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Storia economica

2012-13 (I semestre)

Lezione 14.

Olanda e Inghilterra nel XVII sec.

Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Economia “G. Fuà”

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Il “miracolo” olandese

- Paesi Bassi settentrionali → fra il XI e il XV sec. il loro rilievo economico

è assai inferiore a quello dei Paesi Bassi meridionali. Tuttavia, sono già

presenti alcuni dei fattori del successivo sviluppo. In questa fase, i settori

produttivi più avanzati sono l’agricoltura, la pesca e il commercio nel Mar

Baltico.

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- Commercio baltico → anche nei secoli seguenti resterà la principale

attività terziaria dei Paesi Bassi settentrionali.

- Circumnavigazione della penisola dello Jutland: i progressi nelle tecniche

di navigazione la consentiranno come prassi ordinaria sin dal XIV sec.,

rendendo superfluo il transito delle merci per Amburgo e Lubecca.

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- Anversa (P. Bassi mer.) e Amsterdam (P. Bassi sett.) → città portuali che

nel ’500 sono, la prima, centro internazionale della finanza e dei traffici di

merci pregiate; la seconda, fulcro europeo del commercio di grani e

legname.

- Il “miracolo” olandese → si manifesta alla fine del XVI sec. Straordinario,

se si pensa alla limitatezza territoriale dell’Olanda. Alla sua origine si

trovano fattori di ordine politico-militare, sociale, economico e culturale.

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- Fattori di ordine politico-militare:

a) la guerra contro la Spagna, che conduce alla indipendenza delle Province

Unite (1609)

b) dal 1575 e per tutto il secolo seguente, l’Olanda (e le Province Unite) non

subisce alcuna invasione militare

c) sistema fondato sulle autonomie comunali.

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- Fattori di ordine sociale:

a) soppressione della servitù della gleba nel Basso Medioevo

b) nobiltà debole e priva di grandi ricchezze

c) fiorente ceto mercantile, che conquista anche il potere politico

d) capitale umano immigrato a causa dell’intolleranza religiosa della corona

spagnola e di quella francese (prima dell’Editto di Nantes, 1598).

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- Fattori di ordine economico:

a) agricoltura ad alto rendimento (canalizzazioni, rotazioni agrarie ecc.)

b) manifatture ad elevato contenuto tecnologico (es. cantieristica, armi in

bronzo ecc.)

c) efficace distribuzione di specializzazioni produttive fra le Province

d) forte inurbamento (molti piccoli centri + Amsterdam)

e) limitata presenza delle Corporazioni

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f) leadership commerciale e marittima extraeuropea (Asia, Americhe,

Sudafrica) e continentale (Mar Baltico, Mare del Nord): i “carrettieri” del

mare

g) superamento della strozzatura energetica provocata dalla crisi del legno

(torba, energia eolica)

h) crisi e conseguente marginalizzazione di tre importanti concorrenti

europei (P.Bassi mer., Spagna, Italia)

i) capacità di contenere i costi di produzione e i prezzi dei manufatti,

conquistando mercati (es. pannilana).

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- Fattori di ordine culturale:

a) spirito di accoglienza e di tolleranza

b) mancato allineamento alla civiltà barocca, dominante nell’Europa del

’600.

- La supremazia dell’Olanda (non la sua prosperità) declina a partire dagli

anni Sessanta del XVII sec. Fra le cause: le guerre con Inghilterra (1652,

1667) e Francia (1672, 1697); la concorrenza commerciale e manifatturiera

inglese.

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Il “miracolo” inglese

- Fine del XV sec.: l’Inghilterra è ancora un paese arretrato. Commerci

limitati e controllati, per lo più, dai mercanti italiani e anseatici.

- Manifatture → la produzione meccanizzata di pannilana, con uso del

mulino per la follatura, risale al ’200 (fino ad allora, produzione della sola

materia prima, di ottima qualità); dal secolo seguente, esportazione dei

manufatti nei P.Bassi meridionali (Bruges, Anversa).

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- Inizio del ’500 → cominciano le fortune per l’Inghilterra. Il settore-guida è

il tessile.

- Short-cloths (drappi di lana): la loro produzione ed esportazione aumenta

esponenzialmente nella prima metà del secolo, approfittando della crisi

dell’industria italiana e della svalutazione della sterlina.

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- Londra: lo sviluppo del tessile inglese e il forte aumento delle esportazioni

di short-cloths nel continente fanno del porto londinese un centro dei traffici

europei (asse Londra-Anversa). Perciò, è nelle regioni sud-orientali del

paese – quelle più vicine a Londra – che nascono i principali centri

manifatturieri.

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- Seconda metà del XVI sec. → lo sviluppo economico inglese frena. Cause

a) la momentanea ripresa dell’economia italiana (Estate di S.Martino)

b) la crisi esiziale di Anversa e dei commerci con i P.Bassi meridionali

c) la rivalutazione della sterlina.

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- Dalla fine del ’500 l’Inghilterra avvia quel processo di crescita che

condurrà alla Rivoluzione industriale. Passaggi fondamentali:

nell’attività manifatturiera →

a) capitale umano attinto ad altri paesi (immigrazione)

b) innovazioni di prodotto (new drapery) e di processo (es. “Amico del

minatore” di Th. Savery, 1698)

c) uso innovativo di materie prime (es. ferro per cannoni)

d) adozione di una “nuova” e più produttiva fonte di energia (il carbone

minerale).

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nel commercio →

a) pirateria (promossa dallo stesso governo, contro la Spagna, a partire dal

1570)

b) mercantilismo (Navigation Acts dal 1651)

c) acquisita centralità negli scambi internazionali (in particolare

extraeuropei e di riesportazione: Compagnia delle Indie, 1600-1858).

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- Commercio internazionale → volano dello sviluppo inglese. Il suo

sviluppo si deve soprattutto alla presenza di:

1) ottimo capitale umano (marinai)

2) un ceto mercantile con alta propensione al rischio

3) abbondanza di capitale circolante e di capitale fisso (navi, porti attrezzati

ecc.)

4) un efficiente sistema creditizio e assicurativo

5) un governo sensibile alle esigenze dei mercanti.

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