13MILA “C’è l’influenza e siamo in pochi”...media in ogni turno da 12 ore so-no arrivate...

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La guardia medica in tilt nelle feste “C’è l’influenza e siamo in pochi” Il record in città: media di 250 chiamate in dodici ore FEDERICA CRAVERO A RRIVA l’ondata di in- fluenze e, puntuali, con i mali di stagione arrivano anche gli ingorghi di richieste al- la guardia medica, al punto che il telefono della centrale operativa di Torino, che smista le chiama- te ai sei posti di guardia sparsi in città, è andato in tilt. A denunciare la situazione è Alessandro Dabbene, segretario regionale della Federazione ita- liana medici di famiglia — Conti- nuità assistenziale, che in parti- colare rivela i dati relativi all’Asl To 3. Tra le 8 e le 20 di domenica 23 a Pinerolo i tre medici di guar- dia hanno ricevuto 216 richieste tra telefonate, accessi ambulato- riali e visite domiciliari. A Rivoli in due hanno dovuto assistere 145 pazienti, ad Avigliana 80 e a Druento 74. A Collegno c’erano tre medici per 187 richieste, idem a Orbassano. Da tempo il sinda- cato dei medici lamenta il non ri- spetto della normativa che rego- la il numero di medici impiegati nel servizio: «In questo momen- to nell’Asl To 3 c’è un medico ogni 6.300 abitanti, quando l’ot- timale sarebbe uno ogni 5.000. Un accordo regionale prevede un aumento di organico e ci au- guriamo che la direzione dell’Asl provveda, anche per evitare un ricorso improprio al 118 o al pronto soccorso», spiega Dab- bene. Secondo Marco Farina, di- rigente dell’Asl To 3, il picco di la- voro si spiega sia con l’arrivo del- l’influenza, sia con la concomi- tanza di festivi e prefestivi per cui per cinque giorni, da sabato 22 a mercoledì 26 i medici di base non hanno ricevuto pazienti. La situazione non è diversa nel resto della provincia. A Chivasso (dove c’è un medico ogni 7.500 pazienti) il giorno di Natale due medici hanno seguito 75 pazien- ti. A Moncalieri domenica ci so- no stati 95 pazienti per due me- dici, a Natale 75 e ieri alle 17 su- peravano già gli 80: «Gli scorsi anni — spiega Diego Girotto, medico di guardia della To 5 — prevedendo un picco di lavoro veniva potenziato l’organico, ma quest’anno non è avvenuto. Il telefono squilla in continua- zione, noi dobbiamo correre in giro per le visite e davvero il ritmo è insostenibile». A Torino città il rapporto tra guardie mediche e pazienti è ad- dirittura uno a 13 mila. Qui in media in ogni turno da 12 ore so- no arrivate 200-250 chiamate, quasi il triplo di un periodo nor- male, con attese anche di mezzo- ra, tanto che la vigilia di Natale il centralino per alcuni minuti è andato in tilt. L’Asl aveva già po- tenziato gli organici, ma ugual- mente ai medici sono toccate 15- 20 visite domiciliari a testa, poco più di mezzora per paziente, in- clusi gli spostamenti in giro per la città. © RIPRODUZIONE RISERVATA E’ crisi anche nei centri della provincia: a Chivasso un dottore ogni 7.500 pazienti I numeri 145 Sono i pazienti che i due medici in servizio per Rivoli hanno dovuto visitare tra le 8 e le 20 di domenica 6 I posti di guardia medica in città: di solito per Natale arrivano i rinforzi, ma quest’anno non ovunque 250 E’ il numero medio di chiamate cui devono far fronte in dodici ore i medici in servizio festivo a Torino 13MILA E’ il numero dei pazienti per ciascun dottore in servizio di guardia medica in questi giorni festivi a Torino Servizio di guardia medica in crisi: quest’anno non sono arrivati i rinforzi per le feste

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La guardia medica in tilt nelle feste“C’è l’influenza e siamo in pochi”Il record in città: media di 250 chiamate in dodici oreFEDERICA CRAVERO

ARRIVA l’ondata di in-fluenze e, puntuali, con imali di stagione arrivano

anche gli ingorghi di richieste al-la guardia medica, al punto che iltelefono della centrale operativadi Torino, che smista le chiama-te ai sei posti di guardia sparsi incittà, è andato in tilt.

A denunciare la situazione èAlessandro Dabbene, segretario

regionale della Federazione ita-liana medici di famiglia — Conti-nuità assistenziale, che in parti-colare rivela i dati relativi all’AslTo 3. Tra le 8 e le 20 di domenica23 a Pinerolo i tre medici di guar-dia hanno ricevuto 216 richiestetra telefonate, accessi ambulato-riali e visite domiciliari. A Rivoliin due hanno dovuto assistere145 pazienti, ad Avigliana 80 e aDruento 74. A Collegno c’eranotre medici per 187 richieste, idema Orbassano. Da tempo il sinda-

cato dei medici lamenta il non ri-spetto della normativa che rego-la il numero di medici impiegatinel servizio: «In questo momen-to nell’Asl To 3 c’è un medicoogni 6.300 abitanti, quando l’ot-timale sarebbe uno ogni 5.000.Un accordo regionale prevedeun aumento di organico e ci au-guriamo che la direzione dell’Aslprovveda, anche per evitare unricorso improprio al 118 o alpronto soccorso», spiega Dab-bene. Secondo Marco Farina, di-

rigente dell’Asl To 3, il picco di la-voro si spiega sia con l’arrivo del-l’influenza, sia con la concomi-tanza di festivi e prefestivi per cuiper cinque giorni, da sabato 22 amercoledì 26 i medici di base nonhanno ricevuto pazienti.

La situazione non è diversa nelresto della provincia. A Chivasso(dove c’è un medico ogni 7.500pazienti) il giorno di Natale duemedici hanno seguito 75 pazien-ti. A Moncalieri domenica ci so-no stati 95 pazienti per due me-

dici, a Natale 75 e ieri alle 17 su-peravano già gli 80: «Gli scorsianni — spiega Diego Girotto,medico di guardia della To 5 —prevedendo un picco di lavoroveniva potenziato l’organico,ma quest’anno non è avvenuto.Il telefono squilla in continua-zione, noi dobbiamo correre ingiro per le visite e davvero il ritmoè insostenibile».

A Torino città il rapporto traguardie mediche e pazienti è ad-dirittura uno a 13 mila. Qui in

media in ogni turno da 12 ore so-no arrivate 200-250 chiamate,quasi il triplo di un periodo nor-male, con attese anche di mezzo-ra, tanto che la vigilia di Natale ilcentralino per alcuni minuti èandato in tilt. L’Asl aveva già po-tenziato gli organici, ma ugual-mente ai medici sono toccate 15-20 visite domiciliari a testa, pocopiù di mezzora per paziente, in-clusi gli spostamenti in giro per lacittà.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

E’ crisi anche neicentri dellaprovincia: aChivasso un dottoreogni 7.500 pazienti

I numeri

145Sono i pazienti che idue medici inservizio per Rivolihanno dovutovisitare tra le 8 e le20 di domenica

6I posti di guardiamedica in città: disolito per Natalearrivano i rinforzi,ma quest’annonon ovunque

250E’ il numero mediodi chiamate cuidevono far fronte indodici ore i mediciin servizio festivoa Torino

13MILAE’ il numero deipazienti per ciascundottore in servizio diguardia medicain questi giornifestivi a Torino

Servizio di guardia medica in crisi: quest’anno non sono arrivati i rinforzi per le feste

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LA STORIA

L'ospedaleva inferie

finoall’EpifaniaALESSANDRO PREVIATI

La questione, assicurano irappresentanti sindaca-li, non è nuova. Eppure,

nel 2012, la mancanza di perso-nale all’ospedale di Cuorgnénel periodo a ridosso delle fe-ste natalizie è ancora più pe-sante. Conseguenza: le saleoperatorie rimarranno chiusefino all’Epifania. In pratica,l’ospedale «va in vacanza» finoal 7 gennaio. «Come se a Capo-danno non ci fosse bisogno diun centro ospedaliero funzio-nante» sentenzia Antonio Ser-lenga della Cisl. «Nel periodofestivo, l’attività chirurgica èridotta per consentire le feriea tutto il personale» rispondo-no dall’Asl To4 di Ivrea. Ag-giungendo: «Per eventuali ur-genze o per gli interventi giàprogrammati le sale operato-rie saranno comunque aper-te». Rassicurazioni a parte, iltaglio degli interventi riportad’attualità il destino, semprepiù incerto, del nosocomio diriferimento dell’alto Canavese.Il ministero ne ha decretato lachiusura entro due anni anchese nel piano regionale era pre-visto almeno il salvataggio delpronto soccorso e della chirur-gia. Secondo il piano del vec-chio governo, che sarà proba-bilmente modificato dal pros-simo esecutivo, chiuderannoanche le sale operatorie. Lestesse che già da ottobre, per iltaglio delle spese, sono opera-tive solo per tre giorni alla set-timana e che adesso, complicile feste andranno «in ferie».

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Il caso

Psicoterapiaa rischio il servizioper gli immigrati

TRA poco più di duesettimane scade ilcontratto d’affitto

del Centro Frantz Fanon,da dieci anni è ospite del-l’Asl To 1 (ex Asl 2). E il cen-tro, che svolge un impor-tante servizio di counsel-ling, psicoterapia e sup-porto psicosociale per gliimmigrati, i rifugiati e levittime di tortura, è co-stretto a cessare la propriaattività, almeno fino aquando non si troverannoaltri locali in cui riprende-re il servizio. Per questo i15 operatori lanciano unappello per poter pagareun affitto e continuare alavorare (sul sito dell’as-sociazione si spiega comesi può contribuire). Il cen-tro non è riuscito ad otte-nere dall’azienda sanita-ria la ricollocazione in altrilocali, come invece è avve-nuto per altri servizi e il 15gennaio, alla scadenza delcontratto d’affitto tra l’Asle il proprietario dell’im-mobile di via Vassalli Ean-di 18, il centro (esperienzaunica in Italia) traslo-cherà, ma senza destina-zione, con gravissimi pro-blemi per i 250 pazienti(adulti, minori, nuclei fa-migliari seguiti nel corsodel 2012), molti dei qualiaffetti da gravi patologie.

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VERCELLI. VANNO IN VENDITA AZIENDE AGRICOLE, TERRENI E IMMOBILI

Con il tesoro Asl si rifà l’ospedaleVarato il progetto triennale da 29 milioni per migliorare reparti e servizi

Tramontata ormai definiti-vamente l’ipotesi di costruireun ospedale nuovo, l’Asl ini-zia a vendere parte del pro-prio patrimonio immobiliareper ristrutturare il Sant’An-drea. Un progetto ambizioso(ma necessario) che dureràtre anni e costerà 29 milioni:6 e mezzo appunto dalle ven-dite, 22 e mezzo di finanzia-menti regionali emezzo dallecasse.L’Asl è proprietario, grazie

a lasciti e donazioni succedu-tisi nei secoli (il più antico ri-sale addirittura al 1500), diun tesoro composto da azien-de agricole (a Vercelli, Praro-lo,Morano Po eCamino), ter-reni (a Livorno Ferraris, Va-rallo, Borgosesia, Cigliano eSanthià), immobili in città estrutture inutilizzate quali laBertagnetta e l’Opn. Quandosembrava probabile che il te-soro finisse in un fondo regio-nale tutta Vercelli - dal Co-mune alla Curia, dai sindaca-ti al comitato spontaneo - siera ribellato chiedendo chedell’eventuale vendita godes-se l’Asl per rispetto della vo-lontà dei benefattori. Ed èanche di questa protesta chesi fa forte il direttore genera-le Federico Gallo per aprire ilcapitolo vendite.

Gli acquirenti non manca-no: fin dal 2001 il Comune diVercelli ha formalmente co-municato la volontà di acqui-stare l’area della Cascina Bor-ghetto in corso Bormida (il co-siddetto parco divertimenti) eCasaMeda Garino e ancor pri-ma (era il 1999) anche l’ex Far-macia a fianco del Dugentesco.Poco più di un mese fa laColdiretti si era fatta portavo-ce dei risicoltori che si diconopronti ad acquistare i terreni

SanitàTramontata

l’ipotesidi costruire

un nuovoospedale,l’Asl iniziaa vendereparte del

patrimonioimmobiliare

perristrutturare

il Sant’Andrea

FRANCO COTTINIVERCELLI

che coltivano in affitto.Denaro fresco che permet-

terà lavori necessari e urgenti.È lungo elenco delle cose da fa-re: per quanto riguarda il capi-tolo più strettamente sanita-rio, l’Asl prepara la ristruttu-razione del dipartimento ma-terno-infantile, di dialisi, lavoria Neurologia, Neonatologia eDegenza ortopedica e la riqua-lificazione del Servizio psi-chiatrico di diagnosi e cura.Poi ancora la sostituzione dei

serramenti (finanziati dal Fon-do di Kioto ) e l’adeguamentodi impianti e sistema anti in-cendio, delle aree esterne e delparcheggio (l’unico lavoro chesarà pagato direttamente dal-l’Azienda), e l’installazione diun impianto fotovoltaico.La vendita degli immobili e

l’ottenimento dei vari finanzia-menti impegnerà l’Asl per tut-to il prossimo anno. Poi nel bi-ennio successivo si faranno ilavori

10milioni

Tra quelli previsti, èl’intervento più oneroso che

da solo impegna quasi un terzodel budget: l’umanizzazione

dei reparti. Un termine bruttoche però significa molto.

Significa migliorare la qualitàdella struttura e la privacy inmodo che anche l’ambiente

«aiuti» le persone ricoverate.

385mila euro

All’opposto, il progetto menocostoso è quello che prevedela sostituzione dei serramenti

esterni. Per il finanziamentol’Asl si avvarrà del Fondo di

Kyoto, riservato a interventiche siano in grado di dare un

concreto contributo allariduzione delle emissioni dei

gas serra in atmosfera.

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SANITA’. IL TRASFERIMENTO DALL’ANNO ACCADEMICO 2013-2014

A Biella il corso di InfermieristicaSarà a Città studi, su decisione dell’Università del Piemonte orientale

A Città Studi sarà trasferitala laureamagistrale inScien-ze infermieristiche ed oste-triche di Novara. «Dall’annoaccademico 2013-2014 Biella,oltre ad essere sede del corsodi laurea triennale già attivo,lo sarà anche per quello ma-gistrale - ha annunciato GianCarlo Avanzi, preside delcorso di laurea magistraledell’Università del PiemonteOrientale -. Biella e Torinosaranno quindi le uniche sedi

in Piemonte per questo tipodi laurea quinquennale».Città Studi accoglie at-

tualmente studenti che pro-vengono anche da fuori pro-vincia e che al termine deltriennio, per frequentare ilquarto e il quinto anno, devo-no trasferirsi a Novara o aTorino. «A Biella gli iscritti aScienze infermieristiche eostetriche sono 211: 70 al pri-mo anno, 78 al secondo e 63al terzo - dice Alberto DalMolin, coordinatore del cor-so triennale biellese e di

quello magistrale novarese -.A gennaio sapremo dare mag-giori dettagli sul trasferimen-to in atto».Il Degli Infermi accoglie i ti-

rocinanti, in modo particolarequelli che ai corsi di laureaspecialistica in Infermieristi-ca piemontesi stanno studian-do il «primary nursing». È unmodello innovativo di assi-stenza infermieristica usato

Città studiIl campus

oltre a esseresede del corso

di laureatriennale losarà ancheper quellomagistrale

FRANCESCA FOSSATIBIELLA

negli Stati Uniti e nel mondoanglosassone dagli anni Set-tanta e che si è poi diffuso inSvizzera e, di recente, in Italia.Prevede di assegnare ad ognipaziente un unico infermiereche pianifica il percorso del-l’assistito per tutta la duratadel ricovero. L’infermiere«primary» stringe una relazio-ne più confidenziale con il pa-ziente e con i suoi famigliari i

quali hanno così una personadi riferimento, cui chiedere in-formazioni.L’ospedale di Biella è tra i

pochi centri in Italia ad averavviato con successo la speri-mentazione di questo tipo diassistenza infermieristica.Tanto che l’Aso Santa MariaNuova di Reggio Emilia è ve-nuta a Biella per conoscere eapprofondire il modello,

mentre nei giorni scorsi nel-l’aula magna del Degli Infer-mi nei giorni scorsi la fonda-trice del «primary nursing»,Mary Manthey, ha tenutouna esclusiva lezione magi-strale al personale di Medici-na interna lodando il clima disostegno reciproco tra medi-ci ed infermieri «maggiore ri-spetto ad altre realtà. Questomi fa pensare che i pazientiqui siano presi in carico congrande cura».L’idea di introdurre nel-

l’ospedale biellese il modelloteorizzato da Manthey è natada Claudia Gatta (coordinato-re infermieristico del Diparti-mento di Medicina) quando cisi è resi conto che nei repartidi medicina c’era la fuga degliinfermieri che volevano evita-re i turni o cercare più soddi-sfazione negli altri reparti. Laproposta è stata accolta daAntonella Croso (direttricedelle professioni sanitarie) e siè rivelata un cambiamentoepocale che, oltre a migliorarela qualità dell’assistenza delpaziente, ha attirando l’atten-zione degli infermieri neo as-sunti e di quelli degli altri re-parti. Nel nuovo ospedale, gra-zie al finanziamento di 80milaeuro della Fondazione Crb peri corsi di formazione per gli in-fermieri, il «primary nursing»sarà esteso a tutti i reparti.

IlcapoluogoeTorinosarannoleunichesediinregioneperquestalaureaquinquennale