10 Internazionalizzazione & Localizzazione Lunedì 25 febbraio … · 2013. 2. 21. · 4. fare...

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IL PROGRAMMA DI PROMOZIONE Ha avuto inizio con la campagna cerasicola 2012 il Progetto Ciliegia delle Terre di Bari, programma di promozione dedicato ad un importante prodotto del settore agroa- limentare pugliese, la ciliegia. Il progetto di marketing territoriale ha messo in moto i meccanismi della filie- ra corta e ha coinvolto l’intero comparto cerasico- lo per la realizzazione di diverse attività promozionali e di valorizzazione, sia a livello locale che nazionale. Il progetto di promozione è nato innanzitutto perché emergessero le capacità produttive della Puglia, infatti se l’Italia è il primo produttore di ciliegie in Europa e il quarto nel mondo molto lo si deve alla nostra Regione. La Puglia è il principale bacino italiano con una produzione che supera il 40% di tutte le ciliegie prodotte a livello naziona- le, ma le attuali dinamiche di mercato certamente non fanno emergere l’importante dato produttivo regionale. Per tale motivo fra i primi obiettivi che il progetto ha voluto raggiungere vi sono stati: 1. dare nuova dignità all’aspetto produttivo e territoriale della ci- liegia di Puglia 2. portare il prodotto direttamente dai luoghi di produzione alle grandi catene distributive, ridando importanza strategica all’impren- ditore agricolo e sfruttando i meccanismi della filiera corta a vantaggio degli imprenditori locali e dei consumatori finali 3. interloquire in modo innovativo con la Grande Distribuzione Organizzata, che allo stato attuale detiene l’80% delle quote di mercato 4. fare cultura di prodotto presso i punti vendita della GDO, le Isti- tuzioni scolastiche e i luoghi di aggregazione turistica locale. La campagna promozionale ha avuto la durata di quattro settimane ed ha coin- volto perciò i produttori locali, la Grande Distribuzione Organizzata, le Istituzioni scolastiche, i dettaglianti e le strutture turistico-ricettive locali, attivando attività promozionali volte a valorizzare in ma- niera congiunta prodotto e territorio. Un percorso innovativo e forse ambizio- so che ha raggiunto il suo successo gra- zie anche alla capacità che hanno avuto tutti gli attori del tessuto economico-so- ciale nell’unirsi per rilanciare i protago- nisti del nostro territorio: l’agricoltura e gli agricoltori. LA CILIEGIA E IL TURISMO Un altro tassello importante del piano di comunicazione del progetto è stata la distribuzione di materiale promo- zionale, accompagnato da una lettera del Direttore tecnico che spiegava lo scopo di tale attività, anche presso le strutture turistico-ricettive locali. Previa mappatura delle stesse è stata realiz- zata la consegna di cartelli vetrina, bro- chure e cassettine con prodotto presso ristoranti, alberghi e bed and breakfast. Questo materiale che illustrava il pro- getto, posizionato presso le strutture, ha consentito di sfruttare i tempi di at- tesa dei turisti per promuovere il pro- dotto cerasicolo insieme al territorio di produzione dello stesso. LA CILIEGIA A SCUOLA Il piano di comunicazione del progetto di promozione della “Ciliegia delle terre di Bari” ha previsto anche momenti formativi negli Istituti scolastici per tramandare l’amore per il nostro “oro rosso” e per fare cultura di prodot- to cominciando dalle nuove generazioni. L’iniziativa Merenda Sana nasce con questi obiettivi. Sono state scelte alcune giornate in cui la pausa merenda a scuo- la è diventata per i bambini un modo per conoscere e per gustare le nostre ciliegie appena raccolte. Per la realizzazione di questa attività sono stati utilizzati i seguenti supporti: 1. circolare informativa distribuita a tutti i docenti con materiale e informazioni utili per organizzare una lezione pre- liminare che riguardasse la Ciliegia (descrizione del Progetto, del territorio, degli aspetti qualitativi e di salubrità delle ciliegie, curio- sità) 2. flyer con descrizione dell’ini- ziativa e autorizzazione alla de- gustazione, che ogni genitore doveva firmare perché il proprio figlio potesse partecipare a Me- renda Sana 3. bicchiere monodose a marchio Ciliegia delle Terre di Bari 4. brochure informativa UNA NUOVA OP Il successo del progetto Ciliegia delle Terre di Bari è misurabile anche nei termini in cui è stato leva per la realizzazione dell’Orga- nizzazione di Produttori – OP ARCA FRUIT Società Cooperativa. Infatti, i buoni risultati ottenuti delle attività commerciali e promozionali hanno costituito l’humus per la strutturazione della più importante Or- ganizzazione di Produttori della Provincia di Bari. In termini operativi il riconoscimento di un’organizzazione di produttori ortofrutticoli per- mette, fra l’altro, il finanziamento del cosiddetto PIANO OPERATIVO, ovvero il finanziamento di un piano annuale di azioni che riguardano gli investimenti strutturali delle aziende associate. Il che significa ammo- dernamento costante e continuativo nel tempo delle imprese agricole aderenti. Con Determinazione Dirigenziale n. 200, il 07 Dicembre 2012 ARCA FRUIT Soc. Coop. è stata riconosciuta come Organizzazione di Produt- tori Ortofrutticoli ai sensi del reg. CE 1234/2007. Il volume economico sviluppato con la commercializzazione è circa 9.000.000,00 euro con un Piano Operativo annuale pressoché vicino ad euro 800.000,00. MISSION DELLA OP ARCA FRUIT pianificare e adeguare la produzione alla domanda, sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo promuovere la concentrazione dell’offerta fa- vorire l’immissione sul mercato della produzione dei soci, ottimizzando i costi di produzione e puntando ad una sempre maggiore solidità dei prezzi alla vendita migliorare la qualità dei prodotti frutticoli, insieme a trasparenza e regolarità dei rapporti economici con i soci promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione innovative. La ciliegia L’Italia è il primo produttore di ciliegie in Europa e il quarto nel mondo, con una produzio- ne diffusa in numerose aree dell’intero territorio nazionale. In questo contesto la Puglia è il principale bacino italiano di produzione, con una superficie coltivata che supera i 17.000 Ha e che rappresenta il 40% di tutte le ciliegie prodotte in Italia. La cerasicoltura pugliese è quasi esclusivamente incentrata in due zone della Terra di Bari: la prima nel sud-est barese (Conversano, Turi, Sammichele, Acquaviva, Putignano, Gioia del Colle) e la seconda nel nord-barese (Bisceglie, Trani, Corato, Ruvo, Terlizzi). Dalla Puglia dei Trulli e delle Grotte a Castel del Monte, il territorio a partire dai primi giorni di marzo cambia completamente veste: comincia la fioritura degli alberi di ciliegio. Tra fioritura e raccolta passa un periodo talmente breve che la ciliegia di Puglia non deve essere soggetta a trattamenti con fitofarmaci. È per questo motivo che la ciliegia delle terre di Bari, oltre ad essere gustosa e dal colore brillante, è sana. È inoltre ricca di vi- tamine, sali minerali, carotenoidi e polifenoli, sostanze che conferiscono il caratteristico colore rosso e svolgono un’elevata azione antiossidante, bloccando i processi attivati dai radicali liberi, tra cui l’invecchiamento della pelle. Oltre al riconoscimento di marchio “Prodotti di qualità di Puglia”, è recente anche il rico- noscimento UE alla IGP “Ciliegia Terra di Bari”. Uva da tavola L’uva da tavola di questi territori situati tra la collina e il mare matura in un ecosistema unico per il clima e il suolo, ha aci- ni brillanti, dolci e croccanti, scelti per grandezza e qualità superiore. La base carsica del suolo e la roccia calcarea frantumata che arricchisce il già terreno fertile producono un’uva dolce. A ciò si aggiunge una umidità costantemente autoregolata che rende l’uva più croccante. Inoltre la tempe- ratura mite e la brezza marina favoriscono la limpidezza dei grappoli. La puglia produce il 70% dell’uva da tavola nazionale di cui la provincia di Bari è la prima seguita da Taranto. L’occupazione sviluppa circa 2,5 milioni di giornate annue dando un grande contributo socio-economico al territorio. Inoltre la filiera dell’uva da tavola, presente in Puglia da più di 100 anni, è diventata un elemento connotante del paesaggio e parte di una cultura che ha interesse a preservare l’integrità dei terreni. Infatti l’uva da tavola è coltivata con i metodi di produzione inte- grata e biologica: le certificazioni di qualità garantiscono al consumatore la genuinità del prodotto. Questo ha consentito di ottenere il marchio di qualità IGP “Uva di Puglia” e an- cor più recentemente la tutela temporanea al marchio comunitario IGP “Uva di Puglia”. Alimento completo grazie ai suoi componenti preziosi, garantisce una corretta e sana alimentazione, in particolare per bambini ed anziani: contiene infatti proteine, glucidi, vitamine A e C, calcio, potassio. L’uva da tavola è apprezzabile anche in funzione terapeutica nelle affezioni degli organi digerenti, nelle convalescenze da malattie infettive e svolge azione stimolante sul fegato e sulla digestione. La varietà più diffusa è ancora oggi la cultivar “Italia” bianca, con il caratteristico aroma di “moscato”; seguono la “Victoria” bianca, “Red Globe” rosa, “Michele Palieri” nera e le varietà senza semi “Sugraone” bianca e “Crimson” rosa. Ortive La Puglia produce quasi un quinto delle ortive italiane, con una superficie che supera i 60 mila Ha, tra cui circa il 30% dei principali ortaggi e insalate. La maggior parte delle superfici globali investite ad ortive vengono utilizzate per la coltivazione delle produzioni in piena aria, ove spiccano soprattutto i pomodori da industria che ricoprono il 31% della superficie regionale investita a ortaggi. Seguono le produzioni, anche in serra, di carciofi (14%), insalata (10%), cavolfiori (9%), patate (8%), finocchi e broccoli. Rispetto al po- modoro da mensa sono presenti nicchie di produzione che offrono al mercato diverse tipologie: tondini a grappolo oppure a frutto singolo, pigmentati di verde, di rosso o di giallo, da consumarsi subito oppure destinate alla conservazione fino ai mesi invernali. La loro denominazione è spesso riconducibile a determinate località: pomodoro di Fa- sano, di Manduria, di Mola di Bari, di Barletta, di Melissano, di Trinitapoli. Tra i pomodori da industria, invece, va riconosciuto il merito al San Marzano di aver fatto conoscere il pomodoro italiano in tutto il mondo, soprattutto come prodotto trasformato in pelati. Il carciofo è stato da sempre considerato pianta medicinale per il valore terapeutico dei suoi principi attivi, che hanno azione diuretica, coleretica, tonica, eupeptica e stimolante gastro-intestinale. È una specie tipicamente mediterranea che richiede un clima mite e sufficientemente umido, per cui in Puglia il suo ciclo di coltivazione in piena aria è autunno-primaverile. Tra le insalate il territorio pugliese si distingue per la produzione di indivia e rucola. La fioritura della rucola nel Sud Italia avviene tra la primavera e l’autunno. La rucola non ha particolari esigenze di coltivazione, ma più il terreno è arido e più le foglie diventano piccanti e presentano una lamina spessa. Accanto a queste produzioni, abbiamo colture tipicamente pugliesi come i funghi car- doncelli e le cime di rapa. Il cardoncello è coltivato all’interno di serre non di elevata complessità. Di colore marroncino e polpa soda, il suo sapore gradevole e delicato con- sente la massima versatilità in cucina . Le cime di rapa invece sono la parte verde della Brassica campestre varietà Rapa. Albicocca Negli ultimi anni in Terra di Bari una nuova coltura, interpretata secondo i criteri della frutticoltura mo- derna e razionale, è stata introdotta su larga scala: l’albicocco. La coltivazione dell’albicocco sta così caratteriz- zando gli appezzamenti di terra rossa incastonati tra i bianchi muretti a secco che fanno da cornice agli impianti razionali e condotti con tecniche eco- logicamente sostenibili. Gli albicocchi crescono in terreni adagiati tra i 300 e 400 metri sul livello del mare, un terrazzo naturale che si sporge sulla costa adriatica. Ciò è stato possibile per la disponibilità di portinne- sti e di nuove varietà che ben si adattano alle caratteristiche pedoclimatiche della zona, esaltando la qualità dei frutti prodotti. Questa zona è particolarmente idonea ad ospitare produzioni a maturazione medio - tardiva . Inoltre le nuove varietà ca- ratterizzate da esteso sovra colore e brillantezza della buccia(blush), che rendono i frutti particolarmente attraenti. I portinnesti utilizzati sono i franchi di pesco delle varietà Missour e Montclar che rispetto a quelli tra- dizionali, assicurano una migliore pezzatura e colo- razione dei frutti, una livello maggiore di gradi Brix, qualità difficilmente raggiungibile in altri areali pro- duttivi. Le varietà maggiormente coltivate sono Kioto, Fara- lia, Fartolì, Farbaly, Farhial, Fardao e Farclo. La coltura dell’albicocco è in piena espansione ed in pochi anni in Puglia risultano coltivati 700 Ha (dati ISTAT 2011), con un trend ancora in ascesa per cen- tinaia di ettari che andranno a sostituire altrettante superfici una volte dedicate ad altre colture frutti- cole. La grande qualità delle produzioni è partico- larmente apprezzata nel Regno Unito, sui mercati scandinavi e del nord Europa, come pure nell’Europa dell’Est e nei Paesi del Golfo. Mandorla Il mandorlo è una coltura tipica delle regioni meridionali italiane e la Puglia detiene uno dei più ampi primati produttivi nazionali, coprendo oltre il 35% della produzio- ne. Nei territori dei Gal sono presenti diverse cultivar: La varietà “Filippo Cea” è caratterizzata da un frutto in guscio dal peso di 5 g, da un seme dal peso medio di 1,6 g con una percentuale di semi doppi o gemellari intorno al 30%. Per la sua pastosità è indicata per la preparazione di dolci a cui conferisce aroma intenso e piacevole e per la preparazione di latte di mandorla. È una varietà interessante per la sua fioritura tardiva (utile alle api), la resistenza ai freddi e la buona produttività. L’ottima interazio- ne con le caratteristiche climatiche dell’ambiente da origine ad un prodotto con caratteristiche or- ganolettiche di grande gradevolezza e di partico- lare aroma. Il mandorlo “Genco” è una varietà tradizionale pugliese, originaria della zona di Conversano si è poi largamente diffusa in tutta la regione. Il frutto, ovale, produce una mandorla grande e compres- sa che solo in pochi casi presenta semi doppi. L’epoca di fioritura è tardiva e buona la produt- tività. La cultivar “Tuono” invece, originaria della zona di Trinitapoli, risale alla prima metà dell’ottocen- to. I frutti portano un guscio semiduro con man- dorla grande e appuntita. Alta la resa in prodotto sgusciato e anche la produttività per ettaro. La fioritura è tardiva e per questo sfugge ai freddi più intensi. Fra le varietà più moderne la “Ferragnes” e la Supernova. La prima è una culti- var francese che ha superato con successo le prove di acclimatazione nell’Italia meridionale. La mandorla ha pezzatura media, guscio rugoso e semimedio con ca- ratteristiche qualitative buone, è molto usata nell’industria confettiera. La “Super- nova”, sempre di recente introduzione, ha fornito finora ottimi risultati produttivi e qualitativi. Il frutto si presenta uniforme, grande e pesante (1,6 g) e di buon sapore. Un aspetto qualitativo di importanza rilevante è il buon contenuto in tocoferolo. Questo importante componente della vitamina E, oltre ad espletare un’importante azione antiossidante nell’organismo umano, rallenta i processi di ossidazione degli acidi grassi insaturi, consentendo una migliore conservabilità nel tempo. La fioritura avviene solitamente in febbraio, mentre la raccolta in agosto/settembre mediante bacchiatura. I frutti raccolti vengono liberati dal mallo e posti ad asciu- gare affinché il contenuto di acqua sia inferiore al 7%. Tale procedimento assicura l’ottima conservazione del prodotto. 10 Internazionalizzazione & Localizzazione Eventi Lunedì 25 febbraio 2013 Internazionalizzazione & Localizzazione 11 Eventi Lunedì 25 febbraio 2013

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IL PROGRAMMA DI PROMOZIONEHa avuto inizio con la campagna cerasicola 2012 il Progetto Ciliegia delle Terre di Bari, programma di promozione dedicato ad un importante prodotto del settore agroa-limentare pugliese, la ciliegia. Il progetto di marketing territoriale ha messo in moto i meccanismi della fi lie-ra corta e ha coinvolto l’intero comparto cerasico-lo per la realizzazione di diverse attività promozionali e di valorizzazione, sia a livello locale che nazionale. Il progetto di promozione è nato innanzitutto perché emergessero le capacità produttive della Puglia, infatti se l’Italia è il primo produttore di ciliegie in Europa e il quarto nel mondo molto lo si deve alla nostra Regione. La Puglia è il principale bacino italiano con una produzione che supera il 40% di tutte le ciliegie prodotte a livello naziona-le, ma le attuali dinamiche di mercato certamente non fanno emergere l’importante datoproduttivo regionale. Per tale motivo fra i primi obiettivi che il progetto ha voluto raggiungere vi sono stati:1. dare nuova dignità all’aspetto produttivo e territoriale della ci-

liegia di Puglia2. portare il prodotto direttamente dai luoghi di produzione alle grandi

catene distributive, ridando importanza strategica all’impren-ditore agricolo e sfruttando i meccanismi della fi liera corta a vantaggio degli imprenditori locali e dei consumatori fi nali

3. interloquire in modo innovativo con la Grande Distribuzione Organizzata, che allo stato attuale detiene l’80% delle quote di mercato

4. fare cultura di prodotto presso i punti vendita della GDO, le Isti-tuzioni scolastiche e i luoghi di aggregazione turistica locale. La

campagna promozionale ha avuto la durata di quattro settimane ed ha coin-volto perciò i produttori locali, la Grande Distribuzione Organizzata, le Istituzioni scolastiche, i dettaglianti e le strutture turistico-ricettive locali, attivando attività promozionali volte a valorizzare in ma-niera congiunta prodotto e territorio. Un percorso innovativo e forse ambizio-so che ha raggiunto il suo successo gra-zie anche alla capacità che hanno avuto tutti gli attori del tessuto economico-so-ciale nell’unirsi per rilanciare i protago-nisti del nostro territorio: l’agricoltura e gli agricoltori.

LA CILIEGIA E IL TURISMOUn altro tassello importante del piano di comunicazione del progetto è stata la distribuzione di materiale promo-zionale, accompagnato da una lettera del Direttore tecnico che spiegava lo scopo di tale attività, anche presso le strutture turistico-ricettive locali. Previa mappatura delle stesse è stata realiz-zata la consegna di cartelli vetrina, bro-chure e cassettine con prodotto presso ristoranti, alberghi e bed and breakfast.Questo materiale che illustrava il pro-getto, posizionato presso le strutture, ha consentito di sfruttare i tempi di at-tesa dei turisti per promuovere il pro-dotto cerasicolo insieme al territorio di produzione dello stesso.

LA CILIEGIA A SCUOLAIl piano di comunicazione del progetto di promozione della

“Ciliegia delle terre di Bari” ha previsto anche momenti formativi negli Istituti scolastici per tramandare l’amore

per il nostro “oro rosso” e per fare cultura di prodot-to cominciando dalle nuove generazioni. L’iniziativa Merenda Sana nasce con questi obiettivi. Sono state scelte alcune giornate in cui la pausa merenda a scuo-la è diventata per i bambini un modo per conoscere e per gustare le nostre ciliegie appena raccolte.

Per la realizzazione di questa attività sono stati utilizzati i seguenti supporti:1. circolare informativa distribuita a tutti i docenti con

materiale e informazioni utili per organizzare una lezione pre-liminare che riguardasse la Ciliegia (descrizione del Progetto, del

territorio, degli aspetti qualitativi e di salubrità delle ciliegie, curio-sità)

2. fl yer con descrizione dell’ini-ziativa e autorizzazione alla de-gustazione, che ogni genitore doveva fi rmare perché il proprio fi glio potesse partecipare a Me-renda Sana

3. bicchiere monodose a marchio Ciliegia delle Terre di Bari

4. brochure informativa

UNA NUOVA OPIl successo del progetto Ciliegia delle Terre di Bari è misurabile anche nei termini in cui è stato leva per la realizzazione dell’Orga-nizzazione di Produttori – OP ARCA FRUIT Società Cooperativa. Infatti, i buoni risultati ottenuti delle attività commerciali e promozionali hanno costituito l’humus per la strutturazione della più importante Or-ganizzazione di Produttori della Provincia di Bari. In termini operativi il riconoscimento di un’organizzazione di produttori ortofrutticoli per-mette, fra l’altro, il fi nanziamento del cosiddetto PIANO OPERATIVO, ovvero il fi nanziamento di un piano annuale di azioni che riguardano gli investimenti strutturali delle aziende associate. Il che signifi ca ammo-dernamento costante e continuativo nel tempo delle imprese agricole aderenti.Con Determinazione Dirigenziale n. 200, il 07 Dicembre 2012 ARCA FRUIT Soc. Coop. è stata riconosciuta come Organizzazione di Produt-tori Ortofrutticoli ai sensi del reg. CE 1234/2007. Il volume economico sviluppato con la commercializzazione è circa 9.000.000,00 euro con un Piano Operativo annuale pressoché vicino ad euro 800.000,00.

MISSION DELLA OP ARCA FRUITpianifi care e adeguare la produzione alla domanda, sotto l’aspetto quantitativo e qualitativo promuovere la concentrazione dell’offerta fa-vorire l’immissione sul mercato della produzione dei soci, ottimizzando i costi di produzione e puntando ad una sempre maggiore solidità dei prezzi alla vendita migliorare la qualità dei prodotti frutticoli, insieme a trasparenza e regolarità dei rapporti economici con i soci promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione innovative.

La ciliegiaL’Italia è il primo produttore di ciliegie in Europa e il quarto nel mondo, con una produzio-ne diffusa in numerose aree dell’intero territorio nazionale. In questo contesto la Puglia è il principale bacino italiano di produzione, con una superfi cie coltivata che supera i 17.000 Ha e che rappresenta il 40% di tutte le ciliegie prodotte in Italia. La cerasicoltura pugliese è quasi esclusivamente incentrata in due zone della Terra di Bari: la prima nel sud-est barese (Conversano, Turi, Sammichele, Acquaviva, Putignano, Gioia del Colle) e la seconda nel nord-barese (Bisceglie, Trani, Corato, Ruvo, Terlizzi). Dalla Puglia dei Trulli e delle Grotte a Castel del Monte, il territorio a partire dai primi giorni di marzo cambia completamente veste: comincia la fi oritura degli alberi di ciliegio. Tra fi oritura e raccolta passa un periodo talmente breve che la ciliegia di Puglia non deve essere soggetta a trattamenti con fi tofarmaci. È per questo motivo che la ciliegia delle terre di Bari, oltre ad essere gustosa e dal colore brillante, è sana. È inoltre ricca di vi-tamine, sali minerali, carotenoidi e polifenoli, sostanze che conferiscono il caratteristico colore rosso e svolgono un’elevata azione antiossidante, bloccando i processi attivati dai radicali liberi, tra cui l’invecchiamento della pelle. Oltre al riconoscimento di marchio “Prodotti di qualità di Puglia”, è recente anche il rico-noscimento UE alla IGP “Ciliegia Terra di Bari”.

Uva da tavola L’uva da tavola di questi territori situati tra la collina e il mare matura in un ecosistema unico per il clima e il suolo, ha aci-ni brillanti, dolci e croccanti, scelti per grandezza e qualità superiore. La base carsica del suolo e la roccia calcarea frantumata che arricchisce il già terreno fertile producono un’uva dolce. A ciò si aggiunge una umidità costantemente autoregolata che rende l’uva più croccante. Inoltre la tempe-ratura mite e la brezza marina favoriscono la limpidezza dei grappoli. La puglia produce il 70% dell’uva da tavola nazionale di cui la provincia di Bari è la prima seguita da Taranto.L’occupazione sviluppa circa 2,5 milioni di giornate annue dando un grande contributo socio-economico al territorio. Inoltre la fi liera dell’uva da tavola, presente in Puglia da più di 100 anni, è diventata un elemento connotante del paesaggio e parte di una cultura che ha interesse a preservare l’integrità dei terreni. Infatti l’uva da tavola è coltivata con i metodi di produzione inte-grata e biologica: le certifi cazioni di qualità garantiscono al consumatore la genuinità del prodotto. Questo ha consentito di ottenere il marchio di qualità IGP “Uva di Puglia” e an-cor più recentemente la tutela temporanea al marchio comunitario IGP “Uva di Puglia”.Alimento completo grazie ai suoi componenti preziosi, garantisce una corretta e sana alimentazione, in particolare per bambini ed anziani: contiene infatti proteine, glucidi, vitamine A e C, calcio, potassio.L’uva da tavola è apprezzabile anche in funzione terapeutica nelle affezioni degli organi digerenti, nelle convalescenze da malattie infettive e svolge azione stimolante sul fegato e sulla digestione.La varietà più diffusa è ancora oggi la cultivar “Italia” bianca, con il caratteristico aroma di “moscato”; seguono la “Victoria” bianca, “Red Globe” rosa, “Michele Palieri” nera e le varietà senza semi “Sugraone” bianca e “Crimson” rosa.

OrtiveLa Puglia produce quasi un quinto delle ortive italiane, con una superfi cie che supera i 60 mila Ha, tra cui circa il 30% dei principali ortaggi e insalate. La maggior parte delle superfi ci globali investite ad ortive vengono utilizzate per la coltivazione delle produzioni in piena aria, ove spiccano soprattutto i pomodori da industria che ricoprono il 31% della superfi cie regionale investita a ortaggi. Seguono le produzioni, anche in serra, di carciofi (14%), insalata (10%), cavolfi ori (9%), patate (8%), fi nocchi e broccoli. Rispetto al po-modoro da mensa sono presenti nicchie di produzione che offrono al mercato diverse tipologie: tondini a grappolo oppure a frutto singolo, pigmentati di verde, di rosso o di giallo, da consumarsi subito oppure destinate alla conservazione fi no ai mesi invernali. La loro denominazione è spesso riconducibile a determinate località: pomodoro di Fa-sano, di Manduria, di Mola di Bari, di Barletta, di Melissano, di Trinitapoli. Tra i pomodori da industria, invece, va riconosciuto il merito al San Marzano di aver fatto conoscere il pomodoro italiano in tutto il mondo, soprattutto come prodotto trasformato in pelati.Il carciofo è stato da sempre considerato pianta medicinale per il valore terapeutico dei suoi principi attivi, che hanno azione diuretica, coleretica, tonica, eupeptica e stimolante gastro-intestinale. È una specie tipicamente mediterranea che richiede un clima mite e suffi cientemente umido, per cui in Puglia il suo ciclo di coltivazione in piena aria è autunno-primaverile. Tra le insalate il territorio pugliese si distingue per la produzione di indivia e rucola.La fi oritura della rucola nel Sud Italia avviene tra la primavera e l’autunno. La rucola non ha particolari esigenze di coltivazione, ma più il terreno è arido e più le foglie diventano piccanti e presentano una lamina spessa.Accanto a queste produzioni, abbiamo colture tipicamente pugliesi come i funghi car-doncelli e le cime di rapa. Il cardoncello è coltivato all’interno di serre non di elevata complessità. Di colore marroncino e polpa soda, il suo sapore gradevole e delicato con-sente la massima versatilità in cucina . Le cime di rapa invece sono la parte verde della Brassica campestre varietà Rapa.

AlbicoccaNegli ultimi anni in Terra di Bari una nuova coltura, interpretata secondo i criteri della frutticoltura mo-derna e razionale, è stata introdotta su larga scala: l’albicocco.La coltivazione dell’albicocco sta così caratteriz-zando gli appezzamenti di terra rossa incastonati tra i bianchi muretti a secco che fanno da cornice agli impianti razionali e condotti con tecniche eco-logicamente sostenibili. Gli albicocchi crescono in terreni adagiati tra i 300 e 400 metri sul livello del mare, un terrazzo naturale che si sporge sulla costa adriatica.Ciò è stato possibile per la disponibilità di portinne-sti e di nuove varietà che ben si adattano alle caratteristiche pedoclimatiche della zona, esaltando la qualità dei frutti prodotti. Questa zona è particolarmente idonea ad ospitare produzioni a maturazione medio - tardiva . Inoltre le nuove varietà ca-ratterizzate da esteso sovra colore e brillantezza della buccia(blush), che rendono

i frutti particolarmente attraenti.I portinnesti utilizzati sono i franchi di pesco delle varietà Missour e Montclar che rispetto a quelli tra-dizionali, assicurano una migliore pezzatura e colo-razione dei frutti, una livello maggiore di gradi Brix, qualità difficilmente raggiungibile in altri areali pro-duttivi.Le varietà maggiormente coltivate sono Kioto, Fara-lia, Fartolì, Farbaly, Farhial, Fardao e Farclo.La coltura dell’albicocco è in piena espansione ed in pochi anni in Puglia risultano coltivati 700 Ha (dati ISTAT 2011), con un trend ancora in ascesa per cen-tinaia di ettari che andranno a sostituire altrettante superfici una volte dedicate ad altre colture frutti-cole. La grande qualità delle produzioni è partico-larmente apprezzata nel Regno Unito, sui mercati scandinavi e del nord Europa, come pure nell’Europa dell’Est e nei Paesi del Golfo.

MandorlaIl mandorlo è una coltura tipica delle regioni meridionali italiane e la Puglia detiene uno dei più ampi primati produttivi nazionali, coprendo oltre il 35% della produzio-ne. Nei territori dei Gal sono presenti diverse cultivar: La varietà “Filippo Cea” è caratterizzata da un frutto in guscio dal peso di 5 g, da un seme dal peso medio di 1,6 g con una percentuale di semi doppi o gemellari intorno al 30%. Per la sua pastosità è indicata per la preparazione di dolci a cui conferisce aroma intenso e piacevole e per la preparazione di latte di mandorla. È una varietà interessante per la sua fioritura tardiva (utile alle api), la resistenza ai

freddi e la buona produttività. L’ottima interazio-ne con le caratteristiche climatiche dell’ambiente da origine ad un prodotto con caratteristiche or-ganolettiche di grande gradevolezza e di partico-lare aroma.Il mandorlo “Genco” è una varietà tradizionale pugliese, originaria della zona di Conversano si è poi largamente diffusa in tutta la regione. Il frutto, ovale, produce una mandorla grande e compres-sa che solo in pochi casi presenta semi doppi. L’epoca di fioritura è tardiva e buona la produt-tività. La cultivar “Tuono” invece, originaria della zona di Trinitapoli, risale alla prima metà dell’ottocen-to. I frutti portano un guscio semiduro con man-

dorla grande e appuntita. Alta la resa in prodotto sgusciato e anche la produttività per ettaro. La fioritura è tardiva e per questo sfugge ai freddi più intensi. Fra le varietà più moderne la “Ferragnes” e la Supernova. La prima è una culti-var francese che ha superato con successo le prove di acclimatazione nell’Italia meridionale. La mandorla ha pezzatura media, guscio rugoso e semimedio con ca-ratteristiche qualitative buone, è molto usata nell’industria confettiera. La “Super-nova”, sempre di recente introduzione, ha fornito finora ottimi risultati produttivi e qualitativi. Il frutto si presenta uniforme, grande e pesante (1,6 g) e di buon sapore.Un aspetto qualitativo di importanza rilevante è il buon contenuto in tocoferolo. Questo importante componente della vitamina E, oltre ad espletare un’importante azione antiossidante nell’organismo umano, rallenta i processi di ossidazione degli acidi grassi insaturi, consentendo una migliore conservabilità nel tempo.La fioritura avviene solitamente in febbraio, mentre la raccolta in agosto/settembre mediante bacchiatura. I frutti raccolti vengono liberati dal mallo e posti ad asciu-gare affinché il contenuto di acqua sia inferiore al 7%. Tale procedimento assicura l’ottima conservazione del prodotto.

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