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STUDIO DI PREFATTIBILITA’ AMBIENTALE RAA_REL_03 RIMINI ACQUA ARENA

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STUDIO DI PREFATTIBILITA’ AMBIENTALE RAA_REL_03

RIMINI ACQUA ARENA

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Studio di perfettibilità ambientale – RAA_REL_03

Progetto Preliminare RIMINI ACQUA ARENA

30/06/2014

Committente: Rimini Fiera S.p.A via Emilia, 155 47921 Rimini (RN) tel. 0541 744111 fax. 0541 744200

Progettazione architettonica e coordinamento generale mijic architects corso d’Augusto, 181 47921 Rimini tel. 0541 21846 fax 0541 708060

Progettazione impiantistica Studio TI via Flaminia, 138 47923 Rimini tel. 0541 303611 fax 0541 384000

Progettazione paesaggistica Paisà associati via Alberoni, 4 48121 Ravenna tel. 0544 217311

Progettazione strutturale Studio Sarti via Circonvallazione meridionale, 54 47923 Rimini tel. 0541 780491 fax 0541 781371

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Indice

PREMESSA.................................................................................................... 4

1 PROGETTO ........................................................................................... 5

2 RIFERIMENTI ATTUATIVI..................................................................... 7

2.1 PTCP, PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE,............................ 7 2.2 PSC, PIANO STRUTTURALE COMUNALE......................................................................... 8 2.3 RUE, REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO............................................................. 10 2.4 PUC, PIANO UNITARIO CONVENZIONATO..................................................................... 12 2.5 PRG, PIANO REGOLATORE GENERALE ........................................................................ 13 2.6 LOTTO DI INTERVENTO.................................................................................................... 14

3 ANALISI DELLO STATO DI FATTO ................................................... 16

3.1 PAESAGGIO E SISTEMA INSEDIATIVO........................................................................... 16 3.2 LO STATO DI FATTO DEL SITO........................................................................................ 20

3.2.1. Analisi della vegetazione......................................................................................... 24 3.2.2. Analisi movimenti terra ............................................................................................ 28

4 INDAGINE PRELIMINARE AI FINI DELLA VALUTAZIONE PREVENTIVA DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE ............................ 29

4.1 DETERMINARE SULLE COMPONENTI AMBIENTALI.SISTEMA DEI PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI .................................................................................................................. 29 4.2 MONITORAGGIO DELLA PROPOSTA PROGETTUALE.................................................. 31

5 FATTIBLITA’ E SOSTENIBILITA’ DELL’INTERVENTO .................... 33

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PREMESSA Il presente Studio di Perfettibilità Ambientale riguarda il Progetto Preliminare del nuovo complesso Acqua Arena di Rimini. Lo studio di perfettibilità ambientale è stato redatto ai sensi del D.P.R. 207/201, art. 20. Più in particolare, esso si prefigge di verificare la compatibilità del progetto e dell’intervento proposto con quanto previsto dagli strumenti urbanistici di livello sovracomunale, la conformità con il regime vincolistico esistente e lo studio dei prevedibili effetti che tali opere possono avere sull’ambiente e sulla salute dei cittadini. Lo studio approfondisce e analizza dunque le misure atte a ridurre gli effetti negativi che l’intervento può avere sull’ambiente e sulla salute dei suoi abitanti, e a migliorare la qualità ambientale e paesaggistica del contesto territoriale. Nella redazione dell’ipotesi progettuale si è quindi tenuto conto degli esiti delle indagini preliminari, delle caratteristiche dell’ambiente interessato dall’intervento, sia in fase di cantiere sia in fase di esercizio, della natura delle attività e delle lavorazioni necessarie all’esecuzione dell’intervento, nonché dell’esistenza di eventuali vincoli sulle aree interessate. La relazione di fattibilità ambientale, considerando la morfologia del territorio e l’entità dell’intervento, comprende sommariamente le seguenti fasi di lavoro: - Verifica di compatibilità dell’intervento con le prescrizioni di eventuali vincoli

paesaggistici, territoriali ed urbanistici sia a carattere generale che settoriale, compreso la verifica dei pareri espressi dalle amministrazioni interessate e/o amministrativi di compatibilità dell’intervento con l’ambiente;

- Studio sugli effetti derivanti dalla realizzazione dell’intervento che potrebbero produrre

conseguenze sull’ambiente e sulla salute dei cittadini; - Illustrazione delle ragioni della scelta del sito e della soluzione progettuale proposta.

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1 PROGETTO Il progetto prevede la realizzazione di un nuovo impianto sportivo che racchiuda al suo interno diverse funzioni ed attività tra le quali zona piscine, area fitness, zona spa e ristoro; I principali obiettivi sono: - Creazione di uno spazio integrato a servizio dell’insediamento dove svolgere attività di

interesse collettivo, di ricreazione e tempo libero, che possa diventare luogo di incontro e di scambio degli abitanti dell’area urbana;

- Destinazione di un’area a parcheggio sistemata a verde con ca. 60 p.a. ; La superficie complessiva dell’intera area è pari a 7.523,00 mq. Il nuovo edificio dell’Acqua Arena, che prevede una Superficie Utile Lorda massima di 3500 metri quadrati, dovrà comprendere al suo interno, non solo gli spazi comunemente conosciuti per un impianto natatorio, ma dovrà essere arricchito di una serie di funzioni che lo rendano un edificio con valenza polifunzionale. L’idea è quella di costruire un “polo dello sport e del benessere”. Questa scelta è di importanza strategica per la sopravvivenza, l’attrattività e la redditività dell’opera. Riassumendo per macroaree il progetto dovrà prevedere una zona dedicata alle piscine, una dedicata ad un centro benessere e una dedicata al fitness. Assieme a queste attività, comprese di tutti i relativi spazi accessori, dovrà trovare posto anche un’area ristoro e delle pertinenze esterne relative alle diverse funzioni. Le diverse attività dovranno inoltre poter lavorare, all’occorrenza, in maniera distinta, secondo orari, esigenze ed eventi.

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Planivolumetrico dell’area

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2 RIFERIMENTI ATTUATIVI Il presente capitolo è finalizzato ad evidenziare la conformità del progetto ai vincoli e agli strumenti programmatici territoriali ed urbanistici insistenti sull’area. I singoli approfondimenti si prefiggono l’obbiettivo di mostrare sia lo stato normativo vigente sia i disegni di varianti a cui il progetto fa riferimento. In particolare, i piani, gli strumenti di pianificazione e la normativa oggetto di analisi sono stati: - PTCP Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale 2007 Variante 2012; - PSC Piano Strutturale Comunale; - RUE Regolamento Urbanistico Edilizio; - PUC Piano Unitario Convenzionato; - PRG Piano Regolatore Generale;

2.1 PTCP, PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO PROVINCIALE,

La Provincia di Rimini ha approvato, con la delibera di Consiglio Provinciale n. 12 del 23 aprile 2013, la variante al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale comprensiva dell’estensione del Ptcp 2007 al territorio dell’Alta Valmarecchia, del recepimento delle disposizioni vigenti in tema di tutela delle acque e della carta forestale aggiornata per tutto il territorio provinciale. Con l’approvazione della variante la Provincia di Rimini dispone oggi di un piano unitario, omogeneo e coordinato con la pianificazione sovraordinata per tutto il territorio provinciale e ha definito il necessario quadro di riferimento, condiviso con la Regione Emilia Romagna, per l’adeguamento degli strumenti urbanistici dell’Alta Valmarecchia ai disposti della legge urbanistica regionale 20/00, in attuazione dell’Accordo territoriale sottoscritto il 29 dicembre 2010. La variante entra in vigore dalla pubblicazione dell’avviso di avvenuta approvazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna dello 8 maggio 2013. Dall’analisi dei vari allegati al PTCP si evince che l’area in oggetto di proposta di analisi non presenta vincoli paesaggistici che richiedano un approfondimento di questo ambito normativo.

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2.2 PSC, PIANO STRUTTURALE COMUNALE

Il nuovo strumento urbanistico, disciplinato dall'art. 28 della L.R.20/2000, rappresenta lo strumento di pianificazione urbanistica generale che delinea le scelte strategiche e strutturali di assetto, di sviluppo, di tutela dell'integrità fisica ed ambientale e l'identità culturale del territorio comunale in coerenza con il Quadro Conoscitivo e con gli esiti della VALSAT. Il PSC si conforma alle prescrizioni e ai vincoli e dà attuazione agli indirizzi e alle direttive contenuti nei piani territoriali sovraordinati nonché a quanto stabilito dagli accordi territoriali. Inoltre definisce quali fabbisogni insediativi potranno essere soddisfatti dal POC, fissando limiti e condizioni di sostenibilità degli interventi e delle trasformazioni; individua le infrastrutture e le attrezzature di maggiore rilevanza definendo i criteri di massima per la loro localizzazione. Nelle figure, di seguito allegate, si riportano gli stralci degli elaborati che costituiscono il PSC, in cui ricade l’area di intervento. Dallo stralcio della Tavola delle “Strategie di qualificazione del territorio” PSC.2 si evince che l’area di intervento è identificata con la dicitura Grandi funzioni sovracomunali (poli funzionali) che si allinea con il principio guida della progettazione e dell’ubicazione territoriale. L’area è inoltre affiancata da un sistema definito come Linea di forza del trasporto pubblico mare-entroterra rafforzando quindi la scelta di posizionare un servizio pubblico in contatto con questo tipo di percorribilità.

Estratto tavola PSC 2_Strategie di qualificazione territoriale Nell’allegato che segue “Schema di assetto della mobilità e ambiti normativi” PSC.3 viene ulteriormente evidenziato che l’area in oggetto è classificata come area per Grandi funzioni sovracomunali (poli funzionali). Dall’elaborato riportato di seguito si evidenzia inoltre la centralità dell’intervento rispetto al sistema di mobilità complessivo e alle connessioni con il parco limitrofo oltre che con il Nuovo Palacongressi di Rimini.

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Estratto tavola PSC 3_Schema di assetto della mobilità e ambiti normativi Dalla seguente immagine, estratta dall’elaborato “Carta delle potenzialità archeologiche” PSC 1.5a, si riscontra che l’area in oggetto ricade all’interno di un’area a basso Grado di potenzialità archeologica.

Estratto tavola PSC 1.5a_Carta delle potenzialità archeologiche

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2.3 RUE, REGOLAMENTO URBANISTICO EDILIZIO

Il nuovo strumento urbanistico, disciplinato all'art.29 della L.R.20/2000, rappresenta lo strumento di pianificazione urbanistica che disciplina le attività di costruzione, di trasformazione fisica e funzionale e di conservazione delle opere edilizie, ivi comprese le norme igieniche di interesse edilizio, nonché la disciplina degli elementi architettonici e urbanistici, degli spazi verdi e degli altri elementi che caratterizzano l’ambiente urbano. Il RUE, in conformità alle previsioni del PSC, stabilisce la disciplina generale relativa alle trasformazioni negli ambiti consolidati e nel territorio rurale, gli interventi diffusi sul patrimonio edilizio esistente sia nel centro storico sia negli ambiti da riqualificare, le modalità di intervento su edifici e impianti per l’efficienza energetica e le modalità di calcolo degli eventuali incentivi per il raggiungimento di livelli prestazionali superiori al requisito minimo di prestazione energetica previsto dalle norme in vigore, nonché gli interventi negli ambiti specializzati per attività produttive. Dallo stralcio della Tavola “Ambiti urbani, dotazioni territoriali e territorio rurale” RUE 1.8 l’area in analisi rientra negli articoli 4.5.3. Poli funzionali e art 18 LR 20/2000 Perimetri di Accordi di Pianificazione che descriviamo di seguito. Entrambe gli articoli ammettono la possibilità di realizzare l’intervento descritto.

Estratto tavola PSC 1.5a_Carta delle potenzialità archeologiche Art. 4.5.3 – Poli funzionali (APF)

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1. Descrizione : ambiti individuati dal PSC come Poli funzionali in essere o previsti. 2. Obiettivi: consentire per intervento diretto gli ordinari interventi necessari alla funzione in essere, salvo disciplinare gli interventi di trasformazione o sviluppo più complessi. in sede di POC, a seguito di specifico Accordo Territoriale 3. Tipi di intervento edilizio ammessi: fermo restando il rispetto delle norme di tutela del PSC, e fermo restando che sugli edifici di interesse storico-architettonico o pregio storico-culturale e testimoniale sono ammessi soltanto gli interventi ammissibili secondo le specifiche categorie di tutela di cui al Capo 4.1, sugli altri edifici sono ammessi i seguenti interventi: - MO, MS, RRC, RE, D; tutti gli interventi che siano previsti in PUA, in Accordi di

Programma o in progetti di opere pubbliche e private già approvati, o di cui sia stato avviato l’iter di approvazione in data antecedente all’adozione delle presenti norme, e relative varianti in corso d’opera.

- la realizzazione di nuovi impianti o altri manufatti non configurabili come edifici ad integrazione di impianti e attrezzature preesistenti;

- eventuali permessi di costruire in deroga nei limiti e con le modalità di cui all’art. 15

della L.R.31/2002.. 4. Destinazioni d’uso e cambi d’uso : Negli edifici esistenti ovvero già oggetto di programmi o progetti in corso sono ammesse tutte le destinazioni d’uso coerenti o complementari con la funzione e le attività di ciascun polo funzionale come descritte nel PSC. E’ ammesso l’uso c4. Art.18 LR 20/2000 - Accordi con i privati (sostituiti commi 1 e 2, modificati commi 3 e 4 da art. 24 L.R. 6 luglio 2009 n. 6) 1. Gli enti locali possono concludere accordi con i soggetti privati, nel rispetto dei principi di imparzialità amministrativa, di trasparenza, di parità di trattamento degli operatori, di pubblicità e di partecipazione al procedimento di tutti i soggetti interessati, per assumere in tali strumenti previsioni di assetto del territorio di rilevante interesse per la comunità locale condivise dai soggetti interessati e coerenti con gli obiettivi strategici individuati negli atti di pianificazione. Gli accordi possono attenere al contenuto discrezionale degli atti di pianificazione territoriale e urbanistica, sono stipulati nel rispetto della legislazione e pianificazione sovraordinata vigente e senza pregiudizio dei diritti dei terzi. 2. L'accordo indica le ragioni di rilevante interesse pubblico che giustificano il ricorso allo strumento negoziale e verifica la compatibilità delle scelte di pianificazione concordate, secondo quanto previsto dal comma 3 dell'articolo 3. 3. L'accordo costituisce parte integrante dello strumento di pianificazione cui accede ed è soggetto alle medesime forme di pubblicità e di partecipazione. La stipulazione dell'accordo è preceduta da una determinazione dell'organo esecutivo dell'ente. L'accordo è subordinato alla condizione sospensiva del recepimento dei suoi contenuti nella delibera di adozione dello strumento di pianificazione cui accede e della conferma delle sue previsioni nel piano approvato. 4. Per quanto non disciplinato dalla presente legge trovano applicazione le disposizioni di cui ai commi 2, 4 e 5 dell'art. 11 della Legge n. 241 del 1990.

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2.4 PUC, PIANO UNITARIO CONVENZIONATO

Il PUC attuale, elaborato nel 2005 ha tenuto conto delle previsioni a suo tempo concordate per la realizzazione del Nuovo Palacongressi di Rimini sul lato nord della via della Fiera, mentre sul lato sud si prevedeva un Auditorium e una zona residenziale / direzionale. In mancanza delle disponibilità di realizzazione del nuovo Auditorium si è concordato tramite la recente modifica di accordo di programma la trasformazione dell’assetto urbanistico prevedendo un area di 7500 m2 per la collocazione della nuova Acqua Arena mentre la restante area di ca. 28500 m2 sarà dedicata ad uso commerciale, direzionale / residenziale e parcheggi.

Il PUC redatto nell’anno 2005

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Si riporta di seguito l’art.2 OGGETTO E FINALITA’ DELL’ACCORDO presente all’interno del documento “Modifica ed integrazione all’Accordo di Programma inerente la realizzazione del nuovo Centro Congressi di Rimini” TRA : - la Provincia di Rimini - il Comune di Rimini - la Camera di Commercio di Rimini - Rimini Fiera S.p.A. - la Società Palazzo dei Congressi S.p.A. - Rimini Congressi S.r.l. “ Il presente Accordo intende perseguire le finalità proprie dei precedenti Accordi, di cui

costituisce modifica ed integrazione, ponendosi gli obiettivi sia della riqualificazione

urbanistica delle aree di cui al comparto ove è stato realizzato il nuovo Palacongressi

(schede di progetto 8.11 e 12.1 del vigente P.R.G.) e del comparto di Via Emilia (scheda

7.3a) e sia, nel contempo, in ragione della mancata attuazione delle previsioni relative alla

costruzione dell’Auditorium e dell’interesse pubblico, rappresentato dal Comune di Rimini,

alla realizzazione nel medesimo comparto di un impianto sportivo pubblico denominato

“Acquarena”.

Pertanto costituisce principale obiettivo del presente Accordo portare a compimento la

riqualificazione urbanistica di dette aree, modificando le attuali previsioni urbanistiche,

prevedendo la realizzazione del citato impianto sportivo “Acquarena” e rimodellando le

destinazioni d’uso dei nuovi insediamenti al fine di assicurare una razionale e coerente

organizzazione territoriale e livelli prestazionali di qualità tali da garantire la sostenibilità

ambientale e territoriale sia dell’ambito urbano ove, oltre al già realizzato Nuovo Centro

Congressi, verrà insediato il nuovo impianto sportivo “Acquarena” e sia dell’area di via

Emilia.”

2.5 PRG, PIANO REGOLATORE GENERALE

L’area in questione è attualmente sottoposta ad una VARIANTE del PRG qui sotto riportata,

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che identifica l’area per l’intervento pubblico sul lato nord-est dell’area complessiva del vecchio Centro Congressi.

Stralci tavole 3.8 e 3.12 variante al PRG

2.6 LOTTO DI INTERVENTO

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L’area a disposizione per il progetto della Nuova Acqua Arena con i suoi 7500 m2 complessivi è collocato sul lato nord est del lotto complessivo e quindi corrispondente alla collocazione indicata nella variante del PRG. La suddivisione interna dell’area complessiva sarà aggiornata nel nuovo PUC, che includerà tutte le funzioni e la loro suddivisione indicati nella modifica di accordo di programma.

Inquadramento generale del lotto e dell’area di progetto

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3 ANALISI DELLO STATO DI FATTO

3.1 PAESAGGIO E SISTEMA INSEDIATIVO

L’area oggetto d’intervento è inserita in un ambito di tipo periurbano. La presenza di un edificato di tipo misto (residenziale e produttivo), nonché l’esistenza di aree agricole, a ridosso del lago di cava, rappresentano gli elementi caratterizzanti di questa parte di territorio riminese. L’ambito d’intervento, interessato dalla costruzione della nuova Acqua Arena in sostituzione del complesso fieristico dismesso, infatti, si configura come elemento di snodo tra il territorio naturale ed il territorio costruito. Verso il mare il territorio è caratterizzato da un forte inurbamento e dalla presenza di un parco urbano attrezzato. Verso monte sono rimasti degli spazi non edificati attualmente ad uso agricolo, coltivati a seminativo semplice, attualmente oggetto di espansione residenziale, come previsto dagli strumenti urbanistici vigenti. Dalle planimetrie storiche si evincono le trasformazioni della città di Rimini, anche in relazione all’area di progetto: si noti soprattutto l’importanza del Torrente Ausa che attraversava l’area, e fungeva da importante elemento di collegamento tra l’area montana e quella marittima.

Veduta prospettica del XVIII secolo tratta da “Civitas Orbis Terrarum” di Braun e Hogenberg

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Pianta storica di C.G. Fossati 1790 La planimetria del 1790 consente una lettura del nucleo antico del tessuto urbano: si evidenzia in particolare l’asse della Flaminia che con il cardo dà luogo alla struttura ortogonale della città. Evidente al margine delle fortificazioni il torrente Ausa.

Pianta storica del 1927

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La pianta mette in luce l’ampliamento della città, lo sviluppo di nuovi quartieri urbani, nuove piazze, nuovi assi di penetrazione verso il mare e verso l’area d’intervento. E’ chiaramente leggibile la spaccatura che crea la ferrovia tra l’antica città e la nuova. Nella zona a ridosso del Torrente Ausa viene completamente edificato il quartiere ferroviario ed emerge ormai saturo il quartiere marittimo.

Planimetria del 1948 L’immagine sintetizza il processo di urbanizzazione del territorio riminese. Nell’area oggetto dell’intervento emerge l’area delle Fornaci Fabbri, per la realizzazione di laterizi. Con la deviazione del Torrente Ausa l’alveo originario è stato tombinato e adibito a Parco Pubblico. Fino ai primo anni del 900 la città di Rimini presentava una struttura fortemente legata ai corsi d’acqua. Oltre agli altri fiumi, il Torrente Ausa rappresentava il margine Sud del centro storico: oggi dall’immagine aerea emerge la forza del verde che si appropria sempre più dei vuoti lasciati dall’acqua, legandosi a tutti gli spazi aperti della città. Il progetto per la Nuova Acqua Arena genera nuove potenzialità per la città di Rimini: andando a potenziare il sistema già presente attorno al nuovo Palacongressi, alla vasta area urbana e alla fascia di verde che, fiancheggiando l’Arco di Augusto, attraversa la città arrivando fino alle spiagge. Un collegamento importante si istaura con il sistema parco e con le connessioni ciclo-pedonali dotate di valore ambientale e funzionale in grado di valorizzare a sua volta gli spazi che attraversa.

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Un Raggio Verde per Rimini

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3.2 LO STATO DI FATTO DEL SITO

Per proteggere la città dalle frequenti inondazioni negli anni ’50 venne messa a punto la costruzione del ‘deviatore Ausa’ a monte del centro urbano, la tombinatura del torrente stesso fino al mare e conseguentemente la scomparsa del ponte. Tale scelta ha risolto l”ostilità” dell’acqua, ma ha al tempo stesso privato la città di un elemento naturale e paesaggistico. Attualmente il torrente Ausa è deviato e il suo tracciato è utilizzato come scolmatore in caso di necessità e come fognatura (acque bianche e nere) per l’intera zona.

Rimini 1926, il ponte sul Torrente Ausa L'intera area si trova ubicata in posizione adiacente al vecchio corso del torrente Ausa, poi intubato e deviato sul Marecchia, dunque è presumibile un assetto geologico dei terreni che vede la presenza di materiale alluvionale e permeabile a contatto con la falda freatica almeno per la zona più profonda del lago.

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Il lago di cava V° Peep Le aree libere adiacenti al futuro complesso dell’Acqua Arena sono attualmente riconducibili a due differenti ambiti: la parte a Nord di Via della Fiera, dove inizia la fascia verde ciclo-pedonale che, costeggiando il centro storico di Rimini arriva fino al mare e la presenza del nuovo Palacongressi affacciato al sistema del parco; l’area a Sud di Via della Fiera, attualmente occupata dal sedime dell’edificio fieristico dismesso, e dalla continuità con il Parco Ausa, che tramite la recente realizzazione del ponte sulla via della Fiera e il nuovo lago continua senza interruzione fino al lago di cava.

Il lago di cava

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Da rilievi topografici e sopralluoghi si sono valutate le caratteristiche e lo stato di conservazione delle alberature esistenti, al fine di valutare gli interventi a carico di tale patrimonio arboreo. In generale il progetto intende salvaguardare le alberature presenti, integrandole con nuovi soggetti in grado di valorizzare l’assetto paesaggistico del parco rispettando il carattere naturaliforme dell’area verde limitrofa. Le specie presenti sono per lo più Pinus pinea, Quercus ilex, Populus sp., Celtis australis, Eucaliptus sp. , e Salix spp., in forma arborea ed arbustiva, lungo le sponde del lago di cava dove ricca è la vegetazione igrofila. Le sponde del lago della Cava sono già sistemate a parco urbano con percorsi ciclo-pedonali in asfalto e stabilizzato, arredi e punti di affaccio sull’acqua, il progetto intende relazionarsi al meglio con il patrimonio esistente e con il sistema di connessioni del parco stesso.

Scorcio dell’area dal parco con vista edificio attuale L’area attualmente si presenta come un sistema disgiunto rispetto al parco che la circonda non creando connessioni con esso. La volontà del progetto sta proprio nella possibilità di creare una nuova struttura che possa relazionarsi in maniera diretta con le connessioni ciclo-pedonali presenti creando una nuova funzione attiva per il parco stesso.

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Scorcio dell’area dal parco con vista edificio attuale

Scorcio dell’area da Via della Fiera

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3.2.1. ANALISI DELLA VEGETAZIONE

Le specie vegetali che si possono osservare nel Parco richiamano la flora esistente, rappresentando un episodio di continuità ambientale ed ecologica, arricchendo l’area con essenze caratterizzate da fioriture e particolari colorazioni autunnali, che rendono il Parco vitale e fruibile in tutte le stagioni. L’analisi del sistema vegetazionale ha permesso di comprendere meglio la direzione del progetto paesaggistico per il complesso Acqua Arena che cerca di connettersi in maniera funzionale con il parco Ausa. Tra le specie evidenziate nelle aree circostanti troviamo: Pinus pinea (pino domestico) Albero tipico della flora mediterranea, il pino domestico (Pinus pinea) è caratterizzato dalla tipica chioma a forma di ombrello che lo rende particolarmente familiare e riconoscibile. Appartenente alla famiglia delle Pinaceae è una bella pianta che raggiunge fino i 25 m di altezza. La corteccia del tronco sinuoso di colore rosso bruno è divisa da larghe squame di una forma romboidale. Le foglie sono persistenti, di colore verde scuro, aghiformi riunite a due, abbastanza rade sui rametti, lunghi 10-15 cm, non pungenti. I frutti sono rappresentati da pigne solitarie o a due, grandi da 12 a 15cm, ad apice arrotondato. A maturità (verso i 3 anni) liberano i tipici semi detti pinoli. Quercus ilex (leccio) Quercia sempreverde, può raggiungere gli 8-15 m di altezza; è dotata di chioma irregolare, fitta e corteccia liscia. Il tronco singolo o diviso alla base è caratterizzato da un legno duro e compatto. La corteccia nerastra, lievemente screpolata, squamosa ben contrasta con le foglie ovato-lanceolate, di colore verde scuro, lucide nella pagina superiore e più chiare e tomentose in quella inferiore. I frutti (ghiande) sono molto apprezzati dalla fauna. E’ un tipico costituente, se non il principale, della macchia mediterranea. Per la robustezza, la resistenza all’inquinamento e alla potatura, nonchè per l’aspetto imponente, il Leccio ha raggiunto una grande diffusione anche come pianta ornamentale per viali e giardini e parchi. Populus alba (pioppo bianco) Appartenente alla famiglia delle Betulaceae, è un’elegante albero caducifoglie che raggiunge grandi dimensioni, contraddistinta da una rapida crescita che la porta a superare i 25 m di altezza. La chioma è ampia e regolare , la sua corteccia grigio scuro rimane per lungo tempo liscia e punteggiata da piccole lenticelle suberose; successivamente diviene più scura e solcata longitudinalmente. Le foglie, sorrette da un picciolo depresso lateralmente lungo fino a 5cm., hanno una forma ovale o rotondeggiante irregolarmente lobata (4-8cm). La pagina fogliare superiore è lucida, di colore verde scuro, mentre quella inferiore, come i getti giovani, è ricoperta da una fitta pelosità biancastra. Cresce su suoli incoerenti, limosi-argillosi, che rimangono umidi tutto l'anno ma senza subire regolari inondazioni. I pioppi sono essenziali nell'azione di consolidamento degli argini dei fiumi, in relazione anche all'ampia estensione dell'apparato radicale che si dirama dalla pianta madre per oltre venti metri Salix alba (salice bianco) Il salice bianco è un albero caduco, a crescita rapida, ma non molto longevo, che raggiunge i 15-20 metri di altezza, con un tronco di diametro massimo di 50-60 cm; la corteccia é grigio-scura con profonde fessure longitudinali. Ha una chioma allargata, con rami spesso

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arcuati e ricadenti; le foglie sono grigio-argento, particolarmente belle alla luce del sole, del quale ne riflettono i raggi. Esse sono lunghe e sottili, con una leggera peluria sulla pagina inferiore. In marzo compaiono i fiori, contemporaneamente alle foglie, quelli maschili sono amenti giallastri, quelli femminili sono più piccoli e verdastri. In giugno maturano i frutti, capsule di semi che vengono sparsi dal vento con una peluria bianca chiamata pappo. Sono alberi particolarmente adatti ad abitare gli argini dei corsi d'acqua, e per questo assumono particolare importanza nell’azione di consolidamento delle rive, limitando i danni in caso di frane. La caratteristica del legno di queste piante, soprattutto delle radici, è quella di possedere la proprietà di non marcire con la permanenza in terreni saturi di umidità e per questo tali specie sono privilegiate nel rimboschimento di zone paludose o acquitrinose. Quercus cerris (cerro) Il cerro ha un portamento spiccatamente arboreo. Il fusto, dritto, arriva fino a 30m di altezza. E’ una bella pianta ornamentale, caratterizzata da chioma da piramidale a globosa, allungata, di colore verde opaco e dal tronco colonnare diritto con rami giovani pubescenti; la corteccia di colore bruno-grigiastro scuro, spessa, è profondamente fessurata in piastre compatte, rossastra nelle fessure, ruvida. Le foglie, caduche, di colore verde scuro e lucide, conferiscono alla chioma una particolare lucentezza. Assume particolare importanza ecologica poiché è una quercia che non avendo un tipo di legno molto apprezzato, è stata nel tempo sostituita con altre colture considerate economicamente più pregiate. Quercus petraea (rovere) Pianta autoctona della macchia mediterranea la rovere è una quercia caducifoglie di prima grandezza, che può superare anche i 30 m di altezza e raggiungere i 2 m di diametro. Ha il tronco eretto, slanciato; la corteccia grigio, solcata e fessurata. Le foglie, sono semplici, obovato-lobate di 8-12 cm, con picciolo di 1-3 cm ad inserzione alterna con un bel colore verde scuro lucido nella pagina superiore e più chiaro nella inferiore. E’ una specie molto longeva che si adatta bene a tutti i tipi di suolo. Viene utilizzata spesso a scopo ornamentale grazie al suo portamento ed all’apparato fogliare particolarmente bello. Prunus avium (ciliegio selvatico) Appartenente alla famiglia delle Rosaceae, il ciliegio selvatico è un albero rustico che cresce rapidamente con chioma piramidale che raggiunge i 15 m d'altezza. Il suo areale copre una fascia altimetrica piuttosto ampia: infatti lo si può trovare da 0-1200 m s.l.m. Esso è caratterizzato da fusto eretto e ramificato, corteccia rossastra liscia, sfaldantesi in strisce. Le foglie sono raggruppate in piccoli gruppi, picciolate, ovato – ellittiche, acute, con margine dentato. I fiori sono disposti in mazzolini, con cinque petali bianchi rotondi. Il frutto è una drupa quasi sferica, polposa, con un seme subsferico, molto apprezzata dall’avifauna. La funzione del ciliegio, quindi, oltre ad essere di tipo estetico-decorativo grazie alla fioritura primaverile molto ornamentale prima o assieme alle giovani foglie, sarà quella di incrementare l’avifauna, presente e potenziale. Cercis siliquastrum (albero di Giuda) Piccolo albero o arbusto deciduo, con chioma globosa espansa, irregolare, di colore verde cupo. In ambienti ottimali raggiunge i 10 m d’altezza e gli 8-10 m di diametro della chioma. Il tronco è un importante carattere ornamentale in quanto spesso tortuoso e di colore scuro. Il fogliame deciduo, è portato su lunghi piccioli, a lamina semplice, di forma tondeggiante, cuoriforme o reniforme e di colore verde chiaro che ben contrasta con il colore della corteccia. E’ una pianta molto apprezzata per l’abbondante fioritura molto ornamentale con fiori di colore rosa, raccolti in racemi brevi che fioriscono in marzo – aprile (prima dell’emissione delle foglie) sui rami più vecchi. I frutti che seguono i fiori sono baccelli di semi (legumi), molto numerosi, appiattiti e

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pendenti, che rimangono sulla pianta fino alla primavera successiva E’ molto rustico, ideale in forma isolata o in gruppo in piccoli giardini e nei parchi. Ligustrum lucidum (ligustro) E’ un elegante arbusto sempreverde, che raggiunge discrete dimensioni potendo superare i 5 m di altezza, viene frequentemente utilizzato con portamento ad alberello. Ha foglie semplici verde brillante, particolarmente lucide che conferiscono luminosità alla chioma. E’ particolarmente decorativo anche per la ricca fioritura in pannocchie bianche primaverili e per i grappoli di bacche violacee in autunno. Si presta a essere contenuto nelle forme e dimensioni volute con leggere potature. Non possiede particolari esigenze pedologiche e resiste bene alla siccità. Forma in gruppo bei cespugli sempreverdi che danno una bella nota di colore anche in inverno. Cornus sanguinea (corniolo) Il corniolo è un arbusto deciduo, con altezza di circa 2,5m. Ha un portamento eretto, elegante, con bellezza accentuata dal colore dei rami bruno-rossastri. Le foglie sono decidue, semplici, ovoidali, opposte con nervature ben evidenti assumono una colorazione appariscente, tipicamente rosse in autunno. I fiori sono bianchi, riuniti in infiorescenze ad ombrello o corimbo e fioriscono da maggio a luglio. I frutti sono costituiti da drupe prima rosse poi nerastre di 5-6 mm di sapore amaro e sgradevole . Anche la presenza di questo arbusto garantirà la biodiversità, costituendo una buona fonte di cibo per l’avifauna e garantendo al luogo una bella nota di colore autunnale grazie all’accesa colorazione delle foglie. Salix caprea (Salicone) Albero caducifoglio alto fino a 9 - 12 cm. La corteccia è di colore grigia e fessurata. I Rami eretti e divaricati, glabri, lucidi, sono di colore bruno o rossiccio. Le Foglie , spicciolate sono acute e dentellate, con una lamina ovato oblunga, di colore verde scuro. I Fiori, monoici, fioriscono da marzo a maggio; quelli maschili, molto grossi (2- 4 x 2 cm), sono densi e vistosi mentre quelli femminili (3 - 7 cm) risultano più lassi ed esili. E’ una specie eliofila, esige terreni freschi, ma si insedia anche in quelli pietrosi, con buona presenza d'acqua. Diffuso ovunque nell’Asia e nell’Europa in Italia è presente nelle zone pianeggianti fino a 1500 m. Populus nigra ‘italica’ (Pioppo cipressino) Appartenente alla famiglia delle Salicaceae, è un’elegante albero caducifoglie in grado di raggiungere l’altezza di 40 metri. Ha un portamento colonnare e fastigiato, con rami eretti, molto addossati al tronco e molto ravvicinati, che si dipartono fin dalla base. Le foglie si inseriscono mediante un picciolo lungo 3-5 cm, sui rametti lisci di colore inizialmente verde-giallastro, poi brunastro a maturità, portanti delle gemme brune e affusolate. La lamina fogliare è ovato-triangolare con nervatura di tipo penninervio. L’apice fogliare è molto appuntito, mentre il margine presenta una piccola ma regolare seghettatura. La pagina superiore si presenta liscia e di un bel colore verde brillante, quella inferiore è opacizzata, con nervature evidenti. La corteccia, notevolmente solcata, non presenta una elevata nodosità. A livello paesaggistico-ornamentale vengono generalmente utilizzati gli esemplari maschili, in quanto non producono i fastidiosi “piumini” derivanti dall’infruttescenza femminile , ed hanno un portamento più regolare ed omogeneo rispetto alle piante femminili. Ligustrum vulgare (Olivella) Arbusto le cui dimensioni rimangono contenute entro pochi metri di altezza, tende ad avere una chioma abbastanza espansa e cespugliosa. Possiede fusti eretti con rami ad andamento eretto, orizzontale o prostrato secondo le varietà e corteccia grigiastra. Questa essenza è caratterizzata da foglie caduche nelle zone più fredde, mentre in quelle temperate calde persistono sui rami. Le foglie sono semplici ed hanno inserzione opposta,

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mediante un brevissimo picciolo, su rametti bruno-verdastri tipicamente lenticellati. La lamina fogliare è ovale e lunga 2-3 cm nelle foglie alla base dei rami, mentre è lanceolata e lunga fino a 4-7 cm in quelle apicali; sono dotate di una evidente nervatura centrale e il margine è intero. I fiori sono bianchi e profumati a 4 petali di piccole dimensioni, riuniti in infiorescenze a pannocchia all’apice dei rametti. La fioritura avviene in primavera-estate. I frutti sono costituiti da bacche, nere a maturità, persistenti sulla pianta con diametro inferiore ad 1 cm. Il Ligustro è un arbusto molto utilizzato come pianta ornamentale sia per l’effetto decorativo ed elegante della chioma e della sua fioritura, sia per la sua rusticità e l’adattabilità ambientale. Cornus mas (Corniolo) Arbusto a foglie caduche originario dell’Europa e dell’Africa; a crescita molto rapida in età adulta può raggiungere i 5-7 m di altezza. Ha corteccia marrone, liscia, che tende a perdere ampie scaglie lasciando macchie di colore marrone-arancio; ha portamento tondeggiante, molto ramificato, con i primi rami che crescono a poche decine di centimetri dal terreno. Le foglie sono ovali, con margine ondulato, verde scuro, tendono a diventare giallo-rossastre in autunno, prima di cadere. Tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera produce numerose infiorescenze di colore giallo, simili a piumini, che si presentano prima delle foglie. In primavera inoltrata produce piccole bacche tondeggianti, commestibili, che maturano in luglio diventando rosso ciliegia. Arbutus unedo (Corbezzolo) Pianta dal portamento sia arboreo che arbustivo-cespuglioso, con chioma rada, molto irregolare e di forma varia. Raggiunge altezze variabili da 1-2 metri a 8-10 metri. Presenta un fusto eretto, contorto, ramificato spesso dalla base, con ramificazioni irregolari e portamento eretto o “aperto” quasi orizzontale. La scorza è bruno-rossastra e rugosa. Le foglie sono persistenti, semplici, con lamina coriacea oblunga e lanceolata, con apice acuto e margine seghettato; sono lunghe 7-12 cm, color verde scuro e lucide. Il Corbezzolo è una pianta con fiori ermafroditi riuniti in infiorescenze terminali a pannocchia pendula (di 6-10 cm). I singoli fiori sono bianco-giallastri larghi 5-10 mm e peduncolati. La fioritura si ha da ottobre a gennaio. Il frutto è rappresentato da una specie di bacca di colore giallo-rosso. Il Corbezzolo è spontaneo negli areali del centro-sud Italia dove fa parte della macchia mediterranea associato anche ad altri alberi e arbusti ma può essere utilizzato anche come pianta ornamentale

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3.2.2. ANALISI MOVIMENTI TERRA

Sezione Tipo zona Recinzione Attuale, lato sud verso il Lago di Cava L’area di progetto si raccorda al sistema del Parco attraverso un movimento terra che ha addolcito la sponda del lago rinforzando il contenimento dei percorsi distributivi. La Pista ciclabile è realizzata attraverso un contenimento di terra rinforzata addossata ad un’ulteriore muro di contenimento che stabilizza la conformazione del terreno prevalentemente argilloso con tendenza freatica. Il progetto prevede il raccordo con i percorsi attuali sfruttando le aree con minor dislivello cercando di lasciare inalterati i movimenti terra presenti in modo da ridurre per quanto possibile l’impatto ambientale durante la realizzazione dell’opera.

1. Stato di fatto: vista da nord, con indicazione dell’area di intervento 2. Stato di fatto: l'asse centrale

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4 INDAGINE PRELIMINARE AI FINI DELLA VALUTAZIONE PREVENTIVA DELLA SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE L'incidenza che l’intervento avrà sulle componenti ambientali può essere valutata con riferimento alla fase di cantiere ed alla successiva fase di esercizio; la prima è transitoria e durerà il tempo necessario alla realizzazione dei lavori, la seconda invece è permanente e va quindi valutata con maggiore approfondimento. Le azioni e i fattori di pressione che il progetto comporta sono i seguenti: a) azioni:

- realizzazione del cantiere edilizio; - realizzazione di attrezzature di interesse collettivo; - realizzazione di verde pubblico attrezzato; - realizzazione di fonti di energia alternativa; - realizzazione di opere di urbanizzazione primaria; - destinazione di nuove superfici per opere di urbanizzazione secondaria; b) fattori di pressione: - aumento della pressione antropica; - aumento del traffico. Nel seguito vengono analizzati gli effetti che le azioni e i fattori di pressione possono determinare sulle componenti ambientali

4.1 DETERMINARE SULLE COMPONENTI AMBIENTALI.SISTEMA DEI PRINCIPALI IMPATTI AMBIENTALI

La fase di cantiere che interessa il Progetto durerà per il tempo necessario alla realizzazione dei lavori. Al fine di identificare gli impatti sull’ambiente sono state individuate la principali attività che verranno svolte durante la fase di cantiere: � demolizione edificio esistente; � scavi e movimenti di terra; � riempimento; � fondazioni; � costruzione di edifici; � messa a verde; � asfaltatura strade; Il giudizio per le attività con potenziale impatto sull’ambiente è stato espresso verificando se ad esse sono associati miglioramenti delle condizioni ambientali o se, invece, il loro manifestarsi comporti un decadimento di esse. Per quanto riguarda la componente suolo e sottosuolo, vista la profondità degli scavi, si stimano impatti non significativi sulla stabilità geomorfologica dei versanti e sulla modifica degli equilibri preesistenti considerando anche lo stato di fatto. L’area presenta già un edificio con caratteristiche di maggiore impatto rispetto alla proposta progettuale, si

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consideri inoltre che attualmente quasi l’intera porzione di suolo interessata risulta impermeabilizzato . Per quanto riguarda l’accezione pedologica della risorsa suolo, i possibili impatti in fase di cantiere si ricollegano alla sottrazione o all’occupazione del terreno all’interno dell’area interessata, occupazione e sottrazione che possono essere temporanee e che saranno migliorative a progetto ultimato. Durante la fase di cantiere verranno prodotti rifiuti costituiti dalle terre e dagli inerti provenienti dagli scavi, che saranno tuttavia riutilizzati totalmente per le opere di sistemazione morfologica dell'area. Non si rilevano impatti a carico della componente ambientale acqua, in quanto non vi saranno sversamenti durante la fase di cantiere. Per quanto riguarda il comparto aria, si può ritenere che le fasi di demolizione, escavazione e riempimento hanno un lieve impatto in termini di produzione di polveri, che comunque risulta reversibile nei tempi di conclusione del cantiere. Inoltre tali impatti possono limitarsi provvedendo allo stoccaggio dei materiali polverulenti e alla bagnatura periodica dei cumuli all’aperto. Gli eventuali effetti sulla flora, sulla fauna e sulla biodiversità imputabili a questa fase, si potrebbero riscontrare nelle opere di taglio e rimozione della vegetazione esistente nell’area di intervento, all’emissione di gas combusti (legati esclusivamente al traffico indotto) e di polveri derivanti dalle operazioni di scavo e movimentazione terra. Per quanto riguarda l’emissione di gas combusti e di polveri, esse sono limitate nel tempo e nello spazio. Per quanto riguarda la flora e la fauna l’intervento prevede il mantenimento degli esemplari più significativi oltre che la messa in posa di cespugli, piante e alberi, che consentiranno la colonizzazione da parte di uccelli e l’ampliamento della zona a Parco. Non si rilevano impatti sui fattori climatici, in termini di clima acustico; i lievi impatti risultano comunque reversibili nei tempi di conclusione del cantiere. Il cantiere comporterà un lieve impatto anche sulla popolazione residente, in termini di rumore e di ingombro dell’area, tuttavia considerata la distanza tra la zona di intervento e le abitazioni esistenti, tali impatti risultano lievi e soprattutto reversibili. Non vi saranno impatti sulla salute umana. Per quanto riguarda la componente paesaggio, le principali attività di cantiere generano, come impatto, un’intrusione visiva a carattere temporaneo, dovuta alla presenza di scavi, cumuli di terre e materiali da costruzione. Al fine di attenuare le compromissioni della qualità paesaggistica legate alle attività di cantiere, saranno adottate le più idonee tecnologie e modalità operative per contenere la produzione di materiale di rifiuto, limitare la produzione di rumori e polveri dovuti alle lavorazioni direttamente ed indirettamente collegate all’attività del cantiere, fattori che comunque si configurano come reversibili e contingenti alle fasi di lavorazione. Non si rilevano impatti sul patrimonio culturale archeologico e ambientale, mentre si rilevano impatti molto positivi sulla crescita di occupazione diretta ed indotta che il progetto comporta, con indiscussi benefici socio-economici.

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4.2 MONITORAGGIO DELLA PROPOSTA PROGETTUALE

La proposta progettuale tiene in considerazione i diversi fattori di impatto ambientale e ne valuta gli interventi di mitigazione. Il progetto prevede la realizzazione di un’area a verde pubblico, in continuità con il sistema del Parco, attraverso la messa in posa di cespugli, piante ed alberi, che consentiranno la colonizzazione da parte di uccelli si avranno pertanto impatti molto positivi sul suolo, sulla qualità dell’aria e dell’acqua, sulla flora e sulla fauna e sulla biodiversità. Verrà inoltre valorizzata, in termini di beni materiali e di paesaggio, un’area che oggi ha un ruolo marginale nel tessuto urbano e che presenta problematiche connesse all’abbandono dell’edificio in particolare e dell’area in generale. Dal punto di vista paesaggistico, l’inserimento del progetto in esame in un’area connessa ad un’importante parco pubblico cittadino ne rafforza il valore fornendo alla comunità un servizio pubblico facilmente raggiungibile attraverso il sistema di connessioni ciclo-pedonali. Inoltre la funzione a servizio del pubblico costituirà, insieme al nuovo Palacongressi, un tassello funzionale a sostegno del raggio verde che si integra con il disegno generale del PTCP, che promuove l'incremento di questa connessione monti – mare. Pertanto tale azione ha un impatto molto positivo anche sul patrimonio culturale, architettonico e paesaggistico. Il progetto in particolare prevede la riduzione dei consumi energetici con la realizzazione di opportune scelte progettuali e l’adozione di sistemi di produzione di energia rinnovabili. L’adozione delle prescrizioni e delle raccomandazioni sul risparmio energetico e l’utilizzo di fonti di energia alternative consentirà un notevole risparmio in termini di anidride carbonica prodotta all’anno dagli impianti tradizionali di riscaldamento, con un conseguente impatto molto positivo sul comparto aria e sulla salvaguardia della biodiversità, della flora e della fauna, inoltre rispettano l’ambiente, la saluta umana e infine comportano un arricchimento del valore intrinseco dell’intervento edilizio. La zona della vecchia Fiera di Rimini dove sarà realizzato l’intervento è caratterizzata da una media intensità abitativa. La realizzazione di un intervento di edilizia con finalità pubbliche che prevede la realizzazione di spazi da destinare ad attrezzature di interesse collettivo e ad opere di urbanizzazione secondaria può solo incrementare il valore sociale ed economico della zona. Queste azioni avranno un impatto molto positivo sulla popolazione. Tutti beneficeranno di zone di svago, ristoro e socializzazione. Bisogna considerare che l’aumento della presenza di servizi in questa zona del territorio comunale comporterà una serie di impatti positivi: - sulla popolazione, in virtù dell’aumento dei rapporti sociali e delle interazioni con il

tessuto esistente, che ad oggi soffre di una eccessiva frammentazione urbanistica, e del potenziale aumento della presenza di cittadini giovani;

- sul paesaggio, perché con le soluzioni progettuali previste l’intervento contribuirà ad una

riqualificazione degli spazi urbani. L’accesso all’area dove è previsto l’insediamento del progetto avviene prevalentemente dalla rotonda di Via della Fiera, una strada urbana a doppia corsia e senso di marcia, accessibile da Via Circonvallazione Nuova. Dall’analisi effettuata risulta che esistono studi specifici sul traffico e sulla mobilità in prossimità della zona in esame effettuati per il progetto del Nuovo Palacongressi tuttavia, anche in virtu di questi studi l’area non presenta, in generale, particolari problematiche di traffico.

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Il progetto prevede la realizzazione di un manufatto che potrà ospitare circa 170 utenti contemporaneamente, con un parcheggio stimato di circa 60 posti auto. Si riportano le considerazioni in base alle quali si ritiene che l’incremento di veicoli sia poco significativo rispetto al numero attuale che circola sia a livello locale che provinciale: - l’incremento di autovetture previsto risulta alquanto limitato rispetto al numero di abitanti

(e di autovetture) già circolanti in quella parte del territorio comunale;

- la presenza del nuovo Centro Congressi a neanche 50 metri dall’area in esame rende poco significativo anche l’aumento di traffico urbano dovuto alla fruizione della piscina;

- i tempi di persistenza su strade urbane derivanti dall’aumento di circolazione delle

autovetture, provenienti dalla zona parcheggio prevista dal progetto, risultano di pochi minuti e dunque il loro impatto sul rumore è pressoché inesistente;

- la mobilità è garantita anche dal servizio pubblico perché l’area in esame è servita da

diverse linee, in particolare le linee 3, 7, 20 ,27 ,170 fermata Palacongressi oltre che essere servito dal sistema ciclopedonale del parco che mette in connessione il centro città con l’area di progetto;

- l’intervento edilizio prevede, inoltre, una superficie da destinare ai parcheggi adeguati

alle esigenze richieste; Pertanto, in base al basso numero di autoveicoli che si aggiungeranno a quelli già in circolazione e alla presenza di zone adibite a parcheggio, l’aumento di traffico inciderà in maniera non significativa sulla qualità dell’aria, sul clima acustico e quindi sulla salute umana.

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5 FATTIBLITA’ E SOSTENIBILITA’ DELL’INTERVENTO Il presente progetto, in linea con le più moderne ed avanzate direttive in misura di salvaguardia del contesto paesaggistico, segue una filosofia di minimizzazione dell’impatto ambientale, difatti tutte le opere previste saranno, una volta ultimate, completamente integrate e perfettamente inserite nel territorio ospitante. Di conseguenza, si ritiene che non si determineranno limitazioni alle visuali che a tutt’oggi si godono nelle zone limitrofe l’area di intervento, altresì, non si avranno effetti negativi sul suolo, sul clima, sul paesaggio e sull'interazione tra detti fattori. Bensì, l’obiettivo perseguito attraverso l’esecuzione del progetto è la realizzazione di un’area che possa essere nello stesso tempo di supporto, per le diverse strutture vicine, ma anche di intrattenimento per la popolazione residente, con l’effetto di contribuire ad un’evoluzione positiva della qualità ambientale del territorio. Pertanto, l’analisi svolta nella redazione dello Studio di Perfettibilità Ambientale ha mostrato l’assenza di impatti significativi sull’ambiente derivanti dalla sistemazione dell’area, attraverso la realizzazione di un edificio polifunzionale costituito da un impianto natatorio una zona fitness una Spa e i relativi servizi pubblici annessi (bar e ristoro), dotato di un’ampia area libera come filtro e allo stesso tempo connessione del Parco adiacente.