130521 progetto preliminare ej'14 vita da campo

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PROGETTO PRELIMINARE A.I.B. (Antincendio Boschivo) EUROJAMBOREE 2014 Roma, 21 maggio 2013 VITA DA CAMPO Per il momento metto per iscritto quelle che sono le gerarchie per l’antincendio, così come vennero evidenziate nella Pianificazione Preliminare, ma ovviamente anche alla luce di quanto predisposto dalla commissione pedagogica. Il passo per definire cosa devono fare nelle strutture inferiori rispetto al Servizio Centrale del meccanismo antincendio del campo EJ14, vanno definiti scenari e fonti di possibili inneschi, perché mentre la squadra AIB opera in contenimento, e quindi parliamo di protezione dall’incendio boschivo, le sottostrutture faranno opera di prevenzione. Come già proposto alla commissione pedagogica, è un nostro obiettivo che gli esploratori e le guide, nonché i capi/o, abbiano fatto azione educativa nel periodo in avvicinamento all’EJ14 sui comportamenti da tenere, su come si usano gli strumenti che verranno dati loro in dotazione per lo spegnimento dei focolai per quanto di competenza, e su come si evacua in sicurezza da un posto a rischio….c’è praticamente un anno intero, anche a partire dai campi estivi di quest’anno, non sarebbe male. Se arriviamo tardi nel divulgare questi aspetti prima dei campi estivi, possiamo pensare di sensibilizzare i vari riparti a prendere contatti con le associazioni territoriali di volontariato di protezione civile, per curare tali aspetti. CENTRAL SERVICE : La struttura dell’antincendio, senza entrare in merito alle competenze di campo nell’interfaccia con la sicurezza, avrà la necessità di competenze specifiche per lo più per la squadra che si occuperà di intervenire per entità superiori al Sottocampo. Mi spiego meglio..in una logica di pianificazione operativa, ci sarà necessità di intervenire per poter garantire i tempi necessari all’attuazione di eventuali evacuazioni, sia dell’ordine sottocampo che in un’ottica superiore. Il personale che interviene a questo livello deve avere una preparazione richiesta in Italia alle squadre AIB della Protezione Civile, che è un livello leggermente inferiore alle qualifiche richieste a un volontario, o anche a un discontinuo, in forza ai VVF, e nettamente inferiore a quello richiesto a un vigile del fuoco professionista. Per esperienza, in una operazione con incendio boschivo, le squadre della protezione civile vengono contattate da una sala operativa regionale, che smista in funzione della copertura territoriale che l’associazione di volontariato riesce a garantire per numero di uomini, mezzi e materiali. Nella sala operativa sono presenti anche FFAA, Forze dell’Ordine e VVF. Partita la chiamata, se di piccola entità, se la sbriga la squadra AIB della PC, altrimenti si chiedono rinforzi prima ai VVF, poi all’intervento aereo. Il tutto smistato dalla sala operativa regionale. Detto questo, a seconda dello sviluppo dell’incendio, i mezzi leggeri delle squadre AIB di PC (del tipo di quelli con modulo di cui vi metto una foto) sono utilissimi per lo spegnimento di focolai che i VVF non potrebbero raggiungere se non a piedi e con mezzi di spegnimento a mano (flabelli, pale, ecc….). Quindi noi volontari rimaniamo sempre di supporto anche se l’incendio assume entità rilevante…anzi sono gli stessi VVF che chiedono un aumento di volontari di PC o un rincalzo. A volte ci permettono anche di ricaricare i moduli di spegnimento dalle loro autobotti.

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PROGETTO PRELIMINARE

A.I.B. (Antincendio Boschivo)

EUROJAMBOREE 2014

Roma, 21 maggio 2013

VITA DA CAMPO

Per il momento metto per iscritto quelle che sono le gerarchie per l’antincendio, così

come vennero evidenziate nella Pianificazione Preliminare, ma ovviamente anche alla

luce di quanto predisposto dalla commissione pedagogica.

Il passo per definire cosa devono fare nelle strutture inferiori rispetto al Servizio

Centrale del meccanismo antincendio del campo EJ14, vanno definiti scenari e fonti di

possibili inneschi, perché mentre la squadra AIB opera in contenimento, e quindi

parliamo di protezione dall’incendio boschivo, le sottostrutture faranno opera di

prevenzione.

Come già proposto alla commissione pedagogica, è un nostro obiettivo che gli

esploratori e le guide, nonché i capi/o, abbiano fatto azione educativa nel periodo in

avvicinamento all’EJ14 sui comportamenti da tenere, su come si usano gli strumenti che

verranno dati loro in dotazione per lo spegnimento dei focolai per quanto di

competenza, e su come si evacua in sicurezza da un posto a rischio….c’è praticamente un

anno intero, anche a partire dai campi estivi di quest’anno, non sarebbe male. Se

arriviamo tardi nel divulgare questi aspetti prima dei campi estivi, possiamo pensare di

sensibilizzare i vari riparti a prendere contatti con le associazioni territoriali di

volontariato di protezione civile, per curare tali aspetti.

CENTRAL SERVICE : La struttura dell’antincendio, senza entrare in merito alle

competenze di campo nell’interfaccia con la sicurezza, avrà la necessità di competenze

specifiche per lo più per la squadra che si occuperà di intervenire per entità superiori al

Sottocampo. Mi spiego meglio..in una logica di pianificazione operativa, ci sarà necessità

di intervenire per poter garantire i tempi necessari all’attuazione di eventuali

evacuazioni, sia dell’ordine sottocampo che in un’ottica superiore. Il personale che

interviene a questo livello deve avere una preparazione richiesta in Italia alle squadre

AIB della Protezione Civile, che è un livello leggermente inferiore alle qualifiche

richieste a un volontario, o anche a un discontinuo, in forza ai VVF, e nettamente

inferiore a quello richiesto a un vigile del fuoco professionista.

Per esperienza, in una operazione con incendio boschivo, le squadre della protezione

civile vengono contattate da una sala operativa regionale, che smista in funzione della

copertura territoriale che l’associazione di volontariato riesce a garantire per numero

di uomini, mezzi e materiali. Nella sala operativa sono presenti anche FFAA, Forze

dell’Ordine e VVF. Partita la chiamata, se di piccola entità, se la sbriga la squadra AIB

della PC, altrimenti si chiedono rinforzi prima ai VVF, poi all’intervento aereo. Il tutto

smistato dalla sala operativa regionale. Detto questo, a seconda dello sviluppo

dell’incendio, i mezzi leggeri delle squadre AIB di PC (del tipo di quelli con modulo di

cui vi metto una foto) sono utilissimi per lo spegnimento di focolai che i VVF non

potrebbero raggiungere se non a piedi e con mezzi di spegnimento a mano (flabelli, pale,

ecc….). Quindi noi volontari rimaniamo sempre di supporto anche se l’incendio assume

entità rilevante…anzi sono gli stessi VVF che chiedono un aumento di volontari di PC o

un rincalzo. A volte ci permettono anche di ricaricare i moduli di spegnimento dalle

loro autobotti.

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Nelle foto metto anche l’equipaggiamento con cui di solito si monta in turno nella

squadra AIB. L’impiego che io penso per la squadra di AIB di pronto impiego dal centro

operativo, in caso di emergenza, è proprio quello che descrivo sopra. Nella nostra

logica deve essere una squadra qualificata almeno come quella italiana di PC, ne più ne

meno….competenze superiori sono esagerate! Questa squadra avrà compiti di

contenimento per permettere l’evacuazione, e in attesa dell’intervento dei VVF. In questo

scenario, le squadre addette alla sicurezza dovranno concorrere alla gestione

dell’emergenza agevolando l’evacuazione, mentre gli specialisti dell’AIB faranno opera di

contenimento e rimarranno di supporto alle squadre dei VVF francesi, se necessario!

SOTTOCAMPO : dovrà sempre essere presente, con mansioni di rincalzo nell’uso dei

dispositivi messi a disposizione nei punti di possibile innesco, un capo o una capo

(rispettivamente nel campo maschile e femminile) che abbia almeno sostenuto un corso in

cui abbia acquisito praticità nell’uso dei dispositivi messi nei presidi, e nella gestione di

una evacuazione in emergenza. Non vedo altre competenze specifiche. La mia proposta è

che anche loro partecipino all’incontro di Maggio 2014, insieme ai CR, in cui prevedere

un corso specifico (a quel punto saranno univocamante determinati dove sono i presidi,

forniti di quali dispositivi e quale è il piano di evacuazione con procedure specifiche.

Questa persona dovrà essere della stessa nazionalità del sottocampo, ma conoscere

anche l’inglese in quanto in fase di evacuazione, momento di convogliamento e quindi

di interfaccia con gli altri sottocampi, si provvederà a studiare un lessico comune in

inglese. Ma soprattutto per le comunicazioni via radio con la Sala Operativa del Campo.

Avrà a disposizione una sua radio con un canale unico e diretto per l’emergenza AIB alla

Sala Operativa di campo,

BIVACCO : Non sono previste figure addette all’AIB che abbiano competenze specifiche,

rispettando e condividendo le scelte pedagogiche. A questo livello mi sembra sufficiente

fare un lavoro di acculturamento in patria, per esempio dei CR con le A.Sq.

I punti di possibile innesco sono : fuochi delle cucine (emergenze gestita dai C.Sq. con

l’uso dei dispositivi presenti in prossimità); Fuochi di Bivacco, se previsti (emergenza

gestita dai CR con l’uso dei dispositivi presenti in prossimità)…il tutto come descritto

nel documento di pianificazione preliminare e che per chiarificazione vengono descritti

dalle foto presenti in questo documento.

Nessuno a livello Bivacco avrà un mezzo con cui comunicare direttamente con la Sala

Operativa, per evitare falsi allarmi….starà al responsabile di sottocampo essere sempre

presente e attivo soprattutto nei punti caldi e nei momenti più a rischio.

MATERIALE : avrei bisogno di quanto evidenziato sopra, e che non tiene conto di

eventuale altro materiale necessario per l’attuazione di un eventuale piano di

evacuazione. Non esprimo considerazioni tecniche in merito alla qualità dei materiali,

quindi non specifico marche e modelli, in attesa di sapere dai relativi responsabili quali

proposte verranno fatte (intendo per le radio, per la marca dei moduli AIB, ecc…)

- Per il SERVIZIO CENTRALE di un modulo AIB,, con relativo equipaggiamento

di bordo (radio veicolare, almeno una pala e un flabello, acqua potabile sempre

presente per l’equipaggio, chiave per ricarico acqua da torretta, coperta per

spegnimento, e un kit di primo soccorso veloce, motosega piccola, ascia) ed

equipaggiamento individuale (casco, guanti ignifuchi, scarponi ignifughi, tuta

ignifuga, maschera con filtro, cinta per attacco imbracatura, moschettoni e n.1

radio personale per il capo squadra);

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- Per il SOTTOCAMPO di una radio personale per l’addetto, con relativa

batteria di ricambio.

- Per i BIVACCHI sono necessari i materiali specificati nella Pianificazione

Preliminare, che comprendono serbatoi dell’acqua vicino a tutti i punti fuoco

delle cucine ed eventualmente nei fuochi a terra di grande entità, accompagnati

dalla presenza di secchi per la raccolta veloce dell’acqua, e da n.2 flabelli nello

stesso punto di presidio. Non è possibile fare una stima, perché il tutto è in

funzione del numero di possibili inneschi, e dalla configurazione di cucine e

fuochi a terra.

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PERSONALE : in questo ambito identifico solo le figure che si occuperanno dell’AIB, e

sorvolo per esempio su CR e CSq, che dovranno solo occuparsi di antincendio come

farebbero in tutti i loro campi estivi.

- Per il SERVIZIO CENTRALE serve un equipaggio formato da n.3 capi/capo

qualificati per l’AIB. La turnazione è H24, e quindi serviranno n.3 squadre al

giorno, a partire dal montaggio della prima installazione da campo, fino allo

smontaggio dell’ultima installazione di campo. Per questo non posso fare una

stima realistica;

- Per il SOTTOCAMPO è necessaria la presenza di n.1 capo in turnazione h24 e

che abbia partecipato al corso in programma a Maggio 2014 nel posto dell’EJ14, che

risiede fisso nel sottocampo, per un totale di n.3 operatori giorno, dall’inizio del

montaggio delle prima installazione di sottocampo fino allo smontaggio

dell’ultima installazione di sottocampo. In realtà sarebbe possibile limitare il

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servizio nelle ore notturne, e nei giorni, considerando il servizio operativo per

la sola presenza di punti di innesco…in sintesi, finita l’esigenza di accendere i

fuochi, finito il rischio.

Nello studio del personale da impiegare, nelle turnazioni bisogna considerare il riposo

dal turno notturno, ove previsto e se deciso che debba essere così lungo. Se fosse

garantito un turno di 8h, bisognerà pensare a una squadra in più nel Servizio Centrale,

ed a un uomo in più a livello Sottocampo. La mia proposta è che durante la notte si

facciano dei giri di ricognizione da parte degli addetti e delle addette al servizio AIB

di sottocampo, senza dover scomodare mezzi e personale dalla Sala Operativa che

potrebbero anche essere interpretati come invadenti. Alla fine del giro si comunica

alla Sala Operativa il resoconto.

PUNTI SENSIBILI E GESTIONE DELL’EVACUAZIONE.

In questo momento posso agevolare la ricerca del materiale necessario fornendo delle

foto chiarificatrici, ma come nella Pianificazione Preliminare già consegnata,il tutto è

suscettibile di variazione alla luce di : fornitura dell’acqua, disposizione dei punti fuoco

e numero dei punti fuoco separati tra di loro e che quindi necessitano di una gestione

separata,

Non posso dare indicazione di carattere prescrittivo in merito alle informazioni

mancanti definite sopra, in quanto non so a che punto è lo studio dell’allaccio

dell’acqua e non sapendo la normativa francese in merito alla dislocazione dei fuochi

nel bosco.

Al di fuori della logica strutturale del campo,e che ovviamente non rientra in questa

richiesta di Vita da Campo, vanno analizzati i rischi incendio derivanti da:

- Stoccaggio alimenti;

- Parcheggio automezzi;

- Grandi assembramenti;

- Stoccaggio materiali infiammabili (questo potrebbe accadere nel posto

medico avanzato);

Il rischio incendio in questi comparti riguarda: l’uso di eventuali impianti elettrici o di

generazione elettrica, la presenza di elementi infiammabile e esplosivi, la presenza di

molte persone e quindi un inorme impatto di esposti in eventualità di dolo.

Inoltre bisogna studiare una possibile evacuazione, con l’individuazione delle zone di

attesa. E’ mia intenzione non andare oltre nello studio della evacuazione. Per me il

lavoro dell’antincendio deve terminare con l’intervento immediato e la messa in

sicurezza fino all’intervento delle competenti autorità. Quindi si parla di prevenzione e

contenimento dell’incendio, e non di estinzione di un incendio, come si parla di

evacuazione e messa in sicurezza in area di attesa dei partecipanti al Campo e non dello

spostamento di tutti in un posto provvisorio di soggiorno.

Alcune disposizioni su come e dove accendere i fuochi, sulla individuazione delle zone

di attesa per agevolare il soccorso delle autorità competenti, dove posizionare la Sala

Operativa,, dove prevedere l’ammassamento dei soccorsi e come gestire la viabilità in

emergenza, sono indicazioni che ci devono per forza essere fornite. Sarò io che recepirò

come dato in input le prescrizioni del Piano di Protezione Civile esistente nei comuni

che hanno nel loro territorio il bosco, per formulare il mio piano AIB e di evacuazione.

Le strutture istituzionali devono accettare di prendere in carico un evento del genere,

e soprattutto dobbiamo essere rassicurati che questo non metta in crisi la capacità loro

di gestire una eventuale emergenza.

Metto di seguito i dati demografici dei paesi limitrofi, per far capire quanto possiamo

impattare sulla capacità di reazione ad una nostra emergenza…in questo siamo noi a

dover essere tranquillizzati!

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- ANCY SUR MOSELLE : 1.461 censiti nel 2009;

- ARS SUR MOSELLE : 4.838 censiti nel 2009;

- Novéant-sur-Moselle : 1.961 censiti nel 2010;

- GORZE : 1.234 censiti nel 2009.

E’ evidente che impattiamo parecchio con le nostre 12.000 presenze. Inoltre bisogna

considerare la possibilità che l’incendio non venga dominato neanche dai VVF, il che

vorrebbe dire che si potrebbe avere un incendio di interfaccia bosco/città, per cui

sarebbe necessaria anche l’evacuazione del centro abitato, o dei centri abitati, a

rischio…così funzionerebbe in Italia.

Penso che siano le autorità competenti che debbano fare uno studio preliminare per

capire se un posto è adeguato o meno ad ospitare un evento del genere, partendo da

studi di fattibilità e non dalle competenze tecniche di chi è ospite.

Marco Lucidi