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IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO IUS SOLI U no dei problemi riportati alla luce dal nostro lungi- mirante Presidente della Repub- blica Napolitano, ed in passato sottoposto al governo Berlusconi da parte di esponenti della sini- stra, consiste nel diritto di cit- tadinanza per i bambini figli di immigrati nati su suolo italiano. La legge 91 del 1992 e le modi- fiche successive sanciscono che ad un bambino straniero che è nato, cresciuto e ha frequentato le scuole in italiane non venga concessa la cittadinanza se non richiesta dopo 18 anni di età e ri- spettando inoltre molteplici cavil- li, spesso e volentieri inattuabili. Un nostro qualunque compa- gno di classe nato in italia con genitori che, al momento della sua nascita, non erano provvisti di cittadinanza, non può tornare nemmeno per un periodo limita- to a qualche mese nel suo paese d’ origine pena l’interruzione del decorso dei 18 anni indispensa- bili per ottenere la cittadinanza. Tutto ciò non fa altro che provoca- re enormi disagi a dei ragazzi che di fatto sono italiani, che studiano, la- vorano e sono perfettamente inte- grati nella società fin dalla nascita. Pertanto vi proponiamo una ri- flessione su questo argomen- to e vi invitiamo ad aderire alla redazione del nostro giornale contattandoci in prima perso- na o scrivendoci su obbiettiva- [email protected]. IL “DISPOTISMO SUADENTE” ED IL DISINCANTO DEMOCRATICO ERUZIONE ETNA 2011 “M amma mam- ma, se arriva l’acqua che facciamo?” “nuotiamo..” (conversazione che ho fatto personalmente con mia madre thai). 360 morti e quasi 3 miliardi di euro in danni, e la cosa con- fortante è che anche se molti AFSers han- no dovuto cambiare casa, partire, stare in hotel o in veri e propri “rifugi” o campi d’accoglienza (come li chia- meremmo noi in Italia) una delle migliori organizzazioni di scambio “interculturale”AFS ailand, non si è fatta sentire, io personalmente sono in una regione allagata, anche se la mia città non lo è, ma ovviamente non ho ricevuto nessuna chiamata, nessuna email, niente.. alcuni sono stati contattati e la domanda è stata: PALERMO NUMERO 1 ESPERIENZA DI UNO STUDENTE AFS IN THAILANDIA PAGINA 2 LUIGI SAUSA IV E L a democrazia ha vinto la sfida contro i tota- litarismi del ventesimo secolo, contro le re- ligioni politiche del fascismo e del comuni- smo. Non ha ancora vinto del tutto quella contro i fondamentalismi religiosi che sono emersi negli ultimi decenni, nonostante questi siano, già da tempo, lungo una china discendente e la prima- vera araba abbia assestato loro un colpo mortale. PAGINA 12 L ’Etna, situato in provincia di Catania, è il più gran- de vulcano d’Europa e tra i più attivi del mondo.lto 3330 metri circa, presenta momen- taneamente quattro crateri sommitali e alcuni laterali. PIERVITO SALVO IG & MATTEO MACALUSO IG PAGINA 18 EUGENIO CANNATA IV C 29/11/2011 GIULIA CATALISANO V B

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IL NUMERO DI NOV-DIC 2011 DEL GIORNALINO DEL L.S. "CANNIZZARO"

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IL GIORNALE DEL LICEO CANNIZZARO

IUS SOLI

Uno dei problemi riportati alla luce dal nostro lungi-

mirante Presidente della Repub-blica Napolitano, ed in passato sottoposto al governo Berlusconi da parte di esponenti della sini-stra, consiste nel diritto di cit-tadinanza per i bambini figli di immigrati nati su suolo italiano.La legge 91 del 1992 e le modi-fiche successive sanciscono che ad un bambino straniero che è nato, cresciuto e ha frequentato le scuole in italiane non venga concessa la cittadinanza se non richiesta dopo 18 anni di età e ri-spettando inoltre molteplici cavil-li, spesso e volentieri inattuabili.Un nostro qualunque compa-gno di classe nato in italia con genitori che, al momento della sua nascita, non erano provvisti di cittadinanza, non può tornare nemmeno per un periodo limita-to a qualche mese nel suo paese d’ origine pena l’interruzione del decorso dei 18 anni indispensa-bili per ottenere la cittadinanza. Tutto ciò non fa altro che provoca-re enormi disagi a dei ragazzi che di fatto sono italiani, che studiano, la-vorano e sono perfettamente inte-grati nella società fin dalla nascita. Pertanto vi proponiamo una ri-flessione su questo argomen-to e vi invitiamo ad aderire alla redazione del nostro giornale contattandoci in prima perso-na o scrivendoci su [email protected].

IL “DISpOtISmO SUADENtE” ED IL DISINCANtO

DEmOCRAtICO

ERUZIONE EtNA 2011

“Mamma mam-m a ,

se arriva l’acqua che facciamo?”

“nuotiamo..”(conversazione che ho fatto personalmente con mia madre thai).360 morti e quasi 3 miliardi di euro in danni, e la cosa con-fortante è che anche se molti AFSers han-no dovuto cambiare casa, partire, stare in hotel o in veri e propri “rifugi” o campi d’accoglienza (come li chia-meremmo noi in Italia) una delle migliori organizzazioni di scambio “interculturale”AFS Thailand, non si è fatta sentire, io personalmente sono in una regione allagata, anche se la mia città non lo è, ma ovviamente non ho ricevuto nessuna chiamata, nessuna email, niente.. alcuni sono stati contattati e la domanda è stata:

PALERMO NUMERO 1

ESpERIENZA DI UNO StUDENtE AFS IN tHAILANDIA

PAGINA 2

LUIGI SAUSA IV E

La democrazia ha vinto la sfida contro i tota-litarismi del ventesimo secolo, contro le re-ligioni politiche del fascismo e del comuni-

smo. Non ha ancora vinto del tutto quella contro i fondamentalismi religiosi che sono emersi negli ultimi decenni, nonostante questi siano, già da tempo, lungo una china discendente e la prima-vera araba abbia assestato loro un colpo mortale.PAGINA 12

L’Etna, situato in provincia di Catania, è il più gran-

de vulcano d’Europa e tra i più attivi del mondo.lto 3330 metri circa, presenta momen-taneamente quattro crateri sommitali e alcuni laterali.

pIERVItO SALVO IG & mAttEO mACALUSO IG

PAGINA 18

EUGENIO CANNAtA IV C

29/11/2011

GIULIA CAtALISANO V B

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ESpERIENZA DI UNO StUDENtE AFS IN tHAILANDIA

LUIGI SAUSA IV E

VItA SCOLAStICA

GIULIA CAtALISANOCHIARA GENOVESE I S

VItA SCOLAStICA INtERVIStA RAppRESENtANtI DI IStItUtO:

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“Mamma mamma, se arriva l’acqua che facciamo?” “nuotiamo..”

(conversazione che ho fatto per-sonalmente con mia madre thai).360 morti e quasi 3 miliardi di euro in danni, e la cosa confortante è che anche se molti AFSers hanno dovuto cambia-re casa, partire, stare in hotel o in veri e propri “rifugi” o campi d’accoglienza (come li chiameremmo noi in Italia) una delle migliori organizzazioni di scambio “interculturale”AFS Thailand, non si è fatta sentire, io personalmente sono in una regione allagata, anche se la mia città non lo è, ma ovviamente non ho ricevuto nessuna chiamata, nessuna email, niente.. alcuni sono stati contat-tati e la domanda è stata:“è allagata casa tua?”“no”“bene”.C’è chi si è preoccupato perché la sua scuola resterà chiusa sicuramente fino al 7 novembre (ma se le cose peggiorano an-che per più tempo). Così molti “exchan-ge students” non possono studiare. La cosa che realmente preoccupa è che molti dovranno fare un esame al rientro in Italia, una test, insomma, una verifi-ca.. ma se l’acqua “ti accarezza i peli del culo” beh.. è abbastanza difficile studiare.La scuola in Thailandia è divisa in due se-mestri e gli studenti AFS non hanno pra-ticamente frequentato il primo essendo arrivati qui a fine giugno, così avremmo dovuto frequentare il secondo, ma niente... molte scuole sono chiuse, specialmente a Bangkok e dopo l’allagamento dello zoo per la strada nuotano anche coccodrilli. Il governo Thai continua con il suo pro-gramma “salva l’economia ammazza i cit-tadini” con il quale tutti i cittadini sem-brano esser d’accordo. Il piano consiste

nel cercare di incanalare l’acqua diretta al centro di Bangkok in sentieri artificiali improvvisati con sacchi di sabbia e muret-ti di cemento, verso le zone periferiche e in fine verso il mare. Così il centro di Ban-gkok e “l’economia” thailandese saranno salvi e il resto della popolazione (quasi il 30 % della popolazione thai vive a Ban-gkok) avranno la famosa acqua che “ac-carezza i peli del culo”. E in tutto questo AFS non ha fatto neanche una telefonata.C’è chi ha contattato i volontari da sé chiedendo appunto della scuola:“la scuola resterà chiusa fino al 7 no-vembre e finisce a febbraio! Io quan-do studio? Che possiamo fare?”“fatti una vacanza al sud che non è allaga-to.. oppure che vuoi fare? Torni a casa? ”Ovviamente le scuole non si possono ri-aprire perché i ragazzi vogliono andare a scuola, ma la domanda non era quella. “puoi spostare il divano al piano di sopra?”“si certo, quale?”“tutti, domani forse il piano di sotto si allaga.”(conversazione che ho fatto per-sonalmente con mia madre thai)Ora; ci sono diversi tipi di famiglia qui in Thailandia ma quasi tutte hanno una cosa un comune, non ti dicono quel-lo che succede o lo sminuiscono per non farti preoccupare e così tu da bra-vo stressatissimo occidentale impazzisci e cominci a spaventarti ancora di più.Mia madre sembra essere convintissi-ma che l’acqua non arriverà mai qui a casa.. ma non mi rassicurano molti i sac-chi di sabbia piazzati davanti la porta. Facendosi un giro per Mahachai provin-cia di Samut Sakhon (regione in parte allagata) saltano subito all’occhio veri e propri muri di mattoni e cemento da-vanti le porte delle banche e dei negozi, mentre per chi non ha abbastanza sol-di rimangono sempre i sacchi di sabbia

il cui prezzo aumenta sempre di più.Oltre al disagio di non avere le bran-chie, c’è anche da dire che un terzo del paese è sott’acqua e che questo probabil-mente causerà un calo della produzione di riso (alimento alla base dell’alimen-tazione thailandese) che potrebbe cau-sare una vera e propria crisi alimentare.L’allarme alluvione, che dilania la Thai-landia dalla fine di luglio, è stato allar-gato ha molti altri paesi del sudest asia-tico come Cambogia, Filippine e Laos. Al TG non si sente parlare d’altro, il “Nam thuam” sta distruggendo la Thai-landia e con essa anche i thailandesi. “Mamma mamma, posso andare a farmi il bagno in piscina” chiede mio fratello thai“aspetta fino domani che te lo fai in strada davanti casa” risponde la sorella con sar-casmo, alludendo a qualcosa che effetti-vamente già fanno in un terzo del paese.(conversazione avvenuta realmente tra mio fratello thai, la mamma e mia sorella thai)

Quali sono i problemi della nostra scuola che andrebbero in qualche modo risolti?È innegabile che in ogni istituzione scolastica

di questi tempi si possano riscontrare molteplici proble-mi di diversa intensità. Alcuni sono tangibili con mano. Ricordiamo che la nostra scuola è un cantiere costante

mente all’opera e che la sovrappopolazione degli ultimi anni ha portato all’apertura di una succursale presso il Vittorio Emanuele III. Ma oltre i problemi della scuola in quanto struttura ci sono problemi ben più profondi, a mio parere, come la crescente superficialità ed il disinteresse nei confronti della scuola in sé riscon-trabili anche nella scarsa parteci-pazione all’ultima assemblea d‘I-stituto (benché meno degli altri anni), giustificata solamente in parte dalla frammentazione di essa.

Quali sono le proposte che in-tendi portare aventi?Prima di tutto intendo portare avanti tutte le proposte che ho sottoposto agli elettori durante la presentazione della mia lista come l’aula autogestita (di cui già si è di-scusso con il preside), il comodato d’uso dei libri (apparentemente già attivato dalla scuola), l’organizza-zione di contest musicali, la rivalu-tazione della biblioteca scolastica, assemblee più coinvolgenti, il cineforum ed altro. In ogni caso credo per un rappresentante d’Istituto sia di fondamen-tale importanza la capacità di ascoltare gli studenti e portare aventi le loro proposte quanto più efficacemente possibile.

Quali sono le vere motivazioni che ti hanno portato a candidarti e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico per il quale sei stato eletta?La prima volta che mi sono candidata per la carica di rap-presentante d’Istituto è stata quando frequentavo il primo anno. Per quanto fossi inesperta ho cercato di apprende-

re quanto più potessi dai rappresentanti dell’epoca come Giulia Di Martino e col tempo, anno dopo anno, sono arrivata ad una piena consapevolezza dell’importanza che ha rappresentare l’intero corpo studentesco. Credo quin-di che la mia perseveranza, dimostrata durante tutto il quinquennio, e la mia determinazione mi abbiano spin-ta a candidarmi nel tentativo di garantire agli alunni del Cannizzaro una vera rappresentanza e non un distacco fra studenti e rappresentanti spesso riscontratosi in passato.

A scuola gira a seguente voce: ‘’ Per esprimere il disa-gio scolastico si occupa’’; è vera questa affermazione?

Molte volte ho manifestato la mia opinione a sfavore di una possibi-le occupazione per diverse ragio-ni. La “moda” dell’occupazione dilaga in lungo ed in largo fra le fasce più giovani degli studenti e questo stesso fatto è sintomo di una prospettiva distorta che si ha di un’azione tanto estrema quanto pericolosa dal punto di vista me-diatico. D’altra parte è semplice confondere la voglia di cambia-mento con il mero barricarsi den-tro le mura di un edificio. Pertan-to mi trovo favorevole all’utilizzo di forme di manifestazione del proprio disagio più discorsive ed esplicative aventi, a mio parere, su coloro che assistono un impatto più proficuo ai fini di una prote-sta rispetto ad una occupazione.

Ti aspettavi di risultare il rappresentante eletto con più voti?In realtà sono rimasta abbastanza sorpresa di questo risul-tato. Sapevo già dall’anno scorso che molti studenti cre-devano nei progetti che portavo avanti e nella mia attitu-dine a risolvere le questioni in maniera concreta e quanto più diplomatica possibile, però non mi sarei mai aspetta-ta di salire come prima rappresentante e ben che meno il fatto che la nostra lista è riuscita ad ottenere due seggi.

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LUDOVICO DI mARtINOLIANA BENANtI I S

INtERVIStA RAppRESENtANtI DI IStItUtO:

4VItA SCOLAStICA

SILVIO pUCCIOSOFIA LOmEO I S

VItA SCOLAStICAINtERVIStA RAppRESENtANtI DI IStItUtO E CONSULtA:

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Quali sono i problemi maggiori della nostra scuola che andrebbero in qualche modo risolti? Come li risolveresti?

Risposta: I problemi della nostra scuola si dividono in categorie da un punti di vista strutturale sistemare cer-tamente l’aula magna, accelerare i lavori della secon-da palestra esterna, sistemare le porte dei bagni. Altro grosso problema è il passaggio continuo di veicoli in via arimondi propongo transenne se no una sorte di cordo-ne fatto da volontari che impedisca il transito di mezzi Quali sono le proposte che intendi portare avanti nel cor-so dell’anno scolastico?

Risposta: Portare avanti il comodato d’uso per i li-bri, cultura anche per coloro che non possono permet-tersi i libri. Seconda proposta lo sportello didattico cioè spiegazioni mirate con un prof , tutto questo a scuola.

Quali sono le vere motivazioni che ti hanno portato a can-didarti? Con quale entusiasmo intendi affrontare l’incari-co per il quale sei stato eletto?

Risposta: Mi sono candidato con la voglia di migliorare questa scuola e con la speranza di vedere tutti par-tecipi alla vita della nostra scuola. Dobbiamo essere prota-gonisti di una cosa che ci appartiene e dobbiamo difenderla.

Pensi che quello che è accaduto a Roma possa servire a cambiare qualcosa?

Risposta: Da Roma i media ci fanno uscire perden-ti, la generalizzazione e le invenzioni dei media hanno sovrastato il significato della manifestazione e gli erro-ri di polizia e governo. L’invenzione dei “black block” è stata grandiosa! Oltre semplici violenti fra coloro che

facevano gli scontri c’erano disperati messi in ginoc-chio da un governo che si disinteressa di loro totalmente.

A scuola gira la seguente voce: ‘’ Per esprimere il disagio scolastico si occupa’’; è vera questa affermazione?

Risposta: L’occupazione è una forma di protesta valida nel momento in cui abbiamo motivazioni e un forte mo-vimento . Vorrei che la gente capisse che non è un gioco .

E’ vero che vuoi dimetterti dal tuo incarico? Perché?

Risposta: Inizialmente pensavo di non essere in gra-do , ero stupito e sorpreso. Sono pronto a gestire que-sto impegno, da tempo mi occupo di politica gio-vanile. Ringrazio tutti coloro che mi hanno votato.

Quali sono i problemi della nostra scuola che andreb-bero in qualche modo risolti? Come li risolveresti?

A mio parere la scuola presenta più problemi riguardanti gli studenti e meno che interessano strutture e docenti: professori che verranno ritenuti dispotici dagli studenti ce ne saranno sempre, e un rappre-sentante di istituto anche volendo non può operare in questo senso. Dobbiamo avere le idee chiare su cosa possiamo risolvere e cosa no.In questo è di vitale importanza che tutti gli studenti abbiano consapevolezza del proprio ruolo e di ciò che realmente pos-sono risolvere e cosa no. Quello che ritengo un problema è la poca informazione che lo studente ha in merito al regolamento di istituto, a ciò che gli spetta e a ciò che succede intorno a lui.Quello che manca è la condivisione, è per questo che abbiamo organi appositi come il comitato studentesco e l’ assemblea di istituto, strumenti che intendo usare al meglio per favorire il dia-logo tra gli studenti e noi rappresentanti che siamo la loro voce all’ interno del consiglio. Uno studente informato è uno studente consapevole oggi e un cittadino partecipe domani.

Quali sono le proposte che intendi portare avanti nel corso dell’anno scolastico?

Anche qui potrei dilungarmi con de-cine di proposte e programmi utopici, mentendo spudoratamente. E putrop-po anche qui bisogna operare una di-stinzione tra cosa realmente possiamo proporre al consiglio di istituto e cosa no. Per questo motivo nel program-ma della mia lista abbiamo inserito solo le proposte che tra tutte abbiamo ritenuto le più concrete. Sia io che gli altri rappresentanti teniamo in particolare conside-razione la proposta del comodato d’ uso dei libri, che permette di studiare con libri prestati dalla scuola dietro pagamento di un canone d’ affitto molto inferiore all’ acquisto dei libri stessi, rendendo così il tanto inflazionato diritto allo studio realmente accessibile. Un altra proposta a mio parere importante è l’ otte-nimento dell’ aula autogestita dove a patto di un utilizzo respon-sabile si possono tenere le riunioni del collettivo e attività cultu-rali o ricreative, dando alla scuola un luogo fisico e concreto dove il singolo studente può esprimersi e condividere le proprie idee.

Quali sono le vere motivazioni che ti hanno portato a candi-darti e con quale entusiasmo intendi affrontare l’incarico per il quale sei stato eletto?

Rappresentare non deve essere nè un vanto nè uno sport, sulle spalle di noi quattro rappresentanti grava il peso si altri 1600 stu-denti che da noi si aspettano il meglio, e questo non è un compito facile. Ciò che mi ha spinto a candidarmi è stata la mia voglia di passare dalla partecipazione passiva alla vita scolastica a quella attiva, mettendo in piazza le mie idee e le mie soluzioni rischian-do anche di non essere seguito. per fortuna non è stato così.

Pensi che quello che è accaduto a Roma possa servire a cambia-re qualcosa?

A mio parere ciò che è accaduto a Roma è stata una palese deleggit-timazione di una manifestazione enorme e comunicativa da parte di un gruppo eterogeneo di persone con metodi di lotta diversi (e anche condivisibili in alcuni casi, devo essere onesto) la cui rabbia è stata sfruttata ad arte e trasformata in vandalismo dando così la scusa all’ ex governo Berlusconi di promuovere leggi anti-manifestazione.

A scuola gira a seguente voce: ‘’ Per esprimere il disagio scolastico si oc-cupa’’; è vera questa affermazione?

L’ occupazione ormai è un metodo di lotta fin troppo inflazionato che non porta più nulla di nuovo ad un movi-mento, e mi sono serviti 26 giorni di occupazione per accorgermene.chiu-dendosi dentro una scuola ha si i suoi vantaggi, quali ad esempio il potere or-ganizzare meglio delle azioni di piazza, ma quando una scuola occupata perde il suo risalto mediatico l’ occupazio-ne diventa un mezzo fine a se stesso.

Ti aspettavi il botto alle elezioni?

Io non parlerei di botto, lo scarto di voti che c’ era tra la mia lista e la lista tre (che abbiamo doppiato) era veramente minimo, ho vinto più per la legge elettorale che vige a scuola che per i voti che comunque non sono stati pochi. Devo dire che per me è stata una rivelazione salire all’ istituo, io che mi aspettavo a malapena di salire in consulta.

Come pensi di gestire il tuo ruolo di rappresentante di consul-ta? che progetti avete?

La consulta è qualcosa di molto più grande che rappresen-tare al consiglio di istituto, l’ impostazione e diversa e pri-ma di parlare di proposte si deve parlare della maggiorna-za disposta a votarle. Costruiamo quella prima, che è la premessa senza la quale una proposta rimane un utopia.

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GIANCARLO FARINELLA FRANCESCO CONtI III B

VItA SCOLAStICA INtERVIStA RAppRESENtANtI DI IStItUtO:

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Qu a l i s o n o

i problemi m a g g i o r i della nostra scuola che andrebbero in qualche modo risolti? Come li risol-veresti?

R i s p o s t a : Allora, noi abbiamo tan-ti problemi

nella scuola: prima di tutto un po’ riguardo all’infrastrut-tura, come nel lato frontale della scuola che ci sono pezzi di cemento staccati, e questo non è normale; poi, penso, che la cosa più importante, perché per quanto riguarda la struttura, in fondo, ci sono stati lavori che devono essere completati e saranno completati, quindi, la struttura non sarà un problema fra qualche anno. Invece, uno dei proble-mi più importanti, subito dopo, è sicuramente la bibliote-ca ,perché è assurdo che una scuola come il Cannizzaro , considerata una delle migliori scuole del sud al livello na-zionale, non abbia una biblioteca adeguata, perché gli orari non sono in conformità con l’orario scolastico, e in fondo , è anche un po’ vuota di libri anche di dizionari. Quindi, penso che prima di tutto sia utile migliorare la biblioteca.

Quali sono le proposte che intendi portare avanti nel cor-so dell’anno scolastico?

Risposta: come si legge nel programma della mia lista, le mie proposte, oltre al miglioramento della biblioteca, sono anche l’inserimento di alcune macchinette di preservati-vi e assorbenti rispettivamente nel bagno dei maschi e nel bagno delle femmine, con correlata educazione sessuale, perché penso che uno dei problemi della nostra società at-tuale sia il sesso che è diventato qualcosa normale da fare con chiunque, come se non seguissero delle responsabilità.

Quali sono le vere motivazioni che ti hanno portato a can-didarti? Con quale entusiasmo intendi affrontare l’incari-co per il quale sei stato eletto?

Risposta: Allora, io mi sono candidato, perché ritengo di essere una persona adeguata a questo ruolo, perché mi sono occupato, ormai da diversi anni di politica studentesca, quindi, giovanile, anche se non sono scritto a nessun par-tito. L’entusiasmo mio, è quello di una persona che pen-sa, che per cambiare un po’ la nostra società, dobbiamo fare qualcosa, nel nostro piccolo, partendo dalle scuole.

Pensi che quello che è accaduto a Roma pos-sa servire a cambiare qualcosa?

Risposta: A mio parere quello che è successo a Roma è un fallimento del movimento, perché penso, tralasciando che sono pacifista, che la linea comune debba essere che se si deve esercitare la violenza, si deve fare vicino ai palazzi del pote-re, come Montecitorio etc. Invece, a Roma, oltre alle mac-chine bruciate e alla statua della Madonna distrutta, e altre cose, la violenza di è concentrata a piazza San Giovanni che è a chilometri e chilometri dai palazzi del potere, e quindi, a mio parere è stato uno sfogo, comunque di rabbia causa-ta anche dalla condizione sociale e politica che abbiamo in Italia. Sicuramente è stato un fallimento, perché per il mo-mento, per me,la violenza non è un buon mezzo di protesta.

A scuola gira la seguente voce: ‘’ Per esprimere il disagio scolastico si occupa’’; è vera questa affermazione?

Risposta: Io penso che l’occupazione sia un mezzo di protesta valido, soltanto se c’è dietro un movimento forte, non solo studentesco, ma anche formato da lavoratori, per esempio, a Genova è stata occupata una fabbrica una settimana fa, quin-di io dico che comincerò a occupare solo quando ci sarà un movimento forte dietro, e comunque per ora tutti i rappre-sentanti di istituto sono contrari a questo mezzo di protesta.

Noi sapevamo che ti volevi candidare nella lista con Giu-lia, e poi hai deciso di creare una tua lista; ti saresti mai immaginato che saresti salito pure essendo in lista a parte?

Risposta: Si, perché io ho voluto candidarmi in un’al-tra lista perché ritenevo che avessimo avuto più possibi-lità e di prendere, appunto due seggi, anche se ne abbia-mo presi tre, perché la lista di Giulia ha preso il secondo seggio e io ho preso il terzo e la mia lista ha preso trenta voti in più, quindi le mie previsioni sono state rispettate.

GIUSEppE BIONDO

L’INtERVIStA

In questo numero di “Obbiettivamente” abbiamo inter-vistato il nostro compagno Giuseppe Biondo di terza C dopo il successo ottenuto ai Campionati Italiani indi-viduali 2011 di atletica per la categoria Cadetti (ovvero

nati tra il 1996 e il 1997) svoltisi a Jesolo tra il 7 e il 9 ottobre.Come ti sei qualificato per arrivare alla manifestazione di Jesolo? Ho partecipato alle gare regiona-li cadetti nei 300 ostacoli, vincendole. Quindi eri considerato con merito tra i favoriti per il titolo di campione italiano nei 300 metri ostacoli? Non penso, ero conscio delle mie possibilità ma i favori-ti per la vittoria finale erano gli atleti delle rappresentati-ve di Veneto e Lazio (rispettivamente Matteo Beria e Ma-nul De Iacovo) con cui mi ero già più volte misurato. Ma più in generale tutti i 26 partecipanti, essendosi qualificati dopo difficili selezioni, potevano avere grandi ambizioni. Da quanto tempo preparavi questa gara così importante? Beh, era da due anni che aspettavo questa competizione, ma quando scendi in pedana pensi solo a correre e basta.

Qual’era lo stato d’animo prima del-la partenza? Come si è svolta la gara? Certamente ero molto teso e questo mi ha con-

dizionato nella prima parte della gara nella quale vedevo il concorrente romano De Iacovo parecchi metri avanti a me. Negli ultimi ottanta metri, invece, ho dato il meglio di me. “Attaccavo” con precisione l’ostacolo e compievo esattamen-te quindici passi tra un ostacolo e un altro (ogni ostacolo dista 35 metri e secondo la disciplina lo stile migliore di corsa consiste nell’eseguire quindici passi fra ogni ostaco-lo). Nel rettilineo finale ho preso e mantenuto la testa del gruppo ottenendo la difficile vittoria nonostante un ten-tativo di “placcaggio” del corridore in terza corsia Matteo Beria, classificatosi infine in seconda posizione. Di solito, a chi ottiene un successo sportivo talmente importante si chiede, a chi dedica la vittoria, noi vogliamo sapere inve-ce chi è stato importante per te e ti ha supportato per arri-vare ad essere presente in questa splendida manifestazione? Sicuramente i miei genitori e il mio allenatore Giuseppe Po-lizzi. Hai partecipato ad altre gare nei Campionati Nazionali 2011? Sì. Nella staffetta 4x100 ho avuto l’onore di rappresentare la Sicilia. Abbiamo ottenuto un buon risultato ottenendo la nona posizione tra le venti regioni. È da considerarsi un buon risultato il nono posto? A che livello è il movimento dell’atletica in Sicilia? Il movimento di atletica siciliano di atletica gode di una buona tradizione, ma purtroppo, negli ultimi anni non è riuscita a confermarsi a discreti livelli. L’an-no scorso nella stessa competizione è arrivato un se-dicesimo piazzamento che ha deluso tutti i tesserati.Jesolo 2011 ci ha regalato la nona posizione fra le re-gioni e ciò è dovuto al lavoro e al grande impegno dei giovani atleti, ma il problema fondamentale che assil-la l’atletica al sud (in Sicilia in particolare) è la poca dif-fusione di impianti sportivi, quasi mai all’avanguardia. Dopo questa importantissima quanto meritata vitto-ria, cosa ti poni come prossimo obbiettivo agonistico? Bisogna ripartire dal lavoro, allenamento dopo allena-mento. Mi aspetta la preparazione invernale in cui cer-cherò di ottenere una buona forma in vista delle gare 60 metri ostacoli per i Campionati Italiani di Ancona 2012. Con questa mentalità non ci stupiremo se arrivas-se un altro grande successo, in bocca al lupo Giuseppe.

DAVIDE GIOCONDO V I

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DANILO GAmBINO IV I

VItA SCOLAStICA

FAI FESTA ALLA PIAZZA FRANCESCA DENISE MARTORANA IIE

VItA SCOLAStICA8 9

Il nostro è un liceo scientifico, noi studia-mo ogni giorno fisica, biologia e chimica, ma-terie che, oltre dello studio sui libri, necessita-

no di esperienze sperimentali condotte in laboratorio.La nostra scuola è dotata di laboratori ma, nonostante ciò, per la maggior parte degli studenti quello che si studia sui libri resta un qualcosa di distante, infatti per comprendere fino in fondo il contenuto di una lezione teorica bisogna vederla con i propri occhi in laboratorio. L’impossibilità di realizzare tutto questo è causata sia dai problemi legati al tempo a disposizio-ne dei docenti, che riescono a malapena a completare i vasti programmi, sia dai costi di alcune attrezzature, proibitivi per la scuola pubblica. L’anno scorso con il progetto IDEAS, che continuerà anche quest’anno, è stato fatto un grosso passo avanti nel processo svolto al fine di avvicinare gli studenti ai laboratori; un altro progetto molto interessante, che è stato svolto nella seconda metà di ottobre, è il progetto EUREKA.A questo progetto hanno partecipato alcuni studenti del-le classi quarte scelti in base ai loro risultati in biologia ed esso si è svolto in collaborazione con la sede palermitana del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) ed in partico-lare con l’istituto di biomedicina e immunologia molecolare. Il progetto ,costituito da 5 incontri per un totale di 27 ore, prevedeva lo svolgimento di alcune interessantissime attività di laboratorio, precedute dalle lezioni teoriche propedeuti-che alle attività condotte in seguito. In laboratorio abbiamo osservato la crescita in vitro di diversi ceppi di lieviti, sot-tolineandone le diverse caratteristiche; abbiamo utilizzato e visto come agiscono gli enzimi di restrizione, delle “forbici” che tagliano gli acidi nucleici in delle sequenze specifiche a noi note e che oggi ci permettono di ottenere dei segmenti di DNA e di studiarli con cura, inoltre li abbiamo utilizzati

assieme all’elettroforesi per verificare la presenza di due spe-cifiche mutazioni sul DNA di alcune cellule mantenute vive in vitro. In questa esperienza è stato fondamentale l’utilizzo della PCR (Polymerase Chain Reaction, reazione a catena della polimerasi) per amplificare, in maniera esponenziale, il tratto di DNA dove avremmo potuto trovare le mutazioni.In un’altra esperienza laboratoriale abbiamo osservato i due metodi utilizzati dall’IBIM (l’istituto di biomedici-na e immunologia molecolare) per far crescere le cellule in vitro: l’adesione e la sospensione. Infine abbiamo pre-parato dei citocentrifugati per osservare le cellule al mi-croscopio abbiamo estratto le proteine da un campione cellulare per determinane la concentrazione mediante l’u-tilizzo di un particolare strumento: lo spettrofotometro.Il progetto mirava a dare un assaggio del mondo scientifico a noi studenti, soprattutto perché, molto spesso, una vol-ta terminato il liceo, ci ritroviamo a dover scegliere di fare qualcosa che non conosciamo accuratamente e quindi ve-dere con i propri occhi ciò che si fa in laboratorio ci aiu-ta sicuramente a capire se questa è la strada che fa per noi.

EUREKA: QUANDO LA tEORIA INCONtRA LA pRAtICA

Domenica 16 Ot-tobre alle ore 10:30 in Piaz-

za del Garraffo, il FAI ha annunciato il recupero dell’edicola marmorea del Genio di Palermo, detto Palermu lu grandi.E’ il secondo luogo più segnalato in Sicilia nel-la quinta edizione de “I Luoghi del Cuore”, pro-mosso dal FAI in col-laborazione con Intesa Sanpaolo. La Delegazione donerà il progetto di re-stauro al Comune, e gra-zie al contributo“I Luoghi del Cuore” saranno inol-tre realizzati i lavori di ri-qualificazione della Piazza del Garraffo con interventi di arredo urbano e di pedonalizzazione.Alle ore 10:00 c’è stata la cerimonia per la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Palermo e il FAI all’interno della chiesa di Sant’Eulalia dei Catalani, grazie all’ospitalità dell’Istituto Cervantes.Nel frattempo si poteva visitare la mostra “alla mesa! Design e cucina, comprare; prepara-re e servire” organizzata dall’Istituto Cervantes di Palermo, sempre dentro la chiesa di Sant’Eulalia.Alle ore 11:15, con la partecipazione di Maria Teresa Calcara e di Luigia Viscuso, delegate FAI di Palermo; Renata Prescia, docente di restauro in facoltà di architettura a Palermo; Salvatore Greco, architetto alla Soprintendenza BB.CC di Palermo; Evelina De Castro, storico dell’arte presso il Museo Abatellis; Daniela Pirrone, architetto e studiosa di archeologia industriale; Silvano Barraja, Presidente dell’Associazione provinciale orafi, gioiellieri, argentieri, orologiai e affini; l’architetto Nicola Di Bartolomeo, dirigente dell’Ufficio Opere pubbliche del Comune; Pippo lo Cascio, studioso di storia e di tradizioni popo-lari; Gaetano Renda, dirigente dell’Ufficio Beni Culturali dell’Arcidiocesi di Palermo e Andrea Mangione, l’architetto che ha curato il restauro della chiesa di S. Andrea degli Aromatari, è iniziata la visita guidata della Vucciria da “piazza a piazza”.Alle ore 12:00 i giovani sono stati coinvolti nel 1° FLASH MOB FAI.Hanno circondato con una catena di nodi colorati con i colori del FAI la fontana a piazza Garraffello.Infine, alle ore 12:30 è stata aperta la chiesa di Sant’Andrea degli Aromatari di proprietà della confraternita dei farmacisti, i cui lavori di restauro sono stati appena ultimati dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo.Durante la manifestazione nei gazebi FAI, a fronte di un contributo minimo a partire da €10,00 sono state distribu-ite 3 scatoline di liquirizie Amarelli ( una verde, una bianca e una rossa, una scatola per ogni colore della bandiera italiana ), collezionabili e prodotte apposta per il FAI, e, a fronte di un contributo a partire da € 5,00, sono sta-te distribuite confezioni di fichi d’india anch’essi tricolori, offerti dalla Azienda Agricola Garufa di Roccapalumba.

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E DImISSIONI FURONO mARtINA SCORSONE II I

AttUALItÀ E CULtURA

ALLUVIONI

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Per il “governo del fare” si toc-ca il capolinea, una fine che , personalmente, credo atten-

dessimo tutti da un periodo di tem-po ormai abbastanza prolungato. Nel caso in cui siate poco informati sull’at-tuale situazione governativa del nostro Paese forse troverete interessanti le noti-zie che sto per inoltrarvi o forse penserete che è ciò che continuate a sentirvi dire dalle persone che vi stanno attorno…ad ogni modo un ripassino non fa mai male.Magari non ve ne rendete conto ma anche semplicemente guardandovi attorno capirete di cosa parlo quan-do dico che il nostro Paese ha un bel po’ di problemi da affrontare. O for-se no. Cerchiamo di aprire gli occhi.A meno che non abbiate vissuto questi ultimi anni chiusi nella cantina di casa vostra o siate stati troppo impegnati a fare altro (il che può variare dal giocare con la play station all’essersi dati all’ip-pica) per andare oltre la superficie delle cose vi sarete resi certamente conto di una realtà non particolarmente diffici-le da recepire: il nostro Paese è in crisi.Sorvolando per un secondo sul fatto che l’Italia sia ormai vista all’esterno come il paese dei balocchi e i nostri politici (sempre che possano ancora esser chia-mati tali) come i personaggi di una bar-zelletta che non ha mai fine, pensiamo per un attimo al quadro generale delle cose: cos’è che il nostro governo effetti-vamente ha fatto per fronteggiare la crisi?E, ponendomi questa domanda, nel formulare la risposta me ne viene in mente una ed una sola, per quanto ri-guarda il prima citato “governo del fare”: qualcosa i nostri ministri do-potutto l’hanno fatta. Il problema di fondo è che questo resta circoscritto in “ogni cosa fuorché il loro lavoro”. Pensandoci su, concentrando tutta l’ob-biettività di cui disponiamo, credo risulti difficile a chiunque rispecchiarsi in un pre-sidente del consiglio la cui unica occupa-

zione sia risultata quella di sottrarsi ai ma-gistrati (tra un festino e l’altro, s’intende). Non meno utile è certamente sta-to il “lavoro” svolto dai nostri ama-ti ministri del governo Berlusconi.Che ne dite di ripercorrere ve-locemente alcuni dei loro a dir poco esilaranti “episodi migliori”?Nel caso in cui siate ancora un po’ scetti-ci riguardo i lati positivi del “governo del fare”, state pur certi che dopo aver sentito parlare il nostro perspicacissimo nonché infinitamente colto ministro dell’istru-zione, università e ricerca vi ricrederete

all’istante: la nostra Maria Stella Gel-mini. Un ministro tanto informato da credere che 45 milioni di euro fossero stati utilizzati per la costruzione di un presunto tunnel lungo la bellezza di 732 km allo scopo di collegare il CERN di Ginevra con i laboratori del Gran Sasso. Peccato che tale tunnel non sia altro che un tubo lungo non più di 27 km che si trova solo ed unicamente al CERN e, lo ricordiamo a tutti per sicurezza, non ha lo scopo di permettere il passaggio ai neutrini che vogliono fare una gita sulle Alpi, come forse crede il ministro. Ma se il ministro dell’istruzione si è coper-

to clamorosamente di ridicolo cosa dire delle paranoie del caro Sacconi? E cosa dire allora delle imbarazzanti scenette na-poletane che il sottosegretario Santanché ha seminato nelle varie trasmissioni tele-visive come fossero le sue personali soap-opera e gli altrettanto tragici tentativi di esprimersi in lingua inglese propinatici in tutte le salse del ministro della dife-sa Ignazio La Russa? Senza dimenticarci di mandare un salutino anche al piccolo Tremonti, che sembra le abbia inventa-te tutte pur di rendere del tutto inutile ogni qualsivoglia manovra finanziaria.Una crisi aggravata dunque dall’inca-pacità nell’affrontarla del governo Ber-lusconi non poteva che portare a livelli tanto disastrosi da richiedere l’intervento del presidente della repubblica in per-sona, il quale, nominato Mario Mon-ti Senatore a vita, non ha perso tempo nel far comprendere quanto la neces-sità di un governo capace che prenda delle decisioni necessarie al Paese deb-ba al più presto essere fronteggiata. Dal canto suo, Silvio Berlusconi richie-de unicamente un confronto con Monti, accompagnato dalla promessa di dare le dimissioni dopo il voto per la legge di stabilità. Passata quest’ultima al Senato l’undici novembre ed alla Camera il do-dici. La stessa sera, Berlusconi è atteso al Quirinale, per la rassegna ufficiale delle dimissioni e l’ufficializzazione di ciò che in tanti attendevamo da ormai molto tem-po: la formazione di un governo tecnico. Data la comunicazione ufficiale, la gente non si attarda nel festeggiare, improvvi-sando trenini e urla di festa, sorseggiando in alcuni casi una bottiglia intera di cham-pagne, mentre il tricolore viene svento-lato accompagnato da un unico coro di voci che all’unisono urlano: “Buffone!”. In seguito agli avvenimenti sopra citati, il giorno 12 Novembre, il presidente si è dimesso lasciando il posto al gover-no tecnico guidato da Mario Monti.

Come è capitato negli anni precedenti, anche l’au-tunno 2011 è iniziato in modo turbolento nel nostro paese, con neve, pioggia e alluvioni: ne

sono rimaste vittime molte regioni, ma la situazione più drammatica si è verificata in Liguria. L’ondata di maltem-po ha colpito per la prima volta alcune zone della regio-ne ai primi di ottobre e continua tutt’ora: frane e allaga-menti hanno provocato, oltre a collegamenti bloccati e disagi di varia natura, morti e dispersi. Lo stato di emer-genza è stato dichiarato ufficialmente il 28 ottobre e nel capoluogo il primo disastro si è verificato il 4 novembre. Le precipitazioni sono durate poco più di un giorno, ma ciò è bastato per trasformare Genova in un vero e pro-prio torrente in piena. Il sindaco, Marta Vicenzi (eletta nel 2007 come esponente del partito dell’Ulivo) ha scelto di non chiudere le scuole, motivando in modo chiaro: se gli edifici scolastici fossero stati chiusi con molta proba-bilità i genitori avrebbero colto l’occasione per portare i figli da parenti, o comunque fuori dalla città allagata; si è considerato più prudente evitare il transito in strade a rischio, poco agibili. Questo non ha evitato le morti, anzi alcuni sostengono le abbia causate: tre donne sono decedu-te nei giorni seguenti, e tutte e tre stavano accompagnan-do a scuola o, al contrario, riportando a casa i rispettivi bambini da scuola. Le accuse contro il sindaco sono state molto dure e la Vicenzi si è vista richiedere le dimissioni. Ma lasciare la città in un momento delicato non sarebbe stato opportuno, così, dopo avere spiegato l’ovvio e pro-fondissimo rammarico per le vittime, ha ritirato l’ordinan-za e molte scuole sono state chiuse fino al 9 novembre.Questo disastro ambientale, e quello che ne è derivato, apre nuovamente il dibattito sulle responsabilità della Protezio-ne Civile in questi casi: la tragedia si poteva evitare? I mor-ti e i dispersi sono vittime dell’abusivismo o della natura?Secondo gli esponenti di alcune associazioni ambienta-li, tra le quali Greenpeace, fenomeni meteorologici così violenti sono inevitabili e ingestibili, date le emissio-ni di gas serra che l’uomo non sta certo contribuendo a diminuire: l’obiettivo più sensato verso cui concorrere è un progetto di salvaguardia dell’ambiente su cui di-scutere al prossimo summit internazionale di Durban.C’è ovviamente chi sottolinea, al contrario, la responsa-bilità della politica nazionale: Genova è situata tra le col-line e il mare, ed è attraversata da corsi d’acqua sia pic-

coli che più consistenti; nonostante questo, si continua a costruire in modo incontrollato senza piani adeguati per gestire l’inglobamento della periferia e il conseguen-te aumento del tessuto urbano. Il torrente principale, il Bisagno, taglia in longitudinale la città e già negli anni Settanta la sua messa in sicurezza era considerata una delle priorità nazionali; fino agli anni Novanta non vie-ne però attuato niente di concreto, fino a quando avanza il progetto di un canale scolmatore (un condotto sotter-raneo che, in pratica, devia una parte dell’acqua verso il mare diminuendo il flusso e il rischio di straripamento)per il Fereggiano, affluente del Bisagno: vengono stanziati 50miliardi di lire. Subito dopo però l’inchiesta Tangento-poli causa lo scioglimento della giunta comunale e l’inter-ruzione dei lavori. Dopo questi problemi il progetto non viene rinnovato, e non vengono neanche stanziati ulteriori fondi, mentre col passare del tempo sarebbero dovuti au-mentare: 50miliardi di lire degli anni novanta equivalgono a 200milioni di euro di oggi, se si parla di interventi di que-sta portata. Il Ministero dell’Economia non ha mai garan-tito di poterli stanziare tutti, ma si è comunque fatto quel-lo che si è potuto: quando si è verificata la tragedia alcune palazzine ai lati del Fereggiano erano già state demolite.Probabilmente non si saprà mai sapere con certezza se qual-cosa sarebbe cambiato con il canale scolmatore, ma non è la prima volta che Genova viene sommersa dall’acqua (ricor-diamo lo straripamento, sempre del Bisagno, nel 1970), e la consapevolezza che alcune cose dovevano esser fatte non ha cambiato nulla. Davvero il paese non è riuscito a fare niente, nuovamente? Davvero non siamo riusciti ad andare avanti?

ALICE CALANDRA II H

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IL “DISpOtISmO SUADENtE” ED IL DISINCANtO DEmOCRAtICO

EUGENIO CANNAtA IV C

AttUALItÀ E CULtURA

DIStURBI ALImENtARI OGGI: ANA E mIA ALICE CALANDRA II H

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Anni Novanta, Stati Uniti. La figura della modella si evolve, la silhouette di Kate Moss fa strage di fans e spon-sor, e nel web iniziano a nascere forum molto particolari: le persone che li seguono si scambiano dia-ri di dimagrimento con lo scopo di consigliare diete, sostenersi e condividere i propri successi e fallimenti.

Adesso torniamo ai nostri giorni: sono cambiati i media, le immagini che girano, le modelle, gli stili di vita, e anche gli innocui diari di cui abbiamo parlato prima sono diversi. Adesso, infatti, proviamo ad immaginare gruppi di persone malate di distur-bi alimentari che utilizzano internet per interagire con i propri disturbi e renderli più vicini, più reali, meno distanti e cattivi. Ana e Mia sono infatti la personificazione, rispettivamente, di anoressia e bulimia.Nei blog ci si rivolge a loro soprattutto nei momenti di sconforto, e come se fossero persone reali, però talmente poten-ti e forti da essere più astratte e indefinibili: sono cattive, ma necessarie; si deve stare attenti a loro, però assecondarle. Le “seguaci” dispongono di comandamenti ben precisi (dieci in tutto, alcuni esempi sono: se non sei magra non sei bella; non puoi mangiare senza sentirti colpevole; quello che dice la bilancia è la cosa più importante di tutte; non sarai mai troppo magra) e hanno tre punti di riferimento fondamen-tali: il controllo, come metafora di forza e potenza perso-nale; la perfezione, ideale, meta da raggiungere e da non perdere di vista per nessun motivo; la bilancia, strumen-to da consultare più volte possibile come fosse la Verità.All’interno dei forum le persone, oltre a condividere diete da poche calorie al giorno, si sostengono e si scambia-no consigli per affrontare il percorso che hanno deciso di intraprendere; qualche esempio: indossa sempre je-ans aderenti per ricordarti che devi dimagrire; per non mangiare al ristorante, fai credere di non avere abbastan-za soldi; quando sei dagli amici dì che hai mangiato a casa e quando sei a casa dì che hai mangiato dagli amici.Gli studiosi inquadrano conseguenze positive e negative legate alla nascita dei siti pro-ana e pro-mia: la malat-tia, in quanto personificata e a portata di click, è sem-pre più vicina alla realtà delle persone e quindi sempre più in agguato; inoltre, le persone già malate sono più restie ad abbandonare il processo, dal momento che di-spongono di consigli ogni giorno e hanno una solida rete di contatti che li sostiene e li sprona a continuare. D’altro canto, dato che comunque le informazioni condi-vise sono pubbliche e disponibili a tutti, abbiamo la possibilità di conoscere quelli che sono i disturbi alimentari oggi, e maggiore possibilità di intervenire: si è già verificato: sessanta, settanta, novanta commenti a sostegno di una “compagna” che sta per ab-bandonare, o psicologhe e ragazze uscite dal “tunnel” che offrono il proprio aiuto condividendo numeri o contatti di Messenger.Oggi tutto intorno a noi è amplificato, grazie (o per colpa?) alle piattaforme sociali, alle centina-ia e centinaia di film trasmessi ogni ora, alle riviste interattive, alle migliaia di siti che nascono ogni secon-do. E seppur tutto ciò sia una meravigliosa conquista, è facilmente trasformabile in arma letale da mani o real-mente malintenzionate o semplicemente ingenue, e il fenomeno di questi blog ne è la dimostrazione più palese. Comunque l’attenzione e l’indignazione rispetto a questi ultimi è in aumento: la rivista Vogue Ita-lia, per esempio, propone una petizione, da marzo, ai propri lettori e a chiunque sia interessato con lo sco-po di ufficializzare l’obbligo di chiudere i siti pro-ana e pro-mia. Potete contribuire visitando il sito www.vogue.it.

La democrazia ha vinto la sfida con-tro i totalitarismi

del ventesimo secolo, contro le religioni politi-che del fascismo e del co-munismo. Non ha anco-ra vinto del tutto quella contro i fondamentalismi religiosi che sono emersi negli ultimi decenni, no-nostante questi siano, già da tempo, lungo una chi-na discendente e la prima-vera araba abbia assestato loro un colpo mortale. Ma le vittorie non sono

mai definitive. Lo ricordano a più riprese Ezio Mauro e Gu-stavo Zagrebelsky nel loro dialogo, ricco e denso, uscito da Laterza, “La Felicità della Democrazia”. Oggi le democra-zie sono messe in crisi da loro stesse, dalle loro debolezze e inefficienze, contraddizioni e pigrizie. Questo disincanto de-mocratico ha raggiunto negli ultimi giorni risultati impres-sionanti, perché, come attesta l’ultimo sondaggio Demos, il 23 per cento della popolazione non vede più alcuna dif-ferenza tra regime autoritario e democratico. La spiegazio-ne può essere rintracciata innanzitutto nella gestione della crisi economica da organismi finanziari non elettivi – Ban-ca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale – che intaccano la sovranità nazionale, come è accaduto per la lettera di commissariamento all’Italia o per il veto posto sul referendum greco. Poi c’è un altro problema, che ci ri-guarda più da vicino, ed è quello della legge elettorale. Un problema fondamentale, in quanto essa è, per definizione, il fondamento della democrazia rappresentativa. Tuttavia la – si spera ancora per poco – vigente legge elettorale, definita dall’autore stesso una “porcata”, non permette un effettivo controllo da parte degli elettori sugli eletti, delegando ai di-rigenti dei partiti il compito di “nominare” i parlamentari. Questo spiega perché solo il 5 per cento degli italiani si fida ancora dei partiti. Oltre a questo vi è anche, nella democrazia attuale, un nemico che proviene dal suo interno, dalle «pro-messe mancate»: questo nemico interno è il populismo, che dilaga, soprattutto negli ultimi anni, in maniera spaventosa. Sono proprio l’insoddisfazione e il malcontento per il fun-

zionamento effettivo della democrazia rappresentativa che spingono alla vittoria i partiti populisti ed il nostro paese non è immune da questa tendenza. Anzi, tutt’altro. Insieme all’Ungheria, pur con tutti i distinguo del caso, siamo l’uni-ca nazione europea governata da partiti di impronta popu-lista. Lega Nord e Pdl sono entrambi assimilabili a questa impostazione per l’esaltazione del leader, per la contrappo-sizione esasperata noi/loro, l’ossessione per il complotto, il disprezzo per le regole e i poteri terzi e l’esaltazione del popo-lo come giudice ultimo e unzione suprema della legittimità.C’è però uno specifico italico in questo quadro: l’in-versione del principio per cui nessuno è al di sopra del-le leggi. La produzione seriale di norme “ad hoc” a fa-vore del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fatto sì che non sia più il potere a inchinarsi alle leggi ma, viceversa, siano le leggi che si inchinano al potere.Torna così d’attualità l’ammoni¬mento di Montesquieu, per il quale «tutto sarebbe perduto se il medesimo uomo facesse le leggi, ne eseguisse i comandi e giudicasse delle infrazio-ni». Percorrendo questa china scivoliamo, lentamente, verso un «dispotismo suadente» secondo l’efficace espressione di Mauro e Zagrebelsky: non un regime autoritario e feroce-mente coercitivo bensì un annebbiamento orwelliano delle coscienze. Detto ciò rimane un interrogativo “scomodo”. Perché solo in Italia il populismo ha travolto gli argini e af-fascina tanta parte dell’elettorato? Il populismo in versione italica viene da lontano, si nutre di molte fonti, ed è un’al-tra, amara, «rivelazione» della nazione. Il lungo filo rosso che attraversa trasversalmente la nostra storia nazionale è quello dell’antidemocrazia, incarnatasi variamente nel clericalismo, nel fascismo, nel comunismo e nel sovversivismo rosso-nero sia dei primi del Novecento che degli anni di piombo. C’è una carenza storica di cultura politica liberal¬democratica alla base del successo berlusconiano. Potestà della legge, uni-versalismo delle norme e dei diritti, equilibrio dei poteri, e anche rispetto del cittadino, sono state le stelle polari di pochi nel secolo scorso. Se, anche i molti, avessero alzato lo sguar-do ai principi del costituzionalismo liberale, la cedevolezza al «dispotismo suadente» di stampo berlusconiano sarebbe stata ben più contenuta. E proprio questo stato delle cose rende, a mio parere, ancor più necessaria la ripresa del dialo-go – compiuta da Mauro e Zagrebelsky -, della discussione critica e del dibattito, volti ad assottigliare la distanza tra la “parola” e la “cosa”, tra “gli ideali” e la “rozza materia”, insom-ma tra il concetto di democrazia e la sua traduzione storica.

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StEVE JOBSmAttIA D’ARpA I I

AttUALItÀ E CULtURA

ARtS AND CRAFtS pAOLA GIAmmANCO III E

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“Stay hungry, stay foolish” con queste parole Steve Jobs si congedava dai laureandi della prestigiosa Università di Stanford il 12 giugno del 2005, ricordandogli di essere sempre affamati di sapere e di non arren-

dersi mai davanti a nessuna ostilità. Secondo Jobs la vita può sempre riservare qualche sorpresa gradita o meno ed è sempre meglio viverla al massimo delle proprie capacità, piena di scoperte e di avventure proprio come aveva fatto lui .Infatti, Steven Paul Jobs, nato a San Francisco nel 1955 e morto a Palo Alto lo scorso 5 ottobre 2011 è stato un imprenditore, un informati-co e un inventore statunitense capace di insegnare a tutti l’arte della perse-veranza e della tenacia. Queste caratteristiche gli hanno consentito di re-sistere fino in fondo ad una vita contrassegnata sì da vittorie ma anche da sconfitte , plagi e battaglie , non ultima la sua personalissima lotta contro il cancro al pancreas che, dopo alcuni anni, l’ha portato via con un click. Il click che tanto lo ossessionava, il click a cui pensava ogni gior-no guardandosi allo specchio e ringraziando di essere ancora vivo, il click che a un certo punto della sua vita lo ha esortato ad impegnar-si per realizzare qualcosa di grande e destinato a cambiare il mondo. Nato da madre statunitense e da padre siriano, Steve fu subito dato in

adozione alla famiglia Jobs. I suoi genitori biologici erano ancora due giovani universitari non sufficientemen-te pronti, sia economicamente che moralmente, a crescere un figlio. I suoi genitori adottivi, coppia di non laureati, lo crebbero con amore e lo mandarono al college, così come spiegò lui stesso nel discorso a Stanford. Steve non portò mai a termine gli studi universitari, ma segui un corso di calligrafia senza il quale non avrebbe potuto creare le basi per la Apple, l’azienda fondata nel 1977 con Ronald Wayn e Steve Wozniak, l’ amico di sempre e collega all’Atari.Licenziato dalla compagnia che lui stesso aveva creato, Jobs fondò la NeXT e acquistò la Pixar, con l’ambizione di produr-re un lungometraggio fatto unicamente di figure animate digitalmente, scopo che si realizzò nel 1995 col film Toy Story .Successivamente la NeXT venne rilevata dalla Apple di cui Jobs tornò ad essere amministrato-re, anche se senza stipendio. Alla Apple Steve creò il sistema operativo Os e il Mac , dall’unio-ne di questi ultimi nacquero le sue più grandi invenzioni: l’I POD, l’IPHONE, l’I PAD e l’I PAD 2. Tecnologie avanzate che con un click hanno reso la vita dell’uo-mo contemporaneo un flusso continuo di comunicazione e di informazione. Con questi ultimi il grande Steve è riuscito a tenere testa a grandi aziende come la Microsoft, e ad en-trare nelle menti di tutti per la sua genialità e la sua semplicità, doti grazie alle quali si è imposto nei mercati globali come una delle più grandi menti e uno dei più famosi uomini degli ultimi decenni.L’I PAD 2 non è stato altro che l’ultima di tante scoperte capaci di agevolarci nella vita di ogni gior-no , e di aiutarci a svolgere ogni qual si voglia compito richiesto, a partire dallo scrivere documen-ti fino ad arrivare a navigare in internet, senza dimenticarci l’uso delle migliaia di applicazioni istallabili.Sempre lo stesso click che ha caratterizzato un personaggio controverso, amato e odiato, stando alle va-rie e contraddittorie testimonianze di chi lo ‘ha conosciuto come datore di lavoro, come collega, come ami-co o parente,un personaggio che ha continuato a far parlare di sé anche dopo che è morto, e c’è da scommet-tere che ciò si ripeterà ancora per tanto tempo, con la sua autobiografia uscita postuma, che getta luci su un uomo che, nel bene e nel male, è riuscito a cambiare il modo di pensare e di vivere della maggior parte di noi. “ Il tempo che vi è dato è limitato; non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro. Cercate di non fi-nire prigionieri del dogmatismo, che equivale a vivere in base ai principi di altri. Non permettete che il rumore delle opinioni altrui soffochi la voce che sale dal vostro Io ... Continuate ad aver fame. Continuate ad es-sere folli. È un augurio che ho sempre fatto a me stesso. Ed è lo stesso augurio che faccio a voi nel giorno della laurea.” Steve Jobs 12/06/05 .

Cosa fanno gli adolescenti durante gli uggiosi pome-riggi autunnali ricchi di

pioggia e nuvoloni grigi quando, magari, non hanno compiti per il giorno dopo? La parte maschile impiega in genere ore ed ore da-vanti ad un gioco per play station o per Xbox, dimenticandosi del mondo circostante, mentre quel-la femminile utilizza una vasta gamma di trucchi, smalti e creme d’ogni genere, per cercare di sem-brare più bella (spesso invano!).Ma perché sprecare del tem-po prezioso in faccende che poi non ci torneranno utili? Sono qui per proporvi delle alternative divertenti e creative, che spesso portano persino a racimolare un po’ di soldi!La prima opzione che vi presento è quella del Fimo o Cer-nit, stesso materiale ma chiamato con due diversi nomi. Il Fimo è una pasta polimerica termoindurente, simile al pongo e alla plastilina che usavamo da piccoli, ma con tan-te piccole differenze che lo rendono molto migliore: non asciuga all’aria ma solo se cotta in forno a 130° per mezz’o-ra, è facilmente modellabile, ma al tempo stesso ha una consistenza dura abbastanza da permettergli di non cam-biare forma quando non viene utilizzato. Sono disponibili tantissime sfumature di colore e tanti tipi di effetti diversi, dai più comuni (oro, argento, trasparente...) fino ad arriva-re ai più eccentrici (fluorescente, fosforescente, marmo..), e un sacco di utensili per modellarlo, come mattarelli, stampini e materiali per renderlo più o meno morbido.A Palermo Ci sono diversi fornitori, negozi e negozietti che vendono materiali per disegno, scultura e belle arti, ma i meno cari si trovano in centro vicino Piazza Politeama.Si possono fare diverse cose con questa sostanza, ad esempio orecchini, ciondoli, scatole portagioie decora-te, svuota-tasche, bracciali maschili e femminili, acces-sori per capelli, cornici, portachiavi e chi più ne ha più ne metta! Non sono ancora riuscita a trovare un nego-zio in città che venda gancetti per orecchini, chiodini e ganci per portachiavi e bracciali, potete però cercare su google e scoprirete negozi online fornitissimi e mol-to economici dove troverete tutto ciò che vi occorre.

Inoltre, diventati bravi abbastanza, troverete anche qualche gentile acquirente pronto a spendere una par-te della sua paghetta per comprare le vostre opere d’arte!La mia seconda proposta, non ancora diffusa qui in Ita-lia come nel resto del mondo, è quella degli Hama Be-ads (da IKEA si chiamano Pyssla): perline di plastica che vengono posizionate su un telaio in modo da forma-re un disegno. Molto simili ai chiodini che avevamo da piccoli, esse si collocano in modo da creare un’immagi-ne, si ricoprono con la carta forno e si riscaldano con il ferro da stiro. Così facendo la parte alta delle perline si fonde facendo attaccare questi ‘anellini’gli uni agli altri.Purtroppo non ho ancora trovato dei rivenditori di Hama Beads a Palermo, ma posso dirvi con cer-tezza che si trovano da IKEA (se vi do-vesse capitare di tro-varvi a Catania) e in molti negozi online.Queste nuove ten-denze riportano in auge l’artigianato, la fantasia e la creati-vità portando con-temporaneamente tutti noi indietro di qualche anno!

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LA VItA AL tEmpO DI GHEDDAFI AURELIO pALACARDO IV C

LO SAI CHE?16 17

Cosa mi rispondereste se vi proponessi di andare a vivere in un Paese in cui sono vietate tasse o imposte? E se vi dicessi che in questo Paese l’istruzione

e le medicine sono gratuite e che il cibo non si paga?No, non è la Svezia.. e neanche la Norvegia. Davve-ro non lo riconoscete? Eppure dovreste conoscerlo bene, non si parla d’altro al telegiornale. Il paese in questione è la Libia sotto la dittatura di Muammar al-Qadhdhāfī (Gheddafi), ucciso, in maniera truce e violenta, dagli insorti il 20 ottobre scorso . Capisco bene il vostro stupore, io stesso fino a poco tempo fa non riuscivo a credere a quanto mi veniva raccontato.Proverò a esporvi sommariamente ciò che l’ex ambasciatore russo in Libia, Vladimir Cha-mov, ha descritto alla giornalista del Balkans In-fos Helen Shelestiuk nel maggio di quest’anno.Partiamo dal presupposto che il PIL (Prodot-to Interno Lordo pro capite) della Libia è di cir-ca 14000$, quasi la meta di quello italiano.Tuttavia in una famiglia libica ogni membro riceve 1.000 dollari di sovvenzione annuale, ad ogni neo-nato, alla nascita, vengono riconosciuti 7.000 dol-lari, chi si sposa riceve 64.000 dollari per compra-re un appartamento, per aprire un’azienda privata si beneficia di un aiuto finanziario di 20.000 dollari.L’istruzione e la formazione medica anche all’estero sono pagate dallo Stato. La vendita di prodotti oltre la data di consumo è punibile con multe salate o addirittura con la reclusione. I cittadini disoccupati ricevono un sussi-dio mensile pari a 1030 dollari. Inoltre, dal momento

che la maggioranza della popolazione libica è di religione isla-mica, la vendita e il consumo di alcol sono severamente vietate.Per l’acquisto di una macchina, fino al 50% del prezzo è pa-gato dallo Stato e per i militari addirittura il 65%. La ben-zina costa meno dell’acqua, circa 0,14 centesimi al litro.La chiave di questa politica è che tutti gli utili derivanti dal-la vendita del petrolio erano destinati al benessere della popo-lazione e al miglioramento delle condizioni di vita nel paese.Un esempio emblematico della politica del raìs è il Great Man-Made River, il “grande fiume artificiale”, la più grande opera civile e il più vasto progetto di irrigazione al mondo. All’inaugurazione Gheddafi non esitò a definirla “l’ottava meraviglia del mondo”.Il progetto è nato negli anni Cinquanta quando furono attuate una serie di esplorazioni geofisiche al fine di trovare eventuali gia-cimenti petroliferi. Nel corso di queste esplorazioni si individuò casualmente un giacimento di acqua fossile a più di mezzo chi-lometro di profondità, composto circa da 1300 falde acquifere.Fino a pochi mesi, quando fu danneggiato dai bombarda-menti aerei della NATO, questo immenso sistema idrico, vo-luto e fatto costruire da Gheddafi, forniva circa 6,500,000 m3 di acqua dolce utilizzabile dai cittadini e per l’irrigazione.Alla luce di questi dati ci rendiamo conto di quanto i media pos-sano manipolare l’opinione pubblica omettendo verità politica-mente scomode. I dati in oltre evidenziano l’inadeguatezza ed incompetenza della classe politica europea, la quale, avrebbe solo da imparare come trattare il proprio popolo. Credo sia superfluo proporvi un’ipotesi dei moventi che hanno portato i leader oc-cidentali, indignati e “preoccupati” per le condizioni del popolo libico sotto la tirannide, a scavalcare la risoluzione dell’ ONU che prevedeva la semplice istituzione della una no-fly zone, dichiarando guerra, perché di ciò si è effettivamente trattato.

tItOLO DELL’ARtICOLOAUtORE E CLASSE

SABAtO SERA

CONCERtI CLARA LA LICAtA IV E

pAOLA GIAmmANCO E CAtERINA CURAtOLO

ANNUNCIO

Ciao! Siamo Paola Giammanco e Caterina Curatolo, e abbiamo bisogno di te, si insomma, di te che stai leggendo questo annun cio!! Per il prossimo numero di Obbiettivamente stiamo cercando di raccogliere storie assurde, note allucinanti e notizie bomba riguardanti SOLAMENTE gli studenti del Cannizzaro, per creare una nuova divertente rubrica!Non ci servono nomi, abbiamo bisogno solo di una lettera dell’alfabeto per distinguere i nomi dei protagonisti dei vostri rac-conti.Oltre alle vostre storie abbiamo bisogno delle vostre idee in modo da dare un nome alla rubrica, siate originali ragazziInviate tutto a [email protected] o a [email protected] , o scrivete ai nostri contatti facebookGrazie in anticipo a tutti!

Cari studenti: il fallimento dell’amata rubrica “Sabato sera” fà presagire un inverno freddo del tipo “Mamma dov’è la cioccolata calda?!!”. E invece no! Per contrastare la tendenza a chiudersi in casa abbiamo preparato per voi una bella ricetta di eventi mondani!

-19 Novembre: Dan Zappi (from Southampton)-Enrico Piraino & Lorenzo Passalacqua @ Litania (Via Del Celso, 69a Palermo)I giovani artisti palermitani, Lorenzo Passalacqua ed Enrico Piraino, apriranno la serata con cover alternative, seguirà Daniel Zappi che porterà con se i nostri fun di Southampton. -22 Novembre: Yann Tiersen @ Le Ciminiere (Piazzale Asia, Catania)Per chi vuole fare un viaggetto e seguire l’amato compositore ormai noto per la colonna sonora del film “Il Favoloso Mondo di Amèlie” questa è l’occasione giusta! -8 Dicembre: Kaki King @ Candelai (Via dei Candelai 65) La chitarrista famosa per le sue tendenze omosessuali dichiarate che ha collaborato con i Foo Fighters e composto parte della colonna sonora di “Into the Wild”. -10 Dicembre: I Cani @ Candelai (Via dei Candelai 65) Il ragazzo che ha iniziato registrando pezzi nella sua stanzetta ora è diventato il leader del gruppo rivelazione della nuova stagione musicale italiana. I suoi pezzi sono molto ironici e prendono di mira gli stereotipi giovanili contemporanei a suon di elettronica.-22 Dicembre: David Thomas and the Two Pale Boys @ Candelai (Via dei Candelai 65)David Thomas (leader dei Pere Ubu), vecchio alcolizzato, che quest’estate ha fatto impazzire i ragazzi del campeggio “Ypsi-grock” di castelbuono si esibirà insieme alla band di dei “due ragazzi pallidi”.-25 Dicembre: Iotatola e Di Martino @ Candelai (Via Candelai 65)Un natale all’insegna della musica con le due ragazze palermitane dalla splendida voce e con Antonio Di Martino, ex leader dei Famelika che ha avviato da un anno un progetto da solista e neanche ora ci delude con la sua musica!-30 Dicembre: Bud Spencer Blues Explosion @ Candelai (Via dei Candelai 65)Band punk blues di Roma che da anni è con il vento in poppa nella scena rock-alternativa italiana.-04 Gennaio: A Toys Orchestra @ Candelai (Via dei Candelai 65)Definiti genericamente indie rock, i salernitani A Toys Orchestra spaziano dal pop allo psichedelico malinconico, coinvol-gendo tutti i teenagers.

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LA FISICA è UNA SCIENZA IN CONtINUA EVOLUZIONE

DAVIDE ANGELINI I C & ANtONIO SCHIFANI I A

SCIENZA E tECNOLOGIA

ERUZIONE EtNA 2011 pIERVItO SALVO I G &

mAttEO mACALUSO I G

SCIENZA E tECNOLOGIA18 19

L’Etna, situato in provincia di Catania, è il più grande vulca-no d’Europa e tra i più attivi

del mondo. Alto 3330 metri circa, presenta momentaneamente quat-tro crateri sommitali e alcuni latera-li. Fino a poco tempo fa, l’Etna era considerato un vulcano prevalente-mente effusivo, cioè caratterizzato soprattutto dall’emissione di colate laviche. Esse possono causare danni materiali ma non rappresentano una minaccia diretta per la vita delle no-vecentomila persone che vivono nelle zone potenzialmente a rischio. Tutta-via, studi recenti hanno rivelato che questo vulcano risulta capace di dar luogo anche ad una attività fortemen-te esplosiva. Le ricadute di materiale piroclastico possono perdurare per giorni causando problemi al traffico aereo. Il 2011 sarà ricordato come un anno particolarmente movi-

mentato per i parecchi parossismi che, a par-tire da gen-naio, avven-gono con intervalli di pochi gior-ni sul “pit crater”, da maggio ri-b a t t e z z a -to Nuovo Cratere di S u d - E s t . Q u e s t ’ u l -timo è una una fossa f o r m a t a s i sul fianco

del Cratere di Sud-Est il 6 novembre 2009, cresciuta a se-guito di numerosi crolli durante il 2010, la cui altezza è notevolmente aumentata in seguito ai parossismi del 2011.Un parossismo, nel caso dell’Etna, è una fase, generalmen-te breve, d’intensa attività esplosiva ed effusiva, con fon-tane di lava alte centinaia di metri e veloci colate laviche, accompagnate spesso dalla caduta di ceneri e di lapilli.La sera del 3 gennaio 2011 si è assistito alla prima ri-presa dell’attività eruttiva da luglio 2009, caratteriz-zata da una leggera attività stromboliana. L’attività è proseguita in maniera molto lieve e con diverse fluttuazioni fino alla sera del 12 gennaio quando l’attivi-tà è aumentata ed è iniziato un trabocco lavico dall’or-lo orientale del cratere. le esplosioni sono aumentate di energia e frequenza fino a trasformarsi in un continuo getto di lava, mentre la colata si dirigeva verso la Val-le del Bove, sul versante est. Dopo un paio d’ore l’atti-vità è diminuita fino a cessare, ma lasciando i paesi alle pendici del vulcano ricoperti da uno strato di cenere. Fino ad oggi abbiamo potuto assistere a diciassette pa-rossismi, tutti grossomodo simili al primo in intensità e durata. I primi cinque si sono susseguiti ad intervalli di circa 40 giorni, mentre i seguenti si sono manifestati a di-stanza di circa una settimana. L’ultimo parossismo, al mo-mento della scrittura di quest’articolo, risale al 23 ottobre.

27 km sotto terra di tunnel. Un acceleratore in gra-do di portare le particelle a una velocità ancora da definire . Grazie a questa macchina si è varca-

to il limite finora ritenuto insuperabile: la velocità della luce.E’ stato dichiarato questo traguardo nell’ottobre del 2011, dopo tre anni di ricerche. Sembra, infatti, che la velocità della luce sia stata superata da dei neutrini lanciati dall’acceleratore di particel-le LHC (large handron collider, cioè grande collisore di andro-ni) nell’esperimento CNGS (CERN Neutrino to Gran Sasso).La velocità della luce è stata superata e ciò significa che proba-bilmente le teorie di Einstein riguardanti il limite massimo di velocità raggiungibile sono errate. Secondo egli la velocità della luce,corrispondente a C=300000km/s è il limite massi-mo che un corpo può raggiungere. Inoltre l’equazione E=mc2 (energia = massa per velocità della luce al quadrato) dimo-stra che la massa quando raggiunge tale velocità diventa ener-gia e viceversa. Questa formula ipotizza varie possibilità: 1. Il rallentamento temporale di coloro che viaggiano alla velo-

cità della luce;2. Il rallentamento temporale in presenza di gravità;3. L’impossibilità di compiere viaggi nel tempo.La teoria è stata il pilastro fondamentale della fisica per 106 anni (Einstein pubblicò la teoria della “relatività” nel 1905). Oggi, grazie all’esperimento compiuto in Svizzera, sappiamo che i neutrini hanno superato tale velocità di 60 nanosecondi. I neutrini sono delle particelle elementari e sono dei fermioni(un’insieme di particelle quantistiche). Recenti esperimenti han-no mostrato che ha una massa, seppur molto piccola, che può variare da 100.000 a 1 milione di volte inferiore a quella dell’e-lettrone, col valore più probabile intorno a 0,05 eV/c2(eV è la massa espressa in energia. 1 eV = 1,602 176 53 × 10−19 J). Poiché il neutrino interagisce debolmente, quando si muove attraverso la materia le sue possibilità d’interazione sono molto piccole. Occorrerebbe un ipotetico muro in piombo spesso un anno luce per bloccare la metà dei neutrini che lo attraversano.Nell’esperimento compiuto, i neutrini sono stati lanciati dall’acceleratore di particelle LHC. Il superamento della velocità della luce è stato un evento inaspettato. Afferma il fisico italiano Antonio Ereditato (scienziato che ha collaborato all’esperimento) : “Questo risultato è una completa sorpresa. […] Dopo molti mesi di studi e di controlli incrociati non abbiamo trovato nessun effetto dovu-to alla strumentazione in grado di spiegare il risultato della misura. Continueremo i nostri studi e attendiamo misure indipendenti per valutare pienamente la natura di queste osservazioni. […] La mia prima reazione è stata che il neutrino ci sorprende ancora una volta con i suoi misteri”. Il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Roberto Petronzio sostiene che: “È possibile che i nuovi dati sulla velocità della luce possano essere la spia dell’esistenza di una nuova costante. È stata infatti osservata una deviazione rispetto a una scala. Per esempio, la famosa particella di Dio, ossia il bosone di Higgs per il quale esiste la massa, dovrebbe essere rilevabile all’interno di una scala di energia e, se i dati raccolti dal LHC del CERN di Ginevra dovessero dimostrare che non si trovi lì, si aprirebbe una nuova pagina per la fisica. Nel caso della velocità della luce, l’anomalia osservata e presentata oggi sarebbe ancora più importante rispetto alla scoperta o meno del bosone di Higgs poiché riguarderebbe le proprietà generali dello spazio-tempo”.L’astro-fisica Margherita Hack afferma che se è confermato , la teoria di Einstein cadrebbe , com’è successo in passato con Platone , Ari-stotele , Galileo e Newton. Ricordiamo però che solo una parte delle teorie precipiterebbe, in quanto le restanti restano sempre valide.Le opinioni degli scienziati sono molto diverse. Dovremo aspettare ancora un anno (il tempo che gli ameri-cani e i giapponesi ripetano l’esperimento) per ottenere la confutazione o l’affermazione della teoria. Que-ste situazioni sono avvenute moltissime volte nella storia perché la fisica è una scienza in continua evoluzione.

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CINEmA

mUSICA E CINEmA

mUSICA EUGENIO CANNAtA IV C

CLARA LA LICAtA IV E

mUSICA E CINEmAmUSICA E CINEmA

EUGENIO CANNAtA IV C CLARA LA LICAtA IV E

Questo mese la nostra rubrica tratterà di alcuni dei più significativi dischi e film usciti negli anni ’70

“The Madcap Laughs” è uno dei tre dischi incisi da Syd Barrett nel corso della sua attività da solista e rappresenta uno dei più signifi-cativi degli anni ’70. A dispetto della carriera poco prolifica, tut-

ti gli album di Barrett sono caratterizzati da un sound innovativo e i testi psichedelici e non-sense, su cui si riflette il periodo stesso, ca-ratterizzato dall’uso smodato di allucinogeni di ogni tipo. Il giovane Syd, dopo un primo precocissimo approccio alle droghe, sente il bi-sogno di esprimere se stesso attraverso la musica e la pittura. Per que-sto motivo forma con gli amici d’infanzia Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright e Bob Klose la band psychedelic rock statunitense: i “Pink Floyd”. Successivamente al distacco dal gruppo, causato dallo stress della vita “on the road” e l’uso di droghe, in particolare LSD, che minano la sua salute mentale, Barrett, dopo aver registrato due album come solista nel 1970 - The Madcap Laughs e Barrett - si ri-tira nella sua città natale, Cambridge, dove conduce una vita tran-quilla fino alla sua morte, il 7 luglio 2006. “The Madcap Laughs”, a nostro parere, rappresenta al meglio la follia visionaria dell’artista.C’è dunque incanto e magia sin dall’iniziale “Terrapin”, un country folk lento e malinconico: morbidi accordi di chitarra elettrica a circo-scrivere gli angoli del sogno, quella acustica a sottolineare l’indolenza del ritmo, il contorno di un ritornello-filastrocca che ora s’accende e ora s’arresta. Le più eclatanti meraviglie cominciano però subito dopo, con i fuochi d’artificio di “No Good Trying” (un drumming anarchi-co, il basso globoso, l’organo spaziale) e l’impeto vaudeville di “Love You”. “No Man’s Land” fa incontrare con inesorabile semplicità la spor-ca controepica urbana dei Velvet Underground e la visione psichica di Byrds. “Dark Globe” meravigliosa esplosione di sonorità acustiche arricchite dalla voce distorta di Barrett. Da “Here I Go”, tipica canzone stile boogie-jazz, si passa alla delirante “Octopus” che rappresentò il suo primo singolo da solista, dove la tracotanza dei versi repentini si mescola con la matematica miracolosa del genio. Le ultime tracce sono caratterizzate dal lirismo vocale e dall’acu-stica che quasi ricalca lo stile country-folk di Bob Dylan. Ovviamente niente in confronto alla mi-tica Alessandra Amoroso il cui ultimo album “Il Mondo In Un Secondo” ha fatto breccia nel cuore del nostro vecchio e caro impaginatore Giuseppe Russo, dai gusti musicali leggermente bizzarri.

TOP TEN1. The Madcap Laughs – Syd Barrett (1970)2. The Velvet Under-ground – The Velvet Under-ground (1970)3. Autobahn – Kraf-twerk (1974)4. Parallel Lines – Blon-die (1978)5. Berlin – Lou Reed (1973)6. L’aventurier – Jac-ques Dutronc (1970)7. The Dark Side of the Moon – Pink Floyd (1973)8. Suicidio – Faust’o (1978)9. Tago Mago – Can (1971)10. The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars – David Bowie (1973)

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Il Capitano Willard (Martin Sheen) sta attra-versando un momento difficile della sua vita, tra sbronze e deliri violenti viene chiamato a

condurre una missione speciale. La sua vita si in-crocia con quella di altri quattro soldati americani arruolati per la guerra nel Vietnam che lo accom-pagneranno nell’interminabile viaggio lungo il fiu-me Nung nella giungla cambogiana. Il suo obietti-vo consiste nel raggiungere e catturare il capitano Walter E. Kurtz (Marlon Brando), rifugiatosi nei meandri dell’entroterra nordvietnamita dove ha assunto il ruolo di “signore della guerra”, capo politico e militare della tribù di quella regione. Durante il complesso viaggio si perdono i quattro soldati, di cui soltanto uno, Jay “Chef” Hicks (Frederic Forrest), sopravvive e aiuta, seppur incoscientemen-te, il capitano Willard nel tentativo di entrare in contatto con la tribù, di cui Kurtz è il comandante. Arrivato all’avanposto di Kurtz, Willard lascia sulla barca Chef con l’ordine di chiedere in codice l’attacco aereo sul villaggio se egli non facesse ritorno. Willard si inoltra nel vil-laggio cambogiano, dove incontra un fotografo free-lance apparentemente folle – interpretato da uno straordinario Dennis Hopper - che spiega loro la grandezza dell’impresa di Kurtz. Infatti, oltre ad essersi proposto come capo politico e militare della tribù, Kurtz viene idolatrato come un vero e proprio dio.Particolarmente interessante l’interpretazione personale del regista e l’adattamento ad un conte-sto completamente diverso – la guerra del Vietnam - del romanzo di Joseph Conrad “Cuore di Tene-bra”, in cui si parla della perdizione spirituale dell’uomo, attraverso l’efficace metafora del “viaggio”.Inoltre vi è un interessante retroscena riguardo alle vicende contingenti alle riprese del film, come ad esem-pio l’esorbitante costo di produzione, l’interminabile durata, i reali bombardamenti e conflitti nella stessa regione ed il continuo stress, che hanno portato il regista, in uno stato di depressione, a tentare il suicidio.E’ considerato uno dei migliori film della storia del cinema, ricco di metafo-re e scene particolarmente suggestive, anche grazie alla meravigliosa colonna sonora.

titolo originale:Nazione:Anno:Genere:Durata:Regia: Cast:

Apocalypse NowUsa1979Guerra, Drammatico100’193’Francis Ford CoppolaMartin Sheen, Marlon Brando, Robert Duvall, Dennis Hopper, Albert Hall, Frederic Forrest

TOP TEN 1. Apocalypse Now – Francis Ford Coppola (1979)2. Cane di Paglia – Sam Peckinpah (1971)3. Il Dittatore dello sta-to libero di Bananas – Woody Allen (1971) 4. Il Padrino – Francis Ford Coppola (1972)5. Il Cacciatore – Mi-cheal Cimino (1978)6. Taxi Driver – Mar-tin Scorsese (1976)7. Sussurri e Grida – Ingmar Bergman (1973)8. Le due inglesi – François Truffaut (1971)9. Arancia Meccanica – Stanley Kubrick (1971)10. Il Fantasma della Libertà – Luis Bunuel (1974)

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pENSIERI E pAROLE22 23

Io non mi vedo.mi cerconei luoghi comuninei volti degli altrima non mi trovo.

Io non mi vedo.mi guardo allo specchio e non ci sono.

Esisto davvero?

Sono le più lucenti stelle del mondo oscuro.Ci illuminano, ci cullano e poi scappano.

Sono i più bei fioriche non esistono. Si fanno assaporare, sfioraree poi ci sfuggono.

Sono i desideri più sepoltidell’anima nostra. Ci seducono, ci affascinano e poi volano via.

Sono i sogni. magici momenti di realtàmischiata a fantasia dove è così vero il tutto che di vero non c’è niente.

Guardo il mio futurobruciare tra le ceneridel presente.

Lo vedo incatenato ad una nave destinata ad affondare.

Ed io, che sono un giovane, e noi, che siamo giovanilottiamo per un futuro che i nostri padri hanno già brucia-to.

Guerre, morte, dolore. Bandiere, confini, pregiudizi. Interessi, classismi, ipocrisie.

Queste sono le ceneri che ci rimangono.

E allora dico vaffanculo. Vaffanculo a chi ha bruciato il mio futuro. Vaffanculo a chi ha lasciato che il mio futuro bruciasse.

perchè se questa è vita, ed io sono viva brucerò lottando contro le ceneri e morirò bruciando insieme a loro

IL LABIRINtO DEL FAUNO EmANUELE mILAZZO I C

RECENSIONI

« Tanto tempo fa, nel regno sotterraneo. Dove la bugia, il dolore, non hanno significato, viveva una principessa che sognava il mondo degli umani. Sognava il cielo azzurro, la brezza lieve e la lucentezza del sole. Un giorno, traendo in inganno i suoi guardiani, fuggì. Ma appena fuori, i raggi del sole la accecarono, cancellando così la sua memoria. La principessa dimen-ticò chi fosse e da dove provenisse. Il suo corpo patì il freddo, la malattia, il dolore, e dopo qualche anno morì. Nonostante tutto, il Re fu certo che l’anima della principessa avrebbe, un giorno, fatto ritorno, magari in un altro corpo, in un altro luogo, in un altro tempo. L’avrebbe aspettata, fino al suo ultimo respiro. Fino a che il mondo non avesse smesso di girare. »(Monologo iniziale)

Il labirinto del fauno è una pellico-la del 2006 diretta da Guillermo del Toro.In Spagna corre l’ anno 1944: Francisco Fran-

co ha ormai vinto la guerra civile e rimangono sol-tanto alcuni ribelli che si nascondono nel bosco.Durante queste terribili vicende, Carmen, la ma-dre della piccola Ofelia perde il marito e rimane in-cinta del capitano Vidal, un generale nazista che di-venterà il patrigno della bambina e che, col passare del tempo, si rivelerà uno psicopatico sanguinario.Ofelia, per sfuggire a questa terribile realtà, comincia ad avere delle strane allucinazioni: una sera alcune fatine la conducono dal fauno, uno stravagante messaggero che le narra la storia di

una principessa che, dopo esser scappata dal suo regno sotterraneo, viene abbagliata dalla luce del sole e perde la memoria. Questa principessa è la bambina stessa che, nella sua immaginazione, dovrà superare tre prove per tornare alle sue origini.Intanto i ribelli cospirano contro il generale e, con l’ aiuto di Mercedes, una cuoca di casa Vidal, e del medi-co di famiglia riescono a saccheggiare in parte il gazebo al cui interno erano conservate le scorte alimentari.Nello stesso tempo la gravidanza di Carmen peggiora progressivamente. Ofelia chiede al Fauno un rimedio e riceve in dono una radice di Mandragola, che dovrà posizionare sotto il letto della madre in una scodella piena di latte. Le condizioni della madre vanno migliorando ma, quando Vidal si accorge di ciò che è nascosto sotto il letto della moglie, la prende e la butta nel camino. Di seguito la donna si sente improvvisamente male e muore dopo il parto. A questo punto Mercedes rimane l’ ultimo punto di riferimento della bambina ma, purtroppo, Vidal va di-ventando sempre più sospettoso di lei e per questo motivo, quando tenta di fuggire nottetempo con Ofe-lia, viene immediatamente scoperta. Il giorno seguente verrà chiusa in un padiglione per essere torturata ma , fortunanatamente, riuscirà a fuggire ferendo mortalmente il generale con un coltello nascosto sotto il camice.Poco dopo Ofelia, sotto ordine del Fauno, ruba il fratellino e lo porta con sé nel labirinto, situato al di fuori della casa, in cui ha incontrato il fauno per la prima volta. Il satiro le spiega che per tornare al suo regno dovrà sacrifi-care il fratello ma, dal momento che lei si rifiuta, viene uccisa subito dopo da Vidal, ansioso di riavere suo figlio.Intanto i ribelli hanno preso il sopravvento e quando Vidal imbocca la strada del ritorno e si ritrova davanti a moltissimi nemici armati, Mercedes compreso, chiede di dire alla figlia l’ ora in cui è morto suo padre. Come punizione per tutto il male commesso, essi gli rispondono che suo figlio non saprà neanche il suo nome, a causa di una pallottola in fronte.A questo punto Mercedes corre ad aiutare la bambina, ma capisce che ormai è troppo tardi.Intanto lei, versando il suo sangue, entra finalmente nel regno sotterra-neo, dove siederà tra la madre e il padre e non sentirà più né dolore né bugie.A mio parere non c’ è un modo per spiegare le strane visioni della bambina, ma io personalmen-te vedo il fauno come una sorta di angelo custode ed il regno sotterraneo come una sorta di paradiso. Comunque consiglio questo film poiché dà la possibilità di vedere la guerra civile da due pun-ti di vista completamente contrapposti, grazie all’efficace parallelismo tra vita reale e vita fantastica.

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CALL OF DUtY mW3ENRICO SANSONE I F &UmBERtO FALLEttA I C

RECENSIONI

pULp FICtION DANIELE BARRESI I S

SAmUELE NERI IS

RECENSIONI RECENSIONI24 25

Pulp fiction (1994) è un capolavoro cinematografico per la regia e la sceneggiatura di Quentin Tarantino. Vinci-tore dei più importanti premi cinematografici, quali il

premio oscar, la palma d’oro al festival di Cannes, Golden glo-be, Bafta e il David di Donatello, viene posto al novantaquat-tresimo posto nella classifica dei 100 migliori film americani (fonte: American Film Istitute). Ultimo capitolo della trilogia Pulp, il film si svolge sotto forma di esplorazione nella psiche dei protagonisti del film, rappresentati essenzialmente come criminali. Il film, diviso in quattro episodi, viene introdotto da due rapinatori che decidono di svaligiare una tavola calda. I per-sonaggi del primo episodio sono Vincent Vega (John Travolta) e Jules Winnfield ( Samuel L. Jackson) che hanno il compito di recuperare una misteriosa valigetta a casa di alcuni soci d’af-fari del loro capo: Marsellus Wallace.Durante il secondo episodio, trovia-mo un nuovo personaggio: Mia Wal-lace (Uma Thurman), è la moglie di Marsellus, e Vincent ha il compi-to di portarla a cena. Il timore che succeda qualcosa trai due è grande. Infatti ciò che succederà in seguito, per quanto inaspettato, sarà parec-chio grave. Il terzo episodio, ci mo-stra la storia di Butch (Bruce Willis): un pugile disposto a vendere la sua sconfitta a Marsellus Wallace per un ingente somma di denaro. L’orgo-glio del fallito pugile supera i suoi affari, quindi egli non solo vince la partita, ma uccide il suo avversario. Il giorno dopo scappa con la sua ra-gazza Fabienne (Maria de Medeiros) che, nel fare i bagagli, dimentica di prendere l’orologio doro, che Butch aveva ereditato dal pa-dre. Troppo legato a quell’orologio, Butch torna nella sua vecchia casa, controllata dagli uomini di Marsellus. Ciò che succederà dopo, sfora il surreale, rendendo la storia interes-sante e particolarmente violenta. Cameo dell’episodio, è la presenza dell’attore Christopher Walken. Il quarto episodio rimanda alla fine del primo, dove Jules Winnfield e Vincent Vega, recuperavano una valigetta. Non sappiamo, però, che i due rapiscono uno dei soci di Marsellus (Marvin) che du-rante un movimentato viaggio in macchina, perde la vita a causa di un accidentale colpo di pistola di Vincent. Per questo i due, vanno da un amico di Jules, interpretato dallo stesso

Tarantino regista del film. Ma non sarà lui ad aiutare i due, infatti, arriverà un vecchio amico di Marsellus: il preciso e impeccabile Winston Wolf (Harvey Kea). In questo episodio troviamo Jules stupirci con uno dei suoi migliori monologhi.Pulp fiction fu sicuramente un ottimo affare per il cast: John Travolta aveva perso molta credibilità dopo “La febbre del sa-bato sera” quindi il film gli servì sicuramente a rimettersi in carreggiata. Il film portò Uma Thurman al successo, continua-to poi dai film, sempre di Tarantino, Kill Bill VOL. 1 e 2.Samuel L. Jackson, invece, era già un importante attore gra-zie al film “Quei bravi ragazzi” di Martin Scorsese. Anche Bruce Willis era già famoso per la saga di Die Hard, men-tre Tim Roth aveva già recitato ne “Le Iene” di TarantinoLa colonna sonora comprende brani di vario genere:

“Miserlou” è stata scritta dal gruppo “ The Trashmen” nel 1928. Questa una canzone folk la possiamo trovare anche nel film Space Jam. Abbiamo anche “Jungle Boogi” scritta da “Kool & the Gang” nel 1964, conosciuta poichè in-trodotta nell’album Wild and Peaceful nello stesso anno nel quale venne scrit-ta. Un’altra canzone che fa parte delle soundtrack di Pulp Fiction è “Son of a Preacher Man”, scritta nel 1968 dalla cantante “Dusty Springfield” ed intro-dotta nell’album “Dusty in Memphis”. Di questa canzone ci sono numero-se registrazioni, usate in altri film. Poi abbiamo Surf Rider scritta dal gruppo “The Lively Onely” nel 1962. Infine, c’è “Girl, You’ll Be a Woman Soon” scritta da “Neil Diamond” nel 1967.La storia di Pulp Fiction è particolar-

mente articolata ed intrecciata, forse a causa della suddivi-sione del film in quattro episodi, perciò deve essere seguito passo per passo, altrimenti si rischia di non capire tutto il se-guito. Per questo a molte persone potrebbe sembrare noioso, ma quando si arriva allo svolgimento della storia e si capisce tutto diventa anche intrigante. In Pulp Fiction troviamo una varietà di personaggi, accompagnata da un cast d’eccezio-ne, e da un’ottima sceneggiatura. Sempre più spesso, invece, nei film d’azione troviamo personaggi vuoti e che fungono da sfondo a scene sempre più o meno uguali. Colonna por-tante del film sono i dialoghi, spesso lunghi ma interessanti.

Sviluppato dalla Infinity Ward ma Pubblicato dalla Activision Call of Duty: Modern Warfare 3 è tor-nato l’8 novembre in tutti in negozi di videogames.

Stavolta i creatori per rendere ancora più emozio-nante e coinvolgente il gioco hanno voluto utiliz-zare come tema la nascita di una terza guerra mon-diale scatenata da un terrorista russo il cui nome é Makarov (giá presente nella serie precedente).Le nazioni coinvolte risultano essere il Regno Unito, la Francia, la Russia, la Germania e gli Stati Uniti, ma non è escluso il coinvolgimento anche di altre nazioni.Tra i per-sonaggi principali spicca la presenza di due ex SAS: il Ca-pitano John “Soap” MacTavish e il Capitano John Price già presenti nei precedenti capitoli, e di due nuovi: “Frost” e “Sandman”, appartenenti alla Delta Force. Il giocatore vestirà anche i panni di altri soldati impegnati nell’enor-me guerra di terrore che avvolge il mondo. USA Today ha confermato che anche all’interno di Call of Duty: Modern Warfare 3 è presente la Survival Mode. Come molti di voi

ricorderanno la modalità di gioco in questione, inaugu-rata con World at War e presente anche nel più recente Black Ops, permette ai giocatori di affrontare orde pro-gressive di zombie all’interno di mappe multigiocatore. Gli inviati di USA Today hanno potuto sfidare Mark Ru-bin, executive producer di Infinity Ward, su una mappa chiamata “Dome” e descritta come un “bunker per il co-mando radar risalente alla Guerra Fredda e abbandonato”.“Mentre abbiamo affrontato ondate crescenti di nemi-ci, ho sostituito la mia pistola in favore di uno shotgun. Rubin mi ha passato un po’ di crediti di gioco e ho comprato e installato una torretta per tenere a bada gli avversari, mentre mi occupavo dei cani da combatti-mento”, si legge nell’articolo che continua così: “Dopo alcune ondate, i cani si sono trasformati in bombe sui-cide che esplodevano pochi secondi dopo avergli spa-rato. Nell’ondata successiva si sono presentati i sol-dati kamikaze, che esplodevano in maniera analoga”.Stando a quanto riportato nel pezzo, anche gli ostici Jug-gernaut presenti nelle Missioni Speciali di Modern Warfa-re 2 fanno il loro ritorno, e questa volta ce ne sono di dif-ferenti tipologie. Non solo sono pesantemente armati, ma sfruttano anche la loro forza brutale nei vostri confronti.“Tutte queste cose rimpolpano le Missioni Speciali e aggiun-gono molti elementi che i devoti fan ameranno”, ha com-mentato Robert Bowling, creative strategist di Infinity Ward. Armi all’avanguardia ed eccezionali che rendono più bella la giocabilità. Tra queste spicca la Corner Shot che è un’arma rivoluzionaria all’interno del gioco nel-la modalità multiplayer poiché rende possibile ucci-dere i nemici nascosti dietro l’angolo. Infine è tor-nato l’ MP5 ma con una forma più evoluta MP7.Dal punto di vista grafico MW3 è oggettivamente mi-gliorato anche se apparentemente uguale al 2 ma que-sto può anche essere determinato da console a console . Ad esempio i giochi per PS3 sono più longe-vi rispetto a quelli dell’xbox360 ma l’xbox de-termina di gran lunga una grafica migliore .Il videogioco costituisce l’ottavo episodio della se-rie Call of Duty, seguendo Call of Duty: Black Ops, ed è il terzo capitolo della serie Modern Warfare.

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GIOCHI27

SUDOKU mEDIO

SUDOKU DIFFICILE

SOLUZIONI

BACHECA26

SUDOKU FACILE

Le regole sono semplicissime, ogni riga, ogni colonna, nonchè ogni riquadro dello schema deve contenere i numeri da 1 a 9 ripetuti una sola volta.

Sono qui proposti tre schemi di difficoltà crescente.Buon divertimento!!!

REGOLE:

INSIDE pALERmO: UN pORtALE tRA I GIO-VANI E pALERmO

MANFREDI LA GUARDIA II P

Vi è mai capitato di cercare delle informazioni su in-ternet riguardanti un pub o un evento da prendere in considerazione per passare un sabato sera? Op-

pure cercare delle attività o corsi per passare il vostro tem-po libero? O ancora cercare dei siti dove poter mostrare il vostro talento o passione? A me è capitato, e anche a mol-te persone che conosco, e penso anche a qualcuno di voi.Vi propongo di dare un’occhiata a… InsidePalermo è un portale, che nasce nel 2011 da un idea di giovani imprenditori rivolta ai giovani palermitani. Pro-

pone una serie di attività mondane e culturali dando informazioni precise riguardanti eventi, ristoranti, feste, corsi, mostre, e attività di vario genere.Il portale nasce con l’obiettivo di valorizzare tutte quelle attività che vengono organizzate a Palermo, cercando di renderla una città più amata e più vissuta dai giovani, che non sempre sono a conoscenza delle opportunità che il nostro territorio offre. Cercando di mostrare Palermo sotto un’ottica diversa da quella che ormai siamo abituati a vedere da troppo tempo: una Palermo monotona e noiosa “dove non c’è mai niente da fare”. Inside Palermo si propone, fornendo maggiori informazioni, di mostrare una Palermo sotto un’ottica diversa; ricca di eventi, d’iniziative, di servizi e attività che animano la vita cittadina, mirate ai bisogni e ai progetti dei giovani.Inoltre potrete segnalare sulla pagina di facebook; eventi, iniziative, attività o informazioni uti-li, ecc. in modo da creare uno spazio dove i giovani possano comunicare, raccontare, confrontare e condi-videre le proprie idee ed esperienze, diventando veri e propri animatori di un contenitore di informazioni.Tra le cose più importanti del sito www.insidepalermo.it c’è anche la vetrina giovani, una categoria creata con l’obiettivo di far co-noscere i nuovi talenti, dedicata ai ragazzi che hanno un prodotto da mostrare o da sponsorizzare, come una fotografia,una canzo-ne, un libro o qualsiasi cosa abbiano creato. Dando voce a tutti quei ragazzi che vogliono diventare protagonisti del loro territorio.

CERCHIAmO CASA!LAURA CIGNA IV I

Domenica pomeriggio, nei pressi di San Martino delle Sca-le, ho trovato due bellissimi cuccioli di cane. Sono due maschietti, uno nero con la pancia beige, l’altro bianco

con macchie beige. Hanno circa un mese e cercano una famiglia che li possa accogliere. In questo momento li ho io a casa ma non posso tenerli perché ho già un altro cane da qualche mese. Chiunque sia interessato o conosca qualcuno che possa amarli mi contatti personalmente o su facebook.

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REDAZIONE:

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Hanno Collaborato:Luigi Sausa IV EChiara Genovese I SLiana Benanti I SSofia Lomeo I SFrancesco Conti III BDavide Giocondo V IDanilo Gambino IV IFrancesca Denise martorana IIEmartoina Scorsone II Imattia D’Arpa I Ipaola Giammanco III EAurelio palacardo IV CClara La Licata IV Epiervito Salvo IGmatteo macaluso I G

Davide Angelini I CAntonio Schifani I AEmanuele milazzo I CDaniele Barresi I SSamuele Neri ISEnrico Sansone I FUmberto Faletta I Cmanfredi La Guardia II pLaura Cigna IV ISilvana Benanti III BGloria Varrica III R

Docente Referente:prof.ssa Elena Santomarco

FOTO: STAGE DI VULCANOLOGIA