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12-07-2019 Media Monitoring per Rassegna stampa del 12-07-2019

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12-07-2019

Media Monitoring per

Rassegna stampa del 12-07-2019

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AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona 1 ................................................................................ 11/07/2019 - AMALFINOTIZIE.IT

Servizio cardiologia Ospedale Costa d’Amalfi: interviene la direzione del Ruggi 1 ................... Sanità Salerno e provincia 2 ..............................................................................................................

12/07/2019 - LA CITTÀ DI SALERNOCroce Azzurra, estate a sirene spiegate 2 .................................................................................

12/07/2019 - LA CITTÀ DI SALERNOIppolito: «Colpa dei migranti? Allarmi falsi e strumentali» 4 ....................................................

12/07/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)Medicina, ok a 58 borse di studio per le specializzazioni: Pediatria top 5 ................................

12/07/2019 - LA CITTÀ DI SALERNOSospetta tubercolosi, ma mancano i posti 7 .............................................................................

Sanità Campania 9 ............................................................................................................................... 12/07/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)

Asl, chieste 5 condanne per i pagamenti irregolari 9 ................................................................ 12/07/2019 - IL ROMA

Cardarelli, intesa con Federfarma: prenotazioni anche in farmacia 11 ..................................... 12/07/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)

De Luca rilancia l' autonomia "soft" della Campania 12 ............................................................ 12/07/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)

Due anni, dolori all' addome ricoverato al Santobono 14 .......................................................... 12/07/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)

Emergenza, 118 senza medico ad agosto 15 ............................................................................. 12/07/2019 - IL MATTINO (ED. BENEVENTO)

Fatebenefratelli: «In ospedale nessun caso di precariato» 16 .................................................. 12/07/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)

Il chirurgo Capone "Mi dimetto in anticipo, sfinito dal super lavoro" 17 ................................... 12/07/2019 - IL MATTINO

Le pizze? In corsia 19 ................................................................................................................ 12/07/2019 - LA REPUBBLICA (ED. NAPOLI)

Sos ospedali, un' estate senza medici 20 .................................................................................. Sanità nazionale 22 .............................................................................................................................

12/07/2019 - CORRIERE DELLA SERA«Sua moglie adesso sarà in pace Lo so per esperienza personale» 22 .....................................

12/07/2019 - IL VENERDÌ DI REPUBBLICACaro malato, per guarire raccontami la tua storia 24 ...............................................................

12/07/2019 - CORRIERE DELLA SERAColpiti da morbillo due cardiochirurghi Pazienti in allarme 27 ..................................................

12/07/2019 - LA REPUBBLICADieci ore in barella con le costole rotte "Non ne posso più" 29 .................................................

12/07/2019 - AVVENIREGIUDICATE VOI DOVÈ UMANITÀ 31 ............................................................................................

12/07/2019 - LA REPUBBLICAIl medico: "Reparti sovraffollati attese infinite e zero privacy Mancano i presìdi di quartiere"

33 .............................................................................................................................................. 12/07/2019 - IL GIORNO

Messaggio ai pazienti «L' uso terapeutico non cambia» 35 ....................................................... 12/07/2019 - LA REPUBBLICA

Odissea in reparto "Aspetto il ricovero da quattro giorni" 36 ................................................... 12/07/2019 - IL GIORNALE

Più rischio cancro per chi beve bibite zuccherate 38 ................................................................ 12/07/2019 - LA REPUBBLICA

Pronto soccorso ko in coda per le visite Lite sulle lettighe 40 .................................................. 12/07/2019 - AVVENIRE

Quota 100 'svuota' gli ospedali 42 ............................................................................................

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12/07/2019 - CORRIERE DELLA SERASenza alimenti, Lambert si è spento 43 ....................................................................................

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11/07/2019 amalfinotizie.it

Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

EAV: € 373Lettori: 1.333

Link alla pagina web

Servizio cardiologia Ospedale Costa d’Amalfi: interviene ladirezione del Ruggi

La Direzione Strategica dell’AziendaOspedaliera Universitaria San Giovannidi Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno, inmerito a quanto appreso dagli organi distampa relativamente all’annunciatasentenza da parte del Giudice del Lavoroper il prossimo 25 luglio riguardante ilservizio h24 di Cardiologia pressol’Ospedale “Costa d’Amalfi” diCastiglione di Ravello, comunica che, atutt’oggi, non le è stato notificato alcunricorso inerente il citato servizio dicardiologia. «In ogni caso – precisa la Direzione Strategica – questa Azienda faràvalere tutte le questioni di diritto a difesa degli atti di programmazione sinoraintrapresi, tutti finalizzati a garantire i livelli essenziali di assistenza». La nota delladirezione del Ruggi, giunge a distanza di poche ore dal comunicato della conferenzadei sindaci della Costa d’Amalfi secondo cui «la rivendicazione lavorativa di alcunispecialisti cardiologi è un pretesto da cui si trae spunto per le consuete ingiustificatelamentazioni». «Nessuno, se non qualche complottista di mestiere, paventadeclassamenti o ridimensionamenti del nostro presidio, al quale la Conferenza deiSindaci della Costa d’Amalfi seguita a dedicare la consueta incessante attenzione»scrive Andrea Reale nella nota della conferenza dei sindaci della Costa d’AmalfiL'articolo Servizio cardiologia Ospedale Costa d’Amalfi: interviene la direzione delRuggi sembra essere il primo su AmalfiNotizie.it.

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12/07/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 18

Croce Azzurra, estate a sirene spiegatedi Carmine Landi

CAPACCIO PAESTUM Sirene accese pertutta l'estate. È ufficiale: sui ricorsi diCroce Azzurra, i giudici della secondasezione salernitana del Tar hanno decisodi non decidere. E di lasciar «fermal'efficacia dei decreti monocratici del 17e del 18 giugno del 2019». È quanto silegge nell'ordinanza collegialepubblicata ieri dalla corteamministrativa: non s'intacca lasospensione che il Tar di Salerno avevaconcesso alla onlus alla metà di giugno,quando, con dei decreti inaudita alteraparte , congelò lo stop commissarialealle convenzioni che l'Asl aveva stipulatocon l'associazione riconducibile aRoberto Squecco . Dopo il corteofestante a sirene spiegate, in occasionedel trionfo elettorale del nuovo sindacodi Capaccio, Franco Alfieri , al qualepresero parte dei mezzi della CroceAzzurra, il commissario straordinariodell'Asl, Mario Iervolino , sospese i rapporti convenzionali e le assegnazioni deipotenziamenti estivi. Prima che il Tar accogliesse l'istanza cautelare di CroceAzzurra. Rebus competenze. Ora i giudici Paolo Severini , Michele Conforti e RobertaMazzulla confermano quei decreti monocratici. Lo fanno dopo aver accorpato i trericorsi, presentati da Croce Azzurra Città di Capaccio ,Croce Azzurra Città di Agropolie Croce Azzurra Città di Acerno, difese dal legale Marcello Fortunato . I magistrati,però, eccepiscono il difetto di competenza, ritenendo «di dover trasmettere i ricorsial presidente del Tribunale affinché, avuto riguardo al provvedimento di ripartizionedelle materie tra le sezioni da questi adottato, valuti se gli stessi debbano esseretrattati, ratione materiae , da questa sezione (la Seconda)». A giugno 2018, ilpresidente del Tribunale, Francesco Riccio , decretò il riparto delle materie tra le duesezioni salernitane del Tar, la Prima e la Seconda. Il Servizio sanitario nazionale, equindi l'Asl, rientra nelle competenze della Seconda sezione, la quale, tuttavia,sospetta che le convenzioni, intese come servizi pubblici, possano essere materiadella prima. I giudici della Seconda sezione ritengono che «la trattazione delladomanda cautelare da parte del Collegio non può prescindere dalla valutazione

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presidenziale, e dunque, nelle more della fissazione della camera di consiglio,rimane ferma l'efficacia dei decreti monocratici». Quelli che congelavano lasospensione Asl e che, manco a dirlo, erano stati pronunciati proprio da quellaSeconda sezione che, in attesa di capire se è competente o no, lascia intaccati i suoistessi decreti monocratici. Adottati quando l'Asl non si era costituita ancora ingiudizio: lo ha fatto solo dopo 18 giorni, difesa dagli avvocati Valerio Casilli ed EmmaTortora , Al Consiglio di Stato. L'ordinanza collegiale, ad ogni modo, è già finitadavanti ai giudici del Consiglio di Stato. Ce l'hanno portata il professor Paolo deCaterini e l'avvocato Ferdinando Belmonte , difensori della Giovani Vincenti,l'associazione di Sira Palo , che dopo la sospensione era subentrata alla CroceAzzurra nel potenziamento estivo di Santa Maria di Castellabate. Prima che il Tarcongelasse tutto. I legali hanno presentato un ricorso in appello cautelare al CdS. «Ilpresidente del Tar di Salerno scrivono i due legali - dispone chiaramente che allaseconda sezione sono assegnati, tra le altre, le materie concernenti il Serviziosanitario nazionale». E quindi l'Asl. Inoltre «non si comprendono le ragioni per cui laSeconda sezione abbia ritenuto opportuno rimanere ferma la efficacia del decretomonocratico, a maggior ragione laddove le convenzioni della causa hanno duratatrimestrale». Da giugno a settembre. Sirene estive. Da qui la stoccata: «Lastatuizione resa dal Tar è erronea perché il Collegio, non avendo provveduto sulladomanda cautelare nella Camera di Consiglio, avrebbe dovuto dichiarare l'inefficaciadel decreto cautelare anziché mantenerne gli effetti fino a nuova udienza cameraleche, alla luce del calendario del Tar, non potrà che essere fissata per il 5 o l'11settembre ». Quando l'estate sarà finita e il Tar non potrà più nulla sulle sirene diSquecco.

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12/07/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 17

Ippolito: «Colpa dei migranti? Allarmi falsi e strumentali»(s.b.)

Giuseppe Ippolito è direttore scientificodell'Istituto Nazionale per le malattieinfettive Lazzaro Spallanzani (Inmi) diRoma, ed è direttore del CentroCollaboratore dell'OMS (organizzazionemondiale della Sanità) per la curaclinica, la diagnosi, la risposta e laformazione sulle malattie altamenteinfettive presso l'INMI. Il noto scienziatoinfettivologo è nato a Sant'Arsenio nel1954. Da anni abita nella capitale dovesvolge il suo lavoro, ma spesso torna nelsuo paesino d'origine. Professor Ippolito,secondo lei c'è un aumento di questapatologia in Italia? Assolutamente no.Anzi i casi sono stazionari. C'è chiattribuisce un aumento delle infezioni datubercolosi, come per altre malattie chesembravano debellate, all'aumento dellapresenza di extracomunitari in Italia. Leiche ne pensa? È assolutamente falso. Selei guarda i dati si accorgerà che i casiriguardano al 50 per cento italiani e al 50 per cento extracomunitari. E' ovvio checondizioni igienico sanitarie precarie contribuiscono al diffondersi di qualsiasimalattia, ma questo vale anche per gli italiani. Non c'è un pericolo in più, un rischiomaggiore. Si tratta di falsi allarmi diffusi ad hoc. Diffonde quindi timori ingiustificatichi parla di contagio di malattie a causa dei flussi migratori? Certo si tratta di timoriche non hanno riscontri scientifici. Tra l'altro non possiamo affatto parlare di unritorno della Tbc, anzi, i casi sono in progressiva diminuzione su tutto il territorionazionale. Le modalità di contagio sono sempre le stesse, la tubercolosi si diffondeper via aerea ed è quindi importante la profilassi adottata di fronte ad un casoaccertato. È ovvio che se abbiamo un maggior numero di presenze diextracomunitari in un dato luogo ci saranno più persone tra di loro che potrannoammalarsi. Se ci fossero solo italiani avremmo solo ammalati italiani .

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12/07/2019 Il Mattino (ed. Salerno)

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 31 EAV: € 5.385Lettori: 107.296

Medicina, ok a 58 borse di studio per le specializzazioni:Pediatria top

LA SANITÀ Sabino Russo Sono 58 leborse di specializzazioni medichepreviste nel decreto del ministero dell'Istruzione per Salerno. Di queste, 32sono coperte con fondi statali, mentre 26con contratti regionali. Palazzo SantaLucia, in tutto, coprirà 120 contrattiaggiuntivi, stanziando complessivamente13,7 milioni. Le specializzazioni chehanno ottenuto il maggior numero difondi sono pediatria (9), anestesia erianimazione (5), apparatocardiovascolare (6), apparato digerente(8), ortopedia e traumatologia (5),medicina d' emergenza-urgenza (7). ASalerno i contratti previsti riguardano:chirurgia generale (5 statali, più 2regionali); farmacologia e tossicologiaclinica (2+1); malattie dell' apparatocardiovascolare (3+5); malattie dell'apparato digerente (2+4); medicinainterna (6+2); neurologia (3+4);oftalmologia (2+2); ortopedia etraumatologia (4+3) e pediatria (5+3).Sono 767, invece, le borse di studio distribuite fra i vari atenei della Campania. Diquesti, la giunta regionale ha approvato uno stanziamento di 13 milioni e 700 milaeuro, per finanziare 120 borse di studio aggiuntive rispetto a quelle nazionali. «L'iniziativa del presidente Vincenzo De Luca si inquadra nelle azioni messe in campoper incrementare i fabbisogni formativi, soprattutto in discipline carenti nel serviziosanitario regionale preCisa la nota di Palazzo Santa Lucia Il finanziamento di talicontratti prende origine dalla ricognizione avviata dalla direzione generale per latutela della salute, che ha individuato risorse e la carenza di medici in alcunediscipline critiche sul territorio regionale, partendo dai dati dei pensionamenti avutinegli anni pregressi e da una valutazione circa i pensionamenti del personale mediconelle aziende sanitarie, attraverso un analisi effettuata con il coinvolgimento dell'Osservatorio regionale della formazione medica specialistica». LE REGOLE I

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candidati dovranno essere residenti in Campania da almeno tre anni. Lespecializzazioni che hanno ottenuto il maggior numero di contratti finanziati sono:pediatria (9), anestesia e rianimazione (5), apparato cardiovascolare (6), apparatodigerente (8), ortopedia e traumatologia (5), medicina d' emergenza-urgenza (7).Sono in tutto 8905, invece, i contratti di formazione medica specialistica per l' annoaccademico 2018/2019 in Italia, a fronte dei 6934 assegnati lo scorso anno. Diquesti, ben 8mila sono finanziati con risorse statali. Si tratta, nel dettaglio, di 1800contratti statali in più rispetto allo scorso anno (+29 per cento). I contratti erano,infatti, 6200 un anno fa e 6109 l' anno precedente. Ai contratti statali vanno aggiuntiulteriori 741 contratti finanziati con fondi regionali (a fronte dei 640 dello scorsoanno), e 164 con risorse di altri enti pubblici o privati (per il 2017/2018 erano solo94). I candidati che si sono presentati ai test di ingresso, in programma il 2 luglioscorso, per gli 8904 posti previsti sono stati 18773. Ciò vuol dire che diecimilamedici laureati dovranno aspettare ancora un anno per ritentare la sorte e iniziare ilcammino di specializzazione, la cui durata oscilla fra i 4 e i 5 anni. Secondo unastima dell' Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane, ci sarà unacarenza di circa 14mila specialisti nei prossimi 15 anni. Già oggi, secondo l' analisidella Fnomceo, ci sono più di diecimila medici laureati, abilitati, in attesa di accederealle specializzazioni e al corso per la medicina generale. Per quest' ultimo il numerodi borse disponibili per l' accesso al corso di formazione specifica negli ultimi anni èpassato da 1018 unità per il triennio 2014-17 a 2093 per il 2018-21. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/07/2019 La Città di Salerno

Argomento: Sanità Salerno e provincia

Pagina 12

Sospetta tubercolosi, ma mancano i postiStefania Battista

Due casi di sospetta tubercolosiall'ospedale Maria Santissima Addoloratadi Eboli: un uomo di origini africane euna donna di Campagna. I due pazienti,giunti in momenti diversi nella struttura,non sono stati ricoverati nel repartoMalattie infettive, bensì a Medicina. Aconferma della vicenda, più di unosservatore ha notato operatori e medicicircolare con la mascherina sul volto nelreparto, fatto insolito perché,ovviamente, non necessario per i normaliricoveri a Medicina. Due le ipotesidell'inusuale collocazione dei pazienti. Laprima sarebbe la penuria di posti lettonel Reparto di malattie infettive direttodalla dottoressa Grazia Russo . Il reparto,al momento, annovera solo nove postiletto a fronte di un enorme bacino diutenza, visto che per le malattie infettivegli unici riferimenti, oltre ad Eboli, sono aVallo della Lucania, a Nocera e aSalerno. Fuori provincia il centro ospedaliero per eccellenza, dove vengono trasferitii casi più gravi, è il Cotugno di Napoli. Perché siano stati ricoverati a Medicina, però,potrebbe avere una diversa spiegazione rispetto alla penuria di posti letto. Parrebbeinfatti che le due camere di compressione negativa siano fuori uso. Un guastoimprovviso che avrebbe messo i medici in condizione di disporre il ricovero in altroreparto, non attrezzato, però, per casi simili con il necessario isolamento. Unasituazione piuttosto grave a cui, soprattutto in un momento di aumento delle utenze,com'è il periodo estivo, bisognerebbe porre immediato rimedio. In malattie infettivesarebbe ricoverato in questi giorni anche un altro caso allarmante, quello di un uomoaffetto da leishmaniosi, la grave patologia che può condurre velocemente alla mortee che di solito colpisce gli animali domestici, come i cani, a causa di punture dizanzare infette o per il contatto con le feci dei topi. Il paziente, giunto in gravissimecondizioni, sembra stia lentamente migliorando. Quando è stato ricoverato l'uomo,che abita nel centro di Eboli da qualche tempo dopo aver vissuto per diversi anni incampagna, presentava un quadro clinico compromesso dalla gravissima malattia. Mai medici del reparto hanno fatto di tutto per portarlo fuori pericolo. La speranza è

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che possa cavarsela. Per quanto riguarda i due tubercolotici, invece, ancora non èchiaro quali siano le loro effettive condizioni. La diagnosi definitiva, infatti, vieneeffettuata dopo una serie di accertamenti. «Se le due camere di compressionenegativa sono guaste - dichiara in proposito Rolando Scotillo della Fisi - non capiscoperché non si sia corsi ai ripari immediatamente. E soprattutto non comprendoperché non sia stato disposto il trasferimento urgente ad altro ospedale come ilCotugno. Significherebbe aver esposto medici ed operatori sanitari ad un rischio dicontagio molto elevato. La tubercolosi è altamente infettiva. Ora comprendo perchého visto tanto personale girare con le mascherine sul volto».

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12/07/2019 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 29 EAV: € 3.923Lettori: 107.296

Asl, chieste 5 condanne per i pagamenti irregolari

IL PROCESSO IL PROCESSO Cinquecondanne, tra cui una per un' azienda, eprescrizioni per altri quattro imputati:queste le richieste del pubblico ministeroFlavia Felaco nell' ambito del processoper irregolarità nei mandati dipagamento dell' Asl. Il pm ha chiesto lacondanna per Felice Pisapia 49 anni, giàresponsabile del settore economicofinanziario dell' Asl ed ex direttoreamministrativo dell' aziendale a 4 anniper peculato e a 4 anni per truffa; perFederico Russo, 72 anni, all' epocadirigente del settore farmaceutico dell'Asl a 4 anni per peculato e a 2 anni perfavoreggiamento reale; per MicheleGalietta, 41 anni, amministratore dellasocietà «Migapi-soluzioni srl» a 3 anniper truffa; per Giulio Carpinelli, 52 anni,amministratore di diritto dellacooperativa «Modisan» a 2 anni pertentata truffa; per Angelo Piteo, 56 anni,amministratore di fatto della cooperativa«Modisan» ora «Provite» a 2 anni pertentata truffa. Non si deve procedere per l' accusa di truffa per prescrizione perErcole Nittolo, 47 anni, amministratore di fatto della società «Matrix srl»; AntonioIonno, 53 anni, amministratore di diritto della società «Gerim» e «Center Sas»;Rocco Cirocco, 62 anni, amministratore di fatto della «Gerim» e «New Center»; eGiovanni Sgueglia, 49 anni amministratore di diritto della società «Admin Group». Unsanzione pecuniaria di 400 quote è stata richiesta per la New Center. Il legale del'Asl Maria Ziccardi ha chiesto la condanna di tutti gli imputati e una provvisionale diun milione di euro. La prossima udienza è stata fissata per il 3 ottobre quandoinizieranno le arringhe dei difensori, tra cui Vincenzo Regardi, Angelo Leone,Vincenzo Sguera, Elio D' Aquino, Camillo Cancellario, Carlo de Stavola, DomenicoRossi, Gugliemo Ventrone e Giuseppe Saccone. LE INDAGINI Nel mirino degliinquirenti del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza erano finiti iprovvedimenti degli indagati nel periodo compreso tra il giugno del 2009 e l' apriledel 2012. Le indagini presero il via da una denuncia presentata alla Procura dal

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direttore generale dell' Asl Michele Rossi in relazione all' emissione di mandati dipagamento irregolari per centinaia di migliaia di euro. I finanzieri, nel novembre del2012, eseguivano una perquisizione presso la sede dell' Asl in via Oderisio con ilsequestro di ventimila mandati di pagamento emessi tra il 2011 e nel 2012. Così èstato accerto l' addebitamento all' Asl, da alcune società, di prestazioni maieseguite, con conseguente illecita distrazione di fondi pubblici. Responsabili, aparere dell' accusa, erano gli imprenditori e alcuni dirigenti dell' Asl. e.m. ©RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 13 EAV: € 554Lettori: 29.750

Cardarelli, intesa con Federfarma: prenotazioni anche infarmacia

NAPOLI. Il commissario straordinario dell'azienda ospedaliera Cardarelli, AnnaIervolino, ha siglato un protocollo d'intesa con Federfarma Napoli grazie alquale sarà presto possibile prenotarevisite ed esami presso qualsiasi farmaciacittadina. «Un passo in più verso lasemplificazione dei processi - diceIervolino - nell' ottica di fornire ai nostripazienti soluzioni sempre più comode diaccesso alle prestazioni sanitarie». Sipunta insomma a ridurre sempre più itempi d' attesa e le code al Centro unicodi prenotazione. Un nuovo importantetassello che al Cardarelli di Napoli si vaad aggiungere al processo didigitalizzazione dei percorsi assistenzialie dematerializzazione della cartellaclinica. Nonchè alla possibilità diconservare tutti gli esami svolti inospedale sul claud, cosi' da averlisempre a disposizione per eventualiconsulti realizzati esternamente».«Quella con Federfarma Napoli -conclude Iervolino - è una collaborazione importante, perchè ci consente di.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 7 EAV: € 29.820Lettori: 546.032

De Luca rilancia l' autonomia "soft" della Campania

Giannola: "Quella del presidente misembra una provocazione per mettere inimbarazzo governo e regioni del Nord"Caldoro: "I principi sono gli stessi dellalegge Calderoli sul federalismo fiscale.Ma il governatore copia male e inritardo" Scendono da 13 a a 7 le materiedi competenza: " Su istruzione e sanitàresta invariato il carattere nazionale dell'organizzazione pubblica" di AlessioGemma « Stesse risorse per ognicittadino italiano, poi vediamo qualiRegioni sanno giocarsele meglio. Noisiamo per l' unità del Paese. Questoforse a Salvini non interessa molto » .Vincenzo De Luca lancia la sfida dell'autonomia regionale davanti alla plateadella Cgil. Il governatore ha inviato ieri aRoma lo schema di intesa col governosul regionalismo. La proposta dellaCampania arriva dopo quella diLombardia, Veneto ed Emilia. Ma iprincipi sono diversi dalle regioni del Nord: De Luca chiede prima di determinare ilivelli essenziali delle prestazioni e soprattutto di garantire il "fondo perequativo" peri territori con minore capacità fiscale. Insomma, se l' autonomia del Nord è un modoper accaparrarsi più risorse, la Campania si mette di traverso. « Faremo verità sulriparto dei fondi statali fra Sud e Nord - continua De Luca - Credo che siamo sotto dialmeno un 6 per cento dei fondi pubblici». Ma c' è da dire che il governatoreridimensiona le sue aspirazioni rispetto a qualche mese fa. A marzo col ministrodegli Affari regionali Erika Stefani aveva avanzato una bozza con 13 materie, ora nesono elencate 7. Ci sono istruzione, sanità, beni culturali. Eccole nel dettaglio: "Istruzione e formazione professionale, compatibilmente con il carattere nazionaledella scuola pubblica; sanità, fatto salvo il carattere nazionale dell' organizzazionesanitaria pubblica e la vigilanza dello Stato sulla omogeneità dei servizi ai cittadini;rete regionale dei musei e dei beni culturali; pagamento dei contributi comunitaridestinati alle imprese agricole operanti nel territorio della Regione; valutazione diimpatto ambientale per la realizzazione di opere nella regione; autorizzazionipaesaggistiche minori; integrazione delle funzioni attribuite ai provveditorati alle

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opere pubbliche e agli uffici del genio civile". De Luca attacca: « Voglio chiarezza sulcarattere nazionale della scuola e della sanità. Lo Stato ha il dovere di controllareche le prestazioni sanitarie a tutti i cittadini siano garantite. Non possiamo avere unsistema che garantisca ai medici 500 euro in più al mese e lascia nei guai la Sanitàdel sud » . Il governatore lancia l' allarme: « Se va avanti il progetto di autonomiapresentato dalle regioni del Nord, qui al Sud ci avvieremo verso un lento declino.Dovremo preparaci all' idea che i nostri figli non potranno vivere più qui». Il terrenodi scontro è sulle risorse. La Campania dice no al criterio della spesa storica che lapenalizza proprio sul fronte sanitario. Nello schema Palazzo Santa Lucia chiede didefinire «entro un anno i livelli essenziali delle prestazioni » : altrimenti - si legge - «e comunque non oltre il primo anno, l' attribuzione delle risorse finanziarie, umane estrumentali necessarie all' autonomia avviene sulla base della spesa destinata acarattere permanente, fissa e ricorrente, a legislazione vigente, sostenuta dalloStato nella Regione Campania, riferita alle funzioni trasferite o assegnate » . Per gliinvestimenti la Regione chiede ogni anno risorse «pari alla corrispondente quotaproporzionale della popolazione di riferimento » . Per De Luca « su una cosa il Nordha regione: se vi mandiamo fondi e fate solo porcherie clientelari, giusto che vi sianotolte. Io accetto la sfida dell' efficienza ma ad armi pari». Duro Stefano Caldoro, l' exgovernatore: «Grottesca l' autonomia di De Luca. I principi sono gli stessi della leggeCalderoli sul federalismo fiscale. Ma il governatore copia male e in ritardo ». AdrianoGiannola, presidente della Svimez, commenta: « De Luca chiede una autonomiairrituale, a condizioni costituzionalmente canoniche. Non va bene a Veneto eLombardia che invece vorrebbero più risorse. È una provocazione, per mettere inimbarazzo governo e regioni del Nord». © RIPRODUZIONE RISERVATA k GovernatoreVincenzo De Luca.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 33 EAV: € 2.826Lettori: 107.296

Due anni, dolori all' addome ricoverato al Santobono

MELITO IRPINO Marco La Carità Un bimbodi due anni è stato trasferito al«Santobono» di Napoli tramiteeliambulanza a causa di una occlusioneintestinale. Il bambino ha accusato iprimi forti dolori allo stomaco, poi ilamenti sono diventati sempre più fortifino quando i genitori l' hanno portato alpronto soccorso dell' ospedale di ArianoIrpino per una visita. I medici, dopo iprimi accertamenti, non hanno avutoalcun dubbio: invaginazione ossia unaocclusione intestinale molto frequentetra i bambini. Una diagnosi nonpreoccupante ma a fronte della quale isanitari del Tricolle hanno ritenutoopportuno trasferire il bambino in uncentro di pediatria più attrezzato perevenienze del genere. Immediato l'intervento dell' elicottero che hatrasferito il bimbo all' ospedaleSantobono di Napoli. Nella cittàpartenopea sono giunti subito i genitoriche l' hanno assistito in ogni momentoper cui hanno preso un grande spavento. Le condizioni di salute del bambino nonsono fortunatamente gravi, ma rimarrà sotto osservazione dei medici partenopei chevigilano sull' evoluzione della malattia. Al vaglio, secondo il protocollo, curespecifiche oppure un mirato intervento chirurgico. Il trasferimento del bimbo di dueanni è avvenuto verso le 19 circa. Ad assistere alle fasi di atterraggio e decollo dell'elicottero del 118 i Vigili del fuoco del fuoco del distaccamento di Grottaminarda epersonale della Polizia Municipale. Le numerose erbacce presenti sul piano dell'elisuperficie hanno limitato il campo visivo dell' atterraggio per cui l'amministrazione comunale dovrà provvedere quanto prima alla ripulitura. Tantacomunque la paura dei genitori e dei residenti di Melito Irpino per le sorti del bimboper cui si auspica una pronta guarigione. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 33 EAV: € 2.681Lettori: 107.296

Emergenza, 118 senza medico ad agosto

La Valle Caudina continua ad esserepenalizzata a livello di servizi essenziali.Dopo i trasporti tocca alla sanità. Infattidal prossimo primo agosto c' è laconcreta possibilità che l' ambulanza delpunto 118 di Cervinara che copre anche icomuni di Rotondi, San Martino ValleCaudina e Roccabascerana possaintervenire senza medico a bordo. Infattii turni sono coperti fino a mercoledi 31Luglio, ma dal primo agosto i sostitutimedici del 118 hanno optato per l' Asl diBenevento lasciando cosi senzacopertura il 118 di Cervinara. Il motivo èsemplice, l' Asl di Benevento ha reperitoi fondi necessari per corrispondere unadeguato stipendio ai sostituti medici adifferenza dell' Asl di Avellino. Il servizioquindi a Cervinara sarà assicurato solodai tre medici titolari che non possonoassicurare turni h 24. Una vicenda cheha provocato la ferma reazione delsindaco di Cervinara Filuccio Tangredi edella consigliera delegata alla Sanità,Anna Marro che hanno chiesto un incontro in Prefettura con la presenza dei verticiaziendali dell' Asl di Avellino per discutere delle criticità che riguardano la carenza dimedici, per il 118 servizio di emergenza che non può funzionare a ritmo ridotto.Incontro che la manager dell' Asl Maria Morgante ha comunque prontamenteconvocato per questa mattina. Sul tappeto Tangredi e Marro metteranno anche un'altro problema di non poco conto, la mancanza di specialisti presso il presidio diCervinara. Infatti, gli utenti sono ormai stanchi di dover attenere mesi per effettuareuna visita. Purtroppo il presidio di Cervinara, sta diventando solo un ufficiodistaccato dell' Asl dove vengono consegnate carte, la maggior parte degli utentiinfatti per le visite si reca al Distretto di Montesarchio che funziona benissimo.pa.pa. © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/07/2019 Il Mattino (ed. Benevento)

Argomento: Sanità Campania

Pagina 29 EAV: € 3.326Lettori: 107.296

Fatebenefratelli: «In ospedale nessun caso di precariato»

LA VERTENZA Luella De Ciampis L'amministrazione del Fatebenefratelli, inriferimento all' incontro di mercoledì inprefettura sulla questione dell'esternalizzazione dei servizi, prospettatadai sindacati, puntualizza, attraverso unanota, che non sono presenti condizioni diprecariato nella struttura. «Le dotazioniorganiche - è scritto - sono conformi ecoerenti con le necessità assistenziali,nel rispetto delle normative contrattualivigenti, al fine di assicurare un'assistenza sempre più qualificata all'utenza. L' affidamento a ditta esterna dialcune attività avviene nel rispetto dellenorme vigenti nell' ambito dell'autonomia organizzativa e gestionaledell' ospedale, al pari di quanto accadenelle altre strutture. Il Fatebenefratellicontinua a essere un punto diriferimento per il territorio. L' impegnodell' amministrazione resta quello digarantire l' erogazione di prestazionisanitarie di qualità, nonostante ilcontesto di crisi economica e finanziaria che colpisce tutte le strutture sanitarie, conun' organizzazione funzionale ed efficiente, idonea ad assicurare la salvaguardia deilivelli occupazionali nell' ambito delle risorse disponibili». L' AZIENDA SANITARIA Ieriper un' avaria si è bloccato l' ascensore della sede dell' Asl di via Mascellaro.Necessario l' intervento dei vigili del fuoco per riportarlo al piano e consentire alle 9persone rimaste all' interno di uscire. La vicenda si è conclusa con tanta paura e unricovero al pronto soccorso del Fatebenefratelli per uno degli occupanti, colto damalore. Intanto è stato attivato il servizio Recall, mirato alla razionalizzazione delleliste di attesa. «Il servizio - spiega Giovanni Beatrice, dirigente del Ced aziendale checonsente di contattare telefonicamente la settimana precedente alla visita, gliutenti, per confermare o annullare l' appuntamento, ha l' obiettivo di renderedisponibili i posti che si dovessero liberare, procedendo allo scorrimento delle liste diattesa». «Il servizio dice il digì Franklin Picker mira a semplificare l' accesso agliambulatori e ridurre le liste d' attesa». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 5 EAV: € 28.703Lettori: 546.032

Il chirurgo Capone "Mi dimetto in anticipo, sfinito dal superlavoro"

L' intervista Ha lasciato il servizio da seigiorni. Dimissioni volontarie.«Finalmente. Adesso mi sento davveroun uomo libero. Se fossi rimasto, avreidovuto aspettare altri sei anni primadella pensione». Giuseppe Capone, 60anni , irpino di nascita, fisico asciutto eun sorriso ironico, è chirurgo plastico.Sposato, due figli di 27 e 24 anni, per 27ha lavorato al Cardarelli, di cui gli ultimi15 anche nel Centro grandi ustioni.Dottor Capone, lei ha quasi sbattuto laporta, perché ha dato le dimissioni dauna struttura comunque prestigiosa?«Prima di farlo ho riflettuto a lungo. E ladecisioone è stata sofferta, ma lecondizioni di lavoro, nel mio come neglialtri presìdi ospedalieri, erano diventateinsostenibili. Da trent' anni non si fannoconcorsi per assumere nuove forze».Anche Chirurgia plastica e il centro sonoa corto di personale? «Non cè stato maiun vero ricambio generazionale. Quelli come me che non hanno più trent' anni sonosfiniti, dopo tante notti di guardia e ore e ore passate in sala operatoria senza maiessere sostituiti». Ma per ogni turno quanti eravate? «Con due reparti, di cui ilcentro ustioni rappresenta un punto unico di riferimento per gran parte del sud,eravamo rimasti in sei. E perciò nell' ultimo anno, è stata sostituita la presenzaattiva dei medici per il turno di notte con la reperibilità. Ma non è la stessa cosa,soprattutto per l' utenza». Però proprio poche settimane fa sono state assuntealcune unità nel suo reparto. «Sì, ma è un' operazione recentissima che ha il saporedi un effetto tampone. E questo perché non sono stati fatti dei concorsi ma solobanditi avvisi pubblici. Significa che gli assunti sono figure precarie, giovani arruolatiper sei mesi, a tempo determinato. E dopo? Ecco, proprio l' incertezza del futuro e ladifficoltà ad andare avanti mi hanno convinto che la cosa migliore era andare via inanticipo». Ma questo non la penalizza anche economicamente? «Come no? Nonprenderò lo stipendio fino al compimento dei 67 anni quando avrò maturato il diritto

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alla pensione». Intanto la sua scelta è stata facilitata, perché potrà svolgere l'attività privata. «Per fortuna posso continuare a lavorare senza vincoli, ma semprenel rispetto delle norme di legge». Primario e amministrazione non hanno cercato ditrattenerla in servizio? «Il Cardarelli è un' azienda solo sulla carta, perché nessunavera azienda avrebbe fatto scappare, come nel mio caso, un professionista che hasempre lavorato adempiendo ai suoi compiti con dignità e nell' interesse esclusivodel paziente. Insomma, per trent' anni i vari dirigenti che si sono succeduti al verticedell' ospedale non hanno dimostrato di preoccuparsi abbastanza della questione delpersonale carente e dei concorsi». Ma è la Regione che deve concedere l'autorizzazione ai concorsi. «Questa non è mia comptenza e non metto bocca, ma ilproblema della Chirurgia plastica è lo stesso che penalizza tutti i reparti dell'ospedale. In verità, solo io mi sono dimesso, proprio perché avevo la possibilità disvolgere la mia attività altrove, ma una marea di colleghi ha sfruttato quota 100 o siè messa in pensione appena raggiunti i requisiti. La tragedia è che a pagare leconseguenze di questa situazione saranno gli utenti». In che senso e perché ipazienti saranno penalizzati? «Per vari motivi. Innanzitutto perché troveranno adaccoglierli medici giovani e inesperti, poi anche perché si imbatteranno in liste d'attesa sempre più lunghe». Pure l' ambulatorio di Chirurgia plastica ha tempidilatati? «Sì, siamo nell' ordine di mesi per ottenere una visita specialistica. Peresempio, per controllare un neo sospetto e fugare l' ipotesi di un melanoma darimuovere prima che sia troppo tardi». - g. d. b. f Al Cardarelli mai un ricambiogenerazionale Esausti, il carico di lavoro è diventato insostenibile g GiuseppeCapone Chirurgo plastico.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 45 EAV: € 1.666Lettori: 107.296

Le pizze? In corsia

Appuntamento all' Ospedale Pausiliponper la solidarieta. l' Accademia NazionalePizza DOC in collaborazione con L'Associazione Regionale LeucemieInfantili Onlus (A.R.L.I. Onlus),organizzeranno un evento dal titolo Pizzain Corsia, l' appuntamento si svolgera aNapoli, presso l' Ospedale PediatriaOncologica Pausilipon, il giorno 16 luglioalle ore 12, grazie alla collaborazionedegli Istruttori del Team Accademia.Sara predisposto un laboratorio dove ibambini prepareranno pizze originali,insieme ai pizzaioli. Una volta cotte emesse in tavola, le pizze potrannoessere degustate. Durante l' eventosaranno donate pizze a tutti i bambinidegenti e non dell' Ospedale Pausilipondi Napoli. Tutti i partecipanti potrannodegustare una pizza preparata daipizzaioli del team Accademia NazionalePizza DOC: Saranno presenti tra gli altri,Salvatore Lioniello, Vincenzo Capuano,Raffaele Bonetta, Marco Di Pasquale,Claudio Paduano, Vincenzo Fotia, Fabio Di Giovanni, Gennaro Tommasino, VincenzoIannucci, Diego Tafone e tutto il team Accademia con pizzaioli provenienti anche dafuori Regione per regalare un sorriso ai bambini meno fortunati.

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12/07/2019

Argomento: Sanità Campania

Pagina 5 EAV: € 38.381Lettori: 546.032

Sos ospedali, un' estate senza medici

la crisi della sanitÀ Difficoltà in tutte lestrutture: è crisi nera al San GiovanniBosco e al Pellegrini di Giuseppe DelBello È uno dei presìdi più bersagliati, ilSan Giovanni Bosco. Dai residenti dell'area orientale e da quelli dell' hinterland.I pochi, insufficienti camici bianchi sipreparano a una stagione di fuoco. E nonper il caldo: « Situazione drammaticasempre, adesso in piena estate, diventaingestibile » . La attività che fanno faticaad andare avanti sono correlate all'emergenza: Pronto soccorso eRadiologia. Il primo è talmente alle cordeche, come già raccontato da Repubblica,per coprire un turno di guardia, duesettimane fa scese in campo il direttoresanitario, assumendosi ruolo eresponsabilità che non gli competono. «E che dovevo fare? Si tratta di dare unamano in momenti di difficoltà», avevarisposto Roberto Rago. E la Radiologia?Qui le unità mediche in servizio sono appena 5, del tutto insufficienti a risponderealle esigenze delle ventiquattr' ore. Tant' è che la Napoli 1 ha disposto un "prestito"di 150 ore al mese da parte dei radiologi dell' Ospedale del Mare. Il San Paolo dàassistenza agli abitanti di Fuorigrotta, Soccavo, Pianura e area flegrea. Fortementedepauperato, presenta tantissimi vuoti di organico. Anche qui sono penalizzateRadiologia e Medicina. «Le ferie? Perché, riusciremo a prenderle? ironizza un dottore- Al momento mancano 5 unità. Inoltre per coprire i turni di 12 ore si ricorre allostraordinario, mentre le ferie non sono state distribuite in modo equo. Prevedogrossi problemi per agosto » . Meno forze in campo, spazi ridotti. E così Medicina,come anche Neurologia ha chiuso i battenti di una delle sue sale di degenza. Larianimazione passa dal I piano con 8 posti al III in recovery room del complessooperatorio con soli 3 posti. Il Cardarelli è l' unico front-office metropolitano. Ma èmesso a dura prova. Nonostante la perdita di centinaia di medici ( in pensione otrasferiti) sta facendo sforzi straordinari per soddisfare l' utenza. La neocommissariaAnna Iervolino ha predisposto un piano speciale per l' estate. Così, dal verbale,emergono i punti salienti. Si deve provvedere, è scritto in premessa " in via

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eccezionale per il periodo giugno- settembre alla copertura dei fabbisogni minimi dipersonale... Ove necessario, di impegnare i dirigenti di area chirurgica comesupporto per la gestione del trauma e quelli di anestesia/ rianimazione ( comesupporto per la gestione dei red- point)". Poi, sui turni: "dovranno essere garantiti, inmodo uniforme fra tutti i componenti le équipe per assicurare adeguati livelliqualitativi...". Ancora. "...Va data da parte delle divisioni di elezione ( non urgenti)una disponibilità quotidiana di 15 posti da destinare ai pazienti provenienti dallearee di emergenza". Infine, per velocizzare i percorsi assistenziali, Iervolinoraccomanda: " Tutte le unità operative devono effettuare ogni mattina le consulenzespecialistiche in pronto soccorso e in Obi per favorire la deospedalizzazione" e nellastessa ottica "si faccia funzionare la dimissione precoce/ protetta per i pazienti chedevono ancora completare indagini diagnostiche". Giuseppe Visone, medico dipronto soccorso del Cardarelli e responsabile Cgil- Fp denuncia: « Le universitàformano pochissimi medici, mentre molti colleghi vogliono andare via dal prontosoccorso e fanno concorsi in altre branche. I colleghi vanno trattenuti in servizio conincentivi e con l' impegno delle altre forze dell' ospedale a implementare i turnimancanti. Al Cardarelli si sta studiando la possibilità di creare un turn over per cui imedici di pronto soccorso svolgano una quota dell' orario nei reparti di elezione e,viceversa, quelli impegnati nelle corsie garantiscano un numero di ore in prontosoccorso». Ed eccoci alla Pignasecca, dove c' è il Pellegrini con 110 letti, mapersonale al lumicino. Unica soluzione per affrontare l' estate e non dare forfait: l'autoconvenzionamento. Un sistema autorizzato proprio ieri dalla Regione: permetteagli stessi dipendenti di essere arruolati nel loro ospedale, fuori orario di servizio eper un ulteriore monte ore. In sostanza, al Pellegrini sono necessarie 300 ore percoprire i turni del settore emergenza. Praticamente il lavoro che spetterebbe a duecamici bianchi. Ma, se si tiene presente che ogni ora in convenzionamento costa 60euro ( lordi), il calcolo è fatto: 18mila euro. In media 40 ore mensili pari a 2400 eurolordi (1368 euro nette in busta paga). Una spesa folle, visto che due nuovi assunticosterebbero molto meno di 18mila euro. Il Loreto Mare. Anche qui, con 150 postiletto, 130 prestazioni al giorno, e la chiusura dei presìdi del centro, si ricorre alconvenzionamento. Anzi, precisa il responsabile del pronto soccorso AlfredoPietroluongo, « è attivo dal 2012, oggi anche con colleghi dell' Ospedale del Mare. Almomento nell' organico, che dovrebbe essere di 14 unità, ce ne sono solo 4 chelavorano in collaborazione con 10 medici del 118. Tra l' altro, nessuno dei medici cheprestava servizio negli ospedali chiusi è stato smistato qui». Il cerchio si chiude conl' Ospedale del Mare. Nuovo, bello e moderno. Peccato che sia già sold out. Peccatoche ci siano discipline già in affanno. Come l' Otorino per la carenza in città di puntidi riferimento alternativi. E peccato anche per l' albergo che è parte integrante dell'ospedale: era destinato ai familiari dei pazienti e agli stessi malati in dimissioneprotetta, un modo per velocizzare il turn over dei ricoveri. Oggi è un enormebuilding. Vetro, cemento e luci spente. Si cercano soluzioni tampone e in certi casi siricorre ad arruolare gli stessi dipendenti fuori orario con forte dispendio economico.

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 12 EAV: € 52.496Lettori: 725.830

«Sua moglie adesso sarà in pace Lo so per esperienzapersonale»

STEFANO MONTEFIORI

L' intervista Il filosofo Onfray: ho vissutofino all' ultimo l' agonia della miacompagna DAL NOSTROCORRISPONDENTE PARIGI Michel Onfray,qual è stata la sua reazione alla notiziadella morte di Vincent Lambert? «Uninsieme di tristezza e di serenità. Eradiventato un uomo pubblico, suomalgrado. Le immagini di Lambert sulletto lo hanno mostrato con lo sguardomorto e perduto al mondo. Era il volto diun morto vivente. È questo viso, ma inpace, con gli occhi finalmente chiusi, cheho visto per prima cosa. Poi mi sonoricordato della sua volontà sbeffeggiatadai genitori, che hanno usato il suo casocome un' occasione di lotta cattolicaintegralista. Ho pensato a sua moglie,che deve provare adesso la paceinteriore di chi vede finalmente esauditoil desiderio del marito, e alla sua dignitàin tutta questa vicenda. Ho pensatoanche alla loro figlia, che ha 10 anni eche ora potrà cominciare a vivere nella pace che segue la lunga isteria mediatica».La madre e gli altri che si opponevano all' interruzione delle cure hanno denunciatoun atteggiamento da nazisti, parlando dell' assassinio di un handicappato. La loroprospettiva è cattolica, ma questi argomenti hanno un senso anche per un ateo,come è lei? «Questa famiglia cattolica integralista mi sorprende: ho letto cheLambert era il frutto di un amore adulterino. Ha vissuto i suoi primi sei anni con duepadri. La coppia di amanti ha finito per risposarsi e il padre biologico lo hariconosciuto dopo sei anni. Niente da ridire su questo, ma ho difficoltà con itradizionalisti che hanno relazioni sessuali al di fuori del matrimonio, tradiscono iconiugi, fanno figli nell' adulterio, li iscrivono in scuole tradizionaliste e poi, senzavergogna, danno lezioni di virtù al mondo. Ciascuno ha il diritto di vivere incontraddizione con i valori che pretende onorare: ma che in nome di quei valorialmeno non gestisca la vita altrui. Non sono credibili queste persone che parlano di

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"nazismo", di "crimine di Stato", di "assassinio" quando la loro vita contraddice leidee professate». Gli aspetti specifici del caso Lambert, il conflitto tra la moglie e lamadre, lo rendono unico? O rimane rappresentativo dei dilemmi sul fine vita?«Lambert e sua moglie, consci di cos' è la morte cerebrale perché lavoravano in unospedale, avevano scelto una linea chiara nel caso fosse capitato all' uno o all' altroquello che, purtroppo, è successo a Vincent Lambert. Sua moglie era la sua tutricelegale. Ma è stato preso in ostaggio dalla madre per difendere le idee integraliste:non posso spiegarmi altrimenti il fatto che per un decennio si sia trascurata lavolontà di un uomo, e ignorata la moglie che difendeva quella scelta. Finché nonsaranno approvate leggi chiare ci sarà spazio per questi deliri famigliari». Le èsuccesso di cambiare idea sull' argomento? «Purtroppo mi sono confrontato conquesto problema al tempo in cui la mia compagna era in ottima salute, poi quando siè ammalata e infine in occasione dell' agonia e delle ultime ore. Non ho mai dubitatoun secondo di quel che avevamo deciso l' uno per l' altra oltre trent' anni prima. Mariconosco il diritto di cambiare idea: sostenitori dell' eutanasia che, in extremis,difendono le cure palliative oppure il contrario. La vicinanza con la realtà della mortedà il diritto di contraddirsi». Nel libro «Il lutto della malinconia» lei racconta appuntodel cancro della sua compagna Marie-Claude. «Sì, quel che sto dicendo è nutrito daquell' esperienza. Faccio parte di quelli che hanno pensato alla questione fuori dellamalattia, dentro la malattia, e quando la morte è lì, nella stanza d' ospedale, cheaspetta il momento di prendersi la persona amata». Come si è svolto il momentocruciale? Qual è stato il comportamento dei medici? Avete deciso di ricorrere all'eutanasia? «La presenza della morte cambia le cose Si fa un passo indietro rispettoalla spiegazione franca, chiara, alle cose dette esplicitamente. Bisogna tenere contodei silenzi, dei non detti, gli sguardi, i sospiri, la comunicazione non verbale. Cosache certamente, e purtroppo, lascia spazio all' interpretazione, dunque al prendere ipropri desideri per realtà e al mettere in atto meccanismi di rifiuto. C' è voluto che imedici mi dicessero esplicitamente che Marie-Claude stava per morire perché ioattivassi il dispositivo sul quale eravamo d' accordo da sempre. Una dottoressa miha annunciato che Marie-Claude non avrebbe superato tre settimane; le ho chiestodi aiutarmi a fare in modo che non lo sapesse, che non ne soffrisse, che venisseaiutata a passare dalla vita alla morte senza accorgersene. Ma la dottoressa nonpoteva accogliere la mia richiesta perché illegale. Annunciare la morte di unapersona al compagno lasciandolo solo a gestire una cosa simile invece è una cosaumana? Ma non ha cambiato idea. Allora mi sono rivolto a un amico medico che, luisì, ci ha aiutato». Crede che in Francia, e in Italia non è molto diverso, ci si affidi all'ipocrisia? E che cosa pensa della via scelta in Belgio o in Svizzera, dove l' eutanasiaè permessa? «Credo sia una questione di calcoli politici. La sinistra si appropria deltema a ogni campagna elettorale, per poi non fare nulla una volta arrivata al potere.Classico Il punto non è essere pro o contro l' eutanasia, ma pro o contro lalegalizzazione, perché l' eutanasia si pratica già, al di fuori della legge e adiscrezione dei medici, in tutti gli ospedali. La legalizzazione non significherebbeaprire le porte a tutti gli eccessi: è l' assenza di legalizzazione che, di fatto, ognigiorno permette gli eccessi. Belgio e Svizzera indicano la buona strada».

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 62 EAV: € 2.249Lettori: 29.750

Caro malato, per guarire raccontami la tua storiaGIULIA VILLORESI

Ogni anno centinaia di pazienti inviano ilracconto della loro malattia alla facoltàdi Medicina della Columbia University,New York. Qui, ormai vent' anni fa, un'internista di nome Rita Charon haraccolto medici, operatori sanitari,studenti di medicina e li ha invitati aleggere Dostoevskij e William Faulkner,Shakespeare e Roland Barthes; hainsegnato loro le basi dell' analisi deltesto e come applicarla alle "patografie",gli scritti autobiografici dei malati, e li hainvitati a esprimere le proprie emozioniper iscritto, lasciandole affiorare neiresoconti della pratica ospedaliera. Insostanza, ha mostrato ai professionistidella salute che le "competenzenarrative" contribuiscono all' efficaciaclinica, perché sviluppano l' intuizione, laconsapevolezza, l' empatia. Questoapproccio si chiama "medicina narrativa": è un modello terapeutico che cerca diintegrare al dato clinico il piano esistenziale del paziente. Come spiega Charon nelsuo saggio ormai diventato un classico, ora in Italia grazie a Raffaello Cortina,Medicina narrativa. Onorare le storie dei pazienti (pp. 320, euro 25), si tratta di unsapere concreto, che alla lunga influisce non solo sulle relazioni terapeutiche «masulla formazione professionale e sull' applicazione dell' etica, e anche su aspettistrutturali come le procedure mediche, le dinamiche economiche, l' accesso allecure, la sicurezza». Questo, spiega sempre Charon, perché la medicina narrativasviluppa la capacità di progettare, favorisce le relazioni tra colleghi, aiuta a capirequali siano i propri doveri etici e le implicazioni sociopolitiche della medicina. Allostesso tempo, è immediatamente utile alla cura perché permette di connettere fattiapparentemente slegati, trovare relazioni tra i sintomi e le condizioni generali delmalato. Qualcuno si chiederà: cosa c' entra tutto questo con Dostoevskij? L' idea èche i medici debbano padroneggiare i meccanismi formali e psicologici dellanarrazione. «Un buon clinico» dice Charon «deve coltivare il rapporto con l' arte, chesia letteratura, poesia, teatro, o pittura. Il clinico ha bisogno di una sensibilitàumanistica per entrare nelle narrazioni dei pazienti, per abbracciare quelle realtàimmaginative che costituiscono il loro vissuto. È una nuova concezione della

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medicina, che recupera una tradizione antica e la integra con lo studio dellinguaggio e delle arti visuali». Dal 2009 il programma fondato da Charon allaColumbia è diventato un corso che oggi conta oltre duecento laureati. «A brevediventerà anche un corso online» spiega. «E a mesi lanceremo il networkinternazionale di medicina narrativa». In Italia c' è la Simen, Società italiana dimedicina narrativa. Come racconta Stefania Polvani, presidente Simen e sociologadella Asl Toscana Sud Est, «qui la medicina narrativa è ancora legata a iniziativeepisodiche. L' unica università che ha istituito un master è quella di Ancona: sarebbeil momento di inserire questa disciplina nel curriculum universitario. L' obiezionefrequente dei medici riguarda la mancanza di tempo, ma sul lungo periodo il temposi risparmia, grazie all' efficacia della relazione terapeutica. Del resto, se i medicinon imparano ad ascoltare, le conseguenze possono essere gravi. Perché la gente sirivolge a cure alternative? Perché ha bisogno di ascolto». Questo problema è statoanalizzato anche da Paolo Legrenzi, psicologo e accademico: «Il medico fa le suediagnosi in termini probabilistici; non dice al paziente "si operi", ma "ecco leprobabilità di riuscita, decida lei". Questo è un problema, perché il paziente nonvuole che la sua storia sia ridotta alla statistica, e allora si rivolge ai guaritori. Imedici devono andare oltre le diagnosi probabilistiche; devono trattare il pazientecome una persona, non come un numero». La fondazione Giancarlo Quarta, chelavora su questi temi dal 2004, ha un obiettivo preciso: portare nella clinica i modellicomportamentali usati nella formazione del personale aziendale. «L' idea è capirequello che funziona nel comportamento dei medici, e non quello che non funziona»spiega Alan Pampallona, amministratore delegato della fondazione. «Il principio èche, rinforzando gli atteggiamenti virtuosi, il soggetto tenderà a estinguere quellinegativi. Su questa base abbiamo sviluppato un progetto in collaborazione con l'Istituto nazionale dei tumori, nel quale abbiamo intervistato quattromila pazientisugli aspetti più soddisfacenti delle loro relazioni terapeutiche: per esempio un'équipe che si mostrava informata sugli sviluppi della cura, un medico che avevadato il proprio numero in caso di urgenza. Poi abbiamo riferito quei vissuti ai medicicoinvolti. A sei mesi dalla fine del progetto, le loro abilità relazionali eranoaumentate del 54 per cento». L' idea di Pampallona è che finché le strutturesanitarie non verranno valutate anche in base al livello di soddisfazione relazionaledei pazienti (come già accade in America) non vedremo cambiamenti profondi.Qualcuno fa notare però le difficoltà insite in una relazione sempre più virtuale:secondo il rapporto 2019 dell' Osservatorio di innovazione digitale nella sanità delPolitecnico di Milano, stanno cambiando tutte le fasi della presa in carico delpaziente, dalla prevenzione alla cura. Ma non è detto che questo processo debbaimpoverire la comunicazione: Cristina Cenci, antropologa ed esperta di salutedigitale, ha creato Digital narrative medicine, la prima piattaforma al mondo ad averportato nelle strutture sanitarie la medicina narrativa in versione digitale. «Abbiamoprogetti al San Raffaele di Milano, al Sant' Andrea di Roma, all' Agenzia di sanitàdella Toscana e in altri ospedali. Il paziente scrive di sé e il team curante integra lanarrazione al piano terapeutico, per personalizzarlo. L' età non è un ostacolo. Aportare all' insuccesso è invece l' assenza di feedback: quando il paziente incontra imedici vuole un riscontro su quello che ha scritto, vuole sapere che la sua storia è

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stata letta. E se questo non è successo, il rapporto si incrina».

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 5 EAV: € 37.449Lettori: 725.830

Colpiti da morbillo due cardiochirurghi Pazienti in allarmeSimona Ravizza

Al San Raffaele timori di contagio tracolleghi L' ospedale: norme rispettate,nessun pericolo Due cardiochirurghi conil morbillo all' ospedale San Raffaele. Ilprimo caso ha come probabile fonte dicontagio il figlio, il secondo è legato allatrasmissione della malattia dal collega. Èun' infezione altamente contagiosa,motivo per cui sono stati allertati tutti ipazienti venuti in contatto con i dueprofessionisti e gli altri colleghi, anchese non ci sono profilassi preventive: c' èsolo da sperare che la trasmissione dellamalattia, che avviene già 3 giorni primadella comparsa dei sintomi e ha unperiodo di incubazione di 12-13 giorni, sifermi ai due episodi. Può essere così solose la copertura vaccinale delle personecoinvolte è tale da impedire ulterioricontagi. La notizia è trapelata solo ieri,ma con ogni probabilità il primo casorisale a qualche settimana fa. Quel che èsuccesso è destinato a fare riflettere peralmeno tre motivi. Primo: in un' Italia che dal 2017 si confronta in modo pesante conil ritorno del morbillo, non ci dovrebbero essere medici non vaccinati, cosa cheinvece succede ancora, e non solo al San Raffaele. Da gennaio a oggi, su 1.096 casidi morbillo, 65 - ossia il 6% -- riguardano operatori sanitari che, ammalandosi,possono mettere a rischio anche la vita dei loro pazienti. Per l' Istituto superiore diSanità «l' immunizzazione degli operatori sanitari è estremamente importante per latutela dei malati, soprattutto quelli ad alto rischio». Secondo: la Lombardia è terza inItalia per incidenza di casi di morbillo, con 302 casi nel 2019, ossia 72 contagi ognimilione di abitanti. A maggior ragione, dunque, è necessario sapere qual è lapercentuale di medici vaccinati ed, eventualmente, adottare le contromisure delcaso: in Emilia Romagna, per dire, con la delibera 351 del marzo 2018 è stato decisodi impedire ai medici non immuni da morbillo, rosolia, parotite, tubercolosi edepatite di lavorare nei reparti d' ospedale dove ci sono i malati più gravi. Terzo: ilcontagio all' interno del San Raffaele, così come in altri ospedali, fa capire che forse ivertici delle stesse strutture sanitarie sottovalutano il problema. La Direzione

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sanitaria del San Raffaele, però, non ci sta a essere messa sotto accusa: «Il secondomedico che si è ammalato era vaccinato con 2 dosi come da raccomandazioniministeriali, in teoria quindi protetto (in una minima percentuale di casi, intorno al2%, il contagio ci può essere anche in presenza di vaccinazione, ndr ). Sui pazientioperati e ambulatoriali, che sono venuti a contatto con i due cardiochirurghi,abbiamo effettuato l' indagine sierologica come previsto dalle misure disorveglianza. Tutti sono risultati coperti perché vaccinati o perché avevanosviluppato la malattia in passato. Nessun pericolo, quindi, in corso». Ma cosa vienefatto per spingere i medici a vaccinarsi? «Nel nostro ospedale - continua la Direzionesanitaria - è in atto una politica di controllo sierologico del personale, compresi gliuniversitari, non solo per morbillo, ma anche per parotite, rosolia e varicella. Aglioperatori sanitari non immuni è raccomandata la vaccinazione, che può essereeffettuata anche attraverso il programma vaccinale interno operativo da un anno».Eppure proprio in uno dei reparti, la cardiochirurgia, con i malati più fragili, ci sonostati due casi. «Troppi medici purtroppo non accertano se sono immuni e non siricordano se sono stati vaccinati - riflette Susanna Esposito, presidente dell'Associazione mondiale per le malattie infettive e professore ordinario di Pediatria all'Università degli studi di Perugia, dopo una carriera iniziata alla De Marchi di Milano -.Probabilmente non lo fanno in cattiva fede, ma tutto ciò può diventare pericoloso peri malati. Gli ospedali devono controllare, ma spesso non lo fanno abbastanza.Episodi del genere non dovrebbero verificarsi».

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 17.975Lettori: 546.032

Dieci ore in barella con le costole rotte "Non ne posso più"

La storia/1 di Marina de Ghantuz CubbeLe costole rotte, il dolore che aumentaogni minuto che passa. Tiziana F., 49anni con problemi di obesità non ce la fapiù. Sta aspettando che le facciano unalastra da ore, ma gli infermiericontinuano a dirle che deve aspettare. «Almeno datemi un antidolorifico, vi prego» . Gli operatori le ripetono che nonpossono fare nulla per lei, sono i mediciche devono visitarla a dover decidere. Lavisita però non arriva mai, i minutidiventano ore e adesso, oltre al ventre ealla schiena, sono anche le gambe a farmale: «Non me le sento più, sonobloccata dalle 10 di mattina su questabarella e non posso muovermi, a trattimi manca il respiro ». Con il passare deltempo la situazione invece di migliorarepeggiora, ma nessuno ha né modo nétempo di occuparsi lei. «Voglio andarevia, non avrei mai pensato ci volessecosì tanto tempo ». Sono trascorse nove ore e Tiziana si trova sempre allo stessoposto, nel corridoio del pronto soccorso del San Camillo dove stazionano i codiciverdi. Davanti, dietro, affianco a lei ci sono altre barelle: sono almeno una decina e ipazienti attendono di essere visitati. Lo spazio è occupato al punto tale che iportantini non riescono a far passare le barelle per portarle nella stanza del medicoe gli infermieri sono costretti a chiedere a un' anziana signora che si trova proprio difronte a Tiziana di rimanere con il seno scoperto davanti a tutti, per farle l'elettrocar-diogramma. Gli uomini che si trovano stesi sulle barelle nelle vicinanze sivoltano dall' altra parte per cercare di far sentire meno a disagio la signora,visibilmente imbarazzata. A rendere triste e amareggiata Tiziana, invece, è il fattoche « nonostante tutti gli sforzi che ho fatto non sono mai riuscita a prendermi curadella mia salute » così come avrebbe voluto. Tiziana che è cresciuta al Trullo,periferia sud ovest di Roma e ora vive con il figlio a Focene, frazione del comune diFiumicino. « Lo so che questo è un ospedale, ma così ci tolgono la dignità. Questagiornata non la dimenticherò mai perché è stata una delle peggiori della mia vita -commenta - Se avessi potuto sarei andata in uno studio privato a fare la lastra ma la

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verità è che non ho i soldi e non me lo posso permettere».

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 1 EAV: € 20.023Lettori: 352.765

GIUDICATE VOI DOVÈ UMANITÀFRANCESCO OGNIBENE

? È crudele uno Stato che autorizza imedici a far morire un paziente privo dicoscienza che è loro affidato, perchésarebbe stata questa la sua volontà, o loStato che viceversa mette un vetoassoluto a una eventualità simile e glicustodisce la vita anche senza il suocerto consenso? È la domanda speculareche ci coglie di fronte alle opposteinterpretazioni di un fatto difficile dadigerire per chiunque come la morte diVincent Lambert per disidratazione edenutrizione procurate in un repartoospedaliero di cure palliative. Una fineparadossale e raccapricciante per illuogo e il modo in cui è stata ottenuta,un epilogo orribile per via dell'accudimento più elementare - bere,mangiare - negato a una personaincapace di far da sé, una soluzionefinale inconcepibile per qualunquecoscienza ancora capace di riconoscere in una persona inerme l' umanità che chiedeil soccorso di chi non può non vedere e non agire. Eppure, sotto il cielo del nostromondo 'evoluto' fattosi pesante ieri mattina quando da Reims si è diffusa la notiziadella resa per sfinimento di Vincent dopo 10 giorni di privazioni forzate, c' è chisostiene che lo Stato francese abbia semplicemente erogato un 'doveroso' serviziosanitario, tant' è vero che a dare la morte sono stati gli stessi medici che hannogiurato di non farlo mai essendo per missione professionale al servizio della vita. Maquello Stato ora dice che ci sono eccezioni, che c' è caso e caso, e qualche volta allamorte non solo ci si deve arrendere non ostinandosi ma la si deve ottenere usandoalla rovescia le proprie arti. E dunque crudele, secondo questa visione, sarebbe oggiuno Stato che si lascia alle spalle la scelta sinora ovvia - la vita prima di tutto -,architrave del diritto, e si dichiara neutrale dicendo al cittadino più vulnerabile nonpiù 'ti tutelo io', ma 'fai come credi'. Il samaritano è definitivamente congedato,assumendo al suo posto il burocrate che fa compilare il modulo di insindacabilivolontà preventive. Secondo questa visione delle relazioni sociali, Lambert nonsarebbe la vittima di un' interpretazione ormai fuori controllo dell'autodeterminazione, ma l' avanguardia di una nuova e più evoluta cittadinanza,

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nella quale lo Stato concede assoluta libertà di scelta a chiunque sulla propria vita,astenendosi da giudizi di valore su cosa sia meglio tra vivere e morire: ognunofaccia da sé. Se questo fosse vero, allora la legge sarebbe solo chiamata adattrezzare la via più pratica ed efficace per dare corso a qualsiasi decisione, e imedici diventerebbero esecutori materiali delle più diverse volontà. Ma è chiaro atutti - o dovrebbe esserlo, perché se ancora lo fosse davvero non saremmo qui aragionarci - che suona ripugnante la morte di un disabile grave e indifeso per manodi professionisti della medicina su mandato di un familiare (nel caso di Vincent lamoglie), contro la tenace volontà di altri familiari (la madre e il padre). E alloraindigniamoci e invitiamo altri a farlo perché non ci sorprenda, in un altro amaromattino come quello di ieri, il senso di una sopraggiunta indifferenza sorda ecomplice davanti alla morte procurata. È già capitato poche settimane fa all' Olanda,assuefatta da 17 anni di legge sull' eutanasia e quasi incapace di reagire davantialla morte per suicidio annunciato e non impedito di una ragazza sofferente. Nonaccetteremo mai - noi che la coscienza la lasciamo sanguinare in una giornata così -che lo Stato possa vestire i panni del dispensatore di morte a richiesta, soluzionefinale on demand. E non cesseremo di ricordare a chi ha la responsabilità di scriveree giudicare le leggi che la vita fragile non si sopprime, mai, che l' uomo va tanto piùpreso sulle spalle di tutti quanto più grida la sua sofferenza fino a chiedere persinola morte, scambiata per un sollievo. Chi, oggi, vuole unirsi a questa voce e farlasentire ovunque è deciso il nostro destino di comunità, misurata o meno sulla vitadei più deboli tra noi? L' iniziativa di sei associazioni cattoliche si è levata perfermare l' avanzata del 'diritto di morire' gabellato come forma suprema di libertà,fake news barbara e iniqua. E ieri ancora una rete di sigle cristiane impegnate nellasocietà e di singoli politici ha ricordato che c' è una soglia invalicabile che dobbiamoancora saper riconoscere. Mettersi al loro fianco, ciascuno secondo le proprieresponsabilità, è l' impegno che sentiamo di dovere a Vincent, disabile eutanasizzatoin un ospedale ridotto a braccio della morte, e che invece sappiamo fratello nellafamiglia umana di cui tutti siamo parte. Francesco Ognibene RIPRODUZIONERISERVATA.

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 2 EAV: € 24.428Lettori: 546.032

Il medico: "Reparti sovraffollati attese infinite e zero privacyMancano i presìdi di quartiere"

L' intervista Dea allo stremo per il tagliodei posti letto Le Case della Salutesembrano cattedrali nel deserto « IPronto soccorso romani sono allo stremo,presi d' assalto per la carenza di presìdisanitari in città e di posti letto inospedale; così non si produce buonasanità, si acuiscono le sofferenze e l' iradei pazienti e del personale in unrapporto che sembra animato da unaconflittualità crescente». Parola diMaddalena Schiano, medica d' urgenzada un trentennio e, dal 2004, nella frontline del San Camillo. Delle 140 personeche ogni giorno arrivano in Prontosoccorso, quante potrebbero essereassistite dal medico di base o dai sanitarinei cosiddetti presìdi territoriali? «nell'assenza di alternative credibili, il Prontosoccorso, è diventato il porto menoinfido: quasi nessuno arriva qui con laprescrizione del suo medico o delle Casedella Salute che sembrano cattedrali nel deserto». Quanto si aspetta nel vostroPronto soccorso per un letto in reparto? «Tre, quattro giorni, con punte di dieci; leattese più lunghe interessano i reparti di Medicina e Urologia, quelli più penalizzatidal taglio dei posti letto nel nostro ospedale che non fa eccezione; se guardiamo aPaesi come la Germania, che ha un numero relativo di letti più che doppio delnostro, con 8 posti ogni mille abitanti, viene da chiedere perché ci siamo ridotticosì». In Pronto soccorso, come si aspetta la visita o il letto nel reparto giusto?«Male: in locali sovraffollati, in assenza completa di privacy, con rischi di infezioni e,perciò, perdendo la propria dignità che è la medicina di base, il primo rimedio per laguarigione». Che fare per uscire da questa situazione? «Potenziare i presìdi sanitarinei quartieri; restituire al medico di base la funzione di primo anello cruciale delsistema; rimodulare la dotazione dei posti letto, in questo o in quell' ospedale, inragione del fabbisogno di cure e, soprattutto, rimettere il malato al centro dellescelte: si è fatto un gran parlare di questa necessità vitale sia per i pazienti e le loro

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famiglie sia per lo stesso Servizio sanitario che si avvantaggerebbe, per questastrada, di risparmi e recupero di fiducia, ma finora le parole sono rimaste tali». Già,la fiducia, si è incrinato il rapporto tra i pazienti e il personale sanitario vissuto comedistante, a volte sbrigativo se non ostile... «Noi produciamo salute, benessere, nonbulloni: di questo si rendano conto gli uomini delle istituzioni di fronte a scelte vitaliper i malati e per il nostro lavoro; certo, alcuni colleghi sbagliano a comportarsi confreddezza presi come sono da ritmi incalzanti stabiliti da tabelle, quasi che allenostre spalle ci fosse il controllore di tempi e ritmi come nella più vieta tradizionedel macchinismo industriale; così non si va da nessuna parte, ha ragione GinoStrada, il fondatore di Emergency: la sanità non è un settore come un altro». - ca.pic. f g In trincea Maddalena Schiano, medico d' urgenza.

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 12 EAV: € 1.966Lettori: 137.683

Messaggio ai pazienti «L' uso terapeutico non cambia»

MINISTRO GRILLO «NESSUNA bocciaturadal Consiglio superiore di sanità, ipazienti continueranno le terapie.Nessuna interruzione delle forniture edella produzione». Lo afferma il ministrodella Salute Giulia Grillo, che fachiarezza dopo le notizie sul parere delConsiglio superiore di sanità che avevastabilito: «Non c' è prova scientifica dell'efficacia terapeutica dei preparati dellacannabis, che non possono essereconsiderati medicinali». «Vogliotranquillizzare i pazienti in trattamento ele associazioni che tutelano i soggetti interapia del dolore - ha precisato ilministro -. Il parere non contieneprescrizioni negative, pertanto non saràbloccato l' utilizzo terapeutico dellacannabis».

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

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Odissea in reparto "Aspetto il ricovero da quattro giorni"

La storia/2 Quattro giorni di attesa e larisposta è sempre la stessa: manca ilposto in reparto. Michele F. non sa dovelo porteranno: « Spero mi trasferiscano emi spostino al Forlanini, qui è come starein India » . La volontaria della CroceRossa che passa nel corridoio del prontosoccorso dell' ospedale San Camilloguarda le barelle con i pazienti distesiche si lamentano e chiedono se almenooggi i medici riusciranno a portali inreparto. Poi incrocia lo sguardo diMichele, sdraiato sull' ultima dellebarelle che si susseguono una dietro l'altra. Ha sentito il suo commento e nonpuò non dargli ragione: «È vero è comein India, mi dispiace». Il trentenne ormaiconosce tutte le infermiere e i medicidell' ospedale in cui si trova da quattrolunghi giorni, con la febbre cheraggiunge i 40 gradi: «Ho un' infezione emi stanno dando gli antibiotici per farabbassare la temperatura - racconta - Mi è venuta dopo un' operazione alla gambache ho subìto due settimane fa » . Una volta tornato a casa la febbre lo ha travoltoed è tornato in ospedale dove trascorrerà ancora molto tempo. Accanto a lui c' è lasedia a rotelle che usa per spostarsi e andare in bagno: sullo schienale ha chiesto aiportantini di attaccare un cartello con scritto « proprietà privata. «Dovesse venire inmente a qualcuno di prendermela mentre dormo, col casino che c' è e il numero dipersone che ogni giorno aumenta invece di diminuire » . Il ragazzo, a cui hannospaccato la gamba durante un' aggressione in Prati, con ogni probabilità dovràoperarsi di nuovo e non dovrebbe stare nel corridoio, ma nella stanza di fronte per l'osservazione breve intensiva. La sala dell' Obi, dove i pazienti vengono inseriti pervalutazioni e analisi dai parte dei medici del pronto soccorso, in realtà è diventatoun luogo in cui le persone malate attendono di essere spostate nei reparti. Lamaggior parte delle decine di persone che occupano la stanza sanno già qual è ladiagnosi e dove devono essere spostati e così come non c' è spazio nei reparti, nonc' è più spazio neanche nell' Obi: «Qui di breve non c' è nulla e di spostarmi inortopedia al momento non se ne parla, ma sono fortunato a stare nel corridoio, la

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stanza dell' osservazione scoppia, le barelle sono una attaccata all' altra, le personegridano, è un incubo». - m.d.g.c.

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 15 EAV: € 6.528Lettori: 163.650

Più rischio cancro per chi beve bibite zuccherate

L' ALLARME È il risultato di uno studiocondotto dalla Sorbona di Parigi Lebevande zuccherate non sono certoalleate della nostra salute. Nel corsodegli ultimi decenni sono state associatea numerosi disturbi della salute, dalsemplice effetto negativo sul nostrogirovita al diabete, passanto per le carie,l' ictus e le malattie cardiovascolari. Maun nuovo studio ora chiama in causa ilpiù terribile dei mali, il tumore. Lo studioè quello condotto dal team di MathildeTouvier, del Sorbonne Paris CitéEpidemiology and Statistics ResearchCenter (Cress). pubblicato sul BritishMedical Journal, che ha seguito oltre101.257 adulti francesi (21 per centouomini, 79 per cento donne) sani e di etàmedia all' inizio dello studio di 42 anni. Ipartecipanti hanno completato almenodue questionari dietetici online, costruitiper misurare l' assunzione abituale di3300 diversi alimenti e bevande, e sonostati seguiti per un massimo di nove anni (2009-2018). In particolare sono staticalcolati i consumi giornalieri di bevande zuccherate e bibite con dolcificantiartificiali (le cosiddette bibite «zero» o «light»), che sono poi stati confrontati con lecartelle cliniche dei pazienti e con i dati relativi alle assicurazioni sanitarie. Sonostati anche presi in considerazione diversi fattori di rischio conclamati per il cancro,come età, sesso, livello di istruzione, storia familiare, fumo e livelli di attività fisica. Irisultati mostrano che un aumento di 100 ml al giorno nel consumo di bevandezuccherate - pari a due lattine in più a settimana - è associato a un aumento del 18per cento del rischio di cancro (con un picco del +22 per cento per il tumore al seno)mentre nessuna associazione è stata trovata per quanto riguarda i tumori dellaprostata e del colon-retto, anche se il numero di casi osservato era limitato. Ilmaggiore rischio di cancro si ha anche quando le bevande zuccherate sono statesuddivise fra succhi di frutta e altre bibite. Non è stato osservata invece nessunaassociazione tra il consumo di bevande con dolcificanti e l' aumento del rischio,anche se gli autori dello studio sono prudenti su questo argomento perché il livello

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di consumo di bibite «light» è risultato relativamente basso nel campione. Glistudiosi parigini sono molto cauti anche nelle conclusioni. Si tratta infatti di unostudio osservazionale, che può evidenziare una ricorrenza statistica ma non puòstabilire un legame causa-effetto. Sull' aumento dell' incidenza tumorale potrebberoavere influito anche altri comportamenti e stili di vita poco salutari, a cui magari chibeve bibite zuccherine potrebbero indulgere con maggiore frequenza. Macertamente sono risultati difficili da ignorare. «Questi dati - concludono i ricercatori -supportano l' importanza delle raccomandazioni nutrizionali per limitare il consumodi bevande zuccherate, nonché di azioni politiche mirate, che potrebberopotenzialmente contribuire alla riduzione dell' incidenza del cancro».

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

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Pronto soccorso ko in coda per le visite Lite sulle lettighe

L' allarme Personale in ferie, organici allumicino e l' effetto dei tagli sui postiletto Così l' emergenza paga il doppiocosto del deficit e dei rimedi per ridurlodi Carlo Picozza Il Soccorso non è Pronto.Presa d' assalto, la prima lineaospedaliera rischia il collasso, tra dolorie rabbia, con pazienti trattati comepacchi, medici e infermieri esasperati,rischi di infezioni ed errori. Cosa accade?Molti reparti sono chiusi per ferie (ilpersonale al lumicino), qualcuno èaccorpato ad altri. L' accoglienza si èfatta più piccola. E i posti letto risultanoessere centinaia in meno rispetto a quelliprogrammati nel 2016 dal Piano diriorganizzazione della rete ospedaliera.Risultato: i pazienti aspettano anche unasettimana in barella, l' assegnazione diun letto in reparto e le ambulanzerestano bloccate per ore davanti aiPronto soccorso, in attesa dellarestituzione della lettiga di bordo " sequestrata" dal malato trasportato lì ( nelle duesettimane scorse, di lunedì e martedì sono stati una cinquantina i veicoli delsoccorso "tenuti in ostaggio"). Così, mentre l' assessorato regionale, novelloprofessor Pangloss del Candido di Voltaire, continua a diffondere comunicati sullaSanità migliore possibile, il pensionato Gianfranco Gramendola, 68 anni, racconta lasua odissea al Pronto soccorso dell' Umberto l: «Con una costrizione forte al torace,ho aspettato tre ore prima di essere visitato da medici affaticati e furibondi che ciinvitavano a segnalare i disservizi alla direzione sanitaria » . « La condizione disequestrato in ospedale, dall' una di giorno all' una di notte - continua - mi haaccomunato a quella di tutti, trattati come passeggeri in attesa di un treno, senzache alcuno dei pochi sanitari in campo si occupasse di noi con attenzioni einformazioni » . Gramendola scuote la testa: « Spero di non dover più ricorrere alPronto soccorso che rischia di essere peggio della malattia » . E, in famiglia, non è ilsolo a pensarla così: «Ho rischiato di morire per una peritonite» - aggiunge la moglieDolores D' Amico - sono stata operata dopo 14 ore di attesa su una sedia, in baliasolo dei dolori e dei pensieri più cupi tra il via vai frenetico dei sanitari che tutt' al

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più ti degnano di una risposta ruvida e sbrigativa ». I Pronto soccorso sono diventaticolli stretti di bottiglia nei quali affluiscono e si concentrano anche i malati chedovrebbero essere curati altrove: a monte, nei presidi territoriali dei quali si è fattofinora un gran parlare tra annunci e rinvii (vedi la storia ingloriosa delle Case dellaSalute) o, a valle, nei reparti dove distendersi su un letto disponibile è diventato piùarduo che trovare una pepita d' oro. Con la chiusura dell' Agenzia di Sanità pubblica,nel 2014, sono scomparsi i dati d' insieme sugli accessi ai Pronto soccorso, suinumeri dei posti letto attivi, sugli interventi. Insomma, le informazioni sonodiventate offlimits. Faticose da reperire. Un caso? Sarà, ma è diventato difficileconoscere, quindi è sempre più arduo poter intervenire. Tant' è, per esempio, i postiletto del San Camillo previsti nel Piano di riordino della rete ospedaliera, nel 2016erano 1.008 (857 di degenza ordinaria, 151 di day hospital). Oggi, l' ospedale diMonteverde può contare su 866 degenze ( 714 ordinarie e 152 di day hospital). Sitratta di 142 posti in meno, mica pochi. Una vera iattura per l' ospedale che in undecennio ha visto dimezzate le sue degenze e, in particolare, per il Pronto soccorsocon l' aggravio di disagi e sofferenze per i pazienti e di carichi di lavoro per ilpersonale che, non sapendo dove indirizzare i malati, deve rassegnarsi a constatareil reparto dell' Emergenza intasato di barelle sulle quali i malati restano « fino asette giorni e più». La cura dimagrante di posti letto, dopo il taglio di oltre tremiladegenze immolate sul Piano di rientro dal deficit, accomuna tutti gli ospedali, grandio piccoli che siano. E i Pronto soccorso, senza sbocchi in corsia, rischiano ditrasformarsi sempre più in gironi infernali. In corridoio Caos al San Camillo: pazientiattendono sulle barelle nei corridoi del pronto soccorso in attesa di ricovero j Inattesa La situazione di ieri all' accettazione del pronto soccorso del PoliclinicoUmberto I: i pazienti costretti ad attendere diverse ore j Sulle barelle Anche peggiorela situazione di chi aspetta di essere visitato dopo aver passato i primi controlli. Quipazienti sulle barelle nel reparto Dea del policlinico.

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

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Quota 100 'svuota' gli ospedali

Sono già migliaia i medici, gli infermierie gli altri operatori che hanno lasciato illavoro prima del previsto approfittandodi 'Quota 100', e il trend rischia disvuotare gli ospedali, con effetti sulleprestazioni. A lanciare l' allarme è laFiaso, la federazione delle aziendeospedaliere, che ha esposto il problemaanche durante il tavolo di confronto sulPatto per la Salute. Dai dati, frutto di un'indagine condotta dalla stessaFederazione su oltre il 50% delle aziendesanitarie pubbliche, è emerso unsignificativo aumento deiprepensionamenti in particolare tra gliamministrativi (+33%), gli operatorisociosanitari (+26%) e gli infermieri(+20%), con una adesione rilevante a«Quota 100» anche dei medici (+16%).

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12/07/2019

Argomento: Sanità nazionale

Pagina 12 EAV: € 23.612Lettori: 725.830

Senza alimenti, Lambert si è spentoS. Mon.

Francia, dieci anni dopo l' incidente chelo rese tetraplegico. I genitori: attocriminale. Aperta un' inchiesta DALNOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI Novegiorni dopo l' interruzione dell'alimentazione e dell' idratazioneartificiali che lo mantenevano in vita, e adistanza di oltre dieci anni dall' incidented' auto che lo aveva reso tetraplegico ein stato vegetativo, l' ex infermiere42enne Vincent Lambert è morto ieri alle8 e 24 nella sua stanza all' ospedale diReims. La battaglia legale tra la moglieRachel che da anni voleva «lasciarloandare», secondo la volontà che lui leaveva espresso a voce, e la madreViviane che invece con il padre si èopposta fino all' ultimo, non è ancorafinita. I genitori hanno presentato unadenuncia per omicidio contro i medicidell' ospedale di Reims che hanno agitoin conformità con la legge francese euna serie di sentenze, l' ultima dellequali della Corte di Cassazione. La Procura di Reims ha deciso di non indagare peromicidio ma ha comunque aperto un' inchiesta per chiarire le cause della morte,disponendo un' autopsia che verrà effettuata stamane non a Reims, ma a Parigi «inmodo da assicurare una maggiore neutralità». Il procuratore Matthieu Bourrette haspiegato che l' autopsia ha lo scopo di evitare «qualsiasi successivo dibattito sullaqualità degli atti praticati dai medici» e ha aggiunto che «a priori nessuno sospetta l'esistenza di una infrazione penale». L' inchiesta e l' autopsia sembrano un modo permostrare rispetto nei confronti dei genitori e della loro indignazione, ma con l'obiettivo sostanziale di chiudere una volta per tutte la vicenda, se non verrannotrovate irregolarità. Ancora ieri i due campi si sono affrontati con durezza tramite gliavvocati. «È il momento del lutto e del raccoglimento - si legge nel comunicato deigenitori -. E anche della riflessione su questo crimine di Stato». Quanto alla moglie,«l' annuncio della morte l' ha messa a dura prova sul piano personale - ha detto l'avvocata Sara Nourdin -, perché resta la perdita di una persona cara. Ma la miacliente è anche rattristata dall' accanimento che continua». Il Papa ha scritto su

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Twitter «non costruiamo una civiltà che elimina le persone la cui vita riteniamo nonsia più degna di essere vissuta: ogni vita ha valore, sempre». Secondo molti esperti,è impossibile che Vincent Lambert abbia sofferto: era incosciente, privo dellacapacità di provare fame o sete, e sedato profondamente.