1/2011Eco della Rossa

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Anno LVIII - 2011 - N. 1 bim. - 18/02/2011 Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona PERIODICO BIMESTRALE D’INFORMAZIONE E CULTURA Contributi per sostenere il periodico CCP n. 14236608 intestato Parroco Santuario Cuore Immacolato di Maria 60049 Serra San Quirico Staz. (Ancona) Tel. (0731) 86030 Via A. Moro, 4 SANTUARIO CUORE IMMACOLATO DI MARIA L L ’ECO ’ECO DE DE LA LA ROSSA ROSSA Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace Libertà religiosa, via per la pace Quaresima tempo di decisione La prima generazione incredula www.ecodellarossa.it Gio Giov ani ani venite venite con noi con noi alla Giornata alla Giornata Mondiale Mondiale della della Gio Gio ventù ventù dal 10 dal 10 al 23 a al 23 a gosto gosto inf inf o: o: in parr in parr occ occ hia hia All’inizio di un Nuovo Anno il mio augurio vuole giungere a tutti e a ciascuno; è un augurio di serenità e di prosperità, ma è soprattutto un augurio di pace. Anche l’anno che chiude le porte è stato segnato, purtroppo, dalla persecuzione, dalla discri- minazione, da terribili atti di violenza e di intolleranza reli- giosa. Il mio pensiero si rivolge in particolare alla cara terra dell'Iraq, che nel suo cammino verso l’auspicata stabilità e riconciliazione continua ad essere scenario di violenze e attentati. Vengono alla memoria le recenti sofferenze della comunità cristiana, e, in modo speciale, il vile attacco contro la Cattedrale siro-cattolica "Nostra Signora del Perpetuo Soccorso" a Baghdad, dove, il 31 ottobre scorso, sono stati uccisi due sacerdoti e più di cin- quanta fedeli, mentre erano riu- niti per la celebrazione della Santa Messa. Ad esso hanno fatto seguito, nei giorni succes- sivi, altri attacchi, anche a case private, suscitando paura nella comunità cristiana ed il deside- rio, da parte di molti dei suoi membri, di emigrare alla ricerca di migliori condizioni di vita. plementarietà tra un uomo e una donna, si inserisce in questo contesto come la prima scuola di formazione e di crescita sociale, culturale, morale e spi- rituale dei figli, che dovrebbero sempre trovare nel padre e nella madre i primi testimoni di una vita orientata alla ricerca della verità e all’amore di Dio. Gli stessi genitori dovrebbero esse- re sempre liberi di trasmettere senza costrizioni e con respon- sabilità il proprio patrimonio di fede, di valori e di cultura ai figli. La famiglia, prima cellula della società umana, rimane l’ambito primario di formazio- ne per relazioni armoniose a tutti i livelli di convivenza umana, nazionale e internazio- nale. Questa è la strada da per- correre sapientemente per la costruzione di un tessuto socia- le solido e solidale, per prepara- re i giovani ad assumere le pro- prie responsabilità nella vita, in una società libera, in uno spirito di comprensione e di pace. La libertà religiosa non è patrimo- nio esclusivo dei credenti, ma dell’intera famiglia dei popoli della terra. È elemento impre- scindibile di uno Stato di dirit- to; non la si può negare senza Risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la pro- pria religione, se non a rischio della vita e della libertà perso- nale. In altre regioni vi sono forme più silenziose e sofistica- te di pregiudizio e di opposizio- ne verso i credenti e i simboli religiosi. I cristiani sono attual- mente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di per- secuzioni a motivo della propria fede. Tanti subiscono quotidia- namente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verità, della loro fede in Gesù Cristo e del loro sincero appello perché sia rico- nosciuta la libertà religiosa. Tutto ciò non può essere accet- tato, perché costituisce un’offe- sa a Dio e alla dignità umana; inoltre, è una minaccia alla sicurezza e alla pace e impedi- sce la realizzazione di un auten- tico sviluppo umano integrale. Esorto, dunque, gli uomini e le donne di buona volontà a rinno- vare l’impegno per la costruzio- ne di un mondo dove tutti siano liberi di professare la propria religione o la propria fede, e di vivere il proprio amore per Dio con tutto il cuore, con tutta l’a- nima e con tutta la mente (cfr Mt 22,37): sacro diritto alla vita e ad una vita spirituale. Se la libertà religiosa è via per la pace, l’educazione religiosa è strada privilegiata per abilitare le nuove generazioni a ricono- scere nell’altro il proprio fratel- lo e la propria sorella, con i quali camminare insieme e col- laborare perché tutti si sentano membra vive di una stessa fami- glia umana, dalla quale nessuno deve essere escluso. La famiglia fondata sul matrimonio, espres- sione di unione intima e di com- intaccare nel contempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice. Essa è “la cartina di tornasole” per verificare il rispetto di tutti gli altri diritti umani. La libertà religiosa, come ogni libertà, pur muovendo dalla sfera persona- le, si realizza nella relazione con gli altri. La professione di una religione non può essere strumentalizzata, né imposta con la forza. Bisogna, allora, che gli Stati e le varie comunità umane non dimentichino mai che la libertà religiosa è condi- zione per la ricerca della verità e la verità non si impone con la violenza ma con "la forza della verità stessa". In questo senso, la religione è una forza positiva e propulsiva per la costruzione della società civile e politica. Come negare il contributo delle grandi religioni del mondo allo sviluppo della civiltà? La sincera ricerca di Dio ha porta- to ad un maggiore rispetto della dignità dell’uomo. Le comunità cristiane, con il loro patrimonio di valori e principi, hanno forte- mente contribuito alla presa di coscienza delle persone e dei popoli circa la propria identità e dignità, nonché alla conquista di istituzioni democratiche e all’affermazione dei diritti del- l’uomo e dei suoi corrispettivi doveri. Nel mondo globalizzato, caratterizzato da società sempre più multi-etniche e multi-con- fessionali, le grandi religioni possono costituire un importan- te fattore di unità e di pace per la famiglia umana. Per la Chiesa il dialogo tra i seguaci di diverse religioni costituisce uno strumento importante per collaborare con tutte le comunità religiose al bene comune. Nel 2011 ricorre il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata ad Assisi nel 1986 dal Venerabile Giovanni Paolo II. In quell’oc- casione i leader delle grandi religioni del mondo hanno testi- moniato come la religione sia un fattore di unione e di pace, e non di divisione e di conflitto. Il ricordo di quell’esperienza è un motivo di speranza per un futu- ro in cui tutti i credenti si senta- no e si rendano autenticamente operatori di giustizia e di pace. La difesa della religione passa attraverso la difesa dei diritti e delle libertà delle comunità reli- giose. Mi rivolgo, infine, alle comunità cristiane che soffrono persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e intolleranza, in particolare in Asia, in Africa, nel Medio Oriente e special- mente nella Terra Santa, luogo prescelto e benedetto da Dio. Mentre rinnovo ad esse il mio affetto paterno e assicuro la mia preghiera, chiedo a tutti i responsabili di agire pronta- mente per porre fine ad ogni sopruso contro i cristiani, che abitano in quelle regioni. Possano i discepoli di Cristo, dinanzi alle presenti avversità, non perdersi d’animo, perché la testimonianza del Vangelo è e sarà sempre segno di contraddi- zione. La violenza non si supe- ra con la violenza. Il nostro grido di dolore sia sempre accompagnato dalla fede, dalla speranza e dalla testimonianza dell’amore di Dio. La pace è un dono di Dio e al tempo stesso un progetto da realizzare, mai totalmente compiuto. Che tutti gli uomini e le società ad ogni livello ed in ogni angolo della Terra possano presto sperimen- tare la libertà religiosa, via per la pace! Una generazione che non si pone contro Dio o contro la Chiesa di Gesù, ma che sta impa- rando a vivere – e a vivere anche la sua religiosità – senza il Dio e la Chiesa di Gesù. E questo non per- ché sia esplicitamente collocata contro Dio e contro la Chiesa, ma molto più elementarmente perché nessuno ha testimoniato ad essa la convenienza della fede, la forza della parola del Vangelo di illumi- nare le soglie e le domande della vita, la bellezza di una fraternità nella comune sequela. La domenica senza la Messa. A prima vista un tale rapporto sembra segnato da alcune para- dossali contraddizioni. I nostri ventenni o trentenni, infatti da una parte si tengono sempre più a distanza dalle pratiche di preghie- ra e formazione proposta dalla Chiesa, ma dall’altra esprimono un generale apprezzamento per il valore dell’esperienza religiosa; da una parte si riconoscono vicini a molte delle posizioni assunte dal Santo Padre e dai Vescovi in rela- zione alla difesa della tradizione cristiana della cultura occidentale e dei suoi segni pubblici, dall’altra però manifestano un incredibile analfabetismo biblico. Ancora qualche altro paradosso che viene dal mondo di internet: quasi nes- suno ama parlare di fede nella rete e spesso, nei profili con cui descri- vono loro stessi, i giovani si dichiarano agnostici (qualcuno anche ateo), eppure aumentano nella galassia del web i siti dove “lasciare una preghiera”, “accen- dere una candela”, “trascorrere momenti di pace”. Ma il dato più rilevante è forse il fatto che mol- tissimi giovani pur essendosi avvalsi dell’insegnamento della religione a scuola e pur provenen- do da ambienti vitali di larga ispi- razione cattolica, disertano con grande disinvoltura l’appuntamen- to settimanale con il Signore Gesù: la Messa della domenica. E non sembrano per nulla interessa- ti a cammini di approfondimento della fede cristiana. Sono sempre più rari i cosiddetti “gruppi giova- ni”. I genitori dei nostri ventenni e trentenni, d’altro canto, sono pro- prio coloro che hanno respirato a pieni polmoni l’aria del cambia- mento del ’68 e le allora imperan- ti istanze di rifiuto della tradizione culturale e religiosa dell’Occidente. Questi genitori, da parte loro, con il tempo hanno ral- lentato la pratica di preghiera e il legame di fede e, pur non impe- dendo che i figli andassero a cate- chismo o scegliessero l’insegna- mento della religione cattolica a scuola, a casa non hanno testimo- niato alcuna fiducia nel Vangelo, nell’esperienza ecclesiale e nella prassi della carità. Ecco il punto, o meglio, l’anello mancante tra i giovani d’oggi e l’esperienza di fede; la cinghia di trasmissione si è interrotta a causa di quella testi- monianza che il mondo degli adulti ha tralasciato di offrire. Una catechesi blanda e tiepi- da L’ attuale cura che la comunità ecclesiale esprime per i giovani è molto al di sotto di quanto sarebbe necessario. Se nel passato l’edu- cazione dei giovani alla fede pote- va fare affidamento a tre punti d’appoggio, la Chiesa, la famiglia e la società, oggi non è più così. Per questo, allora, non possiamo più limitarci alla semplice prepa- razione, celebrazione e narrazione delle GMG (Giornate mondiali della Gioventù). Non possiamo più limitare la frequenza della vita parrocchiale a una catechesi molto blanda e tiepida. Non possiamo propriamente ritenere lo spazio ecclesiale semplice luogo di eser- cizio della fede. Dobbiamo pen- sarlo, strutturarlo e renderlo sem- pre di più come luogo di genera- zione della fede, luogo in cui non solo si prega ma nel quale si impa- ra anche a pregare, luogo nel quale non solo si crede, ma si impara anche a credere. Una tale società sta infatti riservando ai giovani solo le briciole dei suoi investimenti e delle sue attenzioni. Si pensi alle inique distribuzioni della spesa sociale. Questa nostra società sta lentamente consuman- do il suo- e a maggior ragione quello dei giovani- futuro. E quan- do il futuro appare più una minac- cia che un orizzonte di speranza, allora sono aperte le porte al nichilismo. Una Chiesa veramente attenta ai giovani, che prende in carico la loro incredulità e la loro situazione di disagio, riscopre così non solo il suo volto missionario ma assume anche una carica pro- fetica in grado di orientare il cam- mino della città degli uomini. Armando Matteo (dal Bollettino Salesiano n. 1/11) Il tempo liturgico della Quaresima, nella mentalità dei cristiani anche meno assidui, richiama alla penitenza, alla sobrietà, al digiuno. L’austero segno delle ceneri, posto sulla nostra fronte, è un segno eloquen- te e forte, è richiamo a una vita che ci è data, che è bella, ma di cui a nessuno, neppure ai più scettici, sfugge la brevità su questa terra. La Quaresima concentra la nostra attenzione sulla persona di Gesù, sul suo cammino verso Gerusalemme e verso il Calvario, tappa obbligata per giungere alla resurrezione. Nella prima domeni- ca di Quaresima Gesù, dopo aver ricevuto il battesimo da Giovanni ed essere stato confermato dal Padre nella sua missione, è con- dotto dallo Spirito nel deserto per essere tentato (cf Mt 4,1-11). La storia dell’umanità, come ci viene presentata dalla Bibbia, conosce dalle sue origini la lotta tra il bene e il male, la presenza insinuante di un tentatore, la debolezza di Eva e di Adamo, il dare più credito al nemico che a Dio e di conseguenza la perdita di quel paradiso terre- stre che era la piena comunione con Dio, con se stessi, con gli altri, con il creato(cf Gen 3). Nel deser- to al tempo dell’esodo, il popolo d’Israele conobbe la tentazione è risultò sconfitto. Nello stesso luogo, Cristo come nuovo Israele, esce vincitore di satana. Il diavolo (dal greco dia-ballo = divisore), cative, importanti per la nostra vita. Questa immagine-simbolo, tipica della Quaresima, ci riman- da alle nostre responsabilità, ci riconduce alla nostra coscienza (il cuore in senso biblico) deve emer- gere chiaramente la presenza o meno dei valori che ci motivano. E’ il tempo favorevole per sceglie- re di stare con Dio, dalla sua parte. Il tentatore, ancora presen- te e operante nella storia in modo subdolo, cerca appunto di allonta- narci dalla comunione con Dio. Sappiamo che Gesù ha vinto per sempre su di lui e in Gesù questo è possibile anche a noi. La nostra cultura, con al centro il proprio io come punto di riferimento, sem- bra non sapere più cosa sia la ten- tazione. A determinare le scelte sono spesso emozioni o passioni del momento e questo non sembra costruire problema, fino a quando non emergono chiare le conse- guenze di tali scelte, definite sba- gliate solo dopo. Gli idoli di sem- pre, l’avere, il potere, il valere, si propongono come pienezza e rea- lizzazione dell’uomo e impongono la loro logica. Cristo, con una scel- ta contraria del primo Adamo e con la risposta positiva al progetto del Padre, diventa il nuovo Adamo che dà inizio ad una umanità nuova. La scelta che opera Gesù: Non di solo pane vivrà l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio” (cf Mt 4,4; Dt 8,3) non può non essere anche la nostra scelta, menzognero sin dal principio, colui che aveva portato la separa- zione di Eva e di Adamo da Dio, tenta di fare lo stesso con Gesù. La triplice tentazione di satana mira ad un solo obbiettivo: convincere che si può vivere senza Dio. L’insinuazione è a partire dall’i- dentità stessa di Gesù: “Se tu sei figlio di Dio…” esprimilo come potenza, trasformando le pietre in pane, superando le leggi della natura (gettati giù), diventando il re del mondo. La risposta di Gesù a satana, che Eva ed Adamo non avevano saputo dare, è “Vattene, satana! Sta scritto infatti: il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto” (Mt 4,10). La vittoria sul tentatore, che avrà il momento culminante sulla croce, significa ridare a Dio il posto che gli spetta: è il “sì” del Figlio al Padre, a nome di tutti noi. Cristo nella sua vittoria, si appoggia sulla parola di Dio: “Sta scritto…” (cf Mt 4’7-10). Il deserto come impli- cita solitudine, è il luogo fisico, ma soprattutto interiore, per rientra- re in noi stessi quando siamo chia- mati a prendere decisioni signifi- se intendiamo stare con Dio. La Parola di Dio, accolta e meditata, è pane indispensabile per il cammi- no quaresimale. La liturgia della Quaresima, specialmente in que- sto anno (indicato nella liturgia con la lettera A), ci guida a vivere l’itinerario battesimale. Ciò impli- ca una consapevolezza sempre più chiara della nostra realtà di figli di Dio, della chiamata a vivere il discepolato evangelico e l’apparte- nenza alla Chiesa. Per noi creden- ti l’unico Signore è Dio e di lui intendiamo dare ragione e testi- monianza. Anche se avessimo preso strade diverse, possiamo convertirci, cambiare rotta, sce- gliere di seguire il Signore. Questo tempo di Quaresima è particolar- mente propizio per riscoprire la grazia del Battesimo che ci rende testimoni di Gesù fino al martirio, fino a saper proclamare il proprio credo in qualsiasi situazione socia- le. Come credenti possiamo essere fermento di una società nuova, basata su valori evangelici. (da “Vita in Cristo e nella Chiesa”)

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Bimestrale di informazione,cultura e religione di Serra San Quirico e dintorni

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Anno LVIII - 2011 - N. 1 bim. - 18/02/2011Sped. in abbonamento postale - art. 2 comma 20/C legge 662/96 filiale di Ancona

PERIODICO BIMESTRALED’INFORMAZIONE E CULTURA

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CCP n. 14236608intestato Parroco

Santuario Cuore Immacolatodi Maria

60049 Serra San Quirico Staz.(Ancona)

Tel. (0731) 86030Via A. Moro, 4

SANTUARIOCUOREIMMACOLATODI MARIA

LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSAMessaggio di Benedetto XVIper la Giornata Mondiale della Pace

Libertà religiosa,via per la pace

Quaresimatempo di decisione

La prima generazioneincredula

www.ecodel larossa. i t

GioGiovvanianivenitevenite

con noicon noialla Giornataalla Giornata

MondialeMondialedelladella

GioGioventùventùdal 10dal 10

al 23 aal 23 agostogosto

infinfo:o: in parrin parroccocchiahia

All’inizio di un Nuovo Annoil mio augurio vuole giungere atutti e a ciascuno; è un auguriodi serenità e di prosperità, ma èsoprattutto un augurio di pace.Anche l’anno che chiude leporte è stato segnato, purtroppo,dalla persecuzione, dalla discri-minazione, da terribili atti diviolenza e di intolleranza reli-giosa. Il mio pensiero si rivolgein particolare alla cara terradell'Iraq, che nel suo camminoverso l’auspicata stabilità ericonciliazione continua adessere scenario di violenze eattentati. Vengono alla memoriale recenti sofferenze dellacomunità cristiana, e, in modospeciale, il vile attacco contro laCattedrale siro-cattolica"Nostra Signora del PerpetuoSoccorso" a Baghdad, dove, il31 ottobre scorso, sono statiuccisi due sacerdoti e più di cin-quanta fedeli, mentre erano riu-niti per la celebrazione dellaSanta Messa. Ad esso hannofatto seguito, nei giorni succes-sivi, altri attacchi, anche a caseprivate, suscitando paura nellacomunità cristiana ed il deside-rio, da parte di molti dei suoimembri, di emigrare alla ricercadi migliori condizioni di vita.

plementarietà tra un uomo e unadonna, si inserisce in questocontesto come la prima scuoladi formazione e di crescitasociale, culturale, morale e spi-rituale dei figli, che dovrebberosempre trovare nel padre e nellamadre i primi testimoni di unavita orientata alla ricerca dellaverità e all’amore di Dio. Glistessi genitori dovrebbero esse-re sempre liberi di trasmetteresenza costrizioni e con respon-sabilità il proprio patrimonio difede, di valori e di cultura aifigli. La famiglia, prima celluladella società umana, rimanel’ambito primario di formazio-ne per relazioni armoniose atutti i livelli di convivenzaumana, nazionale e internazio-nale. Questa è la strada da per-correre sapientemente per lacostruzione di un tessuto socia-le solido e solidale, per prepara-re i giovani ad assumere le pro-prie responsabilità nella vita, inuna società libera, in uno spiritodi comprensione e di pace. Lalibertà religiosa non è patrimo-nio esclusivo dei credenti, madell’intera famiglia dei popolidella terra. È elemento impre-scindibile di uno Stato di dirit-to; non la si può negare senza

Risulta doloroso constatare chein alcune regioni del mondonon è possibile professare edesprimere liberamente la pro-pria religione, se non a rischiodella vita e della libertà perso-nale. In altre regioni vi sonoforme più silenziose e sofistica-te di pregiudizio e di opposizio-ne verso i credenti e i simbolireligiosi. I cristiani sono attual-mente il gruppo religioso chesoffre il maggior numero di per-secuzioni a motivo della propriafede. Tanti subiscono quotidia-namente offese e vivono spessonella paura a causa della lororicerca della verità, della lorofede in Gesù Cristo e del lorosincero appello perché sia rico-nosciuta la libertà religiosa.Tutto ciò non può essere accet-tato, perché costituisce un’offe-sa a Dio e alla dignità umana;inoltre, è una minaccia allasicurezza e alla pace e impedi-sce la realizzazione di un auten-tico sviluppo umano integrale.Esorto, dunque, gli uomini e ledonne di buona volontà a rinno-vare l’impegno per la costruzio-ne di un mondo dove tutti sianoliberi di professare la propriareligione o la propria fede, e divivere il proprio amore per Diocon tutto il cuore, con tutta l’a-nima e con tutta la mente (cfrMt 22,37): sacro diritto alla vitae ad una vita spirituale. Se lalibertà religiosa è via per lapace, l’educazione religiosa èstrada privilegiata per abilitarele nuove generazioni a ricono-scere nell’altro il proprio fratel-lo e la propria sorella, con iquali camminare insieme e col-laborare perché tutti si sentanomembra vive di una stessa fami-glia umana, dalla quale nessunodeve essere escluso. La famigliafondata sul matrimonio, espres-sione di unione intima e di com-

intaccare nel contempo tutti idiritti e le libertà fondamentali,essendone sintesi e vertice. Essaè “la cartina di tornasole” perverificare il rispetto di tutti glialtri diritti umani. La libertàreligiosa, come ogni libertà, purmuovendo dalla sfera persona-le, si realizza nella relazionecon gli altri. La professione diuna religione non può esserestrumentalizzata, né impostacon la forza. Bisogna, allora,che gli Stati e le varie comunitàumane non dimentichino maiche la libertà religiosa è condi-zione per la ricerca della veritàe la verità non si impone con laviolenza ma con "la forza dellaverità stessa". In questo senso,la religione è una forza positivae propulsiva per la costruzionedella società civile e politica.

Come negare il contributodelle grandi religioni del mondoallo sviluppo della civiltà? Lasincera ricerca di Dio ha porta-to ad un maggiore rispetto delladignità dell’uomo. Le comunitàcristiane, con il loro patrimoniodi valori e principi, hanno forte-mente contribuito alla presa dicoscienza delle persone e deipopoli circa la propria identità edignità, nonché alla conquistadi istituzioni democratiche eall’affermazione dei diritti del-l’uomo e dei suoi corrispettividoveri.

Nel mondo globalizzato,caratterizzato da società semprepiù multi-etniche e multi-con-fessionali, le grandi religionipossono costituire un importan-te fattore di unità e di pace perla famiglia umana.

Per la Chiesa il dialogo tra iseguaci di diverse religionicostituisce uno strumentoimportante per collaborare contutte le comunità religiose albene comune. Nel 2011 ricorre

il 25° anniversario dellaGiornata mondiale di preghieraper la pace, convocata ad Assisinel 1986 dal VenerabileGiovanni Paolo II. In quell’oc-casione i leader delle grandireligioni del mondo hanno testi-moniato come la religione siaun fattore di unione e di pace, enon di divisione e di conflitto. Ilricordo di quell’esperienza è unmotivo di speranza per un futu-ro in cui tutti i credenti si senta-no e si rendano autenticamenteoperatori di giustizia e di pace.La difesa della religione passaattraverso la difesa dei diritti edelle libertà delle comunità reli-giose. Mi rivolgo, infine, allecomunità cristiane che soffronopersecuzioni, discriminazioni,atti di violenza e intolleranza, inparticolare in Asia, in Africa,nel Medio Oriente e special-mente nella Terra Santa, luogoprescelto e benedetto da Dio.

Mentre rinnovo ad esse il mioaffetto paterno e assicuro la miapreghiera, chiedo a tutti iresponsabili di agire pronta-mente per porre fine ad ognisopruso contro i cristiani, cheabitano in quelle regioni.Possano i discepoli di Cristo,dinanzi alle presenti avversità,non perdersi d’animo, perché latestimonianza del Vangelo è esarà sempre segno di contraddi-zione. La violenza non si supe-ra con la violenza. Il nostrogrido di dolore sia sempreaccompagnato dalla fede, dallasperanza e dalla testimonianzadell’amore di Dio. La pace è undono di Dio e al tempo stessoun progetto da realizzare, maitotalmente compiuto. Che tuttigli uomini e le società ad ognilivello ed in ogni angolo dellaTerra possano presto sperimen-tare la libertà religiosa, via perla pace!

Una generazione che non sipone contro Dio o contro laChiesa di Gesù, ma che sta impa-rando a vivere – e a vivere anchela sua religiosità – senza il Dio e laChiesa di Gesù. E questo non per-ché sia esplicitamente collocatacontro Dio e contro la Chiesa, mamolto più elementarmente perchénessuno ha testimoniato ad essa laconvenienza della fede, la forzadella parola del Vangelo di illumi-nare le soglie e le domande dellavita, la bellezza di una fraternitànella comune sequela.

La domenica senza la Messa.A prima vista un tale rapporto

sembra segnato da alcune para-dossali contraddizioni. I nostriventenni o trentenni, infatti da unaparte si tengono sempre più adistanza dalle pratiche di preghie-ra e formazione proposta dallaChiesa, ma dall’altra esprimonoun generale apprezzamento per ilvalore dell’esperienza religiosa;da una parte si riconoscono vicinia molte delle posizioni assunte dalSanto Padre e dai Vescovi in rela-zione alla difesa della tradizionecristiana della cultura occidentalee dei suoi segni pubblici, dall’altraperò manifestano un incredibileanalfabetismo biblico. Ancoraqualche altro paradosso che vienedal mondo di internet: quasi nes-suno ama parlare di fede nella retee spesso, nei profili con cui descri-vono loro stessi, i giovani sidichiarano agnostici (qualcunoanche ateo), eppure aumentanonella galassia del web i siti dove“lasciare una preghiera”, “accen-dere una candela”, “trascorreremomenti di pace”. Ma il dato piùrilevante è forse il fatto che mol-tissimi giovani pur essendosiavvalsi dell’insegnamento dellareligione a scuola e pur provenen-do da ambienti vitali di larga ispi-razione cattolica, disertano congrande disinvoltura l’appuntamen-to settimanale con il SignoreGesù: la Messa della domenica. Enon sembrano per nulla interessa-ti a cammini di approfondimentodella fede cristiana. Sono semprepiù rari i cosiddetti “gruppi giova-ni”. I genitori dei nostri ventenni etrentenni, d’altro canto, sono pro-prio coloro che hanno respirato apieni polmoni l’aria del cambia-mento del ’68 e le allora imperan-ti istanze di rifiuto della tradizioneculturale e religiosadell’Occidente. Questi genitori, da

parte loro, con il tempo hanno ral-lentato la pratica di preghiera e illegame di fede e, pur non impe-dendo che i figli andassero a cate-chismo o scegliessero l’insegna-mento della religione cattolica ascuola, a casa non hanno testimo-niato alcuna fiducia nel Vangelo,nell’esperienza ecclesiale e nellaprassi della carità. Ecco il punto, omeglio, l’anello mancante tra igiovani d’oggi e l’esperienza difede; la cinghia di trasmissione siè interrotta a causa di quella testi-monianza che il mondo degliadulti ha tralasciato di offrire.

Una catechesi blanda e tiepi-da

L’ attuale cura che la comunitàecclesiale esprime per i giovani èmolto al di sotto di quanto sarebbenecessario. Se nel passato l’edu-cazione dei giovani alla fede pote-va fare affidamento a tre puntid’appoggio, la Chiesa, la famigliae la società, oggi non è più così.Per questo, allora, non possiamopiù limitarci alla semplice prepa-razione, celebrazione e narrazionedelle GMG (Giornate mondialidella Gioventù). Non possiamopiù limitare la frequenza della vitaparrocchiale a una catechesi moltoblanda e tiepida. Non possiamopropriamente ritenere lo spazioecclesiale semplice luogo di eser-cizio della fede. Dobbiamo pen-sarlo, strutturarlo e renderlo sem-pre di più come luogo di genera-zione della fede, luogo in cui nonsolo si prega ma nel quale si impa-ra anche a pregare, luogo nelquale non solo si crede, ma siimpara anche a credere. Una talesocietà sta infatti riservando aigiovani solo le briciole dei suoiinvestimenti e delle sue attenzioni.Si pensi alle inique distribuzionidella spesa sociale. Questa nostrasocietà sta lentamente consuman-do il suo- e a maggior ragionequello dei giovani- futuro. E quan-do il futuro appare più una minac-cia che un orizzonte di speranza,allora sono aperte le porte alnichilismo. Una Chiesa veramenteattenta ai giovani, che prende incarico la loro incredulità e la lorosituazione di disagio, riscopre cosìnon solo il suo volto missionarioma assume anche una carica pro-fetica in grado di orientare il cam-mino della città degli uomini.

Armando Matteo(dal Bollettino Salesiano n. 1/11)

Il tempo liturgico dellaQuaresima, nella mentalità deicristiani anche meno assidui,richiama alla penitenza, allasobrietà, al digiuno. L’austerosegno delle ceneri, posto sullanostra fronte, è un segno eloquen-te e forte, è richiamo a una vitache ci è data, che è bella, ma di cuia nessuno, neppure ai più scettici,sfugge la brevità su questa terra.La Quaresima concentra la nostraattenzione sulla persona di Gesù,sul suo cammino versoGerusalemme e verso il Calvario,tappa obbligata per giungere allaresurrezione. Nella prima domeni-ca di Quaresima Gesù, dopo averricevuto il battesimo da Giovannied essere stato confermato dalPadre nella sua missione, è con-dotto dallo Spirito nel deserto peressere tentato (cf Mt 4,1-11). Lastoria dell’umanità, come ci vienepresentata dalla Bibbia, conoscedalle sue origini la lotta tra il benee il male, la presenza insinuante diun tentatore, la debolezza di Eva edi Adamo, il dare più credito alnemico che a Dio e di conseguenzala perdita di quel paradiso terre-stre che era la piena comunionecon Dio, con se stessi, con gli altri,con il creato(cf Gen 3). Nel deser-to al tempo dell’esodo, il popolod’Israele conobbe la tentazione èrisultò sconfitto. Nello stessoluogo, Cristo come nuovo Israele,esce vincitore di satana. Il diavolo(dal greco dia-ballo = divisore),

cative, importanti per la nostravita. Questa immagine-simbolo,tipica della Quaresima, ci riman-da alle nostre responsabilità, ciriconduce alla nostra coscienza (ilcuore in senso biblico) deve emer-gere chiaramente la presenza omeno dei valori che ci motivano.E’ il tempo favorevole per sceglie-re di stare con Dio, dalla suaparte. Il tentatore, ancora presen-te e operante nella storia in modosubdolo, cerca appunto di allonta-narci dalla comunione con Dio.Sappiamo che Gesù ha vinto persempre su di lui e in Gesù questo èpossibile anche a noi. La nostracultura, con al centro il proprio iocome punto di riferimento, sem-bra non sapere più cosa sia la ten-tazione. A determinare le sceltesono spesso emozioni o passionidel momento e questo non sembracostruire problema, fino a quandonon emergono chiare le conse-guenze di tali scelte, definite sba-gliate solo dopo. Gli idoli di sem-pre, l’avere, il potere, il valere, sipropongono come pienezza e rea-lizzazione dell’uomo e impongonola loro logica. Cristo, con una scel-ta contraria del primo Adamo econ la risposta positiva al progettodel Padre, diventa il nuovo Adamoche dà inizio ad una umanitànuova. La scelta che opera Gesù: “Non di solo pane vivrà l’uomo madi ogni parola che esce dalla boccadi Dio” (cf Mt 4,4; Dt 8,3) non puònon essere anche la nostra scelta,

menzognero sin dal principio,colui che aveva portato la separa-zione di Eva e di Adamo da Dio,tenta di fare lo stesso con Gesù. Latriplice tentazione di satana miraad un solo obbiettivo: convincereche si può vivere senza Dio.L’insinuazione è a partire dall’i-dentità stessa di Gesù: “Se tu seifiglio di Dio…” esprimilo comepotenza, trasformando le pietre inpane, superando le leggi dellanatura (gettati giù), diventando ilre del mondo. La risposta di Gesùa satana, che Eva ed Adamo nonavevano saputo dare, è “Vattene,satana! Sta scritto infatti: ilSignore, Dio tuo, adorerai: a luisolo renderai culto” (Mt 4,10). Lavittoria sul tentatore, che avrà ilmomento culminante sulla croce,significa ridare a Dio il posto chegli spetta: è il “sì” del Figlio alPadre, a nome di tutti noi. Cristonella sua vittoria, si appoggia sullaparola di Dio: “Sta scritto…” (cfMt 4’7-10). Il deserto come impli-cita solitudine, è il luogo fisico, masoprattutto interiore, per rientra-re in noi stessi quando siamo chia-mati a prendere decisioni signifi-

se intendiamo stare con Dio. LaParola di Dio, accolta e meditata, èpane indispensabile per il cammi-no quaresimale. La liturgia dellaQuaresima, specialmente in que-sto anno (indicato nella liturgiacon la lettera A), ci guida a viverel’itinerario battesimale. Ciò impli-ca una consapevolezza sempre piùchiara della nostra realtà di figli diDio, della chiamata a vivere ildiscepolato evangelico e l’apparte-nenza alla Chiesa. Per noi creden-ti l’unico Signore è Dio e di luiintendiamo dare ragione e testi-monianza. Anche se avessimopreso strade diverse, possiamoconvertirci, cambiare rotta, sce-gliere di seguire il Signore. Questotempo di Quaresima è particolar-mente propizio per riscoprire lagrazia del Battesimo che ci rendetestimoni di Gesù fino al martirio,fino a saper proclamare il propriocredo in qualsiasi situazione socia-le. Come credenti possiamo esserefermento di una società nuova,basata su valori evangelici.

(da “Vita in Cristoe nella Chiesa”)

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RICORDI DI NATALE Benedizione delle famiglie

VITA DEL SANTUARIO

NellaPasquaeterna

S. Antonio e non solo

Presepi in famiglia

di Emilio Vennarucci

e di Paolo Maiolatesi

Anche quest’anno in occa-sione della festa diSant’Antonio Abate un gruppodi parrocchiani si è ritrovatoinsieme nel teatro parrocchia-le per condividere il tradiziona-le pranzo.

Sant’Antonio (250 – 356)rappresenta la forma più origi-naria e radicale del monache-simo cristiano: quella deglianacoreti o eremiti (anacho-resis: ritiro, eremos: deserto,solitario) che vivevano deltutto isolati dal mondo. Con larinuncia ai beni ed ai piaceriterreni (fuga mundi) il monacocerca di raggiungere la salvez-za, nell’intimità con Dio esal-tando la piena ed intensa par-tecipazione alla realtà divinaper mezzo della contemplazio-ne (misticismo).

Sant’Antonio è consideratoil padre dei monaci, egli rap-presenta un ideale; nelmedioevo la “vita di Antonio”non è semplicemente un testostorico ma bensì una fonte diispirazione, un testo vivo e unmodello di formazione. Fino alXIII secolo, nei monasteri sileggono le gesta dei SantiAntonio, Macario e Pacomio: iPadri egiziani che dimoravanonella Tebaide d’Egitto e nellaTerra Santa.

Il Santo viene anche consi-derato il protettore degli ani-mali: si narra di incontri con ileoni nel deserto e di un corvoche gli portava il pane. Maquesta tradizione derivasoprattutto dal fatto che nell’XIsecolo, in Francia, nel villaggiodi Saint-Antoine di Viennois,l’ordine degli Antoniani edificòun ospedale per i molti malatiche accorrevano dai dintorni.Ai monaci Antoniani vennepermesso di allevare i maiali; ilgrasso di questi animali alle-viava infatti le pene provocateda diverse patologie cutaneedolorose e/o pruriginose comead esempio il fuoco diSant'Antonio. I maiali venivanoquindi cresciuti non solo daimonaci ma anche con il contri-buto di tutta la comunità localee potevano liberamente circo-lare per il paese con un cam-panellino appeso al collo. Perquesta ragione, ancora oggi,nel giorno della ricorrenza, sibenedicono gli animali dome-stici.

Va anche ricordato che nel-l’immagine del Santo figuraspesso il bastone degli eremitia forma di “T” (il tau), ultimalettera dell’alfabeto ebraico,con evidente allusione alla finedi ogni cosa e al destino ultimodi ritrovarsi con Dio.

La festa di Sant’Antonioprospera con la fede contadi-

na ed entra a far parte delletradizioni. In ogni stalla e ovilec’era sempre l’immagine delSanto. Ogni animale presentenelle nostre splendide casecoloniche, ancora oggi parteintegrante del tipico paesaggiorurale delle Marche, nel giornodel Santo, si nutriva del forag-gio, del mais o magari di unpezzettino del pane che, perl’occasione, venivano bene-detti in chiesa.

Nei ricordi dell’infanzia nonmanca la cerca pe’ sant’Antò:ogni anno, qualcuno annavape’ a cerca a raccogliere leofferte necessarie per il panebenedetto e per il pranzocomunitario che si consumavain Parrocchia. Erano riunioniconviviali tenute nel mese piùfreddo dell’anno intorno aduna tavola imbandita e ralle-grate e riscaldate da ‘n bic-chiere de vi roscio novo.

Crediamo che questo sapo-re antico sia ancora oggi pre-sente e siamo sicuri che le rie-vocazioni contribuiscano a tra-mandare le tradizioni. Fa pia-cere pensare che il rispettoper gli animali, come pure pertutto il creato, non sia solo undovere, ma rappresenti ancheun’esigenza, vissuta comelibera scelta, che ci permetteuna vita migliore.

Ma come dice il titolo diquesto breve scritto nonabbiamo festeggiato soloSant’Antonio. Quaranta annifa, proprio in questo giorno, siunivano in matrimonio due deinostri più attivi collaboratoriche molto si prodigano per lariuscita delle varie iniziativeparrocchiali. Quaranta anni divita insieme non sono pochi!Quindi, venuti a conoscenzadell’importante anniversario,abbiamo calorosamentefesteggiato ed onorato l’even-to augurando agli sposi di rag-giungere felicemente nuovi epiù ambiti traguardi. Lilly, lanostra somma vate, ha com-posto, per l’occasione, un’a-mabile poesia dialettale cheripercorreva, con simpaticaironia, i trascorsi giovanili diGigi e Marietta. Poi il dolcecon le candeline dei quarantaanni, le foto di rito, sempreimmortalate dal nostro repor-ter ufficiale Don Michele, ibrindisi, gli auguri e tantiabbracci ed applausi.

Siamo stati bene insieme,quindi non mancate alle pros-sime iniziative parrocchiali; ini-ziative sempre intraprese conspirito di servizio, altruismo efinalizzate al sostegno dellevarie e tante necessità dellacomunità parrocchiale.

Domenico Z. Gigi e Marietta Zampetti: 40 anni insieme. Auguri!

“Troppa grazia S. Antonio!”

In attesa del nuovo anno con la fisarmonica di Alesio e Mauro

Dopo la solennità di Natale,abbiamo festeggiato con le fami-glie gli anniversari di matrimo-nio. Poi alla fine dell’anno, datempo, si propone nel teatro par-rocchiale la cena di S.Silvestro,rallegrata dagli ottimi piatti dellebrave cuoche e dalla musica,quest’anno, di due giovanissimifisarmonicisti: un modo di stareinsieme che ha riscosso succes-so, pensato soprattutto per quellafascia di età che non vuol restarein casa, ma che non ha più vogliadi spingersi lontano. Davverouna bella soddisfazione per ilbuon clima familiare, che havisto la presenza anche di giova-ni sposi con i loro bambini.

Poi, mentre in vari paesi deidintorni vengono allestiti presepiviventi molto frequentati (con ungruppetto di ragazzi abbiamovisitato quello di Monsano) ci

siamo concessi per la tradiziona-le visita ai presepi (di cui si parladiffusamente in altra parte) lalontana meta di Napoli con le suebellezze. A conclusione di questointenso periodo natalizio abbia-mo celebrato la festa dei bambi-ni, nel giorno dell’Epifania: unpensiero nelle celebrazioni delmattino ai bambini del mondo acui deve giungere il messaggio diGesù ed insieme la possibilità diun futuro degno, attraverso lasolidarietà anche dei “nostri”bambini. Poi nel pomeriggio,ancora per i bambini ed i ragazzila festa della Befana, che, puressendo… bruttina distribuiscedolci e caramelle: ad indicare chepure la vita, benché non semprebella, trova il suo significato piùprofondo nel donarsi per renderepiù dolce l’esistenza di chi ciincontra!

Piccole befane: cresceranno ...

Lo scorso anno é stato fatto un tentativo: il Parroco invece dipassare come tradizione nelle case invitava, secondo un calen-dario, i gruppi familiari a partecipare in chiesa, alla celebrazionedella S.Messa per ricevere poi, a Pasqua, l’acqua con cui bene-dire la propria famiglia. L’esperimento, forse anche perché nuovoin questa realtà, non è stato certo soddisfacente, pertanto tor-niamo alla…vecchia maniera. Ecco dunque il calendario per labenedizione, che, a motivo di qualche imprevisto, potrà talvoltasubire involontarie modifiche. Generalmente l’orario è dalle ore15.30 alle ore 20.00.

Si invitano i membri delle famiglie a ritrovarsi il più possibileuniti per il breve incontro con il sacerdote.

* Per ogni vostra comunicazione e/o richiesta rivolgersi al tel.0731.86030; 339.3012867

LUNEDI’ 14 e MARTEDI’ 15 MARZO:Fabbriche di via Serralta dalle ore 9.00 alle ore 12.00MERCOLEDI’ 16 MARZO: via Serralta (da Gorgovivo) GIOVEDI’ 17 MARZO: Restanti di via SerraltaVENERDI’ 18 MARZO: Via Fratelli BandieraLUNEDI’ 21 MARZO: via Clementina (da cave a Santuario)MARTEDI’ 22 MARZO: via Aldo MoroMERCOLEDI’ 23 MARZO: via Clementina(da Santuario a piazzale ex fornace)GIOVEDI’ 24 MARZO: via Clementina(da piazzale fornace a incrocio con via Romero)VENERDI’ 25 MARZO: via Romero e via AllendeLUNEDI’ 28 MARZO: via Clementina(da via Romero a incr. con via Pellico)MARTEDI’ 29 MARZO: via Clementina(da incr. con via Pellico alla figuretta)MERCOLEDI’ 30 MARZO: C.da Forchiusa, v. Clementina(da figur. a incroc.con v. F.lli Cervi),GIOVEDI’ 31 MARZO: v..F.lli CerviVENERDI’ 1 APRILE: via Clementina e via Forchiusa Est.LUNEDI’ 4 APRILE: via PertiniMARTEDI’ 5 APRILE: via PellicoMERCOLEDI’ 6 APRILE: via Martiri della LibertàGIOVEDI’ 7 APRILE: via BerlinguerVENERDI’ 8 APRILE: via CapitiniLUNEDI’ 11 APRILE: Largo Gandhi MARTEDI’ 12 APRILE: Largo GandhiMERCOLEDI’ 13 APRILE: resto di Largo Gandhi e via PergolesiGIOVEDI’ 14 APRILE: via Filzi ( dal n° 1 a fam. Ciciliani))VENERDI’ 15 APRILE: resto di via Filzi

Con i cresimandi a Monsano in visita al presepio vivente

SBREGA REMOn. 16-4-1932 † a Roma 25-12-2010

A Bastia Umbra il 16-12-2010è deceduto

FERRETTI LIBERO

nativo di Serra S. Quiricofedele lettore dell’Eco

Il 7 dicembre scorso si è svoltala 2° edizione della “Cena solida-le”, a favore della Parrocchia“Nostra Signora del Camino” allaperiferia di Lima ( Perù), organizza-ta da un gruppetto di amici, che nelsettembre 2009 hanno sperimenta-to, in un viaggio missionario, larealtà di profondo bisogno maanche di squisita accoglienza e diforte fede di quella popolazione.

La partecipazione alla cena èstata buona ed il ricavato generoso:870,00 euro, già inviati a destina-zione. In quella serata si è potuto

osservare ed acquistare capi diabbigliamento in calda lana di alpa-cas, provenienti direttamente dalPerù e lavorati da donne che, costi-tuitesi in cooperative, attraverso lavendita di questi prodotti riescono aracimolare qualcosa per le necessitàdelle loro famiglie, gli studi dei lorofigli ecc. per una vita più dignitosa.

Ringraziamo vivamente tutti ipartecipanti e ricordiamo che sipuò continuare ad aiutare con unpiccolo contributo indicato con loslogan “3 euro al mese per ilPerù”.

Cena solidale

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ATTIVITA’ PASTORALIVisita natalizia

alla Casa di RiposoUna sola famiglia umana

Beati noi educatori

Natale al settimo cielo

Compleanno speciale

Appuntamenti

Sabato 18 dicembre nellasala del teatrino parrocchialedi Stazione si è tenuto un pic-colo e graziosissimo spettaco-lo sul Natale.

Il merito va sicuramente aibambini e ai "registi" chehanno saputo regalare unmomento di freschezza eserenità al numeroso pubblicopresente.

A conclusione della seratasi è festeggiato il compleanno

di Loveleen, la bambina india-na, coetanea dei piccoli attori.Questo momento di vera fra-ternità è stato particolarmentetoccante per l’affetto dimostra-to sia dai bambini sia dai geni-tori.

L’atmosfera natalizia hacontribuito a creare un climasolidale che ci auguriamopossa essere sempre presen-te nella nostra comunità.

Le amiche del Negozietto

La Santa ... e il beato fra le donne

Come ogni anno, prima dellevacanze natalizie i bambini hannopreparato un piccolo spettacolonatalizio anche per la gioia di tutti igenitori che sono felicissimi divederli sul palcoscenico. La prepa-razione, è stata fatta nell’ambitodel “ laboratorio di recitazione” del-l’oratorio. Parliamo di “Angeli alsettimo cielo”, dove si esibisce ilfamoso coro angelico del maestroCherubino, unico maschio dellacompagnia teatrale, attorniato daquindici bimbe angeliche. Il lavoropaziente di registi e scenografi,aggiunto alla bravura dei piccoliattori, ci ha fatto giungere a saba-to 18 dicembre ben preparati.Inoltre lo staff dell’oratorio con abi-lità ha confezionato ali per il costu-me e costruito l’intera scenografiadi nuvole stelle e luna per farcisentire proprio in Paradiso. Anchequesta volta è stato bello lavoraretutti insieme, mettere a disposizio-ne i nostri piccoli talenti per labuona riuscita dello spettacolo.Tutto era pronto: le bambine vesti-te e agghindate come magnificiangioletti, ma con tanta emozioneche si intravedeva negli occhi. Igenitori erano numerosi e tra glispettatori, anche i compagni chenon frequentano l’oratorio, curiosidi vedere questa semplice recita diNatale. Certo un Natale rappre-sentato in maniera spiritosa, non l’evento così importante di cui avolte perdiamo di vista il mistero:Gesù che si fa uomo e che ci amafino a dare la sua vita per noi.

Lo spettacolo, durato quasi un’ora, è stato davvero delizioso; l’e-mozione è scomparsa e ha lascia-to spazio alla fantasia vivace deibambini che sorridono di tutto,anche dei piccoli errori.

Al “settimo cielo” abbiamoavuto anche la visita della santaBattista Varano, che con la sempli-cità delle parole ha raccontato lasua storia, facendo trasparire chia-ramente l’ importanza della suascelta monastica. Così siamo vola-ti anche un po’ nel Monastero delleClarisse di Camerino, dove lei èvissuta e dove ora è conservato il

suo corpo. Non sono mancati igrandi applausi e i ringraziamentia chi per tutto il tempo dell’oratorioci aiuta nelle varie attività, primofra tutti il mitico Tarcisio, coordina-tore diocesano degli oratori, cheanche da lontano ci pensa e si facarico di inviarci, non solo ciò chedi materiale ci serve per le nostreattività, ma anche due personestupende come Barbara edEmanuele che ogni mercoledì sfi-dano tutte le intemperie per venirefino a Serra San Quirico ad affian-carci. Abbiamo anche due nonne(Rosella e Tania) ed una giovane(Gina) che sono le nostre cuoche,insegnano ai ragazzi a preparareottimi biscotti e pane fatto in casae sabato sera hanno preparatol’intera cena per tutti.

Non è mancato il momentodella Messa: dopo lo spettacolo cisiamo riuniti tutti insieme per cele-brare degnamente l’Eucarestia,come comunione viva di una fedeche ci unisce in questa esperienzacon i ragazzi: le loro voci nei canti,le intenzioni della preghiera e lapresentazione dei doni dove sonostati portati tanti segni di questocammino che percorriamo insiemea Gesù...In questa circostanzaabbiamo sperimentato nella comu-nità parrocchiale la gioia stareinsieme come una famiglia. Cisiamo lasciati quasi a malincuoredopo la cena, consumata insiemeal termine della celebrazione: igenitori parlavano allegramentetra loro e i ragazzi hanno continua-to a giocare e a ballare. Il nostroteatro parrocchiale profumava digioia, e l’autenticità del nostrostare insieme mi ha fatto pensareche siamo tutti piccoli discepoli el’annuncio del Vangelo, in manieramolto semplice, è anche questo.Questa giornata è stata davveroun dono prezioso: offriamolo aGesù come intenzione e promes-sa per il nuovo anno. Siamo statidavvero tutti fratelli e possiamocontinuare ad esserlo con l’ aiutodel suo amore infinito.

Gli animatori

La mattina del 21 dicembrela mia classe la I A e la I Bsono partite per andare a farevisita alla Casa di Riposo diSerra San Quirico. Appenaarrivati, con alcuni dei nostriprofessori, ci siamo messi aripassare le poesie e le canzo-ni preparate a scuola. Ci siamoesibiti nella sala comune deglianziani che sono stati moltocontenti della nostra presenza.Abbiamo cantato “Astro delcielo”, “Tu scendi dalle stelle”,“a Natale puoi” e un gruppo dibambine ha cantato “BiancoNatale”, mentre una mia com-pagna dalla bellissima voce siè esibita con “Immagine”. Traun canto e l’altro abbiamo reci-

tato delle poesie di diversiautori sul Natale e su temiimportanti come la pace, l’a-more e il rispetto tra i popoli.Abbiamo anche portato un pic-colo dono agli anziani fatto danoi durante l’ora di arte eimmagine: un alberello di cartadecorata che ha reso tuttimolto contenti, sia noi che loro.E’ stata veramente un’espe-rienza straordinaria e moltoemozionante che mi piacereb-be fare di nuovo. Sono convin-ta che le nostre poesie, lenostre canzoni, i nostri sorrisi ele nostre parole abbiano fattorinascere l’allegria nei cuoridegli anziani.

Caterina Brocanelli

L’esperienza alla Casa diRiposo, penso che abbiadonato a noi tutti ragazzi diprima media , che ci siamoimpegnati a creare questosemplice ma grazioso evento,molti valori morali; sono dell’i-dea che donare un qualcosadi prezioso, come un sorriso aqualcuno che ne ha davverobisogno, come quegli angeli aiquali siamo andati a far visita,serva non solo ad aiutarli, adar loro una mano ad andareavanti, ma a ricordar loroquando correvano spensierati

lungo i cortili alla chiara lucedel sole…Perché loro, grazieal nostro aiuto, hanno rivissutotutto questo nei nostri grandiocchioni innocenti da ragazziche stanno appena scoprendole tante sfaccettature delmondo che gira intorno a loro.Un doveroso ringraziamentoanche ai professori che conmolto impegno ci hanno aiuta-to a dare vita a questa vera epropria donazione del sorrisoe della felicità.

Giada Marinelli

In occasione dei festeggia-menti del Natale io, la mia classee tre compagni che suonano lafisarmonica di terza, siamo anda-ti alla casa di riposo, accompa-gnati dagli insegnanti. La matti-nata è trascorsa allegramente tracanti, risate e chiacchiere. Unpaio di settimane prima, l’inse-gnate di arte e immagine, ci hafatto costruire dei piccoli alberi diNatale, per donarli agli anzianiche erano lì. Chi voleva li ha

decorati con molta fantasia.Abbiamo preparato dei canti conil professore di musica e dellepoesie con il professore di antolo-gia per poi recitarle. Arrivati lì cihanno accolto allegramente; glianziani erano contenti di vedereuna scolaresca pronta per ralle-grare loro il Natale. Anche a meche non credo nel Natale e prati-co una diversa religione, questaesperienza è piaciuta molto.

Rania Taboubi

Tarcisio, responsabile deglioratori e Giuseppe Tondelli,esperto in formazione, ci hannoraggiunto all’oratorio di SerraStazione, prima dell’ora previstaper sbirciare un po’ l’atmosfera eil nostro amico Giuseppe ha fattogiusto in tempo a perdere unapartita a biliardino! Così gliabbiamo consigliato di fare uncorso accelerato per imparare ladisciplina; non può permettersiun’altra sconfitta. Dopo ilmomento di svago, gli educatoridi Mergo e Serra hanno comin-ciato proprio riflettendo su unamagnifica preghiera, impostatasulle Beatitudini del Vangelo(Matteo, 5). L’invito rivoltoci èstato quello di individuare fraquale “beatitudine” riconoscersi,fermo restando che un educatoreè sempre beato perché donare sestessi è una gioia infinita.Chiamati in causa abbiamo spie-gato il perché di questa o quellabeatitudine prescelta. La vita checonduciamo fuori dall’oratorio e inostri percorsi di fede, la fami-glia, il lavoro, la lettura del

Vangelo hanno raccontato di noie di quell’ amore che nutriamoper i ragazzi. Eravamo un belgruppo: alcuni genitori, giovani,insegnanti, il nostro seminaristaMarco, don Michele, donGiovanni…Da tante diverse espe-rienze si può arrivare ad essereeducatori d’oratorio. E l’oratorionon è altro che una famiglia piùgrande, dove si gioca, ma inmodo sano e soprattutto dove c’èuna comunione di intenti, di pro-getti e di aspettative. Ci accorgia-mo sempre più che l’oratorio nonè soltanto il momento che passia-mo con i ragazzi, ma è qualcosache ci coinvolge quotidianamen-te: è il nostro esempio, nelle coseche facciamo per la parrocchia,che fa crescere la loro stima neinostri confronti e diventa piùautentico il rapporto con loro.Nella parte finale del nostroincontro, Giuseppe ci ha fattoriflettere sul momento del “con-gedo di un giovane”, quando dob-biamo raccogliere i frutti delnostro umile lavoro di educatori.Quando guardiamo i nostri ragaz-

zi “volare” nel mondo, ci sorge lapreoccupazione se siamo riuscitiad educarli al meglio, a trasmette-re il valore della fede, la giustavia da seguire. Il lavoro comuneall’interno della famiglia, in par-rocchia, all’oratorio, è come unseme che è innaffiato costante-mente dalla freschezza dell’amo-re, che con i ragazzi vince sem-pre, perché ne hanno tanto biso-gno. Ci siamo ritrovati propriotutti d’accordo sul nostro compi-to di educatori, un compito che cimette in gioco, che ci matura esmussa il lato spigoloso delnostro carattere. “Oratorio chepassione!”, abbiamo pensatoall’inizio di questa meravigliosaesperienza. Adesso possiamo gri-darlo a gran voce ancor più con-vinti!

Non è mancata per i nostri

“illustri ospiti” …e per noi, unacena coi fiocchi preparata dallenostre cuoche, animatrici dellaboratorio di cucina che piacetanto, soprattutto ai maschietti.La lunga tavola imbandita hafavorito lo stare insieme perscambiarci dubbi e gioie sul lavo-ro dell’oratorio. Grazie sempre aTarcisio, che si adopera perchéanche noi possiamo renderciconto che per crescere abbiamobisogno della parola del Vangeloe delle riflessioni del nostroamico Giuseppe, sempre accoltocon gioia. Gli educatori sonosempre “beati “! Allora coraggio,c’è posto per tutti: “Poveri in spi-rito, miti, affamati e assetati digiustizia, misericordiosi, operato-ri di pace, perseguitati…” viaspettiamo con gioia all’oratorio!

Donata

“ Come io ho amato voi, cosìamatevi anche voi gli uni glialtri” (Gv 13,34). Proprio daquesto invito che ci rivolge ilSignore, in quanto figli di ununico Padre, è nato lo slogandella 97° Giornata mondialedelle Migrazioni: “Una solafamiglia umana”. Essere figlidi un unico Padre e fratelli inCristo è la scoperta dell’uma-nità che accogliendosi diventauna vera famiglia.

Anche nelle nostre zone, giàda qualche anno il fenomenodell’immigrazione si è reso visi-bile, a cominciare dal giovaneindiano nel distributore di ben-zina, dall’operaio albanese del-l’impresa edile o dalla badanteche incontriamo a fare la spesa.Da quest’anno a livello vicaria-le abbiamo costituito unComitato Caritas che ci ha per-messo di monitorare, in collabo-razione con l’assistente sociale,la situazione degli immigrati delnostro territorio. La consegnaperiodica del pacco alimentareci ha permesso di entrare nellecase di alcuni, in punta di piediperché nella carità c’è prima ditutto il rispetto dell’ altruidignità. Qualcuno ci fa entrarecon gioia e comincia a raccon-tarci del paese d’origine e delperché si trova qui. Così lenta-mente si instaura un rapporto diamicizia, ancor più forte quandonella casa nasce una nuova vita.Forse le condizioni per crescerequesti bambini non sono ottima-li, ma i genitori ce la mettonotutta perché le cose vadanobene. Qualche omogeneizzato,un po’ di latte buono e panniregalati da altri genitori aiutanonelle piccole difficoltà; le gran-di forse si superano con ilpaziente impegno di tutti e conuna forte solidarietà che devetrovare sempre più spazio nellenostre coscienze e nelle decisio-ni politiche del nostro paese cheli accoglie, perché da dove ven-gono non c’è futuro. Così anchenoi, per il terzo anno consecuti-vo abbiamo festeggiato, seppurposticipata, la giornata delMigrante, in semplicità, ma nonin silenzio. Domenica 30 gen-naio nelle due messe parroc-chiali del mattino, abbiamo

ascoltato la Parola di Dio anchein rumeno e in inglese e il“Padre nostro” nelle varie lin-gue di chi era presente: piccolisegni ma che speriamo ci avvi-cinino gli uni agli altri. Qualemodo migliore di lodare ilSignore che in totale unità? Alpomeriggio, nella “CasaCruciani”, a Serra Paese, cisiamo incontrati per un momen-to di festa, ma soprattutto perascoltare le varie necessità eprogettare la riapertura dellascuola di italiano, esperienzagià fatta un paio di anni fa.Naturalmente ognuno si è sedu-to vicino ai propri connazionali:le badanti polacche erano inmaggioranza, ma erano presentianche dall’India, dalla Nigeria,dalla Romania, dall’Albania.Tutti i bambini si sono sistema-ti in un ambiente a parte: sottola vigile cura dei compagni piùgrandi si sono divertiti con foglie colori fino all’ora della meren-da, preparata con perizia daalcune generose collaboratricidella parrocchia. Forse saràstato l’ambiente caldo e curato,ma la sensazione era quella diuna sola e grande famiglia, conle diversità che distinguono unfiglio dall’altro, non per il colo-re della pelle, ma per la vivacitàdei caratteri e l’allegria più esu-berante di qualcuno. Il pomerig-gio di una domenica in unadelle nostre case, quando riuniticon gli amici stiamo bene insie-me, i bambini giocano tranquil-li e consumiamo una merendafatta in casa serenamente.Questo è stato il clima dellanostra domenica del Migrante,anche se qualcuno non ha rispo-sto al nostro invito e altri forseancora non li conosciamo o nonabbiamo saputo raggiungerli. Iltempo e la gioia di accoglierlisarà per noi l’impegno per arri-vare ai cuori di tutti questi fra-telli che condividono la vita nelnostro paese. Certo, è stato soloun piccolo segno di fronte atante necessità, ma come diceMadre Teresa di Calcutta “Quello che facciamo è solo unapiccola goccia nell’oceano, mase non ci fosse quella goccia,all’oceano mancherebbe”.

D. C.

INCONTRI SULLA PAROLA DI DIO (Lectio Divina)Lunedì 14 marzo ore 21.00 a Serra Stazione Lunedì 21 marzo ore 21.00 ad Angeli di Mergo Lunedì 28 marzo ore 21.00 a Serra PaeseLunedì 4 aprile ore 21.00 a Mergo

DOMENICA 27 MARZOPELLEGRINAGGIO VICARIALE ALLA SACRA SPINA

SABSABAATTO 16 APRILE A CAMERINO:O 16 APRILE A CAMERINO: FESTIVFESTIVALALDEGLI ORADEGLI ORATTORI E PORI E PASQASQUUA DEI GIOA DEI GIOVVANIANI

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4 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 1/11

LA VOCE DI SAN QUIRICONATALE A TUTTO CAMPO FLASH DI VITA PARROCCHIALE

Verso il Convegno“Amici del Gianelli”

E ... ancora grazie

Festa di Santa Lucia con don Andrea Pantaloni

VIOLA MONTEVECCHIO da Pechino - 28-6-2009

ANTONIO BISCONTINI - 10-7-2010

BATTESIMI

BIAGIOLI VINCENZO e COLA SESTILIA - 30-12-2010

60° ANNI DI MATRIMONIO

Ma chi sono gli amici del Gianelli?Sono laici e sacerdoti sensibili e appas-sionati che frequentano le Opere delleFiglie di Maria SS.dell’Orto o che ci avvi-cinano per il lavoro che svolgiamo nelleScuole, negli Ospedali, nella Case di ripo-so, nelle Parrocchie. Sono nati come pic-coli gruppi che via via si sono consolida-ti attraverso incontri a livello locale enazionale. In questi 11 anni ci siamoincontrati in vari luoghi con un obiettivopreciso: appassionare, stimolare, inventa-re qualche cosa di nuovo e di bello darealizzare nella Chiesa trasmettendo ilnostro carisma di “Carità evangelicavigilante”. Partiti da Roma nel 2000 conil primo Convegno ci siamo recati dove lapresenza delle Suore ha creato gruppivivaci e attenti , desiderosi di approfondi-re la spiritualità del Santo Gianelli. Così,dopo Tolmezzo (UD) il Convegno del-l’anno si è tenuto a Piacenza, dove ilSanto è morto. Abbiamo visitato Bobbio,dove è vissuto da Vescovo e dove il suocorpo è ben conservato e visibile nellacripta della cattedrale. I temi deiConvegni hanno avuto un bellissimo per-corso: da Nazaret “Vivere il “si” di Marianel quotidiano” al Golgota “Vivere conMaria la propria vocazione nella Chiesa”.Perché sempre con Maria? Perché diMaria il Gianelli era molto devoto, figlioaffettuoso e fiducioso tanto da affidare aLei le sue Figlie.

Ecco, allora, il Convegno di Chiavari(GE) dove Antonio Gianelli è stato parro-co e dove ha pensato di fondare un Istitutoche si prendesse cura di tante fanciullebisognose di educazione e formazionecristiana. Da qui a Cerreta, dove Gianelliè nato, il passo è stato breve , ma quelluogo, ancora “ricco” della semplicitàd’un tempo passato, ha lasciato in tuttiinterrogativi e desiderio di vita migliore

basata sulla preghiera, sul lavoro onesto,sulla collaborazione e condivisione; quin-di a Collesavetti e Udine.

L’ultimo Convegno nel 2008, si ètenuto sulle Dolomiti al Centro PapaLuciani (BL) ,ma il punto di arrivo è statoil paesino La Valle Agordina dove leSuore sono presenti da 83 anni.

In un articolo de “L’amico del popo-lo” è stata scritta questa bella conclusione:”Una giornata memorabile per La ValleAgordina che ha visto i congressisti pro-venienti da tutta Italia, passeggiare perl’intero pomeriggio per le frazioni, chiac-chierando entusiasti con gli abitanti delpaese, del quale è stata apprezzata soprat-tutto l’unità paesana che traspare eviden-temente negli abitanti incontrati”.

Il prossimo Convegno 1-2-3 aprile2011 si terrà a Serra San Quirico; ci stia-mo preparando con fervore ed entusiasmoe siamo sicuri di avere la collaborazionedi tante persone e Autorità. Tema delConvegno: “I poveri, il Gianelli e noi”.

Un argomento che ci interpella e ciaiuterà a rivedere il nostro stile di vita.

Sr. Cristina Fiacco

Festa della famiglia

Esposizione dei “100 presepi”

Il lungo tempo natalizio nonlo abbiamo riempito solo dipanettoni e torroni ma anche ditante belle iniziative che ci aiu-tassero a vivere e gustare ilmistero del Dio con noi. In ogniparrocchia gruppi di volenterosihanno allestito presepi e cori,hanno preparato con pazienzaed eseguito con un pizzico diorgoglio i canti di Natale: poi lechiese, una volta tanto, pieneper la Messa di mezza notte eper la celebrazione del 25dicembre. E il messaggiolieto…del Vangelo: “Vi annun-cio una grande gioia: oggi ènato per voi un Salvatore!”.Qualcuno dirà : solo tradizione,solo sfilata di moda di gente chepoi non vedi più in chiesa...Eppure nel cuore di ciascuno ècertamente spuntato un pensie-ro oppure una speranza o infineuna raggiante certezza che quelbambino è il Figlio di Dio venu-to sulla terra, perché l’uomo, sisenta non più figlio del caso mafiglio amato.

Il giorno dopo, domenica 26gennaio, la festa della S.Famiglia, occasione per mettereal centro il tema della famigliacon i suoi odierni problemi ecomunque con la sua insostitui-bile importanza e momento

adatto per far festa con quantihanno vissuto nel 2010 un anni-versario particolare di matri-monio. Nel pomeriggio poi,nonostante l’abbondante piog-gia, la proposta di un concertodi Natale realizzato nella chiesadi S. Quirico, con all’organo(un Fedeli del 1775) il maestroSimonetta Fraboni accompa-gnata dal soprano M° LuciaFiori: il tutto intercalato da poe-sie natalizie, tratte dalla lettera-tura, scelte e declamate dallaprof. Liliana Bernacconi. Eancora seguendo la decennaletradizione, nell’ambito dell’ini-ziativa “Il Paese Presepio”giunta alla XXIII edizione, unaconferenza su un tema natali-zio, realizzato nella bibliotecacomunale. Quest’anno è statoinvitato don Decio Cipolloni,che sempre volentieri torna aSerra e sempre volentieri vieneaccolto e ascoltato.L’argomento “Quale Natale perl’uomo d’oggi ?” ha suscitatouna vivace e interessantediscussione sui temi vivi di oggicome il rapporto tra le diverseculture, l’insegnamento dellareligione nella scuola, la testi-monianza cristiana in unasocietà sempre più multietni-ca…

Si avvicina il Natale e miscatta un pensiero, perchè nonmettere un simbolo luminososulla facciata della nostra chie-sa parrocchiale di San Quirico?Ne parlo con Don Michele cheaccetta la mia idea. Ma i soldini,dove li trovo? Passo voce, mistupisco ancora perché, comeper la festa del Patrono ( sericordate) anche in questo fran-gente sono riuscita a trovarepersone che, oltre ad aprire ilcuore, hanno messo una pic-cola offerta per la realizzazionedella mia idea. A tal propositomi ritornano in mente le paroledel nostro compianto DonGherardo che era solito dire deiserrani: “ Hanno la scorza durama il midollo è buono”. Pertanto sento il bisogno di ringra-ziare: Gina, Rita, Livia, Elena,Cristina, Lucia, Franca,

Antonietta, Don Michele, ilnegozietto, Emiliano, Cinzia,Novella, Peppina, Giuliana,Cesare ed Elia. Insieme abbia-mo illuminato non solo la nostrachiesa ma anche il nostro cuoredi cristiani, un piccolo gesto pertestimoniare la nostra fede.

E’ la luce che ci accompagnanella via per correre incontro aGesù che viene in mezzo a noi.Approfitto per ringraziare ilgruppo dei “ragazzi delCruciani”: insieme abbiamofatto visita agli anziani alla Casadi Riposo di Serra, allietandocon canti la santa Messa.

A tutti loro si è portato indono un piccolo presente pertenere vivo lo spirito natalizio.Ancora grazie a tutti e semprepronti per la prossima………Ciao.

Elda

Candelora nella Chiesa di S. Maria delle Grazie

Presepe c/o famiglia Sorci

Concerto e poesie di Natale

Caro Lucio

Caro Lucio, siamo ancora stravolti ed ango-sciati dalla tua scomparsa. Troppo repentina èstata l’evoluzione della tua malattia così comeincreduli abbiamo assistito, impotenti e sbigotti-ti, alla tua rapidissima quanto ferma e strenualotta per la vita nei giorni scorsi.

Caro Lucio, con te si è allontanato un uomoonesto, operoso e poliedrico, sempre sorriden-te, pronto allo scherzo ed al gioco, ma semprepremuroso ai bisogni ed alle necessità deglialtri e avveduto di fronte a situazioni di disagioaltrui. Con te è partito un lavoratore instancabi-le, un professionista sempre attento e puntualecon i suoi impegni di lavoro, in grado in ognimomento di fugare dubbi e risolvere problemi.

Con te se ne è andato un concittadino semprein prima linea nelle attività ed iniziative dellanostra comunità paesana. Con te non abbiamopiù un carissimo, insostituibile e grande amicocon il quale abbiamo trascorso i nostri momen-ti comunitari e collettivi più belli, nell’accoglien-za dei nostri amici disabili, nel GIS, nella pro-loco, banda musicale, nella Croce Verde, nellenumerose attività della Associazione ItaliaNostra e nelle varie iniziative parrocchiali per lequali sei stato sempre sensibile e nelle quali tisei fatto coinvolgere, non ultime il restauro degliorgani storici delle nostre chiese di S. Quirico eS. Lucia e la valorizzazione di questo nostrogioiello architettonico.

Caro Lucio, con te abbiamo vissuto nell’al-legria i nostri momenti di svago, le nostrevacanze, le nostre domeniche, le innumerevoliserate estive ed invernali trascorse in giardino enella tua casa. Con te abbiamo confrontato lenostre opinioni e consolidato le nostre certez-ze. Con te abbiamo vissuto la serenità di incon-tri familiari in cui ognuno ha cercato di offrireagli altri i suoi aspetti migliori. Con te abbiamosperimentato la forza di un’amicizia che ci hafatto sorridere nei momenti di tranquillità espensieratezza e che ci ha fatto piangere edisperare nei momenti di tristezza, legati allatua malattia ed al tuo allontanamento dalla vita.

Caro Lucio, ancora non riusciamo a crede-re che al suono del campanello della tua abita-zione, sempre aperta a tutti, non troveremo piùte a risponderci: ciao, ragazzi, entrate. Ma sap-piano che tu sei ancora là e là noi continuere-mo a venire, sicuri di ritrovarti sempre insiemealla nostra carissima Loretta.

I tuoi amici

SANTORI LUCIOn. 15-4-1950 † 3-2-2011

PIETRINI QUINTOn. 17-10-1927 † 29-10-2010

AGOSTINELLI DOMENICOn. 14-8-1931 † 11-2-2011

Veneriamo la Sacra SpinaDOMENICA 27 MARZOPELLEGRINAGGIO VICARIALE ALLA SACRA SPINA:ore 10,30: partenza dal piazzale del K 3cammino penitenziale verso la chiesa di S. Quiricoore 11.00: arrivo in chiesa - tempo per le confessioni - Solenneconcelebrazione

VENERDI 4 - 11 - 18 - 25 MARZOOre 9.00: ConfessioniOre 9,30: S. Messa e venerazione della Sacra SpinaOre 17,30: Via CrucisOre 18,00: S. Messa e venerazione della Sacra Spina

VENERDI 18 MARZO: 3° venerdì del mese di marzo(oltre agli orari sopra indicati)alle ore 11.00: Solenne concelebrazione e venerazione S. Spina

VENERDI 1-8-15 APRILE ore 17,30: VIA CRUCISOre 18,00: S. Messa e Venerazione della Sacra Spina

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LA VOCE DI AVACELLINotizie di famiglia La chiesa che vorrei“La desertificazione”

dell’anima

LA VOCE DI CASTELLARO

Rita e Giuseppe Mariotti nella festa della famiglia

Nuove statue del presepe

I bambini della scuola materna in visita al presepe

Atmosfera natalizia

Direttore responsabile:Michele Giorgi

Capo Redattore: Donata CattaneoRedattori:

Laura Corinaldesi, Teresa GiorgiEva-Edvige Martorelli

Autorizzazione Tribunale di Anconan. 122 dell’8-5-1952

Stampanova - Jesi (AN)Via Abruzzetti, 12

Telefono (0731) 211639-211694Fax (0731) 211694

Anche nella nostra picco-la comunità il tempo natali-zio è stato vissuto con inten-sità. I bambini del catechi-smo, bianco vestiti, hannodato un tocco di dolcezzaalla Messa della notte, moltofrequentata come di con-sueto. Frequenza che lode-volmente si è ripetuta il gior-no di Natale. Davanti all’alta-re il Presepio composto distatue nuove, offerte dallefamiglie dei sacramenti di 1°Comunione e Cresima.Nella domenica 26 dicem-bre, festa della S. Famiglia,ci siamo stretti intorno allecoppie presenti in chiesa eparticolarmente a MariottiGiuseppe e Rita che ricor-davano 50 anni di matrimo-nio. Poi il puntuale arrivodella Befana, la sera del 5gennaio, a far lieti di doni ipiccoli e nella Festadell’Epifania il semplice madoveroso riconoscimentoper il concorso dei presepiin famiglia, al fine di incorag-giare bambini e ragazzi anon perdere questa bellatradizione. Quest’anno nonsi è potuto festeggiare con il

pasto insieme il capodannoné la ricorrenza di S.Antonio, perché la sala par-rocchiale non era disponibi-le a causa dei noti lavori diconsolidamento della casa.A tal proposito l’intervento inquestione prosegue bene,magari un po’ lentamente,ma per Pasqua dovrebbeessere tutto ultimato.Indubbiamente avremo unsalone rimesso a nuovo eadeguato alle norme di sicu-rezza: il che ci fa stare piùtranquilli, visto il moltepliceuso che se ne fa. Speriamoche la cassa non piangatroppo!

m.g.

CRISTOFANELLI GIOVANNA(Nannina) ved. FAGOTTI

n. 22-8-1921 † 24-12-2010

ERINA BORDONIved. MARINELLI

n. 20-1-1915 † 24-12-2010

Capita spesso a un preteincontrare, magari al bar, unapersona che cerca, che si fadomande, che ha abbandona-to il cammino di fede, e sentir-si buttare addosso tutta unascarica di insulti, se ha confi-denza con lui, oppure doverfarsi carico di sentimenti dirabbia, di delusione, di disgu-sto per una Chiesa che prati-ca gli stessi errori e ambiguitàtipici di altre realtà in crisi,come istituzioni politiche, par-titi, aggregazioni varie.

Potendo fare una sintesiinterpretativa delle contesta-zioni, dei desideri e dei sognidi questi amici, si dovrebbedire che la Chiesa che vannocercando:

- è una Chiesa somigliantea quella pensata da Dio, par-lando della missione del suoprofeta Ezechiele (33,7-9): “Ioti ho costituito sentinella pergli israeliti; ascolterai unaparola dalla mia bocca e liavvertirai da parte mia”:

- è una Chiesa profetica,libera, fedele alla Parola diDio e attenta alla storia; umilee in perenne conversione: chenon ha l’incarico di gettaresecchiate di buon senso sullaparola-fuoco di Dio perchénon venga disturbata la quie-te del sovrano e dei perso-naggi più ragguardevoli dellacittà.

- è una Chiesa–sentinellache pretende come parolad’ordine, per chi sta dentro lesue mura, il Vangelo delSignore e non ritiene valido,quale sostitutivo, il numero delconto bancario, il titolo onorifi-co, il distintivo partitico o ilseggio occupato.

- è una Chiesa che nonrinuncia alla sua missione perottenere favori e riconosci-menti dal potere civile, il qualea sua volta fa uso strumentaledei riferimenti religiosi per ilsuo potere.

- è una Chiesa non deco-rativa; che non è un puntellodel sistema politico economi-co in atto; che si discostadagli opportunismi, dai pro-clami di qualunquismo etico-morale, dalla morale “conte-stualizzata” mentre ci si oppo-ne, sul piano teorico, al relati-vismo.

- è una Chiesa aperta allamondialità, cattolica, che sisente coinvolta da tutte le cre-scite, le speranze, ma ancheda tutte le tragedie della terra.(Gaudium et spes 1).

- è una Chiesa a cui noncompete il segno del poterema il potere dei segni: quellodi porre gesti di condivisione,

di compagnia con l’uomo(senza aggettivo).

- è una Chiesa “serva” non”riserva”; cioè che non siaffanna a offrire le sue sup-plenze là dove i titolarimostrano la corda; quindi unaChiesa non tanto intenta atappare i buchi neri di unaprassi politica deficitaria o lati-tante, quanto a far diventarequesta prassi sempre piùattenta ai bisogni dell’uomo,incappato nei ladri sulla viaGerusalemme –Gerico, chepassa sotto la nostra casa.

- è una Chiesa che difen-de sempre il suo territorio piùsacro e prezioso che è l’uo-mo, la sua dignità, la sualibertà, la sua coscienza; unaChiesa che tutela sempre ilbene di tutti; sta sempre dallaparte degli scartati, dei senzavoce, dei disperati della terra,ponendo gesti chiari di interdi-zione ad ogni azione contro ladignità della persona e sven-tando inganni al più indifeso.

- è una Chiesa i cui pasto-ri e le singole persone ocomunità si liberano da quelle“pessime catene”che hanno ilnome di illegalità, spregiudi-catezza negli affari, praticadelle raccomandazioni immo-rali, connivenze e collusionicon la criminalità organizzata,attaccamento aldenaro…consumando di fattouna profonda frattura tra fedee vita.

- è una Chiesa infine i cuipastori hanno il coraggioevangelico di dire le paroledel vescovo Ilario di Poitiers(V secolo d.C.):” Noi nonabbiamo più un imperatoreanticristiano che ci persegui-ta; ma dobbiamo combatterecontro un persecutore piùinsidioso: un nemico che cilusinga; non ci flagella laschiena ma ci accarezza ilventre; non ci confisca i benidandoci così la vita, ma ciarricchisce per darci la morte;non ci spinge verso la libertàmettendoci in prigione, maverso la schiavitù invitandocie onorandoci nel palazzo; nonci colpisce il corpo ma prendepossesso del cuore; non citaglia la testa con la spada,ma ci uccide l’anima con ildenaro”

Ma dalle parole come pie-tre, dal sogno e dai pensieridegli amici di cui sopra, nonemerge forse una immaginedi Chiesa più conforme allavolontà di Cristo Signore eallo spirito di rinnovamentodel Concilio Vaticano II ?

Corrado Magnani

Spesso, quando ci incontria-mo, viene spontaneo raccontarciil disagio di vivere in questotempo, lo sgomento che si provadi fronte ai fatti che avvengonoquotidianamente, e di cui siamotalvolta corresponsabili, altrevolte spettatori increduli e rasse-gnati. Siamo preoccupati dellapovertà economica che avanza ecolpisce le famiglie e i più poveri;come a dire :”piove sul bagnato”.Ma c’è una povertà più vera per-ché ci colpisce nel profondo e cinega la nostra umanità: è il subireil “furto dell’anima” (Galimberti).Di questa povertà sembra che nonce ne accorgiamo, ma è devastan-te come uno tsunami.

Desertificazione dell’animavuol dire abituarsi o dare perscontata una visione della vita incui non c’è più posto per l’umano,per la gratuità, la “pietas”, per ilsenso di appartenenza e di benecomune, per i sentimenti che cidistinguono dalle bestie; in cui ladignità personale, il senso del par-tecipare alla vita, agli altri, lalibertà della coscienza, la passio-ne alla vita reale, la responsabilitàverso se stessi e la storia, la coe-renza tra l’essere e il fare nonhanno senso: sono parole stanche,gusci vuoti.

E’ una cultura questa noncasuale, caduta per destino dal-l’alto; ma voluta, pensata, pro-grammata, spalmata in tutti gliaspetti della vita, spacciata comeunica via per lo sviluppo e “la sal-vezza” della nostra civiltà… dachi ha in mano il potere, la borsa,l’informazione nel contesto di unassordante “silenzio sociale”.

Se siamo intellettualmenteonesti e se ascoltiamo il Vangelo,non è difficile dire che questa filo-sofia di vita è disumana e per que-sto anche antievangelica e antieu-caristica: incompatibile con lafede cristiana.

Sondaggi d’opinione fatti inquesti giorni da “Famiglia cristia-na” dicono che il 90% dei cattoli-ci italiani non si accorgono direspirare questa aria, questa cultu-ra; anzi la sostengono più o menocoscientemente.

E vanno in chiesa a pregareDio: ma quale?

La Parola di Dio di cui ci sinutre dovrebbe mantenerci “atten-ti e inquieti” (P. Mazzolari);dovrebbe essere “luce ai nostripassi”; e soprattutto darci la capa-cita contemplativa di scrutare lavita e di saper giudicare la storiacon gli occhi di Dio, sapendodistinguere la pula dal grano, ciòche dà vita e ciò che procuramorte dell’anima.

Come non vedere la perversio-ne del sistema politico, economi-

co, culturale e religioso in cuiviviamo e la sua contraddizionecon le istanze evangeliche? Unasituazione di vita in cui il denaroè la cifra dell’uomo e del mondo;l’uomo è la quantità di denaro chepossiede; il denaro crea il merca-to dell’etica e della morale e l’eti-ca diventa merce di scambio; illavoro non ha dignità, non è piùun diritto ma un favore da chiede-re al potente di turno; l’umanovale meno delle cose, l’appariremerita più dell’essere, chi lavora èsolo una variabile dipendente delsistema economico di mercato.Una situazione sociale in cui la“pietas” è morta; si attua una nonufficialmente dichiarata “ausmer-zen” verso i disabili, i bambini, ivecchi, gli extracomunitari; ven-gono di fatto considerati sovversi-vi e sabotatori dello sviluppo chifa rallentare il passo, chi mangia asbafo perché non produce (esem-pio i poeti, la cultura in genere),chi pretende mantenere i diritticostituzionali alla salute, allalibertà di pensiero, di religione,alla casa, alla scuola; una realtàumana in cui è vero ciò che èutile; il cittadino è declassato acliente: è un consumatore che nondeve pensare; la donna è ridotta aelemento decorativo del maschio,fino a diventare carne di altamacelleria; il riconoscimento delmerito si traduce in meretricio afavore degli ammanigliati e piega-ti al sultano. La prostituzione èelevata a norma in tutti i settori(vedi traffico per favori, tangenti,corruzione, raccomandazioni,..);la legittimità si baratta con lalegalità; la disaffezione ai valoriuniversali e la maleducazione ses-suale che si propone spudorata-mente ai ragazzi; le regole di mer-cato vengono di fatto imposte airapporti umani, affettivi, familiari( esempio: alle donne giovani chevengono assunte si impone loro dinon avere figli, pena il licenzia-mento automatico...ma poi si con-tinua a festeggiare “la giornataper la vita”!)…

E l’analisi potrebbe continua-re.

Tacere,o magari condividere ilgrido:”così fan tutti”, significagiustificare la propria inedia ediventare veri corresponsabili delmale comune di fronte a Dio eall’umanità. Ai cristiani spetta ildovere di vegliare e pregare; digridare sui tetti in nome delVangelo e dell’uomo; di porre deisegni eversivi nello spirito delleBeatitudini per favorire l’implo-sione di questo sistema umano,sociale e sostenere la speranza peruna umanizzazione del nostromondo.

Corrado Magnani

- ADSL: nel comune diArcevia (e quindi anche adAvacelli) si stanno ultiman-do i lavori per portare nel-l’intero territorio comunale“Internet veloce”. E’ statopossibile realizzare il pro-getto grazie al piano tele-matico per lo sviluppo dellabanda larga e il superamen-to del “digital devide” pro-mosso dalla regioneMarche. Questi servizi tele-matici innovativi renderan-no più competitive le strut-ture ricettive del nostro ter-ritorio e le nostre industrie;einoltre sarà molto utile a chicol computer ci lavora.(C.R.)

- CONSIGLIO PASTO-RALE E AFFARI ECONO-MICI: la parrocchia si avviaa rinnovare entro pasquaquesti due gruppi di perso-ne che si mettono a serviziodella comunità cristiana inAvacelli.

Tutti sono eleggibili: uni-che credenziali per gli eletti:la ricerca della fede e l’one-stà.

- CASA INVENDITA. Dopoun lungo procedi-mento, duratocirca 10 anni,finalmente lacasa che BettiMaria Con-cetta, per testa-mento ha volutolasciare alla Par-rocchia, è dive-nuta completaproprietà dellaParrocchia diAvacelli. Ora sista procedendoalla vendita ditale immobilecon una opera-zione di asta a

partecipazione pubblicache ha come scadenza il 30marzo 2011. Ogni informa-zione al riguardo può esse-re ricercata presso l’ufficiodel geom. Marco RenzoniTel/fax: 0731.9639; Cell.328.0554307.

- LAVORI A S. ANSOVI-NO. Tra breve inizieranno ilavori di restauro e consoli-damento della chiesa di S.Ansovino, per la qualenutriamo non poche preoc-cupazioni a causa dellacasa colonica in disfaci-mento addossata ad unaparete della chiesa stessa.La Conferenza EpiscopaleItaliana, con i fondi dell’8per mille, ha stanziato perquesto progetto euro40.000,00 ma ne mancanopiù di altrettanti, che nonpotranno essere tutti a cari-co della parrocchia.Speriamo nell’aiuto di variEnti, che tramite l’interventodelle pubbliche autorità,stiamo cercando di sensibi-lizzare.

Serata di musica e parole - 3-1-2011

VIA CRUCIS IN QUARESIMAogni venerdì ore 18

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6 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 1/11

PARROCCHIADI S. LORENZO

Tel.0731/814866

cell. parroco 333 7206497

SERVIZI RELIGIOSI:

- Messe festiveore 10,00

- ore 11,15

- Messa prefestivaore 17,30

LA VOCE DI MERGO

Nati alla graziaDammi una mano ...ti regalerò un sorriso

Natale - Epifania

Nozze d’oro

Laurea10° anniversario

LUIGI e PIERINA SPUGNI - 30 gennaio 2011

RICCARDO TOBIA - 8-12-2010

SOFIA SPUGNI - 12-12-2010

Mons. GINO PERUGINI - 19-2-2001 / 19-2-2011SERENA DOTTORI

Il 18 dicembre 2010, presso l'Università Politecnica delleMarche, si è laureata in Economia e Finanza.

Orgogliosi di te, ti auguriamo un futuro pieno di soddisfa-zioni e tanta felicità.

Babbo e mamma, nonni, zii e cugini

APPUNTAMENTI PARROCCHIALIPrima Comunione - 5 GIUGNO 2011

ore 11,15 Chiesa S. Giovanni Ap. e S. Martino V.

Cresima - 9 OTTOBRE 2011ore 11,15 Chiesa Parrocchiale

Non ci sono parole peresprimere la gioia e la soddi-sfazione nel vedere un pro-getto realizzato! I ragazzidell’oratorio si sono impe-gnati molto per preparareuna piccola recita nataliziaintitolata “L’albero di Natale”.

Un grazie ad Andrea,Matteo, Edoardo, Nicola,Michele, Valentina, Alex,Gabriela, Danilo, Vittoria,Giada, Maria Chiara,Caterina, Sara, Lucia,Samuele e tutte le mammeche si sono date da fare perla buona riuscita della rap-presentazione.

Anche per le festivitànatalizie i nostri bambini nonhanno mancato nessunappuntamento; la vigilia di

Natale cantando la storiadella nascita di Gesù primadella mezzanotte, nel giornodell’Epifania presentando ipropri presepi a Gesù e cele-brando la giornata missiona-ria della S. infanzia.

Oltre alla premiazione deibambini per l’impegno e l’ori-ginalità nel costruire i propripresepi è stato premiatocome primo classificato ilpresepio in famiglia diStefano Spugni.

Sono stati veramentelodevoli, nonostante fosseroimpegnati a casa ognunocon la propria famiglia…ed ipropri regali, ciò significa cheil seme messo dal Signorenei loro cuori, sta germo-gliando!

SANTE MESSE DI SUFFRAGIO19/2/2011 ore 17,30

Casa di Riposo20/2/2011 ore 10,00

Chiesa Angeli20/2/2011 ore 11,15Chiesa Parrocchiale27/2/2011 ore 11,15Chiesa Parrocchiale

celebrata dal nostro Arcivescovo

Carissimi,nell’ultimo Consiglio

Pastorale Parrocchialeabbiamo fatto alcune rifles-sioni che desideriamo porta-re a vostra conoscenza:

1. La nostra comunitàParrocchiale sembra soffriredi una preoccupante crisi difede che si avverte soprattut-to nella diminuita praticareligiosa (S. Messa festiva,Sacramenti in particolareconfessione e Matrimonio,funzioni religiose…) e nelloscollamento quasi generalenel coinvolgimento nellediverse attività parrocchiali.Anche per chi viene ancora aMessa sembra che la sua vitadi fede finisca lì.

2. Non solo troppi giovaninon hanno più alcun rappor-to con il fatto religioso, maanche non pochi bambini eragazzi che si preparano peri Sacramenti, pur presenticon una certa regolarità alcatechismo parrocchiale,spesso poi non partecipanoalla Messa festiva e alle altrecelebrazioni liturgiche.

3. Se teniamo presente,come dovremmo fare dabuoni cristiani, la diminu-zione e l’invecchiamento deiSacerdoti, dovremmo ancorapiù ricordarci che in forzadel nostro Battesimo, siamotutti chiamati ad un maggior

impegno nella diffusione ecrescita del Regno di Dio,che nel nostro piccolo è laParrocchia.

4. Tutti noi abbiamoammirato e forse ringraziatoDio per i non pochi uomini edonne e soprattutto giovaiche sanno trovare tempo edenergie da dedicare nellediverse forme di volontariato(anche nella nostra realtàmergana ne esiste una moltoattiva); perché qualcosa disimile non si fa per la nostraParrocchia?

5. In occasione della pros-sima Benedizione Pasqualedelle Famiglie e case vi saràconsegnata copia di questariflessione con un elencodelle diverse attività parroc-chiali alle quali siete invitatia collaborare: scegliete quel-le a voi più congeniali erestituite il foglio inParrocchia.

6. Con la prossimaQuaresima, tempo propizioper una ripresa della vita difede, sentiamoci tutti piùimpegnati in opere di carità,di collaborazione e nellapreghiera. Potremo cosìgioire nel ritrovarci, aPasqua, veramente rinnovati,“risorti” in Cristo

Il Parroco e il Consiglio Pastorale

Parrocchiale

L’iniziativa del parroco per il Natale “aggiungi un posto a tavo-la” idealmente riferito ad un bambino bisognoso , quest’anno lacomunità parrocchiale ha trovato presso una più generosa acco-glienza tanto che, oltre ai quattro bambini adottati è stato possibileaggiungerne altri due.

Oltre alle adozioni comunitarie alcune famiglie hanno adottatosingolarmente altri bambini.

Essere vicino a chi ha bisogno, specialmente se bambini, riem-pie il cuore di gioia sapendo che questi innocenti possono vivereuna vita migliore e che si sentono amati anche se da lontano.

Preghiamo che Gesù apra il cuore ad altri parrocchiani affinchési possa crescere in questa opera di bene.

Rosanna

Tornatialla Casa del Padre

GIOVANNI PRIORETTIn. 13-6-1930 † 14-12-2010

GIOACCHINO FILIPPETTIn. 4-4-1931 † 18-12-2010

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NOTIZIARIO DI CRONACAInaugurazione Università degli AdultiLo studio di Babbo Natale

Il Natale dei piccoli

In ricordo di Carlo Archetti

90 anni ... e non sentirli

Gita ai presepi: “Vedi Napoli ...”

Giornata della memoriaLa terra in cui uno è nato

resta un ricordo indelebile nelcuore di ciascuno. Così dome-nica 6 febbraio, AntonioAnibaldi (per i serrani “Antò dePollo”), nativo di Serra, trasferi-tosi da giovane ad Aprilia, èvoluto tornare nella sua terranatia a festeggiare la bella età di90 anni, vissuta con straordina-ria lucidità, dopo una vita labo-riosa ed intensa. Lo hannoaccompagnato un pulman conparenti ed amici e lo stesso sin-daco di Aprilia, D’Alessio, chesi è dichiarato presente non soloper motivi istituzionali ma piùancora per l’amicizia che lolega alla famiglia Anibaldi Lacomitiva ha visitato i luoghi piùsignificativi di Serra, ha parteci-pato alla Messa festiva nellachiesa parrocchiale e dopo esse-re stata ricevuta dal Sindaco di

Serra Massimo Cantiani, conscambio di omaggi, si è recatanel locale ristorante della“Pianella” a suggellare con unricco pranzo una splendidagiornata. Grazie Antonio peraver tenuto alto il nome di SerraS.Quirico nelle terre romane,dove tanti altri marchigianihanno in passato cercatomiglior sorte.

Carlo era uno di noi ed èper questo che lo vogliamoricordare. Lui, la moglieLaura ed il figlio Sait fannoparte di questa grande fami-glia che è il club Juventus“SERRA 08”. Le loro tesseresocietarie sono arrivate daTorino pochi giorni fa. Nientefaceva supporre che Carlonon potesse ritirarla. Era inlista insieme ai suoi cari perandare a Torino per assisterealla partita Juve-Roma del30 ottobre. Purtroppo non cel’ha fatta, dopo pochi giornilui ci ha lasciati per sempre.Sgomento, dolore e rabbiasono i sentimenti che abbia-mo provato. Viveva la sua“juventinità” con moltadiscrezione senza mai ecce-dere. Con il suo modo garba-to, arrivava in sede e si acco-modava per vedere le parti-te. Mai un urlo, mai una paro-laccia, mai prese di posizio-ne non corrette. Questo eraCarlo, un uomo degno diessere un vero juventino. Di

lui ci rimane un ricordo spe-ciale. Una persona da cuipossiamo apprendere i verivalori della vita: educazione,rispetto, amore, onestà edisponibilità. Chi l’ha cono-sciuto sa che lui era così. Nellavoro era gentile con tutti, tisorrideva sempre e con tantapazienza esaudiva la tuarichiesta. Caro Carlo non seipiù qui tra noi ma da lassùdove ora riposi non ti stan-cherai mai di vegliare sui tuoicari Laura e Sait. Un pensie-ro anche per noi che ti abbia-mo voluto tanto bene, vivraisempre nei nostri cuori esiamo sicuri che il tuo spiritojuventino ci permetterà dicontinuare a sognare perquesto grande amore checon te abbiamo sempre con-diviso: la nostra amataJuventus. Noi vivremo sem-pre nel tuo ricordo. CiaoCARLO.

Direttivo Juventus club“Serra 08”

Si è svolta presso la PalestraComunale di Serra San Quiricola seconda edizione del NATA-LE DEI PICCOLI organizzatadallo Juventus Club “Serra 08”e dalla società sportiva “Serrana1933”. Domenica 19 dicembretanti piccoli babbi natale hannoinvaso la palestra sfidando ilfreddo e l’immancabile influen-za che tutti gli anni in questoperiodo ci colpisce. Hannoaperto il pomeriggio di festa i“Ragazzi del Cruciani” con iloro canti. Il divertimento piùgradito dai piccoli è stato ilmomento dei giochi. Hannotutti partecipato suddivisi insquadre che sono state premiatecon una coppa a ricordo dellamanifestazione. E’ seguita latombola animata, anche qui ivincitori hanno potuto ritirare

ricchi premi offerti dai com-mercianti che ci hanno sostenu-to. Ultima sorpresa: da unpanettone gigante è uscito unsimpatico babbo natale che haelargito doni a tutti i bimbi pre-senti. Siamo riusciti a regalareai nostri piccoli un divertentepomeriggio, carico di gioia fracanti, giochi, musica e tantocolore. Ringraziamo ancoratutti gli sponsor che hanno con-tribuito alla riuscita della festanonché l’intervento davverosignificativo della famigliaVenturi che ha proposto a tuttinoi un tavolino per offrire assi-stenza alla ricerca Telethon.Cordialmente salutiamo tutti edun arrivederci alla prossima edi-zione.

Juventus Club “Serra 08”-“Serrana 1933”

Sabato 9 gennaio al teatroparrocchiale di serraStazione è salpata la XV edi-zione dell’Università degliAdulti, un po’ in ritardo rispet-to al consueto inizio dinovembre, nel tentativo dicoinvolgere anche ambiticomunali vicini. Motivo con-duttore è stato il 150°Anniversario dell’Unitàd’Italia, che ricorre il prossi-mo 17 marzo 1861. IlRisorgimento d’ Italia e laconquista dell’Unità caratte-rizzeranno tutto questo annoaccademico. Il pomeriggiodedicato a questa bella ini-ziativa, ormai consolidatanegli anni, è stato rallegratodalla presenza dei cori par-rocchiali, che si sono esibitiper chiudere il lungo periododelle feste natalizie.L’esposizione canora haesordito con una piccola rap-presentanza dei bambinidell’Oratorio di Serra che haripetuto le canzoni dello spet-tacolo di Natale, in chiave unpo’ meno teatrale quindi dolcie piacevoli da ascoltare. Aseguire il coro della parroc-chia di Mergo, interamentefemminile che ha chiuso lasua esibizione con un magni-fico “Inno alla vita”. Da SerraPaese si sono esibiti, condue chitarristi i “ragazzi delCruciani”, un bel gruppo digiovani che si impegna adanimare la domenica condedizione: anche loro hannopresentato canti liturgici euna piccola variante col “Vapensiero”, brano assai diffici-le. Rimanendo sempre nel-l’ambito di Serra Paese aseguire si è esibito il coro diadulti intitolato a don MauroCostantini, che ha presentatocanti tradizionali di Natale e

nel finale una bella canzonerisorgimentale (“La bellaGigogin”), proprio per entrarenel tema vivo della serata.Dopo l’esposizione del reper-torio natalizio il tema risorgi-mentale è stato ben cantatoanche dal coro del Santuariodi Serra Stazione, con “L’innodi Garibaldi”. Le melodie fina-li sono state eseguite dalcoro, le “Voci della monta-gna” di Domo: un coro polifo-nico, che canta a cappella,diretto da una vera profes-sionista il maestro NormaScialbini di Esanatoglia. Nonè mancato naturalmente l’in-no nazionale “Fratelli d‘Italia”cantato da tutti noi inpiedi…con slancio patriotti-co. Ma il nostro lungo pome-riggio ha trovato il suomomento culminante con la“prolusione”del Prof.Massaccesi Vittorio di Jesi. Ilprofessore ha affrontato iltema:

“Il problema dell’ unitàd’Italia ieri, oggi e domani”.La sua relazione, condottacon l’abituale chiarezza, hatoccato il tema dal punto divista storico con le sue con-seguenze attuali: con obietti-vità ci ha spiegato in mododettagliato quanto sia statodifficile raggiungere questaUnità, ma quanto ancora siapiù difficile conservarla, inquesto momento di innegabi-li tensioni sociali.

Ma mentre il mondo interova verso la globalizzazione esi lavora per una Europaunita, avrà senso una possi-bile divisione del territorionazionale?

Non ai posteri, ma a noigià oggi “l’ardua sentenza” !

D. Cattaneo

Dalla “Tana del Lele”Tanti anni fa, circa 20,

abbiamo scelto di venire avivere a Serra San Quiricocon la nostra famiglia.Pensavamo di realizzare inostri sogni: vivere in cam-pagna in un luogo lontanodal caos cittadino e in unapaese piccolo e accogliente.Con il tempo ha preso formaanche la nostra casa e ilpensiero di creare un agritu-rismo vero, basato sull’offer-ta di condividere i pasti emomenti di vita vera tuttiinsieme! Con il tempo gliospiti sono arrivati semprepiù numerosi ma contempo-raneamente sono venute amancare le strutture e i sup-porti per poter fare quelloche era il nostro sogno: crea-re una comunione di spazioe occasioni di crescita tra noie la gente che decideva ditrascorrere parte del propriotempo insieme a noi e agliatri ospiti. Questo ha condi-zionato molto la nostra offer-ta e inevitabilmente con iltempo anche le persone chevolevano venire nel nostroagriturismo hanno iniziato adiminuire. I nostri ospitiapprezzavano e continuanoad apprezzare molto il posto,ma purtroppo a causa dellamancanza di una sala comu-ne chiusa, non potevamorealizzare loro dei pasti equesto nell’offerta di soggior-no è stato ed è tuttora moltopenalizzante. Le piccole atti-vità, come la nostra, hanno

bisogno di vedere svincolatele strutture e di approvareprogetti che vengano incon-tro alle nostre esigenze lavo-rative. Se l’Amministrazionenon aiuta a risolvere veloce-mente e con urgenza lerichieste di coloro che hannoun’attività commerciale nelluogo, succederà che, percontinuare a lavorare, sare-mo costretti a vendere tutto ea cambiare residenza. Noiabbiamo scelto questopaese e intrapreso questaattività (totalmente a nostrespese, senza contributi pub-blici!) anche per dare unaopportunità lavorativa ainostri figli. Ma oramai nonpossiamo più aspettare, lerisposte devono essere certee veloci. I figli crescono infretta e non possono aspet-tare anni nell’incertezza,hanno bisogno di vederecrescere la loro possibilità dilavoro e realizzazione. Perquesto chiediamo alla nostraAmministrazione di rispon-dere presto a domandecome le nostre e di essercivicini e non ostacolarci, liqui-dandoci con un semplice “ midispiace…”. Se non si vuoleche il paese invecchi e i chei giovani se ne vadano via,cosa che mi pare stia giàavvenendo, bisogna daredelle risposte, non vaghe maprecise e risolutive. Abitarein un piccolo centro deveessere una risorsa e non unapenalizzazione!

Nel primo anno di attività,la Pro-loco ha voluto aprire leporte al Natale, ricreando ilfamoso studio di BabboNatale, luogo prediletto daibambini e non solo!

L'evento si è svolto dome-nica 12 dicembre nella piazzadel centro storico di Serra SanQuirico.

Nella manifestazione erapresente Babbo Natale con isuoi aiutanti elfi, i quali acco-glievano nel suo studio ibambini, momento immorta-lato a richiesta, da scatti foto-grafici. I bambini hanno avutol’occasione di consegnare dipersona la propria letterinaoppure di crearla al momento,grazie a penne, fogli e colorimessi a disposizione per loro.Tutto è stato accompagnato daun’ ottima merenda di casta-

gne, caramelle e vin brulé inuna particolare atmosferaallietata da canti natalizi insottofondo. Lo “studio” èrimasto aperto fino all’epifa-nia permettendo a chi è venu-to a visitare il nostro paese digodere ancora dell’atmosferafestosa del Natale. Comeprimo appuntamento ci rite-niamo molto soddisfatti, spe-rando che la partecipazioneaumenti ogni anno di più. Ildirettivo della Pro-loco rin-grazia quanti hanno partecipa-to e invita tutti i cittadini asostenerci in modo globale(moralmente, con forza-lavo-ro, collaborazione, economi-camente …) affinché le pros-sime iniziative riescano ancormeglio.

PRO-LOCOM. L.

“Vedi Napoli e poi muori”dice un vecchio proverbio. Enoi nella tradizionale “gita per ipresepi” di gennaio, siamo tor-nati quasi “morti” di stanchez-za . Ma ne valeva la pena.Nonostante tanti pregiudizi,Napoli è una città bellissima,per fortuna quasi tutta ripulitadai cumuli di immondizia vistiin televisione. Abbiamo visita-to l’originale chiesa del GesùNuovo, con le mura della fac-ciata caratterizzate da bugna-to a punta di diamante. Di fron-te c’era la piazza con unamaestosa gugliadell’Immacolata. Attraverso viee viuzze, già tracciate altempo dei romani, ci siamofermati presso la Chiesa delMonastero di santa Chiaracon ricordi e tombe dei gover-nanti del regno di Napoli. Mi èvenuto in mente un altro pro-verbio che pare fosse diffusonel meridione quando i cittadi-ni vedevano cambiare conti-nuamente il potere da parte dieserciti invasori che eranofrancesi o spagnoli, angioini oaragonesi o borboni: “Franciao Spagna , basta che semagna”.Infine non è mancata

la visita al Duomo con la riccaCappella di san Gennaro. Inogni chiesa abbiamo ammira-to anche i presepi napoletaniricchi di particolari realisticianche legati alla vita contem-poranea. Nella mattinataabbiamo percorso la famosavia dei presepi san GregorioArmeno con tutti gli elementidei presepi e delle tradizioninapoletane: siamo rimastiammirati dall’abilità dei mae-stri artigiani. Dopo un pranzonon proprio…” ottimo e abbon-dante” siamo stati liberi di visi-tare il resto della città: piazzadel Plebiscito con lo splendidoPalazzo Reale, i negozi delcentro, i numerosi bar e lepasticcerie dove abbiamogustato l’ottimo caffé napole-tano, accompagnato da unasfogliatella o un grandegustoso “babbà”. Era ormainotte, quando, passandodavanti al “Maschio angioino”,con pacchi e pacchetti , cornie cornetti, ci siamo avviativerso il golfo, dove vi attende-va il pulmann per il ritorno. E ilVesuvio era una macchiascura, indistinta in lontananza.

Liliana Bernacconi

In concomitanza con la "Giornata della Memoria"il giorno 27/01/2011, ai famigliari del congiuntoArmando Grassi, alla presenza del sindacoMassimo Cantiani, è stata consegnata dal prefettodi Ancona laM e d a g l i ad ' o n o r e .Armando fud e p o r t a t onei lagernazisti edestinato allavoro coat-to per l'eco-nomia diguerra.

Calcio: “Serrana 1933”AGUGLIANO POLVERIGI-SERRANA 1-0SERRANA-CAMERATESE 1-0SERRANA-CASTELBELLINO 1-1POGGIO SAN MARCELLO-SERRANA 2-3MONSANO-SERRANA 0-3SERRANA-CERRETO 1-1CHIARAVALLE-SERRANA 1-0SERRANA-LABOR 4-2

Classifica attuale:Staffolo punti: 42Sassoferrato-Genga punti: 42Serrana punti: 37

Marcatori Serrana: Petraccini 6 goal; Cocilova 5; Brega T.4; Marsigli 4

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. . . VARIE VARIE VARIE . . .

8 LL’ECO’ECO DEDE LALA ROSSAROSSA 1/11

Notizie flash

L’importanza della tessera

Il cancro è una malattia curabile

CROCE VERDEAppuntamentocon il medico

a cura della Dottoressa EDWIGE RIPANTI

Rosso di Sera: Noi siamo quelli La Befana

L’ANGOLO DELLA POESIAAuguri Daniela

Nel secolo XIX nascono lamedicina contemporanea e lemoderne discipline. Si moltipli-cano conoscenze nel campo del-l’anatomia, soprattutto quelleinerenti ai microrganismi respon-sabili delle tremende epidemieche devastano questi cento anni.Lo studio del corpo umano èfatto di sensazionali scoperte, alivello della cellula e dei tessuti,visibili solo al microscopio,riguardanti in modo particolare ilsistema nervoso e la sua distribu-zione nell’intero organismo.L’osservazione della cellula, ilnostro più piccolo apparato, invi-sibile ad occhio nudo, subì unastraordinaria accelerazione. Lescoperte nascono dalla collabora-zione di più studiosi e di piùscuole mediche: un susseguirsi diconoscenze che necessitanoperiodicamente di trovare unordine, con il confronto che siinstaura nell’istituzione dei primicongressi medici. Ma in questosecolo l’Europa fu percorsa daguerre sanguinose con milioni dimorti, di invalidi, malattie infetti-ve e contagiose, frutto di disordi-ni, di migrazioni, di movimentomassiccio di soldati e di popola-zioni, decimati i primi nelle bat-taglie, le seconde da terribili epi-demie come il colera, iniziato nel1829 in Asia fino a penetrare inRussia e poi in Europa. Nel 1832la città di Londra ebbe 7000morti, altrettanti Parigi. In questiperiodi di estenuanti guerreimperversarono anche il tifo e lasifilide, soprattutto tra i soldati,decimando cosi le armate piùdelle armi. All’indomani dellasanguinosa battaglia di Solferino,24 giugno 1859, ove le truppeitaliane e francesi si batteronocontro l’esercito austriaco conmigliaia di morti e feriti, un gio-vane svizzero, Henry Dunant,organizzò un soccorso per questiultimi, salvando centinaia di vitecon l’aiuto della popolazionelocale. Nasceva La Croce Rossa,adottata poi nel 1864 dallaConvenzione di Ginevra con ilsempiterno motto: “INTERARMA CARITAS”. Le condi-zioni igieniche erano terribili,anche se si stava alacremente stu-diando il concetto di malattiainfettiva e di agenti patogeni, conla contemporanea ricerca di curee metodi di prevenzione. La figu-ra del medico cambia: dall’attesae dall’osservazione dei sintomi edel malato si passa all’agire, conterapie farmacologiche come ilchinino per la malaria, l’oppiocome analgesico, il colchino perla gotta, la digitale per sostenereil cuore. Il ferro come tonico e lasenna come purgante. Ancoramolto in uso i salassi. In questa

situazione il medico di famigliaspesso assiste impotente allamorte del proprio assistito, privodi mezzi atti a salvarne la vita. Latubercolosi mieteva vittime nellapopolazione giovanile e soltantomolto più tardi si individuò ilgerme contagioso e responsabiledella mortale malattia, scopertoda Robert Koch nel 1882 insiemeal bacillo del colera(Mycobacterium Tubercolosis,Vibrio Cholerae). La “superstar”dei ricercatori fu comunqueLouis Pasteur (1822-1895), checon i suoi studi approntò il vacci-no contro il vaiolo, una patologiache colpiva bovini, maiali ed infi-ne l’essere umano, decimandointeri villaggi. La medicina dilaboratorio intanto compiva iprimi passi con l’analisi chimicadel sangue, del sudore, dell’urinaed altre sostanze organiche sog-gette a processi metabolici inter-ni. Quanto alla chirurgia, si trattòsoprattutto di una “chirurgiamilitare” nella prima metà delsecolo. Poi, una disciplina incammino con straordinari pro-gressi tecnici supportati dainuovi principi della disinfezionee dall’anestesia. Il 19 gennaio1847, Fame Simpson diEdimburgo usò per la prima voltail cloroformio, atto a sopprimerela sensibilità durante un interven-to chirurgico, preceduto nel 1842dall’uso di etere durante un’e-strazione dentaria. Ricordiamo lascoperta di un prodigioso farma-co come l’aspirina, in grado dicombattere la febbre, l’invenzio-ne dello stetoscopio nel 1816, deltermometro nel 1860. Un medicotrentenne, Scipione Riva-Rocci,costruì uno sfigmomanometrocapace di misurare la pressionesanguigna ed ancora oggi usatonella pratica medica. Non pos-siamo non parlare dei coniugiCurie, scopritori a fine secolo delRadio e della radioattività.L’unificazione politica del nostroPaese dopo il 1861 portò ad undecremento della mortalità, conla sconfitta di alcune cause dimorte e la riduzione di altre, peropera dei progressi della medici-na e della messa in atto di validestrategie di prevenzione. Senzadubbio l’Italia, pur nata tra san-gue, non poche violenze, costri-zioni e spoliazioni, riuscì amodernizzare e a mutare le con-dizioni economiche, sociali esoprattutto sanitarie dei cittadini,garantendo loro più salute emigliori aspettative. Si arrivò inseguito, dopo proposte e studitecnici specializzati, al varo dellalegge Crispi-Pagliani riguardantegli ordinamenti sanitari su tutto ilterritorio della nuova Nazione(1889, Legge n. 6972).

Risvegliodi primavera

La primavera sta per risvegliarsi,pian piano fa capolino. Da dietro la montagna con le sueali,scende giù per la collina baciandola con le sue labbra fiorite.Vola sui boschi, prati e campagne.Il mondo si rigenera come all’alba! Che splendida la natura! Nell’aria gli uccelli cantano;che la primavera metta le sue radici nei cuori di tutto il mondo e continui a fiorire per l’eternità.

Keller Christine

Solo nuvoleDove vanno le bianche nuvo-le ballerine,dove si nascondono?Candore innocente neglisprazzi più belliarabeschi, armonia sospintada un soffio di vento,forse verso mondi incantatidi arcobaleni.Ma quanta meraviglia neltramonto,quando di rosso si colora!

Mirella Ortolani

Mercoledì 26 Gennaio2011 presso l’Università SanRaffaele di Roma, DanielaPittori ha conseguito ilmaster di 1° livello in“Management per le funzionidi coordinamento delle pro-fessioni sanitarie”discutendola tesi dal titolo: “Coordinaremente e cuore: le emozioninel nostro lavoro”, con valu-tazione 110. Congratulazioniper il traguardo raggiunto, datutta la tua famiglia e da tuttele persone che ti voglionobene.

“La Befana vien dinotte”………..

A “Rosso di Sera “ èarrivata nel magnificopomeriggio del 6Gennaio 2011 in un gra-zioso paesino: Sasso diSerra San Quirico. Il gen-tilissimo proprietariodella Pizzeria “LaCapricciosa”, anche que-st’anno ci ha invitati allaFesta della Befana,offrendoci l’opportunità diballare, di vedere laBefana in carne ed ossae di gustare le sue delizieculinarie: dai tortellini allaboscaiola alle fantasiosee squisite pizze nonchédolci, il tutto condito dal-l’accoglienza delle suemeravigliose e gentilicameriere. Tutti vestiti “afesta”, ragazzi ed opera-tori arriviamo presso lapizzeria verso le 18.00,entrati siamo stati accolti

da bambini, genitori, zii,nonni in un pout-pourri diballi e canzoni. Si spen-gono le luci… arriva laBefana brutta, tanto cheil nostro Federico letoglie la maschera e sco-pre una bellissima ragaz-za!...Caramelle e dolciper tutti. Proseguiamocon la cena chiacchie-rando e scherzando tuttiinsieme. Ritorniamo acasa stanchissimi , mafelici per aver trascorsouna bellissima serata!Cogliamo pertanto l’oc-casione per ringraziaretutti coloro che ogni annoci sono vicini con offerte,che usiamo per i nostrimeravigliosi laboratori etutto ciò che è necessa-rio per il buon andamen-to della “CASA”.

I ragazzi di Rosso diSera

Il 22 dicembre si è concluso ilpercorso, dell’attività teatrale, ini-ziato a settembre, grazie ad uncontributo della Provincia diAncona e che ha visto come pro-tagonisti noi, gli operatori e gliutenti delle comunità “Rosso diSera” di Serra San Quirico e “Lacompagnia del Vicolo” diChiaravalle, seguiti da un espertodell’A.T.G. (Associazione TeatroGiovani) di Serra S. Quirico. Il 21dicembre abbiamo messo inscena “La prima” dello spettacolonella Sala Polivalente diCastelplanio, con replica il giornodopo al Teatro Comunale diChiaravalle. Il nostro spettacoloaveva l’intento di far capire a tuttiche cosa facciamo nella nostre“Case”. Grazie all’aiuto del regi-sta, Daniele Boria, dal nienteabbiamo messo in scena lo spet-tacolo della nostra vita reale all’in-terno delle Comunità, iniziandodal faticoso risveglio dei ragazzi lamattina e proseguendo con inostri laboratori, le attività, comela piscina, la palestra, le bocce, ildisegno, il gruppo discussione enaturalmente il “Grande Teatro”.Continuando sempre a giocarenello spettacolo, abbiamo propo-sto i momenti più aggregativi dellagiornata, come il pranzo e la cenacon la dinamicità che ne conse-gue. Importante è stato il momen-to in cui abbiamo cercato di rap-presentare l’igiene e l’autonomia

personale, su cui cerchiamo dilavorare costantemente. Propriodai ragazzi è nata l’esigenza didiventare, in scena, dei SUPER-EROI, l’intento era di mettere inluce i loro nascosti superpoteri,che a volte sfuggono agli occhidei normo-dotati. Il momento fina-le e il più emozionante sono statele loro preghiere prima di andarea letto, preghiere divertenti, mamolto spontanee e significative,come quella di Roberta che desi-derava ritornare a casa perNatale, Letizia che voleva tantocaffè, Delfina che voleva smetteredi fumare e finalmente una bustapaga puntuale, Rita che desidera-va una visita dalla sorella, Maurouna vittoria della Juventus,Cristina coronare il suo sognod’amore con il matrimonio ed infi-ne Armanda che voleva unmondo migliore per tutti. Siamoriusciti nel nostro intento?Qualcuno ha finalmente capitoCHI SIAMO e CHE COSA FAC-CIAMO?... NOI SIAMO “SOLO”QUELLI… La cosa più importanteè stata che ci siamo divertiti mol-tissimo ed i ragazzi sono semprepiù bravi, attenti e partecipi.Continueremo a darci da fare perpoter trovare i finanziamenti, checi permettano di portare avantiun’attività, che oltre a divertirci, èper i ragazzi il modo più autenticoper esprimersi.

Gli operatori

Per regolamento, tutti i socidella Croce Verde debbonoavere una tessera che da tantianni ormai costa 6 euro. Il prez-zo della tessera è stato fissatodall'Assemblea dei Soci che convoto palese ha stabilito a mag-gioranza che sia i militi chesvolgono i servizi, sia i socisostenitori, paghino annual-mente la stessa cifra. Non tutti i

soci che si sono pronunciatisono d'accordo sulla cifra dei 6euro perchè sostengono che nonesistono in circolazione, alme-no dalle nostre parti, tessere chehanno un costo così basso. Nelnostro caso non è importantefare un buon numero di tessereper poter incamerare una cifrasignificativa, bensì è di fonda-mentale importanza farne tante

perchè soprattutto chi operaquotidianamente tra molteplicidifficoltà di vario tipo, nei ser-vizi di emergenza 118 e nei tra-sporti programmati, si sentamoralmente sostenuto da tantepersone. Così come il pazienteha bisogno oltre che del nostroaiuto materiale, del nostro dia-logo e del nostro sorriso, cosìnoi militi abbiamo bisogno del

sostegno continuo dei nostriconcittadini. Essere soci soste-nitori significa soprattutto con-dividere l'opera altamente uma-nitaria che svolge la nostraAssociazione a servizio dei cit-tadini in forte stato di necessità.

Se vuoi, anche tu puoi direoggi “sono un socio sostenito-re della Croce Verde”.

Elvio Evangelisti

“ Tutte le reticelle sono statedistribuite nonostante la situazio-ne economica. Grazie al vostrogruppo per il generoso impegno.Piero Sierra Presidente AIRC”.

Questo è il messaggio inviatodal presidente nazionale AIRCalla referente della Croce Verdedi Serra San Quirico, CinziaCardelli al termine della campa-gna “ Le arance della salute” del29 – 30 gennaio in tante piazzed'Italia. Nella Provincia diAncona sono stati 32 i comuniche hanno messo a disposizionele loro Piazze per la distribuzionedella arance rosse di Sicilia, unnumero destinato nel tempo ine-vitabilmente a scendere per man-canza di volontari. A Serra SanQuirico, ormai da anni, i volonta-ri della Croce Verde offrono allapopolazione la possibilità di con-tribuire alla ricerca per aiutare arendere il cancro sempre piùcurabile. L'Associazione, posta inun comune di 3000 abitanti, ha

aderito all'iniziativa con 15volontari che hanno distribuitosul territorio oltre 400 reticellesabato 29 gennaio in una giornatacaratterizzata dal freddo e dallapioggia.

Cogliamo l'occasione per rin-graziare pubblicamente l'AVIS e igestori del bar della stazione peraver offerto gratuitamente, ormaida anni, i locali ai nostri volonta-ri. L'AIRC chiede a tutti i parteci-panti all'iniziativa l'adesione el'impegno per l'anno successivo,la nostra Associazione ha accetta-to e fin d'ora invita tutti i cittadinia farsi avanti per impegnarsi nelladistribuzione delle arance dellasalute sul territorio. In questocaso, il contributo si offre moltosemplicemente cioè aprendo ilportafoglio; quindi proviamo peruna volta a fare qualcosa di diver-so........poi staremo molto meglio.Vogliamo provare?

Elvio Evangelisti

1) Fiocco azzurro in casaBrega: il 24 gennaio è nato ilpiccolo Edoardo per la gioia dimamma Laura e papà Mauro.La famiglia della Croce Verdeporge i più sinceri auguri allefamiglie Brega e Bonanni.

2) Come di consueto, inoccasione delle feste natalizie,i dipendenti della ditta Tognidonano alla nostraAssociazione una generosaofferta. Ringraziamo i dipen-denti insieme ai titolari delladitta che anche nel corso del-l'anno passato sono stati sen-sibili alla causa della CroceVerde.

3) E' in pieno svolgimentola campagna di tesseramentoalla Croce Verde; il costo dellatessera per l'anno 2011 è di 6. Per l'Associazione è fonda-mentale sapere che i cittadini,attraverso un buon numero ditessere, sostengano con con-vinzione il lavoro che la Croce

Verde svolge quotidianamentea favore di tutta la popolazione

4) Ricordiamo a tutti cittadi-ni che ne avessero bisognoche per l'esenzione dal paga-mento dei trasporti sanitarinon è sufficiente avere la ricet-ta del medico curante, maoccorre avere un'autorizzazio-ne preventiva che viene rila-sciata da un apposito ufficio,sito presso il Distretto di viaBrodolini a Fabriano. Per qual-siasi informazione in merito sipossono consultare i nostrimiliti presso la sede.