101 02 TURQUIA.ITAL. 01-PERC - museumwnf.org · per sei volte accordi (tra il 1331 e il 1414) con i...

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Madrasa di AhmetGazi, stemma lapideo,1375, Beçin.

PERCORSO I

Il sultano delle costeAydog*an Demir, Yekta Demiralp, Rahmi H. Ünal

I.1 MI·LASI.1.a Grande Moschea (Ulu Cami)I.1.b Moschea di Firuz Bey

I.2 BEÇI·NI.2.a CittadellaI.2.b Büyük HamamI.2.c Madrasa di Ahmet GaziI.2.d Bey Hamam (opzione)I.2.e Kızıl Han

I.3 ÇAMI·ÇI·

I.3.a Bafa Han (opzione)

I.4 BALATI.4.a Complesso di I·lyas Bey

Il sistema educativo della madrasa

Agli imizi del XII secolo l’impero bizantino,che fino ad allora aveva continuato ad eser-citare la sua egemonia nei Balcani e nell’A-natolia nordoccidentale, non riuscì più ariprendersi dalla forza distruttiva della IVcrociata del 1204 che aveva devastatoCostantinopoli. Quando il sultanato selgiu-chide, che governava su buona parte del-l’Anatolia, fu sconfitto dai mongoli nel1243, centinaia di migliaia di profughi sottoil comando di diversi bey turcomanni e dialcuni signori selgiuchidi, sfuggironoall’oppressione mongola e, approfittandodell’indebolimento di Bisanzio, si inse-diarono in Anatolia occidentale.

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Mentese Bey, che riuscì ad assicurarsi laregione dell’antica Caria nel 1280, perrafforzare la propria posizione sul terri-torio si unì alla popolazione costiera loca-le, aprendosi in questo modo un varcosul mare e, fino alla venuta dei cavalieridi San Giovanni (1310), occupò ancheuna parte dell’isola di Rodi. Il titolo di“sultano delle coste” conferito al discen-dente di Mentese Bey, Ahmet Gazi, fon-datore della bella madrasa di Beçin(1375), si deve proprio al suo desideriodi diventare signore di una potenza mari-nara. L’emirato menteseide, che posse-deva il porto di Balat (Mileto), strinseper sei volte accordi (tra il 1331 e il1414) con i veneziani così da garantire lapace e gli scambi commerciali. Questipatti garantivano che in territorio men-teseide i veneziani avrebbero potuto svol-gere liberamente i propri commerci, cheavrebbero potuto stabilirsi a Balat e pra-ticare la propria religione nella chiesa diSan Nicola. Il consolato veneziano diBalat avrebbe avuto giurisdizione nellecontroversie. Nessun veneziano sarebbestato ritenuto responsabile o imprigiona-to per i debiti di un altro mercante suoconnazionale. I bey menteseidi, al fine diaumentare il volume dei loro commerci,coniarono monete in argento figurate,simili ai “gigliati” degli Angioini di Napo-li, con iscrizioni a caratteri latini. La flo-rida situazione finanziaria menteseide,basata su un’agricoltura prospera e traf-fici commerciali sicuri, rappresentò unafonte importante per lo sviluppo delpaese. Per questo poterono essere erettii numerosi monumenti di Beçin, Milas eBalat.

Grande Moschea,facciata 1378, Milas.

PERCORSO I Il sultano delle coste

Verso il 1350 le forze ottomane, dopoaver varcato lo stretto dei Dardanelli,conquistato la Tracia fino al Kossovo estretto in una morsa I·stanbul, ancora inmano ai bizantini, aggiunsero ai propriterritori anche gli emirati dell’Anato-lia occidentale: non si conosce la dataesatta della sconfitta degli emiratiaydınde e mentes eide, ma si ipotizzache Balat sia stata presa attorno al1389-1390. Quando nel 1391 Ahmet Gazi morì, fusepolto nella madrasa di Beçin, da luistesso fatta erigere. Risale al tempo delgovernatore menteseide Hoca Firuz lamoschea di Firuz Bey, completata il 29novembre 1396, durante il regno delsultano ottomano Beyazit I.L’emirato menteseide, che si era ricosti-tuito dopo la sconfitta ottomana dellabattaglia di Ankara del 1402, fu definiti-vamente riannientato dall’emirato otto-mano nel 1424. Dopo questa data, cen-tri come Beçin e Balat, divenute province(sancak) ottomane, persero gradualmen-te la loro importanza ed iniziò da quelmomento in poi il loro inarrestabiledeclino.

A.D.

Il percorso prende il via dal centro di Milas.Si parte da questa città dell’antica Caria esi continua verso nord, nell’antica Ionia.Dopo aver visitato il centro di Milas e la cit-tadella di Beçin, si prende la statale D. 525in direzione nord. Dopo aver superato il trat-to collinare a sud del lago di Bafa, si giun-ge alla pianura di Söke, formatasi nei seco-li con gli straripamenti del fiume Meandro

(Büyük Menderes). Giunti a Söke, si puòdecidere dove pernottare: si può scegliereSelçuk, punto di partenza per il prossimopercorso, oppure Kus adası, vivace città dimare. Chi decide di proseguire per Selçuk,può fare una sosta nella cittadina di Ortak-lar e gustare, in una delle numerose tratto-rie, le specialità del luogo, çöp s is (spiedi-ni di carne di agnello cotti alla griglia) eayran oppure izgara sucuk, tipica salsicciaturca in carne di manzo o pecora, cotta allagriglia. Chi usa i mezzi pubblici non riuscirà a termi-nare la visita in un giorno. In Turchia si dispo-ne di un buon sistema di collegamento solo trale città. Da Milas si può raggiungere Beçin coni dolmus che partono dalla stazione degli auto-bus. Il caravanserraglio di Bafa, situato sullastatale Milas-Söke, è difficilmente raggiungi-bile da chi usa i mezzi pubblici. Per giungerea Balat si deve andare alla stazione degli auto-bus di Söke e prendere un dolmus per Balat oDidim. Sulla strada, che si snoda lungo la pia-nura di Söke, nel periodo del raccolto (settem-bre-ottobre), si deve fare molta attenzione aitrattori carichi di cotone.

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Mometa d’argentoconiata sotto AhmetGazi (1359-91),Collezione Üstün Erek.

I.1.a. Grande Moschea (Ulu Cami)

Hoca Bedrettin Mahallesi, I·nönü Caddesi,Milas

Il famoso emiro menteseide Ahmet Gazi,che governò tra il 1359 e il 1391, avevaereditato una parte dell’emirato suddivi-so, alla morte di suo padre, fra i fratelli.Il periodo di governo di Ahmet Gazi, unodei più lunghi tra i regni dei bey mente-seidi, fu di grande splendore. Alcuni degliedifici fatti costruire da Ahmet Gazi aBeçin, Milas, Balat, Fethiye e Çine, sonoancora in buono stato. Tra questi c’è la Grande Moschea diMilas, completamente restaurata direcente e riaperta al culto, situata in unbel giardino. La muratura è in mattoni epietre di spoglio, tra le quali sono di note-vole interesse quelle recanti iscrizioni eantiche decorazioni.

I.1 MI·LAS

L’antica Mylasa era stata capitale dellaCaria fino a quando il satrapo persianoMausolo, nel IV secolo a. C., conferì que-sta carica ad Alicarnasso (oggi Bodrum).Per le buone relazioni intessute con laPersia, Mausolo fu in grado di governaresu quest’area senza ostacoli. Della suatomba monumentale, fatta costruire dasua moglie e considerata una delle settemeraviglie del mondo, rimangono solo lefondamenta. Milas conservò la sua impor-tanza anche durante il periodo ellenisti-co, grazie al centro religioso di Labranda,situato 13 km a est della città. L’imperoromano ne fece un importante centroamministrativo mentre si hanno pochenotizie sulle vicende della Milas bizanti-na. La città riguadagnò splendore con lafondazione dell’emirato menteseide.

Particolare dellaGrande Moschea,1378, Milas.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Milas

Oltre all’ingresso principale, posto al cen-tro della facciata nord, questa moschea èprovvista di due ingressi laterali, rispetti-vamente sulla facciata est e ovest. A destradel portale sulla facciata nord è situata unascala costruita per permettere l’accesso altetto da cui viene recitata la preghiera(ezan). L’iscrizione in arabo posta sopral’entrata riporta la data di completamen-to della moschea: ottobre 1378. Unaseconda iscrizione sulla parte alta dell’in-gresso occidentale, in ottomano, è lo sta-tuto del waqf, del 1904. Gli architravidella porta e la varietà di materiali dicopertura della parte superiore dimo-strano che è stata restaurata in vari perio-di. I contrafforti, piuttosto massicci, visi-bili su tutte le facciate, sono stati aggiuntipiù tardi. Lo schema della pianta e della coperturadella Grande Moschea di Milas riprendequello della tradizione selgiuchide. Comele moschee a pianta basilicale del perio-do selgiuchide, le navate si sviluppanoperpendicolarmente al muro della qiblae sono coperte da differenti tipi di volta,mentre la campata davanti al mihrab sidistingue per la cupola più elevata. Il min-bar marmoreo fu completamente rifattonel 1879 e vi fu copiata sopra l’iscrizio-ne dell’antico minbar, datata ottobre1380.

R.H.Ü.

I.1.b. Moschea di Firuz Bey

Firuz Pasa mahallesi, Kısla Caddesi, Milas.

Questa moschea è situata al centro della

città, all’interno di un grande cortile. Lecelle della madrasa sulla parte occidentaledella corte hanno perso le loro caratteri-stiche in seguito a un restauro e le sepol-ture un tempo nel cortile della moscheasono state rimosse e trasferite in un altrocimitero nel 1930. L’edificio, completa-to nel 1396, è stato restaurato di recentee riaperto al culto. Tutti i lati esterni sonorivestiti in marmo a venature azzurre. Ilviaggiatore ottomano Evliya Çelebi scri-veva a questo proposito: “Per quel suo

Moschea di Firuz Bey,1396, Milas.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Milas

marmo azzurro i turchi la chiamano lamoschea celeste”. Le due fila di finestresono di notevole interesse dal momento

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Milas

che ognuna di esse presenta decorazionidiverse.Il minareto, che generalmente si innal-za su una propria base, al termine dellato dell’ingresso principale, qui poggiasulla sommità del muro della sala di pre-ghiera.Il portico antistante, notevole per la deco-razione dei suoi archi, per le balaustremarmoree lavorate a intreccio con deco-ri geometrici e per l’elegante portale, purpresentando cinque arcate conta solo trecampate, delle quali quella centrale è sor-montata da una cupola mentre le altre davolte a crociera. L’ornamentazione floreale visibile attor-no all’epigrafe al di sopra dell’entrata e aldi sotto della campata centrale del porti-co mostra uno stacco dalla tradizione sel-giuchide.Questa moschea, usata sia per il culto siacome ospizio, si presenta diversa rispettoad altre analoghe moschee polifunziona-li, perché ha i due tabhane all’estremità este ovest, come pure il cortile interno tra itabhane e la sala di preghiera, molto piùpiccoli del normale. Le eleganti cupolesono ricoperte da affreschi più tardi;ancora, di notevole interesse il mihrab, conle sue raffinate decorazioni, e il minbarmarmoreo, che presenta come unicomotivo decorativo una stella a sei punte.L’edificio è stato disegnato dall’architet-to Hasan ibn Abdullah, le decorazioni ese-guite da un maestro di nome Musa ibnAdil.

R.H.Ü.

Moschea di Firuz Bey,facciata meridionale,1396, Milas.

Moschea di Firuz Bey,mihrab, 1396, Milas.

Milas è una graziosa e vivace cittadina: ilmuseo, situato nella città vecchia ha unapiccola ma notevole collezione di repertiarcheologici. Belle pure le case ottomanecon i loro pittoreschi camini, la tombaGümüske di epoca romana, il mercato delmartedì.A Bodrum, l’antica Alicarnasso, a 50 chi-lometri da Milas, si trovano i resti del mau-soleo considerato uno delle sette meravigliedel mondo. Nel XII secolo i cavalieri di SanGiovanni ne usarono le pietre per costruirela fortezza di San Pietro che adesso ospitail museo di archeologia sottomarina, famo-so in tutto il mondo. Bodrum è un’amenalocalità marittima dove in estate vengono atrascorrere le loro vacanze turisti turchi estranieri.

A 4 Km di distanza dal centro, a sud di Milas,Beçin può essere raggiunta con uno dei dolmusche partono dalla stazione degli autobus o dalcentro della città.

I.2 BEÇIN

La cittadella di Beçin, sulla sommità diun altopiano, sull’orlo della pianura diMilas, a duecento metri di altezza sullivello della pianura, si innalza su uncurioso picco roccioso che sembra quasiuna corona posta sul capo della cittàmoderna. Le rovine che si trovano suipendii e le coste a nord si pensa appar-tengano ad antiche necropoli. I resti difondamenta risalenti all’epoca ellenisti-ca, nella parte orientale della cittadella,e quelle di un tempio nell’angolo sudo-rientale delle mura (IV secolo a.C.) pro-vano che la cittadella esisteva già primadel periodo turco. La città di Beçin checadde in mano ai bey menteseidi alla finedel XIII secolo, doveva essere all’epoca uninsediamento molto piccolo, e le esiguedimensioni della cappella bizantina inrovina avvalorano questa tesi. Il celebre

Cittadella di Beçin.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Beçin

cui è fondata la città, non poteva esserecondotta l’acqua. Una parte delle mura, che disegnano unperimetro circolare, e che necessitereb-bero di un intervento di restauro, poggiaa meridione sulle fondamenta di un tem-pio arcaico che sebbene non sia ancorastato sufficientemente studiato, si pensafosse dedicato a Zeus. Le case fatiscenti esemidiroccate che si trovano all’internodella cittadella sono state abitate fino al1980 na di queste la più antica risale acirca un secolo fa. I resti di un hamamdatabile al XIV secolo, fanno pensare chel’insediamento all’interno della cittadel-la fosse iniziato piuttosto presto.

R.H.Ü.

I.2.b Büyük Hamam

Il viaggiatore ottomano Evliya Çelebi, chevisitò Beçin verso la metà del XVII secolo,non fa alcun riferimento alla presenza dihamam nella cittadina; tuttavia, essendotuttora visibili i ruderi di ben cinquehamam, si deve dedurre che a quei tempierano andati in rovina o quanto meno nonerano più funzionanti.Büyük Hamam (il bagno turco maggiore),in mezzo agli olivi, sulla destra della stra-da che conduce alla Madrasa di AhmetGazi, è uno degli edifici più interessanti diBeçin. Sebbene gran parte del tetto siacrollata, si sono conservate consistenti por-zioni delle pareti. L’ambiente rettangolarevoltato situato a nord è il deposito d’acquae all’esterno si può vedere l’arco dellabocca del forno dove veniva alimentato ilfuoco. La grande sala a est è il soyunmalık.

viaggiatore arabo Ibn Battuta, che lavisitò intorno al 1330, scrive che era“una città appena fondata, con nuovi edi-fici e nuove mosche”. Il fatto che la mag-gior parte delle rovine rimaste apparten-gano a edifici del periodo turco dimostrail rapido sviluppo che ebbe Beçin in quelperiodo. La città venne ornata di nuoviedifici soprattutto nel XIV secolo, quan-do conobbe un grande sviluppo econo-mico e demografico.

R.H.Ü.

I.2.a Cittadella

La strada svolta a destra di fronte alla scalache sale alla cittadella. Davanti ad essa sitrova una fontana che fu probabilmentecostruita in periodo menteseide e pocopiù in alto, sulla destra, la cisterna chegarantiva il rifornimento d’acqua alla for-tezza. Sebbene il terreno su cui si esten-dono le rovine di Beçin sia ricco di sor-genti e di pozzi, alla cittadella, situata 50metri più in alto rispetto all’altopiano su

Büyük hamam, XIV secolo, Beçin.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Beçin

Durante gli scavi si sono scoperte duefontane, una nel soyunmalık e l’altra nelılıklık.Una delle particolarità più interessantidi questo hamam è che lo spogliatoio hadue ingressi che danno sull’esterno,mentre negli altri bagni, per evitare ladispersione di calore, ve n’è sempre unosolo.Alcuni hamam erano costituiti di dueparti separate, destinate rispettivamen-te agli uomini e alle donne. In essi l’in-gresso per le donne si apriva su stradesecondarie poco frequentate in modo daconsentire l’entrata e l’uscita dal bagnosenza che le donne corressero il rischiodi essere importunate. Se si escludonoquesti esempi di doppio hamam, non esi-stevano hamam esclusivamente riservatialle donne, e solo uno o due giorni la set-timana era destinato soltanto a loro. Deidue ingressi del Büyük Hamam, quelloprincipale si apre su una strada a levan-te, mentre quello secondario, di piccoledimensioni e seminascosto, si apre sullastrada a ponente. Probabilmente, neigiorni assegnati alle donne, la portaprincipale veniva chiusa e le clientientravano e uscivano dalla porta secon-daria. Passando per il piccolo ambiente aovest si entra nel ılıklık, a nord di essosi trova il sıcaklık con tre iwan che con-feriscono alla pianta la forma di una T,mentre agli angoli vi sono i halvet.Tutto il pavimento si compone di gran-di blocchi marmorei di spoglio e lepareti presentano ancora tracce di into-naco.

R.H.Ü.

I.2.c Madrasa di Ahmet Gazi

Questa madrasa, voluta dal bey menteseideAhmet Gazi, è l’edificio del periodo men-teseide che si è meglio conservato. I lavo-ri di restauro, cominciati negli ultimi anni,sono ancora in corso. Sull’iscrizione inarabo posta sul portale si trova scritto chefu fatta costruire in data 1375 dal “GrandeAhmet Gazi, sultano delle coste”. L’appel-lativo “sultano delle coste” prova che glisforzi di stabilire l’egemonia sull’Egeo, inseguito intrapresi anche dagli emiri men-teseidi Mesut Bey e Orhan Bey, erano per-venuti ad una felice conclusione. L’appari-zione nell’architettura turca di elementistranieri si spiega con le influenze origina-tesi dall’intenso traffico commerciale conla Francia meridionale, l’Italia e le isoledell’Egeo. Sebbene infatti il portale abbiatutti gli elementi tradizionali dell’architet-tura selgiuchide, si riscontrano differenze

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Beçin

Büyük hamam,soyunmalık, XIV secolo,Beçin.

Delle due sepolture che si trovano all’in-terno dell’iwan principale, quella più vici-na al cortile è di Ahmet Gazi. L’altrasepoltura si suppone appartenga a unemiro menteseide, Sücaeddin I·lyas Bey. Gli abitanti del luogo, che le ritengonotombe di santi, vi si recano in preghieralasciandovi offerte.

R.H.Ü.

I.2.d Bey Hamam (opzione)

L’hamam è a circa 25 metri a nord dell’e-dificio a due piani situato a ovest dellamadrasa forse appartenente a un alto fun-zionario se non addirittura a un bey men-teseide. Probabilmente costruito all’iniziodel XV secolo, dista circa cento metri dalBüyük Hamam, che è invece databile allaseconda metà del XV secolo. Il fatto che il

nei dettagli. La porta principale, con le suenumerose cornici in rilievo, ricorda i por-tali gotici. L’iwan d’ingresso si trova oppo-sto a quello principale.La madrasa si compone di otto ambientiche si aprono su un cortile rettangolare;sono assenti i portici che generalmente siincontrano nelle altre madrasa. Le duegrandi stanze che si trovano ai lati del-l’iwan principale erano adibite ad aulescolastiche. In tutte le celle e nelle aule èpresente un caminetto.Ciascuna delle due figure di leone som-mariamente abbozzate sull’arco dell’iwanprincipale regge fra le zampe un’insegna.Sopra l’insegna sostenuta dal leone di sini-stra è scritto a caratteri arabi “AhmetGazi”. È noto che anche nel periodo sel-giuchide le figure di alcuni animali comeleoni e aquile stavano a simboleggiare ilsultano, ma non si ha notizia di altri casiin cui questi animali reggano un’insegna.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Beçin

Madrasa di AhmetGazi, 1375, Beçin.

Bey Hamamı si trovi molto vicino all’altroe ne rispecchi la forma, ha fatto ritenereche fosse un bagno privato. I resti delledecorazioni che si possono ancora vederesull’intonaco dovevano fare dell’hamam unedificio estremamente raffinato.Malgrado la parte superiore sia comple-tamente crollata, buona parte delle pare-ti resta ancora in piedi. Gli scavi hannoportato alla luce i resti delle fondamentadello spogliatoio.

R.H.Ü.

I.2.e Kızıl Han

Dall’altra parte della madrasa di Ahmet Gazi,nel centro della città, si trova la moschea diOrhan (1330-1331), la più grande di Beçin.La strada costeggia a sinistra la moschea diOrhan, oltrepassa un’altra fontana sulla destrae raggiunge il Kızıl Han.

Quando i turchi, alla fine del XII secolo,iniziarono a prendere possesso dell’Ana-tolia, che era attraversata da una delle piùimportanti vie della seta congiungentel’Europa alla Cina, si resero conto di quan-ti benefici materiali apportava questo tran-sito commerciale e presero degli accorgi-menti per incrementarlo. A questo scoposi costruirono numerosi caravanserragliche avrebbero garantito ai mercanti unasilo sicuro per la notte e, adiacenti adessi, i mercati. Quando nel XV secolo gliottomani conquistarono l’Anatolia nor-doccidentale, succedendo ai governi degliemirati che per tutto il XIV secolo si eranofatti guerra tra loro, la sicurezza nellaregione aumentò considerevolmente e diconseguenza anche il commercio si fecepiù florido. Questo è il motivo per cui iprimi han nella zona, a Bergama, Mene-men e Tire risalgono al XV secolo.I han dell’Anatolia occidentale non sonoimponenti e vistosi come quelli selgiuchidi

Kızıl Han, XV secolo,Beçin.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Beçin

I.3 ÇAMI·CI·

I.3.a Bafa han (opzione)

Si sa che il han di Bafa, dopo aver servitoun traffico piuttosto intenso tra la cittàportuale di Balat (Mileto) e la capitaleBeçin durante il governo dell’emiratomenteseide, perse pian piano di impor-tanza quando l’emirato venne sconfitto,ma si mantenne comunque funzionanteancora per un lungo periodo. Il viaggia-tore Evliya Çelebi, che visitò Balat attor-no al 1670, ci informa che in questa cittàerano attivi i commerci marittimi. Il han si trovava sulla via carovaniera chepassava per Balat, Milas e Beçin. Il porta-le di questo han, dalla pianta rettangola-re, è rivolto sulla strada nazionale che glipassa proprio davanti.Più interessante del han, molto semplicenella sua struttura, e che si ritiene sia

e anche i due han di Beçin, conservatisi soloparzialmente, sono edifici piuttosto sobri.Questo caravanserraglio è un edificio a duepiani di cui rimangono solo le pareti, men-tre i soffitti sono andati completamentedistrutti. Lo schema somiglia molto a quel-lo del caravanserraglio di Dög *er (Dög *erKervansarayı), nei dintorni di Afyon. Ilpiano inferiore era costituito da un soloambiente rettangolare, la stalla degli ani-mali da soma, e una parte dei viaggiatoripassava la notte in questo ambiente, insie-me agli animali. A sinistra della porta d’in-gresso una scala, di cui sono ancora visibi-li i resti, conduceva al piano superiore dovec’erano due stanze in cui una parte deiviaggiatori poteva pernottare.

R.H.Ü.

Sulla statale Söke-Milas (D.525), nellaprovincia di Aydın-Mug *la, circa 40 Km daMilas.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Çamiçi

Kızıl Han, resti didecorazione dellavolta, XV secolo, Beçin.

potrebbe essere utilizzata ancor oggi con unsemplice intervento di restauro.

R.H.Ü.

La statale Milas-Söke (D.525) corre lungola riva meridionale del lago Bafa, oggi parconaturale nazionale. Sulla sponda nord dellago si trovano delle ripide formazioni roc-ciose (le montagne di Bes Parmak) che nel-l’insieme offrono una vista affascinante.Prima di arrivare al lago, voltando a nord aPınarcık, si possono raggiungere i resti del-l’antica città di Heraklea Latmus (oggiKapıkırı).Balat è il nome turco dell’antica città diMileto. Per giungere a Mileto da Milas sideve percorrere la nazionale D.525 versoovest, poi voltare al km 55 in direzione Akkö;usando i trasporti pubblici ci si deve recare aSöke e prendere un dolmush per Balat.

stato costruito nel XIV secolo, è la cister-na contigua. Nella zona rurale di Mug *la,piuttosto arida, sono presenti moltecisterne dal momento che il territorio,pur non disponendo di ricche risorse idri-che naturali, è il secondo, per piovosità,in Turchia. Queste cisterne venivanocostruite per conservare l’acqua piovanache si riversava abbondante nei mesi del-l’autunno, dell’inverno e della primaverain modo da poterla utilizzare nei mesiestivi. Così le carovane che arrivavano alcaravanserraglio potevano sempre trova-re acqua in abbondanza.Al fine di raccogliere acqua nella cisterna, suilati lunghi del caravanserraglio, al livello dellegrondaie, furono ricavati canaletti di scoloattraverso i quali scorreva l’acqua piovana deltetto che veniva così convogliata verso ilcorpo cilindrico della cisterna. La cisterna

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Çamiçi

Kızıl Han, XV secolo,Beçin.

I resti del complesso monumentale di I·lyasBey, inserito nel percorso, si trovano tra lerovine di questa splendida città del mondoantico.

I.4 BALAT

L’antica città di Mileto, su cui è fondataBalat, fu una delle più importanti cittàdella Ionia ed era stata costruita sulla peni-sola dove il fiume Meandro (oggi BüyükMenderes) sfociava in mare. Oggi, a causadei detriti depositati dal fiume, si trova a9 km di distanza dalla costa. La città, con-cepita secondo lo schema ad assi ortogo-nali dell’urbanista Ippodamo da Mileto,resa ricca dalle sue colonie nel Mediterra-neo e sul Mar Nero, aveva raggiunto una

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posizione di assoluto prestigio nel mondoIonio. Patria di filosofi famosi come Tale-te, Anassimene e Anassimandro, architet-ti come Ippodamo e Isidoro (che costruìSanta Sofia a Costantinopoli nel VI secolod.C.), aveva cercato di conservare la suaposizione predominante anche durante ilperiodo romano, ma la sua decadenza ini-ziò quando il porto, in seguito al deposi-tarsi dei detriti alluvionali, si trasformò inuna palude arrestando in questo modo iltraffico commerciale. Durante l’epocabizantina sul luogo dove si trovava il tea-tro fu costruita una fortezza. Infatti ilnome turco di Balat deriva dal greco “Pala-tia” che significa fortezza.Nell’ultimo decennio del XIV secolo l’e-mirato menteseide fu annesso al territorioottomano. Nel 1402, nel corso della bat-taglia di Ankara, combattuta tra il sultanoottomano Beyazit I e Tamerlano, I·lyas Bey,

PERCORSO I Il sultano delle coste

Balat

Complesso di I·lyas Bey,1404, Balat.

della famiglia menteseide, si schierò conTamerlano. Una volta che Beyazit I fu fattoprigioniero e Tamerlano decise di restitui-re il potere agli emiri spodestati, I·lyas Beyrisalì sul trono del restaurato emirato men-teseide. La capitale del nuovo regno fu tut-tavia spostata da Beçin a Balat che ben pre-sto divenne un florido centro commercialespecializzato soprattutto nella produzionedella cera d’ape, del miele, del sesamo,dello zafferano e dei tappeti; da qui siesportava inoltre il grano alle isole di Ciproe di Rodi. La città fu completamenteabbandonata a partire dal XIX secolo.

Per raggiungere gli edifici che ci interessanosi prosegue sulla strada che va alle rovine diMileto (passando dalle Terme di Faustina).Continuando sulla strada che va dall’ingres-so al villaggio di Balat, dopo circa 200 m.si prende la strada che devia a sinistra. I visi-tatori che arrivano in macchina, devono par-cheggiarla all’ingresso.

I.4.a Complesso di I·lyas Bey

Il viottolo dalla strada principale e quellodalle Terme di Faustina costeggiando ilcimitero raggiungono la parte occidenta-le dell’hamam. Attraverso un’aperturanelle mura moderne si raggiunge il corti-le esterno. Superate le tombe, si arrivaall’entrata della corte interna, condivisadalla moschea e dalla madrasa. L’ingressoprincipale al complesso sembra esserel’accesso a est, che si congiunge attraver-so un vialetto ad un altro ingresso nel-l’angolo nordorientale della corte inter-na. Si vede inoltre una struttura chesembra una torre a ovest del cortile ester-no, nascosta sotto un grande albero die-tro il muro. Avvicinandosi all’entrata dellacorte interna, la parte d’edificio visibilea sinistra, priva di finestre e sormontatada una cupola, è il dershane della madrasa;la grande cupola più distante è quelladella moschea.

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Balat

Hamam di I·lyas Bey,particolare delladecorazione del halvetinizi XV secolo, Balat.

città vicine risalenti allo stesso periodo,l’uso dei rivestimenti marmorei per ladecorazione delle facciate è spiegabile siaper l’abbondanza di materiale di spogliodelle rovine antiche, sia per il gusto archi-tettonico di quel periodo, analogo a quel-lo italiano. Interessanti sono le ricchedecorazioni in pietra colorata sulle corni-ci delle finestre disposte in doppia filasulle facciate di ovest, est e sud.Il disegno del monumentale portale dellafacciata a nord si stacca dalla tradizioneselgiuchide, perpetuatasi anche nell’epo-ca degli emirati. Due dei tre archi cheformano il portale, riccamente decorati,sono chiusi da lastre di marmo lavorate aintreccio. Secondo l’iscrizione in arabo,posta sull’arco centrale, l’edificio sareb-be stato fatto costruire dal menteseideI·lyas ibn Mehmet e sarebbe stato comple-tato a metà del 1404. I muri che sorreg-gono la grande cupola di 14 metri di dia-metro che copre la sala di preghieraquadrata sono spessi più di 2 metri.Rare e pregevoli le decorazioni dellelunette sopra la fila più bassa di finestre,fatte di inserti di pietre colorate e motivicalligrafici. Il mihrab di marmo, alto 7metri e largo più di 5, presenta anch’es-so ricchissime decorazioni. Oggi non esi-ste più il minareto che, costruito sull’an-golo nordoccidentale della sala dipreghiera, era raggiungibile tramite unascala interna alle mura.

Madrasa di I·lyas Bey

Le celle che circondano il cortile dellamoschea a est, ovest e nord, hanno diver-se dimensioni e questi squilibri in qualche

Moschea di I·lyas Bey

La moschea di I·lyas Bey non ha elementiparticolarmente degni di nota dal puntodi vista architettonico, ma colpisce per laraffinatezza della lavorazione dei marmi eper i ricchi decori. I muri esterni sonorivestiti di marmi provenienti dalle rovi-ne di Mileto. Come si vede nella moscheadi Firuz Bey a Milas e nella moschea di I·saBey a Selçuk, come pure in altri edifici di

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PERCORSO I Il sultano delle coste

Balat

Hamam di I·lyas Bey,sıcaklık, inizi XV

secolo, Balat.

modo contrastano con la finezza dei det-tagli architettonici della moschea. Lamadrasa deve essere stata costruita dopola moschea. Il piccolo ambiente copertoda una cupola di fronte alla moscheadoveva essere il dershane. Gli scavi con-dotti negli ultimi anni hanno portato allaluce le fondamenta di un’altra madrasa,contigua alle celle nella parte occidenta-le del cortile. Questa seconda madrasa èsenza dubbio posteriore.

Hamam

Si pensa che anche i due hamam, posti difronte alla moschea di I·lyas Bey, siano stativoluti da I·lyas. Non si sa però il motivoper cui siano stati costruiti tanto vicini, asoli 2 metri di distanza l’uno dall’altro. Lefonti riportano che nella costruzione diqualunque complesso di edifici l’hamamveniva eretto prima delle altre costruzio-ni per permettere agli operai del cantiere

di lavarsi: quello più piccolo tra i due siritiene che possa essere pertanto quelloriservato ai muratori. In seguito si dovet-te forse constatare che era troppo piccoloper soddisfare le richieste e accanto ne fuimmediatamente costruito un altro. Si puòsupporre che alla fine della costruzione ilpiù grande fosse riservato agli uomini e ilpiù piccolo alle donne. Nel Büyük Hamam l’ambiente rettango-lare con volta a ovest è il serbatoio d’ac-qua. L’ingresso al soyunmalık, completa-mente in rovina, si trova a nordest.Passando attraverso il piccolo ambientenell’angolo a nordest si raggiunge unapiccola stanza, l’ılıklık, confinante con unaltro piccolo ambiente a sud (forse il tra-slık )e uno analogo a nord. La grande salaa ovest è il sıcaklık a forma di T e provvi-sto di due halvet agli angoli. Sulle paretisono ancora visibili tracce di decorazioniin gesso realizzate con uno stampo.

R.H.Ü.

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sorgevano le celle degli studenti. Questoschema influenzò anche le madrasacostruite in Anatolia. In tutte le madrasaerette in quel periodo e giunte fino ainostri giorni troviamo il cortile, l’iwan,un dershane e le celle degli studenti. Inalcune madrasa esistono anche altre strut-ture architettoniche, come una piccolamoschea (mescit), un mausoleo, una fon-tana per le abluzioni o un minareto. Nellemadrasa costruite nel periodo degli emi-rati non troviamo sempre applicata lastessa planimetria, e spesso si presentanodisposizioni diverse dei vari ambienti.Le madrasa fatte costruire da funzionaristatali o da personaggi facoltosi non erano

Studenti dellamadrasa, CodexVindobonensis, 8626,ÖsterreichischesNationalbibliothek,Vienna.

La madrasa (medrese in turco) è un’istitu-zione educativa che nasce nei paesi isla-mici. In principio vennero usati come luo-ghi di insegnamento le moschee al di fuoridegli orari delle funzioni religiose. In que-sti casi l’istruzione non andava oltre lateologia e la memorizzazione del Corano.Più tardi ci si rese conto che le moschee,essendo luoghi di culto, non erano adattecome scuola e gli hoca (maestri) iniziaro-no a tenere in casa le proprie lezioni.Le prime tracce di edifici chiamati madra-sa risalgono al X secolo e si trovano nelKhorasan e nella Transoxiana. Questi edi-fici si sviluppavano intorno a un cortile,su ogni lato si trovava un iwan e tra di essi

IL SISTEMA EDUCATIVO DELLA MADRASA

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amministrate dallo stato che, di conseguen-za, non provvedeva né al sostentamentodegli studenti, né agli stipendi di chi vi lavo-rava, né alla manutenzione di questi edifici.Per questo motivo chi le faceva costruirealla sua morte lasciava parte dei propi beni,sufficienti a garantire delle entrate chepotessero finanziarla, ad una fondazione chese ne occupasse. Il risultato fu che ognimadrasa era appartenente a un waqf.Non vi era un accordo tra le varie madra-sa per il programma ed il calendario sco-lastico, per le ore di lezione e per i gior-ni di vacanza. Il tipo di insegnamento chevi si teneva era ricordato dal loro stessonome: le madrasa in cui si studiavano idetti del profeta (hadis) si chiamavano“Darülhadis”; quelle in cui si memorizza-va il Corano “Darülhuffaz” o “Darülkura”;quelle dove si studiava medicina“Darrütıp”. Gli insegnanti delle madrasa sichiamavano müdderris. In ogni madrasa c’e-rano diversi “muid”, coloro, cioé, chefacevano ripetere le lezioni impartite aglistudenti dai müdderris o che li sosteneva-no nello studio; vi erano inoltre un servi-tore, un addetto alle pulizie, un bibliote-cario e un impiegato preposto acontrollare la frequenza degli studenti e amettere a conoscenza delle assenze il con-siglio di amministrazione del waqf. La

qualità dell’insegnamento impartito nellamadrasa si può valutare prendendo in con-siderazione gli stipendi corrisposti ai pro-fessori.Una madrasa aveva in media dai 20 ai 40 stu-denti. Solo le madrasa costruite dai sultaniottomani prendevano tanti studenti quanteerano le celle di cui erano fornite. Oltre aprovvedere a tutti i loro bisogni veniva datoagli studenti anche un piccolo stipendio.

Y.D.

A 20 km a sud di Balat si trova il tempio diApollo a Dydima, che nonostante lo stato diabbandono in cui si trova, conserva tutta lasua magnificenza. Il tempio si trova a 5 kmdalle spiagge di Didim e Altınkum.A 16 km a nord di Balat, sulla nazionaleBalat-Söke, si trova Priene la cui architettu-ra affascinerà i visitatori.A 30 km a sud di Kusadasi si trova il parconazionale di Dilek Yarımadasi, dove sonoprotetti molti generi di piante e animali, unaltro prezioso angolo di questo territoriomeritevole di una visita.Il delta del fiume Büyük Menderes, parte delparco nazionale, può essere visitato dirigen-dosi verso nord dal villaggio di Tuzburgazı;anche l’antico villaggio di Dog*anbey meritauna visita.