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1 Incontri dietro le quinte. Imprese e professionisti nel settore dello spettacolo Adriana Luciano e Sonia Bertolini (a cura di) Il Mulino, Bologna, 2011 Altri autori: Belloni C., Cannizzo S., Cappellato V., Erba G., Todesco L.,

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Incontri dietro le quinte. Imprese e professionisti nel settore dello spettacolo

Adriana Luciano e Sonia Bertolini (a cura di) Il Mulino, Bologna, 2011

Altri autori: Belloni C., Cannizzo S., Cappellato V.,

Erba G., Todesco L.,

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Il volume si basa sui risultati di ricerca di due progetti finanziati dal Progetto Alfieri della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino:

-“Incontri dietro le quinte, spettacolo dal vivo e nuove tecnologie”, 2005, a cura di Luciano A., Casale Alloa E., Cannizzo S., Faccenda L., Santi R.

-“I percorsi di carriera nei settori creativi in Piemonte: differenze di genere e intergenerazionali”, 2007, a cura di Belloni C., Bertolini S., Cappellato V., Erba G., Follis M., Deiana P., Losma E., Mesturino I., Todesco L., Vallero M., coordinazione scientifica C. Saraceno

- Enti coinvolti: Cirsde, Dipartimento di Scienze Sociali, Teatro Stabile Privato di Pubblico Interesse, laboratorio Frame di Corep e la cooperativa Orfeo.

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Obbiettivi delle due ricerche

• Ricostruire i meccanismi di regolazione dei settori artistici

(teatro e danza) in Italia in città di medie dimensioni

• individuare le dinamiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro

• capire come si definiscano (e si trasformino) le regole che

portano alla strutturazione dei settori considerati

• sguardo a differenze di genere e tra generazioni

• diffondere l’approccio della Sociologia delle Professioni (Paradeise,

Saglio): in Italia più diffuso quello sulle occupazioni (lavoro

dipendente), ma oggi, data l’evoluzione del MdL, può essere utile

sguardo a professioni

• ricollegarlo alle teorie di Bourdieu sul lavoro artistico

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Il contesto della ricercaTorino e per il Piemonte da un modello di industrializzazione

fondato sulle grandi imprese, verso il distretto della cultura (Berta,

Pichierri, 2007, Ires, 2008, Cominu, Musso, 2009, Santagata, 2009):

- valore economico del settore “creativo” è cresciuto fino a

raggiungere nel 2007 la cifra di circa 1,7 miliardi di euro, una quota

pari a circa l’1,4% del Pil dell’intera Regione

- è cresciuta la spesa delle famiglie per ricreazione e cultura fino a

raggiungere l'8,5% del totale della spesa, al secondo posto dopo l’Emilia-

Romagna (8,7%) e più di un punto sopra la media nazionale (OPC, 2008).

- nel 2001 si stimavano occupati nel settore (in senso ampio) più di

35.000 addetti.

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La tesi di Florida sulle città creative (Florida, 2002):

l'attrazione dei talenti insieme allo sviluppo dei settori

dell'educazione e della ricerca rappresentano i processi chiave

dello sviluppo.

Perché il circolo virtuoso si realizzi serve che si diffonda

“un'atmosfera” favorevole.

In Piemonte: finita la stagione dei grandi investimenti, l'aumento dei

costi di gestione, inevitabile conseguenza dell'aumento dell'offerta,

e la crescente contrazione delle entrate delle amministrazioni locali,

nonché la restrizione delle risorse disponibili da parte delle

Fondazioni bancarie, hanno prodotto uno squilibrio tra domanda e

offerta di risorse (Luciano, 2010)

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Metodologia della ricerca

• 21 interviste a testimoni privilegiati, quali responsabili di associazione o di enti privati e pubblici, e datori di lavoro

• 59 interviste semi-strutturate face-to-face a lavoratori e lavoratrici dello spettacolo; campione “a palla di neve”

stratificato in base al genere e all’etàRicostruzione della carriera lavorativa e familiare

• 20 interviste ad organizzazioni produttive dello spettacolo

• Survey sui percorsi professionali dei laureati del Dams

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Specificità del settore artistico• Assenza di prerequisiti formali (titolo di studio, albi) per l’entrata nella professione

• Assenza di regole prestabilite che definiscono le progressioni di carriera, come avviene nelle carriere interne o organizzative

• Ogni transazione di lavoro (ingaggio per uno spettacolo)

è a sé ed è formalmente indipendente sia dagli ingaggi passati sia

da quelli futuro

• Lavoro a progetto per definizione

• Precarietà strutturale

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Domande di ricerca

Il mercato del lavoro delle professioni artistiche date le sue

caratteristiche è aperto o è un mercato del lavoro strutturato?

E se è strutturato su che tipo di regole si basa (formali/informali ecc..)

e chi le stabilisce? Se esistono delle convenzioni, come si formano e si

sviluppano? (Paradeise, 1998, Menger, 1999, Faulkner, 1983, 1987,

Bourdieu, 1995, Santagata, 2009, Berzano 2004)

I percorsi di lavoro degli artisti sono individualizzati o presentano

regolarità?

Genere e generazioni sono categorie di analisi che contribuiscono a

spiegare le eventuali regolarità?

Come si riparano dalla precarietà i lavoratori di questo settore?

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Il mercato del lavoro delle professioni artistiche date le sue

caratteristiche, dovrebbe essere aperto; in realtà si tratti di un

mercato del lavoro strutturato, basato su convenzioni, dove le regole

esistono e sono ferree, ma sono di tipo informale (Paradeise, 1998,

Menger, 1999, Faulkner, 1983, 1987, Bourdieu, 1995, Santagata, 2009, Berzano

2004)

• i percorsi di lavoro degli artisti non siano così individualizzati,

come si potrebbe pensare, ma presentino significative regolarità

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• La definizione della professionalità avviene attraverso regole

ben precise di riconoscimento da parte della comunità artistica,

del pubblico e della critica.

• Tali regole sono frutto di negoziazioni tra gli attori e come tali

sono soggette a cambiamenti nel corso del tempo.

• il talento, parte artistica della competenza, diviene una risorsa

negoziabile sul mercato, e il suo riconoscimento stabilisce le possibilità

di ingaggio dei singoli artisti e i livelli di remunerazione

Si tratta quindi di mercato del lavoro chiuso, uno spazio

sociale dove esistono delle regole impersonali di reclutamento e

promozione, con le quali i lavoratori che ne fanno parte cercano di

proteggersi dalla concorrenza di quelli più esterni

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• Ricollegando questa prospettiva analitica allo studio delle professioni

a quella di Bourdieu (1995), possiamo dire che ogni settore artistico

può essere rappresentato come un “campo artistico”

come sistema di forze, in cui gli artisti occupano posizioni

più o meno centrali e hanno a disposizione diverse quantità di risorse.

• Gli artisti per entrare devono superare le barriere di ingresso e

successivamente cercare di conquistare le posizioni dominanti,

Come direbbe la Sociologia delle Professioni devono farsi certificare

“la propria professionalità” da parte della comunità, attraverso le

regole specifiche di quel campo.

• Solo una volta entrati possono tentare di cambiarle

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Il genere come categoria di analisi rappresenta

un ulteriore elemento di chiusura/apertura del mercato.

Poche e interessanti analisi di genere sulle professioni.

• Il genere può costituire fattore di esclusione,a seconda delle caratteristiche del gruppo dominante. Giannini (2006) per le professioni tradizionali: esiste un codice maschile che funziona come meccanismo di chiusura rispetto ai tentativi di accesso delle donne. • La segregazione occupazionale si contraddistingue non solo per una distribuzione disomogenea nei diversi settori di attività o all’interno della gerarchia organizzativa, ma anche in quanto rappresentazione di un ordine simbolico latente che alimenta culture professionali (Gherardi 1999) caratterizzate dal prevalere di forme di mascolinità egemone (Alvesson e Billing, 1992).

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I principali risultati della ricerca empiricaL’ingresso nel mondo del lavoro artistico

• Scelta per vocazione: la motivazione è, per tutti, un elemento fondamentale per intraprendere una carriera in cui la precarietà lavorativa è insita nel modello stesso di organizzazione del lavoro e in cui pochi arrivano al successo.

• Percorso di formazione non istituzionalizzato: scuola di danza (preparazione tecnica) frequentazione universitaria (preparazione teorica).

• La scelta universitaria non è determinante per l’ingresso nella professione, accesso in un secondo momento a carriera avviata

• Numerosi sono i ballerini che aspirano ad un titolo di Laurea perché devono preparare la strada a una seconda carriera. • Preparazione teorica che serve di supporto al lavoro artisticoEs: Una ballerina che ha fatto Scienze Naturali si è ispirata ai suoi studi per fare un

lavoro di improvvisazione sul regno animale e per fare didattica con i bambini.

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• I percorsi professionali nella danza condividono

alcuni tratti delle carriere artistiche; alcune caratteristiche in comune

con le professioni sportive brevi e strutturalmente doppie

• La prima fase della carriera lavorativa spesso si sovrappone a

quella della formazione e si contraddistingue per il problema del

sostentamento economico

• Due modelli di inizio carriera:

a. Coloro che svolgono la professione artistica e parallelamente

lavoretti;

b. Coloro che lavorano solo nel settore artistico.

• Periodo in cui si apprendono le regole del settore

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Meccanismi di selezione

1. Provino: in realtà preselezione con passaparola, fare arrivare al provino solo chi si valuta abbia le competenze;

Si valuta anche fedeltà al reticolo

2. Chiamata diretta: reputazione

“Nella seconda compagnia ho trovato il lavoro perché avevo lavorato con uno di questi attori, in questo spettacolo del 93,

che aveva un’altra compagnia. E quindi poi mi hanno chiamato. Tramite conoscenze, ma non vuol dire essere raccomandato:

è ovvio, anch’io se avessi bisogno di qualcuno chiederei a chi conosco perché mi fido del loro giudizio, di solito succede

così, con colleghi attori” (Attrice, 37 anni)

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Il ruolo delle reti di relazioni

• sì ruolo giudizio comunità, no ruolo critica in Italia“Mi conoscono e quindi mi chiamano” (Ballerina, 50 anni). “La realtà teatrale è una catena. Fai una cosa, ne agganci un’altra, non hai il tempo di riflettere, di tornare indietro, cioè tu finisci un lavoro e già pensi.. e già stai facendo un altro lavoro e quindi io per molti anni non ho fatto le vacanze” (Ballerino, 48 anni).

“Non è un mestiere in cui ti valutano attraverso un concorso statale. Tu puoi aver fatto la Scala, però se a un coreografo non vai non vai, devi essere giusto al momento giusto. Anche se tu hai fatto delle scuole con un nome, però devi avere la capacità per affrontare tutto questo e devi dimostrarle artisticamente. Il talento artistico è molto importante” (Ex-ballerina, 52 anni).

 

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• il giudizio dei colleghi può anche essere fuorviante perché condizionato dall’invidia e dai rapporti di concorrenza. Un eccesso di bravura può far scattare relazioni negative e mettere in atto meccanismi di chiusura.  

“Ci sono state persone che hanno cercato di schiacciarmi. Principalmente donne, direttrici di scuole di danza che mi hanno presa come insegnate poi capivano le mie lezioni, non pubblicizzavano il mio corso per fare venire poche persone” (36 anni, ballerina)

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L’ingresso. Una questione di genere?

Gli uomini hanno un vantaggio strutturale di carriera nei settori artistici della danza e del teatro, che deriva dal rapporto tra posti/ruoli disponibili e numero di concorrenti.

Nel teatro, arte di tradizione maschile, il numero di ruoli al femminile è notevolmente inferiore e quindi, a parità di numerosità di soggetti che vogliono accedere, gli uomini presentano un vantaggio competitivo.

Nella danza, al contrario, sono i ruoli maschili a essere esigui, ma sono meno numerosi anche gli uomini che vogliono intraprendere questa professione, con il risultato che possono permettersi di arrivare dopo alla danza, anche con percorsi poco orientati e casuali

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Il genere definisce non solo la facilità di ingresso in uno specifico settore, ma anche la possibilità di ricoprire determinati ruoli professionali grazie a «processi di stereotipizzazione» [Bruni, Gherardi e Poggio 2000] che definiscono l’idoneità degli uni e delle altre a svolgere solo alcuni tipi di attività.

L’esclusione o l’inclusione sono spesso giustificate:

1. dalle differenti caratteristiche fisiche di uomini e donne

“Ci sono professioni più tipiche delle donne, per esempio icostumi, oppure degli uomini, per esempio direttore della fotografia.Difficilmente una donna riesce a fare carriera nel repartomacchine. C’è un problema fisico, sì…”(regista, 50 anni, M.)

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2. dalla «naturale» predisposizione delle donne a operare

in ambiti che ricalcano ruoli tradizionali del lavoro domestico

e di cura [Rosti 2006]. Esempio: ad alcune donne sembra accessibile la

carriera di scenografa o costumista in quanto ruoli «legati all’idea della casa, i costumi…» [regista, F].

“In effetti, nel fare la segretaria di edizione devi essere molto attenta, guardare e controllare tutto, che è

tipico femminile, no? Poi non lo so se è vero che è così, però in

effetti…” [operatrice, montatrice, F].

“Ci sono donne che fanno i tecnici, donne macchiniste, donne tecnico luci e donne foniche. Solitamente sono

donne molto maschili. Molto maschili” [Tecnico teatrale, M.]

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La segregazione riguarda anche «il come» uomini e donne

percepiscono la propria identità sessuale nel contesto lavorativo e

fuori di esso. Vi sono dei pregiudizi verso gli uomini che danzano

che disincentivano la pratica della danza (ruolo genitori).

• La socializzazione al maschile, d’altronde, non prevede una cultura

della corporeità [Agnese e Ruspini, 2007] che è fondamentale nella

danza: il ballerino viola quel modello del genere maschile prescritto

[Abbatecola, 2003]. Curare la propria immagine e la propria salute

è una pratica che può venire osteggiata, perché considerata «da donne»:

Non è così in altre culture (Es: Cuba).

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Le forme delle carriere

• I percorsi lavorativi nei settori creativi non sono riconducibili

al modello convenzionale di carriera, cioè come progressione

in una gerarchia di posizioni pre-determinate,

ma piuttosto a quello della carriera "professionale“,

movimento verso il centro del sapere che qualifica la professione,

che nel caso specifico è sostanzialmente rappresentato dal

successo (di pubblico e colleghi in Italia, più che di critica) degli

spettacoli cui si partecipa• La costruzione della carriera nel settore artistico in genere è

simile alla creazione di un “portafoglio” finanziario

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Sviluppo e consolidamento della carriera

• Strategia della doppia carriera una nel settore artistico e l’altra in un altro: logopedista e attrice

• Strategia della doppia carriera nel settore artistico: - diversificazione estensiva tra più settori artistici, - o diversificazione intensiva, lavorando nello stesso settore, ma svolgendo più professioni, per esempio attore e regista, o ballerina e insegnante di danza

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Diversificazione estensiva

Strategia per ridurre il rischio economico e contenere la discontinuità lavorativa, individuare settori attigui di attività in cui si possono svolgere professioni in qualche maniera legate alla propria, ma meglio retribuite. meccanismo è “a scatole cinesi”: una porta sembra aprire l’altra. • la pubblicità e il mondo della televisione hanno rivoluzionato il panorama delle opportunità, soprattutto per i settori del teatro e del cinema. ES: attori e attrici fanno anche del doppiaggio e/o speakeraggio in televisione per la pubblicità. •Gli intervistati si definiscono quindi attrici/attori, professione che li soddisfa a livello simbolico, ma per integrare lo stipendio svolgono saltuariamente gli altri due mestieri.

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“Alcuni doppiatori fanno anche gli attori di teatro, ma molti no anche

se potenzialmente sono bravi attori, perché con il tempo si siedono

in quanto guadagnano di più facendo i doppiatori” “Però se ci tieni

come faccio io faccio delle cose a teatro dove non guadagnano molto

e poi una volta al mese quando riesco faccio dl doppiaggio o dello

speakeraggio per mettere insieme uno stipendio che sia decente”

(Doppiatrice-attrice, 37 anni)

Esempio diversificazione estensiva

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Diversificazione intensiva

Strategia di diversificazione nello stesso settore, si ritrova

frequentemente tra le ballerine.

La danza: carriera molto breve richiede necessariamente una forte

diversificazione.

Ballerina e insegnante e/o coreografa,

E/o impegnata in varie attività di formazione e/o organizzative,

specialmente nella seconda parte della carriera che mediamente

comincia presto, intorno ai quarant'anni.

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Tabella 2. Modelli sintetici di carriera del nostro campione nel settore teatro.

Legenda: Giallo= settore teatro, Azzurro = settore artistico altro, Verde = altro non in settore artistico

Casi Tempo 1

Tempo 2 Tempo 3 Tempo 4 Tempo 5

1. F doppiaggio in televisione

costumista attrice teatro

Istituto d’arte Laurea Dams a 32 anni

costumista

2. F Attrice Attrice Logopedista Laurea lettere Logopedista Attrice

3. F Attrice Attrice Regista e attrice Laurea Dams

4. M Attrezzista in teatro/animatore nelle scuole

Regista Regista e attore Regista e attore

Laurea lettere 5. M

Laboratori teatrali Scrittore di testi teatrali

Regista e attore

Liceo, inizia Laurea Dams ma non finisce

6. M Animatore in villaggi turistici/ Attività ludico motoria

Attore Attore

Diploma di ragioneria

Barista

7. F Attrezzista in teatro/animatore nelle scuole

Costumista Attrice

Laurea Dams/ Scuola Ronconi

8. M Cantante Attore Regista e attore Regista e

attore

Liceo Scuola interpreti

9. F Doppiatrice Attrice Laurea lettere

10. F Attrice Attrice Regista e attrice/

Attrice cinema Proprietaria società di doppiaggio

Attrice teatro e tv

Liceo

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 Tabella 1: Modelli sintetici di carriera del nostro campione nel settore danza. Legenda: Giallo = settore danza, Azzurro = settore artistico altro, Verde = altro non in settore artistico

Casi Tempo 1 Tempo 2 Tempo 3 Tempo 4 Tempo 5

1 F ballerina scrittrice Commessa Formazione tecnica classica, contemporanea, folkloristica

Regista/ ballerina.

Insegnante danza

2. F

Ballerina Prima ballerina Ballerina con sua Compagnia

Ballerina con sua Compagnia

Insegnante di danza

Scuola di danza Torinese

Insegnante di danza

Insegnante di danza Insegnante di danza

Manager della danza

Scala di Milano Talent scout 3. F

Formazione in danza jazz

Ballerina Organizzatrice di eventi

Ballerina Insegnante di danza

Ballerina

Ballerina in tv Coreografa 4 F

laurea Ballerina Prima ballerina Insegnante di danza

Accademia di danza di Cuba

Insegnante di danza

Insegnante di danza

5. M Ballerino Ballerino Costumista Costumista M Formazione in danza jazz

Animatore villaggi

Coreografo Coreografo

6. F Ballerina Ballerina Ballerina Laurea Dams

7. M Ballerino/accademia di danza

Ballerino

Liceo e 2 anni Laurea Dams

Barista

8. F Scuola di danza Ballerina Ballerina Laurea in Scienze naturali

Insegnante di danza

Insegnante di danza

9. M

Università Ballerino Corsi di danza Università

Barista 10. F

Scuola di danza Ballerina Ballerina Laurea in biotecnologie

Dottorato Giornalismo medico

10. F

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Differenze tra generazioni

• centralità settori

• ruolo legami forti e legami deboli

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Alcuni autori sostengono (Menger, 1999) che negli ultimi trent’anni alcuni cambiamenti avvenuti a livello organizzativo nei settori culturali e dei mass media in genere abbiano modificato la regolazione del mercato del lavoro e di conseguenza la struttura

delle carriere artistiche in Europa e Stati Uniti:

accresciuta concorrenza e necessità di coniugare flessibilità e

riduzione dei costi

riorganizzazione in strutture più piccole e flessibili, che stipulano

con i propri dipendenti contratti di breve periodo.

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Secondo Menger (1999) l’aumento dell’instabilità lavorativa nel

settore artistico ha provocato la comparsa di una nuova forma

di segmentazione del mercato del lavoro tra:

• coloro che, da una parte, riescono ad accumulare esperienze

di lavoro e di conseguenza ad aumentare le loro competenze e il

loro reddito e a costruirsi una reputazione

• dall’altra, i più giovani o coloro che hanno meno competenze e

percorsi di lavoro caratterizzati dalla discontinuità lavorativa e

bassi redditi.

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Le variazioni della struttura organizzativa e del Mdl hanno influenzato i modelli di carriera nelle diverse generazioni di artisti in Italia

(come in Francia).

• Nella vecchia generazione (anni ’50) l’istituzione fondamentale che regolava il mercato era la “famiglia”, la troupe, compagnia teatrale permanente o semi-permanente

• l’incertezza legata al lavoro per “cachet” veniva ridotta attraverso la partecipazione dei professionisti ai reticoli

• la costruzione dei reticoli avveniva all’interno della stessa “famiglia” premiando la fedeltà (legami forti), condividendo la stessa definizione di mestiere.

Differenze tra generazioni

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• Centralità del teatro come luogo che “certificava” le competenze e

“apriva le porte” agli altri settori (Es: Il cinema si rivolgeva al teatro per

trovare i suoi attori). L’inverso non era possibile.

• Un forte ostracismo esisteva invece nei confronti della pubblicità

televisiva che offriva elevati cachet, ma poteva impedire all’attore

di teatro di realizzare successivi contratti

• In Italia rispetto a Francia più permeabilità tra settori, anche per artisti

vecchia generazione. In Francia aumenta con le nuove generazioni

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Per la generazione intermedia (anni ‘60-’70) le regole del mercato del

lavoro artistico cambiano:

1. Il cinema prende il sopravvento sul teatro e cambia le competenze

2. Attore diviene una figura sottomessa al regista.

3. Aumenta il numero delle persone che vogliono diventare attori.

4. Le carriere del cinema e del teatro si separano.

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“Nuova” generazione

Cambiamenti del settore a partire dagli anni ’90 in Italia:

• Diminuzione dei finanziamenti pubblici

• Compagnie si formano attorno al progetto e muoiono con esso

• Crescono le scuole sia di teatro sia di danza, aumentano gli aspiranti artisti e dunque la concorrenza

• Parcellizzazione del settore in segmenti che non condividono la stessa definizione di competenza

• Divengono più importanti, oltre al talento e alle competenze tecniche, alcune caratteristiche personali, quali la costanza e la capacità imprenditoriale (costruirsi la propria compagnia, trovare i fondi)

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• Il canale di accesso alle professioni artistiche può essere anche il cinema o la televisione

• Quest’ultima ha rivoluzionato l'organizzazione dei settori artistici: 1. offre possibilità di lavoro molto meglio retribuite rispetto alla danza e al teatro;1. un’apparizione in televisione può moltiplicare gli ingaggi futuri, anche nei settori del teatro e del cinema

• Il mercato funziona sempre meno per famiglie stabili e sempre più per rapporti di lavoro spot.

• La selezione spesso viene effettuata non più dal direttore del cast, ma dall’agente al servizio del produttore.

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Le strategie utilizzate dai giovani artisti per ridurre l’incertezza:• diversificazione degli impieghi e dei datori di lavoro e la costruzione di reti sociali (legami deboli), che possano fornire riconoscimento sociale e la costruzione di una buona reputazione

• il giovane attore nella prima parte della sua carriera accetta qualsiasi tipo di ingaggio, anche poco prestigioso. Solo quando è più affermato può scegliere in funzione del valore artistico della proposta piuttosto che della retribuzione.

Rischi:• Eccessivo investimento in capitale relazionale, piuttosto che in quello specifico (Sacco, 1998), da parte dei giovani artisti per accedere al campo o essere ammessi alla comunità professionale

• Difficoltà di affermazione dell’innovazione, per criteri di selezione di autoreferenzialità da parte della comunità

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“Comunque, a parte questa considerazione, il fatto che ci siano proprio centinaia di ragazzi che frequentano scuole, che si preparano, imparano a ballare, cantare, recitare, cercano di prepararsi seriamente, questo mi fa ben sperare. Ai miei tempi era tutto diverso, ci voleva un’occasione o comunque la voglia e la passione per fare questo lavoro, se uno aveva la fortuna di essere scritturato, riusciva a mettere subito in vista quello che era il suo eventuale talento, cosa che adesso è molto più difficile” (attrice, 75 anni)

“E’ vero che adesso i giovani possono fare un po’ di televisione, si è allargato un po’ il giro, la possibilità di lavoro, nel senso fai magari una pubblicità, però quello che bisogna dire oggi che se un giovane non ha un pochino le spalle coperte, una famiglia che lo può sostenere nei momenti in cui non lavora, è dura, durissima” (ballerina, 60 anni)

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Queste professioni appaiono insieme antesignane e paradigmatiche delle modalità di lavoro flessibile che si stanno affermando tra i lavoratori della conoscenza (Fullin, 2005, Reyneri, 2011, Rizza, 2003, Semenza, 1999, 2000)

Precarietà più sopportabile poiché:- forte motivazione per gli aspetti artistici della professione- struttura organizzativa stessa del lavoro è “a progetto” e come tale comporta la necessità di contratti a termine, a meno che non vi sia un intervento statale o di una fondazione che assicura continuità nei finanziamenti (D’altra parte sarebbe difficile realizzare pièce diverse se si hanno a disposizione sempre gli stessi attori o ballerini).

Conclusioni

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Conclusioni

La forma che assume il mercato del lavoro artistico nei diversi Paesi è fortemente influenzata dall’intervento dello stato nella sua regolamentazione (attraverso leggi e politiche nazionali), dal ruolo di finanziatori privati e di imprenditori, dalle scelte del pubblico, dalla tradizione culturale. Il caso del settore teatrale in Germania, è in controtendenza rispetto a quanto è avvenuto in altri contesti europei e negli Stati Uniti: teatro e danza ne sono stati influenzati in maniera differente.

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•Esigenza di nuovi modi di “certificare” le competenze e di maggiore regolazione delle carriere nel settorePossibile?Es. Palmarès nel settore arti visive; Es. caso tedesco Haunschild (2003)Teatro = sistema di impiego interorganizzativo (Marsden, 2000), in cui forti regole istituzionali regolano il rapporto tra le imprese, i teatri, e il sistema educativo. (I teatri mettono in scena repertori, ovvero performances, che durano un’intera stagione; l’ingresso nel mercato del lavoro artistico è regolamentato da un rigido

sistema di educazione formalizzato)

• l’eccessiva dipendenza delle organizzazioni del settore da politiche

Pubbliche non sempre lungimiranti

Conclusioni/discussione

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L’effervescenza di questi anni si sta offuscando e la speranza

che Torino e il Piemonte potessero diventare anche un distretto

culturale si sta affievolendo. Se manca continuità nelle politiche, se le

istituzioni formative tirano a campare, se i grandi progetti falliscono

dopo aver bruciato molte risorse pubbliche e se anche il mecenatismo

delle Fondazioni esita, c’è futuro per un’economia della cultura?

(Luciano, 2010)

Conclusioni

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Tabella 2. Modelli sintetici di carriera del nostro campione nel settore teatro.

Legenda: Giallo= settore teatro, Azzurro = settore artistico altro, Verde = altro non in settore artistico

Casi Tempo 1

Tempo 2 Tempo 3 Tempo 4 Tempo 5

1. F doppiaggio in televisione

costumista attrice teatro

Istituto d’arte Laurea Dams a 32 anni

costumista

2. F Attrice Attrice Logopedista Laurea lettere Logopedista Attrice

3. F Attrice Attrice Regista e attrice Laurea Dams

4. M Attrezzista in teatro/animatore nelle scuole

Regista Regista e attore Regista e attore

Laurea lettere 5. M

Laboratori teatrali Scrittore di testi teatrali

Regista e attore

Liceo, inizia Laurea Dams ma non finisce

6. M Animatore in villaggi turistici/ Attività ludico motoria

Attore Attore

Diploma di ragioneria

Barista

7. F Attrezzista in teatro/animatore nelle scuole

Costumista Attrice

Laurea Dams/ Scuola Ronconi

8. M Cantante Attore Regista e attore Regista e

attore

Liceo Scuola interpreti

9. F Doppiatrice Attrice Laurea lettere

10. F Attrice Attrice Regista e attrice/

Attrice cinema Proprietaria società di doppiaggio

Attrice teatro e tv

Liceo

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 Tabella 1: Modelli sintetici di carriera del nostro campione nel settore danza. Legenda: Giallo = settore danza, Azzurro = settore artistico altro, Verde = altro non in settore artistico

Casi Tempo 1 Tempo 2 Tempo 3 Tempo 4 Tempo 5

1 F ballerina scrittrice Commessa Formazione tecnica classica, contemporanea, folkloristica

Regista/ ballerina.

Insegnante danza

2. F

Ballerina Prima ballerina Ballerina con sua Compagnia

Ballerina con sua Compagnia

Insegnante di danza

Scuola di danza Torinese

Insegnante di danza

Insegnante di danza Insegnante di danza

Manager della danza

Scala di Milano Talent scout 3. F

Formazione in danza jazz

Ballerina Organizzatrice di eventi

Ballerina Insegnante di danza

Ballerina

Ballerina in tv Coreografa 4 F

laurea Ballerina Prima ballerina Insegnante di danza

Accademia di danza di Cuba

Insegnante di danza

Insegnante di danza

5. M Ballerino Ballerino Costumista Costumista M Formazione in danza jazz

Animatore villaggi

Coreografo Coreografo

6. F Ballerina Ballerina Ballerina Laurea Dams

7. M Ballerino/accademia di danza

Ballerino

Liceo e 2 anni Laurea Dams

Barista

8. F Scuola di danza Ballerina Ballerina Laurea in Scienze naturali

Insegnante di danza

Insegnante di danza

9. M

Università Ballerino Corsi di danza Università

Barista 10. F

Scuola di danza Ballerina Ballerina Laurea in biotecnologie

Dottorato Giornalismo medico

10. F