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Seminario di approfondimento

Il valore della conoscenza

Facoltà SEA - Corso di Sociologia a.a. 2005/2006

dott.ssa Elvira Martini

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La conoscenza

«Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma della conoscenza del bene e del male non devi mangiare […]» (Genesi 2,9-16).

Impara tutto, vedrai che poi nulla é superfluo. (Ugo di San Vittore)

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza. (Dante, Inferno XXVI)

Quando arriva la conoscenza, arriva anche la memoria. (Gustav Meyrink)

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1. Evoluzione dello sviluppo: dal paradigma ortodosso a quello eterodosso

2. ICT e passaggio dalla new, alla net, alla knowledge based economy

3. Caratteri della conoscenza: fattore produttivo non riconducibile ad altro, verità, utilità

4. Le tre capacità della conoscenza di creare valore: interpretare, moltiplicare, e autoregolare

INTRODUZIONE

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Evoluzione dello sviluppo

Il cambiamento paradigmatico dell’economiaDal “paradigma ortodosso”: i sistemi economici SE sono “macchine”

alla base funzioni di produzione, quantità, prezzi, costiAl “paradigma eterodosso”: i SE sono basati sulle “relazioni”

alla base comunicazione e coordinamento (beni relazionali)Il cambiamento investe un triplice aspetto:

Innovazione tecnologica non codificabilità, apprendimento, evoluzione

Organizzazioniriflessività organizzativa, convenzioni, interdipendenze non mercantili e qualità relazionale

Territoriendogenizzazione, ambiente selettivo, sistemi locali/regionali

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ICT, new, net, knowledge based economy

ICTinformatica telecomunicazioni

Le trasformazioni tecnologiche, poi, sono state così profonde da riguardare le relazioni tra tutti gli agenti economici che adoperano le reti e le nuove tecnologie

Net economy

New economy

Il nuovo modello di economia si sviluppa intorno alla diffusione delle ICT: è un’economia più aperta, globale che punta sul ruolo della comunicazione e dell’innovazione

tecnologica

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Knowledge based economy

l’economia, oggi, diventa sempre più economia della conoscenza, risorsa strategica la cui gestione risulta

cruciale per il successo e la competitività delle imprese e dei territori su cui esse operano

ICT, new, net, knowledge based economy

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Conoscenza e informazione

La conoscenza è un insieme di esposizioni di fatti o idee, presentendo un giudizio ragionato o un risultato sperimentale, trasmesso agli altri attraverso un determinato mezzo di comunicazione in una certa forma sintetica. Pertanto io distinguo la conoscenza dalle notizie e da divertimento. Daniel Bell

La conoscenza, in qualsiasi campo, fornisce a chi la possiede la capacità di agire fisicamente o

intellettualmente.

Capacità cognitiva

N.B. La riproduzione delle conoscenza avviene mediante l’apprendimento

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Conoscenza e informazione

L’informazione prende la forma di dati strutturati che rimangono passivi ed inerti fin quando non vengono usati da qualcuno che possiede la conoscenza necessaria per interpretarli ed elaborarli

N.B. La riproduzione dell’informazione avviene mediante

la duplicazione.

L’informazione è la comunicazione della conoscenza. Machlup

L’informazione è costituita dai dati che sono stati organizzati e comunicati. Porat

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Conoscenza e informazione

Società dell’informazione: sottolinea l’importanza dell’informazione all’interno di una società

Società informazionale: indica l’attributo di una specifica forma di organizzazione sociale in cui lo sviluppo, l’elaborazione e la trasmissione delle informazioni diventano fonti basilari di produttività e potere grazie a nuove condizioni tecnologiche

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Conoscenza e informazione

La filiazione dell'economia della conoscenza dall'economia dell'informazione è assolutamente riduttiva rispetto al ruolo reale che la conoscenza ha svolto come forza produttiva, assai prima che esistessero i computers e gli automatismi informatici.

La conoscenza diventa forza produttiva fondamentale solo con l'età moderna, ossia in corrispondenza di quel passaggio fondamentale che fa emergere la conoscenza scientifica come conoscenza autonoma, libera dal potere della religione, della tradizione e dell'autorità politica. La scienza conquista questa autonomia utilizzando come banco di prova per la verità di un'affermazione il principio galileiano dell'esperimento, ossia della riproducibilità delle relazioni causa-effetto affermate.

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Conoscenza e informazione

Ma, una volta che si enuclea un sapere che ha la caratteristica di essere riproducibile, l'economia reale ha a disposizione una formidabile risorsa: una conoscenza astratta (quella della scienza e della tecnologia) che è costruita in modo da essere riproducibile dieci, cento, mille volte e in contesti diversi. Il capitalismo delle macchine, ha, in effetti, la sua ragion d'essere nelle macchine, che incorporando conoscenza riproducibile (basata sulla scienza), consente enormi economie di scala. Infatti, il lavoro impiegato per progettare la prima macchina può essere ri-usato a costo zero per costruire la seconda, la decima, la millesima macchina. E il lavoro impiegato per progettare la prima unità di un prodotto ottenuto dalle macchine può essere ri-usato altrettante volte per ottenere migliaia o milioni di prodotti identici.

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Conoscenza e informazione

La novità sostanziale apportata dalla modernità sta in questo: nel fatto che diventa conveniente - grazie alla natura riproducibile della conoscenza - investire in processi di apprendimento. Si comincia a lavorare non per ripetere operazioni già note, ma per innovare, inventando nuovi prodotti, nuovi significati. L'economia della conoscenza comincia dunque ad operare due secoli e mezzo fa, attraverso la meccanizzazione, per svilupparsi poi nel fordismo (dove diventa "organizzazione scientifica"), nell'economia dei distretti (sotto forma di economia della propagazione territoriale delle conoscenze relative alle tecnologie e ai mercati distrettuali), nella New Economy (in cui prende la forma di economia della replicazione e propagazione automatica delle informazioni).

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Caratteri della conoscenza

La conoscenza non è riconducibile a merce

essa è in grado di produrre valore e vantaggi competitivi in ragione della sua differenza specifica

tentare di normalizzare la proprietà della conoscenza significa perdere il 90% delle sue capacità generative

di valore

Interpretare in positivo le proprietà della risorsa conoscenza in modo da utilizzarle al meglio producendo

valore grazie ad un loro impiego consapevole e organizzato

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Caratteri della conoscenza

conoscenzaverità utilità

Fattore produttivo (no merce, no capitale)

Essa svolge la sua funzione cognitiva alla scoperta della verità solo se mantiene la sua autonomia nel processo in

cui viene prodotta e in quello in cui si propaga

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Le tre capacità della conoscenza di creare valore

L’impiego economico della conoscenza produce valore attraverso:

1. Capacità di interpretare le esperienze, rendendole apprezzabili sotto il profilo del coinvolgimento emotivo dei soggetti in gioco

2. Capacità di moltiplicare gli usi e il valore ottenuto dalla conoscenza di partenza

3. Capacità di auto-regolare i rapporti sociali tra attori che si mettono in condizione di condividere la conoscenza e le sue conseguenze economiche

La conoscenza può alimentare l’interpretazione, la moltiplicazione e l’autoregolazione solo se viene trasformata, immettendola in un ciclo produttivo dove appositi dispositi la validano, la virtualizzano, la

trasferiscono nel tempo e nello spazio

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PARTE I

1. Conoscenza personale: old education

2. Conoscenza sociale: new education

3. Limiti della conoscenza sociale: minor intensità, carenza di motivazione, superamento della "comunità" a favore della "società"

4. Conoscenza proprietaria

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Conoscenza personale

La Old Education si basa sulla conoscenza personale

100 studenti di una classe imparano tutti contemporaneamente 100 pagine di un libro

EFFETTO DI RIDODANZAnon richiesto dalla natura del compito ma

creato artificialmente dalle regole dell’apprendimento

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Conoscenza personale

Le regole dell’apprendimento comportano

copiare suggerire

Ogni studente deve studiare solo con le proprie forze tutte le 100 pagine, impiegando un tempo

totale pari a 10.000 ore di lavoro (se si suppone un’ora di lavoro per pagina)

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Conoscenza sociale

La New Education si basa sulla conoscenza sociale

100 studenti di una classe imparano una sola delle 100 pagine del libro

Nell’agorà della classe ogni studente completerà la sua conoscenza con il restante 99% della conoscenza di tutti gli studenti

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Conoscenza sociale

benefici

Avere a disposizione più tempo libero da dedicare ad altri interessi

Avere a disposizione più

tempo per imparare nuove

cose

effettiCondivisione Moltiplicazione

La conoscenza può essere condivisa senza costi perché non si consuma con l’uso. Ed è l’unica risorsa che può essere moltiplicata attraverso la condivisione

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Conoscenza sociale

La condivisione rende sapiente il collettivo senza che diventino sapienti i singoli individui(specialisti).

La conoscenza dello specialista viene prodotto una sola volta (la prima) ma nella classe viene usata 100 volte. Ogni nuovo uso oltre il primo, non implica nuovi costi ma

genera nuovo valore utili.

La conoscenza collettiva può essere impiegata per aumentare la produttività o l’utilità a vantaggio del singolo

utilizzatore

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Conoscenza sociale

Il meccanismo del ri-uso aumenta il valore generato da ciascuna conoscenza senza aumentarne i costi

E’ questa asimmetria tra risultati e costi che innesca la moltiplicazione cognitiva: ciascuno sostiene il costo per produrre una parte del risultato finale ma alla fine, grazie alla condivisione della conoscenza sociale, ha accesso alla totalità del risultato

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Limiti della conoscenza sociale

Nella new education nessun studente conoscerà il libro nella sua interezza

La divisione del lavoro di apprendimento

Conoscenza impoverita

Mentre la conoscenza personale consuma tempo, quella sociale fa risparmiare tempo ma deve utilizzare un insieme di dispositivi artificiali che consentono di:

- condividere le conoscenze possedute dalla classe rendendole accessibili a tutti gli altri membri

- motivare i singoli membri a produrre conoscenza destinata ad altre persone e non solo a se stessi

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Limiti della conoscenza sociale

Conoscenza personale

Auto-motivante: il desiderio di apprendere è tutt’uno con l’esigenza di rispondere ai propri bisogni

Conoscenza sociale

Le conoscenze dello specialista sono prodotte perché siano utili anche agli altri

Perdita di senso dell’apprendimento

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Limiti della conoscenza sociale

Affinchè qualcuno studi è necessario che siano predisposti meccanismi che rendano conveniente farlo

Motivazioni: economiche, etiche, sociali, di prestigio,...

La conoscenza per diventare moltiplicabile deve essere trasferita in un mondo artificiale, costruito in modo da

rendere possibile e conveniente la condivisione

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Limiti della conoscenza sociale

Ma un soggetto collettivo è in grado sempre di motivare i singoli membri ad agire nell’interesse comune?

Ciascun specialista dipende, per le sue prestazioni, dal comportamento e dal sapere degli altri

Il circuito della conoscenza sociale si può inceppare anche se una solo funzione richiesta dalla divisione del lavoro

non viene svolta o viene svolta male

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Limiti della conoscenza sociale

Come è possibile fidarsi del comportamento degli altri?

La fiducia nasce dalle motivazioni che ognuno attribuisce agli altri

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Limiti della conoscenza sociale

Ciascuno sente il valore dell’interesse comune e si regola di conseguenza

Se c’è spirito di corpo

Il gruppo avrà un’identità collettiva Gemeinschaft

L’identità comunitaria è fattore decisivo per portare le singole persone a produrre e condividere le conoscenze

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Limiti della conoscenza sociale

Con l’avvento della new education si è perso il senso del gruppo: i rapporti non sono più face to face

GesellschaftRapporti impersonali, anonimi, basati

sullo scambio piuttosto che sull’appartenenza comune

La comunità perde le radici e al suo posto arriva la società degli individui auto-interessati che stanno insieme perché scambiano merci e servizi tra loro, ma che non fanno

niente per niente

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Conoscenza proprietaria

Se il mediatore della condivisione diventa il denaro

La conoscenza per essere moltiplicata diventa conoscenza proprietaria, capace di produrre una

rendita a favore del possessore

Si crea un mercato della conoscenza in cui essa viene prodotta e ceduta per denaro, non per

liberalità o identificazione col gruppo sociale

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Conoscenza proprietaria

E chi non può o non è disposto a pagare? Rimane escluso dal circuito cognitivo e dai suoi benefici

Ed è questa esclusione dei non paganti che che dà valore alla conoscenza proprietaria trasformando una

risorsa sociale in un capitale privato

Il sapere non è più liberamente disponibile ma diventa scarso, anche se in maniera artificiale

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Conoscenza proprietaria

Mantenere il controllo del circuito di uso della conoscenza serve ad impedire comportamenti opportunistici di chi entrato in possesso di conoscenza (pagando) avrebbe la possibilità di danneggiare il produttore o cedente

L’acquirente potrebbe non limitarsi ad usare la conoscenza acquisita ma anche rivenderla ad altri - magari a prezzi più bassi - facendo concorrenza al

produttore originario

Se si vuole costruire un sistema efficiente di propagazione e riproduzione bisogna impedire il libero ri-uso della conoscenza da parte degli acquirenti

(es. il copyright)

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PARTE II

1. Il significato dell’economia cognitiva

2. Le nuove fonti di produttività e i sei cambiamenti dell’economia

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Il significato dell’economia cognitiva

ieri

oggi

La produzione di merci a mezzo di merci

La produzione di valore a mezzo di conoscenza o produzione di conoscenza a mezzo di conoscenza

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Il significato dell’economia cognitiva

lavoro Lavoro cognitivo

Speso per produrre, trasformare, trasferire o usare conoscenze

lavoratori Knowledge workers

Una risorsa cognitiva che deve essere remunerata non per la fatica ma per le competenze distintive apportate al processo lavorativo o per i risultati raggiunti

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Il significato dell’economia cognitiva

capitale capitale cognitivo

Assume natura immateriale, invisibile

Capitale relazionaledella rete

Capitale sociale

del territorio

Cultura internalizzata

negli individui e nelle pratiche

sociali (simboli, artefatti

e istituzioni)

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Le nuove fonti di produttività

Quando l’economia comincia ad impiegare lavoro cognitivo che produce conoscenze propagabili ad una miriade di

applicazioni…

…servono canali di propagazione adeguati e un’organizzazione istituzionale che sia corrispondente ai

nuovi bisogni

Se queste condizioni si verificano la produzione viene messa in moto da conoscenze che generano più valore (utilità) del lavoro speso nella trasformazione

energetica della terra o del metallo

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Le nuove fonti di produttività

Lavoro energetico

Lavoro cognitivo

Non si lavora più per realizzare apprendimenti rapidi ma per produrre conoscenze che diventeranno:

Obiettivo di lungo periodo

Eccedenze cognitive

Capitale cognitivo

Conoscenze da usare in tempi differiti

Conoscenze da “conservare” perché potrebbero diventare utili in futuro

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Le nuove fonti di produttività

La conoscenza alimenta altra conoscenza e quindi nuove e potenziali fonti di produttività, non disponibili in

precedenza, che costituiscono il marchio di fabbrica della knowledge based economy

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Le nuove fonti di produttività

1. Uso generalizzato di energia artificiale

...sia nel consumo che nella produzione. Abbassa i costi e aumenta l’utilità ritraibile dal

consumo di oggetti materiali

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Le nuove fonti di produttività

...ossia dell’utilità ottenuta da prestazioni cognitive che vengono fornite direttamente all’utilizzatore senza la mediazione di un

oggetto materiale.

2. La dilatazione del consumo immateriale

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Le nuove fonti di produttività

ossia quel modo di produrre valore che passa non per la prestazione materiale ma per il significato che

questo acquista nel corso di un’esperienza di produzione o di consumo.

Nella società contemporanea si consumano significati e non oggetti

3. L’economia delle esperienze*

*Pine II, Gilmore, 1999

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Le nuove fonti di produttività

... il lavoro cognitivo prestato per produrre oggetti materiali, immateriali, esperienze può produrre valore a seconda nel numero dei ri-usi

della conoscenza. Più si espande il bacino del ri-uso e più si incrementa la specializzazione del

lavoro cognitivo, più il costo di riproduzione si abbasserà fino a comprimersi del tutto.

4. Il moltiplicatore

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Le nuove fonti di produttività

...ossia la possibilità di trovare, nella propagazione delle conoscenze, cose diverse da quelle che si stavano inizialmente cercando

5. La serendipty*

* Merton, Baber, 1992

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I sei cambiamenti dell’economia

1. Nuovo regime di proprietà delle forze produttive

2. Funzione attiva del territorio, nell’incremento delle conoscenze utili allo sviluppo

3. Diverso ruolo delle persone sia nella produzione che nel consumo

4. Nuova concezione del tempo

5. Flusso di esternalità, discontinuità, asimmettrie che si manifestano nel corso della propagazione

6. Emergere della complessità nella costruzione del mondo socio-economico

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I sei cambiamenti dell’economia

1. Nuovo regime di proprietà delle forze produttive

Con la modernità la forza produttiva primaria cessa di essere quella della terra e diventa il lavoro cognitivo, ceduto dietro prestazione di denaro. Ma la conoscenza difficilmente può essere di proprietà esclusiva anche se acquistata con denaro, perché:

- è una risorsa sociale, nel senso che la sua validità e il suo valore dipendono dal circuito socialmente condiviso che ne valida, diffonde e rigenera i contenuti

- è una risorsa personale, legata a capacità non alienabili dalla mente e del corpo del lavoratore.

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I sei cambiamenti dell’economia

2. Funzione attiva del territorio, nell’incremento delle conoscenze utili allo sviluppo

A) Il territorio diventa depositario di conoscenze localizzate che, essendo legate all’esperienza di chi opera o vive il contesto locale, sono condivise dai vari stakeholders.B) Il territorio è catalizzatore di esternalità che sono prodotte localmente grazie alla contiguità fisica, alla condivisione del contesto locale, ai simboli, ai codici che sono impliciti nell’esperienza localizzata

E’ il territorio che si fa rete (Perulli, 1998), estendendo i circuiti di relazione accessibili in

ciascuno dei suoi punti

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I sei cambiamenti dell’economia

2. Funzione attiva del territorio, nell’incremento delle conoscenze utili allo sviluppo

Nell’economia della conoscenza società, territori e persone hanno una chiave diretta di accesso alla forza produttiva della conoscenza condivisa, scavalcando i confini della proprietà e, se ci sono le condizioni, essi possono dar vita a forme di sviluppo bottom-up, che partono dal “darsi da fare” di persone che usano le reti sociali per entrare autonomamente nei circuiti produttivi e partecipare ai loro frutti produttivistici (Bonomi, 2002)

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I sei cambiamenti dell’economia

3. Diverso ruolo delle persone sia nella produzione che nel consumo

Le persone non sono più “contenitori” di lavoro o di potere d’acquisto ma cellule dell’organismo sociale della conoscenza. Esse sviluppano, partecipando al processo di produzione della conoscenza, una rete di rapporti parallela a quella del mercato.

Rete interpersonale si scambiano riconoscimento reciproco,cooperazione e

legame sociale

Rete di mercato si scambiano

prestazioni utili e diritti di proprietà

Capitalismo personale: usa le risorse e le reti personali come mezzi a cui appoggiare la divisione del lavoro cognitivo, mettendo al centro le persone e la loro capacità di iniziativa

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I sei cambiamenti dell’economia

3. Diverso ruolo delle persone sia nella produzione che nel consumo

La conoscenza viene prodotta e usata non da individui isolati ma da persone che vivono in reti

interpersonali dense di significati condivisi (Habermas, 1981, 1999) e in comunità (Micelli, 2000)

Il senso del lavoro non è soltanto quello di guadagnare un salario (sussistenza); è qualcosa di più complesso che va costruito entro la comunità degli uomini che lavorano. L’imprenditore, il manager si muovono perché spinti da valori, motivazioni, passioni, senso etico e professionale.

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I sei cambiamenti dell’economia

4. Nuova concezione del tempo

La conoscenza esiste solo nel tempo; il suo emergere e decadere segna il tempo, rendendo ogni

momento diverso dai precedenti e dai successivi. Le conoscenze non si distribuiscono nel tempo in ordine sparso ma sono organizzate in percorsi

(paths) e in traiettorie riconoscibili (Dosi, 1982).

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I sei cambiamenti dell’economia

4. Nuova concezione del tempo

IRREVERIBILELa conoscenza emerge dando

luogo a fenomeni in precedenza confusi e con il suo emergere crea irreversibilità: ogni conoscenza prodotta

successivamente non sarà più prodotta allo stesso

costo di prima

La conoscenza è un fenomeno irreversibile e dissipativo

DISSIPATIVOL’ordine creato dalla conoscenza

è soggetto a naturale decadimento entropico. Per mantenere la validità della

conoscenza nel corso del tempo bisogna continuamente

aggiornarla, adattarla, re-inventarla, sostenendo dei costi

(che portano a dissipare risorse)

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I sei cambiamenti dell’economia

5. Flusso di esternalità, discontinuità, asimmettrie che si manifestano nel corso della propagazione

Il proliferare di figure coinvolte nella propagazione di conoscenza genera esternalità (sotto forma di copiatura, imitazione, soluzioni alternative…) che traducono gli investimenti compiuti dai produttori di nuova conoscenza in benefici a vantaggio di altri (imitatori, utilizzatori non autorizzati,..). Ciò produce evidentemente asimmettrie tra i diversi soggetti alterando il gioco competitivo a danno di alcuni e a favore di altri. Ne deriva discontinuità nel processo di creazione e propagazione del valore della conoscenza.

Processo di propagazione stop-and-go: può subire accelerazioni o decelerazioni improvvise a seconda della natura dei contesti “attraversati”; dipende, quindi, dal contesto, dal tempo e dal caso

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I sei cambiamenti dell’economia

6. Emergere della complessità nella costruzione del mondo socio-economico

Il mondo attuale è caratterizzato da forte complessità. E’ complesso nel senso che contiene fenomeni eccedenti la capacità di regolazione di cui disponiamo (Rullani, 1996).

COMPLESSITA’

Varietà eccedente la nostra capacità di rilevare e classificare opportunamente le varianti con cui si presenta un fenomeno

Variabilità nel tempo, che va oltre le nostre capacità di adattamento e risposta flessibile

Indeterminazione che impedisce di programmare il modo con cui si svilupperanno fenomeni e corsi d’azione (rischio e incertezza)

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I sei cambiamenti dell’economia

6. Emergere della complessità nella costruzione del mondo socio-economico

Per ridurre l’incertezza c’è bisogno di un forte impiego si conoscenza

esplorazioneesplorando lo spazio delle possibilità, la

conoscenza aiuta ad identificare mondi possibili e a governare la loro costruzione artificiale

rendendola compatibile con la complessità, che comunque rimane sullo sfondo

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I sei cambiamenti dell’economia

6. Emergere della complessità nella costruzione del mondo socio-economico

Problem solvingarriva ad una soluzione che se funziona non richiede nuovi investimenti in conoscenza

Esplorazionenon finisce mai; serve per la manutenzione del sistema artificiale che la conoscenza precedente ha creato e per la sua evoluzione, rispondendo ad una complessità che rimane attiva, non potendo mai essere definitivamente messa sotto controllo

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III PARTE

1. Economia della conoscenza: un modello a 3D

2. Il triangolo delle Bermude

3. Un modello economico su tre livelli

4. Apprendimento evolutivo e logico formale

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Data una conoscenza Φ impiegata a fini economici, le prestazioni rilevanti per la generazione del valore e dei vantaggi competitivi sono i seguenti:

-l’efficacia con cui la conoscenza interpreta i bisogni e le opportunità presenti nei vari contesti d’uso,

dando luogo, in ciascun impiego di Φ, ad un valore economico v

-la moltiplicazione degli usi, che accresce il valore

complessivamente prodotto man mano che Φ si propaga, dando luogo ad un numero n crescente di re-impieghi

-l’appropriazione dei frutti ottenuti con l’impiego della conoscenza, regolando il processo in modo da attribuire a ciascun soggetto della filiera una quota p del valore prodotto, sufficiente a mantenerlo attivo e partecipe nella funzione svolta

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Si tratta di aspetti distinti ma strettamente complementari: la prestazione cognitiva richiesta alla conoscenza deve, infatti, renderla efficace, moltiplicabile e appropriabile allo stesso tempo

Il valore di una conoscenza scaturisce dall’azione congiunta dei tre drivers che la qualificano, quindi, nelle tre dimensioni

Nel dettaglio:

V = f(v,n)

Valore generato complessivamente dalla filiera

E = f(v,n,p)

Valore estratto cha va a ciascun particolare soggetto della filiera

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Nel valore V confluiscono tutte le attività generate

dalla filiera cognitiva della conoscenza Φ; esso è la somma delle utilità generate dal riuso di Φ nei

diversi impieghi:

- l’utilità addizionale ottenuta dai suoi utilizzatori.

Φ genera altra Φ (utilità mercantile)-l’utilità addizionale che la conoscenza genera a favore di alcuni soggetti che partecipano alla sua produzione e propagazione e che hanno fatto esperienza cognitiva gratificante sul piano estetico o emotivo. (utilità intrinseca)

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Questo valore V ha natura psicologica ma può esser tradotto anche in valore monetario.

Ci si può chiedere quale sia il prezzo massimo che i soggetti utilizzatori o produttori sarebbero disposti a pagare per avere accesso all’uso della produzione o

alla produzione di Φ.

Esso misura l’utilità assegnata da ciascun soggetto

all’esperienza cognitiva legata a Φ. In regime di

concorrenza il prezzo monetario pagato effettivamente

sarà quasi sempre inferiore al prezzo teorico: la

differenza costituisce una rendita psicologica che

resta a vantaggio dell’utilizzatore o del produttore

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

EFFICACIA: creare utilità (v) a vantaggio dell’utilizzatore (produttore o consumatore)

E’ l’utilità che conferisce Valore aggiunto, certificando il suo carattere

innovativo e creando l’apprezzamento nell’utilizzatore

L’efficacia (l’utilità creata) non è frutto di un processo meccanico di impiego di una conoscenza data in partenza.

La conoscenza deve essere interpretata creativamente dagli attori ed è solo attraverso questo atto di interpretazione creativa che può diventare efficace

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

L’efficacia si manifesta in due modi molto differenti

1. Un miglioramento oggettivo

2. Un apprezzamento soggettivo

Nelle prestazioni dei processi (minori costi a parità di risultato)*

Nelle prestazioni dei prodotti (nuove funzionalità)

Delle conoscenze di cui si fa esperienza, grazie alla partecipazione emotiva

* in questo caso l’efficacia della conoscenza dipende dall’efficienza di cui è veicolo

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Il conoscere diventa processo di apprendimento che consente di fare esperienza del mondo e di stessi

la conoscenza fa lavorare il consumatore (perché chiede di investire il suo tempo, il suo denaro, e la sua attenzione per prepararsi al consumo) e trasforma il lavoratore in un consumatore dell’esperienza lavorativa

l’apprendimento mediante esperienza definisce il senso che il soggetto-lavoratore e il soggetto-consumatore

assegnano alle proprie attività

(N.B. rapporto tra bisogni, desideri e rischi)

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

In definitiva:

v =

Prezzo (monetario) che il consumatore finale della conoscenza paga ai suoi fornitori

+

rendita (psicologica) che il consumatore finale ottiene se riesce a pagare un prezzo più basso

dell’effettiva utilità ritraibile dalle conoscenze acquistate da terzi

+

il valore intrinseco (psicologico) che produttori e consumatori assegnano all’esperienza cognitiva

che hanno fatto

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

MOLTIPLICAZIONE: il valore dato alla conoscenza dagli utilizzatori si propaga man mano che si allarga il

bacino di ri-uso (n), sia nel tempo che nello spazio

il valore della conoscenza complessivamente generato

dalla propagazione di Φ cresce al crescere di n

ma come aumentare il valore di n ?

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

1. Aumentando i volumi dei prodotti che si ottengono applicando una stessa tecnologia a più e diversi processi produttivi

2. Aumentando il bacino geografico o il periodo di tempo in cui la stessa conoscenza viene impiegata nella soluzione di problemi simili

3. Sviluppando nuove applicazioni a problemi e campi

inizialmente non considerati ma in cui Φ si rivela comunque utile

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Ciò che fa della conoscenza una risorsa assolutamente peculiare è la sua replicabilità che si realizza a costi decrescenti.

Riproducibilità: a costo costante, dei beni materiali ottenuti da lavorazioni industriali (che si ripetono secondo uno standard)

Replicabilità: ovvero riproducibilità a costo zero, delle conoscenze relative a processi cognitivi

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

APPROPRIAZIONE/REGOLAZIONE: il valore generato dall’efficacia e dalla moltiplicazione della conoscenza messa in circolazione come bene pubblico si traduce in

esternalità che vanno a vantaggio di tutti gli utilizzatori mentre il produttore iniziale rimane in

perdita se i costi sostenuti eccedono i ricavi

Si crea, allora, un problema di convenienza e motivazione

perché la conoscenza acquisti valore è necessario escludere i fruitori non paganti o comunque non

autorizzati dal legittimo proprietario.

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

REGIME DI REGOLAZIONE SOCIALE della filiera cognitiva: che governi l’appropriazione privata dei benefici e

che, limitando gli accessi, consenta di internalizzare i benefici generati dalla conoscenza, rendendo

sostenibili gli investimenti nella sua produzione e propagazione

Soluzione?

La condivisione della conoscenza ispirata a logiche cooperativiste e non di opportunismo

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Economia della conoscenza: un modello a 3D

Tutti i sistemi in cui la conoscenza non è né privata, né pubblica ma è condivisa hanno istituzioni che:

- regolano l’accesso di nuovi membri condizionandolo al rispetto di requisiti di ingresso

- rendono trasparenti i comportamenti tenuti dai singoli membri

- disciplinano le scelte favorendo la cooperazione e il rispetto delle regole

- intervengono sulle uscite di chi ha avuto comportamenti opportunistici e sul recupero di chi ha agito senza colpa

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Rappresentazione del modello:il triangolo delle Bermude

Max v

Max nMax p

Conoscenza personale: intensa

Conoscenza sociale: condivisibile

Conoscenza proprietaria: esclusiva

Ei=(v,n,p)

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Un sistema economico su tre livelli

Economia premoderna

Unico livelloproduzione di

utilità a mezzo di energie

Utilità pre-

cognitiva

U

Terzo livelloMeta-apprendimento

Primo livelloApplicazione ai

processi energetici

Secondo livelloApprendimento

Eu Energia senza investimento cognitivo

Economia moderna

Conoscenza a mezzo di conoscenza

Utilità a mezzo di conoscenza

Utilità a mezzo di energia

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Un sistema economico su tre livelli

Trasformazioni cognitive Trasformazioni energetiche

Meta conoscenza

K2

Conoscenza

K1

Energia

Eu+Em

Valore utile

U0

U1

U2

Mediatori cognitivi che producono metaconoscenzeconoscenze e applicazioni energetiche

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Pregiudizi da correggere

1. Pregiudizio settoriale: alta intensità conto bassa intensità

2. Pregiudizio storico: nuovo contro vecchio

3. Pregiudizio competitivo: produttori contro utilizzatori

4. Pregiudizio epistemologico: ricerca contro propagazione

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Apprendimento evolutivo e logico-formale

In tema di apprendimento è utile analizzarne due forme opposte e complementari che rispondono al gap tra le astrazioni contenute nella conoscenza codificata (esplicita)e la complessità del mondo reale, con la sua conoscenza implicita (tacita)

apprendimento logico-formale: procedendo per verifica di ipotesi seleziona teorie che sono già in partenza espresse in forma generale ed astratta, alimentando una continua produzione di conoscenza esplicita

apprendimento evolutivo: procedendo per prova ed errore sperimenta e seleziona soluzioni uniche fortemente legate alla pratica e al contesto in cui questa si svolge, alimentando la produzione di conoscenza implicita.

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Tre tipi di conoscenza

Conoscenza esplicitaÈ quella forma di conoscenza che può in qualche modo essere rappresentata, o meglio, che può essere trasferita da un individuo ad altri tramite un supporto fisico, quale può essere un libro o un filmato, o direttamente, attraverso una conversazione o una lezione. Un documentario, un manuale, un corso, sono tutti contenitori di conoscenza esplicita.

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Tre tipi di conoscenza

Conoscenza tacitaÈ quella forma di conoscenza che ci è più propria, ovvero ciò che sappiamo, anche se a volte non siamo capaci di esplicitarlo. Non tutta la conoscenza tacita è in effetti esplicitabile, e quando lo è, non è detto che lo possa essere completamente. Il «saper fare» qualcosa è conoscenza tacita, così come lo è quella particolare forma di conoscenza al quale diamo il nome di «intuizione», e che altro non è che la capacità di utilizzare in modo inconscio la propria esperienza per risolvere in modo apparentemente magico e inspiegabile, problemi anche molto complessi.

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Tre tipi di conoscenza

Conoscenza incorporataÈ quella forma di conoscenza che, pur esplicitata, non lo è in forma immediatamente riutilizzabile, ma richiede a sua volta conoscenza per essere estratta. Ad esempio, un processo nasce dalla formalizzazione di un'esperienza, ma pur affermando come si debba fare una cosa, può non spiegare il perché. Solo chi ha una certa esperienza può comprendere perché quel processo è stato definito in quel modo. Un oggetto ha la conoscenza incorporata nell'ergonomia del design piuttosto che nella realizzazione delle funzionalità.

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Tre tipi di conoscenza

L'esempio del libroUn libro è un contenitore di tutti e tre i tipi di conoscenza: quella esplicita è nel contenuto, in ciò che dice; quella incorporata è nello stile di scrittura piuttosto che nel modo in cui è stato realizzato, non solo come testo, ma come oggetto fisico (rilegatura); quella tacita è in tutto ciò che non è stato scritto, ovvero nel lavoro preparatorio che solo l'autore del testo potrebbe cercare di raccontare, nelle scelte fatte e nella capacità stessa di averlo scritto.

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Capitale sociale

1. Il capitale sociale è la rete delle relazioni personali e sociali che un attore (individuo o gruppo)possiede e può mobilitare per perseguire i propri fini e migliorare la propria posizione sociale. Èessenzialmente legato alla classe sociale di appartenenza degli individui e si distingue dal capitale economico e culturale.2. Il capitale sociale è generalmente definito come l'insieme delle istituzioni, delle norme sociali di fiducia e reciprocità, delle reti di relazioni formali e informali che favoriscono l'azione collettiva e costituiscono una risorsa per la produzione di benessere. A livello aggregato, il capitale sociale è un fattore del processo di sviluppo umano, sociale ed economico. 3. Mentre il capitale fisico fa riferimento agli oggetti materiali e il capitale umano alle caratteristiche degli individui, il capitale sociale si riferisce alle relazioni fra le persone – reti sociali e regole di reciprocità e mutua fiducia che ne derivano. In questo senso il capitale sociale è strettamente connesso a ciò che alcuni chiamano “virtù civica”. La differenza è che il “capitale sociale” richiama l'attenzione sul fatto che la virtù civica è assai più solida quando è radicata in una significativa rete di relazioni sociali di reciprocità. Una società di individui virtuosi ma isolati non è necessariamente ricca di capitale sociale.

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Il principio galileiano dell'esperimento

Il metodo sperimentaleGalileo è storicamente riconosciuto come il fondatore della moderna scienza sperimentale: ogni fatto, evento o fenomeno naturale va compreso e analizzato in rapporto alla tecnica dell'esperimento, ovvero il procedimento che permette di accertare l'esattezza delle teorie fisiche mediante la riproduzione isolata e controllata del fenomeno oggetto di analisi. Solo replicando concretamente il fenomeno studiato è possibile accertare, infatti, il dominio dell'uomo sul fenomeno, e quindi la capacità non solo di replicarlo, ma anche di prevederlo.

Un classico esempio di conoscenza scientifica raggiunta per mezzo del nuovo metodo galileiano è il principio di inerzia, il quale dimostra come un corpo in movimento, in assenza di forze esterne, si muove a velocità costante.