13 settembre 2014
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L'Oscar del giorno lo assegniamo a Bibiana
Chierchia. L'assessore comunale di Campo-
basso all'urbanistica ha portato in porto il ri-
sultato del rigetto dell'autorizzazione a
costruire sull'area di Parco dei Pini. Questo,
nonostante si sia vista correggere la delibera
dalla sua stessa maggioranza e, poi, corretta
nuovamente dall'opposizione del cosiddetto
Polo civico che, addirittura, ne ha chiesto le
dimissioni senza un perché. Sta di fatto che
l'assessore all'urbanistica è riuscita a portare
in porto un voto unanime sulla delibera.
GIORNALE SATIRICO
30.000 copie in omaggio
Quotidiano del mattino - Registrato al Tribunale di Campobasso atto n. 03 del 21/03/2008 - Direttore Responsabile: Angelo Santagostino
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ANNO X - N° 185 - SABATO 13 SETTEMBRE 2014 - DISTRIBUZIONE GRATUITA
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TUTTO QUELLO CHE GLI ALTRI NON DICONO
L’Oscar del giorno
a Bibiana Chierchia
Il Tapiro del giorno lo diamo a Rosario De
Matteis. Promuove un convegno sull'autono-
mia regionale dimenticando di avere fatto
parte di una maggioranza alla regione che,
al pari di quella in essere oggi, non è riuscita
a ridisegnare l'ossatura regionale. E, ancora,
parla di autonomia mentre le strade provin-
ciali sono praticamente impercorribili. C'è in
tutto questo qualcosa che sfugge all'umana
mente molisana. Non si può sempre giocare
sugli equivoci politici dimenticando che di
qualcuno sarà pure la colpa di quanto è ac-
caduto.
Il Tapiro del giorno
a Rosario De Matteis
La legge di stabilità 2013 (legge 24 dicembre 2012 numero
228), in primo luogo, prevede che le amministrazioni pubbli-
che possano conferire incarichi di consulenza in materia in-
formatica solo in casi eccezionali in cui occorra provvedere
alla soluzione di problemi specifici connessi al funziona-
mento dei sistemi informatici e che la violazione di tale di-
sposizione sia valutabile ai fini della responsabilità
amministrativa dei dirigenti (art. 1, comma 146).
La Regione Molise dispone di una società informatica in
house, la Molise Dati, eppure, nel momento in cui ha ritenuto
di dover introdurre il protocollo unico informatico, l’ha bella-
mente ignorata servendosi di una società esterna.
Da queste colonne abbiamo sollevato l’eccezione, ma la
cosa è stata lasciata cadere, nonostante avesse risvolti,
anche finanziari, ragguardevoli (lo scherzetto pare abbia
sfiorato i due milioni di euro) e il programma installato, an-
cora oggi, non riesce a scorrere come dovrebbe.
Tutto lascia supporre che l’incarico di consulenza non rien-
tri tra i casi eccezionali per i quali la legge di stabilità sopra
indicata prevede si possa ricorrere all’esterno.
Eppure, come diciamo, e abbiamo detto e scritto, nono-
stante la Molise Dati sia una società della Regione Molise
ed abbia professionalità consolidate nella materia che tratta,
ha dovuto cedere il passo ad una concorrente esterna allor-
ché la Regione ha deciso di installare il protocollo unico in-
formatico.
Programma, tra l’altro, che la Molise Dati aveva pronto da
tempo, ma mai preso in considerazione dagli amministratori
di Palazzo Vitale. Stando così le cose, ci sarebbero tutti gli
estremi perché gli organi di controllo verificassero la sussi-
stenza o meno delle condizioni per le quali la legge del 24 di-
cembre 2012, numero 228, consente, in via eccezionale, di
servirsi di consulenze esterne, ovvero per la soluzione di
problemi specifici.
Naturalmente, essendo la Molise Dati una società della
Regione, peraltro messa in castigo dal governo incarica, mi-
nacciata nella sua destinazione istituzionale, impoverita di
personale e di risorse finanziarie, non poteva certo “prote-
stare”, come di fatto non ha protestato per la palese sopraf-
fazione subita. Ma il collegio dei revisori dei Conti della Re-
gione ha elementi necessari per andare a verificare se la
procedura che ha portato alla installazione del protocollo
unico informatico sia stata una procedura corretta e non in
contrasto con le disposizioni di legge in vigore. Meglio an-
cora, potrebbe intervenire la Sezione della Corte dei Conti
regionale cui il legislatore nazionale ha dato poteri e affidato
compiti specifici di controllo semestrale sulle procedure am-
ministrative e le spese dell’ente.
Quei due milioni di euro per l’installazione del protocollo
unico informatico dovranno stare da qualche parte in bilan-
cio e, soprattutto, se e come giustificati.
Ci sarà pur stato qualcuno che avrà dovuto mettere nero
su bianco per dire e dimostrare che la Molise Dati non era
nella condizione di fornire l’installazione e che la circostanza
configurava un caso eccezionale motivo per cui era consen-
tito alla Regione di ricorrere all’esterno.
Il guaio è che in una piccola realtà come la nostra, dove
la contiguità tra i poteri è oggettivamente inevitabile, recipro-
camente condizionata e condizionante (il caso della nomina
al nucleo di valutazione, a 80mila euro l’anno, della segreta-
ria del già sindaco Pd di Foggia, Ciliberti, ancorché giudice
del Tar Molise, è l’esplicazione di una condizione ambientale
sostanzialmente malmostosa), bene, in una piccola realtà
come la nostra, difficilmente vengono seguite e applicate le
procedure di controllo, difficilmente i poteri che interagiscono
si calpestano i piedi, difficilmente alle fonti dell’informazione
è consentito arrivare alla verità, difficilmente l’opinione pub-
blica riesce ad esprimersi.
L’attuale governance della Regione Molise è la quintes-
senza di un sistema politico-amministrativo preordinato al-
l’esercizio del potere in chiave discriminatoria per un verso,
favoristica per l’altro, autarchico e minatorio, contro cui, no-
nostante la cronaca abbia reso noti casi imputabili e perse-
guibili amministrativamente e penalmente, niente e nessuno
è riuscito a scalfirne la sicumera e la prepotenza: quintes-
senza di un sistema politico-amministrativo bloccato dagli in-
teressi reciproci che governa e garantisce. Molisani sempre
più sudditi e sempre meno cittadini.
Dardo
2
13 settembre 2014
Esempio: la Regione Molise dispone di una società informatica in house, la Molise Dati,
eppure, nel momento in cui ha ritenuto di dover introdurre il protocollo unico informatico,
l’ha bellamente ignorata servendosi di una società esterna a due milioni di euro
TAagliolto
Siamo sicuri di essere amministrati correttamente?In una realtà sociale, dove la contiguità tra i poteri è oggettivamente inevitabile,
reciprocamente condizionata e condizionante, difficilmente vengono seguite
e applicate le procedure di controllo, difficilmente i poteri che interagiscono
si calpestano i piedi, difficilmente alle fonti dell’informazione è consentito
arrivare alla verità, difficilmente l’opinione pubblica riesce ad esprimersi
di Antonio Tedeschi
Circa un anno fa scelsi di lasciare il
centro destra perchè ormai era diventato
un covo di riciclati, di persone calate dal-
l’alto, di faccendieri ed era soprattutto
ormai lontana dalla gente e dai loro pro-
blemi.
Decisi insieme a tanti amici e tanti mo-
lisani quasi 100.000 di appoggiare Paolo
Frattura,diciamo che fu una scelta sofferta
perchè lasciai un ruolo importante quale
assessore alla Provincia di Isernia ma lo
feci con quello spirito di cambiamento di
cui tanto aveva bisogno il nostro territorio.
Ricordo ancora l’entusiasmo di quel pe-
riodo dove si parlava di rilancio econo-
mico /sociale ,problemi reali e di pro-
grammi da mettere in atto per risollevare
la nostra Regione.
l bilancio ad un anno è haime desolante
un Presidente insieme ai suoi soci di cor-
data che pensa solo ed esclusivamente
non ai 90.000 disoccupati di questa bella
terra ma ai propri interessi e oggi scrive
prendendo in giro ancora una volta i mo-
lisani ,che lui è ultimo nella classifica dei
presidenti di regione perchè sta effet-
tuando scelte impopolari!!!
La domanda sorge spontanea,impopo-
lari significa: chiudere la GAM ?
Togliere soldi alle strutture Ospedaliere
Pubbliche per darle ai privati?
Costruire centrali biomasse per distrug-
gere quel poco di economia derivante
dalla raccolta del Tartufo?
Lasciare a casa decine e decine di la-
voratori dell’esattorie !si vuole puntare sul
turismo e si da la delega ad un consigliere
senza idee e senza soldi e potrei dirle
altre e 100 cose ma non voglio avvilirvi ul-
teriormente.
Qualche giorno fa sono stato ad una
riunione politica del centro destra, o di
quello che ne rimane, ribadisco ad alta
voce queste cose,il nostro Molise ha biso-
gno , aldilà degli schieramenti, di persone
“credibili e serie”, solo con questi principi
e presupposti si puoi ripartire costruendo
un ‘ alternativa che avvicini la gente e li-
beri davvero il Molise da questi perso-
naggi, la nostra gente sa perfettamente
chi sono a prescindere da dove si collo-
cano! Infine voglio ribadire la mia vici-
nanza all’amico Martelli che ha dato prova
di coraggio e dirgli che in questa regione
non è solo e che siamo in tanti a pensarla
come lui.
L'intervento. Pentito di avere
votato per Frattura
CAMPOBASSO. “Frattura, tu non sai ven-
dere ciò che sai fare come Renzi non sa
fare ciò che sa vendere”.
A parlare è Antonio Di Pietro che in confe-
renza stampa a Campobasso tenta di ri-
sollevare dal crollo del gradimento
espresso in un sondaggio nazionale dalla
popolazione regionale. Pronta arriva la ri-
sposta di Romano che centra il problema
sull’assist del Tonino nazionale: “Forse ha
ragione – dice il giovane ex consigliere re-
gionale riferendosi alla dichiarazione di-
pietrista sul governatore del Molise -
altrimenti non avrebbe ceduto le quote
della Civitas (centrale a biomasse di Cam-
pochiaro) al suo socio a titolo gratuito, né
quelle della Bio.com (centrale a biogas a
Termoli e beneficiaria di 265 mila euro
della Regione, mai restituiti) a soli 800
euro (ottocento/00). Ad avercene di bene-
fattori così!”.
Così, quand’anche Di Pietro prova ad ad-
dossare alla comunicazione poco utiliz-
zata (o utilizzata male) da Frattura per di-
vulgare le pie opere del governo di
centrosinistra, in realtà fornisce un assist
micidiale agli avversari politici.
Perché oltre a diffondere ciò che Frattura
e i suoi non hanno fatto, pur sforzandosi
di trovare qualcosa di buono in appena in
un anno e mezzo di legislatura, ciò che
balza agli occhi è solo la tutela di inte-
resse imprenditoriali propri di Frattura,
della sua giunta e dei suoi consiglieri re-
gionali. Non poteva approfittarne Mas-
simo Romano che, dal social network, ha
ricordato il vero problema del Molise che
un pm quale Antonio Di Pietro cerca di
sviare fingendo di non vedere: il conflitto
di interessi.
A circondare Di Pietro sono in tre: il figliol
prodigo Cristiano, vice presidente del
Consiglio regionale che ha perso anche
quel po’ di smalto che gli era rimasto
quanto meno per fornire lo spunto di un
sorriso per le sue perle di saggezza, l’as-
sessore Pierpaolo Nagni che, forse, di
tanto in tanto durante la notte si chiederà
“che ci faccio io in mezzo a questa banda
di scalmanati?” (ps. a proposito, chissà
come mai quel volpone democristiano di
Nagni era assente il giorno in cui la Giunta
di cui fa parte ha adottato la delibera per
l’assunzione dell’ex segretaria di un giu-
dice del Tar Molise con 80mila euro).
E dulcis in fundo, a far compagnia al ta-
volo, c’era Carmelo Parpiglia meglio co-
nosciuto nell’ambiente politico come “il
calciatore”. E a proposito di comunica-
zione, in cui Di Pietro è maestro, qualcuno
dovrebbe informare l’ex ministro che, pro-
prio con Frattura presidente, il Molise è in
preda alla peggiore della disperazione
che possa impadronirsi di una società,
ossia “il dubbio che vivere onestamente
sia inutile”.
3
13 settembre 2014TA
agliolto
L’ex pm di mani pulite in conferenza stampa cerca di difendere il governatore
del Molise dal calo dell’indice di gradimento ma fornisce un assist per declassarlo
Alla Regione parlano di seconda fase del programma di
governo regionale, come se la prima l’avessero realizzata.
Stramberie della politica nostrana che riesce a far passare
per ragionevoli anche le assurdità. Non sappiamo qualificare
altrimenti questo tentativo di mistificazione da parte del go-
verno regionale che del programma elettorale con cui ha
convinto i molisani ha fatto perdere le tracce (tutti i governi
sono affetti dallo stesso vizio, anche perché nessuno chiede
loro conto).
Governo che sopravvive a se stesso tamponando qua e là
le falle che si aprono nei settori del’economia (industria,
agricoltura, turismo, artigianato, commercio, servizi sociali
eccetera), nei rapporti interpartitici (tensione costante tra Pd
e Idv), nei rapporti con le forze sociali (sindacati) e con il
partenariato.
Un governo affogato nella quotidianità che rigurgita pro-
blemi, insufficienze, inefficienze, urgenze e ... maldicenze!
Vorrebbe far credere di aver sciolto i nodi del lavoro e dello
sviluppo, per cui sarebbe nella condizione di passare alla
fase due: quella delle Riforme. Roba da manicomio. Anzi,
da interdizione dai … pubblici uffici. Tant’è. Non ce lo stiamo
inventando noi. Ci sono comunicati stampa che parlano in
proposito. Come quello, appunto, che prefigura il governo
regionale pronto per la fase due: le Riforme! Nelle inten-
zioni, lo sbaraccamento dei vecchi apparati (intanto comin-
ciassero dalla la giunta, dalle commissioni, e dal consiglio
regionali, quindi ponessero mano una volta per tutte alla
riorganizzazione dei servizi e degli uffici regionali); lo snel-
limento delle procedure burocratiche; la cancellazione degli
enti inutili; l’introduzione di Agenzie agili ed efficienti e della
metodologia, in forma stabile, della programmazione. Ma
per programmare occorrono i programmi.
Che non ci sono.
Magari accadesse. Ma non essendo mai stata data per
avviata né per conclusa la fase uno, non possiamo prendere
sul serio la fase due.
Stando ai fatti, stando cioè alla lettura pedissequa della
realtà in cui si contano a migliaia i cassaintegrati, i giovani
disoccupati, a migliaia le pale eoliche e i pannelli solari a
deturpare i profili delle colline e a rubare terreno coltivato, la
rete ospedaliera boccheggiante, il patrimonio storico-ar-
cheologico in abbandono, le industrie serrate e i negozi a
serrande abbassate, è il caso di saltare le fasi (uno e due)
e di mettere mano alla sopravvivenza.
L’avessero dimenticato, ci premuriamo di ricordare al pre-
sidente della giunta e all’assessore alle politiche Sociali e
del Lavoro che a sperare di sopravvivere sono i dipendenti
della Molise Dati SpA, di Esattorie SpA, della Biblioteca
Provinciale “P. Albino”, del Korai, in aggiunta a quelli di
Gam, di Ittierre e dello Zuccherificio, dell’indotto metalmec-
canico, dell’edilizia, del turismo, del commercio e delle im-
prese di vigilanza. Bastano, o ne occorrono altri di guai, per
darvi una mossa?
Dardo
Ma che fase una e fase due, cerchiamo di sopravvivere
Stando al parere degli amministratori, a Palazzo Moffa sarebbe giunto il tempo delle riforme
Di Pietro tenta di salvare Frattura,Romano riesce ad affossarlo
E’ già tanto che il governo regionale riesca a tamponare le falle che si aprono nei settori
dell’economia (industria, agricoltura, turismo, artigianato, commercio, servizi sociali eccetera),
nei rapporti interpartitici (Pd-Idv), nei rapporti con le forze sociali (sindacati) e il partenariato
RICCIA. La “Sagra dell’Uva” di Riccia ha
origini negli inizi degli anni trenta a testimo-
nianza dell’impegno e del sacrificio di molti
riccesi che, grazie ad essa, hanno raccon-
tato di questa piacevole terra e della sua
gente.
L’origine della sagra cittadina si colloca,
come già ricordato, agli inizi del 1930,
quando, in conseguenza delle direttive del
governo fascista, furono adottate misure af-
finché si svolgessero Feste dell’Uva in tutti i
Comuni d’Italia, allo scopo di esaltare il la-
voro dei campi e di valorizzarne il prodotto:
“… in ogni città o grossa borgata dovrà for-
marsi un Comitato, sotto la guida del pote-
stà, del quale facessero parte le autorità
civili, militari ed i rappresentanti delle asso-
ciazioni produttive e di partito”.
La festa diventa subito spettacolo tra le
strade del paese con giovani e giovanissime
che ballano con costumi folcloristici mo-
strando cesti pieni di uva e distribuendo
dell’ottimo vino rosso autoctono, il cui viti-
gno, oggi, sembra quasi essere del tutto
scomparso: "a saibell".
Un vino così scuro da lasciare sulla bocca
e nel bicchiere il rosso intenso e profumato
del proprio carattere.
Oggi, purtroppo, a Riccia solo pochissimi
gli ettari di terreno coltivati a vigna come
nessuna azienda vinicola è stata mai atti-
vata.
Resta una Festa, così, che alle spalle non
ha più nè il vitigno autoctono nè, tantomeno,
una produzione vinicola.
Resta una festa, piacevole, ma privata del
suo originario spessore legato alla coltiva-
zione della vigna.
L'amministrazione comunale, nel tempo,
si è posto il problema?
Festa dell'uva, ma il vino locale?A Riccia solo pochi ettari a vigna e nemmeno una cantina
CAMPOBASSO. CGIL CISL e UIL
hanno con forza posto come obiettivo
principale, il tema del lavoro, consape-
voli che gli anni della crisi hanno se-
gnato in modo drammatico,
l’assetto economico e sociale del Mo-
lise.
E’ stata espressa in maniera chiara e
forte in ogni iniziativa posta in essere
dal sindacato confederale molisano la
posizione su ogni singolo tema e su
ogni singola
vertenza aperta in regione.
In Molise negli ultimi 6 anni si sono
persi circa 20.000 posti di lavoro, ci
sono i precari, i cassaintegrati, un gio-
vane su due non lavora, in sintesi la si-
tuazione è drammatica.
"Il sindacato confederale a partire
dalla sua piattaforma ha avviato il con-
fronto con parti sociali e istituzioni e lo
scorso 7 agosto il Molise ha sottoscritto
l’intesa sul
riconoscimento dell’area di crisi, tutti
apparentemente soddisfatti e convinti di
aver trovato uno degli strumenti neces-
sari per affrontare una crisi di tale por-
tata..
Dopo poco più di un mese però, leg-
giamo con sorpresa , alcune dichiara-
zioni di Confcooperative, per bocca del
suo Presidente Domenico Calleo, sulla
quasi inutilità di tale ratifica. Ricordiamo
al Presidente di Confcooperative che la
sua Associazione è tra le sigle che
hanno dato vita all’intesa istituzionale,
e che l'abilità, dovrebbe essere, l’impe-
gnarsi congiuntamente per ottenere il
risultato di portare in Molise risorse ag-
giuntive per diversi milioni, e conse-
guenti investimenti produttivi. Inoltre
ricordiamo che il sindacato non ha mai
contrapposto area di crisi e cooperative
ed ha fatto emergere alcune criticità del
piano industriale come d’altra parte ha
fatto Confcooperative, proprio perché il
nostro interesse è salvaguardare il fu-
turo occupazionale dei lavoratori della
GAM e di tutta la filiera.
A questo punto riteniamo doveroso
che il presidente della regione informi
tutti lavoratori e le lavoratrici della situa-
zione che si sta delineando rispetto al
futuro produttivo della GAM".
Caro Matteo,
Oggi ho ricevuto la mia busta paga:
totale competenze: Eur 2945,73
totale ritenute: Eur 1053,32
netto a pagare: Eur 1892,00
Possiamo partire da questa situazione, che è la stessa per
migliaia di lavoratori dipendenti, per capire cosa c'è che non va
nel sistema fiscale del nostro Paese.
Ossia: se io sto pagando Eur 1053,32 di tasse, e di conse-
guenza l'azienda, lo stiamo facendo entrambi per quella fetta
molto grande d'Italia che le tasse le evade!
Come deve barcamenarsi uno Stato che, non volendo farle
pagare a tutti indistintamente, ha comunque la necessità di re-
perire quelle risorse minime per sostentarsi? Iper-tassando chi
ha la ritenuta alla fonte.
Oggi sentivo parlare del fatto che il Governo deve trovare 20
miliardi di Euro e Renzi sta chiedendo ai Ministri quanto pos-
sono risparmiare i propri dicasteri.
Il problema è proprio questo: se continuiamo a parlare di ri-
sparmi piuttosto che di introiti, possiamo continuare a porci
mille domande, a chiamare mille esperti di economia, a criti-
care Bruxelles per le sue imposizioni, ma il cerchio non lo qua-
dreremo mai.
Una cosa che proprio non mi sta nella testa è questa: noi
italiani, che ci vantiamo di aver capito come si sta al mondo
perché siamo più furbi degli altri, quanta furbizia abbiamo nel
momento in cui, non facendo pagare le tasse ad una cospicua
parte della popolazione, ci priviamo dei servizi necessari e cre-
iamo enormi squilibri sociali? Dov'è tutto quel vantaggio cultu-
rale nei confronti degli altri popoli che poniamo a vessillo della
nostra italianità? C'è qualcosa che stride, non credete?
Ciò che è evidentemente la soluzione a molti dei mali italiani
-non solo della mia busta paga- sembra non essere visto da
chi incarna la Legalità in quanto Istituzione.
Si tratterà di andare contro lobbies che fino ad ora hanno
avuto solo vantaggi dalle politiche statali? Pazienza, faccia-
molo, sarà il male minore. Si tratterà di andare contro determi-
nati bacini elettorali? Pazienza, facciamolo, sarà il male
minore.
Vogliamo rimanere il popolo che, dinanzi ad una striscia con-
tinua sulla carreggiata, sorpassa indisturbato il veicolo anti-
stante perché all'orizzonte sembra non si veda nessuno, e poi
va a cinque all'ora se intravvede una volante della Polizia? Vo-
gliamo rimanere il popolo che, se non visto, lascia che il pro-
prio cane evacui per strada senza raccogliere le sue feci?
Vogliamo rimanere il popolo che, sapendo di una sonnolenza
momentanea della Guardia di Finanza, continua a non emet-
tere scontrini fiscali o ricevute? In poche parole: vogliamo rima-
nere il popolo dell'"adesso ci provo" (a sviare dalle regole)?
Molto triste la cosa se vogliamo destinarci ad una sorte del
genere. Altrettanto triste se un Parlamento (prima ancora di un
Governo, visto che è il Parlamento a legiferare) svia continua-
mente dal tema come se non fosse la causa di tutti i mali.
E a tutte le partite IVA che si lamentano delle serrande ab-
bassate, dico: non le abbassereste se pagaste le tasse anche
voi, perché pagandole tutti, tutti arriveranno a pagarle meno.
Se non si comincia a creare questo circolo virtuoso, pos-
siamo mettere in scena tutti i Ballarò, tutti i Report, tutti i Virus
di questo mondo, ma saremo sempre al punto di partenza.
Una cittadina che si crede meno furba della norma, con or-
goglio.
Marialuisa Amato
413 settembre 2014
TAagliolto
Cgil, Cisl e Uil ripropongono con forza il tema diventato drammatico con il Molise
Lettera aperta al presidente Renzisulla tassazione in busta paga
"Lavoro, la politica si svegli"
Caccia, ci risiamo
L’intervento.
Mi congratulo con l’intervento della Consigliera del movi-
mento 5 stelle per la mozione presentata in consiglio per il ri-
pristino del calendario venatorio 2014/2015 ( non come scritto
sulla delibera di pre apertura ovvero 2013/2014) con partico-
lare riferimento alla tutela dell’orso marsicano. Ma nonostante
le sua ragioni tutte legittime e supportate da pareri autorevoli
la mozione è stata respinta. Pazienza Consigliera , una battaglia
persa ma purtroppo Lei è stata battuta non ieri ma il
02.09.2014 dalla giunta riunita appositamente in notturna che
con delibera pirata ha di fatto annullato il parere della commis-
sione espresso per il calendario venatorio, e la delibera della
regione che approvava il calendario venatorio e che tra l’altro
recepiva gli accordi per la tutela dell’orso marsicano. D’altronde
Lei non chiedeva nulla di diverso da quello che la regione ha
precedentemente deliberato.
Però che mi frega, io faccio una nuova delibera senza annul-
lare la precedente e il gioco è fatto. Si poteva fare? E stato fatto.
Ma guardi se Lei va a leggere il documento a firma di Di Pietro
pubblicato sui siti dagli AA.TT.CC prima del 3 settembre, egli,
già preannunciava in maniera chiara le volontà di effettuare de-
libere ad hoc per stravolgere il calendario tant’è che esiste una
diffida della lipu/enpa del 1 settembre protocollo n.4563-2014.
Me la gravità risiede nel fatto che la delibera pirata e stata pub-
blicata sul Burm la mattina seguente all’incirca intorno alle un-
dici ( con solerzia inusitata alle 0,24 del 2 settembre invece era
sul sito dell’ATC 1 Campobasso: la domanda sorge spontanea
quale è quella valida? E chi c’è dietro?).
Le consiglio di leggerla , infatti poi è stata modificata e ri-
scritta. Ma Le dirò di più le forze dell’ordine tutte nessuna
esclusa non sono state rese partecipe con nessuna comunica-
zione che il 3 /09/14 si “pre-apriva” la caccia (forse è stato fatto
in tarda mattinata) . Alla faccia del rispetto per persone che
ogni giorno lavorano per la tutela del territorio.
Allora io Le chiedo se può verificare la correttezza di questo
iter “deliberatorio” perché come ha già annunciato il consigliere
ve ne saranno altre.
E se può mettervi freno anche nelle apposite sedi. Ho visto
su youtube la replica del consigliere Di pietro: non merita un ta-
piro ma di più per le castronerie che ha detto.
Ha fatto saltare il protocollo di intesa firmato a carattere na-
zionale( anche dalle associazioni venatorie) recepito dalla re-
gione per la tutela dell’orso marsicano adducendo che per
questo anno si deve derogare in mancanza di corsi non effet-
tuati dalle province (la colpa è sempre di altri) per il brevetto
di cane limiere.
Consigliere i cani brevettati si comprano anche lo sa? Vaneg-
gia di indicazioni dell’Ispra rispettate.
Afferma che per l’orso non esiste pericolo perché i cani che
ne avvertono l’odore scappano ( ma di che parla di cihuauha o
yorkshire?) Poi parla di danni alle culture da parte dei cinghiali
e per questo vanno abbattuti.
Le do un suggerimento, gli autorevoli esponenti che Lei cita
, sono fra quelli che non vogliono da anni nessun piano di ge-
stione degli ungulati. In un ottica di risparmio regionale faccia in
modo (e lo può fare lo ha già dimostrato) che i danni provocati
dai suidi vanno pagati dai cacciatori così si ottengono due ob-
biettivi: la regione risparmia circa 800 mila euro di danni annui
e avremo immediatamente il piano di gestione.
Con quei soldini risparmiati si possono finanziare i corsi che
Lei cita, si possono finanziare azioni a tutela del territorio e
della fauna. Speriamo che il Parco nazionale si muova per vie le-
gali e ha tanti appigli per farlo: solo se avesse la volontà. Se non
lo fa può anche chiudere. Si potrebbe dire di più ma vista la sua
solerzia nel mortificare la caccia non mancherà occasione. La sa-
luto.
Zed
Ps. Il 3 settembre si è tenuto un convegno sull’utilizzo delle
munizioni atossiche per la caccia agli ungulati. Il relatore persona
degna di nota adduceva statistiche valide che riguardavano i
danni che il piombo provoca nell’uomo.
Tra i tanti si è visto che porta ad un abbassamento del quo-
ziente intellettivo nelle popolazioni. Mi sorge un dubbio legit-
timo : passi questa ipotesi nei cacciatori ma nei politici?
A già dimenticavo le cene a base di cacciagione.
I cittadini indignati del Molise,
passate le vacanze estive, hanno
deciso di riprendere le “ostilità” con
la macchina del rinvio, dell’insab-
biamento, del tirare a campare che
opera a pieno regime nelle stanze
e nei corridoi di Palazzo Moffa.
Lunedì 15 settembre, nel corso
della conferenza stampa annun-
ciata, diranno in dettaglio il pro-
gramma che intendono realizzare
per tenere costantemente sotto
tiro il consiglio regionale e le com-
missioni per indurli a dare una ri-
sposta ai circa seimila cittadini che
hanno sottoscritto da un capo al-
l’altro del Molise la proposta di
legge regionale di iniziativa popo-
lare riguardante la “Riduzione dei
costi della politica…”.
Probabilmente, di fronte al-
l’ostentata indifferenza mostrata fin
qui, saranno adottati atteggiamenti
e azioni eclatanti (non si esclude
l’occupazione permanente del con-
siglio) o altra manifestazione di
protesta che per contenuto e por-
tata valichi l’amorfa e devitalizzata
informazione locale per diventare
un elemento di giudizio della
classe politica molisana dinanzi al
Paese.
La proposta di legge popolare –
fa notare uno dei protagonisti del-
l’indignazione, Domenico Di Lisa -
accolta e riassunta dalla struttura
dell’Ufficio di Presidenza del Con-
siglio regionale, dal mese di gen-
naio giace insabbiata nei cassetti
della Prima Commissione che in tal
modo offende e calpesta la volontà
dei circa seimila cittadini che
l’hanno sottoscritta.
Lo scossone che si profila al-
l’orizzonte dovrebbe fare giustizia
soprattutto della speciosità delle
giustificazioni che vengono da Pa-
lazzo Moffa, notoriamente sede
della inconcludenza, della verbo-
sità e della mistificazione, tranne
nei casi in cui c’è da preservare gli
interessi personali, i diritti acquisiti,
e tutte le altre formule che garanti-
scono al corpo consiliare di essere
una casta offensiva dell’equità,
della sobrietà e dell’equilibrio.
I morsi della crisi sono sempre
più dolorosi per migliaia di famiglie
che non ricevono più reddito da la-
voro; la politica economica portata
avanti dal governo Frattura è fonte
di continui e nuovi disoccupati
(contratti di servizio in essere bru-
scamente e immotivatamente inter-
rotti), e là dove si apre la possibilità
di una utilizzazione logica e funzio-
nale delle unità lavorative (il caso
del personale del Korai – società a
partecipazione regionale), si perde
tempo, si traccheggia, si rimane
con le mani in mano, senza deci-
dere e governare.
I cittadini indignati del Molise
oltre a muovere e a spingere la
proposta di legge che si pone
come obiettivo la riduzione della
spesa pubblica e, in particolare,
della politica, si occuperanno
anche degli altri gravi problemi che
affondano nel pantano dell’ina-
zione amministrativa e legislativa a
Palazzo Moffa, e ai molisani che ri-
mangono a guardare con scettici-
smo ciò che si va facendo e ci si
propone di fare, viene opportuna-
mente ricordato che per effetto
delle loro battaglie sociali il consi-
glio regionale è stato già costretto
ad abrogare l’articolo 7 (indennità
ai portaborse) e a rinunciare ai
fondi per il funzionamento dei
Gruppi consiliari. Purtroppo la me-
moria, in un corpo sociale devita-
lizzato, è la prima a cedere.
Dardo
5
13 settembre 2014TA
agliolto
Gli “indignati” di nuovo all’attacco
di Armandino D’Egidio*
Sulla questione centrali a Biomasse re-
spingiamo con assoluta fermezza le di-
chiarazioni, apparse nei giorni scorsi su
alcuni organi di stampa, che hanno de-
scritto ‘in silenzio’ i sindaci dell’area mate-
sina. La nostra area è il polmone del
Molise e sapremo ben conservarla come
abbiamo sempre fatto, per la nostra gene-
razione e per le generazioni future e non
abbiamo nessun timore nell’esporre le no-
stre idee. Il nostro territorio lo ‘viviamo’
quotidianamente, sappiamo farlo vivere
agli altri, tutelarlo ed amministrarlo.
Ci sono delle potenzialità immense per
la nostra economia.
Non permetteremo di distruggere la no-
stra terra. Ci siamo attivati e ci stiamo
muovendo per scongiurare quello che sa-
rebbe un autentico scempio ambientale
per tutta l’area del Matese e per salva-
guardare una delle aree naturalistiche più
importanti della regione. Abbiamo com-
piuto, presso gli organi di competenza,
tutti i passi necessari ed andremo
avanti.Vorrei giusto ricordare qualche
passaggio che ha contribuito a rendere
unico nel suo genere questo territorio: nel
1997 è stata istituita l’Oasi WWF Guardia-
regia – Campochiaro (nel 2010 istituita
come Riserva Naturale Regionale).
L’estensione di oltre 3mila ettari la rende
una delle Oasi più grandi gestite dal Wwf,
in cui sono presenti canyon, cascate e
grotte; un territorio contraddistinto da siti
di assoluto interesse. L’area del Matese è
un museo a cielo aperto per i fossili pre-
senti, per i reperti archeologici, per le
falde acquifere (basti pensare alle sor-
genti di Rio Freddo che forniscono acqua
al 50% della popolazione molisana e
buona parte della Campania). Invece
delle centrali a biomasse, bisognerebbe
pensare piuttosto a progetti per sviluppare
un turismo sostenibile che potrebbe at-
trarre migliaia di visitatori.
L’impianto oltretutto andrebbe a pena-
lizzare le tante aziende che lavorano nel
settore agroalimentare con il serio rischio
di ripercussioni negative sulla qualità
delle produzioni (sono presenti alleva-
menti agricoli, avicoli, zootecnici, alleva-
menti di acqua dolce – trota e gamberi – e
caseifici che esportano il prodotto in tutto
il mondo).Infine non dimentichiamo che a
due passi ci sono il sito archeologico di Al-
tilia, le sorgenti del Biferno e la stazione
sciistica di Campitello Matese.
Che giovamento potrebbero trovare dal-
l’eventuale costruzione di una centrale a
biomasse?
L’area del Matese è stata definita dal
Ministero dell’Ambiente come ‘area priori-
taria per la conservazione della biodiver-
sità’ (dall’orso al lupo fino al camoscio
appenninico) e rappresenta l’habitat
ideale per la conservazione delle specie
e anche della fauna presente che spazia
a seconda delle altezze. Per questo con-
tinueremo a far sentire con forza la nostra
voce per impedire quello che ho già defi-
nito un vero e proprio scempio ambien-
tale”.
*Vice sindaco di San Polo Matese
Noi sindaci contrari allo scempio ambientale della Biomasse
Di fronte all’ostentata indifferenza mostrata fin qui, azioni di protesta che per
contenuto e portata valichino l’amorfa e devitalizzata informazione locale per
diventare un elemento di giudizio della classe politica molisana dinanzi al Paese
L’intevento.
Lunedì 15 settembre la conferenza illustrativa delle azioni che saranno messe in campo a difesa dei diritti calpestati dei molisani
CAMPOBASSO. Si è tenuta presso la sala
della Giunta della Regione una riunione pro-
mossa dal delegato alla Programmazione- il con-
sigliere Vincenzo Cotugno che, con il supporto
della struttura regionale, ha illustrato la conven-
zione sottoscritta con l’Agenzia APRE per l’aper-
tura dello sportello “Europa” presso la Regione
e l’avvio di una nuova stagione in termini di ac-
cessi alle imprese molisane verso i finanziamenti
diretti della Commissione Europea. Sono stati il-
lustrati anche alcuni programmi comunitari di fi-
nanziamento diretti alle imprese e come la
Regione può supportare ed accompagnare il
mondo imprenditoriale regionale a cogliere tutte
le opportunità europee, coinvolgendo anche isti-
tuzioni quali: Sace, Simest, Ice, BEI, garantendo
una funzione di conoscenza, indirizzo ed orienta-
mento senza richiedere oneri.Condivisone da
parte dei numerosi intervenuti, che hanno anche
fornito alcuni contributi. La prossima riunione
operativa con tutte le associazioni imprendito-
riali, l’Università, i sindacati, gli enti pubblici, etc.
è stata concordata per il 3 ottobre presso la
Sala del Parlamentino di Via Genova, nella quale
l’attività di Apre potrà essere declinata in termini
operativi e concreti, in modo da attivare un per-
corso virtuoso.
Apre lo sportelloEuropa
Sottoscritta dalla Regione la convenzione con l'agenziache si curerà delle operazioni
Il il Comando di Polizia Municipaledella Città di Campobasso raccogliele numerose segnalazioni ricevutedagli utenti e rinsalda il controllo percontrastare l’indecoroso fenomeno
dei marciapiedi, delle strade e deglispazi pubblici ricoperti dagli escre-menti degli animali.“Partono da oggi – spiega l’asses-
sore Salvatore Colagiovanni - i con-
trolli a tappeto condotti da appositepattuglie organizzate dal Comandodi P.M. per verificare l’utilizzo di pa-lette e sacchetti, e per controllare laregolare iscrizione all’anagrafe ca-
nina nonché l’applicazione del micro-chip.Lo scopo è quello di tornare ad
avere una Città più bella, più pulita epiù vivibile. Ma non solo!
Torneranno a essere serrati anchei controlli sulla regolarità delle sostenegli spazi riservati agli invalidi, oltreche sulla regolarità dei permessi“blu” esposti sulle autovetture”.
Lavoro, riflessione e cura per la città
hanno consentito all’amministrazione di
mettere la parola fine ad una vicenda “vec-
chia” ma che doveva essere affrontata in
fretta per la presenza di due ordinanze del
Tar. Così l’assessore all’Urbanistica Bibiana
Chierchia e il sindaco Antonio Battista hanno
commentato il voto unanime del Consiglio
comunale all’emendamento, portato in aula
ieri mattina, frutto dell’accordo tra maggio-
ranza e opposizione. Un documento con cui
il Consiglio ha detto no alla proposta di va-
riante alla lottizzazione parco dei Pini. “Un
risultato difficile ma espressione di un la-
voro accurato – ha aggiunto Chierchia - che
ci ha permesso di portare a compimento un
dovere che ci è stato imposto dal Tar ma che,
allo stesso tempo, ha consentito all’ammini-
strazione di anticipare le linee programma-
tiche che puntano a riqualificare il capoluogo
partendo da ciò che già esiste preservano
tutte le aree che costituiscono il pregio e il
bello della città”. Il Tar, infatti, ha invitato
l’amministrazione a esprimersi meglio sul di-
niego che, in effetti, l’assise aveva già dato
lo scorso febbraio ma che non era stato mo-
tivato. Da qui il ricorso al Tar della società ri-
chiedente e le conseguenti ordinanze che
hanno provocato la riapertura della vicenda
parco dei Pini obbligando la neo ammini-
strazione a riprendere in mano le carte
della lottizzazione, ristudiare a fondo la que-
stione e , in un certo senso, svolgere l’attività
che in realtà spettava ad uno studio legale.
“Abbiamo cercato di non creare precedenti
– ha continuato l’assessore - affrontando
tutti gli aspetti e mettendo a punto l’emen-
damento, votato all’unanimità, che costitui-
sce un’integrazione alla delibera di febbraio
2014 e che rappresenterà la posizione del
Comune nella prossima tappa dell’iter giu-
diziario a marzo del 2015”. “Non è una
chiusura all’urbanistica – ha spiegato il
primo cittadino - ma abbiamo il dovere di
governare la città e gestire al meglio le situa-
zioni già esistenti senza dimenticare il
mondo dell’economia e dell’imprenditoria
cittadina che ha il diritto di avere prospettive
chiare e sapere con precisione dove si può
investire”. L’emendamento approvato ieri in
Consiglio è servito a specificare parte della
motivazione e del dispositivo della delibera
dello scorso febbraio riguardante la propo-
sta di variante con ampliamento della lottiz-
zazione Parco dei Pini che prevedeva non
solo nuove costruzioni, tra cui un plesso sco-
lastico in sostituzione di quello di via Crispi,
ma anche la realizzazione di centri com-
merciali. La proposta è stata nuovamente ri-
gettata ma questa volta il Consiglio ha
deliberato di “ dare corso alle ordinanze Tar
Molise n.37/ 2014 e 47/2014 e rigettare
definitivamente la proposta formulata dalla
società “Parco dei Pini srl”, intendendo pre-
servare in tal modo l’assetto urbanistico del
comprensorio che risulta già attuato in ap-
plicazione del piano esistente e della colle-
gata convezione di lottizzazione; di
dichiarare il cessato interesse a localizzare
un polo scolastico nel sito di ampliamento
della lottizzazione; di prendere atto dell’av-
venuta scadenza dei termini della conven-
zione urbanistica al 12/3/2010 e di dare
atto che comunque non sussistono le condi-
zioni perché si configuri l’applicabilità del-
l’istituto della proroga; di onerare gli organi
competenti e, segnatamente, il sindaco e i
dirigenti preposti agli uffici di urbanistica e
tutela del patrimonio della definizione dei
rapporti contrattuali in essere e della com-
pleta attuazione del Piano esecutivo, con la
completa cessione delle aree e delle opere di
urbanizzazione, come da convenzione, im-
piegando, ove necessiti, poteri autoritativi”.
Teresa Manara
6
13 settembre 2014 Campobasso
Maggioranza e opposizionetrovano l’accordo mettendo al primo postola cura della città
La Coalizione Civica a PalazzoSan Giorgio (Michele Scas-serra, Michele Coralbo, France-sco Pilone, MarialauraCancellario, Alberto Tramon-tano ed Enrico Perretta), dopo ilConsiglio comunale di ieri è tor-nata sul percorso che ha con-dotto all’approvazione deldocumento con il quale si è con-fermato il diniego alla variantedella lottizzazione di Parco deiPini, che prevedeva una colatadi cemento pari a ottomila metricubi.“Finalmente – hanno affermatoi sei consiglieri comunali dellaCoalizione Civica – si è arrivatialla conclusione di una vicenda,che ha segnato il ‘modus ope-randi’ di una maggioranza spa-ventata e avvitata su se stessa.La presunta lottizzazione diParco dei Pini, infatti, se da unlato scongiura l’ipotesi di nuovee disordinate colate di cemento,dall’altro, non cancella l’incom-petenza e l’incertezza politica diuna maggioranza troppo spessovittima di iniziative private, chenon hanno nulla a che vederecon l’interesse della città e dellacollettività”.Sul provvedimento approvatoall’unanimità, per la CoalizioneCivica: “È stato imbarazzante
vedere come un provvedimentopresentato dall’assessore al-l’Urbanistica, Bibiana Chierchia,al consiglio comunale sia statoritirato, per essere emendatodall’esecutivo e dalla stessamaggioranza nei dieci giornisuccessivi. Questo è già di persé è sufficiente per sfiduciarel’assessore Chierchia, che evi-dentemente non riesce a tra-smettere le dovute garanzieall’assise di Palazzo San Gior-gio e alla Giunta. L’aggravante,inoltre, è il suo tentennamentodi fronte alla lettera di uno stu-dio legale, nonché da alcunequestioni poste dall’opposizionecivica, che hanno fatto trabal-lare i presunti indirizzi politici”.Michele Scasserra e MicheleCoralbo del ‘Polo Civico’, Fran-cesco Pilone e Marialaura Can-cellario di ‘DemocraziaPopolare’, Alberto Tramontanodi ‘Città Amica’ ed Enrico Per-retta di Campobasso Nuovahanno concluso: “Se le pre-messe sono queste, non si pre-annunciano momenti positiviper poter parlare, nelle oppor-tune sedi, di pianificazione ur-banistica, sviluppo e progressoterritoriale, economico, com-merciale e sociale della nostracittà”.
Coalizione civica:“La chiusura della vicenda non cancellal’incompetenza della maggioranza”
Lottizzazione parco dei Pini, il Consiglio dice no alla proposta di variante
Multe per chi non rispetta la città e i concittadini
Non vorremmo che quel poco
entusiasmo salito dai recessi della
Regione Molise per aver deciso di
mettere a concorso la progetta-
zione della sede regionale su parte
del terreno dell’ex campo sportivo
Romagnoli, avesse perso valore e
vigore. Il tempo che sta intercor-
rendo dall’annullamento del primo
bando, per manifesta inadegua-
tezza tecnica e procedurale, al-
l’emanazione di un nuovo bando,
rivisto e coretto con il contributo
degli Ordini professionali degli ar-
chitetti e degli ingegneri, sta diven-
tando inquietante. Sta generando il
sospetto di un ripensamento, di un
tornare indietro al punto in cui della
progettazione della sede regionale
s’è parlato in termini dubitativi o,
peggio, in termini affaristici. In giro
ci sono ancora i cultori dell’immo-
bilismo (“Lasciamo il mondo
com’è”) e i cultori, peggio, dei fitti
passivi, per i quali i tre milioni e
passa di euro che ogni anno ven-
gono elargiti ai proprietari degli im-
mobili e degli appartamenti in cui,
da decenni, sono sistemati uffici e
assessorati regionali, sono brusco-
lini e non ciò che sono, ovvero una
enorme spesa pubblica ingiustifi-
cata e ingiustificabile alla luce del
fatto che la Regione Molise dal
1985 dispone (in proprietà) del ter-
reno corrispondente all’ex campo
sportivo “Romagnoli”, pagato al-
l’epoca oltre sei miliardi di lire al-
l’amministrazione comunale, per la
costruzione della sede. Il presi-
dente Frattura aveva rotto l’incan-
tesimo avviando, come abbiamo
accennato, un giro d’orizzonte in
Italia e in Europa alla ricerca delle
idee migliori per realizzare una
sede regionale dal costo contenuto
e, possibilmente, dalla qualità ar-
chitettonica, tale da connotare su
livelli emblematici l’opera pubblica
prevista su parte dell’ex Roma-
gnoli. Peccato che coloro che gli
hanno dato una mano a redigere il
bando gliela abbiano data in modo
sbagliato. Quel bando pubblicato
in primavera e fatto circolare anche
in Europa, non rispondeva alla
missione. Una figuraccia. Quel
bando è stato annullato, ritirato, e
rimesso in discussione, questa
volta con il contributo diretto degli
Ordini professionali degli architetti
e degli ingegneri per fare in modo
che nella nuova versione non ci
fossero errori ed omissioni né ci
fosse la possibilità che venissero
sollevate critiche ed eccezioni tec-
niche e procedurali.
Ciò detto, c’è da chiedere per-
ché, dunque, il nuovo bando non
venga pubblicato, rimesso in cir-
colo e sostenuto con la dovuta
convinzione dalla presidenza re-
gionale. Gli atti amministrativi
hanno una loro “anima”, una loro
“vita”, una loro “incidenza” e una
loro “finalizzazione”, soprattutto in
tempo di razionalizzazione (per
legge) della spesa pubblica. Che si
arrivi pertanto, finalmente, ad
avere una sede regionale, sussi-
stono tutte le ragioni perché non si
perda tempo. Perché, innanzitutto,
le risorse pubbliche non vadano
più a rimpinguare i conti correnti
dei proprietari (alcuni storici) degli
immobili e degli appartamenti in cui
sono sistemati gli uffici e gli asses-
sorati regionali (ennesimo memo-
randum per la Sezione della Corte
dei Conti). E la città capoluogo di
regione possa vantare, come tutte
le altre regioni italiane, una strut-
tura pubblica riassuntiva delle esi-
genze logistiche dell’ente, delle
esigenze urbanistiche e funzionali
dell’area di sedime e delle aree ur-
bane adiacenti e, in particolare,
delle qualità culturali della città e
di chi la abita.
Dardo
Angelo Cristofaro e Assunta Testa,
sono loro i due neo rappresentanti
del Comune in seno al Consiglio di
amministrazione dell’ azienda di ser-
vizi alla persona “Don Carlo Pistilli”.
La nomina è arrivata direttamente
dal sindaco Antonio Battista che ha
seguito le linee di indirizzo per la de-
signazione e la revoca dei rappre-
sentanti del Comune presso enti,
aziende e istituzioni, approvate in
Consiglio lo scorso 6 agosto anche
se, in realtà, l’amministrazione s’era
“portata avanti con il lavoro” e a giu-
gno aveva già pubblicato l’avviso
pubblico per ricevere le dichiarazioni
di disponibilità a ricoprire la carica.
Ebbene, Battista, dopo aver valu-
tato i curricula, le capacità, le com-
petenze e la correttezza
amministrativa delle proposte perve-
nute, ha deciso di nominare Cristo-
faro e Testa considerandoli idonei,
competenti e in grado di rappresentare
gli interessi del Comune coerentemente
con gli indirizzi formulati dal Consiglio
comunale. Inoltre, non è un mistero che
il sindaco conosce bene Cristofaro e
Testa perché candidati nella lista del Pd
alle amministrative di maggio, elezioni
che hanno portato Battista a conquistare
la poltrona più importante di Palazzo
San Giorgio.
Le linee di indirizzo per la designa-
zione e revoca dei rappresentanti del
Comune presso enti, aziende e istitu-
zioni, stabiliscono che i rappresentanti
devono avere i requisiti per la nomina a
consigliere comunale, essere di indi-
scussa probità e possedere una speci-
fica competenza, adeguata alle ca-
ratteristiche della carica che deve
essere ricoperta. Al fine di assicu-
rare le condizioni di pari opportunità,
le nomine e le designazioni in ogni
organismo debbono garantire un’
adeguata rappresentanza di genere,
nel rispetto delle pari opportunità. Al
sindaco viene attribuito ampio po-
tere di scelta nelle nomine e desi-
gnazioni, il primo cittadino deve
improntare le proprie scelte ai prin-
cipi di trasparenza e competenza
tecnica e professionale, previa veri-
fica della non sussistenza di conflitti
di interesse. Ogni rappresentante
nominato è tenuto ad inviare al sin-
daco una relazione annuale sull’atti-
vità svolta dall’organismo in cui è
stato eletto e sulle iniziative assunte
al suo interno.
I nominati Cristofaro e Testa do-
vranno, in particolare, adoperarsi affin-
chè si giunga, nel più breve tempo
possibile, all’attivazione della Rsa (Re-
sidenza sanitaria assistita) e della Rp
(Residenza protetta) e favorire ogni ini-
ziativa possibile di raccordo con altre re-
altà sociali già operanti sul territorio
come i centri sociali per anziani.
TeMa
7
13 settembre 2014Campobasso
A distanza di un mese ti riformuliamo gli auguri per i tuoi18 anni. Ricordatisempre che haiuna marcia in più...,ma... non dimenticare mai di rispettarestop e precedenze.Auguroni da tuttala troupe.
Il sindaco Battista nomina i rappresentanti del Comune e sceglie due consiglieri mancati del Pd
Il tempo che sta intercorrendo dall’annullamento del primo bando per l’ideazione della sede regionale all’emanazione di un nuovobando, rivisto e coretto con il contributo degli Ordini professionalidegli architetti e degli ingegneri, sta diventando inquietante
Auguri
Alla ricerca del bando perduto!
Casa Pistilli, Cristofaro e Testa nel Cda dell’azienda di servizi alla persona
In giro ci sono ancora i cultori dell’immobilismo e i cultori, peggio, dei fitti passivi, per i qualii tre milioni e passa di euro all’anno elargiti ai proprietari degli immobili e degli appartamentiin cui, da decenni, sono sistemati gli uffici e gli assessorati regionali, sono bruscolini
VENAFRO. Tema caldissimo e di
massima attualità di Pozzilli e Ve-
nafro, Comuni che chiudono il Mo-
lise ad ovest assieme a Sesto
Campano : lo stato del torrente
Rava ! Questo versa in condizioni
pessime sia nel suo alveo che
lungo gli argini per tutta una serie
di gravissimi motivi. Innanzitutto il
pluriennale ammassarsi, in territo-
rio di Pozzilli, di tonnellate di ma-
teriale pietroso disceso dai monti
dell’interno e mai rimosso, pietre
che oggi riempiono del tutto l’altis-
simo letto torrente facendo aumen-
tare la velocità e quindi la
devastante pericolosità dell’acqua
in caso di piene dell’autunno/in-
verno. Subito dopo l’abbondantis-
sima e fitta vegetazione spontanea
cresciuta a dismisura lungo gli ar-
gini del torrente sia a Pozzilli che
in territorio di Venafro, anch’essa
da anni non tagliata e mai rimossa,
e tale da rappresentare un osta-
colo reale al deflusso delle acque
in caso di piene. Le due cose da
tempo stanno rovinando sonno,
tranquillità e riposo di tantissima
gente di Pozzilli e Venafro, che
hanno scritto dappertutto denun-
ciando l’impossibile e pericoloso
stato del Rava ma incredibilmente
non hanno ricevuto né risposte, né
rassicurazioni, né garanzie d’inter-
venti immediati e tali da scongiu-
rare i pericoli cui temono di andare
incontro, ossia problemiper la loro
incolumità e danni alle proprietà
private, causa la pessima manu-
tenzione del corso d’acqua in
tema.
A chi tocca pulire e tenere in or-
dine alveo ed argini del Rava, si
staranno chiedendo in molti ? I
compiti e quindi le responsabilità
sono duplici : pulizia e manuten-
zione delle acque,ossia del letto
del torrente, sono compiti dei La-
vori Pubblici, mentre degli argini la
competenza è del Consorzio di Bo-
nifica di Venafro. Tanto è assodato,
per cui spetta a Lavori Pubblici e
Consorzio di Bonifica intervenire e
garantire sicurezza e tranquillità a
tutti.
Del resto la situazione è tanto
delicata e tale da richiedere inter-
venti della massima urgenza,
come dimostrato anche da un re-
cente fatto di cronaca, ossia il rin-
venimento da parte di residenti
lungo il Rava a Venafro di enormi e
spaventosi serpenti sull’uscio di
casa, animali che proliferano a pia-
cimento nella boscaglia cresciuta a
ridosso del corso d’acqua e che
costringono intere famiglie a vivere
tappate in casa per il timore di ri-
trovarsi con tali sgraditi ospiti all’in-
terno delle quattro mura !
S’interverrà perciò a ripulire final-
mente da pietrame e vegetazione
il torrente di cui trattasi ? Nel frat-
tempo il caldissimo tema è la mas-
sima attualità per Pozzilli e
Venafro !
“Chiediamo –affermano molti-
che tornino decoro e pulizia all’in-
gresso principale del nosocomio
cittadino nell’interesse della strut-
tura, della sua offerta di servizi e
per il buon nome di quanti vi lavo-
rano, dedicandosi quotidiana-
mente per offrire prestazioni
all’altezza delle attese”. Perché
tale particolare richiesta ? “Da
mesi, ossia dall’ultima delle tante
manifestazioni di protesta insce-
nate dinanzi al SS Rosario per di-
fenderne futuro ed operatività,
–replicano gl’interlocutori- nes-
suno ha provveduto a rimuovere
striscioni con scritte di vario tipo,
lenzuola appese all’inferriata ed
altro lì rimasto quale retaggio di
sit/in e manifestazioni di protesta.
Possibile mai che a centinaia, so-
prattutto i dipendenti della strut-
tura, entrano ed escono
quotidianamente dall’ospedale e
non pensano a portar via i resti
delle datatissime proteste ? Per-
ché tanto disinteresse o meglio
tanto menefreghismo ? Il SS Ro-
sario si difende anche tutelando la
sua immagine esteriore, ossia
mettendo ordine, pulizia e decoro
all’esterno del complesso, oggi più
che mai necessario sentite le voci
di imminenti ulteriori contrazioni
dei servizi del nosocomio”. La dura
chiusa finale dei lettori : “O conti-
nua ad esserci qualcuno/a che si
ostina a remare contro l’ospedale
venafrano, piuttosto che adope-
rarsi per la sua difesa ?”.
11
13 settembre 2014Isernia
Malviventi rapinano la parrocchia
Ss. Rosario tra tagli e degrado
Torrente Rava, rischio altissimo
Ladri senza scrupolo nella chiesa di San Simeone e Santa Maria di Loreto
ISERNIA. L’accoltellamento avvenuto nel pomerig-
gio di mercoledì verso le ore 17, ha dei risvolti clamo-
rosi. Gli uomini della squadra mobile infatti, stanno
ancora cercando l’autrice del gesto, sparita nel nulla
dopo il fatto. La donna di etnia rom, dopo una discus-
sione in strada, ha estratto un coltello e lo ha sferrato
contro una coppia, colpendo prima la coppia poi il ma-
rito. Le urla hanno attratto l’attenzione dei passanti
che hanno immediatamente chiamato i soccorsi. I
due sono stati trasportati in ospedale e ad avere la
peggio è stata la moglie, ma i due non sono in peri-
colo di vita. Questi, sono gli stessi che solo due giorni
fa sono stati aggrediti e accoltellati dal figlio con una
mannaia e la pista più seguita dalle forze dell’ordine
in questi giorni, è quella di una faida tra famiglie.
Sembra infatti, che la donna responsabile del se-
condo accoltellamento sia una nipote acquisita della
coppia che si sarebbe voluta vendicare del fatto che,
dopo la denuncia, il figlio responsabile della prece-
dente aggressione, sia finito in carcere. La Squadra
Mobile di Isernia sta cercando di ricostruire l’intera vi-
cenda ma non senza problemi. Sono tante infatti le
ostilità dei presenti a rivelare i particolari dell’aggres-
sione e si ipotizza che la donna scomparsa si possa
essere nascosta da altri parenti rom per far perdere le
proprie tracce.
VENAFRO. Ladri senza scrupolo
nei giorni scorsi hanno ripulito la
parrocchia di San Simeone, Santa
Maria di Loreto, e l’oratorio Gio-
vanni Paolo II. La notizia si è saputa
solo ieri quando, don Armando Ga-
lardi, si è recato dai Carabinieri
della Compagnia di Venafro per de-
nunciare il fatto. Dalla scrivania e
dai cassetti del prete sono spariti al-
cuni assegni e un televisore che
serviva ad intrattenere i bambini
che frequentano l’oratorio. I malvi-
venti, che hanno anche provato ad
entrare in chiesa passando dalla
porta che dall’oratorio porta in sa-
crestia senza successo, sembra
cercassero una cassaforte. Gli in-
quirenti però non escludono che a
compiere il fatto sia stato un tossi-
codipendente a caccia di soldi.
Gli uomini della Squadra mobile di Isernia sulle tracce dell'autrice del folle gesto
Sono tanti i problemi legati alla mancata pulizia dell'alveo tra Venafro e Pozzilli
Accoltellamento, si cercauna terza persona
I cittadini sottolineano lo stato di abbandono della struttura sanitaria venafrana
CASTELMAURO. Definirle
buche è riduttivo. Sono voragini,
squarci sull’asfalto che rendono
insidiosa la circolazione di qualun-
que veicolo, e non solo delle mo-
tociclette e delle bici. Lì ci
passano auto di lavoratori pendo-
lari che ogni giorno si recano a
Termoli, Larino e Campobasso. Ci
passano gli scuolabus e gli auto-
bus di linea. E non certo per pro-
vare l’ebbrezza delle “montagne
russe”, ma perché è l’unica strada.
L’unica strada che, da Castel-
mauro, porta a Termoli e quindi
alla Bifernina per il capoluogo. E,
dall’altro lato, a Civitacampoma-
rano, a Castelbottaccio, allo svin-
colo per la Trignina. E’ l’unica
strada ma tra poco potrebbe non
essere più percorribile, col risul-
tato di innescare uno stato di iso-
lamento per diversi Comuni
molisani, che già soffrono parec-
chio la distanza dai centri princi-
pali. Si chiama Strada Provinciale
163, è di competenza della Provin-
cia, appunto, ed è ridotta talmente
male che non sembra più nem-
meno una strada. E’ stata inter-
detta alle due ruote per ragioni di
pubblica incolumità, anche se la
segnaletica che dovrebbe avver-
tire del pericolo manca o forse è
stata rimossa. Per svariate decine
di chilometri, da una parte e dal-
l’altra rispetto a Castelmauro, si
snoda secondo una mappa di
frane, voragini, asfalto collassato.
Il manto di bitume è squarciato in
più punti e gli ‘scalini’ superano i
10 centimetri. "Questa situazione
– spiega il sindaco di Castelmauro
Angelo Sticca – è la conseguenza
di anni e anni di mancata manu-
tenzione, che ha ridotto la strada
a un colabrodo. Il pericolo esiste,
è notevole, e soprattutto la notte.
Ho sollecitato più volte la Provin-
cia, ma a quanto pare mancano i
fondi per un intervento risolutivo".
E’ il paradosso del Molise, dove
sono stati spesi milioni di euro per
scuole post sisma in Comuni che
non hanno più iscritti, e dove non
ci sono due milioni di euro per
mettere a posto l’unica strada di
collegamento tra Castelmauro, Ac-
quaviva, Palata, Civitacampoma-
rano, Castelbottaccio. E non è un
paradosso minimale, anche se le
Istituzioni che gestiscono le ri-
sorse pubbliche hanno fatto finta –
fino a ora – che il problema non
esistesse.
TERMOLI. L’ex segretario gene-
rale del comune di Termoli Donato
Petrosino non ci sta e sull’inchiesta
che la Procura ha avviato sulla
base dell’esposto presentato dal-
l’opposizione di centrodestra, ma
non solo, vuole precisare la sua po-
sizione.
“Con riferimento alla notizia di
oggi, 12 settembre 2014, trasferita,
per quanto consta, da un consi-
gliere comunale di minoranza, se-
condo la quale qualche giorno fa io
sarei stato ascoltato insieme ad altri
presso la Procura della Repubblica,
è mio interesse smentire nel modo
più assoluto quanto riferito. Ag-
giungo ancora che ad oggi nessuna
comunicazione di qualsivoglia na-
tura è pervenuta al mio indirizzo.
Non escludo, però, la ‘profezia’ ed
aspetto che quanto (pre) anticipato
possa accadere nei prossimi giorni
in relazione ad attività giudiziaria
che mi sembra allo stato dovuta
dopo l’esposto presentato da alcuni
consiglieri di minoranza sul caso.
Ritengo, anzi, tale circostanza
rientrare nella possibile normalità
per ogni operatore che si relazioni
con la pubblica amministrazione,
specialmente se attraversata, come
quella locale, da sentimenti ideolo-
gici antagonisti, virulenti, di imme-
diata percezione, che esplodono ad
ogni piccolo passo e fanno rumore.
Con l’occasione intendo sottoli-
neare la serenità di svolgimento del
servizio che mi è stato affidato, che
io mi impongo di portare avanti no-
nostante tutto nel rispetto dei patti
contrattuali, i quali, mi preme qui ri-
badirlo a chiarimento di altri pregiu-
dizi e pensieri trasversali trasferiti
alla pubblica opinione, non mi pre-
cludono la possibilità di realizzare in
piena autonomia professionale,
senza preclusioni dunque o vincolo
di dipendenza, anche di natura ana-
grafica, percorsi contrattuali con
altre municipalità, stante la condi-
zione di libero mercato prevista dal
codice dei contratti.
Per apprendere questi ultimi par-
ticolari non era necessario atten-
dere chissà quale segreto rivelato,
come qualcuno lascia intendere,
preferendo, forse, il pensar male
piuttosto che il far bene; sarebbe
stato sufficiente scorrere il curricu-
lum da me sottoscritto ‘in ogni pa-
gina’ ed avrebbe appreso tutte le
attività da me intraprese coram po-
pulo, non dovendo di questo dar
conto ad altri se non ai miei limiti e,
quindi, a me stesso”.
12
13 settembre 2014 Termoli
MONTECILFONE. In molti, fe-
deli e non, stenteranno a crederci
ma la notizia è apparsa già nel
giornalino parrocchiale “Il campa-
nile” e, a scanso di equivoci, cita
testuali parole: “Il 16 agosto 2014,
festa della Madonna Grande, il
parroco a nome di un nascente
Comitato cittadino informava la
comunità parrocchiale: “Al bosco
di Coriundoli desideriamo far sor-
gere una grotta mariana chiamata
“La piccola Lourdes di Corundoli”.
La piccola Lourdes nasce, infatti,
dal desiderio e dalla volontà dei
fedeli cristiani e di Padre Franco
Pezzotta, parroco della Chiesa di
San Giorgio martire in Montecil-
fone dal 1971.
Recatosi con devoti per diverse
volte a Lourdes in pellegrinaggio,
udiva una voce interiore che gli
suggeriva: “Tu mi devi riprodurre
a Montecilfone, costruire a Corun-
doli una grotta simile a quella di
Lourdes””.
“Era la Sua, la voce della Ma-
donna della Grotta di Massa-
bielle”: ribadisce il testo risportato
a pagina 27 dell’ultimo numero del
giornale parrocchiale “Il campa-
nile”.
E non è tardata la risposta di
padre Franco che ha riportato sul
suo giornalino: “Sì, o Santissima,
o piissima, dolce vergine Maria.
Madre beata, Immacolata, con la
benedizione e con l’aiuto del po-
polo di Dio, io voglio! Ti riprodurrò
a Corundoli uan grotta simile a
quella di Lourdes””.
Adesso il desiderio della Ma-
donna sarà realizzato, almeno
stando alle parole del giornalino. I
lavori sono prossimi a partire e a
Montecilfone ci sarà così “un altro
ovile per le pecorelle in cerca di
aiuto”, come specifica il parroco.
“Anche a Corundoli, in Montecil-
fone, in provincia di Campobasso,
brillerà l’arcobaleno di Lourdes;
anche qui, ci sarà la famosa vi-
sione biblica: “Nel cielo apparve
poi un segno grandioso: una
donna vestita di sole, con la luna
sotto i suoi piedi e sul suo capo
una corona di dodici stelle. Era in-
cinta e gridava per le doglie e il
travaglio del parto” (Apocalisse
12, 1-2)”.
“Sarà un’opera della Divina
Provvidenza – assicura il parroco
- e della carità e generosità dei fe-
deli, desiderata dalla Madonna
che in tanti modi e con insistenza
ha chiesto”.
Ovviamente l’invito a far parte
del nascente comitato è aperto a
tutti e nell’articolo citato si precisa
che (siamo a pagina 29): “è stata
inviata tutta la documentazione al
comune di Montecilfone: planime-
tria, la pianta prospettica, la rela-
zione tecnica e geologica e la
richiesta per ottenere la conces-
sione di un suolo pubblico di pro-
prietà del comune ai margini del
bosco di Coriundoli per la realiz-
zazione della Grotta all’aperto,
salvaguardando e perseverando
la bellezza dell’ambiente bo-
schivo”.
E conclude: “La Madonna di
Lourdes benedice tutti i fondatori,
i volontari e i benefattori che en-
treranno a far parte della storia
della piccola Lourdes di Corundoli
e saranno continuamente infor-
mati della amministrazione sulle
entrate e sulle uscite di spese”.
A questo punto non resta che
aggiungere una sola cosa:
“Amen!”
“Castelmauro, strada disastrosa”
L'ex segretario generale di Termoli, Petrosino, dice la sua su quanto accaduto Il parroco di Montecilfone svela il perchè
della realizzazione del manufatto
"La Madonna mi ha detto di costruire la grotta"
"Su di me solo pregiudizi"
Il sindaco Sticca denuncia la situazione che rischia di isolare il paese
TERMOLI. C’era grande attesa stamani a Termoli per il
workshop sull’ingegneria clinica. Un incontro ospitato dalla
nuovaa struttura del circolo vela a cui hanno preso parte i
maggiori esponenti nazionali di questa branca dell’inge-
gneria biomedica che si occupa della gestione sicura, ap-
propriata ed economica delle tecnologie e delle
apparecchiature in ambito clinico. Con questo si intende la
valutazione, l’installazione, la manutenzione, l’adegua-
mento della strumentazione e delle attrezzature in uso nei
servizi sanitari e la collaborazione con gli operatori sanitari
nell’utilizzo di metodologie ingegneristiche per la soluzione
di problemi clinici e gestionali. Inoltre il settore dell’inge-
gneria clinica comprende la progettazione e l’implementa-
zione di sistemi informatici di gestione dell’informazione
clinica, come i Pacs. Assenti i governatori di Abruzzo e
Molise D’Alfonso e Frattura, così come il manager Asrem
Fuiano, tra i rappresentanti istituzionali c’era il sindaco di
Termoli Angelo Sbrocca. Tra i saluti introduttivi anche il
professor Giovanni Di Giandomenico, rettore dell’Univer-
sità telematica Pegaso. I compiti dell’ingegnere clinico
comprendono l’Health Technology Assessment, la pianifi-
cazione degli acquisti, la gestione informatizzata del parco
tecnologico fino alla dismissione, l’ingegnerizzazione del
processo manutentivo, la gestione della sicurezza e della
qualità delle apparecchiature, la formazione del personale
sanitario. A questi campi tradizionali negli anni se ne sono
affiancati altri, quali la Gestione del rischio, l’ergonomia, la
Telemedicina, la certificazione e l’accreditamento, il con-
trollo di gestione. Nell’evento odierno sono stati presentati
i risultati del Progetto Pilota First Response, implementato
nella Regione Molise dal 2010 che, al Convegno Nazio-
nale Associazione Italiana Ingegneri Clinici, che ha otte-
nuto il riconoscimento di “modello innovativo per il governo
delle Tecnologie Biomediche”.
In sostanza la sfida che la Regione Molise ha accettato
nell’ottica di un contenimento della spesa sanitaria che
non vada a discapito del livello delle prestazioni e della
qualità per garantire la sicurezza di operatori e pazienti,
anche grazie all’opera dell’ingegner Pasquale Bartollino.
L’occasione odierna è stata utile anche per il debutto
del neo direttore generale della Fondazione Giovanni
Paolo II, Enrico Zampedri.
TERMOLI. I tecnici della Soprintendenza
trasferiti da due anni a Larino di ritorno presto
a Termoli.
Un anno e mezzo fa una ventina di tecnici
abbandonarono i locali di via Oliviero per tra-
sferirsi, lavorativamente parlando, a Larino.
La sede che accorpava le competenze ar-
chitettonico-paessagistico-ambientale, quella
storico-artistica e quella archeologica, era
presente in città dal 1984, quindi ben 28 anni,
dopo un primo trasloco da Guglionesi. Sedi
diverse fino all’ufficio smobilitato e accorpato
alla sede di Larino, nell’edificio che fu di pro-
prietà dell’Enel e che ora, invece, è patrimo-
nio pubblico.
Ma a distanza di due anni, incredibilmente
(bontà loro, visti i disagi logistici subiti in que-
sti mesi) i dipendenti torneranno a Termoli, in
un’ala del vecchio seminario, quella che af-
faccia su Pozzo dolce, sul retro di piazza
Sant’Antonio. I lavori di ristrutturazione sono
avviati e dovrebbero essere ultimati per per-
mettere il ritorno in riva all’Adriatico, con vista
mare, già dai primi mesi del 2015.
TERMOLI. Sorge spontanea come
“bere un bicchier d’acqua”, la do-
manda della dirigente scolastica del
terzo circolo via Stati Uniti Erminia
Mastronardi che, incontrata al fine di
dibattere sull’assetto delle scuole cit-
tadine, tiene a evidenziare quella che
per lei è una grave mancanza della
nostra città: la presenza di un istituto
comprensivo.
“Noi ci stiamo occupando di un do-
cumento importantissimo: le indica-
zioni nazionali 2012, che è il pane
quotidiano di tutta la scuola italiana
oggi ed ha, come suo sfondo culturale
e pedagogico, la costituzione di una
scuola che si concepisce come un
percorso verticale.
Una scuola che parte da quella
dell’infanzia e termina con la terza
media.
Questo percorso ha come status
normale quello dell’istituto compren-
sivo dove si stila una programma-
zione e si predispongono tappe che
prendono il via dai campi d’espe-
rienza e attraverso la scoperta delle
discipline permettono ai piccoli ed ap-
pena adolescenti di arrivare alla terza
media con più ricchezza culturale e
formazione.
Qui a Termoli, purtroppo, andiamo
controcorrente perché non esistono
istituti del genere nel nostro comune
per volere degli enti locali e non certo
degli enti scolastici che vorrebbero ri-
spettare lo spirito del legislatore che
ha previsto che le scuole di base
siano organizzate così”.
Una mancanza per la nostra città,
quindi, ma perchè mancherebbe così
tanto un istituto tanto importante?
1313 settembre 2014Termoli
La Soprintendenza torna a Termoli
“Perchè manca un istitutocomprensivo?”A Termoli continua a non esserci una struttura pure prevista dalle indicazioni nazionali
I tecnici erano stati trasferiti da due anni a Larino. Ora recuperata un'ala del Seminario
Un incontro al quale hanno preso parte i maggiori esponenti della biotecnica
TERMOLI. Dal bollettino settimanale dell’Anb, una delle tre associazioni interprofes-
sionali bieticole più importanti e rappresentative del bacino di coltivatori che fa capo
allo Zuccherificio del Molise arriva la certificazione della discreta stagione saccarifera
ormai agli sgoccioli. Nel numero edito l’8 settembre, dei tre bacini esistenti, rispetto al
complesso Eridania-Sadam di San Quirico e alla Coprob di Minerbio Pontelongo, in
contrada Pantano Basso il grado di polarizzazione media (la resa produttiva in termini
di saccarosio) è stata del 16,71% in luogo del 14,27% e del 13,66%. Anche la tara media
si è attestata su livelli più bassi, 8,11% contro 10,91 e 9,67%. Statistiche rilevate al 5 set-
tembre scorso.
Lo Zuccherificio del Molise sarà anche lo stabilimento che chiuderà prima, con la
quota minore di semine primaverili. Il conferimento delle barbaietole cesserà domenica
sera, 14 settembre ed entro il 17, salvo ulteriori ritardi per il maltempo, saranno anche
spenti i due forni accesi tra seconda e terza decade di luglio. Una campagna quasi doppia
rispetto alle previsioni, che toccherà i 54 giorni almeno, con un conferimento che sfio-
rerà i 3 milioni di quintali lordi, oltre 2,6 milioni netti e una produzione di almeno
30mila tonnellate di zucchero, frutto di una estensione di seminativi di radici pari a
5.400 ettari, con 9 tonnellate per ettaro di saccarosio a fronte della media di bietole
‘cavate’ pari a 53 tonnellate per ettaro.
Zucchero, campagna positivaUna campagna quasi il doppio rispetto
alle previsioni. Si pensa al futuro
Ingegneria clinica a Termoli
di Cimino e Santimone*
Come consiglieri nazionali ab-
biamo investito il Consiglio nazio-
nale dell’Ordine, l’Ordine regionale
del Molise, i parlamentari e il Mini-
stero della Giustizia di un problema-
tica tendente a mantenere la Corte
d’Appello di Campobasso. Come
organismo noi cerchiamo di mante-
nere una posizione equidistante
dalle scelte, ma il taglio del tribu-
nale di secondo grado di Campo-
basso è una mannaia per il Molise
per due motivazioni: la prima pra-
tica, la seconda giuridica. Per la
prima, il Molise conta su 4 parla-
mentari, ben 3 avvocati, pertanto
chi più di loro può capire la vastità
del problema Corte d’Appello? Mi
auguro che si presenti un emenda-
mento per scongiurarne la soppres-
sione in quelle regioni che ne sono
prive. Solo così crediamo che il Mo-
lise possa salvarsi e mantenere
un’autonomia. Qualora questo Par-
lamento approvasse la riforma
Renzi, avremo dei gravissimi in-
toppi per il nostro normale lavoro.
Immaginate la mattina i colleghi
delle tv in auto o sul treno per
Roma, Napoli o Ancona per seguire
i processi? A spese di chi? Manco
poi avessimo bus e treni rapidi e
puliti!!! Come farà un piccolo gior-
nale, un on line, una radio, a parlare
di un processo d’Appello che ri-
guarda il Molise senza seguirlo? Ma
al di là del processo, come faremo
a parlare con i magistrati, avvocati,
come potremo dare una informa-
zione professionale? Semplice, si
eviterà di farlo, si ridimensionerà la
giudiziaria o si dovranno spendere
risorse che non ci sono, per un
tema delicato qual è quello giudizia-
rio. Ed i colleghi giornalisti specia-
lizzati del settore, come faranno a
studiare, prepararsi a dovere? Po-
tranno ancora permettersi di occu-
parsi di giudiziaria? O dovranno
scrivere d’altro, perdendo con-
tatti…insomma, anche noi giornali-
sti abbiamo il dovere di farci sentire
non come eco di altre categorie, ma
come protagonisti di una pagina di
lavoro che ci viene sottratta, di un
torto che ci stanno facendo, di un
atto contro la nostra professione.
Veniamo alla seconda questione,
più tecnica. La legge ordinistica
prevede un collegio di 3 magistrati
e 2 giornalisti (un professionista ed
un pubblicista) scelti nell’ambito di
una rosa su indicazione dell’Ordine
regionale di appartenenza della
Corte d’Appello. L’Ordine del Molise
aggiorna l’elenco e manda i nomi-
nativi al Tribunale Ordinario e alla
Corte d’Appello.
Questo consesso è utile solo per
i procedimenti in seno ai giornalisti.
Un processo che fa seguito alla
fase amministrativa propria dell’Or-
dine regionale e del Nazionale
come organo di appello. Proprio
qualche anno fa questo collegio si
riunì per un procedimento a carico
di un collega che tra l’altro vinse ri-
baltando le sentenze ordinistiche.
Ebbene, sciogliendosi la Corte
d’Appello, verrà meno il collegio e
di conseguenza i procedimenti dei
giornalisti molisani da chi saranno
valutati? Da giornalisti napoletani,
romani, anconetani? E a che titolo?
O saranno i rispettivi Ordini a rifor-
mulare ex novo tale organismo? Ed
in che modo? E a carico di chi eco-
nomicamente? Speriamo che i poli-
tici illuminati evitino ai giornalisti del
Molise anche quest’altra umilia-
zione.
*Consiglieri nazionali Odg
Luigi Petracca*
Il 4 settembre u.s. ho avuto modo di leg-
gere su “Il quotidiano del Molise” un articolo
dal titolo “ Corte d’Appello, Di Giacomo: è
salva”, il cui contenuto credo sia da segna-
lare a tutti i molisani che amano la propria
terra e le proprie radici. Tale articolo - a parte
la piacevole ma approssimativa notizia della
probabilità che la Corte d’Appello di Campo-
basso sia per ora salva - riportava “ auto-
grafe” dichiarazioni del Sen. Di Giacomo ,
che costituivano un palese attacco all’attuale
classe politica regionale, che non avrebbe
creato condizioni di solidità economica ed
occupazionale in grado di offrire una pro-
spettiva per il futuro ed anzi non sarebbe
riuscita a tutelare diritti fondamentali quali
l’assistenza sanitaria,i livelli occupazionali,
l’ambiente, la scuola e la famiglia. A conclu-
sione di ulteriori, inquietanti dichiarazioni, il
Sen. Di Giacomo confermava ogni adesione
ad una nuova forma organizzativa del terri-
torio, previo accorpamento delle Regioni pic-
cole in macro aree,configurando tale ipotesi
non già come mera opzione su cui ragio-
nare, bensì come “…un dovere”. Trovo che
proprio la lapidarietà di tale concetto costi-
tuisca l’aspetto inquietante delle dichiara-
zioni di un Senatote della Repubblica
Italiana, che nel recente passato - e per
molti anni - ha esercitato ruoli per nulla se-
condari sia a livello politico che istituzionale.
Ricordo, ad esempio, che il Sen. Di Gia-
como è stato per alcuni anni Assessore Re-
gionale alla Sanità e censurare oggi i livelli
assistenziali della Sanità molisana, attribuen-
done le responsabilità ad un’Amministrazione
Regionale in carica da poco più di un anno,
sembra a dir poco ingeneroso ed insosteni-
bile.
Inoltre, dalle dichiarazioni rilasciate dal Sen.
Di Giacomo, non è dato comprendere la con-
nessione organica esistente tra la inadegua-
tezza delle politiche Regionali e lo
smantellamento dell’autonomia regionale del
Molise, impegno assurto - nella dichiarazione
del Sen. Di Giacomo - a rango di “ …dovere”
cui assolvere in sede di ammodernamento
della Carta Costituzionale. Intanto, sarebbe
corretto precisare che in Italia esistono almeno
cinque o sei Regioni caratterizzate da inade-
guatezza demografica e strutturale: pensiamo,
oltre al Molise, all’Umbria, alla Basilicata, alle
Marche, alla Valle d’Aosta ( riconosciuta per-
sino come Regione a Statuto speciale, pur con
i suoi 180.000 abitanti!); Regioni che non
hanno certo realizzato livelli economici ed oc-
cupazionali di gran lunga superiori al Molise.
Sono territori oggi in grandissime difficoltà
come il Molise e, tuttavia, nessun rappresen-
tante politico ne pone in discussione l’autono-
mia o la stessa legittimazione costituzionale.
L’articolazione territoriale delle prerogative
di Governo delle popolazioni, con la con-
nessa auto-determinazione condivisa, costi-
tuiscono fondamentali connotazioni delle
democrazie moderne, che non possono es-
sere in nessun caso cancellate da partico-
lari contingenze storiche o da strumentali
manipolazioni di parte.
L’acuta intelligenza del Senatore Di Gia-
como avrebbe dovuto indurlo -prima di av-
venturarsi in dichiarazioni, a mio parere,
molto discutibili - a richiamare alla memoria
l’insegnamento storico della grande battaglia
Parlamentare, condotta negli anni cinquanta
e nei primi anni sessanta dai nostri rappre-
sentanti in Parlamento; persone di concla-
mata qualificazione politica e culturale ( cito
per tutti gli Onorevoli La Penna, Sedati,
Sammartino, Colitto, Camposarcuno, Vec-
chiarelli e tanti altri), che riuscirono a far
prevalere lo spessore storico dei valori iden-
titari delle popolazioni molisane: valori che
convinsero l’intero Parlamento Italiano a de-
liberare a favore del riconoscimento del Mo-
lise come Regione autonoma.
A conquistare tale orientamento favore-
vole del Parlamento non fu certo l’impegno
a creare ” un’isola felice “ (anche perché di
isole felici sul nostro pianeta credo non ne
esistano!), bensì il riconoscimento della
identità di un popolo, che aveva specifiche
e profonde connotazioni socio-economiche
e culturali, non reperibili nelle realtà territo-
riali limitrofe. Sono questi i valori che i molti
detrattòri dell’autonomia molisana ( un plo-
tone di pseudo politologi, al quale il Senatore
Di Giacomo, per la verità, non appartiene)
continuano a calpestare senza pudore, esplo-
rando anche ignobili ipotesi annessionistiche
a tutto vantaggio dell’Abruzzo o di altra Re-
gione limitrofa. Consiglierei a tutti costoro di
recarsi per qualche minuto in ritiro spirituale
sulle tombe dei Padri storici del Molise e di ri-
volgere alla loro memoria le più vive scuse
per le infelici esternazioni che cercano di dif-
fondere e che, pur presentate come innocue
espressioni di libertà di pensiero, in verità co-
stituiscono un pericoloso detonatore, distrut-
tivo della identità di popolo del Molise.
*Coordinatore Regionale CONFEDIR
15
13 settembre 2014Opinioni
Si è conclusa da qualche giorno
con grande successo la seconda
edizione dell’iniziativa “Aiutaci a
crescere. Regalaci un libro!”. Il pro-
getto, promosso nelle 169 librerie
Giunti al Punto di tutta Italia ha
avuto come obiettivo quello di rac-
cogliere libri da destinare alle
scuole di infanzia e primarie.
Anche nella nostra città la parteci-
pazione è stata alta, la libreria
Giunti al Punto di Campobasso è
infatti orgogliosa di comunicare
che, grazie alla generosità e alla
sensibilità dei clienti, sono stati
raccolti 1.425 volumi i quali ver-
ranno distribuiti presto tra le scuole
della città e della provincia. Un gra-
zie sentito da parte degli organiz-
zatori va alla biblioteca provinciale
“P.Albino” che si è dimostrata sin
da subito entusiasta dell’iniziativa
e disponibile a dare una mano oc-
cupandosi della parte logistica, in-
fatti i libri donati dai clienti durante
il mese di agosto verranno portati
alla biblioteca e da lì verranno poi
distribuiti alle scuole che hanno
aderito all’iniziativa.
A tal proposito la libreria Giunti al
Punto invita tutte le scuole presenti
sul territorio a dare la propria ade-
sione entro il termine massimo del
15 novembre 2014, contattando di-
rettamente la biblioteca provin-
ciale. Gli ottimi risultati raggiunti
sono il frutto della generosità dei
cittadini campobassani e non solo,
che hanno colto l’importanza del-
l’iniziativa e hanno contribuito a
rendere le scuole migliori ma so-
prattutto hanno contribuito al futuro
dei più piccoli. Un ringraziamento
particolare da parte delle libraie va
anche alle aziende locali che
hanno condiviso a pieno il signifi-
cato della raccolta e hanno contri-
buito in modo generoso:
Erboristeria Pianeta Verde presso
il centro commerciale “Centro del
Molise”, Hair Mode Parrucchiera in
via Monte S. Gabriele 8 , Foto
Lampo in via Garibaldi 68, Es-
semme Tour in via S.Giovanni 9/E,
Baby House in via IV Novembre,
La fioreria in via IV Novembre, Ka-
lout srl “Benetton” in via Mazzini, la
loro adesione alla campagna è
stato non solo sintomo di grande
sensibilità per il sociale, ma anche
un forte segnale per il proprio terri-
torio.
Corte d’Appello necessariaanche per i giornalisti
Il Molise resti Regione autonoma
Aiutaci a cresce,tanti i libri raccolti
“Cultura
Arbereshe
in Tour”Il Comune di Campomarino, dele-
gato a rappresentare come Comune
capofila, i quattro Comuni di mino-
ranza arbereshe del Molise – Campo-
marino, Portocannone, Ururi e
Montecilfone- si è fatto promotore di
un progetto volto a valorizzare e di-
vulgare la cultura arbereshe al fine di
preservare la propria identità etnica. Il
progetto, finanziato totalmente dalla
Regione Molise e denominato “cul-
tura arbereshe in tour” è stato forte-
mente voluto dalle amministrazioni
tutte ed in particolar modo da quella
guidata dal Sindaco Dr. Francesco
CAMMILLERI. Attraverso canti in lin-
gua originale intervallati da lettura di
poesie e brevi testi teatrali in lingua, l’
evento, che sarà proposto in diversi
Comuni quali, Termoli, Larino e Cam-
pobasso oltre che Ururi e Montecil-
fone, come hanno dichiarato l’
Assessore alla Cultura del Comune di
Ururi Dott.ssa Nadia Primiani ed il
Consigliere delegato alla cultura del
Comune di Campomarino Dott.ssa
Cristina Fortunato:” ha lo scopo di
rafforzare il legame tra i fratelli arbe-
reshe e di rendere partecipi di tale cul-
tura anche i conterranei regionali che
fruiranno della manifestazione”.
La prima tappa del tour è prevista a
Termoli il 14 settembre alle ore 21.30
presso la suggestiva “Scalinata del
Folklore”, dove sarà possibile assi-
stere alla esibizione dei gruppi “Quifti”,
“Yllazet te regjenda” e “Antonella Pe-
lilli e Max Fuschetto”