1 Opportunità, pari o dispari? E l'economia? Alberto Niccoli Senigallia 5 dicembre 2007.

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Opportunità, pari o dispari?E l'economia?

Alberto Niccoli

Senigallia

5 dicembre 2007

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Tutti gli uomini (e le donne)sono uguali

• Pochi luoghi comuni sono più falsi di questo

• Ogni persona ha pari dignità, ma ha pure differenze a non finire rispetto a tutte le altre

• Insomma, non siamo mai pari, ma sempre dispari

• Questa è proprio una grande fortuna

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Anche in termini di “opportunità”

le persone sono molto diverse fra loro• I motivi sono tanti; dipendono: dal patrimonio genetico; dal contesto storico; dall’assetto istituzionale; dai contatti e rapporti con gli altri; soprattutto, dai valori morali

Ma allora vi può essere un problemaper le “pari opportunità”

Proporrò nell’ordine tre soluzioni

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E l’economia?

• Quale ruolo ha l’economia in questa prospettiva?

• In particolare in un sistema economico come il nostro – economia capitalista, ma con tanti elementi ancora precapitalistici, o forse anche “post-capitalistici”?

• E se il sistema economico fosse diverso, come andrebbero le cose?Torneremo poi all’economia capitalista

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In un’economia stazionaria

• In un sistema stazionario, cioè che ripete se stesso periodo dopo periodo, tutti i soggetti si trovano in una medesima situazione

• Le opportunità sono identiche per tutti i soggetti perché qualsiasi competenza è acquisibile da chiunque; restano esclusi quelli che svolgono ruoli particolari: il re, i sacerdoti, i guerrieri, ecc.

• Anche questi soggetti, tuttavia, hanno tali ruoli particolari per decisione comune nel sistema, e quindi i loro apparenti privilegi sono in realtà il frutto di scelte di tutti

• Insomma, in tale mondo, le opportunità sono pari per tutti

Questa è la prima soluzione per il problema

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Lo stato stazionario è dunque la solu-zione per dare a tutti “pari opportunità”?• le opportunità sono pari per tutti, ma• ognuno deve ripetere, insieme alla luna e al

pastore errante per l’Asia, “i sempiterni calli”• Tuo padre era fornaio? Anche tu lo sarai!• Contadino? Anche tu lo sarai!• Speziale? Anche tu lo sarai!• Insomma, le opportunità sono pari, ma la libertà

dov’è?

Molto semplicemente, la libertà manca, non c’è. Altrimenti il sistema non sarebbe stazionario

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Insomma, per ritrovarele pari opportunità

• la strada più semplice è tornare all’economia stazionaria.

• in tanti lo propongono (talvolta anch’io), ma i problemi sono enormi:

• un’economia stazionaria è un sistema dove si ripetono sempre le stesse scelte; ma allora, occorre rinunciare alla libertà, e questa è una scelta dura

• non è soltanto un problema di scelte che risultano predeterminate

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• è la mancanza della libertà di scelta in astratto che risulta ardua

• la scelta dell’economia stazionaria la fa solo chi è disposto a vivere come Robinson Crusoe nell’isola deserta

• Galileo è costretto ad accettare il sistema geocentrico e senza libertà, ma borbotta “Eppur si muove!”

• non è solo Galileo a rifiutare la ripetizione delle scelte e affermazioni che vengono dal passato

• siamo andati sulla luna; come possiamo rinunciare ad Ulisse e al mito delle sirene?

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Dobbiamo seguire una strada diversa rispetto all’economia stazionaria

• Dobbiamo trovare la strada delle pari opportunità pure in un’economia che ponga la libertà e il cambiamento al centro del sistema

• L’economia capitalista sembra essere tale, essendo basata sul principio che tutti debbano poter utilizzare tutte le loro potenzialità: ho soldi, debbo poterli utilizzare; ho competenze, debbo poterle sfruttare; ho risorse naturali, è giusto che ne tragga dei redditi; vivo in una famiglia fortunata, è giusto che me ne avvantaggi

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Questa sembra la soluzione di ogni pro-blema. Eppure, c’è qualcosa che non va!

• L’economia capitalista ha un tasso enorme di “selezione naturale”:

chi ha successo, ottiene premi enormi; chi non lo ha, fallisce; i processi sono quasi sempre cumulativi:

ai successi seguono altri successi, agli insuccessi seguono altri insuccessi

Gratificazioni e penalizzazionisono estreme

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In una prospettiva di lungo, lunghis-simo periodo, e se non si tiene con-to che stiamo parlando di persone

• il sistema funziona:le tecniche meno efficienti sono eliminate;i beni meno validi sono sostituiti.

• Ma non possiamo dimenticare che non stiamo parlando solo di questo, ma anche di persone, che quelle tecniche utilizzavano e quei beni producevano

• Le persone non debbono essere mandate al macero, o al macello, pur se spesso lo sono

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Allora, che fare?

• Riflettiamo:

1. cosa significa “pari opportunità”, tenuto conto del fatto che siamo tutti, e tanto, diversi?

2. come può operare la scuola in questa direzione?

3. cosa ci insegna l’economia in questa prospettiva?

Cercheremo di rispondere a queste domande

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Pari opportunità: in che senso?• Ognuno di noi ha determinate capacità, tante o poche

che siano• “Pari opportunità” significa permettere a tutti, almeno a

priori, un identico livello di utilizzazione delle proprie capacità:

chi ne ha tante, ne sfrutterà tante, o magari le sfrutterà tanto

chi ne ha poche, ne sfrutterà poche, e talvolta le sfrutterà pure pocoNon va, pure se spesso capita, che chi ne ha tante, sia pure ulteriormente aiutato, e chi ne ha poche sia anche

ulteriormente penalizzato

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Dall’economia viene un suggerimento

• I rendimenti marginali sono decrescenti• Le aliquote di tassazione possono essere

progressive• Allora, chi ha tante risorse può ricevere un po’

meno aiuto• e chi ne ha poche può riceverne in misura

maggiore

Questa è la proposta che viene da chi, come me, ha attenzione per gli ultimi:

è la seconda soluzione per il problema

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Vedremo poi che c’è una terza soluzio-ne, meno penalizzante per chi è bravo

• Come può la scuola garantire a tutti “pari opportunità”? Due punti:

1. La composizione delle classi

2. I contenuti dell’insegnamento

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1. La composizione delle classi

• non è pensabile che ogni studente appartenga ad una classe soltanto

• non è pensabile che vi siano classi di geni e classi di somari

• non è pensabile che ogni docente abbia classi rigidamente precostituite

Insomma: le classi debbono essere

a geometria variabile

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La composizione di classi variabili

• Occorre che, a seconda delle condizioni e dei casi, ogni studente sia inserito nel gruppo che in quel momento gli permette di apprendere di più, in relazione alle proprie potenzialità e capacità:

tanto per chi è molto bravo;

magari meno, ma sempre il massimo possibile, per chi non lo è

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La composizione di classi variabili

• Ma allora faremo le classi dei geni e le classi degli stupidi?

• No, per fortuna, perché gli uni e gli altri possono il più delle volte lavorare insieme, se le metodologie dell’insegnamento sono quelle giuste

• Soprattutto, vi è la storia dell’isola, nei Viaggi di Gulliver, dove gli abitanti giocano a guardie e ladriLa storia non vale solo nella scuola, ma pure …

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2. Il contenuto dell’insegnamento• Non intendo in questa sede discutere dei

programmi scolastici, per le singole discipline, per i diversi ordini di scuola, per i diversi anni (ne ho le competenze solo per le discipline di cui mi occupo, per le altre proprio no)

• Mi sembra invece importante riflettere su un punto che a me sembra fondamentale

• Ci viene spesso detto che il contenuto dell’insegnamento deve essere sempre aggiornato, in particolare rispetto alle esigenze delle attività produttive.

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• Non sono d’accordo con questa tesi. Ma ciò non conta,

• perché ho motivi di teoria economica per dire che è impossibile avere una formazione aggiornata rispetto all’ “up to date” per le imprese:i profitti derivano dall’innovazione; se l’innovazione si diffonde, i profitti scompaiono.

• Non è possibile conoscere, e tanto meno insegnare, gli ultimi ritrovati, tecnici o di mercato, perché le imprese difendono i vantaggi competitivi che hanno, e quindi la riservatezza delle informazioni da cui derivano i loro profitti

• Allora, la scuola non può avere queste informazioni! tanto meno può insegnarle!

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• L’aggiornamento va dunque inteso in un modo diverso:le tecniche più nuove non si imparano a scuola, ma sul lavoro;è aggiornato un insegnamento che utilizzi le metodologie didattiche più efficaci, che spesso sono anche nuove;è aggiornato un insegnamento adeguato rispetto agli aspetti della formazione che siano più rilevanti in un dato contesto, per bambini e ragazzi

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Il contenuto dell’insegnamento

• I limiti principali nella formazione dei ragazzi di oggi per me riguardano questi punti:

acquisire la mentalità del lavoro di gruppoaverne una finalizzata al problem solving, eavere adeguati valori

Soprattutto quest’ultimo limite mi appare fondamentale, perché purtroppo non se ne occupa pressoché nessuno

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A chi spetta fornire i valori?

• Alle famiglie, in primo luogo, ma i genitori corrono sempre come matti, spesso solo per fare quattrini; i nonni non sempre sono presenti

• Di preti ce ne sono sempre meno e il più delle volte hanno un’età per cui …

• Le associazioni ed i gruppi sono spesso ottimi centri di formazione, ma ve ne sono pure tanti che purtroppo …

• E la scuola? perché no?

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Il contenuto dell’insegnamento

• Possono, i valori, essere insegnati? Se sì, quali debbono esserlo?

• Non esiste libertà di insegnamento?

• La risposta a queste domande è, per me, indubbiamente positiva: i valori possono e debbono essere insegnati; gli alunni li imparano come imparano, o non imparano, le altre nozioni

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Quali valori?• Ogni insegnante adeguatamente preparato

insegna i propri:lo fa in modo automatico, in ogni momento in cui vive, a casa, in classe, nell’istituto scolastico, per strada, in macchina, ovunque

• Tuttavia, ogni insegnante deve anche insegnarli in modo cosciente e consapevole, ritagliandosi spazi adeguati allo scopo

• Vi sono poi, e magari soprattutto, dei valori che tutti, in una scuola pubblica, e forse pure in una privata, debbono insegnare:

quelli contenuti nella nostra Costituzione

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I valori della Costituzione

• Posso, in questa la sede, svolgere solo dei flash (oltretutto, non sono nemmeno competente).

Tuttavia, almeno questi punti vanno ricordati:

art. 3, 2° c.: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …”

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• Art. 34, 1° c.: “La scuola è aperta a tutti.” tutti, non solo bambini e ragazzi, ma anche adulti ed anziani

• Art. 34, 3° c.: “I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”, non i figli di papà

• Art. 42, 2° c.: “La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che” … ne assicura la funzione sociale e la rende accessibile a tutti

• Art. 53: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è ispirato a criteri di progressività”

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Quali conseguenze?• La nostra Costituzione non ha una conce-

zione individualista, ma personale e sociale

• La nostra Costituzione è attenta ai soggetti più deboli

• La nostra Costituzione comporta che ognuno non guardi solo a se stesso e ai propri diritti, ma anche agli altri, e abbia molti doveri nei loro confronti

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• Questi valori vanno in primo luogo praticati e poi insegnati nella scuola

• I più bravi debbono essere consapevoli che non sono bravi solo per sé, ma lo sono pure per tutti gli altri, in primo luogo per tutti i compagni, a partire dai più deboli, nelle loro classi

• Gli uni e gli altri, con le loro famiglie e i loro insegnanti, debbono crescere insieme

• La “peer education” è fondamentale

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Peer education - La formazione tramite i propri compagni

Research suggests that people are more likely to hear and personalize messages … if they believe the messenger

is similar to them and faces the same concerns and pressures.

La ricerca suggerisce: è più probabile che le persone diano ascolto e facciano propri i mes-saggi … se credono che il messaggero è simile a loro ed affronta le stesse pressioni

Vedi: Sloane BC, Zimmer GC, The power of peer health education, Jounal of American College Health, 1993, 41, pp. 241-5.

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• L’articolo fa riferimento alla prevenzione dell’AIDS, ma la tesi sostenuta – la peer education funziona, e spesso è migliore di qualsiasi altro sistema educativo – ha valore generale

• Una scuola nella quale i ragazzi più capaci si sentano responsabili della maturazione e della crescita dei loro compagni più deboli, risponde ai propri obiettivi, perché gli uni e gli altri sfruttano pienamente le loro capacità

• Ne hanno vantaggio sia i più bravi, sia gli altri: i bravi che possono formulare proposte educative, e potenziare le proprie capacità, gli altri perché queste proposte costituiscono “peer education” (e va ricordato Gulliver …)

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• Occorre passare da una scuola individualista, non solo a livello di corpo docente, ma anche e soprattutto di alunni, ad una scuola sociale

• Le competenze e capacità di ognuno debbono essere utili a tutti

• Il processo di crescita non è soltanto individuale, deve riguardare tutto il gruppo

Questa è una scuola coerente con i principi della nostra Costituzione

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• Insomma, ho in mente una scuola – e questo vale per ogni ordine, dalle materne all’università – dove tutti, insegnanti e alunni, e pure gli alunni da soli, cooperano per realizzare insieme le loro potenzialità

• La valutazione, in queste condizioni, deve articolarsi in due parti:

la prima, interna alla singola scuola, è solo relativa, per ogni alunno, rispetto alle sue potenzialità.(ovviamente, il valore legale dei titoli va eliminato, come pure l’aspettativa che, per avere “il posto”, basti il pezzo di carta)

la seconda, nazionale ed esterna alla singola scuola, è finalizzata a fornire una valutazione oggettiva non degli alunni, uno per uno, ma appunto di ogni singolo istituto scolastico (ovviamente senza “membri interni” …)

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• La scuola che ho proposto risponde pienamente alle proprie funzioni, perché:

valorizza pienamente le risorse di tutti i soggetti coinvolti;

attiva e promuove i loro valori;gratifica i ragazzi facendoli sentire utili e

importanti;promuove il lavoro di gruppo;è finalizzata alla soluzione dei problemi

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• E’ una scuola meritocratica, ma non selettiva, perché è valutata sulla base dei risultati comparativi ottenuti da ogni istituto

• E’ una scuola che valorizza pure gli ultimi, perché sono indispensabili ai primi

• E’ una scuola dove il rapporto fra studenti e insegnanti è di cooperazione, e non conflittuale:

la valutazione comparativa a livello individuale è rispetto alle possibilità di ognuno;

solo a livello di istituto si è confrontati con gli altri

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E l’economia?

• Anche l’economia ne trarrà vantaggio: tutti impareranno che tutte le risorse vanno

pienamente utilizzate tutti impareranno che si deve lavorare insieme

per risolvere problemi comuni tutti diverranno consapevoli del fatto che non si

vive solo per sé, ma anche per gli altri, e questo aiuta l’economia, che, contrariamente alla valutazione comune, è un mondo, od un campo di attività, non individuale, ma sociale

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E l’economia? Ne trarrà vantaggio

• In Italia, nell’economia, si ha bisogno di più meritocrazia, ma anche di spirito di collaborazione, di armonia e molto meno di conflitti; questa scuola lo rende possibile;

• Inoltre, i mali dell’economia, non solo in Italia ma in tutto il mondo sviluppato, derivano dal fatto che le diamo troppa importanza, non troppo poca

• Sarebbe lungo dimostrarlo; mi manca il tempo, ma è così. Solo uno spunto sul quale riflettere:

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• nel mondo, tutti i governi dei paesi occidentale – di destra, di centro, o di sinistra – guidati da gente onesta o da ladri, da persone intelligenti o da incapaci, tentano in ogni modo di risolvere i problemi dell’economia, cercando di accelerare la dinamica del sistema e di aumentare l’intensità dei processi innovativi (più R&S, maggiore accumulazione, più flessibilità nel mercato del lavoro, ecc.)

• Praticamente non ci riescono mai!

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• Tutti sbagliano! Questo dovrebbe indurci alla riflessione!

• Per caso, non sarà sbagliata la domanda che viene posta?

• Ovvero che il problema dei nostri sistemi economici è opposto a quel che si pensa normalmente:la quantità di cambiamento che viene introdotto è eccessiva, perchè i soggetti dei sistemi sono anziani, stanchi e ne vorrebbero quindi un po’ di meno;

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• i soggetti soffrono di allergia rispetto al cambiamento e quindi si oppongono ad esso;

• quando si soffre di allergia, se mettiamo il soggetto in contatto con l’agente allergizzante, le cose peggiorano

• ma allora, se di cambiamento ne introducessimo meno, le cose andrebbero meglio

Sono certo che, se all’economia dessimo meno importanza, i nostri pseudo problemi economici scomparirebbero immediatamente

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E l’economia?

• Un mondo e una scuola dove i bambini e i ragazzi, le bambine e le ragazze si abituano ad una crescita complessiva, dove valori, competenze, nozioni si integrano fra loro in modo armonico, sono un mondo e una scuola dove ai soldi e alle cose verrà data meno importanza, e quindi pure all’economia.

• Ma questi sono un mondo e una scuola dove i problemi dell’economia sono automaticamente risolti!

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Questa, per me, è l’economiadelle pari, e non più dispari,

opportunità