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VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA? Il secondo ciclo dei seminari “Verso Europa 2020” promosso dall’associazione Prospet- tiva Europea - Osservatorio Europalab si apre con un interrogativo “Verso gli Stati Uni- ti d’Europa?”. Una domanda alla quale l’Unio- ne Europea non ha ancora fornito una risposta chiara in termini di politica federale in prospet- tiva dell’unione politico-bancaria degli Stati membri. Infatti lo scenario attuale si configura con il frazionamento della moneta unica in di- ciassette politiche economiche nazionali. Per- tanto, si pone la necessità di istituire una poli- tica federale allo scopo di arginare gli squilibri tra i Paesi dell’Ue promuovendo una comune politica di sviluppo e di bilancio. In tal senso, occorre far riferimento al veto po- sto dai singoli Stati in merito al controllo dei bi- lanci nazionali. Nell’ambito del I ciclo dei semi- nari, infatti, è stato affrontato il tema sul veto delle sovranità nazionali da Maastricht ad oggi. LA CRISI La crisi economica degli ultimi anni ha indotto i governi degli Stati membri a ricorrere all’ap- provazione di provvedimenti legati alla contin- genza. Provvedimenti come il Fiscal compact, il Meccanismo Europeo di Stabilità, la Tobin Tax attengono dunque alla congiuntura economica propria di questo periodo, non essendo stati ra- tificati né dal Trattato di Maastricht (1993) né dai successivi fino al Trattato di Lisbona (2009). Tuttavia, oggi l’Europa avrebbe potuto fronteg- giare meglio i colpi della crisi se, all’epoca di Maastricht, i Paesi membri non avessero posto il veto alla politica di controllo dei singoli bilanci. L’obiezione era dovuta alla tutela delle sovrani- tà nazionali, difesa in particolare dalla Germa- nia in virtù della potenza economica del marco. In quel contesto, alla Banca centrale europea (Bce, sorta nel 1999) era stato affidato il ruo- lo di garante del contenimento dei prezzi nella fase di passaggio dalle singole valute alla mo- neta unica, l’euro. In realtà, l’effettivo controllo sulla speculazione causata dal cambio era stato poi delegato agli organi nazionali e periferici. Solo di recente (13 dicembre 2012) i ministri dell’economia e delle finanze dei ventisette Stati dell’Ue sono giunti ad un accordo in merito alla supervisione unica bancaria. Dal 1 marzo 2014, dunque, la Bce avrà il compito di monitorare tutte le banche della zona euro e dei Paesi fuori dalla moneta unica che aderiranno all’unione. L’obiettivo precipuo della supervisione unica è, quindi, interrompere il circolo vizioso tra ban- che e crisi dei debiti. Tra i meccanismi introdotti nella riunione dei ministri emerge l’“organo di mediazione” preposto all’assunzione delle deci- sioni nel caso in cui il Consiglio dei governatori della Bce dovesse porre veti ai provvedimenti del «Consiglio dei supervisori», il nuovo orga- nismo della Bce incaricato della sorveglianza. Il mediatore sarà rappresentato da un membro di ogni autorità nazionale e, quindi, la decisio- ne ultima spetterà agli Stati. Tuttavia, l’inse- rimento di tali correttivi si sono resi necessari in seguito alle perplessità espresse dal governo tedesco sulla sovrapposizione dei compiti della Bce relativi alla politica monetaria e alla vigi- lanza. Altri dubbi sono stati formulati dalla Gran Bretagna e dalla Svezia a causa del ruolo pre- ponderante dei Paesi euro in seno all’Eba, l’au- torità oggi incaricata della supervisione sulle banche della Ue. A tale proposito è stata varata l’opzione della doppia maggioranza finalizzata a bilanciare il peso dei Paesi euro. Per approva- re i regolamenti, dunque, occorrerà una mag- gioranza dei Paesi euro e dei Paesi non euro. L’accordo sulla supervisione unica - cui finora non hanno aderito Gran Bretagna, Svezia e Re- pubblica Ceca - assicura gli stessi diritti a tutti gli Stati, sia nel «Consiglio dei supervisori» sia nell’“organo di mediazione”. Pertanto, il mecca- nismo di supervisione unica costituisce la prima tappa dell’unione bancaria e apre la strada alla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo salva-Stati Esm. Un passo necessario per non far pesare sui debiti pubblici le opera- zioni di sostegno alle banche in difficoltà. LA PROSPETTIVA EUROMEDITERRANEA Nel corso del I ciclo dei seminari il tema sulla cooperazione tra la sponda nord e la sponda sud del Mediterraneo è stato al centro dell’incontro sulla Prospettiva Euromediterranea. Nell’ambi- to delle politiche comunitarie volte alla condi- visione interregionale sui diversi piani d’inter- vento, non è stato ancora raggiunto l’obiettivo della creazione dell’area di libero scambio euro- mediterranea prevista entro il 2010. Infatti gli elementi cardine del congresso di Barcellona (1995) concernono questioni tuttora irrisolte come le forme di cooperazione intergovernati- va, la sicurezza, le relazioni socio-culturali ed economiche. Pertanto, l’investimento finanzia- rio per circa 12 miliardi di euro per il periodo 2007-2013 (si tratta dell’Enpi, Strumento Euro- peo di Vicinato e di Partenariato) non ha ancora prodotto concrete opere di incentivo allo svilup- po, soprattutto nei settori strategici dell’energia e della mediazione culturale. Lo scenario attua- le si caratterizza per l’assenza di una strategia politica in grado di coniugare gli interessi eco- nomici con l’inclusione delle realtà eterogenee che costellano il Mediterraneo. Tuttavia, si profilano possibilità di cooperazione tra il nord e il sud del Mediterraneo in seguito alla decisione del Consiglio Europeo (14 dicem- bre 2012) di dare mandato alla Commissione di sviluppare una specifica strategia nel 2014 per la Macroregione Adriatico-Ionica. Così viene a crearsi la terza Macroregione d’Europa, dopo il Baltico e il Danubio, e la prima nell’Europa del Sud. L’Ue, dunque, focalizza l’attenzione sulle nuove politiche e strategie che guardano al Me- diterraneo come concreto motore di crescita in grado di realizzare progettualità (da una nuova rete trasportistica moderna e intermodale ad iniziative per la pesca, per la sicurezza e per la protezione ambientale etc.) in un contesto eu- ropeo e intercontinentale. In tale prospettiva, sono ai nastri di partenza vari progetti finanziati dall’Ue volti a creare opportunità di interscam- bio e di buona governance nell’area adriatica. Loredana Orlando Associazione Prospettiva Europea Osservatorio Europalab

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Verso Europa 2020 - II Ciclo di seminari Prospettiva Europea - Osservatorio Europalab www.europalab.net

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VERSO GLI STATI UNITI D’EUROPA?Il secondo ciclo dei seminari “Verso Europa 2020” promosso dall’associazione Prospet-tiva Europea - Osservatorio Europalab si apre con un interrogativo “Verso gli Stati Uni-ti d’Europa?”. Una domanda alla quale l’Unio-ne Europea non ha ancora fornito una risposta chiara in termini di politica federale in prospet-tiva dell’unione politico-bancaria degli Stati membri. Infatti lo scenario attuale si configura con il frazionamento della moneta unica in di-ciassette politiche economiche nazionali. Per-tanto, si pone la necessità di istituire una poli-tica federale allo scopo di arginare gli squilibri tra i Paesi dell’Ue promuovendo una comune politica di sviluppo e di bilancio.In tal senso, occorre far riferimento al veto po-sto dai singoli Stati in merito al controllo dei bi-lanci nazionali. Nell’ambito del I ciclo dei semi-nari, infatti, è stato affrontato il tema sul veto delle sovranità nazionali da Maastricht ad oggi. LA CRISILa crisi economica degli ultimi anni ha indotto i governi degli Stati membri a ricorrere all’ap-provazione di provvedimenti legati alla contin-genza. Provvedimenti come il Fiscal compact, il Meccanismo Europeo di Stabilità, la Tobin Tax attengono dunque alla congiuntura economica propria di questo periodo, non essendo stati ra-tificati né dal Trattato di Maastricht (1993) né dai successivi fino al Trattato di Lisbona (2009). Tuttavia, oggi l’Europa avrebbe potuto fronteg-giare meglio i colpi della crisi se, all’epoca di Maastricht, i Paesi membri non avessero posto il veto alla politica di controllo dei singoli bilanci. L’obiezione era dovuta alla tutela delle sovrani-tà nazionali, difesa in particolare dalla Germa-nia in virtù della potenza economica del marco. In quel contesto, alla Banca centrale europea (Bce, sorta nel 1999) era stato affidato il ruo-lo di garante del contenimento dei prezzi nella fase di passaggio dalle singole valute alla mo-neta unica, l’euro. In realtà, l’effettivo controllo sulla speculazione causata dal cambio era stato poi delegato agli organi nazionali e periferici. Solo di recente (13 dicembre 2012) i ministri

dell’economia e delle finanze dei ventisette Stati dell’Ue sono giunti ad un accordo in merito alla supervisione unica bancaria. Dal 1 marzo 2014, dunque, la Bce avrà il compito di monitorare tutte le banche della zona euro e dei Paesi fuori dalla moneta unica che aderiranno all’unione. L’obiettivo precipuo della supervisione unica è, quindi, interrompere il circolo vizioso tra ban-che e crisi dei debiti. Tra i meccanismi introdotti nella riunione dei ministri emerge l’“organo di mediazione” preposto all’assunzione delle deci-sioni nel caso in cui il Consiglio dei governatori della Bce dovesse porre veti ai provvedimenti del «Consiglio dei supervisori», il nuovo orga-nismo della Bce incaricato della sorveglianza. Il mediatore sarà rappresentato da un membro di ogni autorità nazionale e, quindi, la decisio-ne ultima spetterà agli Stati. Tuttavia, l’inse-rimento di tali correttivi si sono resi necessari in seguito alle perplessità espresse dal governo tedesco sulla sovrapposizione dei compiti della Bce relativi alla politica monetaria e alla vigi-lanza. Altri dubbi sono stati formulati dalla Gran Bretagna e dalla Svezia a causa del ruolo pre-ponderante dei Paesi euro in seno all’Eba, l’au-torità oggi incaricata della supervisione sulle banche della Ue. A tale proposito è stata varata l’opzione della doppia maggioranza finalizzata a bilanciare il peso dei Paesi euro. Per approva-re i regolamenti, dunque, occorrerà una mag-gioranza dei Paesi euro e dei Paesi non euro. L’accordo sulla supervisione unica - cui finora non hanno aderito Gran Bretagna, Svezia e Re-pubblica Ceca - assicura gli stessi diritti a tutti gli Stati, sia nel «Consiglio dei supervisori» sia nell’“organo di mediazione”. Pertanto, il mecca-nismo di supervisione unica costituisce la prima tappa dell’unione bancaria e apre la strada alla ricapitalizzazione diretta delle banche da parte del fondo salva-Stati Esm. Un passo necessario per non far pesare sui debiti pubblici le opera-zioni di sostegno alle banche in difficoltà.

LA PROSPETTIVA EUROMEDITERRANEANel corso del I ciclo dei seminari il tema sulla cooperazione tra la sponda nord e la sponda sud

del Mediterraneo è stato al centro dell’incontro sulla Prospettiva Euromediterranea. Nell’ambi-to delle politiche comunitarie volte alla condi-visione interregionale sui diversi piani d’inter-vento, non è stato ancora raggiunto l’obiettivo della creazione dell’area di libero scambio euro-mediterranea prevista entro il 2010. Infatti gli elementi cardine del congresso di Barcellona (1995) concernono questioni tuttora irrisolte come le forme di cooperazione intergovernati-va, la sicurezza, le relazioni socio-culturali ed economiche. Pertanto, l’investimento finanzia-rio per circa 12 miliardi di euro per il periodo 2007-2013 (si tratta dell’Enpi, Strumento Euro-peo di Vicinato e di Partenariato) non ha ancora prodotto concrete opere di incentivo allo svilup-po, soprattutto nei settori strategici dell’energia e della mediazione culturale. Lo scenario attua-le si caratterizza per l’assenza di una strategia politica in grado di coniugare gli interessi eco-nomici con l’inclusione delle realtà eterogenee che costellano il Mediterraneo.

Tuttavia, si profilano possibilità di cooperazione tra il nord e il sud del Mediterraneo in seguito alla decisione del Consiglio Europeo (14 dicem-bre 2012) di dare mandato alla Commissione di sviluppare una specifica strategia nel 2014 per la Macroregione Adriatico-Ionica. Così viene a crearsi la terza Macroregione d’Europa, dopo il Baltico e il Danubio, e la prima nell’Europa del Sud. L’Ue, dunque, focalizza l’attenzione sulle nuove politiche e strategie che guardano al Me-diterraneo come concreto motore di crescita in grado di realizzare progettualità (da una nuova rete trasportistica moderna e intermodale ad iniziative per la pesca, per la sicurezza e per la protezione ambientale etc.) in un contesto eu-ropeo e intercontinentale. In tale prospettiva, sono ai nastri di partenza vari progetti finanziati dall’Ue volti a creare opportunità di interscam-bio e di buona governance nell’area adriatica.

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ASSOCIAZIONE STEP EUROPA

Responsabile Progetto Roberto Giuliani,

Segreteria OrganizzativaAndrea Bonetti

Responsabile ComunicazionePaolo Carotenuto

Staff tecnicoLoredana Orlando, Rachele Maietta, Antonia Petrozzino,

Luigi Gentile, Filippo Battiloro

[email protected]. 346 1527838

VERSOEUROPA 2020

SEMINAR I SUI NUOVI SCENAR I DELL A P R O G R A M M A Z I O N E C O M U N I TA R I A

Relazione prof. Andrea PierucciMartedì 11 dicembre 2012, ore 09.30

CEICC - Europe Direct Napoli Via Partenope, 36 - Napoli

( e x Fa c o l t à d i E c o n o m i a , Fe d e r i c o I I )

Registrazioni su www.europalab.net - [email protected]

OSSERVATORIO EUROPALAB

Politica di coesione: istruzioni per l’uso

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V E R S O G L ISTATI UNITI D’EUROPA?

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I NUOVI SCENAR I DELL A P R O G R A M M A Z I O N E C O M U N I TA R I A

relazioni

prof. Andrea Pierucci Docente di Organizzazione Politica Europea presso l’ Università “L’Orientale”

prof. Sergio VentrigliaDocente di Geografia Politica dell’Europa presso l’Università “L’Orientale”

Giovedì 10 gennaio 2013, ore 09.45 CEICC - Europe Direct Napoli

Via Partenope, 36 - Napoli ( e x Fa c o l t à d i E c o n o m i a , Fe d e r i c o I I )

Registrazioni su www.europalab.net - [email protected]

OSSERVATORIO EUROPALAB E’ PROMOSSO DALLE ASSOCIAZIONI PROSPETTIVA EUROPEA E STEP EUROPA

II CICLO DI SEMINARI

VERSO EUROPA 2020

presenta

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