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1 Strategie per i lavoratori anziani 30 marzo 2006, Barcellona La situazione dei lavoratori di età più avanzata in Italia Progetto europeo Comunicazione di Franco Tumino Presidente Ancst – Legacoop Slides predisposte per una illustrazione orale

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Strategie per i lavoratori anziani30 marzo 2006, Barcellona

La situazione dei lavoratori di età più avanzata in Italia Progetto europeo

Comunicazione di Franco TuminoPresidente Ancst – Legacoop

Slides predisposte per una illustrazione orale

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Premessa

• Ho già avuto modo di svolgere una comunicazione su questo argomento in una conferenza il 10 giugno 2005 a Valladolid

• Ripartirò dunque da quella comunicazione, aggiungendo alla fine un aggiornamento su quanto è avvenuto in Italia successivamente a quella data

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./. Premessa

• Come sappiamo, la UE contrasta come negativa la espulsione dei lavoratori anziani dal mercato del lavoro, avvenuta soprattutto attraverso pratiche di pensionamento anticipata

• Con perdita di competenze utili

• E comunque con forti costi a carico dei bilanci pubblici

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L’Unione europea• Come sappiamo, per l’occupazione degli “anziani”:

– si tratta di un obiettivo prioritario per la UE (promuovere l’invecchiamento attivo, aumentare al 70% il tasso di occupazione) e per questo all’attenzione del Consiglio straordinario di Lisbona, marzo 2000.

– Gli obiettivi sono stati precisati soprattutto al Consiglio di Stoccolma, marzo 2001, e al Consiglio di Barcellona, marzo 2002

– Si è deciso di operare al 2010 per pervenire al 50% di occupati nella fascia di età 55 – 64 anni (Stoccolma 2001) e ritardare di 5 anni l’età media di uscita dal mercato del lavoro (Barcellona 2002).

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L’Italia nell’Unione europea • I dati evidenziano una grave situazione italiana,

tuttavia limitatamente percepita da Istituzioni e parti sociali. Conseguentemente, ci si può riferire essenzialmente ad approfondimenti di studi specializzati

• La situazione nel 2002 vedeva l’Italia inserita nel gruppo dei Paesi che preoccupano, in quanto risulta inferiore al 35% il tasso di occupazione dei lavoratori anziani (si tratta di un gruppo numeroso di Paesi, tra essi figura anche la Francia)

• Un secondo gruppo di Paesi risultava invece vicino agli obiettivi di Stoccolma. Un terzo gruppo era in posizione intermedia, tra essi la Spagna

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./. L’Italia nell’Unione europea- Il tasso di occupazione italiano per la popolazione 50 –

54 anni era del 58,1% (media UE 70%)- Per l’età 55 – 64 (quella presa a riferimento prioritario

dalla UE) era del 28,9% (lontanissima dall’obiettivo del 50% al 2010)

- Secondo una indagine recente Eurispes 31% nel 2004, contro 41 Francia, 43 Germania, 57 Inghilterra (e 70 Svezia)

- In sostanza, l’Italia tende a migliorare, ma era e resta il fanalino di coda UE

- Problema ancora più serio se letto in parallelo alla tendenza all’invecchiamento della popolazione, la più forte a livello europeo e mondiale

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./. L’Italia nell’Unione europea• L’Italia ha in effetti con evidenza un problema

più accentuato anche sotto altri aspetti:– Per esempio, dal punto di vista dell’età soglia, che

sembra abbassarsi per alcune categorie di lavoratori (manager, ad es.) fino a 45 anni, o forse addirittura 40, a rischio di sostituzione con giovani

– Tanto che si sono formate due associazioni di tutela (Atdal – Associazione per la tutela dei diritti acquisiti dei lavoratori; Lavoro Over 40)

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./. L’Italia nell’Unione europea– Si tratta di una percezione che emerge anche da

indagini sociali, ad es. da una indagine 2004 Sda Bocconi con Astra-Demoskopea ed altri:

• l’11% di over 45 del campione ritiene di aver subito discriminazioni per l’età

• il 24% degli italiani afferma di conoscere personalmente dipendenti discriminati

• Il 53% ritiene che sopra i 40 anni vi sia da preoccuparsi• Il 35-40% ritiene che tra i 40 ed i 60 sia maggiore il rischio di

licenziamento• Il 50% ritiene che gli over 40 esclusi dal mercato del lavoro

abbiano più difficoltà degli altri a reinserirsi

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./. L’Italia nell’Unione europea

• Secondo alcune indagini, inoltre:– il 42,4% delle inserzioni di offerta di lavoro

pone un vincolo esplicito di età– Nell’87% dei casi questo vincolo colloca la

soglia massima a 44 anni– L’esperienza non sembra un requisito

richiesto, è richiesta:• Solo nel 57,25 dei casi• Ma nell’88,9% sono sufficienti meno di cinque anni

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./. L’Italia nell’Unione europea• Le indagini non hanno dato per la verità sempre

risultati del tutto omogenei. Secondo la citata ricerca ed altre:– Non si tratta solo di difficoltà, per i lavoratori espulsi,

di ritrovare un ruolo ed una retribuzione analoghi a quelli perduti

– Spesso un lavoro non si ritrova neppure con una decurtazione rilevante del compenso (si calcola che solo uno su quattro ritrovi un lavoro)

– Secondo una indagine della Commissione Lavoro del Senato, sempre 2004, in Italia vi sono tra 600 e 700 persone di età 45 – 65 anni espulse dal mercato del lavoro e rimaste disoccupate

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./. L’Italia nell’Unione europea

• Il livello di istruzione sembrava un requisito utile

• Tra i sessantenni (indagine Eurispes) era ancora occupata:– 1 persona su 2 se aveva la laurea– 1 su 3 se diplomata– 1 su 6 se aveva solo la scuola dell’obbligo

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./. L’Italia nell’Unione europea• Secondo altre (indagine 2003 Censis per

l’agenzia tecnica pubblica Italia Lavoro; Eurispes su dati Cnel):– Nei quattro anni precedenti l’indagine (per Eurispes

dal 1999), la fascia over 50 ha registrato il maggior incremento occupazionale (da 3,89 milioni di lavoratori a 4,411: + 13,3%)(in un contesto generale di crescita dell’occupazione)

– La maggior parte (il 67%) di quelli che hanno ritrovato lavoro aveva un titolo di studio superiore

– La dinamica femminile è ancora più accentuata (quattro volte il dato percentuale maschile)

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./. L’Italia nell’Unione europea• Ancora, lo studio Censis sosteneva che in Italia

in questa fascia si ha, rispetto alla media UE:– una elevata propensione per il lavoro informale:

• lavoro familiare (si stima impegnatovi il 18,4% degli anziani; quota superata nella UE dal solo Lussemburgo, con il 25,2%; mentre i Paesi meno lontani, sono comunque lontani: es. la Spagna, con il 12,5%), che evidenzia un ruolo di supplenza svolto dalle famiglie nel welfare italiano (indagine Censis 2002: il 93,4% degli anziani non autosufficienti è assistito in famiglia; il 49,6% dei bambini fino a due anni)

• O anche una forte “atipicità” (lavoro autonomo, sommerso, etc.) dell’impiego (43,7% contro una media nazionale del 31,67% - dati Cgia Mestre su dati Inail)

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./. L’Italia nell’Unione europea• Secondo la citata indagine Eurispes, in carenza

di ulteriori interventi correttivi, per effetto dell’invecchiamento della popolazione, l’Italia avrebbe nel 2010:– il 19% di lavoratori attivi ultracinquantacinquenni (17%

nel 1992)– 27% di ultrasessantacinquenni, non attivi nel lavoro

(25% nel 1992)

Una forbice che tende ad allargarsi, arrivando nel 2015 a 10 punti. Nel 2035 sarà ancora peggiore.

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./. L’Italia nell’Unione europea• Se si esamina la tendenza a partire dagli anni

’70, per l’Italia, si vede come:– L’ingresso nel mercato del lavoro avveniva spesso a

15-16 anni– Se ne usciva verso i 60 anni ed oltre

• Nel 2000 è posticipato l’ingresso e si nota una caduta dell’occupazione già verso i 55 anni

• Diversa la situazione femminile, ovviamente, in crescita (ma anche per essa si nota una tendenza ad uscire anticipatamente dal lavoro)

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./. L’Italia nell’Unione europea

• Ad ogni modo, le cause in genere indicate:– Il minor costo, i nuovi assunti possono costare

anche la metà (detto “young in, old out”)– La maggiore flessibilità ed adattamento

gerarchico, secondo alcuni– Tanto che ha più facilità di ritrovare un lavoro

un lavoratore con minore professionalità ma meno anziano, piuttosto che quello più esperto ma più anziano

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Ricordiamo le cifre chiave dell'Europa a 25

• Età media di uscita dal mercato del lavoro nel 2002: 60,4 anni

• Età media di uscita dal mercato del lavoro nel 2010 (obiettivo di Barcellona): 65,4 anni

• Tasso d'occupazione delle persone di età compresa tra 55 e 64 anni nel 2002: 38,7%

• Tasso d'occupazione delle persone di età compresa tra 55 e 64 anni nel 2010 (obiettivo di Stoccolma): 50%

• Numero di persone di età superiore a 65 anni nel 2000: 71 milioni

• Numero di persone di età superiore a 65 anni nel 2030: 110 milioni

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./. L’Unione europeaL’Unione è tornata varie volte con verifiche successive….

• Relazione congiunta della Commissione e del Consiglio: "Accrescere il tasso d'attività e prolungare la vita attiva" del 24 gennaio 2002 , Com 9/2002http://www.europa.eu.int/comm/employment_social/news/2002/feb/com_2002_9_it.pdf

• Capitolo cinque del rapporto: "L'occupazione in Europa" del 2003.http://www.europa.eu.int/comm/employment_social/news/2003/oct/eie2003_chap5_en.pdf

• Documento di lavoro dei servizi della Commissione: "Gli obiettivi di Stoccolma e di Barcellona: aumentare l'impiego dei lavoratori anziani e ritardare l'uscita dal mercato del lavoro“, del 2003.http://europa.eu.int/comm/employment_social/employment_analysis/age_fr.htm

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./. L’Unione europea• Fino alla Comunicazione del 3 marzo 2004 (COM

146/2004), nella quale si dà atto che si sono registrati progressi importanti ma non sufficienti, e nella quale si chiede uno sforzo maggiore anche alle parti sociali

• “Gli Stati membri devono adottare misure radicali per mantenere l'occupazione dei lavoratori anziani e le parti sociali devono contribuire a prolungare e a migliorare la qualità della vita professionale. L'Unione, da parte sua, sostiene le loro azioni e garantisce la promozione dell'invecchiamento attivo tramite il coordinamento delle politiche nazionali, lo scambio di esperienze e un sostegno finanziario”

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L’Italia nell’Unione europea• L’Italia ha prodotto in un primo tempo scelte non

dissimili da quelli di altri Paesi (piani di pensionamento anticipati largamente utilizzati alla fine degli anni 70 e negli anni 80)

• Ma, come la UE evidenzia, si tratta di soluzioni a breve termine, che distruggono capitale umano e potenziale di crescita per l’economia, senza che ne sia dimostrata la necessità

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L’Unione europea consiglia• La Ue, come si sa, dunque suggerisce, al

contrario:– Incentivi finanziari appropriati:

• riformare i regimi di prepensionamento• e, più in generale, garantire una corretta

applicazione di altri regimi di prestazioni (che possono costituire soluzioni alternative all'uscita dal mercato del lavoro):

– quali la disoccupazione di lunga durata– la malattia di lungo periodo– e l'invalidità

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./. L’Unione europea consiglia– Migliorare la tutela della salute e della sicurezza (temi sui quali

ha emanato una Direttiva ed una comunicazione), problemi che hanno una incidenza maggiore nei lavoratori anziani

– Introdurre forme flessibili di lavoro• Pensionamento progressivo• Lavoro a tempo parziale

– Accesso permanente alla formazione/apprendimento permanente

– Politiche attive per il reinserimento, attraverso interventi personalizzati:

• servizi d'orientamento• formazioni specifiche• riqualificazioni esterne• ecc.

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./. L’Unione europea consiglia- Miglioramento della qualità del lavoro:

- adeguamento del carico di lavoro- cambiamenti d'impiego più facili- rafforzamento delle misure di salute e di sicurezza

• Poi, la relazione della task force per l'occupazione del novembre 2003 intitolata "Occupazione, occupazione, occupazione - Creare più posti di lavoro in Europa" ha egualmente invitato gli Stati membri ad attuare una politica globale nell'ambito dell'invecchiamento incentrata sugli aspetti che seguono:

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./. L’Unione europea consiglia

• offrire a lavoratori e datori di lavoro incentivi perché rimangano o rientrino al lavoro lavoratori anziani

• La formazione permanente

• L’incremento della sicurezza sul lavoro ed una maggiore flessibilità nell'organizzazione di esso

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L’Italia nell’Unione europeaMisure suggerite dalla UE– Incentivi finanziari appropriati:

• riformare i regimi di prepensionamento

• e, più in generale, garantire una corretta applicazione di altri regimi di prestazioni (che possono costituire soluzioni alternative all'uscita dal mercato del lavoro):

– quali la disoccupazione di lunga durata

– la malattia di lungo periodo– e l'invalidità

• Misure adottate– Con un provvedimento di

riforma pensionistica, è stata definita una riforma previdenziale che sostanzialmente restringe la possibilità di “baby pensioni” (andata in pensione precoce), ritarda dal 2008 il momento del diritto alla pensione ed offre un cospicuo bonus per gli aventi diritto che ritardino l’abbandono del lavoro

– Manca un sistema di incentivazione ad hoc - il sistema italiano di ammortizzatori sociali per la disoccupazione ha peraltro una copertura non universale

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./. L’Italia nell’Unione europeaMisure suggerite dalla UE– Migliorare la tutela della salute e della

sicurezza, problemi che hanno una incidenza maggiore nei lavoratori anziani

– Introdurre forme flessibili di lavoro• Pensionamento progressivo• Lavoro a tempo parziale

• Misure adottate

• Con la “Legge Biagi” (legge 30/2003 ed il decreto attuativo 276), ma i primi interventi risalgono al 1996 e al “Pacchetto Treu”, di riforma del mercato del lavoro è:

– stata ampliata l’utilizzazione del part time (l’Italia aveva il 2% in meno, per le donne il 6%, in meno della media UE di part time)

– e sono state introdotte ulteriori forme di contratti di lavoro flessibili (lavoro a progetto, staff leasing, ad es.), alcune giustamente molto criticate (anche da Legacoop)

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./. L’Italia nell’Unione europea– Accesso permanente

alla formazione e all’apprendimento permanente

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./. L’Italia nell’Unione europea– Politiche attive per il

reinserimento, attraverso interventi personalizzati:

• servizi d'orientamento• formazioni specifiche• riqualificazioni esterne• ecc.

• La legge Biagi rafforza i canali di intermediazione (oggi il 90% dell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro in Italia avviene con meccanismi occasionali o personali (indagine annuale “Excelsior” di Unioncamere), i “Centri per l’impiego” (ex uffici collocamento), analoghi ai “job center” tedeschi(riforma Hartz) (si sono rivelati utili le agenzie di lavoro interinale, già istituite in precedenza)

• Utile considerare che la riforma Hartz prevede un interlocutore personale per ciascun lavoratore, e che il Comune po’ offrire un lavoro socialmente utile remunerato 1,0-1,5 euro/ora!

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./. L’Italia nell’Unione europea- Miglioramento della

qualità del lavoro:- adeguamento del

carico di lavoro- cambiamenti d'impiego

più facili- rafforzamento delle

misure di salute e di sicurezza

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./. L’Italia nell’Unione europea• Alcune altre misure indicate (senatore

Pizzinato):– Abolire limiti di età nei concorsi pubblici (fatto)– Creare sportelli specifici nei Centri per

l’impiego (uffici di organizzazione dell’incontro della domanda e dell’offerta)

– Formazione specifica– Cooperative tra ultraquarantenni con incentivi

analoghi a quelli delle cooperative sociali– Sgravi contributivi

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./. L’Italia nell’Unione europea

• ./. Altre misure indicate:– Servizi per gli anziani non autosufficienti e per

l’infanzia, per liberare tempo degli anziani attivi (Censis)

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Dal marzo 2005 ad oggi

• La situazione di fondo non è sostanzialmente mutata, secondo alcuni è peggiorata

• Ed il problema resta sottovalutato, anche se invece è ben visibile dagli osservatori esterni. In un articolo recente sui principali problemi italiani, Antony Giddens ci ha ricordato come Usa e Giappone hanno tre volte più lavoratori ultrasessantenni occupati rispetto all’Italia

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./. dal marzo 2005 ad oggi• Infatti, il programma annuale di attuazione degli

obiettivi di Lisbona ne parla purtroppo in termini generali, non in modo specifico

• Infatti, nel programma attuativo degli obiettivi di Lisbona, i 24 obiettivi sono stati raggruppati in cinque obiettivi prioritari ed uno di essi è indicato in via generale come “rafforzamento dell’istruzione e della formazione del capitale umano”

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./. dal marzo 2005 ad oggi• I “provvedimenti” attuativi vengono

genericamente indicati:• in una migliore normativa concernente la vita

delle piccole imprese e dei distretti produttivi, allo scopo sia …., sia di promuovere un nuovo equilibrio tra flessibilità e sicurezza del lavoro…;

• nella piena valorizzazione del capitale umano, attraverso una più efficace organizzazione del sistema di istruzione di base e superiore e della formazione professionale….

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./. dal marzo 2005 ad oggi

Una delle 5 priorità prevede di:

• “rafforzare l’istruzione e la formazione del capitale umano, nonché accrescere l’estensione dei relativi benefici alla popolazione, con particolare riferimento ai giovani(GL 9, 18, 19, 20, 23, 24)”

Si conferma quindi che la priorità non è prevalentemente rivolta agli anziani

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Per gli over 55 - il decreto legge 6 marzo 2006 n. 68

• Quanto a misure specifiche è stata adottata recentemente solo una limitata norma di “emergenza” rivolta agli ultracinquantenni (decreto legge 6/III/2006 n. 68)

• Il decreto (6 marzo) è contraddistinto:– dai caratteri dell’emergenza:

• finanziabili infatti interventi sulla base di accordi sottoscritti dalle parti sociali entro il 15 marzo

– e della limitatezza:• è rivolta al reimpiego di soli 3.000 lavoratori• è in realtà un “provvedimento ad hoc” - prevalentemente:

– centri industriali sardi in crisi, 1.300 lavoratori– Polo elettronico abruzzese, 700 lavoratori

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Il problema è certamente molto più grave

• Le indagini che si susseguono evidenziano difficoltà strutturali di una parte del tessuto produtttivo italiano

• Una recente indagine Cisl fa emergere una crescita delle crisi aziendali tra il 2005 ed il 2006 del 5,4%, una situazione difficile in 4.900 imprese, soprattutto nella meccanica e nel tessile, per un totale di 474.000 lavoratori.

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Qualche parola di speranza• Occorre quindi che nella nuova legislatura, che

sta per iniziare, il tema recuperi una sua giusta centralità

• Il problema va certamente affrontato seguendo le raccomandazioni UE

• In linea anche con quanto detto nella revisione della normativa sugli Aiuti di Stato: anticipare il cambiamento, prevenire le crisi

• Per quanto difficile, occorre anche aiutare un passaggio di lavoratori dal manifatturiero ai servizi, l’unico comparto che può compensare perdite di posti di lavoro