall’urdu, lingua nazionale e al baltì, lingua del nord sua regione natale.Sotto le ruote del pulmino Suzuki, la Karakorum Highway (KHH), l’auto-strada, finisce subito, non per la velocità ma proprio perché non c’è più,inizia con tanto di casello e poi si dissolve tra lavori in corso, baracche,tende, gente che si sposta, animali che girovagano, villaggi che si mate-rializzano dopo una curva e scompaiono alla successiva.

prie opinioni rispettando peròanche chi non la pensa comelui, purtroppo dimostra la pro-pria ignoranza nella sua com-pletezza più piena del terminequando vuol far prevalere lapropria idea su quella altrui,quando offende la dignità el’operato di chi come te ecome ogni singolo cittadinocrede in quello che fa ci mettel’anima, dando anche la pro-pria vita.

La cosa che più mi offen-de è sentire che molte volte adire queste cose sono perso-ne che si mostrano come por-tatori di ideali di Amore, Pa-tria e Aiuto al prossimo, a vol-te anche alpini, iscritti all’ANAma evidentemente iscritti nonperché spinti dalla condivisio-ne di valori ma per il semplicefatto di far parte di un gruppodi persone e nulla più, spessopresenti nell’associazione solonei momenti in cui prevale illato goliardico e festoso, o for-se che semplicemente hannosoltanto subìto la loro najaanziché averla vissuta, ma chemolto spesso dimenticanoche se possono liberamenteesprimere i loro pensieri, pub-blicamente, è anche grazie aragazzi come te. Per fortunapoi mi rendo conto che que-ste persone non possono ca-pire certe cose perché spintedalla loro incapacità di discu-tere, di ascoltare ed argomen-tare forse per paura di cam-biare idea, credendo di dimo-strare così il loro orgoglio, mal’orgoglio, come ben sai èun’altra cosa caro Matteo.

Orgoglio è quello che haisempre avuto tu, nel crederein tutto quello che facevi, ne-gli ideali per i quali ti sei sem-pre battuto portandoli semprein alto, non avendo paura diesternarli e di spiegarli agli al-tri.

Il rispetto per gli altri, l’umil-tà di saper ascoltare e impa-rare di sapersi mettere da par-te quando è necessario, l’umil-tà d’animo, l’amore nell’aiuta-re gli altri e la consapevolezzadi essere solo di passaggio inquesta vita sono stati gli ingre-dienti del tuo orgoglio, quelloche ti ha reso un grande uomoe un grande alpino.

Avresti voluto raccontare a

tutti come vive la gente che in-contravi durante i pattuglia-menti, mostrare a tutti il sorri-so di quei bambini, far cono-scere l’aiuto che insieme aglialtri nostri amici e assieme atanti ragazzi italiani stavi dan-do a quel popolo e ciò di cuihanno bisogno, sapevi ancheche avresti potuto non raccon-tarlo di persona ma cercavi dinon pensarci perché ci credevidavvero in quello che facevi.

Quando vado per la mon-tagna e incontro una croce oun cippo mi coglie una stranasensazione, entro in un’altradimensione, e non riesco anon pensare a chi su quellemontagne si è battuto per unideale, per dare una vita mi-gliore e dignitosa a noi, a chisi è battuto per una bandiera,per la nostra bandiera, la ban-diera di ogni italiano. Proprioin questi momenti mi sento piùvicino a loro, sembra quasi disentirli aleggiare nell’aria quasivogliano dirmi “vai tranquillo,non temere, affronta tutti gliostacoli della vita a testa altae con determinazione che noiveglieremo ancora su tuttivoi”, già, perché come tu saiMatteo, la montagna ha que-sto grande potere.

Un potere in grado di met-tere a tu per tu l’essere uma-no, è un grande e silenziosospecchio dell’anima che per-mette di fermarsi e voltarsi aguardare il cammino della pro-pria vita fatto fino a quel mo-mento.

Matteo ora tu sei lassù, epotrai godere di tutta la pacedel mondo, quella che anchetu con la tua vita e nel tuo “pic-colo” hai cercato di portarecon dedizione e amore, da las-sù vedi tutte le vette del mon-do, un paradiso nel paradiso,e con il cappello nel cuore tele gusterai in ogni piccolo par-ticolare. Ogni volta che andan-do per la montagna mi ferme-rò a riposare, a riflettere e adammirare la bellezza del crea-to ascolterò il sibilo del ventoe saprò che in quel sibilo cisarai anche tu, e mi lasceròavvolgere pensandolo comeun tuo abbraccio sincero, unapacca sulla spalla, un CIAOVECIO.

Matteo Miotto

Claudio Andreola con i bambini di Hushe

Per arrivare a Skardu, 570 Kmdalla capitale, ci vogliono due gior-ni su una “autostrada” che spessoè a una carreggiata, con l’Indo a300 metri di strapiombo sotto leruote, e con coloratissimi strava-ganti camion decorati con vivacis-simi colori che trasportano di tut-to. Ogni tanto “lavori in corso”:degli uomini male attrezzati cherompono e rimuovono enormimassi caduti sulla strada, se trop-po grossi o li rompono o li aggiri,se c’è posto… l’asfalto ormai è un

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L’Alpin del Piave8 N. 1 - Luglio 2011

ricordo…Per guidare in Pakistan ci sono due sole regole, ci diceva il nostro

capo spedizione: la prima regola suonare, suonare sempre, la secondaregola è che non ci sono regole. Lungo questa valle ripida e interminabi-le, tortuosa e arida, con il turbinio violento di acqua sporca dell’Indo,appaiono ogni tanto delle piccole modeste costruzioni di sassi, delle ca-pre, dei bambini, dei “negozi”, degli uomini accovacciati, non vedi unadonna. Qui il confine Afgano è solo a 50 km, di là ci sono anche i nostrialpini. Di notte i militari precedono il nostro furgone fino al successivoposto di controllo.

Il giorno dopo giungiamo all’incrocio delle tre catene più alte dellaterra: Himalaya, Karakorum e Hindukus. Lasciamo la KHH (autostrada??),vecchia via della seta che qui prosegue per la Cina, e seguendo l’Indonella stretta arida valle sbuchiamo al tardo pomeriggio in quella invecelarga, piana ma non lus-sureggiante, valle di Skar-du. Il Baltistan, regione dicui Skardu è il capoluogo,è nell’area del Kashmir,territorio da decenni in di-sputa tra India e Pakistan.Se si osserva infatti Goo-gle Maps, qui i confinisono a linea tratteggiata,non continua, credo a causa dell’instabilità degli stessi e della contesaspesso armata in corso. Qui i tratti somatici delle persone cambiano,poche barbe, ricompaiono le donne, sempre con coloratissimi vestiti epashmime: si vedono nei campi, al pascolo con le capre e rare mucche,qualcuna anche alla guida di qualche auto, altre accompagnano bambi-ni,... mai le vedi al mercato, se ci sono solo accompagnate. La tensionedella città è svanita, qui prevale pace e ospitalità. Dopo breve pausa perapprovvigionamenti tecnici, di viveri e fase di acclimatamento sull’alto-piano del Deosai a quota4000 mt, si parte per lavalle dell’Hushe. La jepparranca lungo la valle sustrada stretta e polverosa,scorre lentamente il pano-rama di un modo di vivereche non mi è familiare.

Acqua rapita ai torren-ti che scendono dai ghiacciai, sapientemente e in modo primordiale in-canalata su più terrazzamenti sassosi a far crescere orzo, frumento, pa-tate, cipolle, albicocche e ciliegie. Donne con gerle di legna raccolta suipendii dove le frane hanno ucciso gli alberi, bambini che si arrampicanosul verde degli alberi a strappare le foglie tenere per portarle alle capre,alberi circondati da spine alla base perché le capre non li mangino, mortigli alberi morti gli uomini. Bambine con fasci d’erba raccolta tra i sassi oestirpata in mezzo al cereale in crescita, in mano un falcetto dimensio-nato alla statura di chi lo usa. Ancora uomini, senza mezzi, a ripararestrade, frane, canalette, case e ricoveri o con grosse accette a tagliartronchi per ricavarne travi da costruzione trasportate su rimorchi trainatida qualche Massey Fergunson con copertoni da pista.

Dopo 8 ore (150 km) la jepp si ferma, la strada è proprio finita, lavalle chiusa dal Masherbrum o K1 (7821 mt), ultimo villaggio: Hushe,1000 anime, a 3200 mt di quota. Un nugolo di bambini, tutti vestiti pove-ramente uguali, circondano incuriositi e chiassosi questi strani “visitato-ri”, i primi che quest’anno arrivano in valle, nel nostro abbigliamentotecnico mi vien da pensare credano sia carnevale. L’autista, baltì, senzabisogno di autorizzazione distribuisce ceffoni e calci, ma il nugolo non sisfalda, solo un sacchetto di caramelle al miele ottiene parzialmente l’ef-fetto e possiamo scaricare i nostri materiali. Siamo accolti con ospitalità,noi per loro siamo anche risorsa. Sono persone dallo sguardo profondo,attento, desideroso di uscire da un mondo vecchio. La mattina dopo ar-

rivano presto i portatori, si caricano 25 kg a testa del nostro materiale,sono un miscuglio di età indefinibile, scopriamo più avanti che vanno dai16 ai 40 anni. Presto inizia anche la scuola, la giornata è regolata dalsole, e d’estate s’alza presto. Sono le 7.00 e piccole frotte di bambinicon ciabatte ai piedi o scalzi, con una tavoletta di legno nero scritta conun gesso riconsegnano i compiti del giorno prima. Solo in questi anni lostato sta diffondendo l’istruzione primaria arrivando così ai villaggi piùremoti. In questa nazione dal reddito annuo medio di 500 dollari, unmaestro percepisce 1 dollaro al giorno, un portatore quasi 10, anche sel’estate è breve e ai primi di agosto è già finita.

Penso al nostro gruppo Alpini di Farra che sostiene bambini bosniacia distanza e alla nostra sezione che ha dato molto per una scuola sulDon. Da qui non resta che camminare lungo la valle (rimembrando ilcampo invernale sulle Alpi Giulie), poi la morena, poi i ghiacciai e all’albadel quarto giorno ammirare dal passo del Gondogoro (5650 mt) le cimepiù alte del pianeta: il K2 (Chogo Ri o Grande montagna, 8611 mt), ilBroad Peak, i Gasherbrum tutti e 4, il Laila Peak, il Chogolisa, il Masher-brum, il Baltoro Golden Throne… Spettacolo infinitamente grande conun pensiero al “Signore delle cime”. Foto di rito con un gagliardetto delgruppo che anni fa Lino Lacedelli, primo salitore al K2 nel 1954, mi haautografato. La sorpresa si fa grande, tra i portatori e le guide Lacedelli èuna celebrità, eppure nessuno ha più di 40 anni.

La fatica è tanta, la montagna unisce, l’amicizia cresce. Dopo altri 4giorni di cammino lascio i miei amici alpinisti al campo base del K2. ConBruna, compagna di trekking e 4 portatori, ridiscendiamo lungo il Balto-ro prima e il Braldu dopo, in altri 4 giorni siamo accolti ad Askole, checome Hushe è capolinea di un’altra valle. Un’altra nuvola di bimbi fe-stanti e curiosi, circondati da persone che vedi per la prima volta ed ècome ti conoscessero. Ormai hai lo stesso odore addosso, di capra, latterancido e kerosene del fornello da campo, ti offrono quel poco che nonmanca mai, il loro tè verde, “cha”, e il loro pane: il “chapati”.

Abbiamo avuto fortuna metereologica nel mese di giugno, da luglioin poi il tempo è peggiorato, i miei amici hanno dovuto rinunciare allavetta, l’Indo è straripato, i ponti crollati, l’alluvione ha fatto 20 milioni disfollati (su un paese di 180) e 1,6 milioni di morti. Al mondo solo pochi sene sono accorti: è la colpa di essere poveri.

Quando sono tornato in Italia, un amico mi ha consigliato di leggereil libro “Tre tazze di tè”, di Greg Mortenson, alpinista americano che si èperso sul ghiacciaio del Baltoro, trovato in fin di vita e salvato dalla gentedel posto. Lui, per riconoscenza, ha poi fatto costruire diverse scuole neivillaggi della valle. Per la mia breve esperienza, condivido quanto affer-mato nel racconto di Mortenson da Haji Ali (capo villaggio di Korphe)sulla gente che abita quei luoghi:

“La prima volta che bevi un tè con noi sei uno straniero; laseconda un ospite onorato; la terza, sei parte della famiglia.”

Claudio AndreolaGruppo Alpini Farra di Soligo

La valle di Hushe con di fronte la catena del Masherbrum

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 9

A primavera la natura sidesta dal lungo sonno inver-nale, dapprima timidamente,poi in un crescendo di colorie di profumi, con foglie, fiorie frenetici voli di uccelli, econ il trionfo della luce. È unrito che si rinnova ogni annoa ricordarci che la vita non siferma mai.

Anche per un certo tipodi uomini, parlo di quelli cheportano un singolare copri-capo con una lunga pennanera, si ripropone un even-to, in questo periodo, un ap-puntamento a cui non pos-sono mancare: l’Adunatadell’Associazione NazionaleAlpini, quest’anno fissata aTorino per la seconda dome-nica di maggio, in occasio-ne del 150° dell’ Unità d’Ita-lia.

Ogni volta mio marito siprepara spazzolando congesti amorosi il cappello,vecchio di circa sessant’an-ni, custode dei ricordi dellalontana giovinezza. Poi par-te per il luogo dell’incontro.

Io lo seguo e, se un tem-po avevo subìto il fascinodelle piume al vento dei ber-saglieri, per i racconti deimiei famigliari di come Mi-chele Miani (Sindaco di Trie-ste nel secondo dopoguer-ra) nel novembre 1918 aves-se guidato i fanti piumati allaredenzione di Visignano (suopaese natale), e per come mifu caro mio zio Bruno De Cle-va, maresciallo appunto deibersaglieri, caduto nel mag-gio 1945 a difesa della suaIstria, in sèguito, per matri-

monio, mi sono lasciata av-vincere dallo spirito alpinodella lunga penna nera.

Così anche quest’annosiamo partiti per Torino e,dopo un lungo monotonopercorso nella pianura pada-na, abbiamo attraversato intreno le risaie del vercellese.

E qui una storia istrianadella mia famiglia è riaffiora-ta proponendo alla memoriauna spada custodita nellasoffitta della mia nonna ma-terna. Era appartenuta a unodegli antenati che nella se-conda Guerra d’Indipenden-za (1859) militava nell’eser-cito austriaco, sotto il co-mando del generale Gyulaiche guidò le sue truppe alloscontro con i franco-pie-montesi, i quali per fermarel’avanzata nemica allagaro-no le risaie. Così questo an-tenato (che non ho cono-sciuto) si trovò impantanatocol suo cavallo e, di conse-guenza, vinto. E iniziò conquesto escamotage l’offen-siva che portò alla liberazio-ne della Lombardia. Diconoche in vecchiaia egli ognitanto sbuffasse: “Ah, quelGyulai che ne ga cojonà!”.

Il soggiorno a Torino èstato travolgente per la follaimmensa (in quei giorni par-tiva da lì anche il Giro d’Ita-lia), i tricolori, l’aria di festache animava l’eleganza au-stera, ma statica, della cittàsabauda. Per mio marito, eper me, è stata anche l’oc-casione di rivedere vecchiamici provenienti da varieregioni d’Italia, con un po’ di

malinconia, però. Tante adu-nate fa, li avevo conosciutigiovani, vigorosi, prestantió… Ora il tempo ha lasciatoil segno per la normale pa-rabola dell’esistenza, sebbe-ne lo spirito, la grinta e la vo-glia di vivere (nonostante…)non si siano smorzati.

La conversazione tra noie loro si è avviata su vari ar-gomenti d’attualità, per meinteressanti poiché i giudizigiungevano da ambienti di-versi per esperienze edestrazioni. Quest’anno era-vamo curiosi del racconto diun generale che da annisverna in Tunisia, dalla qua-le rientra proprio in tempoper l’Adunata.

Ho avuto la conferma diquanto già pensavo: a partei primi disordini per rovescia-re il tiranno, tutto era torna-to tranquillo con la formazio-ne del nuovo governo. Quin-di non è spiegabile la fugadei giovani tunisini da un luo-go che ha buone prospetti-ve turistiche e artigianali; edove il costo della vita èmolto basso. Il discorso al-lora si è allargato all’acco-glienza, in genere, dei mi-granti, certamente lacunosaper l’imprevedibilità del-l’evento, ma non giustifica-trice delle manifestazioni diprotesta, della pretesa di nonchiari diritti, e degli atti divandalismo avvenuti in molticampi di raccolta sparsi inItalia (la televisione testimo-nia), da parte di tali ospiti.

A queste parole, si è ri-svegliata in me l’appartenen-

UN CUORE ISTRIANO BATTE PER GLI ALPINI

za istriana, il ricordo dei cam-pi profughi a volte cintati difilo di ferro spinato, e l’umi-liante mancanza di conside-razione per il nostro stato diesuli, vittime di decisioni in-ternazionali imposteci impie-tosamente.

L’ho fatto presente agliamici aggiungendo che noiperò non eravamo mai scesiin piazza a inveire, a recla-mare, né mai ci eravamo ab-bandonati ad atti violenti perprotesta; avevamo invecesubìto il nostro avverso de-stino, impegnandoci a farciaccettare e stimare nei luo-ghi dell’esilio.

Per un attimo mi sonoaccorta di essere al centro diuna pensosa attenzione, nelsilenzio, fino a quando unodei presenti non ha esclama-to: “È vero, è vero!”. Ed haaggiunto: “ Altra cultura”.

Giuliana Zelco Oregna

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L’Alpin del Piave10 N. 1 - Luglio 2011

A PÉ A TURIN ALLA 84ª ADUNATA NAZIONALE

Anche quest’anno non èmancata l’occasione di rag-giungere la Sede dell’Aduna-ta Nazionale a piedi. Gli amicidella sezione di Asti, con intesta l’instancabile Silvano,hanno coinvolto nell’organiz-zazione soprattutto per lascelta del percorso, il C.A.I. diAsti il quale ha individuato untragitto che partendo dallacittà di Asti, raggiunge Torinopassando per il colle di Super-ga. Ricorrendo il 150° anniver-sario dell’Unità d’Italia, nonsono mancati gli appunta-menti per ricordare questo im-portantissimo avvenimento.La traversata, vista la lunghez-za del percorso, è stata sud-divisa in tre tappe che hannomesso a dura prova i parteci-panti.

03/05/2011Ore 13,30. Partenza in per-

fetto orario dalla nostra Sededi Valdobbiadene: siamo inotto quest’anno (Paolo,Lino,Giorgio, Lorenzo, Rober-to, Valentino, Maurizio ed ilsottoscritto) suddivisi fra ilcamper dell’ex presidente edil furgone della P.C. dove sonostati caricati, oltre ai nostribagagli, la consueta scorta delprodotto principe di Valdob-biadene. Direzione Vicenza epoi Verona, Brescia e poi giùverso Cremona e Piacenzadove effettuiamo la prima so-sta. Gli amici Aldo e Alessan-dro, per alcuni impedimenti,non saranno della compagnia:ci raggiungeranno giovedìsera per passare alcune oreassieme. Abbiamo appunta-mento con Silvano alle 18,30alle porte di Asti, siamo in leg-gero anticipo per cui approfit-tiamo per uno spuntino. Subi-to dopo, raggiungiamo Astiche si sta preparando per lafesta del Patrono San Secon-

do: infatti la città è in fermen-to per la secolare Sagra Ca-rolingia del giorno dopo. Diver-si gruppi di sbandieratori delPalio di Asti stanno riempien-do il corso principale per rag-giungere la Piazza per unamanifestazione. Un brindisi acasa di Silvano e poi ci diri-giamo verso la sede della Se-zione di Asti dove è stata or-ganizzata la cena. Ritroviamocosì i moltissimi amici, alcunidei quali saranno domani no-stri compagni di viaggio e lospirito e l’allegria della seratacontagia un po’ tutti. Per lanotte ci mettono a disposizio-ne la sede del coordinamen-to della protezione civile di Astiper cui non ci resta altro checercare di riposare per esserepronti per l’indomani.

04/05/2011Sveglia alle 6,00 – Tutti di-

cono che non sono riusciti adormire, fatto sta che non sisentiva altro che russare. Ciprepariamo e sistemiamo glizaini per la prima tappa. Ciaspetta alle 7.15 l’alzabandie-ra presso il monumento all’Al-pino nei pressi di Piazza Al-fieri. Cerimonia semplice e si-gnificativa con l’Onore ai Ca-duti al quale abbiamo parte-cipato cantando l’Inno di Ma-meli. Subito dopo la partenza,lungo le vie di Asti. Siamo unabella compagnia quest’anno:

contiamo 42 partecipanti fra iquali una nutrita squadra delCAI. Attraversiamo la città di-rezione nord, la sua periferiae lungo il sentiero Asti-Vezzo-lano raggiungiamo ed attra-versiamo le località di Viato-sto, Sessant, Parco di ValleAndona, Valle Botto, Cortaz-zone, Mongilletto, Bagnasco eMontafia. Il percorso si snodalungo la provinciale, con qual-che tratto fra i boschi collinarie seguendo strade seconda-rie ci portiamo verso la primasosta. Rifiatiamo nei pressidella Chiesa di San Grato e poiavanti fino a Montafia. Primadi arrivare alla prima destina-zione per il pranzo, abbiamol’opportunità, in località Cor-tazzone, di visitare la bellissi-ma chiesa romanica del 1086di San Secondo: la guida ci il-lustra la particolarità di que-sta chiesa, simbolo della fer-tilità, recentemente ristruttura-ta in occasione dell’ultimoGiubileo. Gli Alpini del Grup-po di Montafia ci offrono unpiccolo rinfresco, cosa chegradiamo moltissimo vistal’ora (sono le 14).

Ore 14,30 - Raggiungiamopoi la sede della Pro Loco del-la cittadina che assieme aigruppi Alpini di Montafia eCortazzone hanno preparatoil pranzo. Dopo tante ore dicammino sentiamo veramen-

te il bisogno di rifiatare e ripo-sare. Prima della ripartenza,siamo salutati da un paio discolaresche che ci hanno rag-giunto per salutarci: lo fannocon un canto al quale noi, poi,ricambiamo.

Ore 15,45 – Ci mettiamoin strada alla volta di Colle DonBosco anche qui lungo stra-de asfaltate e sterrati. Sonoquasi le 18,00 quando rag-giungiamo il colle dove è si-tuata la grande Basilica e lastruttura di accoglienza dedi-cata a San Giovanni Bosco. Ciarriviamo dopo essere passa-ti davanti alla sua casa natale.Facciamo conoscenza del re-sponsabile del luogo e dopoun breve momento di racco-glimento, benedice il gruppoe ci augura un buon prosegui-mento.

Dopo lo scambio di alcunidoni, prendiamo possessodella camerata che ci ospite-rà per la notte. Una docciasalutare e alle 19,30 cenapresso la struttura. Al termineci attende il pullman per por-tarci a Castelnuovo Don Bo-sco dove il Comune ed ilGruppo Alpini hanno organiz-zato una serata con del coroVallebelbo. Complimenti dav-vero al coro per l’esecuzionee la scelta dei canti. E’ quasimezzanotte quando rientria-mo per il meritato riposo.

Paolo, Lino, Giorgio, Lorenzo, Roberto, Valentino, Maurizio e Augusto.mettere in ordi-

ne i nomi

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 1105/05/2011Sveglia alle 6,00 e dopo le

rituali operazioni mattutine, siricaricano i bagagli sui mezzi.Alle 7,30 riprendiamo la mar-cia con direzione Morialdo.Raggiungiamo CastelnuovoDon Bosco: sosta presso lacantina Freisa dove ci vieneofferto un assaggio dei loroprodotti e poi verso il centropaese dove ci aspetta il Sin-daco per una breve cerimoniaal monumento dei Caduti.Sono le 9,30 quando ripren-diamo il cammino direzioneSant’Eusebio, Santa Maria diCornareto e San Michele Ar-cangelo.

Lungo questo tratto siamoaccompagnati per alcuni trat-ti dagli Alpini del luogo ed altermine del territorio del Co-mune, ci salutano offrendociuno spuntino accompagnatoda diverse qualità di vini. Inlontananza, sulla collina oppo-sta, vediamo l’Abbazia di Vez-zolano che raggiungeremodopo un tratto in mezzo albosco abbastanza impegna-tivo. Arriviamo alla spicciolataed approfittiamo per visitarel’Abbazia costruita in posizio-ne tale da permettere all’absi-de di essere illuminata attra-verso il rosone e le aperturelaterali dalle varie fasi lunari.Pian piano arrivano tutti e ciportiamo verso il parcheggiodove ci stanno aspettando imezzi per portarci a pranzo.L’amico Walter, che fa partedella compagnia, ci ospiteràpresso il suo locale “La cortedel Barbio” in località Ara-mengo, che dista sette chilo-metri da dove ci troviamo. Es-sendo fuori tragitto, utilizzia-mo i mezzi per accelerare il

trasferimento. Prima di arriva-re a destinazione, tappa pres-so la cantina Feisoglio dovetroviamo modo di assaggiarespecialità del luogo e natural-mente i loro vini. I familiari diWalter , poi, ci accolgono conmolta cordialità: il locale è ve-ramente bello, ristrutturatocon molto gusto. Il pranzodavvero ottimo come pure ivini selezionati per le varieportate. Ci impieghiamo pa-recchio a ripartire: sono le15,30 e quando arriviamo alparcheggio dell’Abbazia diVezzolano, gli amici del CAisono già ripartiti. Prendiamola direzione di Cinzano che ve-diamo sulla sommità della col-lina in lontananza. Il ritmo èabbastanza elevato, dobbia-mo recuperare ed i tratti disalita ci impegnano molto.Verso le diciassette arriviamonei pressi del paese e ritrovia-mo ad attenderci la squadradel Cai.

Sulla piazza, poi, un’altrasorpresa: ci stanno aspettan-do con un altro bel rinfrescoal quale non possiamo sottrar-ci. Ormai la tabella di marciaper oggi è saltata e verso le17,30 riprendiamo il percorsoverso Sciolze, arrivo della tap-pa. Ancora saliscendi accom-pagnati da un’auto pattugliadei Carabinieri che ci fa dabattistrada. Alle 18,45 rag-giungiamo il paese e riordina-to il gruppo, facciamo l’ultimotratto ordinati e coperti sino alcampo sportivo dove ci atten-de una rappresentanza delpaese con il Sindaco , gli ad-detti agli automezzi, gli amiciAldo e Alessandro, il nostroPresidente Marino con Genio,Luigi, Angelo, Daniele. Breve

cerimonia al monumento deiCaduti, il saluto del Sindaco epoi tutti in libertà. Ci aspettauna bella doccia presso i ser-vizi del campo sportivo e poiin paese per sistemare le no-stre cose per la notte in unsalone messo a disposizionedell’Amministrazione Comu-nale nei pressi del Municipio.Alle 21 tutti al Ristorante daPino per una cena veramentesquisita. E’ mezzanotte quan-do i più si fiondano a letto: ipiù giovani naturalmente con-tinuano la festa. A domani.

06/05/2011– Sveglia alle 6,00 questa

volta con le note della trombadi Daniele: ci sistemiamo e ri-carichiamo i bagagli sugli au-tomezzi. Partenza in perfettoorario con destinazione Su-perga. Scavalchiamo il colle diFagnour, raggiungiamo il pa-ese di Bardassano con il suocastello e poi una serie di su egiù per le colline attraverso unbosco caratterizzato da diver-se frane dovute alle precedentie abbondanti piogge. Il per-corso in qualche punto è ab-bastanza accidentato. Oltre-passiamo la località San Roc-co, poi Bric Paoluc e ci por-tiamo appena sotto il colle diSuperga che ora ci appare intutta la sua imponenza. Siamoin anticipo sulla tabella di mar-cia ma per l’agriturismo “aiGuiet” non è un problema an-ticipare il pranzo. Anche qui ri-maniamo estremamente sod-disfatti, con un piacevole fuo-ri programma regalatoci da unalpino poeta che ci recita al-cune poesie veramente toc-canti.

Ci aspetta ora l’ultimaascesa verso il colle Superga,

ma ormai l’ansia di arrivare aTorino ci fa quasi volare. Giun-ti sul piazzale , doverosa visi-ta alla Basilica che dominasulla piana torinese. Visibili iresti dove nel 1949 si è schian-tato con l’aereo il grande Tori-no. Ormai Torino lo vediamolaggiù, sembra a portata dimano ma ci accorgeremo poi,che manca ancora molto. Cibuttiamo giù per la discesa,Via Sassi, e prima di affronta-re il Lungo Po, ricompattiamoil gruppo per un doverosobrindisi. Ormai entriamo nelclima adunata. Il lungo Po èaffollato di tende, camper, ac-campamenti. In ordine rag-giungiamo il ponte VittorioEmanuele I° dove ci aspetta ilpresidente della Sezione Asti.

Con in testa i vessilli delledue sezioni e i loro Presidentiattraversiamo il ponte, piazzaVittorio Veneto ed arriviamosotto la Mole Antonelliana, tra-guardo ufficiale della cammi-nata. La città è invasa dagli Al-pini, le congratulazioni perl’esito dell’iniziativa, un rinfre-sco, dei canti ed infine i saluti.È stata una bellissima espe-rienza, pensiamo già a quelladel prossimo anno ma ora ,desiderio di tutti, raggiungereil proprio alloggiamento perprepararsi alla grande aduna-ta. Ci aspetta la grande cittàdi Torino, con i suoi grandiosipalazzi, monumenti, i suoimusei, città simbolo dell’Uni-tà d’Italia che quest’anno fe-steggia il suo 150° anniversa-rio.

Grazie a tutti i partecipantie un arrivederci alla città diBolzano.

Augusto Trinca

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L’Alpin del Piave12 N. 1 - Luglio 2011

UN ANNO ALL’INSEGNA DELLA CONTINUITÀProtezione Civile

RELAZIONE SULLE ATTIVITA’ SVOLTE DALL’UNITÀDELLA PROTEZIONE CIVILE DELLA SEZIONE ALPINI DI

VALDOBBIADENE NELL’ANNO 2010

Cari Alpini

L’attività della nostra Unità della Protezione Civile, nel2010 è stata la seguente:

• 8–9–11 Gen. Abbiamo aiutato i veterinari della nostra USLnell’espletamento delle formalità cartacee e di organizza-zione, in occasione della vacinazione antirabbica caninaresa obbligatoria dalle autorità sanitarie in seguito al ritro-vamento, nelle nostre montagne, di animali colpiti da talepatologia. Questa attività si è svolta a Prà Cenci e pressole frazioni di Santo Stefano e Guia, per quanto riguarda ilcomune di Valdobbiadene, mentre nei giorni 12-13 e 15gennaio abbiamo svolto le stesse mansioni a Vidor e Col-bertaldo

• 6 Feb. a Bolzano per riunione del Triveneto

• 13 e 20 Feb. Abbiamo compiuto, nel cortile della nostrasezione, una piccola ma utile esercitazione. Abbiamo mon-tato e smontato delle tende, pervenuteci tramite l’ANA,quelle dismesse a l’Aquila. Questo tipo di esercitazione èmolto importante per i volontari che, in caso di necessità,sono in grado di individuare con precisione e velocemen-te tutti i pezzi che compongono le tende tradizionali, lestesse che manda il ministero nelle aree disastrate.

• 27 Feb. a Montecchio Precalcino per riunione del trivene-to, nell’occasione ci sono state consegnate delle tute an-titaglio per uso motosega.

• 27 Feb. – 16 Mar. a cavallo della fiera di San Gregorio, conl’Associazione Antincendi Boschivi, abbiamo concorso adorganizzare una mostra fotografica, della durata di 11 gior-ni, presso l’Auditorium Celestino Piva, riguardante le ri-spettive missioni in Abruzzo. Siamo rimasti soddisfatti dallabuona affluenza di pubblico ma in particolare dalla pre-senza di numerosi giovani e scolaresche.

• 14 Mar. a Vittorio Veneto in aiuto alla locale sezione alpini,per la viabilità in occasione della partenza della Treviso

Di seguito è riportatoun estratto della relazio-ne dell’attività svolta nel2010 letta durante l’as-semblea dei delegati il30 gennaio 2011.

Per motivi di spazionon possiamo riportarel’ elenco completo ditutti gli interventi e atti-vità svolte, ma ritenia-mo corretto che anchetutti gli iscritti della no-stra Sezione, siano in-formati di quanto la no-stra Unità di ProtezioneCivile ha fatto nel corsodell’anno; in questomodo chi non ha maipartecipato direttamen-te alle nostre attività, siaordinarie sia straordina-rie, può costatare quan-to sia consistente la no-stra operosità.

Nei primi sei mesi del2011, alle normali attivi-tà già progammate,come, ad esempio,l’aiuto dato alla Sezionedi Vittorio Veneto in fat-to di viabilità in occasio-ne della Treviso Mara-thon e al supporto all’or-ganizzazione nella cro-noscalata Valdobbiade-ne – Pianezze, si sonoaggiunte un paio di inat-tese che hanno impe-gnato i nostri volontaripiù emotivamente chefisicamente.

Ci riferiamo ai dueepisodi nei quali siamostati chiamati a parteci-pare, assieme ad altreassociazioni di volonta-riato, alla ricerca di duepersone scomparse; laprima nel comune diValdobbiadene, la se-conda in quello di Vidor.

Marathon.

• 12 Apr. a Treviso per riu-nione provinciale dei coor-dinatori di PC.

• 5 – 10 Mag. Il giorno 5 iresponsabili della PC re-gionale ci avverte che ungregge di pecore è impri-gionato, sopra un isolotto,dalla piena del Piave, all’al-tezza di Bigolino. Ci siamointeressati a procurare bal-le di fieno per il loro sosten-tamento; le balle poi veni-vano trasportate all’internodell’isolotto con gli elicot-teri dei vigili del fuoco.

• 12 Giu. a Pianezze peresercitazione antincendioboschivo organizzato dal-la regione Veneto e dalCorpo Forestale. Il nostrocompito consisteva nell’or-ganizzazione logistica. Ab-biamo sfornato a mezzo-giorno 500 pasti per tutti ipartecipanti all’esercitazio-ne.

• 21, 22 e 23 Lug. a Pianez-ze per la festa degli anzia-ni. In questi tre giorni, as-sieme ad altri alpini dellasezione, abbiamo servitooltre 1.200 pasti agli anzia-ni provenienti da vari co-muni della provincia e por-tati a Pianezze da pullmanorganizzati dai vigili delfuoco. E siccome siamostati bravi, i responsabiliprovinciali già hanno but-tato l’idea di fare 5 giorninel 2011. Vedremo un po’.

• 31 Lug. Siamo stati SanDemetrio ne’ Vestini vicinoa l’Aquila. Le rappresen-tanze delle varie associa-zioni di volontariato sonostate invitate dalle autoritàlocali per manifestare laloro gratitudine di quantofatto in occasione del ter-remoto. Abbiamo approfit-tato così a consegnare di-rettamente la seconda par-te del materiale raccolto, asuo tempo, dagli alunni

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 13

delle elementari di San Pie-tro e Vidor, ai loro colleghidi San Demetrio.

• 11 Set. a Cortina d’Ampez-zo per partecipare, su in-vito, al primo raduno inter-nazionale dei Vigili del Fuo-co.

• 2 Ott. abbiamo partecipa-to ad una esercitazione ci-nofila sul monte Tomba or-ganizzata dalla sezioneANA di Treviso.

Ora devo fare una picco-la premessa. Tutti sappiamoquanta distruzione hannoportato le incessanti piogged’inizio novembre. I nostrivolontari sono stati subitoimpegnati fin dalle prime ore,e abbiamo operato su piùfronti.

Dal 4 al 9 novembre sisono alternate due nostresquadre a Monteforte d’Al-pone, in provincia di Verona,con il compito di pomparedagli scantinati e dalle viesecondarie l’acqua che ave-va invaso la cittadina a cau-sa del cedimento di partedell’argine alla confluenzadei torrenti Arpone e Chiam-po. Quindi pulizia presso lo-cali pubblici e quant’altro èstato chiesto loro di fare.

Nello stesso tempo, conturni anche notturni duranteil primo periodo, abbiamomonitorato, assime ad altreassociazioni, il movimentofranoso creatosi presso lafrazione di Santo Stefano avalle del cimitero. Tale moni-toraggio, con cadenza gior-naliera, si è protratto fino ametà gennaio 2011.

Ciò ha comportato un di-screto impegno da parte no-stra sia come presenza siacome responsabilità.

Il 13 novembre abbiamotrovato il tempo anche perpartecipare, a Bolzano, aduna riunione dei responsabili

PC dell’ANA del triveneto.

E veniamo alle conclusio-ni di questa relazione del2010. Ci eravamo lasciati loscorso anno con l’impegnoreciproco, Protezione Civile– gruppi alpini, di instaurareun certo dialogo sia riguar-dante nuove adesioni allanostra unità sia aiuti econo-mici per sostenere le nostreattività ed impegni.

Onestamente non sonosoddisfatto dei risultati. Gliunici aiuti mi sono arrivati daalcuni comuni che ringraziovivamente. Rinnovo pertan-to l’invito ai capigruppo diconsiderare la nostra esi-stenza come un punto d’or-goglio per la nostra sezionee pertanto li esorto a spro-nare maggiormente i giova-ni a entrare a far parte dellaprotezione civile.

Una delle nostre idee è diformare, per ogni comune,una squadra di almeno cin-que volontari sui quali la se-zione possa contare in casodi bisogno, a cominciare dal-le emergenze che potrebbe-ro sorgere nel comune stes-so. Dovrebbe essere l’orgo-glio di tutti noi iscritti vederei volontari della nostra sezio-ne intervenire ove c’è biso-gno in caso di calamità na-turali e partecipare alle eser-citazioni regionali e di ra-gruppamento che tanto utilisono per la sicurezza deivolontari stessi.

Per chiudere voglio rin-graziare tutti i volontari chenel corso dell’anno si sonoprodigati e si stanno prodi-gando per il nostro futuro, etutti coloro, sia pure noniscritti con noi che si sonodimostrati sensibili e attivi incaso di necessità.

Il consigliere responsabilePaolo Menin

Valdobbiadene,30 gennaio 2011

Anche per questo 2011 lanostra sezione non si è smenti-ta partecipando a tutti i cam-pionati finora svolti. La stagio-ne è, come al solito, iniziata congli sport invernali:

12 FEBBRAIOIl gruppo di Valle Vigezzo

sezione di Domodossola, ha or-ganizzato il 76° CampionatoNazionale A.N.A. Fondo Indivi-duale Tecnica Libera.

Come l’ultima edizione diTesero la gara si è svolta il sa-bato sera, siamo quindi partitial mattino con pulmino, cam-per e macchina, giunti a desti-nazione ci siamo resi conto delgrosso lavoro fatto dagli orga-nizzatori che nonostante letemperature sopra lo zero e unascarsa quantità di neve sonoriusciti comunque nel loro in-tento. Numerosi i partecipantidi 36 sezioni schierate, per lanostra sezione Bello Lino, Mu-nari Paolo, Vanzin Paolo, Van-zella Alessandro, Miotto Matteoe Moro Enrico che hanno benlottato per portare a casa puntipreziosi.

6 MARZOA Albosaggia la sezione Val-

tellinese di Sondrio ha organiz-zato il 34° Campionato Nazio-nale A.N.A. di Sci Alpinismo an-che qui trasferta al Sabato ac-compagnati dal C.T. Vanzin edal tecnico Gianni, 3 le coppieal via: Geronazzo Davide - Gat-to Michele, Geronazzo Bruno -Nardi Antonio Ivan, FaveroGianluca - Moro Enrico percor-so molto tecnico con 4 cambipelle su 14 km di gara e un di-slivello di 1400 m siamo riuscitia portare la sezione di Valdob-biadene al 9° posto su 20 se-zioni presenti.

3 APRILEIl gruppo Aprica della sezio-

ne di Tirano ha organizzato il45° Campionato Nazionale diSlalom Gigante, partenza alsabato con due furgoni abbia-mo sfilato per le vie dell’Apricaall’apertura della gara che si èsvolta alla domenica su duetracciati Salina - Palabione,grande partecipazione, otto inostri atleti: De Biasi Italo, Le-nisa Luciano, Andreola Girola-

mo, Vanzin Paolo, Dall’AcquaEnrico, Geronazzo Luca, Bron-ca Stefano e Moro Enrico sem-pre buoni risultati che hannopermesso alla sezione di arri-vare 19° su ben 42 sezioni alvia. Simpatico anche il dopogara e rientro alietato dai nostrifans capeggiati dal fortissimoGirardi.

22 MAGGIOI gruppi di S. Margherita Li-

gure e Rapallo della sezione diGenova hanno organizzato il39° Campionato Nazionale diMarcia di Regolarità in Monta-gna a Pattuglie partenza con ilpulman dalla sede con un’alle-gra compagnia dopo aver par-tecipato alla cerimonia di aper-tura ci siamo mischiati ai nume-rosi turisti di questi splendidiposti alla domenica al via era-vamo con 6 pattuglie SpaderPierangelo - Zardetto Renzo -Fuson Marino; Guizzo Lorenzo- Moro Enrico - Miotto Matteo;Bello Lino - Gatto Silvano - Van-zin Paolo; Dall’Acqua Ivan - Tor-mena Giampietro - FolladorAlessandro; Piccolo Danilo -Baratto Renato - Dalla LiberaValentino; Bugno Renato - Ge-ronazzo Dario - Guerra Paolomolto caldo e impegnativo ilpercorso ma indubbiamente at-traverso splendide cornici, di-rei più che soddisfacente il ri-sultato siamo infatti giunti al 5°posto su ben 30 sezioni.

3 LUGLIO40° Campionato Nazionale

A.N.A. Corsa Individuale inMontagna a Mezzoldo sez. diBergamo.

Nella speranza di conti-nuare con la solita passioneVi ricordiamo i prossimi ap-puntamenti:

25 SETTEMBRE42°C.ti Naz.li A.N.A. Tiro a

Segno Carabina e Tiro a Se-gno Pistola Standard a Vitto-rio Veneto.

2 OTTOBRE35° Campionato Naziona-

le A.N.A. Corsa in Montagnaa Staffetta a Pederobba sez.di Treviso.

Paolo Guerra, GuizzoLorenzo e Moro Enrico

LA SEZIONE DI VALDOBBIADENE AICAMPIONATI NAZIONALI

Sport

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L’Alpin del Piave14 N. 1 - Luglio 2011

Si è svolto sabato 28 edomenica 29 maggio il 23°torneo di Calcio valevolecome campionato seziona-le, la manifestazione calci-stica rivista nella formula haavuto un buon risultato, siè infatti adottata la formuladella maratona calcistica,nello stadio comunale diValdobbiadene sei squadresi sono confrontate nellevarie partite di qualificazio-ne, le prime quattro sonopassate alla fase semifina-le per disputare successi-vamente la finale, le squa-dre partecipanti erano: ColSan Martino, Segusino,San Vito – Funer, Guia, SanPietro – Santo Stefano, eVidor.

Dopo un anno di stop sitemeva qualche difficoltànel riprendere la competi-zione calcistica, ma la pas-sione dei giocatori l’ottimaorganizzazione da partedella sezione ANA Valdob-biadene e l’aiuto tecnico daparte del calcio amatori Val-dobbiadene hanno fatto siche tutto andasse per ilmeglio.

Ma andiamo alla crona-ca: si è cominciato sabato28 Maggio con l’alzaban-diera al campo dove i gio-catori, dirigenti e accompa-gnatori hanno intonato l’In-no d’Italia, poi via con il fi-schio d’inizio.

Il campo sportivo, cura-to nei minimi particolari erastato diviso in due, tanto daformare due campi da cal-cetto, le squadre composteda sei giocatori andavanoad incontrarsi tutte fra diloro in partite da venti mi-nuti tanto che alle 19.00della sera ogni squadraaveva già effettuato quat-tro partite della fase elimi-natoria.

Serata del calciatore al-

I GRUPPI SAN VITO E FUNER – COLDEROVEVINCONO IL 23° TORNEO DI CALCIO

pino da non perdere pres-so la sede ANA della sezio-ne con birra e pizza e la do-menica mattina si ripartecon gli incontri.

Alla fase semifinale pas-sano San Vito – Funer, Se-gusino, Col San Martino eVidor, in puntuale orariocome da calendario si gio-cano la finale per il 3° po-sto le squadre Col SanMartino contro Vidor risul-tato 4 a 2 per il Vidor.

L’altra finale che mettein palio il titolo di campionisezionali è quasi un derbySegusino contro San Vito –Funer. La partita moltoequilibrata, anche per labravura dei portieri, si con-clude con lo zero a zero aitempi regolamentari.

Sono infatti necessaricome da regolamento i cal-ci di rigori, naturalmentespettacolo in campo tantotifo da parte degli altri gio-catori spettatori e vittoria 6-5 per la squadra compostadai giocatori dei gruppi SanVito – Funer.

Prima di andare sotto ladoccia discorsi ufficiali daparte delle autorità presenti

e premiazioni.Hanno vinto premi: mi-

glior portiere Canova delgruppo Segusino, migliorgol Comarella Mauro delGruppo San Pietro, Capo-cannoniere Bernardi Carlodel Gruppo San Vito.

Il miglior giocatore, San-vito Denis, è stato premia-to con un trofeo dedicatoal compianto Mario Inno-cente, prematuramentescomparso nel gennaioscorso.

La sua figura di Alpino eCalciatore è stata anchesottolineata dall’importan-te presenza della moglieLaura che ha avuto paroledi ringraziamento nei con-fronti di tutti i suoi amici.

Dopo il lungo applausoè la volta della premiazio-ne delle squadre: Coppa di-sciplina alla squadra di Vi-dor, 6° classificato Guia, 5°classificato San Pietro –Santo Stefano, 4° classifi-cato Col San Martino, 3°classificato Vidor, 2° clas-sificato Segusino e 1° clas-sificato San Vito – Funer.

Alle 13.30 sotto il tendo-ne allestito in campo per

l’occasione pastasciuttaper tutti naturalmente ac-compagnata da birra e dalottimo ValdobbiadeneD.o.c.g.

Già si parla della pros-sima edizione 2012 e delcoinvolgimento di altresquadre e di altri gruppi.

Ci sarà da lavorare cu-rando magari di più la pub-blicità dell’evento e trovareper tempo una data conso-na per tutti, e naturalmentecoinvolgere e far sentire inmaniera importante la ma-nifestazione non solo aigiocatori ma a tutti gli Alpi-ni della Sezione.

L’edizione 2011 ha avu-to grande successo. Il gra-zie alpino va ai giocatori, di-rigenti, addetti allo sport, atutto lo staff Calcio Amato-ri Valdobbiadene, alla As-sociazione Sportiva CalcioValdosport, e naturalmen-te a tutti quei Alpini che sisono adoperati per l’ottimariuscita della manifestazio-ne.

Arrivederci e “Tutti nelpallone 2012”.

Paolo Vanzin

La seconda squadra classificata Segusino.

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 15

Anche per lo sport sezio-nale abbiamo iniziato il 20febbraio a Forcella Aurinecon la consueta gara di Sla-lom Gigante, il 33° Trofeo“Celestino Geronazzo” cheha visto 120 atleti al via. I piùveloci a scendere sono statiBortolomiol Enrico col tem-po di 35.31, seguito da Bor-tolomiol Alberto e Zadra Ar-rigo. Per quanto riguarda laclassifica dei gruppi a vince-re è stato il Centro con Bor-tolomiol, Bortolomiol e Dal-l’Omo seguiti da Bigolino eCol San Martino.

Quello di Forcella Aurinerimane un bel appuntamen-to dove lo spirito agonisticoe la voglia di stare insiemetra noi alpini rendono questagiornata sempre migliore.

Il 14° Trofeo “BiscaroEnea” si è svolto a SantoStefano in una giornata ca-ratterizzata da un bel sole eda un come al solito splen-dido percorso grazie ai sem-pre validi organizzatori.

A vincere la sez. ospite diVicenza seguita da i nostri

Sport sezionale

gruppi di Funer e Colbertal-do. Per la nostra classifica disezione ha vinto Funer,2°Colbertaldo e 3° S.Vito.

Per quanto riguarda lacorsa in montagna il 15 mag-gio si è svolta la 16ª Crono-scalata Valdobbiadene-Pianezze, 15° CampionatoSezionale. I più veloci a sali-re, questa volta, GeronazzoIvan, La Placa Paolo e Polo-ni Gustavo. La giornata èstata caratterizzata da con-dizioni meteo parecchio av-verse, la neve si è fatta ve-dere molto vicina ma non hascoraggiato i temerari atletiche hanno voluto essere inparecchi presenti.

Continua in sordina macon già ottimi risultati l’atti-vità dei nostri escursionisti,consolidati con la nuova so-cietà A.N.A. Valdobbiadene,che stanno addornando lanostra bella sede con Cop-pe e Trofei. Aguriamo loro dicontinuare su questa ottimastrada o meglio dire sentieri.

Gli addettiallo sport

Si è svolta sabato 28 Maggio la 100 km del Passatore, unaclassica fra le gare podistiche che vede la partenza da Firenze el’arrivo a Faenza. Tra i 1563 partiti c’era anche il nostro PresidenteMarino Fuson che con l’ottimo tempo di 10h 47’37"si è classifica-to al 196° posto. Da sottolineare la prestazione anche per la suacorsa tutta con cappello alpino in testa e con maglietta tricoloreper festeggiare i 150 anni dell’unità d’Italia.

Gli atleti della sezione sono avvisati: con un tale Presidentesarà ancora una Sezione che corre!!!!!

Paolo Vanzin

IL PRESIDENTE MARINO FUSONALLA 100 KM DEL PASSATORE

UNA STAGIONE RICCA DI TROFEI

Premiazione della prima squadra classificata San Vito - Funer.

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L’Alpin del Piave16 N. 1 - Luglio 2011

Vero esempio di coraggioe di grandi capacità tattichenel difficile territorio dolomi-tico bersagliato durante laPrima Guerra Mondiale ilCaporale Alpino AngeloSchiochet riuscì a conquista-re rispetto e fiducia dagli al-pini e dai suoi superiori.

L’evento di seguito narra-to tratto dal libro “Le aquiledelle Tofane 1915-1918” di Lu-ciano Viazzi – Mursia editoreè solo un esempio della suaacuità tattica e abilità stra-tegica.

Il periodo è fine Luglio del1915, il luogo la Tofana diRozes.

Una pattuglia italianacomposta da 5 alpini della77° Compagnia del Btg. Bel-luno in ricognizione sotto lavetta della Tofana fu fattabersaglio da una scarica difucileria dei soldati austriaciappostati sulla vetta.

Un alpino bellunese dinome Antonio Luisetto feri-to alle gambe morì precipi-tando nel vuoto.

Il caporale Schiochet vol-le vendicare l’agguato fattoagli alpini e mise in atto il suopiano.

Un gruppo di artiglieri dimontagna nei giorni succes-sivi all’agguato piazzò neipressi della Forcella di Fon-tana Fredda sotto la Tofanadi Rozes, un cannoncino.

Il sergente che comanda-va quel pezzo era un ottimoviolinista e di tanto in tantoverso sera improvvisava del-le suonate per alleviare glianimi degli alpini.

Il suono melodioso del vi-olino risaliva gli aspri canalo-ni di roccia dolomitica e rag-giungeva i soldati austriaciche erano appostati in vetta.

Schiochet chiese al ser-gente “violinista” se era ingrado di colpire con il suocannoncino l’unico spiazzoun po’ pianeggiante appena

La Tofana di Rozes vista dalle Cinque Torri

Storie di AlpiniIL DIAVOLO DELLE TOFANE

ovvero il caporale Angelo Schiochèt

sotto la cima della Tofana diRozes.

“Certamente e al primocolpo. Abbiamo già battutoquel punto. Ma perché , cosac’è lassù?” chiese il sergen-te.

“Niente” - disse Schio-chet - è solo un ripiano de-serto, ma vicino, dietro lacima c’è un ricovero con pa-recchi soldati austriaci.”

E il sergente“Ma allora perché vuoi

che sprechi una granata percolpire un punto dove nonc’è nessuno?”

“Perché possiamo farcelivenire. È l’ unico posto dovec’è un ghiaione non tropporipido. Appena sentiamo ro-tolare dei sassi vuol dire chei crucchi sono usciti dai lororipari e si trovano là”.

“E chi li fa andare là?”“Voi stesso sergente.”“Io? Ma tu sei matto.”“Ascolta bene” spiegò

Schiochet “questa sera ver-so le undici ci sarà Luna pie-na. Voi suonerete un pezzoromantico con il violino, equelli che vanno matti per lamusica, verranno fuori tuttiper ascoltare... allora...Bùmm!”.

Al sergente parve unabuona idea ma era titubante

sulla lealtà di tale azione.Allora Schiochet gli parlò

dell’alpino Luisetto colpitopochi giorni prima e di quan-te azioni poco leali si eranomacchiati i soldati austriacinei loro confronti.

La stessa sera alle undicisotto il chiarore di Luna il ser-gente violinista iniziò il suoconcerto con la Serenata diSchubert.

La voce armoniosa delviolino trillava come per ma-gia nell’oscurità e l’eco ingi-gantiva la musica nel vastoanfiteatro roccioso.

Dall’alto della Tofana sisentivano rotolare i sassi,segno che gli austriaci si sta-vano muovendo per raggiun-gere lo spiazzo su cui erapuntato il pezzo.

Schiochet era accantoall’artigliere che teneva inmano la cordicella del per-

cussore e fissava la vettadella Tofana, ma al dolcesuono del violino un brividodi malinconia lo avvolse epensò alla sua mamma chegli aveva da poco scritto unacartolina raccomandandoglidi essere sempre bravo ebuono.

Senza accorgersene ave-va posato la mano su quelladell’artigliere che stava perfar partire il colpo, e la bloc-cò.

Ebbe un sentimento dipena per quei soldati lassùe interruppe quello scherzodiabolico.

Ma quando la Serenata siconcluse si udirono dalla vet-ta applausi e voci beffardeseguite da una scarica di fu-cileria.

“Ah brutti mangiasego”esclamò Schiochet “ve la dòio la poesia!”.

Tirò con uno strappo vio-lento e deciso la cordicellache fece partire il colpo.

Un attimo dopo, il ghiaio-ne si illuminò sinistramentecon un fragore infernale, cuiseguì un confuso tramestìodi grida e imprecazioni.

Dopo alcuni istanti diconfusione si udì una voceacutissima gridare piùvolte:”Teufel!” (Diavolo) e aogni “Teufel” partiva una fu-cilata.

Da quel momento loSchiochet venne da tuttichiamato il “Diavolo delle To-fane”.

Alp. Enrico Mello

AVVISO IMPORTANTEPER IL RECAPITO DEL GIORNALE

Si raccomanda di controllare l’esattezza dell’indirizzoriportato sull’etichetta di spedizione e di segnalareprima possibile eventuali rettifiche al proprio Capo-gruppo perché le Poste non consegnano più i docu-menti se non riportano l’indirizzo e soprattutto il nu-mero civico esatto.

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 17

Per tutta la settimana iltempo era stato incerto conle mattinate tiepide e so-leggiate ma nel pomerig-gio, inevitabilmente il cie-lo si riempiva di nuvolegrigiastre cariche di piog-gia che bagnava per tempipiù o meno brevi, la vege-tazione rigogliosa esplosacon la primavera.

Il gruppo dei volentero-si, già al venerdì mattinaaveva montato i due capan-noni per accogliere tutti ipartecipanti al pranzo pro-grammato per domenica 1ºMaggio in occasione dellafesta dei santi Filippo eGiacomo che da decennifesteggiamo sulla collina,coperta di verdeggianti vi-gneti, balcone naturale suBigolino.

Questa festa così tantoamata da tutti i bigolinesi,l’anno scorso era stata so-spesa in segno di parteci-pazione al dolore della fa-miglia Sanzovo duramen-te provata per una gravis-sima malattia che avevamesso in pericolo la vitadella loro figlia. Fortuna-tamente, la forte volontàdella ragazza, la sua gio-vane età, la medicina e lepreghiere di molti, hannosconfitto il male ed oragode di ottima salute ren-dendo felice tutti i fami-gliari, parenti, amici e tut-ta la famiglia alpina chequest’anno ha potuto fe-steggiare e stingersi attor-no a questa esultante e ge-

Bigolino

Festa alpina

Domenica 12 giugno siè svolta la consueta festaalpina organizzata dalGruppo Centro che ha avu-to come gradito ospite ilnuovo presidente della se-zione ANA ValdobbiadeneMarino Fuson.

Purtroppo quest’anno ilmeteo non è stato partico-larmente amico degli alpi-ni in quanto, dopo la piog-gia del sabato, si sono ri-svegliati domenica con ilcielo coperto e con delletemperature frizzanti chehanno probabilmente sco-raggiato molte persone apartecipare alla festa.

Anche la Santa Messa,che solitamente viene ce-lebrata sul Monte Cesen, acausa del forte vento è sta-ta officiata da Don Angelopresso il Tempio del Do-natore.

1º Maggio festa deiss Filippo e Giacomo

Al termine della Messaha avuto luogo l’usualepranzo alpino presso lastruttura del Tempio delDonatore.

A dare una nota di co-lore alla giornata ci ha pen-sato il coro Scaricalasino,proveniente da Monghido-ro (provincia di Bologna)che già sabato sera ci ave-va allietato con i suoi can-ti alla rassegna di cori te-nutasi presso l’AnticaChiesa di San Gregorio eche, durante il pranzo, hadato nuovamente sfoggiodelle sue capacità canoreallietando tutti i presenti.

Un ringraziamento atutti quelli che hanno col-laborato alla realizzazionedi questa festa.

Il capogruppoBurlo Eugenio

nerosa famiglia.Infatti il papà Paolo,

oltre a rendere disponibileil luogo per la festa, met-tendo a disposizione loca-li, acqua ed energia elettri-ca, ha offerto anche lospiedo ed il vino per tutti,in segno di gioia e ringra-ziamento per lo scampatopericolo. Grazie Paolo perla tua generosità, tutto ilgruppo te ne è grato ed èorgoglioso d’averti iscrit-to come amico. Anche iltempo domenica si è unitoalla nostra festa regalando-ci una splendida giornatadi sole suggellando l’at-mosfera e lo spirito di fra-terna amicizia che anima-va tutti i presenti.

Domenica 15 maggio,in occasione dell’inaugu-razione della sede delgruppo di Arquà Petrarca,il gruppo di Bigolino par-teciperà alla cerimonia ge-mellandosi con lo stesso.A tale scopo è stato predi-sposto un pullman per age-volare la partecipazione ditutti i partecipanti.

Forse, quando leggere-te queste notizie,sarannofinalmente iniziati i lavoriper il restauro del monu-mento ai nostri caduti.

Possiamo inoltre an-nunciare la festa estiva cheogni anno celebriamo sulMonte Orsere per il pros-simo 24 luglio, vi aspettia-mo tutti, con famigliari edamici.

Pier Luigi Ronzani

Centro

Il primo caporal maggiore Ro-berto Marchini, 28 anni di Ca-prarola (Viterbo), geniere guasta-tore paracadutista dell’8° rgt. del-la Folgore di stanza a Legnago, èmorto nel distretto di Bakwa (Af-ghanistan) sotto comando delnostro Paese, in seguito all’esplo-sione di un ordigno artigianale.

Marchini era impegnato inun’attività di ricognizione insiemea militari afghani e appena scesoda un blindato, stava tentando didisinnescare l'ordigno che l'haucciso.

Dall’inizio dell’intervento, è la40ª vittima del contingente italia-no in Afghanistan - tra militari eagenti dei servizi - che, inquadra-to nella missione Isaf, a guidaNato, conta attualmente circa4.200 uomini dislocati soprattut-to nell’Ovest del Paese.

Sempre più caro iltributo di sangue dei

nostri soldati

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L’Alpin del Piave18 N. 1 - Luglio 2011

Domenica 10 aprile ha avuto luo-go l’annuale marcia sezionale svolta-si quest’ anno a Santo Stefano. An-che il nostro gruppo ha preso parte allamarcia con la pattuglia composta dalsottoscritto Alessandro Follador e ilvice-capogruppo Giampietro Torme-na.

Ci siamo classificati al 3°posto as-soluto (2°sez.), ottenendo un punteg-gio tale da ottenere il 2°posto comegruppo ANA. Complimenti agli or-ganizzatori per l’ottima riuscita dellamanifestazione.

Nei giorni sabato 21 e domenica22 maggio, abbiamo poi partecipatoalla marcia nazionale svoltasi a S.Margherita Ligure, sez. Genova. Lanostra sezione ha organizzato la tra-sferta e quindi sabato mattina siamopartiti da Valdobbiadene con un pull-man che ci ha portato a destinazione.

Nel pomeriggio dopo il nostro ar-rivo abbiamo preso parte alla ce-rimonia organizzata dalla sezione diGenova mentre la sera è stata trascor-sa in compagnia di tutti gli atleti.

La domenica si è svolta la gara suun percorso di circa 18 km che si sno-dava fra le bellissime montagne a ri-dosso del mare. Uno scenario moltosuggestivo che ha fatto da cornice allenostre fatiche!

Un grazie a tutti per questi due beigiorni trascorsi insieme.

Alessandro Follador

ColbertaldoSport

Il gruppo alpini Colbertaldodesidera porgere le sue più sen-tite condoglianze alla famigliadell’Alpino

BOTTAREL LUIGIandato avanti lo scorso 13 apri-le.

Ricordiamo con affetto l’ al-pino Luigi che in passato è sta-to il nostro capogruppo.

NOTE TRISTI

Si conferma attivo e dinamico ilGruppo Alpini di Col San Martinoguidato dall’inossidabile Carlo Ce-riali che può contare sulla sua effi-ciente truppa di giovani Alpini,pronta ad assistere il proprio capo-gruppo in ogni iniziativa che richie-da impegno e dedizione. Non vienemeno neppure il sostegno degli Al-pini più maturi che non fanno maimancare la loro preziosa esperien-za e i giusti consigli per gestire almeglio la quotidianità di un Grup-po che, nonostante l’abolizione delservizio militare, conta ancora 216iscritti e 63 Amici degli Alpini.

Meritano un ringraziamento sin-cero tutti questi veri Alpini che ono-rano giorno per giorno il nome delnostro Gruppo partecipando a ma-nifestazioni, cerimonie, onoranzefunebri, ricorrenze; sempre pronti arispondere con la propria presenzaogni volta siano richiesti volontari.

Quest’anno il mese di maggio èstato particolarmente intenso per ilnostro Gruppo. Dal 6 all’8 maggiosi è svolta la 84° Adunata Naziona-le, quest’anno a Torino, e non pote-va essere diversamente, vista la ri-correnza del 150° dell’Unità d’Ita-lia.

Per noi la sede dell’Adunata eraun po’ lontana e, rispetto a edizionipassate, questo non ha favorito l’af-fluenza, soprattutto da parte dei no-stri veci.

Tuttavia, l’impegno organizzati-vo è stato quello di sempre e, a det-ta di chi vi ha partecipato (purtrop-po non il sottoscritto che questa vol-ta parla per bocca degli altri), Tori-no non ha tradito le aspettative infatto di accoglienza, organizzazio-ne e partecipazione della città. Lacittà sabauda è stata teatro della fe-sta alpina che si ripete ogni anno,partecipata ed emozionante, fatta diamici di sempre o amici che si era-no persi di vista o ex commilitoni

Col San MartinoCronache del Gruppo

che si ritrovano.Il Gruppo ha invece organizzato

due belle iniziative nel fine settima-na successivo all’Adunata.

Sabato14 maggio la nostra sedeha ospitato una rassegna corale dedi-cata al Corpo degli Alpini. I cantisono stati magistralmente interpretatidal Coro A.N.A. di Col San Martino,diretto dal Maestro Enrico Tonello, edal Coro Voces Plavis di Valdobbia-dene diretto dal Maestro Fausto Ve-dova. Le parole e toni che si sonodiffusi nell’aria hanno commossol’animo dei numerosi presenti. Al ter-mine dell’esibizione è stato consuma-to un lauto rinfresco ad alcuni parte-cipanti, aiutati forse da un buon bic-chiere di vino e spronati dall’abilitàdei coristi, si sono esibiti in canti finoa notte fonda.

Domenica 15 maggio si è invecesvolta la prima edizione dello “Spie-do delle Borgate” e la Casa degliAlpini non è bastata per accoglierele tantissime richieste pervenute.

Partendo da una giusta intuizionedi un nostro consigliere, il Gruppo haorganizzato un itinerario enogastro-nomico tra larin e taverne per ammi-rare e conoscere i segreti dell’anticaarte culinaria dello spiedo.

Le sette borgate di Col San Mar-tino che hanno aderito all’iniziativasono state: Borgata Fontana (AldoFacci), Borgata Castelletto (Siro Me-rotto), Borgata Giussin/Gravette (Va-lerio Merotto), Borgata Cal Longa(Lucio Pupetti), Borgata Canal Nuo-vo (Dario Pupetti), Borgata Posmon(Tarcisio Balliana) e Borgata Scan-dolera (Vittorio Scarpel).

Malgrado la giornata uggiosa, lamanifestazione ha avuto un ottimosuccesso di pubblico che ha ripagatodel grande impegno da parte di tutti.

Bravi tutti gli Alpini che hannocollaborato alla riuscita di questa ini-ziativa che merita sicuramente di es-sere ripetuta.

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 19

Funer-ColderoveNoi ti ricordiamo così

“Il fisico forte e tempratonon ha resistito sia all’ultimoattacco del male sia al profon-do dolore che in tanti anni siera accumulato in te. In tene-ra età hai sofferto la morte del-la mamma, poi, a diciannoveanni, eri già sul fronte russosubendo la fame, il gelo, lapaura e infine la durissima ri-tirata. Hai superato, in solitu-dine, la prematura tragicascomparsa della figlia e quin-di il fuoco che, assalendoti, tiha debilitato. Eri orgoglioso diessere un alpino reduce di Rus-sia. Lo dicevi anche ai mediciquando ti informavano che lecure per la tua riabilitazioneavrebbero comportato forti do-lori e tempi lunghi. Le tue vi-cissitudini vissute in guerranon ce le hai mai volute rac-contare sostenendo che erava-mo dei “boce” e non avrem-mo potuto capire. Così te le seiportate nel Paradiso di Canto-re e, in quella quiete, con altri“VECI” che ti hanno precedu-to, potrai riviverle serenamen-te.

Ciao Angelo, riposa inpace.

Un grazie da parte delGruppo ai vessilli, ai gagliar-detti e ai tanti alpini che han-no partecipato all’ultimo salu-to e che ti hanno accompagnatonella tua ultima dimora”.

Alpino Angelo Bello, classe 1922, reduce di Russia.

I primi da Moriago sono giunti a Torino mer-coledì 4 maggio, per preparare l’arrivo del restodel gruppo. L’area a disposizione era presso unoratorio in piazza Antonio Fontanesi, già occupa-ta in parte dalla fanfara di Domodossola, il rima-nente spazio destinato ai gruppi di Moriago e Fon-tigo.

Questi due gruppi, come negli anni precedenti,hanno avuto il compito logistico di preparare perla fanfara sezionale l’alloggio ed il minuto mante-nimento: colazione, pranzo, cena.

Ritengo questi alpini semplicemente fantasti-ci! Come organizzazione di lavoro e dedizionetotale verso l’impegno assunto, mi sembrava divedere la compagnia in escursione sulle Alpi du-rante la naja: ognuno con il proprio compito e tuttiassieme a montare e smontare l’accampamento.Questo è il piacere e l’orgoglio degli alpini nellostare insieme.

Mi permetto di esprimermi in merito alla fan-fara sezionale che ho avuto l’onore di guidare nel-la grande sfilata. La fanfara è composta da suona-tori delle diverse bande musicali della zona, in or-dine di numero: dalla Banda Cittadina di Valdob-biadene, dal Corpo Bandistico di Moriago, dallaBanda Municipale di Segusino, qualcuno di Ala-no di Piave e da diversi elementi che non sono piùinseriti in questi organici.

Come suonatori capaci non ho mai avuto nes-sun dubbio, come inquadramento di marcia per losfilamento, le conversioni nelle curve, destre e si-nistre, mi rendevo conto che non si trattava di cosafacile: le prove sono servite, eccome!

Alla fine però, i timori della vigilia si sono ri-velati infondati: la fanfara ha sfilato alla perfezio-ne, mantenendo perfettamente le distanze, l’alli-neamento, il passo come una fanfara militare. Sonorimasto sinceramente soddisfatto anche per la com-postezza della divisa e dell’ordine in generale.

Bravi ragazzi, avete fatto onore alla SezioneAlpini di Valdobbiadene, come del resto il ploto-ne degli alpini che avete guidato, che hanno mar-ciato, parole dello speaker dalle tribune Nicola Ste-fani, “come sanno fare gli alpini della razza Pia-ve”.

Mi auguro che continuerete sempre così anchedopo di me.

Enrico Tonello

MoriagoLa Fanfara Alpina a Torino

L’Unità d’Italia compie150 anni; che ci piaccia omeno questo oramai è undato di fatto, e anche il no-stro gruppo, quest’anno,compie gli anni: sono 45anni dalla su fondazione, daquando quello sparuto grup-po nel 5 febbraio 1966 get-tò le basi per la creazione diquell’unità e trasmissione divalori che tutti noi, credo,oggi cerchiamo di portareavanti. Tutto il gruppo co-munque ha deciso di nonfare grossi clamori, di nonsbandierare questo evento inpiazza, ma di gustarlo tra le“mura domestiche” comeuna famiglia che si ritrovaunita per le belle occasioni.

Purtroppo, però, ci riu-niamo non solo per gioire,ma per consolarci a vicendee consolare amici e familia-ri con il ricordo lieto quan-do qualcuno di noi lascia ilsuo posto vuoto. E se acca-de che questa persona è an-che un reduce di Russia losgomento è ancora più gran-de.

È doveroso infatti ricor-dare su queste pagine l’Al-pino Angelo Bello dellaclasse 1922, la cui penna direduce di Russia oramai si èspezzata il 16 aprile 2011.

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L’Alpin del Piave20 N. 1 - Luglio 2011

Anche quest’anno con grande soddi-sfazione e con molto impegno siamo riu-sciti ad organizzare la Nostra Festa in Fa-meja giunta alla 31ª edizione.

Nella giornata di Venerdì 1 Aprile,presso la nostra sede, abbiamo realizza-to, in collaborazione con il ProfessoreRaffaello Spironelli, docente pressol’istituto Casagrande di Pieve di Soligo,una serata culturale per festeggiare l’Uni-tà d’Italia, intitolata “Il nostro 800” conracconti e aneddoti di ciò che accadevanelle nostre zone del Quartier del Piavedurante il processo di unificazione delpaese. La serata, molto impegnativa dalpunto di vista dell’attenzione, si è svoltacon la partecipazione attenta dei parte-cipanti.

Nella giornata di Sabato anche que-st’anno l’appuntamento podistico noncompetitivo Tre pas e na corsetta tra iPalù che, grazie alla bellissima giorna-ta, ha riscontrato una buona partecipa-zione.

Nella serata di Sabato 2 Aprile, il mo-mento più atteso dai bambini e non solo,con la straordinaria partecipazione delcoro san Lorenzo di Farra di Soligo ac-compagnato dai bambini con l’interpre-tazione e la recitazione dello straordina-rio spettacolo che: La storia del Sior In-tento.

La serata si è svolta in maniera moltopiacevole e molto coinvolgente.

Domenica la giornata conclusiva del-la Festa in Fameja con la Santa Messapresso la cappella in Sede, celebrata dalnostro parroco Monsignor Cav. AlfeoNespolo e, a seguire, il pranzo e la con-segna al nostro socio più anziano, PaoloRasera, di un quadro ricordo per l’im-pegno e la costanza dimostrata a soste-gno del Gruppo “con la speranza che siad’esempio per tutti i giovani”.

L’appuntamento e l’invito e’ per l’an-no prossimo,con la speranza di riuscirea coinvolgere qualche alpino in più.

Collinz Frezza

Mosnigo31ª Festa in Fameja

17 MARZO, FESTA DELL’

Anche il nostro Gruppo ha accolto l’invito della Sede nazionaledell’ANA e ha voluto commemorare il 150° anniversario dell’Unitàd’Italia.

La mattina alle ore 9 ci siamo dati appuntamento presso la sede perl’alzabandiera e con questo semplice e simbolico gesto abbiamo volu-to ricordare i sacrifici di coloro che ci hanno preceduto e hanno porta-to la pace e l’unità nel nostro paese.

La comitiva dei partecipanti in seguito si è spostata a Valdobbiade-ne presso la sede e in seguito in Piazza Marconi, poi la celebrazione si

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 21

’UNITÀ D’ITALIA Ron

Anche quest’anno il Gruppo Alpini di Ron ha organizzato latrasferta all’Adunata di Torino. La città ci ha accolti bene. Lalunga sfilata ha attraversato la città accompagnata dagli applausidella gente. È stata un’emozione indimenticabile per noi che ab-biamo sfilato. Un ringraziamento mi sento di rivolgerlo al no-stro amico Beppe Peroncini che ci ha trovato un posto eccezio-nale ed accogliente e, in particolare, a tutto il gruppo per il lavo-ro svolto fino ad ora da parte del capogruppo e del consiglio.

Nel mese di dicembre è andato avanti il socio Gianni Peri, semprepresente alle adunate, anche se quest’anno era presente solo nel nostroricordo. Il gruppo alpini porge le più sentite condoglianze e si unisce aldolore della famiglia.

Inaspettatamente, mentre si trovava in una clinica romana per alcu-ni controlli, Gianni è stato vittima di un improvviso malore. Ingegnere,nella sua vita ha ricoperto importanti incarichi manageriali a livellointernazionale in importanti Società multinazionali.

Aveva prestato il servizio di prima nomina da sottotenente a Bellu-no alla 44ª batteria del 6°Reggimento Art. mont. Brigata Cadore comesottocomandante di batteria. Era iscritto al Gruppo Alpini di Ron findalla sua fondazione e nel corso degli anni ne è sempre stato un gene-roso sostenitore.

Gli amici Artiglieri da Montagna che facevano parte delle batterie4º e 5º del XXV Corso AUC della SAUSA di Foligno, grazie a Giannied al suo immutato amore per la naja alpina e alle sue capacità organiz-zative, avevano avuto la possibilità di incontrarsi ripetutamente.

In occasione del recente 50º anniversario del Corso XXV AUC, nelmaggio 2010 a Valdobbiadene, l'incontro è stato riuscitissimo sia per lanumerosa partecipazione, che per la bellezza dei luoghi selezionati dalsuo carissimo amico Rino Anselmi. E proprio a Ron con tutti gli amicidei gruppo, il raduno aveva trovato la sua massima espressione di Alpi-nità ed allegria. Tutti ricordiamo Gianni con grande rimpianto, in par-ticolare coloro che, come noi, avevamo con lui continui contatti, purrisiedendo in differenti città.

Ron all’Adunata di Torino

Ricordo del Ten. Art. mont.GIANNI PERI

è traferita presso il ponte di Vidor per un ulte-riore cerimonia commemorativa, con ritrovopresso il monumento ai Marinai d’Italia.

Dal Ponte di Vidor è stata gettata una coro-na d’alloro nella Piave in memoria di tutti co-loro che si sono sacrificati per la pace e l’unitànazionale. La manifestazione è terminata congli interventi delle autorità.

Frezza Collinz

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L’Alpin del Piave22 N. 1 - Luglio 2011

San VitoBuon compleanno Italia!

NUOVA CARICA PER L’EX PRESIDENTE,È DIVENTATO NONNO !!!!

Daniele Marchesin e Marina Vanzin (figlia diPaolo, l’ex Presidente) annunciano l’arrivo di DIE-GO. Si congratulano gli Alpini del Gruppo SanPietro e del Gruppo San Vito, per la nascita del pic-colo Alpino.

Una riverenza che Ti èdovuta data la Tua giovaneetà che scorgo rispecchiarsiin questa stagione, nei pro-fumi e nei colori del paesag-gio circostante e nell’eccita-zione della gioventù che conl’approssimarsi delle vacan-ze, sta affrontando gli ulti-mi giorni di scuola.

Entusiasmo contagioso,nel vedere avvicendarsiMarino Fuson a Paolo Van-zin in Sezione mentre allaguida del nostro Gruppo èstato votato Renato DallaLonga, da sempre gran ide-atore all’interno del diretti-vo: buon lavoro ai neo elettimentre formulo una perso-nale considerazione di stimaper Paolo Vanzin, dal qualeho sempre ricevuto l’insosti-tuibile consiglio e seppur dietà più giovane della mia, hotrovato in lui una persona digrande cuore, di equilibrio,di umiltà, umanità e spirito

alti livelli di presenza, e nonsolo sportiva!

Nell’accompagnare afebbraio i nostri nipoti fre-quentanti la Scuola Elemen-tare “Nicolò Boccassino” alPasso Rolle per le consuete“Giornate sulla Neve” nonsolo ci è parso di rivedere inostri figli tra le nevi delMonte Avena con gli Alpinidel “Feltre”, ma più ancoraci è stato possibile rivivereparte di scenario della nostraleva obbligatoria con l’irre-sistibile fascino del cappel-lo alpino in testa che tantaattenzione ha destato tra ituristi, tale da chiederci diposare insieme per l’imman-cabile foto nel bel mezzodelle Dolomiti.

L’Adunata Nazionaledi maggio non è stato che ilcontrappello dei soci dopo iltesseramento. Ritrovarsi inuna grande città come Tori-no in centinaia di migliaia èsinonimo di organizzazionee disciplina nel rispetto di

chi ha scritto e ci ha insegna-to la nostra Storia.

Sono giornate trascorseall’insegna dell’amicizia edei ricordi, momenti di sva-go con ritrovi conviviali, in-contri tra commilitoni e su-periori, nonchè di forti emo-zioni per l’arrivo della Ban-diera di Guerra al suono de-gli Inni Patriottici che la tuavoce con un fremito d’orgo-glio segue, la visita alla “Cit-tadella degli Alpini”, le esi-bizioni di cori e fanfare e tan-te altre manifestazioni cul-minanti con l’oceanica sfila-ta della domenica.

Emozioni che esterneraiad ogni occasione, portando-le nel cuore fino all’annosuccessivo.

Degna di essere segnala-ta con merito, la formazionecalcistica del Gruppo di SanVito, che domenica 29 mag-gio nel locale Campo Spor-tivo Comunale si è aggiudi-cata il 23° Torneo di CalcioSez. ANA Valdobbiadene.

di iniziativa.GRAZIE PAOLO! Sei

stato un Presidente all’altez-za dei tempi, come tutti co-loro che Ti hanno precedu-to, hai portato la nostra pic-cola sezione a raggiungere

Alzabandiera presso la Scuola Primaria

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 23

Sede sociale

Camminata a Lavel

Il Gruppo da tempo è allaricerca di una nuova sede. Siprospetta ora una possibilitàmolto interessante che partedall’iniziativa di un sanvite-se emigrato il quale intendedonare alla “Fondazione Asi-losanvito” il fabbricato diproprietà, situato all’incrociodel Carop.

31 maggio 2011 ore 12.00 - Il Reparto Salmerie della Sezione di Vittorio Veneto,si dispiega nel cortile della Scuola Elementare di San Vito (foto gb)

Un momento durante la Santa Messa a Lavel (foto di Romeo Meneghello)

La donazione avverrà conil vincolo di destinare alme-no una parte ad uso del Grup-po Alpini di San Vito. Sonoin corso le procedure per de-finire l’iter burocratico del-l’operazione.

Ai lettori un cordiale salutodal Gruppo Alpini di S. Vito!

Guido Bollotto

La radiazione dei mulidalle Truppe Alpine, non hadeterminato la scomparsa diquesti caratteristici animali.

Il Reparto Salmerie dellaSezione di Vittorio Veneto haorganizzato “Tuttinsiemecon gli Alpini”, marcia a piùtappe da Cima Grappa a Vit-torio Veneto per l’80° dellaSezione.

Provenienti da Segusino,dopo una fermata alla Chie-setta di San Giovanni, il 31maggio scorso l’intero con-tingente (circa quindici alpi-

Tuttinsieme con gli Alpinini in congedo e quattro deisei muli oltre agli alpini delnostro Gruppo) sono statiaccolti nel cortile della Scuo-la Elementare di San Vitodall’Inno di Mameli intona-to da insegnanti ed alunni se-guito poi dai presenti.

Un buon rancio nella sededel Gruppo con gli animalial pascolo nel piccolo giar-dino, scambio di doni poi insfilata a Valdobbiadene tra lacuriosità divertita dei pedonie la prudenza degli automo-bilisti.

Il 2 giugno scorso, haavuto luogo la tradizionale“Camminata a Lavel” cheha visto riunite nell’ex mal-ga di “Lavello Basso” oltre70 persone arrivate a piedi,in bicicletta, con auto o confurgone. Un grazie a DonMassimo per la camminata incompagnia e a chi ci ha pre-parato e servito l’ottimopranzo: Renato, Roberto, En-rico, Valerio, Tarcisio, Oscar,Sig.re consorti e tutti gli al-tri.

Mancava Matteo DallaLonga, il proprietario, l’Al-pino che ci ha lasciati un paiodi mesi fa. A lui è stata dedi-cata la Messa ed anche la fe-sta, consapevoli che da qual-che parte la sua presenza ta-

parlavano di bambini, difame e di miseria, episodi checi impressionavano di più.

E così, di anno in anno,imparavamo sempre cosenuove, il nome delle malghe,delle montagne, dei paesisottostanti e quelli in lonta-nanza, ed anche ad inciderei bastoni di nocciolo con ilcoltello e così via.

Ancora adesso, quandomi reco sul pianoro che do-mina le vallate, passando conlo sguardo il massiccio delGrappa mi par di sentire unflebile suggerimento allespalle: “Cima Grappa, doveghe n’é la Madonina, quel

citurna e riservata ci stava os-servando compiaciuta.

Tutt’ora a distanza di ol-tre 50 anni ricordo volentierii quindici giorni che trascor-revamo annualmente nellemalghe dei “Lavei”, per noilassù tutto era grande: i pra-ti, le prese segative, le falci egli uomini che le adoperava-no, il bestiame, le stalle ed imalgari, le donne che prepa-ravano il mangiare e regola-vano la vita di malga.

Anche i racconti eranotanti e non mancavano le te-stimonianze in gran parte ri-guardanti il periodo di guer-ra, perché buona parte deglianziani, almeno una l’avevacombattuta, ma anche le don-ne sapevano raccontare e loro

l’è el Solarol, là el Val de Roae l’ultimo el Fontanasecca”.Racconti come questi ci sia-no di sprone, poiché nella ri-correnza del 150°, la Sezio-ne ci invita a raccogliere te-stimonianze di guerra vissu-ta e di narrarle su questo pe-riodico, includendo luoghi epercorsi caratteristici qualitrincee, baracche, ecc. che sitrovano sul nostro territorio.I Combattenti e Reduci diSan Vito sono tutti andatiavanti, ma senz’altro ognifamiglia mantiene quel fram-mento di storia che gli avihanno consegnato: scrivete-la e verrà pubblicata!

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L’Alpin del Piave24 N. 1 - Luglio 2011

Attività sportiva

Abbiamo partecipato allagara sezionale di slalom svol-tasi come sempre a ForcellaAurine nel mese di febbraio.Complimenti al nostro capo-gruppo che ha ben figurato ag-giudicandosi il 3° posto, ilgruppo ha raggiunto

Il gruppo ha poi partecipa-to con il sottoscritto al cam-pionato nazionale ANA dimarcia di regolarità che si èsvolto a Santa Margherita Li-gure domenica 22 Maggio,fornendo così il proprio con-tributo alla sezione per ben fi-gurare nella classifica finaledel trofeo del presidente.

Dopo un anno di stop iltorneo sezionale di calcio èripartito con una formula cheè stata molto gradita e che si-curamente sarà migliorata ilprossimo anno.

Abbiamo fortemente con-tribuito per la riuscita, forman-do due squadre, dividendo lasquadra ormai amichevolmen-te consolidata di Guia, SantoStefano e San Pietro, al fine diconsentire un numero minimodi squadre che consentisse larealizzazione di tale manife-stazione.

In questo modo abbiamodimostrato spirito di sacrificio,attaccamento alla sezione e alproprio gruppo, nonché ai verivalori dello sport quali amici-zia e partecipazione oltre al

fatto di appartenere tutti allastessa famiglia alpina.

Il campionato sezionaledi marcia di regolarità que-st’anno si è svolto domenica10 Aprile proprio all’internodel territorio geografico delnostro gruppo.

L’impegno di uomini per lariuscita della manifestazionenon era trascurabile.

Siamo comunque riusciti apartecipare ugualmente conuna pattuglia composta daAdami Claudio e BortolinAlessandro che si è guadagna-ta il 14° posto della graduato-ria, il gruppo si è classificato5°, complimenti a tutti i parte-cipanti.

La bella giornata di sole ela bellezza dei nostri luoghihanno dato una grande spintaper la riuscita del campionatoche, ha visto la partecipazio-ne di ben 55 pattuglie.

Devo un grande grazie atutti quelli che hanno messo illoro impegno, le loro cono-scenze ed il loro tempo affin-chè tutto potesse andare per ilmeglio, che non cito per nomeperchè dimenticherei sicura-mente qualcuno.

Un grazie anche ai cuochiche hanno saputo sapiente-mente soddisfare il palato deipartecipanti.

Grazie a tutti.Matteo Miotto

Un augurio ed un abbrac-cio particolare li porgiamo al-l’alpino Arduino Sartori ealla moglie Domitilla Miot-to che il 2 gennaio 1961 sisono giurati fedeltà e amo-re, unendosi in matrimonio,festeggiando il 50° anniver-sario di questo giuramento il21 gennaio scorso.

Matteo Miotto

Scarponcini& stelle alpinePorgiamo i nostri più

sinceri auguri e le nostrefelicitazioni:• all’alpino Mario Folla-

dor, per la nascita dellanipotina BEATRICE fi-glia di Emanuele e Pa-trizia;

• all’alpino Stefano Ca-milli e a Francesca perla nascita della figliaMAYA;

• all’alpino Loris Osella-me e a Roberta per lanascita di ALESSAN-DRO, naturalmente au-guri anche al nonno, l’al-pino Agostino Osellame.

Auguri&

Felicitazioni50°DI MATRIMONIO

Santo StefanoNatale 2010 generoso e solidaleÈ il titolo che abbiamo dato all’iniziativa lanciata nel periodo

natalizio, iniziativa lanciata per la raccolta di fondi da devolvereagli alluvionati della nostra terra veneta, nel manifesto infatti ab-biamo voluto sottolineare anche la frase “Questa volta aiutiamo ilVeneto”. All’iniziativa hanno aderito anche bar e esercizi commer-ciali principalmente di S.Stefano ma non solo. Nel piccolo dellanostra iniziativa abbiamo accumulato 1000 euro. La somma è statadevoluta alla sezione alpini di Padova, la quale li impiegherà peraiutare le famiglie del padovano, fortemente colpito. La stessa se-zione si è impegnata a mandarci un resoconto sull’utilizzo dellasomma da noi mandata, tale resoconto sarà pubblicato nel prossi-mo numero.

Festa AlpinaDomenica 10 aprile si è svolta la nostra festa di gruppo, nono-

stante la data scelta fosse anticipata di quindici giorni rispetto allaconsuetudine a causa della Pasqua che cadeva proprio nel periododa noi solitamente scelto per la festa, questa può dirsi pienamenteriuscita.La giornata è stata favolosa ed ha fatto da cornice ad unprogramma ricco di avvenimenti, si è cominciato presto con la par-tenza del 14° trofeo “Biscaro Enea” per proseguire poi con la san-ta Messa, alzabandiera e deposizione della corona al monumentodei caduti, brevi discorsi e proclamazione della nuova madrina delgruppo, la signora Spadetto Paola.

La giornata è poi proseguita con il rancio alpino, da tutti ap-prezzato e successivamente la premiazione dei concorrenti dellamarcia di regolarità, l’allegria è poi proseguita fino a sera inoltrata.Fondamentale la presenza numerosa dei nostri carissimi amici al-pini di Tartano che danno sempre un sapore in più alla nostrafesta.

Matteo Miotto

La premiazione dei vincitori delle gare

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 25

SegusinoDal Grappa a Vittorio Veneto

(per onorare e aiutare)È con grande entusiasmo e

spirito di fratellanza che il Grup-po Alpini di Segusino ha parte-cipato al progetto denominatoTUTTINSIEME ideato dal Re-parto Salmerie di Vittorio Vene-to. In questo progetto si sonovisti quattro muli ed una dozzi-na di conducenti alpini partireDomenica 29 Maggio da CimaGrappa per giungere Sabato 9Giugno a Vittorio V.to passan-do per il Monte Pallon, Segusi-no, Valdobbiadene, Posa Puner,Passo San Boldo e Tarzo.

I motivi che hanno spintoquesti alpini ad intraprenderequesto viaggio sono principal-mente due:- il primo la volontà di accom-

pagnare simbolicamente leanime dei 23000 soldati cadu-ti durante i combattimenti sulmassiccio del Grappa e poisepolti nel Sacrario, fino allavittoria dell’Esercito Italianoa Vittorio V.to, e in questomodo continuare ad onorareil loro estremo sacrificio.

- mentre il secondo motivo è sta-to quello di raccogliere fon-di, tramite la vendita di ma-gliette, da destinare all’Asso-ciazione Italiana SclerosiMultipla.

Gli alpini di Segusino con ilCapogruppo e il Presidente diSezione hanno accolto i muli ei loro conducenti, in arrivo daAlano di Piave, Lunedì 30 Mag-gio alle ore 17 sul ponte di Fe-ner per accompagnarli con pas-so deciso e costante fino allapiazza del paese dove li atten-deva il sindaco, il vicesindaco eun gruppo di bambini che reg-gevano un lungo tricolore qua-le segno di ammirazione e soli-darietà.

Dopo uno scambio di saluticon la popolazione, l’abbeve-raggio dei muli (e degli alpini)e le foto ricordo, il corteo si èmosso per raggiungere la Sededi Gruppo dove li attendevaun’ottima cena preparata dagliabili cucinieri ed allietata dallebelle note, care agli alpini, che

uscivano dagli strumenti dellaBanda Musicale di Segusino.

Durante la cena è stato bel-lo consolidare le amicizie con inuovi ospiti e scambiarsi deidoni. Quindi gli interventi delCapogruppo Damiano Mello,del Presidente Marino Fuson,del Sindaco Guido Lio e delcapo conducenti Sig. GrazianoDe Biasi il quale commosso haringraziato Segusino e il suoGruppo Alpini per la calorosaaccoglienza riservatagli.

Come da programma i con-ducenti hanno pernottato pres-so i locali degli impianti sporti-vi, mentre ai muli è stato riser-vato un angolo della recinzionedei campi di bocce, dove hannopotuto gustarsi un ottimo fieno

di Riva Secca che li ha ricarica-ti per meglio affrontare le fati-che del giorno seguente.

L’ultima parte di questo bre-ve ma significativo incontro siè svolta il mattino di Martedì 31Maggio alle ore 9,00 di fronteal monumento dei Caduti, conuna cerimonia commovente epiena di speranza per il futuro,grazie anche alla presenza deibambini della scuola materna eprimaria che durante l’alza ban-diera cantavano con gran vocel’Inno di Mameli sbandierandoognuno la propria bandierinadonatagli dagli alpini.

Di seguito l’onore ai Caduti,poi un momento di raccoglimen-to con il parroco Don Renato ela lettura della Preghiera dell’Al-pino per poi passare agli inter-venti del capogruppo,del vicesin-daco e del sig. De Biasi che haspiegato ai presenti il perché diquesta iniziativa e si è reso di-sponibile a rispondere alle do-mande dei bambini incuriositi daquesti simpatici animali.

Tante ed inerenti all’iniziati-va sono state le domande rivolteai conducenti, forse quella che haemozionato di più l’ha espressaun bambino di prima che volevasapere come si fa a “diventare al-pini”.

La colonna di muli ha prose-guito il suo cammino verso Vit-torio V.to per essere accolta aiconfini di Segusino dagli alpinidi San Vito.

Il progetto TUTTINSIEMEideato dal Reparto Salmerie diVittorio V.to dà seguito all’impe-gno che l’ANA, attraverso i suoialpini, da sempre esercita per ri-cordare, onorare, aiutare ed es-sere testimone di generazione ingenerazione di questi valori chesono indispensabili se si vuolemigliorare il nostro vivere e quel-lo dei nostri figli.

Un grazie sincero dal Sig.Graziano De Biasi e dal GruppoAlpini di Segusino alle istituzio-ni e a tutti coloro che hanno par-tecipato in varie forme a questanobile e insolita iniziativa.

Alp. Enrico Mello

Arrivo in piazza a Segusino

Foto di gruppo

Con i bambini della scuola materna e primaria davanti al Monumento ai Caduti

Dal ponte a Segusino

GRUPPO ALPINI DI SEGUSINODurante l’Assemblea Annuale diGruppo tenutasi il 16 Gennaiohanno avuto luogo le votazioni peril rinnovo del Consiglio Direttivoe del Capogruppo. L’alpino Damia-no Mello si è riconfermato la fidu-cia degli alpini votanti, e rimarràalla guida del Gruppo anche per ilprossimo triennio.Congratulazioni e buon lavoro.

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L’Alpin del Piave26 N. 1 - Luglio 2011

Il tricolore è esposto ovun-que, dappertutto un’aria di fe-sta. Quasi tutti oggi sono a casadal lavoro.

Atmosfera intensa, commo-vente, Amor di Patria… Tempodi Ricordare.

Il Gruppo Alpini di Vidor havoluto commemorare in questaoccasione i propri Caduti.

Prima di dirigersi verso lecelebrazioni organizzate sulPonte di Vidor, sembrava dove-rosa prima una cerimonia inti-ma.

Con noi il neo-eletto Presi-dente Sezionale Marino Fuson,il Sindaco Albino Cordiali, laSig.ra Gabriella Piva, tanto percitarne alcuni.

La deposizione della coro-na alla tomba del nostro caro

Domenica, 22 maggio 2011.Collalto di Tarcento.

Anche quest’anno siamopresenti in quel di Collalto diTarcento, per l’ormai consuetagara di tiro.

Il torneo prevede lo sparo di16 colpi in sagoma per ogni par-tecipante, in modo da ottenereun proprio punteggio persona-le. Fucile Garand per i ma-schietti, Winchester (M1) per lefemminucce.

La somma dei punteggi rag-giunti dai componenti permettedi stilare la classifica finale perogni Gruppo.

La manifestazione, che met-te in competizione vari GruppiAlpini della zona, ci vede ospitiper la straordinaria amicizia checi lega al Gruppo di Collalto,organizzatore dell’evento.

Vidor15º Anniversario dell’Unità d’Italia17 MARZO 2011 - FESTA NAZIONALE

La nostra piccola cerimonia è stata molto toccante…

Il corteo, il gagliardetto, la nostra Al-pina coi fiori…

Alpino Armando Piva, immola-tosi per la Patria di cui era Ser-vo Fedele, regalando i suoivent’anni, crea francamente unforte senso di commozione.

Pensare che un Alpino dileva, come moltissimi del nostroGruppo, abbia trovato la mortedurante il servizio, ci lascia pro-fondamente turbati.

Come potevamo inoltre nonricordare allo stesso modo il Ca-porale Severino Bisol, decedu-to anch’esso durante il serviziodi leva…

Una disgrazia sicuramente,che nulla ha a che fare con ope-razioni militari, tuttavia…

Prescelto come rappresen-tante di un reparto dell’8° RgtAlpini ad una gara di corsa inmontagna, moriva per collassocardiaco, a soli 23 anni.

Due giovani di Vidor, duedestini simili, uniti dalla stessasorte. Da una parte mettersi adisposizione per una missione,dall’altra rispondere ad unachiamata.

Ma come sappiamo, come cihanno sempre insegnato e dimo-strato…

Gli Alpini sono tuttiVolontari!

Gruppo Alpini Vidor

Il quarto posto assoluto ènostro, oltre al trofeo per ilGruppo più numeroso… consomma gioia del nostro nuovoCapogruppo e degli Alpini tut-ti.

Ma ancora più importante,per noi, è la vittoria del trofeoche mette in gara Vidor e Col-lalto.

Il trofeo memorial LivioManzano mette in competizio-ne il punteggio raggiunto dalmiglior tiratore del Collalto e ilmigliore del Vidor.

E anche stavolta abbiamovinto noi!

Avversari per un giorno…per suggellare nuovamentel’Amicizia.

Al ritorno non poteva man-care la tappa a Bordano, doveci aspettavano gli altri Amici…

UN ALTRO SPLENDIDO RISULTATO

Un’amicizia nata nel lonta-no ’76, al tempo del terremotodel Friuli, quando il nostroGruppo è partito in soccorso allapopolazione.

Anche quest’anno il risulta-to si dimostra all’altezza delleaspettative…

Meraviglioso!Non volevamo più tornare a

casa…Una giornata intensa e bel-

lissima, non vediamo l’ora arri-vi il prossimo appuntamento.

Gruppo Alpini Vidor

Scarponcini & stelle alpine

Le nostre congratulazioni anche al nostro Vice capo-gruppo Raffaele Bressan che saluta la sua prima nipoti-na GIULIA figlia di Dario (anche lui nostro socio) e di Ta-nia. La notizia della nascita è giunta durante l’adunata diTorino e questo ha alimentato ulteriormente i brindisi.

(segue a pagina seguente)

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L’Alpin del PiaveN. 1 - Luglio 2011 27

SacraboldoSLAPAROTO: Valdobiàdene, tu l sa, l é bén grànt èh!, ma

anca TORINO a l é an bèl paesòt.

SACRABOLDO: Gràzhie tant, l é stata na zhità Capitale d’Ita-lia, magari par poc, ai ténpi de Caribàldi, Massìni,Cavour e conpagnìa bèla. Al dì de n co, insieme deMilàn, l é la Capitale de l Industria.

SLAP.: E de i cicolatìn, boni che me pì. Ma anca i grissini i èboni: ghe n ò magnà de quéle spanzhàde co l for-mai de càora. E anca co quél invecià sot al péver.Ma boni altretànt co quel de féda, oltre che de vàca,a le èrbe, a la mufa e sòi mi ché. Naturalmente, sprin-gadi co l Prosecco, 1 euro al calice, prèzho aduna-ta.

SACR.: O’ sentìst dir, sì, da altri alpini che i se à catà bén coi prèzhi.

SLAP.: Almanco quéla! Co le scarpinàde che ne à tocà far.Zhità granda, ciò, zhità granda: strade larghe, pionboe squàra, tre corsìe, alberature in banda co percorsipedonai, sotopòrteghi, negozhi, bar. Ma màsa cèi!O màsa tanti alpini che féa la coa pa ndàr su quelposto: diése, quìndese metri da par tut.

SACR.: I me à contà che Alberico, capèl sbuferà da veciotenente, l è un de i pochi che pol vantarse de èsserndàt a farla, co 0,60 euro, te l Palazzo Reale de To-rino. Ma anca là: coa; solamente che lu l à abù for-tuna, parché, al primo piano de l gruppo servizi, supa la scala de quéle moderne in grigliati de fèro, noi podéa mandar le fémene, co i òmi sot a ... vardàrParigi.

SLAP.: Bona questa, al la contéa sénpre anca me nono:véder Pariji, pa alùder a le ... modestie de le tose.

SACR.: Al dì de nco no i fa tanti conplimenti eh, i le òlta doe basta; lore consenzhienti, naturalmente. Ma ancano, purtròpo.

SLAP.: Canbiando descorso, atu vist che pàca de dénte?Mai vist na fola conpagna in tante adunate, a tacàrda la prima de Roma, àno 1954.

SACR.: Sarà anca par via de l 150° de l Italia unita, saràparché, proprio a Torino, tachéa l Giro d’Italia, stade fato che fora pa le strade no tu podéa logarte.Almanco cussì i contéa, dato che i alpini, de solito,oltre che alegrìa i porta anca bèl ténp. A la faccia dele prevision metereologiche, del bon Bernàca e tutala so esilarante disendenzha. Tant mèjio i cài de menona Catina e, come igrometro, la porta de la stalache se sgionféa e russéa par tèra.

SLAP.: I alpini, se l è par quéla, tra lori, amizhi e parent iporta anca na barca de schèi, oltre che cori, bandee fanfare.

SACR.: Si, ma anca tricolori e na s-cianta de amor de Pa-tria, oltre che l piazher de star assiéme.

SLAP.: A i alpini ghe ol fàrghe n monumento. Ma: chi selòda, se sbròda .....

SACR.: .... e lora canbion descorso n altra òlta. E anca inpremura, parché ghe ol stanpàr al jiornal e come alsolito – cioè, sénpre – i grupi tardiva a mandar almaterial da inpajinar.

SLAP.: Si, magari co zhénto fotografie da méter sù (che leriva senpre dopo de i artìcoi. Ndr) e te sconpàjinatut al “menabò”.

SACR.: Elo che sto menabò? Na cavézha de novo tipo? Mison restà a quéle de corda che doperéa i contadinco ndéa a jiutàrghe a aràr a poro Oreste Oregna.Solamente che i so cavài i avéa n antro pàsso de ibò e l èra n poc difìzhile sincronisàrli.

SLAP.: L èra n spetàcol, però, vardarli, co i bocéte drio lvarsor a cior su “bìgoi” e, co l èra séra, mal de schénada vénder.

SACR.: Mi, l mal de schéna, l ò anca de matina mi! E sén-zha cior su bìgoi.

SLAP.: Ti tu me la conta, ti. Ma a mi me màca i denoci dano poder caminar.

SACR.: E lora nòda, tant, sta pora Italia l è “un mare di guai”,ma speron de riméterse e ndàrghe fòra in premura.W l’Italia lo stesso!

Scarponcini & stelle alpineIl Gruppo Alpini si congratula con Bis Nonno Paolo

Rasera, il socio più anziano del nostro Gruppo, per l’ar-rivo della pronipote GIULIA, figlia della nipote Tamara edi Nicola Ghizzo.

La famiglia alpina in casa Contessotto si allarga an-cora, tante felicitazioni al nostro Vice Capogruppo Ubal-do Contessotto per la nascita della nipotina ISABEL fi-glia di Michelangelo e di Nicoletta.

Ci congratuliamo con il nostro consigliere SergioGhizzo (nonno), il nostro socio Enrico Ghizzo (papà) e lamoglie Angela per l’arrivo di una bellissima bambina dinome ANASTASIA.

Nuovo fiocco azzurro nella famiglia dell’alpino OddoAgostinetto e della nonna Luigina. Il loro figlio Marcocon la gentile consorte Elena Vanzin, insieme alla loroprimogenita Gioia, annunciano la nascita di SAMUELEavvenuta il 10 giugno 2011.

Si congratulano del lieto evento anche i nonni materniRiccardo e Nicoletta.

Al piccolo SAMUELE i migliori auguri da parte delgruppo alpini.

Ci auguriamo che dopo tutte queste stelle alpine pros-simamente arrivi anche qualche scarponcino…

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L’Alpin del Piave28 N. 1 - Luglio 2011

AUGURI

A

TUTTI

150

PASQUE

ITALIANE

1861 - 2011